Streghe Italia Fan Fiction

STRANI FURTI


Riassunto: seguito della mia saga (ultimo racconto "I gioielli demoniaci"). Darryl richiede l’aiuto del Trio perché le Halliwell gli diano una mano a scoprire chi, in un modo misterioso, sta derubando un sacco di persone. Grazie ad una premonizione di Phoebe, si scoprirà che… Intanto le sorelle hanno a che fare con un Puck, che mette in pericolo la vita di una di loro.

Composto: da dicembre 2002 al 27 aprile 2003 (che volete, col lavoro non è che abbia tanto tempo...)

Valutazione: adatto a bambini con i genitori.

Disclaimer: si ricorda che tutti i diritti sono di proprietà del sito "Streghe Italia" e che tutti i personaggi di "STREGHE/CHARMED" sono di proprietà della WARNER BROS TELEVISION/SPELLING ENTERTAINMENT e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.


Ore 15:17, villa Halliwell

"Phoebe… Hai preso tu il mio vestito azzurro?", domandò indispettita Prue.
"Certo, ci sono solo io in questa casa che prende in prestito le tue cose!", ironizzò la psicologa. "Ti pare che, in queste condizioni, possa indossare la tua taglia 42?".
"Hai ragione, scusa… Sono talmente abituata a prendermela con te per i vestiti che non ho riflettuto sul fatto che la gravidanza ti ha… Un tantino ingrassata…", si giustificò la maggiore.
"Comunque è stata Piper a mettersi il vestito, doveva far colpo su di un facoltoso potenziale cliente che sta organizzando una grandiosa festa per la sua azienda. Spera che mostrare le gambe e il seno le offra qualche chance in più!", rise colei che poteva volare.
"Intendi dire che il mio abito è troppo provocante?", chiese infastidita dal commento colei che poteva essere in due posti contemporaneamente.
"Beh, è quasi esagerato anche per il mio standard…", ammise la veggente di casa.
"Davvero? Ma perché non mi hai avvertita prima, avrei evitato di acquistarlo! In fondo c’eri anche tu quel giorno.", protestò la fotografa.
"Ho visto che ti piaceva molto, e non ho voluto mettermi in mezzo…", replicò con onestà Phoebe.
"OK… Magari lo passerò a te, quando avrai partorito… Ehi, aspetta un attimo: Piper che mostra gambe e seno per ingraziarsi un cliente??? Non è da lei assumere un atteggiamento del genere! E Leo che ne pensa?", borbottò Prue.
"Naturalmente non lo sa, altrimenti le avrebbe fatto una scenata di gelosia come quella volta in cui Julian, l’ex di nostra sorella, la venne a trovare…", ricordò colei che poteva vedere passato e futuro.
"Hai ragione, sebbene sia un angelo Leo è alquanto suscettibile quando si tratta della sua mogliettina!!!", ridacchiò l’ex curatrice museale salendo le scale, e dirigendosi verso la sua camera.
"E’ verissimo!", disse fra sé la minore, accennando a sedersi sul divano. Il riposo che si stava per concedere però venne interrotto dal campanello della porta. "Vado io!", gridò per avvertire la sorella di non scomodarsi a scendere.
"Ciao Phoebe… Disturbo?", chiese Darryl, esitante.
"Ciao! Entra pure, sai che ci siamo sempre per te!", lo accolse la strega. "Allora, non serve un genio per capire che porti cattive notizie: hai una faccia!".
"Grazie per avermelo fatto notare, non dormo da tre notti!", dichiarò l’agente.
"Vuoi un rimedio contro l’insonnia?", scherzò la giovane, per alleggerire la tensione.
"No, grazie, spiritosa… Vorrei solo il vostro aiuto per un caso… Non so se centri il sovrannaturale, anzi probabilmente non centra affatto, ma lo stesso gradirei che mi deste un mano: non riusciamo a cavare un ragno dal buco, alla centrale.", spiegò il poliziotto.
"Il Trio è sempre a tua disposizione! Raccontami pure cosa ti affligge!", lo incoraggiò la futura madre.
"Ecco… Da circa un mese riceviamo numerosissime segnalazioni di persone che denunciano furti. Nessun segno di scasso nelle loro abitazioni, mancano solo soldi e gioielli. La cosa più strana è che tutti affermano di avere un’amnesia: non ricordano per nulla ciò che è successo loro nelle ventiquattro ore precedenti alla scoperta dell’illecito.", spiegò il detective.
"Capisco… Altri particolari interessanti?", domandò la gestante.
"No, nient’altro. Voi potete, con le vostre magie e i vostri intrugli, aiutarmi a venire a capo di questa inchiesta?", supplicò Morris.
"Non è semplice come lo descrivi, ma dovremmo riuscire a scoprire qualcosa. Naturalmente è necessario che tu ci faccia parlare con alcune delle vittime, forse posso avere una premonizione ed aiutarti. Sarà meglio avvertire anche le mie sorelle, in tre otterremo sicuramente risultati migliori!", concluse Phoebe.

Nel frattempo, al P3

"Mi piace molto questo tuo locale, Pippy!", dichiarò un uomo in giacca e cravatta, sedendosi ad un tavolo dopo aver visitato tutto il night.
"Mi chiamo Piper, signor Owen… Mi fa molto piacere che le piaccia il P3, come saprà è molto rinomato in città! Oltre ad essere un dancing amato dai giovani, offre anche un servizio catering per feste di tutti i tipi! La nostra cucina è molto ricercata, ed il menù è personalizzabile a richiesta!", spiegò la strega accavallando le gambe.
"Molto interessante, sto cercando proprio un posto di questo tipo.", rispose l’uomo d’affari, mentre l’occhio cadeva sulle attraenti gambe della titolare.
"Come le dicevo…", continuò colei che poteva far esplodere gli oggetti, notando che l’ospite era affascinato da lei, "Il nostro servizio ristorante non potrebbe essere migliore: sa, io un tempo facevo la chef e quindi me ne intendo… Comunque, oltre a tutto ciò abbiamo uno spazio apposito per l’orchestra, nel caso in cui intenda affittarne una per l’accompagnamento della serata.".
"Avevo in mente di fare una cosa del genere, in effetti…", gorgogliò il manager, spostando lo sguardo sulla scollatura generosa che la controparte esibiva.
"Inoltre, la capienza del P3 è notevole, lo può ben vedere con i suoi…", esitò la giovane, notando le occhiate dell’uomo sul suo seno, "… occhi!".
"Certo, certo! Beh, sono entusiasta di questo locale, Pippy, quindi credo che non ci siano problemi per arrivare a concludere un contratto proficuo per entrambi!", esclamò il signor Owen.
"Perfetto, sono molto contenta di questo! Allora, per la questione finanziaria pensavo a…", iniziò Piper.
"Oh, per i dettagli di questo tipo dovrà parlare con il mio collega, non è di mia competenza pattuire il prezzo. Le va bene domattina alle dieci, in ufficio da noi?", chiese l’uomo.
"D’accordo, sarò da voi puntuale!", replicò colei che poteva fermare il tempo, porgendo la mano all’ospite.
"Che ne dice, inoltre, di una cena stasera? Passo a prenderla alle otto, e la porto in un ristorante fantastico!", propose il dirigente, baciando la mano alla controparte.
"Oh… Signor Owen… Mi mette in imbarazzo…", mormorò la strega fingendo emozione, e subito bloccando il cliente. "Ma guarda che razza di maiale mi doveva capitare, mi fa addirittura la corte! Come faccio a scaricarlo, adesso? Oh, idea: gli presenterò mio marito! Leeeooo, vieni qui!". Tra le solite luci azzurrine, l’angelo bianco comparve.
"Ciao amore… Cosa ci fai agghindata in questo modo con un uomo bloccato davanti a te?", chiese stupito la creatura celeste.
"Beh, devi sapere che… In poche parole, mi sono vestita in questo modo così provocante per assicurarmi che il cliente qui presente accettasse di organizzare il party aziendale al P3. Ci sono riuscita, ma questo qui mi ha invitato ad uscire con lui… Siccome devo scaricarlo, fingi di entrare dalla porta e ti presenterò come mio marito.", spiegò brevemente la Halliwell di mezzo.
"Non sapevo utilizzassi questi mezzucci di quart’ordine per accaparrarti i clienti… Ignoravo questo lato di te!", dichiarò un po’ irritato Leo.
"Suvvia, non è mica successo nulla di grave! Dai, muoviti, non rimarrà bloccato per sempre!", si agitò Piper.
"OK, ma poi ti farò la predica, preparati! La mia vendetta sarà tremenda!", minacciò bonariamente l’essere sovrannaturale, prendendo la via dell’uscita.
"Ora sblocchiamo il nostro amico…", disse tra sé la strega agitando le mani. "Signor Owen, non posso accettare la sua lusingante proposta.".
"Oh, non dire questo, Pippy. Perché non vuoi uscire a cena?", domandò risentito l’uomo.
"Mi chiamo Piper, per l’ennesima volta! Comunque…", esitò colei che poteva far esplodere gli oggetti, "… vede, io sono sposata! Ho anche la fede!".
"Davvero? Una ragazza giovane come te è già sposata?", chiese galantemente il manager. In quell’istante, Leo entrò nel locale, dirigendosi spedito verso i due.
"Ciao amore, sono arrivato! Buongiorno: sono Leo Wyatt, il marito di Piper.", esordì l’angelo.
"Caro, stavamo proprio parlando di te! Il signor Owen ha accettato di organizzare il suo party qui al P3, non è fantastico?", gioì l’imprenditrice di casa Halliwell.
"Oh, davvero! Ha fatto la scelta giusta, signore, a scegliere il miglior locale di San Francisco.", continuò la creatura celeste.
"Sono sicuro che sarà così… Ora devo andare, ci vediamo domattina, Pippy. Piacere di averla conosciuta, signor Wyatt.", terminò Owen salutando e uscendo dal night.
"Fiuuu, sono salva! Grazie Leo, sei un angelo!", mormorò Piper.
"Ah ah, spiritosa… Prometti che non farai mai più una cosa del genere per ottenere un ingaggio, per favore. A proposito, quando hai comprato questo vestito?!", chiese l’essere sovrannaturale.
"Il vestito è di Prue, e io ti prometto solennemente che non cercherò mai più di ingraziarmi gli avventori in questo modo. Me la sono vista brutta!", rispose quasi scusandosi colei che poteva fermare il tempo. In quel momento il cellulare della strega squillò. "Pronto?".
"Ciao, sono Phoebe. Vieni a casa, Darryl ha bisogno del nostro aiuto.", fece una voce all’altro capo del telefono.
"E’ proprio necessario?", tentò l’ex chef.
"Sì!", concluse perentoria la sorella minore.

Ore 16:09, villa Halliwell

"… e nessuno ricorda quello che è gli è successo nelle ventiquattro ore precedenti!", terminò Darryl.
"Capisco…", mormorò Prue. "Niente scasso, amnesia generale… Certo non è facile per un uomo solo riuscire ad ottenere simili risultati senza lasciare alcun indizio!".
"E’ vero! Ma solitamente demoni e stregoni non sono interessati al denaro o ai gioielli: essi preferiscono di gran lunga i poteri delle streghe!", ricordò Piper.
"E se non fossero stregoni o demoni, ma esseri umani i responsabili?", ipotizzò Phoebe.
"Sarebbe più plausibile, ma come può un uomo normale compiere simili azioni?", borbottò l’ispettore.
"Non so, ipnosi per esempio!", teorizzò la psicologa. "Se le vittime sono state ipnotizzate, non possono ricordare di essere state loro stesse a raccogliere gli oggetti di valore e a consegnarli direttamente al mascalzone che li ha irretiti.".
"A questo non avevamo pensato…", mormorò imbarazzato l’ispettore. "Forse è meglio se parlate direttamente con l’ultima vittima, cosicché vi rendiate conto di persona dei fatti.".
"Avete proprio bisogno di me?", chiese la fotografa.
"Beh, la tua presenza sarebbe gradita!", replicò la manager del P3.
"Avrei un rendez-vous con Alan… Non sarebbe carino scaricarlo ancor prima dell’appuntamento che gli ho concesso!", spiegò l’ex curatrice museale.
"Non occorre scaricarlo, basta posticipare l’incontro! Domani sera, magari…", consigliò la sorella di mezzo.
"OK, OK. Non che ci tenessi particolarmente, facevo per non deluderlo!", terminò colei che poteva spostare gli oggetti col pensiero.
"Certo, certo, indossando il vestitino azzurro…", insinuò la gestante.
"Phoebe!", bofonchiò la maggiore, componendo un numero sul cellulare.

Ore 17:27, alla centrale di polizia

"Ecco le tre consulenti di cui le parlavo, signora Bradley. Collaborano spesso con la polizia per risolvere alcuni casi.", spiegò Darryl
"Piacere di conoscervi!", disse l’anziana donna, accennando un gesto della mano verso il Trio.
"Piacere nostro, signora!", rispose per tutte Prue. "Vorremmo porle alcune domande, in modo da riuscire a risolvere questo crimine.".
"Ho già raccontato tutto agli agenti presso i quali ho sporto denuncia… Non ricordo altro, mi spiace!", mormorò agitata la signora. "Ma risponderò a tutto ciò che mi chiederete, non voglio che il ladro resti impunito!".
"Benissimo, signora Bradley.", iniziò Phoebe. "Cosa è stato rubato a casa sua?".
"Beh, innanzitutto i contanti che avevo, circa 4500 dollari. Fortunatamente possiedo numerosi conti correnti, e così le mie finanze sono conservate nelle banche… Poi alcuni gioielli: quattro collane d’oro con pendagli di varie pietre preziose, due catenine di perle, otto anelli di grande valore, sei bracciali incastonati e due orologi del mio defunto marito. Ah, e tre spille tempestate di gemme… Fortunatamente il resto dei gioielli l’ho messo nella cassetta di sicurezza qualche settimana fa, altrimenti ora non avrei neanche un anellino da mettermi!", si lamentò la vedova.
"Però…", sussurrò sorpresa Piper, zittita subito da una gomitata della sorella maggiore.
"Capisco… Sicché lei è una donna facoltosa, se mi permette il termine. Immagino che possieda altri oggetti di valore!", teorizzò l’ex curatrice museale.
"Certamente! Amo molto i tappeti orientali, ne possiedo diciannove! Poi ho alcuni quadri di autori importanti, delle ceramiche antiche e dei servizi d’argento del diciannovesimo secolo. Senza contare i mobili intarsiati ereditati dalla mia famiglia.", elencò la vittima.
"E nessuno di questi è stato toccato?", chiese la manager del P3.
"Nessuno!", replicò la donna. "E ciò mi ha fatto pensare!".
"Probabilmente, per la fretta, il ladro o i ladri hanno evitato di prendere le cose più ingombranti: non sarebbe stato saggio andarsene in giro con tappeti o quadri.", ipotizzò la gestante, riflettendo. "Il suo sistema d’allarme era inserito, al momento del furto?".
"Beh, non scordo mai di avviarlo, ogni volta che esco di casa.", rispose l’anziana. "Ma non ci sono stati danni ad esso, come se il ladro conoscesse la combinazione.".
"Ci sono persone che, oltre a lei, hanno avuto la possibilità di accedere a quest’informazione?", chiese garbatamente la sorella di mezzo.
"No, nessuno! Nemmeno mio figlio!", mormorò la sventurata.
"Mmm… Il detective ci ha detto che lei non ricorda nulla di ciò che è avvenuto nelle ventiquattro ore precedenti alla scoperta dell’illecito. Crede che qualcuno, magari i vicini o gli amici, possano sapere qualcosa di ciò che ha fatto in quel lasso di tempo?", volle sapere la fotografa.
"Non credo, io vivo lontana dalla città e i vicini abitano a quasi due chilometri dalla mia tenuta. Mio figlio invece è via per affari da due settimane, anche se sta tornando in queste ore. Nessuno sa cosa posso aver fatto durante il periodo che non rammento!", spiegò la signora Bradley.
"D’accordo, per il momento non abbiamo altre domande. Se le venisse in mente qualcosa, chiami pure l’agente Morris; noi le telefoneremo se avremo novità.", concluse la psicologa.
"Arrivederci allora, e mi raccomando, trovate quel farabutto!", disse la vittima stringendo la mano di Phoebe. La strega venne pervasa dai soliti tremiti, che preannunciavano una premonizione.
"Si sente bene, signora?", chiese preoccupata l’anziana.
"Oh sì, non si preoccupi, era solo un capogiro. La saluto, a presto!", replicò la futura madre, gettando un’occhiata d’intesa con le sorelle.
"Arrivederci!", terminò la sfortunata signora, uscendo dall’ufficio di Darryl.
"Cosa hai visto?", domandò subito la moglie di Leo.
"Non so bene… Una donna di spalle, con una specie di turbante in testa e dei vestiti alquanto bizzarri. Sembravano antichi, ampi e di colori sgargianti.", esplicò la veggente di casa.
"Come hai fatto a vedere i colori, se le tue premonizioni sono in bianco e nero?", obiettò colei la quale poteva far esplodere gli oggetti.
"Non lo so, ho percepito che erano colorati, sebbene la visione fosse come al solito in bianco e nero. Ho veduto anche un tavolo davanti a lei, coperto di stoffa, e tutto intorno una specie di tenda, credo. E, naturalmente, ho intravisto la signora Bradley, con una borsa piena di qualcosa.", espose la giovane che sapeva volare.
"Quindi, come pensavamo, è stata lei stessa a consegnare le sue ricchezze al ladro… Anzi, alla ladra!", affermò la sorella di mezzo.
"Ipnosi?", chiese, rientrando nella conversazione, il poliziotto.
"Potrebbe essere… Stavo pensando anche ad un potere magico, come quello che possiedono le nostre cugine Meredith e Marah. Ricordate, una sorta di manipolazione mentale!", borbottò pensierosa Prue.
"Credi sia una strega malvagia che ha compiuto questi atti?", si informò Darryl.
"Almeno le streghe possono essere interessate ad arricchirsi!", suppose colei la quale poteva essere in due posti contemporaneamente.
"Anche il potere della proiezione astrale può aver convinto le vittime a consegnare alla donna i soldi: ricordate come fece Rex Buckland con Prue, quella volta del diadema?", rammentò la gestante.
"Hai ragione! Stiamo cercando una strega, allora?", chiese Piper.
"Temo di sì!", rispose Phoebe.

Ore 18:57, villa Halliwell

"Ricordi nessun altro particolare della tua premonizione?", domandò Prue.
"Nulla… Anche perché non c’è nient’altro da ricordare, vi ho detto tutto!", replicò la psicologa di casa.
"L’ambientazione che hai descritto è molto caratteristica, non trovi?", bofonchiò la moglie di Leo.
"Che intendi dire?", fecero in coro le altre due sorelle.
"Vestiti di quel tipo, tavolini ricoperti, tendoni… Ricorda molto il luogo di lavoro delle zingare che fingono di predire il futuro.", spiegò colei la quale poteva fermare il tempo. "Se ci fossimo sbagliate riguardo alle streghe?".
"Ma le zingare non hanno il potere di predire il futuro, fingono solamente di farlo per intascare qualche soldo!", protestò la futura madre.
"Non credere di avere la prerogativa della visione degli eventi futuri, sorellina…", esplicò Piper. "Ricordo di aver letto nel Libro delle Ombre che ogni generazione di zingari produce delle persone predisposte alla previsione del futuro… Possiedono un potere simile al tuo, solo che lo utilizzano per guadagnarci sopra… E ovviamente romanzano ciò che vedono per ingraziarsi i clienti!".
"Quindi anche le zingare possono vedere quello che vedo io? Uh, non solo non ho poteri attivi, ma ciò che consideravo solo mio ora scopro che è utilizzato anche da un sacco di altre persone! Che rabbia!", borbottò la minore.
"Non è il momento di lamentarsi!", la calmò la fotografa. "Credo che tu ci abbia dato una grande mano, Piper!".
"E’ il mio lavoro…", rispose con un sorriso la giovane sposa. "Concludendo il mio discorso, volevo anche dirvi che le visioni del futuro sono il solo potere che contraddistingue le gitane. Non sono paragonabili alle streghe, ovviamente!".
"Ma allora come può quella donna aver ipnotizzato tutti i ricconi derubati? Che abbia imparato le tecniche scientifiche dell’ipnosi?", ipotizzò colei la quale poteva librarsi in aria.
"A questo posso rispondere io!", disse una voce alle loro spalle.
"Leo… Devi sempre apparire in questo modo?", protestarono in coro le sorelle.
"Scusate, ma credevo vi foste abituate ai miei orbitaggi!", si discolpò l’angelo. "Comunque, tornando al vostro problema, ho scoperto dagli Anziani che un amuleto magico custodito dalle ninfe dei boschi è stato rubato qualche settimana fa.".
"E questo cosa centra con i furti di cui ci stiamo occupando?", mormorò la strega che poteva essere in due posti contemporaneamente.
"Ci stavo arrivando… Questo monile dà il potere a chi lo possiede di impadronirsi della mente delle persone! Sapete, le ninfe lo utilizzano spesso quando gli esseri umani le sorprendono nei boschi a causa della loro sbadataggine: cancellano il ricordo della loro visione, in modo che nessuno venga a conoscenza della loro esistenza!".
"Ah, molto comodo!", scherzò la manager del P3. "Dunque Loro credono che il ladro dell’amuleto lo stia usando per piegare la volontà di ignari ricconi… Molto plausibile!".
"Beh, in fondo non sembra essere un problema molto grave…", affermò Phoebe. "E’ sufficiente rintracciare la zingara cattiva, riprendere l’amuleto e magari cancellarle la memoria quel tanto che basta per farle dimenticare ciò che ha commesso. Normale routine!".
"Il piano è questo, ma vediamo di partire dall’inizio… Come facciamo a trovare quella mascalzona?", chiese la maggiore.
"Posso provare col cristallo, o con l’incantesimo di magia chiama magia… Che ne dite?", propose l’imprenditrice di casa.
"OK, tentiamo!", affermò con convinzione Prue.
"Ehm… Io dovrei andare, sento che una protetta mi sta chiamando!", si intromise Leo.
"Sempre sul più bello!", si lagnò la moglie. "Torna presto, stasera ti voglio a casa!".
"Contaci!", replicò l’essere celeste sparendo tra mille luci azzurrine.
"Salgo ad utilizzare il cristallo!", disse la strega che padroneggiava la telecinesi. "Voi intanto datevi da fare in cucina, è quasi ora di cena.".
"Agli ordini!", rispose la gestante, mentre la mediana era già arrivata nell’altra stanza.

Villa Halliwell, 19:33

"Phoebe, stai bruciando qualcosa?", domandò indispettita l’unica del Trio ad essere sposata. "Sento un odore tremendo!".
"Ma no, tutto è a posto… E poi quest’odore sembra quasi…", indugiò la futura madre.
"Zolfo?", ringhiò una voce alle loro spalle.
"Esatto, sorell… Oh oh, cos’è quel coso?", gridò la psicologa, vedendo un essere deformato dall’aspetto minaccioso che le osservava attentamente.
"Accipicchia, un demone! Se non sbaglio è un Puck!", replicò la sorella cercando di utilizzare i suoi poteri.
"Non puoi farmi nulla, inutile scarafaggio!", rise di gusto l’essere infernale.
"A dire il vero sei tu che sembri uno scarafaggio… Anzi, quasi quasi assomigli ad una mutazione genetica tra un essere umano e un insetto.", gli disse colei che poteva vedere il futuro lanciandogli un coltello acuminato.
"Mancato!", latrò il demone dopo essersi scansato. "Lo sai che non si deve giocare con gli oggetti appuntiti?", urlò indispettito facendo partire da uno dei suoi arti una sorta di aculeo pungente.
"Neanche tu rispetti queste disposizioni, però! Antipatico!", gridò la manager del P3 facendo esplodere il mobile dietro al nemico. Quest’ultimo venne travolto in pieno, finendo a terra; le streghe così ebbero la possibilità di fuggire dalla cucina e di andare a rifugiarsi in soffitta, dove la sorella era ancora intenta ad utilizzare il cristallo.
"Non ho ancora trov… Perché correte?", chiese stupita l’ex curatrice museale.
"Un simpatico Puck è apparso in cucina, e ci voleva infilzare con uno dei suoi aguzzi aculei.", spiegò sinteticamente Phoebe.
"Ed è immune sia alla stasi temporale che alla pirocinesi!", aggiunse intimorita la mediana. "Cerca sul Libro qualcosa per fermarlo!".
"Allora…", bisbigliò Prue sfogliando agilmente le magiche pagine. "Demoni alati, demoni dai mille occhi… Dov’era la sezione dei demoni-insetti? Stregoni mangia cadaveri, fantasmi vendicativi, demoni dei sensi… Eccoli, demoni-insetti!".
"Cosa dice?", domandò preoccupata colei che poteva predire il futuro, sentendo i passi non certo felpati del nemico che saliva le scale.
"Allora… Dastren, demone coleottero; Kallop, demone farfalla; Mocq, demone formica… Eccolo, Puck, anche noto come demone scarafaggio! I Puck sono bla bla bla… Possono lanciare spine dal veleno temibilissimo, oltre che alitare un’aria micidiale composta di anidride solforosa… Bla bla bla… Si sconfiggono con una pozione preparata con estratto di lavanda, cenere di legno resinoso e acqua di rose bianche. Fantastico, chi ha il tempo per preparare una pozione!?", si lamentò colei la quale poteva essere in due posti contemporaneamente.
"Non certo voi!", replicò il Puck, dopo aver aperto la porta del solaio. "Uh, un’altra strega da eliminare, che bello!".
"Non sperarci, mostro!", gridò la fotografa cercando di scagliarlo lontano. Non accadde nulla.
"Sono immune ai poteri delle streghe, non l’hai letto sul quel tuo ridicolo libricino?", ironizzò il demone.
"Vediamo se è proprio vero!", riprese la maggiore, scagliando col suo potere un vecchio comodino contro il nemico: quest’ultimo venne scaraventato giù in salotto con un tonfo non indifferente.
"Pensiamo a qualcosa prima che ritorni!", disse in fretta la futura madre.
"E’ pur sempre uno scarafaggio, anche se demoniaco… ", iniziò Piper. "Forse dell’insetticida potrebbe stordirlo, dandoci il tempo per preparare la pozione!".
"Buona idea!", apprezzarono le sorelle.
"Oggi mi vengono così bene!", scherzò l’unica del Trio ad essere sposata, correndo verso l’armadio alla sua sinistra. "Allora, quale sarà? Veleno per le talpe, polvere contro le formiche… Ecco qui, schiuma anti scarafaggi!".
"Preghiamo solo che funzioni!", borbottò l’ex curatrice museale proiettandosi con la bomboletta accanto al demone, e spruzzandolo con il prodotto. Il Puck si mise ad agitarsi, poi parve calmarsi come se avesse perso i sensi.

Ore 21:13, villa Halliwell

"Per fortuna avevamo tutti gli ingredienti!", mormorò la moglie di Leo mescolando il composto che sarebbe servito per eliminare il demone.
"Eh sì… Non capita tutti i giorni di dover affrontare un mostro di quel tipo!", fece eco la gestante, intenta a prendere una fiala dalla dispensa.
"Abbiamo una sorella molto intelligente!", continuò colei la quale poteva spostare gli oggetti col pensiero. "Se non avessi pensato all’insetticida, a quest’ora saremmo morte!".
"Suvvia, potrei montarmi la testa. Oh, pare sia pronta la nostra pozione… Tra poco potremo dare addio al Puck!", esultò l’imprenditrice di casa.
"Non così presto!", latrò il demone, lanciando una delle sue spine a Piper.
"Oh, mi ha colpita!", gridò accasciandosi a terra la povera strega. Prue nel mentre spostò telecineticamente la pentola con il filtro addosso al Puck, che esplose insozzando tutto l’ambiente circostante con i suoi composti organici.
"Oh no, Piper!", urlò Phoebe correndo a soccorrere la sorella. "Coraggio, ce la fai ad arrivare al divano?".
"Chiamate Leo, non sento più le gambe!", biascicò la sventurata.
"Leeeooo!", gridarono in coro le altre due. L’angelo bianco si precipitò dalle sue protette, comparendo tra colorate lucine.
"Cos’è accaduto?", chiese tentando di guarire la moglie.
"Un Puck l’ha colpita con una delle sue spine… Puoi curarla, vero?", mormorò spaventata la futura madre.
"Non posso nulla contro il veleno dei Puck… Il mio potere non può guarirla! Serve un filtro magico!", spiegò l’angelo, il cui volto veniva solcato dalle lacrime.
"Nel Libro non ci sono pozioni di questo tipo…", rispose Prue. "Dove possiamo trovare la ricetta giusta?".
"Sicuramente le ninfe dei boschi la possiedono, visto che i Puck sono animali che hanno subito una trasformazione demoniaca… Dovete andare da loro, e recuperarla al più presto! Le restano poche ore di vita, forse meno di ventiquattro!", spiegò l’essere sovrannaturale, spostando la moglie sul divano del salotto.
"Le ninfe ci aiuteranno di certo, anche perché noi ridaremo loro l’amuleto rubato dalla zingara!", sussurrò la psicologa.
"Non contarci, le ninfe sono molto dispettose e sebbene appartengano alla schiera del Bene difficilmente aiutano altri esseri. Dovrete stare attente!", esplicò il cognato.
"Torneremo presto!", tagliò corto la maggiore, indossando la giacca, prendendo sottobraccio il Libro delle Ombre e uscendo di casa.

Ore 22:27, bosco appena fuori dalla periferia di S. Francisco

"Ora dobbiamo recitare l’incantesimo per rendere visibili le ninfe!", spiegò l’ex curatrice museale, sedendosi con la sorella su di una piccola radura erbosa.
"Le figlie più liete della terra e del mare
ai nostri occhi non si sapran più celare
la luce, che ai nostri volti dà chiarore,
alla nostra vista darà colore
.", pronunciarono insieme. Improvvisamente, la loro percezione visiva si annebbiò per qualche istante, e subito dopo poterono ammirare moltissime leggiadre ragazze che parevano danzare attorno a loro, vestite solamente di una tunica semplice ma splendente allo stesso tempo.
"Eccole!", esultò la gestante additando ad una degli spiritelli.
"Ninfe, abbiamo bisogno del vostro aiuto!", tagliò corto la fotografa.
"Come potete voi mortali vederci?", chiesero in coro le ninfe, stupite che quelle due ragazze si rivolgessero con tanta precisione proprio a loro.
"Siamo streghe buone, e necessitiamo del vostro aiuto per salvare la vita di nostra sorella!", spiegò colei la quale poteva volare.
"Noi non facciamo mai niente per niente, streghe!", replicarono sempre in coro le creature.
"Ma non ve lo chiediamo come favore, vi ripagheremo facendovi rientrare in possesso dell’amuleto magico del quale siete state derubate!", esplicò colei la quale poteva essere in due posti contemporaneamente.
"Portateci l’amuleto, e noi vedremo di aiutarvi. Di cosa necessitate?", domandarono le ninfe.
"Abbiamo bisogno della pozione contro il veleno dei Puck… Nostra sorella è stata colpita da uno degli aculei dei demoni scarafaggio, e sta lottando contro la morte.", raccontò l’ex impiegata della Buckland.
"Portateci l’amuleto, e avrete ciò che avete chiesto.", risposero le leggiadre figlie della natura.
"Prima dateci il filtro magico, cosicché in tre si riesca a raggiungere l’obiettivo in minor tempo!", tentò la psicologa.
"Niente da fare: prima l’amuleto, poi la pozione!", mormorarono in coro le ninfe, sparendo alla vista delle sorelle.
"Cosa facciamo adesso? Non sappiamo ancora dove possa essere nascosta la zingara, e abbiamo pochissimo tempo per recuperare il monile!", si disperò Phoebe.
"Il cristallo non ha funzionato, ma forse l’incantesimo magia chiama magia, opportunamente modificato, ci sarà d’aiuto…", propose la fotografa.
"Tenterò qualcosa al volo… Vediamo…
Magiche forze nere e bianche,
che penetrate le notti stanche,
che sia vicino oppure lontano
conduceteci dall’amuleto che ricerchiamo invano
.", pronunciò la più esperta di incantesimi. Subito un vento potentissimo, quasi un ciclone, risucchiò le sorelle e le condusse ai bordi di una radura dall’altra parte della città.
"Quella è una carovana… Dovremmo avercela fatta!", esultò la sorella minore.
"Ora tutto sta nell’individuare esattamente quale sia la zingara responsabile dei furti…", si scoraggiò l’ex curatrice museale.
"Non sarà complicato… Guarda là, vicino alla tenda rossa… Quello non è proprio Alan Reardon, il tipo con cui dovevi uscire oggi?", chiese la gestante.
"E’ vero, è proprio lui. Ed ha un sacco pieno di cose… Notoriamente è uno degli scapoli d’oro della città, molto ricco e potente! Chissà perché sarà venuto dalla zingara la prima volta?", domandò perplessa la strega che padroneggiava la telecinesi.
"E’ chiaro, per chiederle consiglio riguardo al vostro appuntamento!", scherzò la psicologa.
"Phoebe!", la rimproverò bonariamente la maggiore.

Ore 23:38, nella tenda della zingara

"Ora caro signor Reardon, mi consegni tutto ciò che mi ha portato… Vediamo un po’… Uh, contanti, gioielli… Di tua madre, sicuramente… Oh, quanti orologi! E che fantastiche posate d’argento!", esultò la gitana. "Ci farò una fortuna, con tutta questa roba!".
"Non contarci!", esordirono in coro le Halliwell, entrando nella tenda.
"Chi siete voi? Che ci fate qui?", gridò spaventata la zingara.
"Non siamo della polizia, non preoccuparti! Ma finirai in prigione lo stesso, sta tranquilla!", affermò con decisione Phoebe.
"Vieni Alan, seguimi un attimo!", mormorò Prue, prendendo sotto braccio il giovane ed accompagnandolo fuori.
"Come avete fatto a scoprire… Ho capito, siete sicuramente delle investigatrici private!", borbottò la malvivente. "Ma non mi avrete, ah ah!". Così dicendo, la donna estrasse una pistola e la puntò verso la strega più giovane.
"Ehi ehi, calma… Perché non metti via quell’arnese, e ne parliamo da persone civili?", cercò di rabbonirla la gestante.
"Oppure te la facciamo metter via noi!", gridò rientrando la fotografa, usando la telecinesi e spedendo l’arma lontano.
"Ma allora siete streghe! Ecco perché sapete tutto di me, rivolete l’amuleto!", comprese la nemica del Trio. "Prendete questo!", gridò facendo partire dal ciondolo che indossava un raggio verde. Phoebe riuscì a schivarlo, ma Prue non fu altrettanto atletica. "Ora ragazza elimina la tua amica! Io ti comando, sono la tua padrona!".
"Sì, farò come hai comandato…", mormorò la strega più anziana dirigendosi verso la sorella.
"Prue… Prue, torna in te! Immediatamente!!!", ordinò la futura madre. "Prue! Io sono la tua sorellina, siamo amiche… No, che fai? No!", urlò, venendo scaraventata via. Per fortuna la levitazione le permise di non cadere, e conseguentemente di non arrecare danno alla piccola Phyllis.
"Continua a colpirla!", comandò di nuovo la zingara.
"Ai tuoi ordini, padrona!", rispose come un automa la potente strega.
"Prue… Siamo qui perché Piper è in pericolo… Non ti ricordi? Dobbiamo impadronirci dell’amuleto per poi darlo alle ninfe… E… E loro ci consegneranno la pozione per annientare il veleno del Puck! Prue, come fai a non ricordare?", gridò la neo laureata rimanendo sollevata da terra.
"Piper…", mormorò colei la quale padroneggiava la proiezione astrale. "Piper… Sta morendo!".
"Si, sorellina, Piper ha bisogno dell’antidoto. E noi potremo entrarne in possesso solo appropriandoci dell’amuleto della zingara!", spiegò la più esperta negli incantesimi della famiglia.
"Piper…", sussurrò l’ex dipendente della Buckland tornando in sé. Voltandosi di scatto, usò la telecinesi per togliere il ciondolo alla gitana, dopodiché la raggiunse e la colpì con un pugno stendendola al tappeto.
"Bel gancio, complimenti!", si congratulò la minore.
"Scusa Phoebe, non volevo farti del male…", mugolò la fotografa.
"Non eri in te, sta tranquilla… Che ne facciamo ora di Alan e della zingara?", domandò la gestante.
"Alan lo trasporto a casa, con tutta la sua roba… Credo che dovrebbe svegliarsi da solo, tra qualche minuto…
Aiutateci spiriti,
noi vi invochiamo qua
per mandare quest'uomo
dove da tempo abita.
", pronunciò l’ex curatrice museale. Alan e il sacco della refurtiva sparirono in breve, ingoiati tra mille brillanti luci bianche. "Ecco fatto! Per quanto riguarda questa malefica donna, la portiamo a casa con noi… Leeeooo, vieni!".
"Ragazze, Piper sta molto male… Cosa…", indugiò l’angelo.
"Questa è la zingara responsabile del furto dell’amuleto! L’abbiamo recuperato, cosicché lo si possa rendere alle ninfe e loro ci consegnino la pozione per Piper.", esplicò la futura madre.
"Molto bene, brave! Ora cosa dobbiamo fare?", chiese la creatura celeste.
"Tu porta a casa questa delinquente, e lì usa la tua polverina magica per cancellarle i ricordi di questa notte. Successivamente la consegneremo a Darryl. Noi ora invocheremo le Ninfe, faremo lo scambio e poi torneremo a casa.", pianificò Prue.
"Volo!", disse Leo orbitando a casa con la gitana.

Ore 00:59, radura non lontana dal campo gitano

"Le figlie più liete della terra e del mare
ai nostri occhi non si sapran più celare;
la luce, che ai nostri volti dà chiarore,
alla nostra vista darà colore
.", pronunciarono in coro le due sorelle. Pervase dalla stessa sensazione della volta precedente, alla fine furono capaci di vedere le fanciulle che le circondavano.
"Avete la pozione che vi abbiamo chiesto?", domandò colei che poteva spostare gli oggetti col pensiero.
"Eccola…", rispose una delle leggiadre creature mostrando una boccetta contenente un liquido rosso.
"E questo è il vostro amuleto!", disse la donna incinta porgendo l’oggetto ad una degli esseri che le stavano dinanzi, e prendendo a sua volta la fiala con il filtro magico. "Lo scambio si può dire concluso!".
"Le figlie più liete della terra e del mare,
ora ai nostri occhi si sapran celare;
luce, che i nostri volti risplender fai
dalla nostra vista scomparirai.
", pronunciarono insieme le due sorelle. La loro vista si annebbiò di nuovo, dopodiché le ninfe scomparvero.

Ore 01:39, villa Halliwell

"Eccoci!", gridò Phoebe entrando a casa.
"La pozione, la pozione!", mormorò in fretta Leo, prendendogliela di mano e correndo a farla bere alla moglie.
"Leo…", sussurrò con un filo di voce Piper. "Sono salva?".
"Certo, le tue sorelle hanno risolto due casi in un colpo solo!", rispose amorevolmente l’angelo.
"Peccato non aver potuto aiutare!", bisbigliò la manager del P3.
"Ma ci hai aiutate un sacco!", replicò Prue, entrata anche lei dopo aver parcheggiato la macchina. "Senza di te non avremmo mai sconfitto il Puck, né saremmo state in grado di scoprire chi si celava dietro ai furti misteriosi!".
"Mi merito un po’ di riposo, allora…", scherzò, sempre parlando pianissimo, colei che poteva far esplodere gli oggetti.
"Senza dubbio!", affermarono in coro le due sorelle.
"Oh, no… Domattina… Anzi, stamattina devo andare da quel cliente che ho incontrato ieri, per parlare del prezzo per affittare il P3!", mormorò ancora sofferente l’imprenditrice di casa.
"Ci andremo noi, sta tranquilla! In fondo il locale è anche nostro, è giusto che ce ne occupiamo qualche volta!", la rassicurò la fotografa.
"Questo non mi fa stare molto serena!", le prese in giro la mediana.
"Se hai così tanta voglia di scherzare, beh si vede che stai meglio…", terminò con un sorriso Phoebe, salendo le scale per godersi un meritato riposo.

Scritto da Carter


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