Streghe Italia Fan Fiction

IL SEGRETO SVELATO


Riassunto: Pearl riceve una chiamata dalla sua amica Buffy (Buffy the vampire slayer) e deve correre a Sunnydale. In città c’è bisogno di una seconda Cacciatrice…

Composto il: 17 Luglio 2000

Valutazione: adatto a tutti

Disclaimer: il racconto è di proprietà del sito Streghe Italia; Streghe/Charmed è un marchio della WB Television e Spelling Entertainment, ed è usato senza permesso. Buffy, Angel, Giles, Xander e Willow sono personaggi della serie TV "Buffy" ed appartengono a Joss Whedon e alla WB Television; i personaggi di Pearl, Daniel, Anne e Brigitte appartengono a me.


Era passato un anno da quando le sorelle Halliwell erano passate da tre a quattro (vedi "Il cerchio si chiude"), e nessuno rimpiangeva quest'ultima novità. Adoravano Pearl, e lei era così felice di avere una famiglia vera che per loro avrebbe fatto l’impossibile. A causa di quel segreto, Pearl e Phoebe erano ancora più legate rispetto alle altre ed erano ben disposte a coprirsi l’una con l’altra, il che succedeva piuttosto spesso. Quando quell’anno Pearl si prese l’influenza l’amministrazione della casa passò a lei con gran gioia di Piper, che almeno per un po’ poteva smettere di stare ai fornelli, avendo un'altra cuoca in famiglia.
- La pacchia è finita. Dopodomani io torno a scuola a tempo pieno, e la mia cucina ve la sognate! – le disse Pearl mentre serviva la cena.
- Peccato. Ci stavo facendo l’abitudine… - le disse Piper.
- Schiavista.
- Vedi qual è il guaio di essere le sorelle minori Pearl? Si è totalmente sotto il dispotismo di quelle maggiori...
- Phoebe? – interruppe Prue. - Non vorrei essere proprio io a dirtelo, ma anche tu sei una sorella maggiore, quindi…non offendere la categoria.
La cena terminò in una risata, e il giorno dopo quando Pearl scese a fare colazione si accorse che le sue sorelle erano già uscite. Si versò una tazza di tè, e afferrato un romanzo, si accoccolò sul divano. Fu in quel momento che il telefono squillò.
- Pronto? Casa Halliwell.
- Sei tu? – Pearl fece un sobbalzo nel sentire quella voce. Non pensava che le sarebbe più capitato.
- Cosa posso fare per te?
- Ho bisogno del tuo aiuto.
- Hai bisogno dell’amica o …?
- O. Vieni il prima possibile, io e i miei amici ti aspettiamo a Sunnydale.
- Buffy, ascolta un attimo. Non posso più sparire come facevo prima. Ho una famiglia adesso, che racconto alle mie sorelle?
- Dì loro che un’amica ti ha chiesto di aiutarla e sei dovuta correre a Los Angeles. Dopotutto è la cosa più simile alla verità che tu puoi dire.
- Aspettami, allora. Domani sarò in città.
Appena chiusa la conversazione, Pearl corse nella sua stanza, e dopo aver radunato alcuni abiti corse in soffitta, dove dal suo baule tirò fuori una balestra, frecce, e molti paletti, che infilò in una borsa con i vestiti.
Nel metterli in valigia, le venne spontaneo sorridere e disse come tra sé e sé - Tremate, è arrivata una nuova Cacciatrice in città.

- Pearl, ci sei? – disse Phoebe appena rientrata. Subito gli occhi le caddero su un biglietto, poggiato sul tavolo della cucina.
C’era scritto: “Un’amica ha bisogno di me a Sunnydale. Non preoccupatevi, torno fra pochi giorni. Pearl.”
Phoebe lo sfiorò appena con le dita, e subito arrivò una premonizione: Pearl, e una ragazza sconosciuta, che combattevano in un cimitero contro dei mostri brandendo in mano dei paletti.
- Allora ci risiamo - sospirò, e di corsa telefonò a Prue e Piper avvisandole che la sorella minore era sparita, e di quel che aveva visto. Tornate a casa chiamarono a gran voce Leo e Brigitte: volevano una risposta, e quei due dovevano dargliela.
Comparve Brigitte, e dall’espressione che aveva si capiva che lei sapeva tutto.
- Brigitte, dov’è nostra sorella e cosa sta facendo?
- Sapevo che sarebbe successo. L’avevo avvertita di dirvi tutto, ma lei…Vostra sorella è a Sunnydale ad aiutare una sua amica. Vi ha mai parlato di una ragazza che si chiama Buffy Summers?
- No. Perché?
- Se volete delle risposte, vi consiglio di andare a Sunnydale, e chiederle a lei e a vostra sorella. Oppure se non volete aspettare potete chiedere a Phoebe…

Intanto, a Sunnydale, Pearl era arrivata davanti alla scuola dove studiava Buffy. Il cancello era chiuso, ma dopo averlo scavalcato con un salto si diresse in biblioteca.
- Posso aiutarti? – le chiese il bibliotecario, emerso dall’archivio senza fare alcun rumore.
- Credo di sì. Lei è il signor Giles?
- Ci conosciamo?
- No, ma io conosco Buffy. La Cacciatrice.
- Non credo di capire…
- Andiamo, signor Osservatore, so tutto. Mi ha chiamato Buffy a proposito di un problema. Aspettiamo lei, o mi spiega cosa succede?
In quel momento fecero la loro comparsa Xander e Willow, e Pearl chiese anche a loro dov’era Buffy, ma l’espressione di Giles li dissuase dal proposito. Quando Buffy aprì la porta si precipitò a salutarla – Ciao Pearl! Da quanto tempo è che non ci vediamo? – disse abbracciandola.
- Una vita, almeno. Come va, qui?
- Il solito. Vampiri, qualche demone…e a te?
- Figurati, San Francisco è un mortorio. Il tuo Osservatore e i tuoi amici hanno la bocca cucita. Almeno tu mi vuoi spiegare che succede?
- Sarebbe d’obbligo, Buffy, che prima tu ci spiegassi chi è questa ragazza, e del perché è a conoscenza della tua missione – le disse Giles.
- Il mio nome è Pearl Halliwell, signor Giles, e sono di San Francisco. Mi è stato detto che avrei potuto aiutare la Prescelta, e così è stato fino a quando mi è stato possibile. Poi mi sono trasferita dalla mia famiglia e la nuova priorità della mia vita è stata imparare le arti magiche dalle mie sorelle, perché sono una strega.
Le facce dei suoi interlocutori sbiancarono quando lei pronunciò la parola “Strega”.
- Mi sa che li hai sconvolti…- le sussurrò Buffy.
- Non avete mai visto una strega buona prima di adesso?
- Che poteri hai? “Oddio, e se mi trasforma in un ranocchio?”
- Tranquillo, Xander, non ti trasformerò in un ranocchio. Non sono così potente con le formule.
- Come diavolo…Tu leggi nel pensiero, vero?
- Insieme al potere di spostare gli oggetti, e altre cosette. Buffy, ma non gli avevi detto niente di me?
- Non ce n’è stato il tempo. Signor Giles, le dica quel che ha scoperto.
- In breve, Pearl, pare che i segni siano inequivocabili. Il nostro problema è una confraternita di vampiri stregoni, L’Ordine di Aristotele.
- Cosa vi fa pensare che ci siano di mezzo loro?
Giles le fece vedere una foto – questo simbolo è il loro segno di distinzione, e lo abbiamo trovato due notti fa: tre mezze lune con un cerchio al centro. I riferimenti a loro sono vaghi e pochi. Tu ne sai di più?
- Forse il Libro delle Ombre può aiutarci.
- Il Libro di …cosa? – esclamò Willow.
- È il testo magico mio e delle mie sorelle. La nostra famiglia se lo tramanda dai tempi di Salem. C’è scritto di tutto, e forse c’è anche qualcosa sui vampiri.
- Su questo hai ragione, sorellina, ma sei partita così in fretta da non riuscire a consultarla.
Pearl desiderò sprofondare sottoterra da quanto si sentiva imbarazzata – Ciao Piper. Ah, guarda, anche Prue e Phoebe sono venute con te. A che devo l’onore?
- Ehm…Pearl…Io ho dovuto dirglielo. Scusa – balbettò Phoebe.
- Non importa, tanto sareste venute qui a scoprirlo lo stesso. Da quanto siete qui?
- Abbastanza.
- Potrei sapere i vostri nomi, di grazia? – domandò Giles.

A quel punto Pearl fece le presentazioni – Prue, Piper, Phoebe, loro sono Buffy, la Cacciatrice, il signor Giles, che è il suo Osservatore, e Willow e Xander, due amici di Buffy. Ragazzi, loro sono le mie sorelle streghe, Prue, Piper e Phoebe Halliwell.
Quando Prue chiese a Giles se c’era un posto dove lei e le sorelle potessero parlare in privato, Pearl ebbe la spiacevole sensazione che stavolta niente e nessuno l’avrebbe salvata dalle ire di sua sorella maggiore. E così fu.
- Spero tu abbia una spiegazione convincente per quello che hai fatto. Phoebe ci ha dovuto dire quel che sapeva, ma vogliamo sentire tutta la storia da te. Ti ascoltiamo.
- D’accordo. In ogni generazione c’è una Prescelta, la Cacciatrice, che ha la capacità di ammazzare i vampiri, i demoni e le forze del male e in questo momento è Buffy. Quello che ho scoperto tempo dopo è che all’occorrenza una strega si affianca alla Cacciatrice per aiutarla. Quest’incarico stavolta è toccato a me. È per questo che quel baule in soffitta è pieno di cose strane e di libri incomprensibili: sono i miei “attrezzi da lavoro”. 
- Questo spiega perché, pur essendo la più piccola, tu sia tanto potente. Anne lo sapeva?
- Anne è la mia Osservatrice. Ha fatto i salti mortali per starmi dietro quando sono venuta a San Francisco, e questo perché ho continuato ad andare a caccia per tutte le notti di quest’anno che abbiamo passato insieme. L’ho avvisata e in questo momento è in viaggio per venire qui.
- Possiamo aiutarti?
- Non voglio che rischiate la vita per me.
- Ehi, Pearl, nel caso tu l’abbia scordato, noi siamo le tue sorelle. Non ti lasciamo da sola, e farai bene ad abituarti. E comunque abbiamo portato il Libro delle Ombre, che ha una nutrita sezione su vampiri e affini.
- Perfetto. Vi chiedo un favore: potete cominciare a cercare nel Libro qualcosa al riguardo di quella setta? Io e Buffy dovremmo andare a caccia stanotte...
- A caccia di vampiri? – domandò Piper.
- Vampiri, demoni…qualsiasi cosa ci sia qui sulla Bocca dell’Inferno.
Buffy le aveva detto che l’avrebbe preceduta al cimitero, così Pearl dovette percorrere la strada da sola e come al solito si rese conto che qualcuno, o per meglio dire Daniel, la stava seguendo.
- Trovi molto divertente seguirmi?
Stavolta, quando si voltò, Daniel non era nell’oscurità ma accanto a lei, e la stava fissando.
- Ora voglio sapere chi sei in realtà.
Daniel le sorrise tristemente – Chi sono io. Ero uno stregone che per amore aveva rinunciato alle arti magiche, ma che in realtà era stato ingannato da una vampira che voleva i suoi poteri. Mi ha trasformato, e il giorno che incontrai Prudence Warren...Tentai di uccidere sua figlia Camille e lei mi maledisse, condannandomi a vivere tormentato dal rimorso e dagli incubi per la gente che avevo ucciso. Aiutare te, che sei una sua discendente, è un modo per fare ammenda.
- Proprio come Angel, l’amico di Buffy. Daniel, cosa sai dell’Ordine di Aristotele?
- So che è una setta antica, potente e molto pericolosa. Avrai bisogno dell’aiuto di Buffy e delle tue sorelle per rispedirli tutti all’Inferno.
- Perché non avvisi tu le mie sorelle? Io sarò impegnata fino all’alba.
Daniel le assicurò che l’avrebbe fatto, e le fece gli auguri per l’imminente scontro notturno. Scontro che quando arrivò trovò già iniziato da Buffy.
- Ma si può sapere dove eri finita, Pearl? Questi spuntano come funghi!
- Scusa, un piccolo contrattempo.
Cominciarono la battaglia, che i vampiri come al solito avevano già perso in partenza. Quando pensarono di aver vinto però ne spuntarono altri cinque alle loro spalle, ma prima che potessero fare qualcosa il tempo si bloccò. Pearl voltò gli occhi verso l’ingresso, e non si stupì di vederci le sue sorelle. Ed Anne.
- Perché ho il sospetto che voi centriate qualcosa?
- Sbrigatevi voi due, sistemate quei vampiri e andiamo. Forse la tua amica ha trovato qualcosa - le disse Piper.
Di ritorno alla biblioteca, Anne e Giles cominciarono la traduzione del testo in latino che lei aveva portato. Nel frattempo le ragazze erano andate a casa di Buffy, approfittando del fatto che la madre di lei sarebbe rimasta fuori due settimane. Prue non si fidava della ragazza, e la sottopose ad un minuzioso interrogatorio, aiutata da Piper.
- Così tu sei la Cacciatrice. Perché?
- Perché così doveva essere. Neanch’io ci volevo credere all’inizio, e invece eccomi qui con un paletto in mano.
- Cosa centra nostra sorella con te?
- Mi sembrava ve l’avesse già spiegato, Piper. Quando la Cacciatrice non può farcela da sola viene aiutata da una strega cacciatrice, con i miei stessi doveri che può contare anche sulla magia.
- Da quanto vi conoscete?
- Da quando andavano allo stesso liceo di L. A., prima che io fossi buttata fuori a causa della mia “attività”. Altre domande, Prue?
- No. Abbiamo finito…per ora.

La mattina seguente andarono in biblioteca a vedere a che punto erano i due Osservatori, e li trovarono impegnati in un’accesa discussione.
- L’hai tradotto male, Anne. Non è possibile!
- Cosa non è possibile Rupert? Che qui ci sia un altro centro di energia mistica oltre Sunnydale?
- Converrai con me che per lo meno è insolito.
- Comunque la mia traduzione è attendibile, ne sono certa. Quei vampiri devono essere là, altrimenti non saprei proprio dove cercare!
- Ci mancava anche questa! Non abbiamo avuto abbastanza disgrazie?
- Ti piaccia o no, Rupert, stavolta hai bisogno del mio aiuto e anche di quello delle sorelle di Pearl. Tu e Buffy conoscete i vampiri comuni, ma loro hanno molta più esperienza di voi su come battere maghi e stregoni. Possiamo farcela.
- Di che state parlando? – domandò Prue.
- In breve, nel testo che Anne ha portato sono descritte tutte le confraternite di vampiri. Secondo la traduzione che abbiamo fatto, l’Ordine di Aristotele ha il suo fulcro nella città di San Francisco, che come voi avrete avuto modo di sperimentare è un centro di energia mistica: demoni, incubi, stregoni, i Succubi…entità che senza dubbio avete già affrontato.
- Che possiamo fare contro di loro?
- Possiamo sterminarli. Lasciate fare a me e Buffy, e non daranno più rogne a nessuno.
- Levatelo dalla testa, Pearl! – rispose Anne. – Possiamo non coinvolgere i due amici di Buffy, ma per quanto riguarda noi, combatteremo tutti insieme.
Decisero che Buffy e le sorelle Halliwell sarebbero tornate subito a San Francisco per cominciare ad organizzare un piano, mentre i due Osservatori avrebbero continuato la ricerca sui testi antichi e li avrebbero raggiunti in seguito.

Una volta a casa, le ragazze cominciarono a cercare tutti i possibili nascondigli sotterranei della città sperando di trovare quello giusto, ma non era facile come sembrava.
Dopo la terza notte di ricerca infruttuosa, cominciarono a pensare che forse Giles aveva ragione e che Anne avesse sbagliato. Invece, quella sera, quando Buffy e Pearl andarono nella loro stanza trovarono due visitatori inaspettati: Angel e Daniel.
- È lecito chiedervi cosa ci fate nella mia stanza e come ci siete arrivati?
- La cosa non ha importanza, Pearl. Abbiamo qualche novità per voi – le rispose Angel.
- Sappiamo che li state cercando da giorni senza trovarli. Forse possiamo aiutarvi - continuò Daniel.
- In che modo?
- Facendovi ricordare una cosa, Buffy: non sono comuni vampiri, conoscono la magia e probabilmente se ne servono per nascondersi.
- Un luogo protetto dalla magia. Be’, questo restringe il campo.
- Vi do un altro consiglio, ragazze: fate attenzione a Meredith.
- Chi è Meredith? – domandò Buffy.
- Pearl, ricordi quel che ti ho detto quella notte? Era di lei che stavo parlando. Meredith era una seguace di quella setta e grazie ai poteri che mi ha rubato ne è diventata la Maestra.
In quel momento Prue aprì la porta.
- Che sta succedendo?
Le era sembrato di sentire delle altre voci, ma in stanza c’erano solo sua sorella e Buffy. Che strano…
- Qualcosa non va Prue?
- Scusate ragazze, avevo sentito dei rumori ed ero venuta a controllare se stavate bene.
Una volta uscita, Angel e Daniel fecero capolino dall’armadio a muro dove si erano nascosti.
- Sbaglio Pearl o tua sorella è un tantino iperprotettiva nei tuoi confronti?
- No Angel – disse Buffy – semplicemente non si fida molto di me.
Aiutarono i ragazzi ad uscire di nascosto dalla porta della cucina, senza per fortuna incappare in Phoebe o in Piper.
- Spara. Cosa c’è tra te e il bel tenebroso?- la stuzzicò Pearl mentre guardavano i ragazzi allontanarsi.
- Perché mi fai questa domanda se conosci già la risposta?
- Buffy…
- Lo so. Io sono una Cacciatrice e lui un vampiro, ma la sai una cosa? Non m’interessa. Come del resto non ti interessa per quanto riguarda te e Daniel.
- È così evidente?
- Non ho bisogno di leggere il pensiero per sapere che siamo sulla stessa barca.
Andarono subito dalle altre e senza fare il nome dei due vampiri riferirono cosa cercare. Corsero subito nella soffitta, e tirata fuori una pianta della città e un pendolo cominciarono la loro ricerca. Se era un luogo protetto dalla magia, allora grazie alla magia lo avrebbero trovato.

Cristallo che oscilli senza tregua,
ti preghiamo di indicarci la nostra meta
Indicaci il luogo dove cercare
Affinché il nostro nemico possiamo stanare .

Il pendolo che loro quattro tenevano in mano cominciò ad oscillare, ma si limitò ad indicare la parte brutta della città, niente di più.
Ritentarono l’incantesimo altre tre volte, ma sembrava proprio che avrebbero dovuto darsi da fare a controllare quella vasta area nel minor tempo possibile.
Buffy, che era stata in disparte fino a quel momento, si avvicinò al tavolo e in quel momento in cristallo cominciò ad agitarsi molto nella zona che prima aveva solo indicato.
- Presto Buffy, siediti con noi. Sei tu quella che manca per trovarli, ne sono sicura – le disse Phoebe facendole posto tra lei e Pearl. Ripeterono l’incantesimo, e questa volta il pendolo puntò dritto verso la chiesa sconsacrata e abbandonata di San Patrizio.
- Una chiesa? Strano posto per dei vampiri – commentò Piper.
- Questi non fanno niente di normale. Chissà cosa sono capaci di fare con i loro poteri, oltre che ammazzarti alla vecchia maniera.
- Propongo un sopralluogo domani mattina. Con il sole non si faranno vedere di certo.
- È una buona idea. Allora ci vediamo domani mattina – disse Buffy alzandosi insieme a Pearl. Stavano per uscire dalla soffitta, ma Prue intimò loro di fermarsi.
- Voi due non vi muovete da qui stanotte. Non siamo stupide, abbiamo capito che voi due li volete affrontare da sole. Domani mattina andremo là, e poi elaboreremo un piano per eliminarli. Chiaro?
- Non ci puoi rinchiudere Prue. Siamo due Cacciatrici, e di notte dobbiamo controllare i cimiteri per evitare che arrivino altri vampiri. È il nostro lavoro…
- D’accordo, Pearl, potete andare. Ma Piper viene con voi.
Protestare sarebbe stato inutile, così Pearl, Buffy e Piper dopo aver raccolto un po’ di paletti e di croci uscirono di casa per andare a caccia di vampiri.
Durante il tragitto Piper fece qualche domanda alle due sul loro “lavoro”, che sotto sotto la incuriosiva molto.
- Allora ce l’hai anche tu un lato oscuro, Piper – la prendeva in giro la sorella minore.
- Devo ammetterlo, è vero. Cosa li uccide?
- Vediamo…il fuoco, un paletto nel cuore, la luce del sole. Le croci, l’acqua santa, e le altre cose servono solo a tenerli lontani. – le rispose Buffy.
- Ti è mai capitato di trovare un vampiro che non sei riuscita ad uccidere, Buffy?
“Sì, si chiama Angel e il motivo è semplice: mi sono innamorata di lui” – No…Nessuno.
- Questi non sono comuni vampiri.
- E questo è il motivo per cui ho coinvolto te, Pearl, e le altre vostre sorelle in questa storia. Qualche idea su come ammazzarli, Pearl?
- Secondo me, se prendiamo la loro Maestra, si ritroveranno completamente disorientati. Allora sarà uno scherzo finirli.
- Credo che tu sia stata un po’ troppo ottimista, sorellina.
Guardò nella direzione che le aveva indicato Piper, e quello che vide non le piacque per niente.
Davanti a loro, una schiera di vampiri le stava guardando sogghignando.
Immediatamente tirarono fuori i paletti, pronte a difendersi, ma uno dei vampiri le fermò con un cenno.
- Sbagliate, Cacciatrici. Non vogliamo uccidervi…per ora, ma solo scortarvi. Sarà la nostra Maestra a decidere della vostra sorte.
- E se noi non volessimo venire?
- Non avete questa possibilità.
Obbligate a seguire quel macabro corteo, le tre ragazze arrivarono fino alla chiesa di San Patrizio. Una volta entrate cominciarono a rabbrividire, e non di freddo. Ogni segno della santità del luogo era stato spazzato via, e le finestre erano state oscurate. Torce e candele rischiaravano l’ambiente, e s’intensificavano vicino a dove doveva essere collocato l’altare maggiore, rimpiazzato da un trono dove sedeva una donna vestita di nero e pallida come la luna, che le fissava con un sorrisetto ironico.
- Allora, chi di voi tre è Pearl?
- Immagino che tu sia Meredith.
- E tu devi essere la streghetta per cui Daniel ha perso la testa. Molti vampiri sono morti per causa tua, e a causa della tua amica. Avete ucciso il mio sire, e per questo pagherete.
- Io non ero là. Come puoi dire che ho ucciso anch’io il Maestro?
- Tu hai sempre consigliato la Cacciatrice, l’hai sempre aiutata, e questo ti rende colpevole come lei ai miei occhi.
Piper cercò di parlare, ma fu subito zittita.
- Sta zitta strega! O vuoi che me la prenda anche con Prue e con Phoebe? Ad ogni modo, sono sicurissima che correranno qui quando non vi vedranno tornare. Peccato che non vi troveranno…vive – e si lasciò andare ad una risata malvagia, mentre i suoi seguaci le legavano attorno a quello che poteva sembrare un rogo.

Nel frattempo a casa Halliwell Prue continuava a essere nervosa. Sapeva che Pearl era uno spirito libero come Phoebe, e che insieme a Buffy poteva combinare di tutto, ma Piper aveva sale in zucca per tutte e tre. Perché questo non la tranquillizzava? E perché non erano già di ritorno? Ormai mancava poco all’alba.
Phoebe stava giocherellando distrattamente con il pendolo, tentando allo stesso tempo di calmare la sorella e all’improvviso ebbe una premonizione: vide Pearl, Piper e Buffy bruciare sul rogo, e loro due che guardavano la scena impotenti.
Spaventata, lo disse subito a Prue e insieme corsero alla chiesa di san Patrizio per evitare che la premonizione si avverasse. Tentarono di entrare, ma la porta era stata sbarrata.
- Non ce la potete fare da sole – disse Angel, uscendo dall’ombra insieme a Daniel.
- Daniel, chi è lui?
- Sono Angel, un amico di Buffy. Sono io che l’ho avvertita su quella setta quando era ancora a Sunnydale.
- Le uccideranno. Io le ho viste. Cosa possiamo fare?- disse Phoebe.
- Abbiamo trovato un modo per entrare. Forza, venite con noi.  

Intanto, all’interno, tutto era pronto per il sacrificio. Mentre la legna veniva accatastata ai loro piedi con una lentezza snervante, Meredith passeggiava davanti a loro, divertendosi a tormentarle.
- Allora, Piper, come va la tua vita sentimentale? Ancora nessun vampiro di questa confraternita? Strano, una con i tuoi precedenti…Se non erro, uno stregone, un fantasma, un angelo di nome Leo, poi un mortale di nome Dan, poi di nuovo l’angelo…Non riesci proprio ad imparare dai tuoi errori?
Buffy, senza dubbio tu e lei avete dei punti in comune. Anche tu sei innamorata, e neanche di uno qualsiasi, ma di un vampiro. E che vampiro! Il tuo Angel, quello spietato assassino che ami, ti ha già raccontato di Budapest? Io c’ero. Fu un vero demonio…Chissà cosa lo trattiene dal dimostrartelo. L’amore? No. Gli esseri come lui non amano.
Tu che dici Pearl? Anche tu sei sulla stessa barca di Buffy, anche tu ami un vampiro. Daniel è una mia creatura, lo sapevi? Povero stupido, aveva pensato che lo amassi davvero. Dopo averlo derubato della sua magia avrei dovuto fargli bere il mio sangue, ma per lui non ne valeva la pena. L’ho guardato negli occhi, e l’ho tramutato nella cosa che più temeva: diventare uguale a me.
Che si prova ad amare qualcuno che non ti ama? Sai, ho fatto anche a lui questa domanda quasi quattrocento anni fa…
- In verità Meredith – le disse Daniel, appena entrato nell’edificio con Angel, Prue e Piper – sono passati 375 anni, 2 mesi e 15 giorni. Come vedi, sono stato molto più preciso di te.
- Ma guarda un po’ chi c’è. Daniel e Angel, le pecorelle smarrite. Era ora che vi decideste a tornare a quello cui siete destinati, ragazzi. Abbiamo tre ragazze da sacrificare sul rogo per onorare il Maestro, e vedo che ne avete portate altre due. Ottimo, mi stava venendo fame...
- Ti sbagli, Meredith.- le rispose Angel - Ora noi ce ne andiamo, e loro vengono con noi.
- Davvero? Non credo proprio. Uccideteli tutti! – ordinò ai suoi seguaci.
Erano in svantaggio numerico, ma di sicuro avevano dalla loro il fatto di essere molto più abili di loro nella lotta. Chi con la magia, chi con i paletti, alla fine avevano quasi dimezzato l’esercito di Meredith.
Alcuni di loro si avvicinarono anche a Piper, Pearl e Buffy, con ovvie intenzioni. Fortunatamente si erano dimenticati di legare loro le gambe!
Mentre cercavano di tenerli distanti a suon di calci, Pearl e Piper tentavano di liberarsi le mani, per poter usare la loro magia. La prima ci riuscì, e scaraventò un vampiro che teneva in mano una torcia dall’altro capo della chiesa.
La situazione stava precipitando, e Meredith, presa una torcia in mano, si avvicinò al rogo.
- È proprio vero. Se vuoi una cosa fatta bene, devi farla da sola.
- Uccidici, e Angel e Daniel uccideranno te. – le sibilò Buffy a denti stretti.
- Se sopravvivranno alla battaglia. Ho sempre desiderato uccidere una Cacciatrice, ma non avrei mai sperato di poterne far fuori due!
Stava per gettare la torcia sulla legna, quando finalmente Piper riuscì a liberarsi le mani e a bloccarla.
- Tempismo perfetto, sorella.
Lasciati i vampiri rimasti in custodia ad Angel e Phoebe, gli altri corsero a slegarle e a strappare di mano la torcia a Meredith prima che si sbloccasse.
- Che ne facciamo dei vampiri?
Pearl e Buffy si guardarono, e notarono una finestra rotta da cui si vedeva il cielo schiarirsi: ormai era questione di pochi minuti, e il sole sarebbe sorto. Certo, il sole! Si scambiarono un sorrisetto cattivo.
- Guardateli, non vale neanche la pena ucciderli. Andatevene, e in fretta, o potremmo cambiare idea.
Quelli non se lo fecero ripetere due volte. Una volta varcata la porta si resero conto di essere stati ingannati, ma ormai era tardi. L’Ordine di Aristotele era ormai solo un ricordo.
- OK, ora pensiamo a Meredith. Che ne facciamo di lei? – chiese Pearl alle compagne di sventura.
- Potremmo bruciarla. Il rogo è pronto. – propose Buffy.
- No, troppo poco. Chiunque mi sbatta in faccia quel che avete sentito merita di peggio – rispose loro Piper.
- Sono d’accordo. La possiamo maledire e imprigionare. Piper, Buffy, che ne dite?
Le altre si mostrarono d’accordo. Nella borsa di Buffy trovarono uno specchio, e tutti si disposero a cerchio intorno alla vampira, ancora bloccata. Pearl spiegò loro la maledizione, e poi la recitarono tutti insieme, prima che il sole entrasse da quello spiraglio e colpisse la loro vittima.

In questo specchio ti imprigiono
E ad una maledizione eterna ti vincolo
Lontano dalla magia, dalla libertà e dall’amore,
i tuoi tormenti non saran pochi,
per la vita avrai solo dolore!

Lo specchio diventò nero, e Pearl lo consegnò a Daniel. – È giusto che lo tenga tu. Puoi decidere di conservarlo, e condannarla alla prigionia eterna, o lo puoi infrangere, in modo da evitare che qualcuno la liberi. Qualunque sia la tua decisione, sei tu quello che ha più diritto di prenderla.
Daniel guardò lo specchio – Sai Meredith, per 375 anni non ho fatto altro che aspettare questo momento, e finalmente è arrivato. Ma c’è qualcosa che ti spaventa molto più dell’essere imprigionata e resa inoffensiva. Quel che ti terrorizza è di dover rinunciare alla tua vita immortale! – e detto questo infranse lo specchio.
I cocci da neri tornarono al loro colore originale, e poi si dissolsero in polvere.
- Non farai più del male a nessuno.
Ormai la notte era finita, e i due vampiri si ritirarono nella cripta di quella chiesa in attesa del tramonto. Buffy e le sorelle Halliwell li salutarono, e gli diedero appuntamento al P3 dove avrebbero festeggiato.
- Ragazze, ce lo dovete dire. Cosa vi ha fatto quella vampira per farvi arrabbiare tanto? – domandò Phoebe, incuriosita.
Piper, Buffy e Pearl, ormai quasi arrivate all’uscita senza voltarsi esclamarono all’unisono
- Meglio che non ce lo chiediate!

Quella notte si diedero ai festeggiamenti nel locale di Piper, dove dopo lunghe mediazioni da parte di Prue, Phoebe e Pearl anche Buffy era potuta entrare anche se non aveva ancora l’età.
Buffy e Pearl stavano ballando un lento con Angel e Daniel quando dall’ingresso entrarono le ultime due persone che le due Cacciatrici si sarebbero aspettate di vedere in un posto del genere: Giles e Anne. I loro Osservatori.
Arrabbiate a morte con loro, lasciarono la pista da ballo e corsero loro incontro.
- Salve. Siete stati veramente bravi ad arrivare ultimi sul luogo dove noi per poco non ci siamo fatte ammazzare.
- Ma noi siamo sempre stati qua, ragazze – rispose Anne.
- Come? – balbettò Buffy.
- Avete dimenticato che il compito primario di un Osservatore è appunto quello di osservare? È quello che abbiamo fatto – continuò Giles.
- Se vi può interessare, ve la siete cavata alla grande.
Il complimento di Anne aiutò a far sbollire la rabbia di Buffy e Pearl, e li invitarono al tavolo dove erano seduti gli altri.
Più tardi Angel, con gran dispiacere di Buffy, dovette andarsene per far ritorno a Sunnydale prima dell’alba. In quel momento Pearl si accorse che anche Daniel era sparito.
Corse fuori dal locale, appena in tempo per vederlo allontanarsi a passo spedito.
- Daniel cosa stai facendo?
- Ho sbagliato a tornare. Me ne torno in Irlanda.
- Non fare lo stupido. Cosa ci torni a fare?
- Ascoltami, ogni volta che ci incontriamo ti annuncio solo disgrazie. Parole tue. Meredith voleva ucciderti anche per colpire me, ed è meglio per tutti che io onori la mia condizione di vampiro e la mia maledizione restandomene da solo.
Pearl cominciò a ridere, e la cosa seccò un po’ al vampiro.
- Io starei cercando di fare un discorso serio, Pearl.
- Lo so, ma c’è qualcosa che a quanto pare non hai sentito. Meredith ti ha maledetto, non ti ha vampirizzato veramente. Me lo ha detto proprio lei, Piper e Buffy lo possono testimoniare. Questa maledizione è andata in frantumi con lo specchio, Daniel. Non hai più nulla del vampiro.
- A parte i ricordi e una maledizione.
- Una maledizione che posso sciogliere io.
- Tu sai chi io sia in realtà. Ti vuoi davvero arrischiare a liberare un altro stregone?
- Hai ragione – gli disse gettandogli le braccia intorno al collo – io so chi sei.

Io, Pearl Halliwell, discendente del clan dei Warren, libero te dalla maledizione di Prudence Warren, mia antenata. Daniel, sei libero di andare…

Daniel la guardò stupito – Perché?
- Sentivo di doverlo fare. Ora puoi tornare in Irlanda a fare la vita dell’eremita o puoi restare qui a San Francisco con me, a combattere contro i vampiri e il resto delle forze oscure. È una scelta tua.
Gli diede un bacio, e poi tornò nel locale lasciandolo da solo nella strada.

La mattina seguente Prue, Piper, Phoebe e Pearl diedero l’arrivederci a Buffy, che tornava a Sunnydale con Giles. Buona parte della nottata le cinque ragazze e l’Osservatore erano rimasti svegli a inventare una balla che il preside Snyder e la signora Summers avrebbero potuto bersi senza difficoltà. 
- Vedi di farti sentire più spesso, e non per annunciarmi disgrazie. A quello pensa già Daniel.
- A proposito di lui, mi è dispiaciuto non salutarlo ieri sera.
- Puoi farlo ora.
Le due ragazze si voltarono, e videro il ragazzo, per una volta non vestito di scuro, che stava sorridendo.
- Ma…il sole…tu non…Perché tu sei un vampiro, vero?
- Diciamo che lo ero.
Buffy lanciò un’occhiata a Pearl: la sua amica allora ce l’aveva fatta! Fossero state le cose così semplici anche per lei ed Angel…
Una volta partiti, le sorelle di Pearl cominciarono a guardare un po’ preoccupate a Daniel. Pearl aveva detto che lui era uno stregone, e quella parola per loro era sinonimo di grossi guai.
- State tranquille, è vero che sono uno stregone ma ho chiuso con il fare del male agli innocenti. È parecchio tempo che li proteggo dall’ombra. E poi ho tanti rimorsi e incubi della mia vita di vampiro che mi tormenteranno per la vita, non ho bisogno di aggiungerne degli altri.
- Ti crediamo sulla parola Daniel – rispose Prue.
Lui, Piper e Phoebe entrarono dentro per bersi una tazza di caffè, lasciando Prue con la sorella più piccola sedute sugli scalini davanti la porta di casa.
- Ho una sorella strega e cacciatrice di vampiri…non me lo sarei mai aspettata.
- Credici, quando l’ho scoperto io l’ho presa malissimo, ma ora quasi mi diverto.
- Non hai altri scheletri nell’armadio, vero?
- Tranquilla, le sorprese sono finite. Quelle bugie che vi dicevo, non avevano lo scopo di ingannarvi, ma solo di proteggervi. Solo da un anno siamo finalmente qua tutte e quattro, ma vi voglio bene come se fossimo sempre state insieme. Avrei avuto anch’io il mio bel carico di rimorsi se vi fosse successo qualcosa.
Piper comparve sulla porta – Allora, entrate o mettete radici qui fuori?
Prue e Pearl entrarono con lei, e si unirono al resto della compagnia.
Chiunque fosse passato in quel momento, dalla finestra avrebbe visto solo cinque ragazzi che prendevano un caffè una domenica mattina. Nessuno poteva sapere chi fossero e cosa facessero. E anche loro avrebbero avuto dopo lunga fatica un po’ di tranquillità, una vita normale.
Fino alla prossima battaglia contro le forze oscure.

 
Scritto da Ilaria

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