Il mondo dei doppiatori - In...soliti ignoti

Segreti e bizzarrie del mondo del doppiaggio in formato quiz

ARCHIVIO: quiz 175
(12/06/2017)


QUIZ #175

"Un uomo, una città"

Il poliziesco metropolitano "Un uomo, una città" (1974) nasconde una coppia di doppiaggi fra i più bizzarri di sempre.
Occulto ispiratore, tra provocazione ed allucinazione, è stato il grande Enrico Maria Salerno, protagonista del film, che, a sua volta, partecipa alla sterzata eccentrica indossando una pacchiana, quanto improbabile, folta parrucca rossiccia. Spalleggiato dal Maestro d'ironia Luciano Salce, convinse il regista Guerrieri al doppiaggio in napoletano (?) del popolare cantautore torinese Gipo Farassino, scritturato proprio perché la vicenda si snoda nel capoluogo piemontese. Mentre sull'icona milanese Tino Scotti fece ricamare la voce dissonante di un altrettanto logorroico comico newyorkese. Chi sono gli autori dei doppiaggi "nonsense"?

 


Di seguito alcuni indizi per aiutarvi nella risoluzione:

  • Enrico Maria Salerno, grande attore e straordinario doppiatore, nel primo caso suggerì al regista Romolo Guerrieri (Girolami), un ammiccante doppiatore napoletano, dalla voce a lui assai familiare.
  • Nel secondo caso, alla declinante parabola di un anziano dalla comicità parolaia propose l'accostamento della voce di un astro nascente dalla similare irrefrenabile loquacità.

Scorrete la pagina in basso per le risposte...

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"Un uomo una città"

Ecco due doppiaggi senza alcuna logica espressiva, narrativa, creativa, di convenienza e, in ultima ratio, di necessità. Si possono etichettare come prodotti di una lucida follia manipolatoria, alimentata dall'estetica del paradosso e dell'assurdo.
Perché altrimenti scritturare il più noto cantautore della Terra di Piemonte, Gipo Farassino, e poi farlo doppiare in ammiccante napoletano da Antonio Casagrande?
Perché dotare il redivivo "milanesun" Tino Scotti dell'antitetica voce di Woody Allen, alias Oreste Lionello?
N. B. : Il padre del bravo Maurizio aveva appena doppiato Enrico Maria Salerno in "No il caso è felicemente risolto" (1973), diretto dal fratello Vittorio Salerno (!). Altro doppiaggio di "insostenibile leggerezza".


Cosa avete risposto...

Questa volta hanno risposto parzialmente Giorgia A., Romano F. e Carlo T.



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Le domande e le risposte sono curate da Franco Longobardi.


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