Il mondo dei doppiatori - In...soliti ignoti

Segreti e bizzarrie del mondo del doppiaggio in formato quiz

ARCHIVIO: quiz 187
(27/11/2017)


QUIZ #187

Bertolt Brecht

Vi è un nesso tra Bertolt Brecht, autore icona del secolo scorso, e il doppiaggio? L'effetto di straniamento che l'attore genera nello spettatore non immedesimandosi nel personaggio, brand della drammaturgia dello scrittore tedesco, è stato reso o accentuato nel cinema italiano grazie al doppiaggio?
Analizziamo due casi! Nel suo film più fedele alla messa in scena brechtiana, il regista Giuseppe De Santis si autocita esplicitamente voce narrante fuori campo, ma in verità quella voce non gli appartiene. Nella pellicola italiana considerata più brechtiana, il regista scrittura un novello Jean Valjean, modello ottocentesco della controversa natura umana, e gli affida il ruolo del prete (messaggero di pace) guerriero (... di lotta) e lo fa doppiare. Completate il puzzle e ovviamente scoprite le identità vocali nascoste.

Di seguito alcuni indizi per aiutarvi nella risoluzione:

  • Nel primo caso, Giuseppe De Santis pur dichiarandosi autore e dicitore delle frequenti narrazioni off che illustrano il procedere del film, in realtà le fa interpretare dal protagonista della versione radiofonica dell'opera teatrale di Aldo De Benedetti, Non ti conosco più, in quegli anni proposta dall'emittente nazionale.
  • Nel secondo caso, il regista individua un attore italiano di recente popolarità e gli attribuisce la voce, tra il burbero ed il beffardo, di un giovane che aveva fatto esordire (come attore) nella sua precedente opera cinematografica, un fantasy mitologico imperniato su di un epico forzuto in lotta contro le truppe della leggendaria isola sprofondata negli abissi.

Scorrete la pagina in basso per le risposte...

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"Non c'è pace tra gli ulivi"

In "Non c'è pace tra gli ulivi" (1950), il regista Giuseppe De Santis nel narrare le vicissitudini di una famiglia di pastori abruzzesi, sceglie una forma di rappresentazione che si ispira alle teorie espressive di Bertolt Brecht.
La voce narrante fuori campo, malgrado nessuna esigenza narrativa lo imponesse, si qualifica esplicitamente come voce del regista, ma in verità appartiene ad Ubaldo Lay, che nel 1948 interpretò per la radio il protagonista della commedia di Aldo De Benedetti, "Non ti conosco più".

Ne "I cento cavalieri" (1964) diretto da Vittorio Cottafavi, da molti ritenuto il film italiano più brechtiano, il personaggio di Frate Anselmo, prete guerriero interpretato da Gastone Moschin, da poco reduce dal grande successo televisivo de "I miserabili" (1963) di Anton Giulio Majano, è doppiato da Alessandro Sperlì, dotato di una voce significativamente diversa da quella del doppiato.
Sperlì aveva esordito come attore cinematografico nella precedente fatica in pellicola di Cottafavi, "Ercole alla conquista di Atlantide" (1961).


Cosa avete risposto...

Tra le risposte ricevute, segnalo in particolare:

Ha risposto parzialmente Vanni C.



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Le domande e le risposte sono curate da Franco Longobardi.


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