Streghe Italia Fan Fiction

OPEN YOUR EYES


Riassuntino: Pearl è morta da due anni, uccisa da un vampiro a cui dava la caccia. In piena depressione Piper due anni dopo tenta il suicidio, e…

Valutazione: penso adatto a tutti; alcuni morti per strada, non sono stata a contarli…

Disclaimer: il racconto è di proprietà del sito Streghe Italia; Streghe/Charmed è un marchio della WB Television e Spelling Entertainment, ed è usato senza permesso. Io possiedo Kyle, Anne, Pearl e il resto dei personaggi che non riconoscete.

Questo racconto è a conclusione della trilogia iniziata con "Il cerchio si chiude" e proseguita con "Il segreto svelato"


PROLOGO 

Piper e Pearl stavano camminando lungo il cimitero quella notte, paletti alla mano, aspettando che alcuni vampiri si decidessero a risorgere dalle loro tombe.
“Non si può dire che non sappiano prendersela comoda” sussurrò Piper alla sorella.
“Sai Piper, una volta ho aspettato in un cimitero anche quattro ore e poi l’ho impalettato subito. Il gioco non vale la candela certe volte…”
“Sorellina, cosa avresti fatto se non fosti stata prescelta insieme alla tua amica?”
“Avrei fatto diventare bianchi i capelli di Prue comportandomi peggio di Phoebe. Mi pare ovvio!”
Piper si avvicinò al mausoleo, e stava per sedersi quando si accorse che Pearl non c’era.
Tornò indietro di corsa, e la vide combattere contro tre vampiri. Le ceneri sparse sul prato indicavano che dovevano essere stati molti di più.
Ora erano rimasti solo Pearl e un vampiro. Piper stava osservando la scena da lontano e non si era accorta di un vampiro alle sue spalle, che meditava di fare di lei la sua cena. Cominciarono a lottare e il vampiro le fece cadere di mano il paletto, disarmandola.
Pearl sentì dei rumori e si distasse un attimo, solo per vedere che cosa fosse successo alla sorella.
Un solo maledetto secondo.
Dopo aver eliminato il vampiro, e ringraziato silenziosamente Phoebe per le mosse di autodifesa che le aveva insegnato, Piper si voltò verso Pearl e sbarrò gli occhi. Il vampiro che Pearl avrebbe dovuto uccidere stava bevendo il suo sangue. Piper era terrorizzata, le mani le tremavano e non riusciva a bloccare quel demone che stava uccidendo sua sorella sotto i suoi occhi. Come in trance lo vide alzare la faccia, ripulirsi del sangue di Pearl, lasciarla cadere al suolo come un sacco di stracci. 
Quando si rese conto di quanto aveva fatto, quel vampiro fece anche i salti di gioia: aveva ucciso una Cacciatrice, ora sarebbe stato temuto e rispettato!
Piper arrivò alle sue spalle con un paletto senza che lui se ne accorgesse, e quando cominciò a polverizzarsi sulla sua faccia c’era ancora la stessa espressione di meraviglia.
La donna si chinò su Pearl, cercando di capire se c’era ancora una flebile speranza di vita per la sorella.
“Pearl? Rispondimi ti prego!”
“Piper…stai bene?” sussurrò Pearl.
“Sì, tesoro. Ora chiamo un’ambulanza e anche tu starai meglio, vedrai. Ti rimetterai in men che non si dica” le disse tra le lacrime, prendendole la mano.
“Bugiarda…Per me…è troppo tardi.”
“Non dire così. Hai tutta la vita davanti, non te ne puoi andare adesso. Non ci lasciare…”
“Ti voglio bene Piper. Dì alle ragazze…e Daniel… che gli ho voluto bene…”
“Glielo dirai tu di persona.” Prese il cellulare e fece per chiamare un’ambulanza, ma quando guardò il viso di Pearl e sentì che la sua mano stava diventando sempre più fredda si rese conto che sua sorella se n’era andata per sempre. Dopo aver pianto sua sorella in privato, Piper si asciugò gli occhi e s’impose di pensare in modo coerente. Riprese in mano il cellulare e chiamò Morris. L’agente arrivò al cimitero di corsa, e lei dovette rivelargli il segreto che nascondeva Pearl, unica spiegazione possibile alla sua morte. Morris la riaccompagnò a casa, e le assicurò si sarebbe occupato di tener nascosto il segreto di sua sorella e di tutto il resto.

Due giorni dopo si tenne il funerale. A giudicare dalla folla, Pearl aveva molti amici, e tutti andarono a far coraggio alle sue sorelle. Quando la gente cominciò a defluire dal cimitero sulla tomba di Pearl rimasero solo tre persone: Piper, Anne e Daniel.
“Non ci credo. Non è possibile che sia morta in quel modo.”
“Al destino non manca il senso dell’ironia, Daniel. Almeno non è diventata un vampiro. Tu come stai, Piper?”
“Sopravviverò, Anne. In un modo o nell’altro tireremo avanti.”
“È dura, lo so, ma non è stata colpa tua. Pearl sapeva i rischi che correva, ricordatelo, e ricordati anche che lei non avrebbe mai voluto che tu ti colpevolizzassi inutilmente. Chiaro?
“Cercherò di seguire il tuo consiglio. Grazie di essere venuti ragazzi, ma ora vorrei restare sola…con Pearl.”
L'ex stregone e l’Osservatrice la abbracciarono e si allontanarono, appena in tempo per non vedere Piper che crollava a terra piangendo.

Due anni dopo…

Piper non si era più ripresa da quel giorno. Aveva cercato di seguire il consiglio di Anne, e quelli che altri amici e le sue sorelle le davano, ma era inutile. Non voleva dimenticare.
Prue aveva preso in mano il P3, lasciando il lavoro di fotografa, e Phoebe faceva quel che poteva tra l’occuparsi della casa e l’università. Piper era come se non ci fosse. Erano due anni che non usciva da casa, eccetto che per fare la spesa o recarsi sporadicamente al locale. L’analista diceva che doveva smettere di autocommiserarsi e andare avanti, ma non ne aveva la forza. Dimenticare quella notte per lei equivaleva a dimenticare Pearl.
Anche se erano certe che non si sarebbe mai fatta del male, le sue sorelle cercavano sempre di tenerla d’occhio: depressa com’era ci si poteva aspettare di tutto. E non avevano torto.

Quella mattina si era svegliata e come un automa aveva fatto le cose di tutti i giorni. Prue era al locale, e Phoebe era dovuta correre all’università, quindi era sola in casa.
Si sedette in cucina. Prue aveva dimenticato di rimettere a posto un golf che era rimasto sul tavolo. Piper era andata in camera sua per metterglielo sul letto, poi i suoi occhi si erano posati sulla confezione di sonniferi che Prue teneva sul comodino. Non era l’unica in famiglia a non riuscire a dormire di notte, a quanto pareva. Senza comprendere a pieno quel che stava per fare prese i tranquillanti e cominciò a inghiottirli tutti tra le lacrime, uno dopo l’altro.
In breve tempo cominciarono a fare effetto, e Piper si stese sul letto della sorella. Fu in quel momento che la vide. Non c’erano specchi a portata di mano, ma avrebbe potuto essere il suo riflesso. E continuava a guardarla con un sorriso cattivo “Finalmente. Sai, scalpitavo all’idea di poter venire nel mondo reale, ma non potevo farlo se prima non ti decidevi a ingoiare quelle maledette pillole. Ora tu te ne andrai, e io prenderò il tuo posto. Quando anche le tue sorelle saranno morte, allora le mie potranno venire qui per sempre.”
“Chi sei?”
La donna avvicinò il volto a Piper “Anya. Il tuo incubo peggiore.”
Furono le ultime cose che sentì prima di perdere conoscenza.

Quando si risvegliò, si ritrovò in ospedale con Prue e Phoebe al capezzale. Avevano un’espressione in faccia…
“Perché lo hai fatto?” fu la prima domanda di Prue.
“Tu che dici? Non passa giorno che non mi domandi perché Pearl non entra nella mia stanza a discutere su cosa indossare per uscire con Daniel, o non la trovo in cucina a fare uno dei suoi tanti esperimenti culinari. Non sono riuscita a salvarla da quel vampiro. Lei era un’innocente e io non l’ho salvata perché ero troppo spaventata.”
“Pearl manca in modo terribile anche a noi, ma sono passati due anni e tu non puoi continuare così.”
“Forse è il caso che tu prenda in considerazione l’idea di farti ricoverare in una clinica per un po’. Sei al limite, e il tuo tentativo di suicidio lo dimostra. Noi non vogliamo perdere anche te…”
“Prima di perdere conoscenza… non lo so, mi è successa una cosa stranissima. Liberissime di non credermi, ma io ho visto una donna uguale a me.”
“Cosa?”
“Avrebbe potuto essere mia sorella gemella, Prue. Ha detto di chiamarsi Anya, e che lei avrebbe preso il mio posto. Approfitterà del fatto che io sono debole per farvi del male. Credetemi, non sono pazza.”
“Noi pensiamo che tu sia sull’orlo di un esaurimento nervoso. È diverso. E quello che hai visto potrebbe essere stata un’allucinazione.”
Prue e Phoebe non sapevano cosa pensare: da un lato volevano credere alla sorella, ma dall’altro sapevano quanto fosse psicologicamente instabile, e decisero di farla ricoverare in un ospedale psichiatrico per un periodo di osservazione.
Piper non aveva la minima idea che quel soggiorno forzato le avrebbe cambiato la vita.

Già dal primo giorno il medico la volle vedere nel suo studio, e le fece un sacco di minuziose domande, uguali a quelle del suo precedente analista. La cosa non mancò d’irritare Piper, ma era conveniente mostrarsi remissiva e compiacente onde evitare problemi.
Quando uscì dallo studio per tornare in camera sua l’infermiera che l’aveva accompagnata non c’era più. E dopo aver fatto solo tre passi un braccio la trascinò dentro una stanza buia e vuota. Piper si ritrovò contro un muro, con una mano sulla bocca e immobilizzata. L’unica cosa che vedeva del suo interlocutore erano gli occhi, di un luminoso verde. “Ora levo la mano. Guai a te se ti azzardi a urlare ” le disse l’uomo senza mezzi termini.
Piper annuì, e quando fu in grado di parlare gli chiese chi fosse.
“Mi chiamo Kyle. Fidati, non sono né un demone, né un vampiro, né uno stregone. Sono qui per aiutarti.”
“Come faccio a fidarmi di te?”
“Conosco il tuo problema. Caccio i demoni da molto tempo. ”
“Aiutami.”
“Lo farò. Ora torna nella tua stanza e non parlare di me ad anima viva, OK? Tornerò domani a cercarti.” e scomparve appena Piper ebbe girato gli occhi.
Non riuscì a dormire quella notte, nonostante i sonniferi che le avevano dato. Chi era Kyle? Come poteva aiutarla? E soprattutto, che ne sapeva di quel che lei aveva visto?
Si impose di calmarsi e di cercare di dormire, dopotutto ne aveva bisogno. Continuò a ripensare a quell’uomo fino a quando il sonno non la vinse e il mattino dopo, finita la seduta di terapia di gruppo, se lo ritrovò nella stanza seduto sul suo letto.

“Ciao Piper. Come è andata la terapia?”
“Tu che dici, Kyle?” gli rispose seccata.
“Tanto male non stai, se riesci anche a fare battute. Mi dispiace per come ci siamo conosciuti, ma non avevo altra maniera per avvicinarti. Mi presento, sono Kyle Reilly e sono un Cacciatore.”
“Sostituirai mia sorella Pearl?”
“Tua sorella cacciava i vampiri, io invece caccio demoni. Come lo sapevi che lei…”
“Lunga storia. Come sai qual è il mio problema? E cosa altrettanto importante, come diavolo sai il mio nome?”
“Diciamo che un amico comune mi ha raccontato di te e la tua storia, e io ci credo. Ti dico cosa succederà, perché questi demoni si comportano tutti alla stessa maniera: l’altra Piper ti leverà di mezzo in qualche maniera, tenterà di ingannare le tue sorelle fingendo di essere te, e alla fine le ucciderà per permettere alle altre Prue, Phoebe e Pearl di venire."
"Sei sempre così ottimista?"
"Per impedirlo, tu devi ritornare abbastanza forte da batterle, perché sei in cima alla loro lista. Non hanno i poteri delle tue sorelle, ma in compenso sono demoni. Eccetto una delle quattro che è un vampiro.”
“Che posso fare?”
“Il tuo potere, quello di congelare il tempo, ti sarà molto utile. Ci sarebbe un’altra cosa, però: devi imparare a combattere. Arti marziali, intendiamoci.”
“Scherzi? Non sono tipo, io. Ci dev’essere un’altra via…”
“No, non c’è.”
“Be’ qualcosa so fare. Phoebe mi ha insegnato qualche mossa.”
Kyle sorrise ironicamente, e le chiese di provare ad atterrarlo. Questo bastò a far arrabbiare Piper: quanto avrebbe voluto fargli sparire dalla faccia quel sorrisetto! Lo attaccò per prima, e lui senza neanche scomporsi evitò il colpo facendola finire lunga distesa ai suoi piedi. Trattenendo una risata si chinò vicino a lei “Ci sarà parecchio da lavorare. Concordi?”
Piper rifiutò la mano che lui gli tendeva e si allontanò il più possibile da lui. Cielo, quanto lo odiava! Era così stramaledettamente sicuro di sé, e quel suo modo ironico di sorridere e di fissarla contribuiva a farla andare in bestia.
“Se ti faccio tanto ridere, forse è meglio che ognuno vada per la sua strada e risolva i propri problemi da solo!”
“Farò finta di non aver sentito. D’ora in poi ti consiglio di risparmiare le energie. Ti serviranno.”
“Per cosa?”
“Per l’allenamento. La notte è l’unico momento in cui non rischio di essere scoperto, quindi sarà più facile portarti fuori di qua. Ricordati che il tuo alter ego si è mostrato perché sicuro che tu saresti morta a causa delle pillole. Non era nei suoi piani che tu sopravvivessi, quindi escogiterà qualcos’altro per levarti di mezzo. Una volta eliminata te, passerà al resto della famiglia.
“Non posso oppormi, quindi…Quando cominciamo?”

Erano passati sei mesi da quell’incontro e Piper grazie ad Kyle aveva recuperato il suo equilibrio. Ma era ben lungi dal dirglielo. Per quanto la riguardava Kyle era solo un rompiscatole che non perdeva occasione per punzecchiarla e farle fare figure pessime.
Kyle invece pensava che Piper fosse la creatura più affascinante che lui avesse mai incontrato in 400 anni di vita immortale. Lei gli aveva parlato di sé, di cosa le era successo e perché era in quell’ospedale, ed Kyle aveva capito di aver più cose in comune con quella strega che con il resto della sua gente.
Al termine di una delle loro sessioni di allenamento, Kyle si accorse che la sua amica aveva di nuovo quell’espressione triste negli occhi “ Che ti prende, Piper?”
“Oggi ho rivisto le mie sorelle.”
“Fantastico! Sono state contente di vederti?”
“Oh sì, lo erano. Ma mi hanno trattato come una sorta di invalida per tutto il tempo. E dato che non si fidavano di me, sono andate anche a parlare con il medico che mi segue. Sai la cosa che mi spaventa di più quando uscirò da qui? Non è affrontare la seconda me stessa e la sua famigliola. Sono le mie sorelle.”
“Quando si convinceranno che stai bene, cambieranno.”
“Tu non hai visto il loro sguardo. Ogni volta che mi guardavano non vedevano la vecchia Piper, ma quella tanto disperata da tentare il suicidio. Averle intorno mi fa sentire ancora più in colpa per quello che ho fatto.”
“È la tua famiglia. Sei fortunata ad averla ancora.”
“Per cinque anni siamo state unite come non lo eravamo mai state. Ora è cambiato tutto. ”
“O forse avete solo bisogno di più tempo. Pensi di essere l’unica a soffrire? Io ho visto la mia famiglia morire massacrata, e so cosa vuol dire essere tanto terrorizzati da non riuscire a muoversi, figurarsi lottare. Credo di poterti comprendere meglio delle tue sorelle o di qualunque dottore qua dentro.
“Scusa…Io non lo sapevo.” Bisbigliò Piper abbassando lo sguardo.
“E come potevi? Di te so tutto. Invece io non ti ho raccontato niente di me, a parte il mio nome e quel che faccio. È ora di rimediare.”
“Non ti sentire obbligato.”
“Invece sì. Io non sono di queste parti, anche se ci vivo da parecchio. Provengo da un paesino irlandese della contea di Galway, che non visito da quando i miei genitori e la mia fidanzata sono morti…circa 400 anni fa.”
“COSA?!”
“Mi hai sentito. È successo tutto così in fretta che non credo la mia famiglia abbia sofferto molto…o almeno lo spero. La mia fidanzata si chiamava Aelis, era una Cacciatrice come tua sorella. Per vendicarsi di lei una notte una banda di vampiri è piombata nel paese, ha sterminato tutti e ha ammazzato la mia e la sua famiglia sotto i nostri occhi. Io ed Aelis siamo stati gli ultimi a morire. Se ora sono qui a raccontarlo, devo ringraziare il mio destino di immortale, che mi ha fatto ritornare in vita qualche minuto dopo essere morto, e la mia buona stella, che ha fatto sì che succedesse quando i vampiri se n’erano già andati. ”
“Mi dispiace…” sussurrò Piper guardandolo fisso negli occhi. Non aveva neanche mai supposto che avesse una tragedia tale alle spalle.
“Non preoccuparti. Dopo un secolo, sono riuscito a riprendermi e se ce l’ho fatta io c’è speranza anche per te…”
Piper alzò gli occhi al cielo e scosse la testa “Non ce la fai proprio a smettere di prendermi in giro, eh? Ad ogni modo, vedremo se hai ragione tu. Tra una settimana verrò dimessa. L’ho saputo stasera. ”
“Questo merita di essere festeggiato. All’alba mancano ancora delle ore, ti va di fare un giro per il Golden Gate prima di tornare in quel carcere di massima sicurezza?”
“Ma sei matto? Sarà chiuso a quest’ora…”
“Appunto.”
Piper ridacchiò. Ma di che si stupiva? Ormai si era resa conto da parecchio che Kyle non aveva regole, e non poté fare a meno di domandarsi con una punta di gelosia se anche Aelis fosse stata così. Per andare d’accordo con lui, Aelis doveva essere stata altrettanto folle… o magari era il suo esatto contrario. Chi lo sa? Sarei proprio curiosa di sapere se la loro storia d’amore avrebbe retto 400 anni. Basta! Cosa voglio dimostrare? Non sono fatti miei, dopotutto. Io e Kyle ci frequentiamo solo per lavoro, non per altro, solo ed esclusivamente per lavoro… Piper s’impose di scacciare il pensiero di Kyle dalla sua mente, e accettò l’invito dell’uomo.

Piper passò la serata più divertente da due anni a questa parte, e dovette imporsi di far silenzio mentre l’uomo la aiutava a ritornare nella sua stanza. Aveva una voglia matta di mettersi a cantare!
Kyle invece non riusciva a pensare ad altro che a come sarebbe stato abbracciarla stretta e dirle quel che provava per lei. Ma non sarebbe stato né il luogo né il momento giusto.
Non appena la strega vide il letto si rese conto di quanto era stanca e si addormentò di schianto appena la testa toccò il cuscino.
Dall’oscurità della stanza emerse un’ombra, con in mano un cuscino. Anya.
“E così tra una settimana te ne vai, eh? Peccato, non credo tu vedrai quel giorno, ma ti garantisco che le tue sorelle non si accorgeranno della differenza…almeno per un po’.” E detto questo abbassò il cuscino sul viso dell’altra. Il movimento d’aria svegliò di soprassalto Piper che riuscì a evitare il colpo e tentò di bloccarla. Senza riuscirci.
“Allora strega? Il tuo amico non ti ha avvertito che contro la propria metà la magia non funziona?”
“No. Però mi ha insegnato qualcos’altro” e le sferrò un calcio allo stomaco. L’altra era totalmente impreparata e approfittando di questo con un paio di colpi ben assestati Piper la fece battere in ritirata, pesta e sanguinante.
“Complimenti. Ma non pensare che sia finita” le disse prima di scomparire.

Il giorno dopo Piper era la personificazione della paranoia, quell’incontro notturno non ci voleva proprio. Kyle era corso da lei non appena Daniel, che osservava lei e le sue sorelle dall’ombra, lo aveva avvisato. Piper era anche molto preoccupata per le sorelle, voleva che Kyle le avvisasse del pericolo ma poi aveva pensato che non avrebbero creduto ad uno sconosciuto. Daniel poi, che era l’ex di Pearl, non l’avevano più visto dal funerale, e dubitava perfino si ricordassero che faccia aveva. L’unica era contare i giorni, aspettando che quel maledetto soggiorno forzato finisse.

Nel frattempo Anya meditava tremenda vendetta: mal aveva digerito l’essere stata menata da quella che il concilio infernale reputava la più debole delle Halliwell rimaste! Ad un certo punto l’espressione del suo viso ritorno ad essere quella malvagia di sempre. Le era venuta un’idea su come farla pagare a quella strega …

“Allora, siamo emozionate all’idea di uscire da qui?” domandò Kyle a Piper, intenta a riempire la valigia. Il momento tanto aspettato era giunto, finalmente Piper era stata giudicata in grado di riprendere la sua vita, ed l’unica cosa che voleva. Oltre ad eliminare quei quattro demoni, beninteso!
Rischiando di essere scoperto, Kyle era venuto a trovarla la mattina in cui veniva dimessa. Piper era stata molto felice di questo, anche se era diventata una maestra nel non dare a vedere quanto tenesse a quell’uomo.
“Non sai quanto, Kyle. Ora che sono tornata in me Prue e Phoebe dovranno credermi per forza, e insieme rispediremo i nostri alter ego all’inferno.”
Angel la lasciò sola un momento, mentre lei terminava di fare i bagagli, e appena uscì dalla porta il tempo si fermò.
Solamente Piper continuava a muoversi come se niente fosse, ma quando gettò un’occhiata fuori dalla finestra si accorse che qualcosa non andava.
“Ma che diavolo…”
“Bel lavoro, non pensi anche tu? Ah, scordavo, tu non sei ancora tanto potente.”
“Che cosa vuoi Anya?”
“Cosa voglio? Un sacco di cose in verità, ma nel caso specifico te dieci metri sotto terra con l’anima che si contorce eternamente per non aver potuto salvare la tua famiglia, e il P3. Mi accontento di poco, come vedi.”
“Non ti è bastata la lezione?”
“Tu devi pensare che io sia stupida. Pensi davvero che sia venuta impreparata stavolta?” e muovendo solo un dito la scaraventò contro il muro. “Mia sorella Danae è stata così gentile da prestarmi il suo potere. Una brava sorella, non credi?”
Dopo essersi divertita un po’ a sbatterla contro le pareti della stanza, Anya prese la sua nemica in braccio e la nascose dentro uno stanzino, nella cui serratura spezzò la chiave.
Anya ritornò in camera e finì di prepararsi dopo aver sbloccato il tempo. Qualche minuto più tardi arrivarono Prue e Phoebe, e senza sospettare niente la portarono a casa con loro.

“E così ora dovrete affrontare una bella gatta da pelare. Anya è pazza, sono già due volte che tenta di uccidere la tua ragazza, Kyle” disse Daniel all'amico, che nascosto nell’ombra seguiva la scena.
“Daniel, Piper non è la mia ragazza. Cosa intendi quando dici che è la seconda volta che ci tenta?”
“Intendo che è stata tutta colpa sua se Piper è finita col tentare il suicidio. I sogni, il senso di colpa esagerato…erano tutti provocati da Anya per i suoi scopi.”
“Che razza di mondo.”
“Se non andasse così, io e te saremmo disoccupati. E…guarda che strano, avrei giurato non lo togliesse mai.
“Di che parli?”
“Per un compleanno di Piper le sue sorelle ed io le abbiamo regalato un ciondolo, e non se l’è mai tolto da quel giorno. Perché oggi non ce l’ha?
“Forse si sarà stancata…”
“Non mi piace. Potrebbe essere benissimo l’altra per quanto ne sappiamo.”
“E riuscire ad ingannare le sue sorelle? Si conoscono da sempre, se non fosse lei l’avrebbero capito all’istante. Dai, non essere tanto paranoico.”
“Sei tu il Cacciatore di demoni, io ti do solo una mano. Però ho un brutto presentimento.”

Nel frattempo, la vera Piper si era svegliata nello stanzino tutta dolorante e al buio.
“Fantastico. Ora come esco da qui?”
Tentò di aprire la porta, ma la serratura era bloccata, e allora cominciò a chiedere aiuto urlando a gran voce e battendo alla porta. L’altra era stata previdente: per assicurarsi di non essere scoperta aveva imprigionato Piper nei sotterranei dell’ospedale. In questo modo poteva urlare e fare tutto il baccano che voleva, tanto nessuno l’avrebbe sentita.
Nessuno a parte il suo angelo bianco.

Kyle e Daniel stavano per salire in macchina e raggiungere casa Halliwell quando Daniel riconobbe Leo, dall’altro capo della strada. L’angelo bianco gli disse di aver sentito le urla di Piper provenire dal sotterraneo di quell’ospedale, e l’ex stregone corse a salvare la donna.
“E così tu sei l’angelo che si è innamorato di Piper. Lei parla di te ogni tanto.”
“Allora sai cosa c’è tra noi.”
“Cosa c’è stato, vorrai dire. Mi risulta che tre mesi dopo la disgrazia voi due vi siate lasciati, e tu sei sparito.”
“Le sono stato sempre vicino.”
“Già, peccato che lei non lo sapesse…”
“Tu la conosci da sei mesi appena e pretendi di sapere tutto di lei!”
“Di sicuro la conosco meglio di quanto tu possa dire. Lei è come me.”
“O come Aelis? Anch’io so qualcosa su di te, Kyle.”
“Lasciala stare, Leo. Se la ami come dici, lasciala stare. Ha sofferto abbastanza a causa tua e di quel demone.”
Leo se ne andò giusto qualche minuto prima che Piper e Daniel arrivassero correndo. La donna era furiosa “Quella maledetta demone può tentare di uccidermi, mandarmi sull’orlo del suicidio, va bene tutto. Ma nessuno deve toccare la mia famiglia!”

Piper e Kyle  si precipitarono a casa Halliwell, e lei quasi buttò giù la porta a forza di bussare “Prue, Phoebe aprite la porta!”
Phoebe aprì la porta “Desid…PIPER?”
"Oh Phoebe, meno male che stai bene! Dov'è l'altra me?"
"I - Io non capisco…"
"La donna che avete portato a casa con voi si chiama Anya, ed è una demone con le sembianze di Piper. Dov'è ora?" disse Kyle.
"I - In cucina. Ho un'idea, io la chiamo e voi la sistemate. Che ve ne pare?"
"Forza, mettilo in pratica" continuò l’uomo.
"E tu chi sei?"
"Lui è Kyle. Ci darà una mano. Forza, facci entrare."
Phoebe lasciò entrare i due in casa, e andò sulla porta della cucina "Piper? Sorellina, potresti venire un attimo?"
"Che succede?"
"Tu vieni. Ho una sorpresina per te."
La falsa Piper uscì dalla cucina, e si avvicinò a Phoebe, che ora li guardava con un sorrisetto cattivo in faccia.
"Avevi ragione. Che sorpresa. Ma scommettiamo che quella che ho io per te è meglio, Piper?"
"Phoebe, che sta succedendo?"
"Mi dispiace" rispose la ragazza "ma io non sono Phoebe. Sai, ho dovuto ucciderla, ed ora è in cantina insieme a Prue. La piccola aveva previsto il nostro arrivo, non potevo permettere che parlasse e rovinasse la copertura di mia sorella. L'altra invece ci stava semplicemente antipatica."
"Chi sei tu?"
"Lilith, molto piacere" e tentò di scagliarsi contro Piper, ma la strega riuscì a bloccarla in tempo e ad afferrare il tagliacarte sul tavolo.
"E questo è per Phoebe!"
Pugnalata al cuore, Lilith si dissolse in una pozza verdastra. Buffo, pensò Piper, aveva la stessa espressione di meraviglia di quel vampiro, al cimitero due anni fa. Quando si girò a guardare Kyle, lo trovò alle prese con Anya, e stava per raggiungerli quando fu fermata da due presenze sulle scale. Prue e Pearl, o meglio le versioni demoniache di Prue e Pearl.
"Dove credi di andare? Non abbiamo ancora finito con te."
"Non ho paura di voi."
Dal salotto, Anya urlò alle due, che si chiamavano Danae e Tess di stare attente, era più sveglia di quel che sembrava.
"OK. Ora a te pensiamo noi. Siamo due contro una, ed è così che a me piace giocare!" le disse Tess.
"Spiacente di doverti contraddire, biondina, ma ora siamo due contro due. Anya aveva altro da fare…in cantina."
"A te penso io, maledetto!" rispose Danae gettandosi su di lui.
A quel punto rimanevano solo Piper e Tess. "Allora, che si prova ad avere davanti la sosia della propria sorella morta? Paura? Shock?"
"Tu non sei Pearl."
"Hai ragione, se fossi Pearl dovrei essere sotto terra. Invece sono qui. Come va il senso di colpa?"
Tess si stava avvicinando pericolosamente, e cominciò a girare intorno a Piper continuando a punzecchiarla, e quando le fu dietro la schiena improvvisamente la sua faccia cambiò "Adesso basta giocare" e tentò di affondarle i denti nel collo. Piper le tirò un pugno allo stomaco e corse su per le scale, alla ricerca del baule della sorellina e di un paio di paletti. Appena trovati i paletti in soffitta l'altra arrivò di sopra, ed era molto arrabbiata.
"Non mi piace giocare, strega"
"Neanche a me."
Continuarono a fronteggiarsi guardandosi negli occhi, aspettando il momento giusto per colpire, e appena la vampira tentò di balzarle addosso Piper la bloccò e scappò giù per le scale.

In salotto, intanto, Kyle se la stava vedendo brutta con Danae che essendo la maggiore tra le quattro era anche la più forte. "E tu saresti un cacciatore di demoni? Patetico…" gli disse mentre lo scaraventava contro il muro. Avvicinandosi, tirò fuori dal nulla un pugnale "Allora, lo sai che ora è adesso?"
"Lo so io. È ora che stai zitta!" gridò Piper bloccandola.
La ragazza stava per andare da Kyle quando Tess le piombò addosso, mordendola sul collo.
Kyle si risvegliò in quel momento, e nel vedere Piper tra le braccia di quella vampira gli sembrò di ritornare indietro nel tempo fino a quella notte in cui aveva perso tutte le persone che amava, Aelis su tutte. Ma questa volta non sarebbe rimasto a guardare. Con tutta la forza che gli era rimasta si scagliò contro Tess, che lasciata cadere l'ormai esanime Piper si ritrovò a lottare sul pavimento con Kyle, accecato dalla rabbia e dal dolore.
Non avendo mai affrontato un vampiro prima d'ora, per Tess fu incredibilmente facile girare la situazione a suo vantaggio. Stava per morderlo quando improvvisamente si dissolse in polvere, colpita al cuore da un paletto. Infatti Tess non aveva considerato un piccolo dettaglio. Un piccolo, insignificante dettaglio.
Phoebe.
La ragazza, a differenza di Prue, era ancora viva. Anche se era gravemente ferita, era riuscita a trascinarsi su dalla cantina, e a trovare Piper e il paletto che aveva lasciato cadere. Sapendo che non le restava molto tempo, aveva voluto farla pagare ad almeno una delle demoni che aveva distrutto la sua famiglia e la sua vita.   
La ragazza, che stingeva ancora in mano l'arma, riuscì solo a sorridere a Kyle per una frazione di secondo, e poi crollò a terra.
Kyle si accorse che era ancora viva, e cercò il telefono per chiamare un'ambulanza per lei e la sorella, ma Phoebe lo prese per il braccio e gli disse che ormai era tardi. La ragazza nel momento che lo aveva afferrato aveva avuto una premonizione di lui e Piper e questo l'aveva tranquillizzata "Volevo chiederti solo una cosa, ma so già che la farai…"
Furono le sue ultime parole.
Kyle si rialzò, e si guardò intorno alla ricerca di Piper. Dopo che la vampira l'aveva lasciata andare non l'aveva più vista. Poi la vide a terra dietro il divano.
"Oh no, Piper…" e corse da lei, cercando di farla rinvenire, ma Tess prima di morire aveva compiuto il suo dovere. Piper era morta.
E Kyle, per la prima volta in quattrocento anni, si ritrovò le lacrime agli occhi "Mi dispiace Piper…non sono riuscito a proteggerti. Avrei dovuto considerare con più attenzione chi fosse Anya, e le sue sorelle, ma ora è tardi per chiederti perdono. Ti amo Piper, ma ormai tu non potrai mai saperlo…"
Stava per andarsene, quando sentì un rumore alle sue spalle. Quando si girò, non volle credere ai suoi occhi: Piper si stava rialzando.
Preso il paletto dalle mani di Phoebe, aspettò di vedere se quella era ancora la donna che amava. Anche se non aveva mai affrontato un vampiro, sapeva come venivano creati…
Piper guardò Kyle, e il paletto che aveva in mano "Hai forse intenzione di impalettarmi? Guarda che funziona solo con i vampiri!"  
"Tess non ha…?"
"Non gliene hai dato il tempo. Ma spiegami una cosa: la vampira mi ha morso, io sono caduta a terra, e poi…poi cos'è successo?"
"Sei morta."
"Ah sono morta…SONO MORTA?"
"Esatto, sei stata morta per almeno venti minuti, più o meno."
"Credo di aver bisogno di sedermi…"
"Piper, lo so che è una cosa strana, ma è così che succede. Lo sai cosa significa questo?"
"Dimmelo tu."
"In due parole? Vita immortale."

Kyle aveva chiesto a Daniel di chiamare l'agente di polizia amico delle Halliwell, bisognava fare in modo che la faccenda non creasse troppa attenzione. Intanto Piper era ancora seduta sul divano, cercando di non guardare dove giaceva il cadavere (coperto) di Phoebe, e si diceva che questa storia era troppo assurda per essere vera. A proposito di storie assurde…
"Kyle? Vieni qua un attimo."
"Cosa c'è Piper?"
"Quando io ero…morta, tu mi hai detto qualcosa?"
"Per esempio?"
"Mi pare di aver capito che tu volessi scusarti per non essere riuscito a proteggermi, ma che ormai era tardi per domandare il mio perdono e poi qualcos'altro che non sono sicura di aver capito bene. Potresti ripetermelo?"
"Guarda che non ho detto nient'altro" mentì Kyle.
"E invece sì. Ora mi ricordo. Se non ti dispiace te lo riassumo…" e gli diede un bacio. "Soddisfacente come riassunto?" disse mentre andava alla porta ad accogliere Daniel e Morris, lasciando Kyle di sale .
I due appena entrati notarono la casa a soqquadro, tre corpi ormai irriconoscibili in liquefazione, e uno coperto da un lenzuolo.
"Ma che diavolo sta succedendo qui?" domandò il poliziotto a Piper.
"La versione breve o quella dettagliata, Morris?"

In breve la casa fu invasa dalla polizia, e Piper, Kyle e Daniel osservavano la scena da lontano. Finalmente Piper si era resa conto di quanto era successo, ed era scoppiata in lacrime tra le braccia di Kyle. La polizia grazie a Morris aveva archiviato il caso come due omicidi dovuti a un pazzo che tentavano di catturare da tempo. Solo loro tre sapevano cos'era successo in realtà.
"E ora che succederà?"
"Dovremo pensare ai funerali, e poi potremo cercare di dimenticare questa brutta esperienza e ricominciare a vivere."
"No. Io qui non resto."
"Cosa vuoi fare, Piper?"
"Non ho più niente che mi leghi qui. In quella casa ho troppi brutti ricordi, e non voglio tornarci troppo presto. Andiamocene via, vi prego"
Daniel declinò l'invito, ma Kyle si mostrò d'accordo con Piper: neanche a lui andava di rimanere a San Francisco, perlomeno non più.

Un secolo più tardi…

Parigi. Londra. Praga. Madrid. Budapest. Vienna. Galway. In un secolo io e Kyle abbiamo girato mezza Europa. E non abbiamo intenzione di smettere tanto presto!
Siamo partiti subito dopo i funerali di Prue e Phoebe. La casa di famiglia l’ho affittata ad una lontana cugina, il P3 l’ha rilevato Daniel, e a quel punto niente continuava a legarmi a San Francisco. Kyle due giorni prima mi aveva proposto di aiutarlo con il suo lavoro, e io avevo accettato subito.
Avevamo deciso a priori di non stabilirci in un luogo fisso almeno per un po’, morivamo entrambi dalla voglia di vedere il mondo, e io in modo particolare volevo sperimentare questo stile di vita. Dopo aver passato anni ad essere quello che gli altri volevano, finalmente potevo essere me stessa.
Kyle è riuscito a rimettere piedi nella sua terra natale, e a visitare i luoghi in cui la sua famiglia, la famiglia della sua ex e Aelis erano sepolti. È convinto che io e lei saremmo diventate amiche se avessimo avuto la possibilità di conoscerci.
Chi lo sa, forse ha ragione. Di sicuro una cosa che io e lei abbiamo in comune è che la notte dormiamo poco e che la passiamo al cimitero ad aspettare che qualcuno risorga. È un lavoro del cavolo, ma qualcuno deve pur farlo.
Questa sera mi ha lasciato da sola, è dovuto partire per Budapest per andare alla ricerca di un testo di magia e anche per inseguire un demone molto pericoloso. Spero ritorni intero, anche se non mi dispiacerebbe affatto giocare con lui alla buona infermiera…
Spero anche che la caccia stanotte si riduca a qualche minuto perché ho solo voglia di mettermi sotto la mia bella trapunta a guardarmi quella trilogia horror di Wes Carpenter che ho noleggiato.
Quando l'ho vista stavo per ringraziare il cielo e tornare a casa, ma qualcosa mi ha spinto a rimanere, e ad osservare la ragazzina che stava facendo quello che avrei dovuto fare io, cioè ammazzare qualche vampiro prima dell'alba. Aveva un che di familiare…
Sistemato l'ultimo demone, mi accorgo che la cacciatrice sta venendo verso di me: bionda, vestita di nero, con una croce d'argento al collo. Quasi non credo ai miei occhi, ma non posso sbagliarmi.
Pearl mi sorride, dice che proprio non si aspettava di incontrarmi di nuovo, ma visto che è successo per caso il Concilio non ci potrà fare proprio niente.
Quella famosa notte, quando si era risvegliata c'era Anne, e dopo aver fatto credere a tutti quello che volevano erano partite per Londra. Là, era stato ordinato a Pearl di lasciare la sua famiglia e di dedicarsi esclusivamente alla sua missione. Anne, tornata in America, dopo il funerale era stata torchiata da Buffy e Daniel che non credevano molto a quanto era accaduto e l'Osservatrice aveva dovuto dire la verità. Il ragazzo era partito alla ricerca della sua ragazza, ed era così che aveva conosciuto Kyle. Il resto della storia è noto.
Pearl vive con Daniel a Galway ora, e sta tentando in tutte le maniere di convincermi a restare.
Chi lo sa, magari un giorno io e Kyle ci fermeremo, ma di sicuro non ora. Qualcosa mi dice che neanche Pearl sinceramente vorrebbe avere sua sorella tra i piedi…
Come Kyle si diverte a ripetermi fino alla nausea, ce n'è voluto di tempo, ma finalmente ho aperto gli occhi e ho capito chi sono. Beh, gli rispondo sempre io, meglio tardi che mai…

 
Scritto da Ilaria

La mia E-mail è miss.g@lycosmail.com se volete farmi sapere se vi è piaciuto il racconto, o se dovrei darmi all’ippica, fatelo pure…


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