Streghe Italia Fan Fiction

UN BRIVIDO NEL BUIO


Riassunto: le tre sorelle vivono un'avventura a Firenze dove, convinte di potersi rilassare, si ritrovano ad affrontare un mortale che tenta di diventare capo degli demoni...

Data di composizione: 14/09/2000

Adatto a: bambini con genitori

Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Streghe Italia", e che tutti i personaggi di "Streghe / Charmed" utilizzati nel racconto sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
"Charmed" is a trademark of Spelling Television Production © 2000

Ringrazio per la collaborazione Sissi e Lucia


"Sorelline!!!" esclamò Phoebe entrando in casa. La trovò deserta.
"Forse è quasi meglio" disse fra sé e sé la minore. Uscì di nuovo di casa e si avviò alla porta accanto, la casa di Piper e Leo. Erano passati circa due mesi da quando erano tornate da Madras (vedi "The Evil Planet") e ancora Piper non mostrava che un accenno del pancione. (Le sorelle ancora non sapevano che sarebbero diventate zie).
Phoebe entrò, o meglio si precipitò in giardino e trovò Leo.
"Ciao Phoebe"
"Ciao cognatino, le mie sorelle sono in casa?" 
"Sì" non fece quasi in tempo a finire la parola che la minore già correva verso la porta.
"Quella ragazza è una vera meteora" disse Leo, rimettendosi al lavoro.
Intanto Phoebe era entrata in casa e si era calmata. Entrò in soggiorno, dove le due sorelle stavano parlando, con un'espressione quasi mogia, in contrasto di quella che aveva circa quindici secondi prima.
"Ciao sorelline" disse quasi sottovoce la più piccola.
"Phoebe, che ti è successo?" chiese Prue.
"Hanno reso noti i risultati del compito in lingua italiana."
"Mi dispiace, Phoebe, ci tenevi tanto…" la consolò Piper, intuendo dall'espressione della sorella che non era andata bene.
"Che ti hanno detto?" chiese la maggiore.
"Mi hanno detto che una relazione così bella non l'avevano mai vista in trent'anni di carriera!!!!" gridò quasi Phoebe, riacquistando la gioia di poco prima "Guardate!".
E detto questo tirò fuori dalla borsa un foglietto che porse alle sorelle, che la guardavano, ancora incredule.
"Con la presente comunichiamo alla signorina Phoebe Halliwell che, grazie alle sue capacità ha realizzato il lavoro più interessante e si è aggiudicata il premio del concorso: Un soggiorno in Italia per un mese, tutto compreso." Lesse Piper.
"Complimenti!" disse Prue.
"Partiamo la prossima settimana" esultò di nuovo la minore.
"Partiamo?" chiese Piper.
"Non venite con me?!?" disse Phoebe incredula.
"Phoebe, mi hanno caricato di lavoro, all'agenzia fotografica, con la scusa di una promozione" disse Prue.
"E tu?" chiese Phoebe a Piper "Di nuovo problemi al P3?" ora quasi arrabbiata.
"Beh, vedi…" disse mortificata Piper. Due forti braccia l’abbracciarono intorno al collo. Nessuno si era accorto della presenza di Leo.
"Perché non la accompagni? In fondo visitare l'Italia è sempre stato il tuo sogno. Al locale ci posso pensare io.".
Piper alzò la testa e guardò Leo, poi Prue ed infine Phoebe.
"D'accordo, vengo con te!"
"Grazie Leo!!!" urlò di nuovo Phoebe, procedendo a salti fino alla porta.
"A volte Phoebe mi preoccupa!" disse Prue, guardando il punto in cui, fino pochi secondi prima c'era Phoebe.

La settimana dopo, all'aeroporto, Phoebe era impaziente di partire e si era incollata davanti al tabellone dagli aerei in partenza.
"Sei sicuro che ce la potrai fare?" chiese per l'ennesima volta Piper a Leo.
"Stai tranquilla e pensa solo a goderti la vacanza, ok?"
Lei annuì poi aggiunse:
"Ti amo!" e si baciarono.
Pochi minuti dopo venne annunciato il volo per Firenze e le due Halliwell si incamminarono verso l'aereo.
Prue e Leo rimasero all'aeroporto finché l'aereo non decollò.
"Piper si preoccupava tanto per noi. Speriamo che non abbiano loro dei guai" disse Prue mentre guardava l'aereo che era ormai solo un puntino nel cielo.
"Già" concordò Leo, sorridendo e si incamminarono verso l'uscita dell'aeroporto.

Piper e Phoebe arrivarono all'aeroporto di Firenze qualche ora dopo e, nonostante un po’ di stanchezza, appena depositati i bagagli all'hotel si misero a girare per la meravigliosa città rinascimentale. Arrivate in Piazza della Signoria, le due ragazze trovarono una piccola folla.
"Che starà succedendo?" chiese Piper.
"Andiamo a vedere!" esclamò Phoebe tirando la sorella per un braccio, fino a raggiungere la folla.
"Sembra ci sia un corteo" ipotizzò Phoebe in punta di piedi.
Intanto, mentre le due streghe stavano cercando di capire che stava succedendo, dietro di loro un uomo sulla quarantina, abbastanza alto con dei folti capelli neri e occhi verdi, avvicinò una donna anch'essa sulla quarantina, con lunghi capelli neri, un po’ in carne e con occhi marroni.
"Scusi, lei conosce quell'uomo laggiù?" chiese suadentemente l'uomo. La donna lo guardò sospettosa e poi ammise.
"Sì, perché?" chiese, guardandolo storto.
"E' un suo amico?"
"No, è mio marito, ma lei cosa vuole da me?"
"Sa, speravo di sbagliare ma l'ho visto ieri sera, con un'altra donna" spiegò l'uomo mostrando alla donna delle foto istantanee.
"Bastardo!!!" esclamò la donna. Vide un coltello attaccato alla cintura dell'uomo, lo prese e cominciò a maneggiarlo freneticamente, cancellando eventuali impronte.
"Grazie" disse all'uomo e si diresse come una furia verso il marito, senza chiedersi che cavolo volesse veramente l'uomo da lei. Il marito si trovava proprio dietro Piper e quando la donna lo assalì, prima a male parole, Piper disse.
"Certo che gli italiani non sono per niente discreti. Vieni, allontaniamoci!" e insieme alla minore riuscirono ad arrivare alle transenne. Videro perché c'era tutta quella folla. Erano state terminate le riprese per il film "Hannibal".
"Guarda, ci sono Anthony Hopkins e Jodie Foster" esclamò Phoebe "Hanno finito di girare il film "Hannibal" a Firenze e ora lo dovrebbero continuare in Sardegna"
"Davvero? Interessante"
"Ma scusa, voi mi accusate di essere la più disinformata di casa e tu non sai niente di Hannibal Lecter, il cannibale de "Il silenzio degli Innocenti"?"
"Lo ammetto, non sono esperta in horror e thriller. Con il mestiere che facciamo, ne vediamo abbastanza di mostri e pazzi e se mi mettessi anche a guardarli…" si zittì fissando un uomo che le era appena passato davanti. Eppure lo aveva già visto da qualche parte.
"Piper, stai bene?" chiese Phoebe.
"Non ti sembra di avere già visto quell'uomo laggiù?" disse indicando alla sorella un uomo alto, coi capelli castani e abbastanza muscoloso.
"Se è un attore è logico che lo abbiamo già visto, non credi?"
"Forse hai ragione" concordò Piper, distogliendo lo sguardo dal ragazzo. Mentre erano intente a guardare gli attori, non si accorsero che i due che litigavano si stavano letteralmente facendo a pezzi. Davanti a loro passò una ragazzetta bionda, con i capelli lunghi, sui quindici/ diciassette anni.
"Phoebe, Piper ciao!" le salutò caldamente la ragazza.
Le due la osservarono e Phoebe la riconobbe.
"Jenny, come stai!"
"Mi fa piacere rivedervi, ragazze. Dov'è Prue?"
"E' rimasta a casa" spiegò Piper.
"Peccato. Avete visto mio zio?"
"Tuo... tuo zio?!?" disse Piper.
"Il regista lo cercava, ma…"
"Avanti, Jenny, vieni" la chiamò una donna.
"Arrivo" poi, di nuovo alle sorelle "Che ne dite di ritrovarci a cena, stasera? C'è un bel ristorantino, laggiù" disse la ragazza indicando la strada.
"Va bene alle sette e mezzo?" disse Phoebe.
"Perfetto!"
"Jenny, vuoi venire o no?" chiese la donna, insistente.
"Arrivo!" rispose la ragazza, irritata e lasciò le due sorelle a guardarla raggiungere la donna che l'aveva chiamata.
"Che facciamo, ora?" chiese Piper quando la gente si stava allontanando.
"Beh, Firenze è una grande città, possiamo…" non fece in tempo a finire la frase che un uomo dietro di loro emise un grido.
"L'hanno uccisa!!!"
"Eccolo, è laggiù!" urlò un'altra donna, indicando un ragazzo castano, coi capelli lunghi che scappava.
Phoebe, senza ascoltare la sorella si avvicinò al cadavere. Era una donna, abbastanza carina, uccisa con una pugnalata al cuore. Quando Piper raggiunse la sorella, riconobbe subito la giovane donna.
"Rose May, poveretta" disse.
"La conosci?"
"Questa volta sei tu a essere ignorante. Lei è, anzi, era la migliore scrittrice di romanzi rosa esistente la giorno d'oggi.
La polizia arrivò quasi subito a prendere il cadavere. Un poliziotto biondo dai magnetici occhi verdi la scostò.
"Largo, signorina, non c'è niente da vedere" disse spingendola in malo modo di lato. Piper, anche se non avrebbe dovuto, bloccò il tempo per impedire alla sorella di rispondere male all'agente.
"Brutto maschilista profittatore, ti sembra questo il modo di trattare una ragazza? Dove hai imparato l'educazione, in una stalla?" si sfogò Phoebe, ben sapendo che era inutile.
Con loro grande sorpresa, l'agente le rispose.
"Beh, e lei non dovrebbe immischiarsi in un omicidio" si interruppe e la guardò bene in faccia.
"Phoebe?!?" chiese il ragazzo.
 Piper si avvicinò al giovane e lo riconobbe:
"Nicola!" disse. Fu tentata di salutarlo e parlare con lui ma ricordandosi che erano di fronte ad una povera giovane assassinata gli disse:
"Ti lasciamo al tuo lavoro. Vieni Phoebe!"
"Ti veniamo a trovare domani al commissariato, va bene?"
"D'accordo" disse il ragazzo. Piper sbloccò il tempo e si allontanò insieme alla sorella.
Dopo aver visitato gli Uffizi e la maggior parte dei negozi della città, Piper e Phoebe tornarono all'albergo.
"Pensi che Dan sappia di Leo?" chiese Piper alla sorella.
"No, non credo"
"E allora perché se n'è andato, quando siamo partite per l'Egitto?"
"Credo che lo potrai chiedere direttamente a lui, stasera!"
"Lo sai, non so proprio come comportarmi con lui, mi sento quasi colpevole…"
"Per cosa? Per averlo lasciato? Se tu avesti deciso di stare con lui ma il tuo cuore avesse sempre amato Leo, credimi, avresti sofferto tu e avresti fatto soffrire Leo e Dan. Facendo la tua scelta hai risolto la situazione"
"Forse hai ragione" disse Piper con un sorriso.
"Senza forse. Sono o no un genio?" disse Phoebe.
"Con la tua modestia ti fai onore, sorellina!"

La sera, alle diciannove e trenta precise, le due Halliwell erano davanti al ristorante ad aspettare i loro due amici. Piper, nonostante tutto quello che le aveva detto la sorella, era a disagio. Jenny e Dan si presentarono solo cinque minuti dopo. Dan era cambiato. Era quasi più affascinante dall'ultima volta che l'avevano visto. Era diventato più muscoloso e aveva un filo di barba che gli contornava la bocca.
Una volta a tavola, i quattro, o meglio, Dan e Jenny, raccontarono come erano trascorsi gli ultimi mesi.
"Ho scoperto la mia vera vocazione e sono diventato attore."
"E anche piuttosto famoso" l'interruppe la nipotina "Si può dire che è l'idolo delle folle"
"La solita esagerata!" esclamò Dan alle sorelle e Jenny gli fece linguaccia.
"A parte gli scherzi, che ci facevi sul set di Hannibal?" chiese Piper
"Sono stato scelto per impersonare Rinaldo Pazzi, il detective che…"
"… che dà la caccia a Hannibal a Firenze ma poi viene scaraventato giù da una finestra di Palazzo Vecchio. Brutta fine, poveretto" finì per lui Phoebe.
Dan rimase un attimo interdetto dalla conoscenza di Phoebe per l'argomento.
"Hey, e a me non considerate neppure?" chiese Jenny "Non avrò una bella parte nel film ma la critica mi ha giudicato una promessa futura e una grande attrice già adesso"
"Complimenti a tutti e due" disse Piper "Siete diventati famosi"

Dopo cena le due future stelle di Hollywood accompagnarono le Halliwell in un giro turistico per le colline toscane. Ad un certo punto Jenny, che parlava con Phoebe, le chiese:
"Vuoi venire a vedere il nostro albergo? Se Anthony e Jodie non stanno dormendo te li presento"
"Sì, vengo volentieri, grazie!" disse la minore.
"Piper, vuoi venire anche tu?"
"No, grazie, Jenny. Vi aspettiamo qui"
"A dopo!" disse la piccola, mentre conduceva Phoebe all'hotel. E Piper, per la sua cocciutaggine (o per volontà propria?) era rimasta sola con Dan. Si sedettero entrambi su una panchina, in uno spiazzo illuminato da dove si poteva avere una splendida vista di Firenze.
"Perché te ne sei andato senza dire niente?" chiese Piper e subito se ne pentì. Detta in questo modo sembrava che gli fosse mancato e non era proprio così.
"Quando seppi che Leo vi aveva seguite, ho pensato che fosse stata tutta una bugia e che eravate partite solo per stare insieme, tu e lui"
"No, noi avevamo veramente qualcosa da fare ma… " non poté finire la frase perché Dan, rinfrancato dalle sue parole, l'aveva baciata. Lei lo respinse.
"Mi dispiace. Possibile che debba essere tanto sfortunata? Quando te ne sei andato, mi hai dato modo di non farti soffrire, dato che avevo fatto la mia scelta, ma ora…" Piper si interruppe per guardare il ragazzo.
"Dan, Leo ed io siamo sposati"
"L'avevo intuito che nascondevi qualcosa. È tutta la sera che sei strana."
"E non sei arrabbiato?"
"E perché?" Disse Dan. Non stava mentendo. In fondo era solamente geloso… ma quando Piper gli sorrise, tutti i suoi risentimenti andarono a farsi benedire.
"Grazie" disse lei e poi si alzò e raggiunse correndo la sorella, che stava uscendo dall'albergo, dopo aver conosciuto i due grandi attori.

Più tardi, in albergo…
"Ciao Prue" disse Phoebe al telefono "come va' laggiù in America?"
"Sempre uguale, sorellina. E voi vi divertite?"
"Sì, anche se oggi, mentre guardavamo gli attori di Hannibal dei fiorentini si sono messi ad urlare e poi c'è scappato un morto, una scrittrice, mi pare"
"Che cosa?!?" chiese la maggiore, preoccupata per il rischio di demoni.
"Tranquilla, a quanto sembra, la polizia ha arrestato l'assassino. Ma sai chi abbiamo rincontrato?" 
"Chi?" chiese Prue
"Nicola, Jenny e…" sottovoce "C'è Leo?"
"No, è appena andato al P3"
"… e Dan " concluse la minore "Lui e la nipote sono attori mentre Nicola è un poliziotto."
"E Piper, come ha preso l'incontro con il suo ex?"
"A quanto mi ha detto gli ha raccontato tutto e lui non si è arrabbiato"
"Che diritto aveva di arrabbiarsi? Ora nostra sorella non può permettersi il diritto di scegliere per la sua vita."
"Hey non te la prendere con me, sorellina. Io non ho fatto niente!"
"Sì, scusami. Ci sentiamo domani!"
"Va bene, salutaci Leo"
"D'accordo, ciao"
"Ciao" Phoebe riattaccò il telefono e si mise a guardare il panorama dalla finestra. Stava pensando a Nicola quando sentì un rumore dietro di lei. Si voltò di scatto, ma dietro di lei c'era solo una finestra aperta, con la tenda bianca che era mossa da una leggera brezza. Andò a chiuderla ma si accorse di un'ombra che apparse dietro di lei. Si voltò, più velocemente possibile e si ritrovò di fronte il quarantenne che aveva parlato con la donna, il pomeriggio ma, naturalmente, Phoebe non lo poteva sapere. L'uomo tirò fuori dalla cintura il coltello, uguale a quello che aveva preso la donna, che poi era morta insieme al marito (facendosi a pezzi a vicenda), qualche centinaia di metri da dove erano le due sorelle.
Mentre l'uomo fendette l'aria con il suo pugnale, diretto al collo di Phoebe, lei spiccò un balzo, cercando di dargli un calcio, ma rimase ferita alla gamba. Vedendo il misterioso individuo farsi avanti, cominciò a gridare.
"Ma si può sapere che succede? Nemmeno la notte si può stare in pace!!!" esclamò un vicino di stanza. L'uomo, sentendosi scoperto, si avviò alla porta, mentre Phoebe cercava di alzarsi. Poi ci ripensò, tornò indietro e aprì la mano davanti al volto della ragazza, fece un sorriso e scappò.
"FERMATI!!!!!!" esclamò la Halliwell ma ormai il misterioso uomo se n'era andato.
L'uomo aveva letto i pensieri della giovane e aveva visto una sorella, anche lei con dei poteri, qualcosa che aveva a che fare col tempo.
"Forse il Tempo è proprio lei!" esclamò uscendo. Poi diventò di nuovo silenzioso, cercando di sorprendere la  secondogenita.

Piper era uscita dall'hotel per stare un po’ tranquilla. C'era un fresco delizioso! Stava pensando di chiamare anche Phoebe quando la sentì gridare e corse verso l'albergo. Stava imboccando il vialetto d'ingresso quando qualcuno, dal dietro, la buttò a terra. Provò a usare il suo potere ma sembrava non avere effetto sul suo aggressore che le si mise in ginocchio sulla schiena, facendole mancare il fiato.
"Con  tuoi poteri non mi fai che il solletico, streghetta." Disse con voce profonda l'uomo. Nell'albergo si accesero alcune luci. L'uomo non aveva tempo per ucciderla.
"Sei fortunata, per ora. Ricordati che Mark vi farà di nuovo visita" disse mentre, lentamente con il coltello, feriva Piper da spalla a spalla. Poi si alzò e scappò.
Le due sorelle vennero condotte in ospedale. Per fortuna, le condizioni non erano critiche. Nessuna delle due aveva avuto bisogno di punti e sarebbe bastato un po’ di riposo per farle tornar in forma. Ricevettero la prima visita solo il pomeriggio dopo quando una graziosa infermiera mora venne a stabilire le loro condizioni.
"Salve, signorine, io sono Mathilda."
"Ciao Mathilda" disse Phoebe.
"Allora, come vi sentite oggi?"
"Come ieri. Mi sento la schiena in fiamme" esclamò Piper.
"Beh, è quasi normale. In fondo non vi hanno certo fatto le carezze."
"No, dacci del tu. Io sono Phoebe e lei è mia sorella Piper"
"Va bene, Phoebe." Rispose lei. "Ora, però, devo fare il mio controllo sennò il capo reparto si fa venire una crisi".
Circa mezz'ora dopo Mathilda uscì lasciando le due Halliwell riposare. Purtroppo per loro non ne ebbero tempo. Appena la ragazza ebbe svoltato l'angolo, apparve di nuovo Mark da un corridoio e si diresse in camera delle sorelle che, dormendo, non si accorsero del loro nuovo ospite fino a quando lui non le chiamò.
"Svegliatevi, signorine! Abbiamo poco tempo e non vorrei essere interrotto durante lo show. La vostra morte non può attendere"
Piper provò ancora una volta a bloccarlo ma i suoi poteri non ebbero effetto su di lui. Fu Phoebe a salvare per il momento la situazione. Mentre Mark era impegnato con Piper, lei afferrò la caraffa d'acqua sopra il suo comodino e gliela lanciò. Preso alla sprovvista l'uomo si prese la pesante brocca sulla testa.
"Stupida." Disse lui asciugandosi il sangue che gli colava sul viso dai profondi tagli che aveva in fronte "Vorrà dire che sarai la prima a…". Non fece in tempo a finire la frase che venne scaraventato dalla finestra. Le due sorelle si voltarono contemporaneamente verso la porta, dove videro Mathilda.
"Mathilda, che … sei una… strega…" disse Phoebe ma non sapeva come articolare il discorso e si zittì.
"Sì, lo sono ma ora dovete dimenticare tutto" cominciò la ragazza facendo dei strani cenni con le mani ma Piper la interruppe.
"Ferma, non dobbiamo dimenticare. Siamo streghe anche noi. Io posso bloccare il tempo e Phoebe può avere premonizioni."
"Tu invece hai il potere della telecinesi" affermò Phoebe
"Anche…" ammise l'infermiera.
"Come quello di Prue, curioso" esclamò Phoebe a Piper.
"Prue!!!" esclamò la media "E se quel demone la attacca?"
"Dobbiamo tornare a casa"
"No!" si intromise Mathilda "Sentite, vi rilasceranno oggi ma non potete affrontare un viaggio di molte ore in aereo. Ci andrò io."
"Sei sicura?" chiese Phoebe.
"Sì, mi servono solo un paio d'indirizzi; casa vostra e l'albergo."
"Ecco" disse Piper porgendo all'infermiera un foglietto con sopra i due indirizzi appena scritti.
"Perfetto, quando vi faranno uscire, io andrò da vostra sorella."
"E se quel demone dovesse tornare?" chiese Phoebe.
"Non è un demone!"
"Ah sì, e che cos'è allora?" chiese Piper.
"Ve lo spiegherò più tardi. Se vi attacca, non usate il vostro potere ma prendetelo a calci, buttatelo dal terrazzo… cose del genere!"
"Peccato che stanza non sia ad una ventina di metri da terra, lo avresti potuto sistemare" disse sorridendo Phoebe.
"Già, un vero peccato" disse la ragazza uscendo.
"Ma che le è preso?" chiese Phoebe e Piper le rispose con una alzata di spalle.

Qualche ora dopo, le ragazze vennero rilasciate. Appena uscite incontrarono Mathilda.
"Ciao Mathilda, sei in partenza?" chiese  Piper.
"Sì, mettiamola così… ci incontriamo stasera al vostro albergo, ok?"
"Ce la farai per stasera?" chiese Phoebe, perplessa.
"Non preoccupatevi!" rispose lei e se ne andò, lasciando le due sorelle perplesse.
"Quella ragazza ha troppi misteri da nascondere. Chissà se ci vuole imbrogliare?" chiese Phoebe
"Non credo. Avrebbe già avuto l'occasione di prendersi i nostri poteri, se avesse voluto"
"Forse hai ragione" ammise la minore e insieme si avviarono verso l'albergo.
"Sai, forse dovremmo andare a trovare Nicola, magari ci può aiutare a fare un po’ di luce in questo caso!"
"Oddio, mi ero completamente dimenticata di lui. Gli avevamo detto che ci saremmo fatte vive" esclamò Piper.
"Se non era grazie ai clienti dell'albergo o a Mathilda ci saremmo anche potute fare morte!"
"Bella  battuta, complimenti" disse sarcasticamente la media.

Intanto, Mathilda si era nascosta in un vicolo e aveva usato un altro dei suoi poteri: il potere del teletrasporto. Apparve davanti a casa Halliwell, mentre Prue guardava la televisione. Sentendosi un po’ sciocca, suonò il campanello.
"Desidera?" chiese Prue appena si vide davanti la ragazza.
"Prue Halliwell?"
"Sì, e lei chi è?"
"Sono un'amica e devo parlarle delle sue sorelle"
Prue le chiuse la porta in faccia. In genere chi faceva questi discorsi era sempre un demone. Usò immediatamente il suo potere, astrandosi al P3. Fortunatamente erra chiuso perché sarebbe stato un bel problema portare via Leo di là. Si astrò di nuovo, questa volta a casa di Leo e Piper. L'Angelo era intento a ordinare dei libri sulla libreria e non si accorse di Prue alle sue spalle. Quando si girò, per poco non gli venne un colpo.
"Prue…" cominciò ma la ragazza lo interruppe.
"C'è sicuramente un demone alla mia porta. Per favore vieni ad aiutarmi."
"Va bene!" rispose Leo mentre Prue scompariva per rientrare nel suo corpo. Leo uscì di casa, abbastanza preoccupato dalle cause che un demone poteva portare senza il potere del Trio ma appena vide chi era il "misterioso demone "di fronte alla porta di Prue si rasserenò.
"Ciao, Mathilda" disse alla ragazza che cercava ancora di capire che le aveva detto di male.
"Leo?!?!?" esclamò lei girandosi.
"E tu che ci fai qui, "Demone misterioso"?"
"Che ci fai TU qui. E poi chi sarebbe il demone?"
"Ti spiegherò. Prue, puoi farci entrare. È una mia amica.".

Cinque minuti dopo, nel salotto di casa Halliwell…
"Allora, che è successo alle mie sorelle?" chiese Prue.
"Sono state aggredite ma stanno bene"
"Non mi dirai che…" cominciò Leo.
"Se vuoi non te lo dirò, ma il fatto di non dirtelo, non cambia le cose"
"Se non chiedo troppo, qualcuno può spiegarmi di che state parlando?" chiese esasperata Prue.
"Prue, prepara i bagagli, qualcosa e prendi il primo volo che trovi per Firenze, mentre tu, Leo, usa i tuoi poteri e raggiungimi a questo indirizzò" disse Mathilda, con un'aria da comandante (che di solito spetta a Prue) consegnando un foglio a Leo e scomparendo.
Prue, sospirando per la perdita di tempo, si avviò al piano di sopra ma Leo la richiamò.
"Prendi il Libro delle Ombre e torna giù"
Appena entrata nella stanza con il prezioso libro, Leo le spiegò la sua idea.
"Posso teletrasportarti con me se mi abbracci"
"Agli ordini, capo" scherzò Prue e, due minuti dopo erano nella stanza d'albergo con Piper, Phoebe, Nicola e Mathilda.
"Questa stanza si sta' affollando troppo!" esclamò Nicola.
Mathilda guardò male Leo che le rispose semplicemente
"Piccoli privilegi di un Angelo Bianco"
"Sorelline, come state" chiese Prue, andando verso di loro ma si dovette fermare. "Che mal di testa. Ma come fate voi a resistere?" chiese Prue a Nicola, Leo e Mathilda (tutti si sapevano teletrasportare)
"Semplice abitudine" risposero i tre in coro.
"Comunque, noi stiamo bene" disse Phoebe.
"E sembra che voi ci dobbiate delle spiegazioni" aggiunse Piper.
"Mi sembra naturale. Tutti ne vogliono." Disse cinicamente Mathilda. "Comunque… da dove posso cominciare, Leo?"
"Io direi dall'inizio, da tua madre" suggerì l'Angelo.
"Sì, può andare bene. Dunque… io ho molti poteri, oltre a quelli che avete visto perché sono figlia di un mortale con una Angelo bianco ed ho ereditato da lei tutti i suoi poteri. Purtroppo, quando io ero appena adolescente, mia madre ha sacrificato la sua vita per salvarmi da Mark, il nostro famoso amico che, diversamente da quanto si possa pensare, è un mortale"
"Che cosa?!? È impossibile, lui mi ha passato la mano davanti ed ha percepito Piper" protestò Phoebe.
"Confermo quello che ho detto: è un semplice mortale. Purtroppo è un po’ pazzo e durante la sua miserevole vita ha avuto la pessima idea di interessarsi ai libri di stregoneria. Ci ha trovato una specie di indicazione che indicava il modo per diventare Capo Assoluto dei Demoni" spiegò Mathilda.
"Te la ricordi ancora, dopo tutti questi anni?" chiese Leo.
"Come potrei averla dimenticata? Ho passato tutta la mia vita a cercare di fermarlo. È arrivato in Italia solo da due settimane. Comunque la formula diceva così: 

Uomo, se demone vuoi diventare
Quello che dico tu dovrai eseguire
Uccidi il Tempo,
La Forza,
Il Passato,
Il Presente,
Il Futuro,
Il Bene,
Il Male,
L'Amore
E la cosa più Preziosa
Se questo farai l'Assoluto diventerai

Ognuna di queste voci rappresenta una persona. Per esempio, il Passato era mia madre mentre il Male era un Angelo Nero."
"E la scrittrice di ieri mattina, forse, era l'Amore. Era una scrittrice di romanzi rosa" ipotizzò Nicola
"Probabile" ammise la quarta strega.
"E come si spiega il fatto che abbia dei poteri?" chiese Prue.
"Semplicemente dal fatto che ogni due bersagli eliminati il Male gli accorda un potere che è il futuro capo a decidere" disse Leo.
"Non capisco perché abbia fatto uccidere anche quella giovane coppia, Assunta e Pedro Keller, si sono uccisi a vicenda ma le persone che li hanno sentiti hanno detto che la donna lo accusava di averla tradita."
"Semplice, pura e sottile cattiveria. Qualche svago dovrà pur averlo, no?"
"Alla faccia dello svago!" esclamò Piper "Certo che ha strano gusti, questo pazzo"
"E perché i nostri poteri non funzionano su di lui?" chiese Phoebe.
"Forse semplicemente perché siate state prese di mira da lui" spiegò Mathilda.
"Ha ragione" rispose Piper " io sono il tempo, Phoebe il futuro, Prue la forza, Leo il bene… chi potrebbe essere il presente e la cosa più preziosa?" si chiese Piper ma nessuno poté risponderle.
"Come ha fatto a sorprendervi?" chiese Prue
"Beh… non so come sia potuto succedere. Io ero rimasta in camera. Sento un rumore, mi volto e le lo vedo apparire davanti. Quando cerco di disarmarlo mi ferisce alla gamba, mi passa una mano davanti e scappa via. Ve l'ho detto che è scappato solo grazie alla mia prontezza di riflessi, perché mi sono messa a urlare?" chiese Phoebe.
"No, non l'avevi detto" le rispose Leo.
"Per quanto riguarda me, poteva uccidermi tranquillamente, forse non lo ha fatto, grazie allo scompiglio creato da Phoebe. Io ero fuori e, quando ho sentito un urlo di Phoebe, sono tornate velocemente all'albergo ma appena entrata nel vialetto, Mark mi ha fatto cadere e mi ha ferito col suo pugnale."
"E mentre le tue protette si trovavano nei guai, tu dov'eri?" chiese cinicamente Nicola a Leo "Perché non hai sentito il loro pericolo?"
"Questo non lo so, ma tu che vorresti insinuare?"
"Vorrei insinuare che come Angelo Bianco non sei un granché, visto che sono dovuto scendere in campo io per far rimanere in vita le due sorelle"
"Piantala, Nicola!" esclamò Mathilda "Non poteva sentirle perché i "candidati" a diventare gli Assoluti diventano invisibili agli Angeli e immuni dai poteri"
Leo gli rivolse un sorrisetto cinico e Nicola lo guardò male. Mentre i due ragazzi si battibeccavano silenziosamente, squillò il telefono. Phoebe andò a rispondere.
"Piper, vogliono a te!" disse porgendo la cornetta alla sorella, con una faccia strana. Piper rispose e dopo poche frasi riattaccò.
"Chi era?" chiese Prue.
"Dan" rispose Piper. Leo si accigliò e Piper se ne accorse.
"Piantala, Leo, è una cosa seria. Torno fra poco" disse. Si avviò alla porta senza aggiungere altro.

Tornò all'albergo circa dieci minuti dopo ed aveva compagnia. Dan era venuto con lei. Per evitare commenti strani, Piper lo fece aspettare un attimo fuori della porta per avere il tempo di spiegare agli altri che cosa era successo.
"Jenny è stata uccisa" annunciò. Nella stanza cadde un silenzio di tomba. Piper continuò:
"Ho portato Dan con me, credo che sia giusto che sappia. Che ne dite?"
"Fallo entrare" disse Prue. Dan entrò e, sconvolto dall'accaduto, si sedette sul letto.
"Te la senti di dirci che è successo?" gli chiese Prue.
Dan la guardò come se la vedesse per la prima volta.
"C'è poco da dire. Sono entrato nella sua stanza d'albergo e l'ho trovata pugnalata. Chiunque l'abbia fatto, non la passerà liscia"
"Il presente!" mormorò Phoebe.
"Cosa?" chiese distrattamente il ragazzo. Piper gli si sedette vicino e gli prese le mani.
"Dan, noi sappiamo chi l'ha uccisa"
"E chi? CHI E' STATO?" urlò Dan, furente.
"È stato una sorta di demone" disse Prue.
"Cosa?"
"Sì, i nostri nemici abituali. Noi… abbiamo dei poteri… e li usiamo per difendere il Bene" spiegò Phoebe.
"Ma allora…" non riuscì ad aggiungere altro. Aveva capito tutto. " E che avete intenzione di fare? Aspettare che quella creatura si annoi di questo gioco?"
"Stavamo appunto cercando di elaborare un piano" disse quasi stizzito Leo.
A quelle parole, la stanza si invase di luce verde e apparve Mark. Mathilda, alla sua apparizione, si nascose dietro a Leo e Nicola.
"Ciao Dan, grazie alla tua nipotina ho avuto questo potere. Mi dispiace per lei, niente di personale, ma avrebbe potuto avere un grande futuro"
Dan si alzò e si diresse verso l'uomo, che lo aspettava, divertito.
"Fermati. Non capisci che ti sta' provocando apposta?" gli disse Piper, femandolo.
"Già, Dan, ascolta la tua ex- ragazza. A proposito. Come ti trovi col tuo bel maritino, Piper?"
Piper non rispose, per non farsi prendere dalla rabbia e Leo non voleva attirare la sua attenzione si Mathilda. Vedendo che nessuno aveva accettato le sue provocazioni, Mark continuò.
"Bene. Potrei uccidervi tutti e subito ma non so se farvi soffrire di più prendendovi uno a uno.  Devo rifletterci a lungo. Comunque non c'è problema. Quando avrò deciso ve ne accorgerete. Ah, e non sperate di sconfiggermi con i vostri poteri, sono protetto dai più potenti demoni esistenti" e dette queste parole, si volatilizzò.
Prue, da solito generale, prese in mano la situazione.
"Non posso credere che non ci sia niente che possa fermarlo. Phoebe, Nicola e Mathilda, spulciate tutto il Libro delle Ombre e cercate qualunque cosa di utile. Piper, resta a disposizione di Phoebe per qualsiasi cosa. Leo… fai un po’ tu. Io porto Dan all'hotel a prendere qualcosa di utile" dopo aver dato ordini a destra e a manca, Prue, sentendosi soddisfatta, se ne andò con Dan.
"Il nostro capitano, che faremmo senza di lei…" disse Phoebe "Andiamo, diamoci da fare!" continuò rivolta agli altri.
"Sì, arriviamo" rispose Mathilda.
Dopo che i tre se ne furono andati, Piper e Leo rimasero finalmente soli.
"Come stai, veramente?" chiese Leo.
"Sto bene e anche il piccolo. Dopo che Mark mi ha attaccata, ho fatto degli accertamenti, all'ospedale. È tutto a posto"
"Quindi le tue sorelle lo sanno!"
Piper per tutta risposta, abbassò lo sguardo.
"Piper, avevi promesso di dirglielo" la rimproverò Leo
"Lo so, e so anche che ne saranno felici, ma non le posso abbandonare ora e se sapessero che aspetto un figlio, non mi permetterebbero più di aiutarle. Devo stare loro vicino, per sconfiggere questo pazzo. Quando lo avremmo sconfitto, glielo dirò"
Leo la guardò sospettoso.
"Te lo prometto" lo rassicurò lei
"Va bene, mi fiderò di te" le rispose lui, abbracciandola
"E il minimo che puoi fare"
"Forse ora dovremmo aiutare le tue sorelle, che ne dici?"
"Sì, adesso dobbiamo concentrarci su Mark"
"Io vado dai Capi a chiedere informazioni"
"Ciao" gli disse Piper, mentre Leo si teletrasportava, e la stanza veniva illuminata di luce azzurra.

La sera, più tardi, le tre sorelle, Leo e Nicola parlavano di quello che avevano scoperto.
"… cioè niente" finì Phoebe.
"Come, niente?" chiese Prue
"Non abbiamo trovato nessuna traccia utile per il nostro caso, sul Libro delle Ombre" disse Nicola
"Né io ho trovato molto, se non quello che ci ha detto Mathilda" continuò Leo
"E quindi non ci resta altro da fare, se non morire?" quasi urlò Piper
"Abbiamo sempre il Potere del Trio" disse Prue
"Sì, ma se non bastasse? In fondo non è un demone, ma è un mortale. L'unico soluzione logica sarebbe affrontarlo con una pistola e sperare che almeno quella funzioni contro di lui" continuò Piper, arrabbiata.
"Piper, il Potere ci ha sempre protette"
"Questo non è del tutto vero, Prue!" si intromise Phoebe.
"Phoebe! Ora non ti ci mettere anche tu!"
"Ecco, ora io non posso nemmeno parlare. Perché sono la più piccola? O perché mi caccio sempre nei guai, come dite voi?"
"Phoebe, non abbiamo mai detto questo, e comunque, questo non c'entra niente con il demone" disse Piper, sempre arrabbiata.
"Ora basta, Piper, non ti fa bene arrabbiarti, nelle tue condizioni"
Tutti si voltano verso Nicola, che aveva parlato, poi Leo e le due sorelle guardano Piper.
"Nicola, posso parlarti un attimo?" chiese Piper, quasi furente trascinandolo in un'altra stanza.
"Ma che intendeva dire?" chiese Phoebe alla sorella, che rispose con un'alzata di spalle.
"Mi spieghi che volevi dire?" chiese Piper, una volta al sicuro da orecchie indiscrete.
"Lo sai benissimo, Piper, e lo so anch'io quindi è inutile che lo neghi"
"A cosa ti stai riferendo, scusa?" disse Piper, facendo finta di niente.
"Avanti, Piper, non prendermi per scemo. So che aspetti un bambino." 
"È così evidente?"
"No, lo so perché ho un potere simile a quello di tua sorella, di Phoebe. Solo che le mie visioni non sono precise come le sue. Sono una specie… di presentimento."
"E che sai di preciso del piccolo?"
"Non molto. So che sarà una bambina ma… è in pericolo"
"Che cosa?!? E da chi?"
"Immagino dalla stessa persona che minaccia te e le tue sorelle."
"Non gli sarà facile farle del male. Ma tu come sai queste cose?"
"Io sono una specie di Angelo Bianco minore, come Mathilda"
Piper sorrise e si avviò alla porta seguita da Nicola. Poi si girò di nuovo verso di lui.
"Ah, Nicola… non dire niente alle mie sorelle. ancora non lo sanno ma voglio aspettare a dirglielo."
"Va bene, conta su di me!". E detto questo i due rientrarono nella stanza dove Phoebe e Prue li aspettavano, curiose. Ma la loro curiosità rimase insoddisfatta perché Piper e Nicola non dissero niente e i cinque continuarono a cercare di organizzare un piano passabile per sconfiggere Mark e quando arrivarono anche Mathilda e Dan, non avevano ancora uno straccio di piano.
"E se provassimo a rubargli il pugnale?" ipotizzò Dan.
"Potrebbe essere un'idea. Le tr… due vittime trovate erano state entrambe pugnalate" aggiunse Nicola. Per un attimo aveva voluto dire tre ma non voleva far ricordare a Dan la morte di Jenny.
"Sì, è vero e noi siamo state ferite con il suo pugnale!" aggiunse Phoebe.
"È possibile che sia la sua fonte di forza, Mathilda?" chiese Prue
"È possibile ma non sono matematicamente sicura di questo. Può darsi che non sia il suo punto debole."
"Con qualcosa dovremmo pure tentare, non credi?" disse Leo
"Sì, anche se è una teoria incerta è sempre meglio di niente. Dovremmo pur provare a difenderci" disse Piper guardando Nicola.
"Non preoccupatevi, se tutto dovesse andare veramente male, ci sarà sempre l'ultima carta da giocare."
"Che vuoi dire?" chiese perplessa Prue.
"Lascia perdere, capirai" rispose misteriosamente Mathilda.
Dopo questo enigmatico discorso, le tre sorelle, Mathilda, Leo, Nicola e Dan (tutti nella camera di Piper e Phoebe) si misero a dormire.

Nel bel mezzo della notte, Leo si svegliò di soprassalto, svegliando Piper, che dormiva vicino a lui.
"Leo, che hai? Ti senti male?" chiese sussurrando la ragazza poggiandogli la mano sul braccio.
"Non lo so… mi sento strano"
"Che sta succedendo? Stai scomparendo"
"Credo che Mark mi stia catturando" le rispose, guardandola.
"Ti giuro che non ti lascerò solo" gli disse Piper, guardandolo. Lui le sorrise e scomparve.
"Ragazze, svegliatevi, Leo è scomparso."
"Sarà uscito, Piper, lasciami dormire. Sono le 3:30 di notte" le rispose Prue, ancora mezza addormentata.
"Magari fosse così. Leo è letteralmente scomparso. Si è svegliato di soprassalto e si è volatilizzato, ma non come fa di solito"
"Beh… più o meno quello che sta succedendo a te, sorellina" osservò Phoebe. Piper, incuriosita alzò una mano e riuscì quasi a vedere la sorella davanti a lei.
"Se volete seguirla, toccatela. Probabilmente quel codardo di Mark ci vuole distruggere uno a uno, così saremo più deboli." Disse Mathilda che, come tutti d'altronde, si era svegliata.
Immediatamente, Prue e Phoebe presero Piper per mano. Mathilda le poggiò una mano su una spalla e Nicola sull'altra. Anche Dan si avvicinò a loro.
"Perché vuoi venire, Dan? Mi sembra un suicidio anche per noi" disse Piper.
"Voglio, anzi, devo vendicare Jenny. Aveva solo quindici anni e quel pazzo le ha tolto la vita per diventare il re dei demoni. Quindi non cercare di convincermi. Vengo anch'io" e detto questo, le cinse la vita con un braccio. Dopo pochi attimi, Piper scomparve.
"Perché se Mark voleva solo Leo è sparita anche Piper?" chiese Nicola a Mathilda
"Probabilmente lo ha toccato, come noi abbiamo fatto con lei, come dire… contagiandoci della magia fatta da lui."
"Ma come sai così tante cose sul suo conto?" chiese Dan.
"È una lunga storia" concluse evasiva Mathilda.

Intanto Piper si era ritrovata in una collina. Con la luce della luna, la ragazza poté vedere cosa la circondava. Era ai margini di un grande prato, dove cominciava il bosco. si addentrò fra i grandi alberi, quasi guidata da una forza sovrannaturale fino ad una radura. Qui vide Mark che stava giocando al tiro al bersaglio con Leo. Sfortunatamente per lui, un colpo era andato a segno, colpendo l'Angelo alla spalla.
"Ma guarda che peccato, ti ho colpito. Beh, ora cercherò di non ti fare più soffrire" disse Mark, preparandosi a lanciare un altro coltello. Mentre era in aria, Piper bloccò il tempo e lanciò un sasso al coltello, facendogli cambiare traiettoria. Anche se il suo intervento durò pochi secondi il semidemone si accorse di lei.
"Ma guarda chi ci è venuta fare compagnia, Leo, tua moglie che ti ha appena salvato la vita" disse il demone guardandosi intorno mentre Leo guardava il coltello che si era infilato nell'albero, a pochi centimetri dal suo volto.
"Vedo che ti piace giocare a nascondino, eh, Piper?" disse Mark dirigendosi verso gli alberi "Ora vediamo se riesco a trovarti". Appena il demone fu uscito dalla radura, Piper sbucò fuori dagli alberi e si avvicinò a Leo.
"Piper, vattene. Se ti trova ti ucciderà"
"Non dire sciocchezze. Non mi farò prendere tanto facilmente" replicò la ragazza, controllandogli la ferita.
"Tana per Piper" i due si girarono e videro Mark che li fissava con un sorriso cinico. "Mi dispiace ma hai perso. Sai, non ti facevo tanto sprovveduta. E quindi la prossima sei tu" dette queste parole, Mark si avvicinò velocemente a Piper, senza lasciarle il tempo di muoversi e sguainò l'ultimo dei suoi famosi coltelli, avvicinandolo alla gola della ragazza.
Leo, disperato, guardava la sua Piper forse negli ultimi istanti di vita, quando il demone venne scaraventato contro un albero.
Apparvero quasi magicamente da dietro gli alberi gli altri: Prue, Phoebe, Mathilda, Nicola e Dan.
"Prue, grazie, tempismo perfetto" disse Piper.
"State bene?" chiese Mathilda.
"Io sì, Leo non troppo" disse la ragazza, mentre l'Angelo di avvicinava.
"Non vi preoccupate, ci penso io" disse Nicola, avvicinandosi a Leo. "Scusa, amico" gli disse e gli tolse il coltello dalla spalla. Leo urlò. Poi Nicola gli impose le mani sulla ferita e lo guarì.
"Hey, ma quanti coltelli ha?" chiese Phoebe "Il nostro piano allora non funziona se ha a disposizione più di un coltello"
"Quello è l'ultimo" spiegò Piper.
"Allora uccidiamolo una volta per tutte." Disse Prue, decisa.
Tutto il gruppo si avvicinò al punto dove Prue lo aveva scagliato ma non lo trovarono.
"Illusi" una voce alle loro spalle. Mark gli apparì davanti per un secondo o due e poi scomparve di nuovo. I sette si misero a cerchio, cercando di difendersi a vicenda ma il demone apparì al centro del cerchio. Immediatamente Mathilda, Leo e Nicola scomparvero, Prue lo lanciò di nuovo verso un albero e Dan gli si avvicinò, minaccioso.
"Scusami se sono costretto ad ucciderti, niente di personale." Disse il ragazzo avvicinandosi a lui, minaccioso.
Mentre Dan stava per scagliarsi contro di lui, un lampo fendette l'oscurità e si sentì una voce minacciosa.

"MARK, erede del male.
Sei accerchiato e alla morte non puoi scampare.
A meno che  non vengano dall'oscurità
tutti i poteri della malvagità"

A quelle parole, l'uomo si rialzò in piedi e guardò Dan con aria paziente. Poi semplicemente puntandogli il dito contro lo scagliò lontano.
Mentre Leo e Nicola ricomparivano, dopo aver tentato di tendergli un agguato nella dimensione parallela, le tre sorelle si spostavano alle spalle di Mark, ora ufficialmente demone perché padrone di tutti i tipi di poteri.
"Voi due fermi lì" disse rivolto ai due ragazzi, facendoli bloccare sul posto. Piper tentò un attacco alle spalle ma, sempre con il potere della telecinesi, Mark la spedì contro un albero.
"Le tre Halliwell hanno un piccolo contrattempo" disse e con una strana mossa della mano, legò tutte e tre le sorelle ad un albero, trasformando i loro abiti e facendole assomigliare ad antiche vittime sacrificali… sedute su una catasta di legna che cominciava a prendere fuoco. Mark si avvicinò intanto a Dan, brandendo il pugnale.
Prue stava disperatamente di liberarsi quando Piper le suggerì un'idea.
"Prue, prova ad usare la tua proiezione per liberarci"
"Sì, potrebbe funzionare." Disse Prue, astrandosi.
Intanto Phoebe era svenuta, o così sembrava. In realtà era quasi in un sogno, con nonna Penny.
"Phoebe, anche se non era questo il momento stabilito, abbiamo deciso di darti il tuo potere attivo."
"Nonna,  davvero? Grazie!" riuscì a dire Phoebe
"Ora torna dalle tue sorelle. Hanno bisogno di te!"

Phoebe riaprì gli occhi e vide che il fuoco stava cominciando a crescere. Vide che Mark stava "giocando" con Dan nel senso che lo stava braccando. Vide Nicola e Leo assistere impotenti a tutto ciò. Sentì una grande rabbia crescerle dentro e un fulmine azzurro le scaturì dalle mani, incenerendo le corde, ma lasciando lei e le sue sorelle illese.
Prue tornò nel suo corpo.
"Phoebe, ma… "
"Ho sognato la nonna che mi ha dato il mio potere attivo. Credo che si attivi con la rabbia" disse e fece partire una saetta contro il demone, ma rimanendo entusiasta raccontando alle sorelle quello che era successo.
"Ora è giunto il momento di ucciderlo" disse sempre determinata Prue, strappandogli il coltello di mano, con il suo potere. Purtroppo il potere di Phoebe non aveva avuto molto effetto, Mark era ancora vivo.
Appena Prue gli prese il coltello, lui ne fece apparire un altro, dalle sue mani.
"Ricordate, tutti i poteri. Regalo dell'Uomo Nero" spiegò alle sorelle.
Phoebe tentò con un altro fulmine, ma Mark lo fermò, con un potere simile a quello di Prue e incendiò gli alberi tutt'intorno.
"E ora siamo anche in lotta contro il tempo. Anzi, siete in lotta conto il tempo, perché se voi morite, io risorgerò come Assoluto" disse il demone, con una luce omicida negli occhi.
"Non potresti, ti mancherebbe sempre la cosa più preziosa!" disse una voce femminile.
Mark si girò verso di lei, verso Mathilda.
"E perché dovresti essere tu, scusa?"
"Ma come, non mi riconosci? Anche se sono passati diversi anni, non ti puoi essere dimenticato di me. A meno che tu non ti sia già dimenticato di mia madre. Dicevi sempre che le assomigliavo…" Mathilda cominciò a mostrarsi titubante, assalita dai ricordi.
"Mathilda!" disse Mark
"Già. Vedo che ti ricordi di me"
"Una figlia non si dimentica facilmente"
"E nemmeno un padre che ti uccide la madre a soli otto anni, te l'assicuro!" gli urlò lei "Avanti, se ci tieni tanto ad avere il potere, coraggio, uccidimi!" continuò lei in lacrime.
"Mathilda, non ti posso uccidere" pensò lui "Nemmeno per il potere, non posso. Rinuncio al mio piano, solo ora mi accorgo della sua crudeltà"
Mark cominciò il suo discorso:
"Mathilda, io…" ma Mizar (il demone di The Evil Planet) intuì i suoi pensieri e ingannò la sua mente. Invece di vedere la figlia, davanti a lui apparve la moglie. La moglie tanto amata ma che aveva tentato di ucciderlo varie volte e che aveva cercato di portarle via la figlia. Lo invase una cieca rabbia e si avventò sulla povera ragazza, brandendo il suo pugnale, sotto gli sguardi attoniti degli altri.
Dopo che Mathilda fu morta, si sentì di nuovo la voce minacciosa e altisonante, rivolta al demone.
"Ora che sei riuscito ad eliminare il bene più prezioso, uccidi gli altri e sarai finalmente il Capo"
Mark sbatté le palpebre più volta, incapace di credere ai suoi occhi. Mathilda, il suo gioiello era morta, lui l'aveva uccisa. Alzò gli  occhi pieni di lacrime verso tutti i presenti nella radura, mentre il fuoco si stringeva sempre di più ed emise un grido di dolore.
"E dove condurrà tutto questo? La vincita del male? No. Il male non vincerà mai. Tutto questo è inutile. Mathilda è morta per nulla. Che il male possa sempre il perdere. E chiunque mi abbia indotto a fare questo, sia maledetto in eterno!" gridò Mark e detto questo si uccise, con lo stesso pugnale che aveva tolto la vita a centinaia se non a milioni di persone, in tutta la sua "carriera": il pugnale dei demoni.

Il male aveva perso un'altra volta. Un possibile Capo era stato distrutto. Tutti i demoni avevano sete di vendetta, e purtroppo, a farne le spese furono le Halliwell.
La voce si fece di nuovo sentire, squarciando il silenzio che si era venuto a creare.

"Le vostre forze sono molto potenti
Ma  che non dominino mai le future menti
Questa del male è la maledizione
Che non possa continuare la vostra generazione"

Questo significava una sola cosa: la bambina di Piper e le future figlie di Prue o Phoebe non sarebbero mai nate. Era impossibile spezzare una maledizione pronunciata da tutti i demoni.
Piper, capito quello che era successo, cadde in ginocchio, piangendo. Leo e Nicola le si avvicinarono, cercando di confortarla mentre le due sorelle e Dan li guardavano, stupiti.
Una luce azzurra li circondò e le fiamme che stavano consumando il bosco si spensero. I sei si ritrovarono nella loro stanza d'albergo.

Più tardi, quando Piper si fu addormentata, sfinita e Dan se ne fu andato, Leo spiegò a Prue, Nicola e Phoebe cos'era successo.
"Tutti i demoni esistenti vi hanno lanciato una maledizione. Hanno ordinati che la vostra generazione non possa essere continuata."
"Sì, capisco che Piper ne sia rimasta sconvolta, ma non mi sembrava il caso di… prendersela come ha fatto lei. In fondo, c'è sempre una soluzione." Disse Phoebe.
"No" disse Leo "Non ci sono metodi per togliere una maledizione tanto potente."
"No, aspetta un momento. Mica mi vorrai dire che… "cominciò Prue, ma non ebbe la forza di finire la frase.
"Esatto" ammise Leo.
"E perché non ci ha detto niente?" chiese di nuovo Prue
  vostra sorella, dovreste saperlo bene. Lo sapete che è testarda e se si mette in mente una cosa… si era convinta che dovevate essere in tre per distruggere il demone"
"E così si è rovinata la vita" disse Phoebe. "Mentre tu lo SAPEVI" urlò rivolta verso Nicola, che stava vicino alle due sorelle, con aria condiscendente. " Perché non ci hai detto niente?"
"Ehi, calma Phoebe, Piper mi ha supplicato di non dirvi niente. E poi come hai fatto…"
"A saperlo? Semplice, di solito sei il primo a sapere le cose, ma soprattutto, sei curioso e fai un sacco di domande. Il tuo silenzio è sospetto!"

Intanto, mentre le due sorelle e i due Angeli stavano parlando, Piper ricevette una visita inaspettata. Si era appena addormentata che sentì un rumore, ma non proprio sentì, piuttosto lo percepì con la mente. Aprì immediatamente gli occhi e si ritrovò davanti Mark.
"E tu che ci fai qui, vattene!" disse lei.
"Calmati, nipotina mia" una nuova voce, questa volta dietro di Piper. Allora la ragazza si girò vide la sua adorata nonna Penny.
"Lui è stato perdonato" continuò la nonna.
"Per tutti i suoi crimini?" chiese incredula la nipote.
"Sì, un pentimento è una cosa preziosa" una nuova voce. Questa volta era Mathilda.
"Mathilda!" esclamò Piper
"Mi dispiace per quello che è successo alle tue sorelle ma in particolare a te, per questo ho cercato in tutti i modi di annullare la maledizione" spiegò Mark.
Piper stava ascoltando quello che era successo a Mark, dopo la sua morte e cosa aveva intenzione di fare, quando entrò Phoebe, e lo vide.
"TU, DI NUOVO QUI?!? PRUEEEEE"
"Calmati, Phoebe, guarda" disse la sorella indicando la nonna e Mathilda.
"Nonna!" disse Phoebe, andando perso di lei per abbracciarla
Prue entrò nella stanza e anche lei vide la nonna.
"Ma che sta' succedendo, qui?" chiese la maggiore.
"Mark è stato perdonato, e tutti gli spiriti protettori si sono alleati, per cercare di sciogliere la maledizione" spiegò la nonna.
"Credo che di serva anche l'aiuto dei vostri due Angeli" disse Mathilda
Appena anche Leo e Nicola vennero informati di ciò che stava accadendo, il controincantesimo ebbe inizio.
I tre spiriti e i due Angelo Bianchi si disposero a cerchio, con le tre streghe al centro e cominciarono a recitare una formula:

"Se del bene siete le servitrici
Non vi feriscano i malefici"

La ripeterono tre volte e, pronunciate queste parole, le tre sorelle vennero come avvolte da una folata d'aria calda.
"Ora è tutto a posto" disse Mathida
"Che possiate avere una vita felice" aggiunse Mark
"Arrivederci, bambine mie" disse la nonna e improvvisamente, i tre scomparvero.

Nove mesi dopo…
"Ma dov'è la mia nipotina preferita?" disse Phoebe, prendendo Melinda (che aveva tre mesi) dalle braccia di Piper.
"Veramente è la tua unica nipote, a meno che  Prue non si decida a sposarsi ed avere anche lei una famiglia" disse Piper
"Simpatica, come se fosse facile trovare un ragazzo decente al giorno d'oggi!" disse sarcastica Prue.
"Allora, Melinda, mi dici che potere hai?" chiese Phoebe rivolta alla piccola
"Phoebe, qualunque potere sia, non può saperlo utilizzare. È ancora così piccola!" le disse Prue
"Che ne dici, piccola, fulminiamo la zia?" disse scherzando la minore delle sorelle, ma vedendo che Prue le si avvicinava minacciosa, si affrettò a risponderle:
"No, non puoi, ho mia nipote!"
"Non vale con gli ostaggi!" protestò Prue
"Non c'è problema" disse Piper riprendendosi la figlia e lasciando le due sorelle a rincorrersi.
"Piper, questa me la paghi!" urlò la minore
Nel bel mezzo del "combattimento" suonò il campanello e Piper come al solito andò ad aprire. Trovò Nicola alla porta.
"Ciao Piper le tue sorelle…" si interruppe sentendo tutto il baccano " Presumo che ci siano"
"Risposta esatta, vieni, accomodati!" disse la secondogenita facendolo entrare.
"È lei la famosa figlia?" chiese il ragazzo.
"Sì, è lei "
"È un vero amore!!!" rispose lui "ciao piccola"
Come se lo avesse capito, Melissa sorrise.
In quel momento Phoebe si precipitò giù per le scale per cercare di evitare la sorella. Vedendo il ragazzo diventò tutta rossa per il suo comportamento infantile e, fattasi coraggio, entrò in salotto.
"Ciao Nicola, come va?" chiese lei
"Nicola!" lo salutò Prue dalle scale.
"Ciao" rispose lui, poi, rivolto a Phoebe " Posso parlarti da solo, un attimo?"
"Certo" disse lei, un po’ sospettosa del suo comportamento e lo accompagnò in camera sua.
Appena i due furono entrati in camera, Prue e Piper si scambiarono un'occhiata complice e si diressero verso le scale ma Leo apparve davanti a loro
"Curiose! Lasciateli soli un po’."
"Va bene!" rispose Prue e tutti e quattro(Melinda compresa) tornarono in soggiorno a parlare.
Intanto, Phoebe era, per una volta senza parole.

Appena era entrata in camera sua, Nicola l'aveva guardata in un modo strano, quasi troppo serio per poter essere lui.
"Bene, che… che ci fai qui di bello?" chiese la minore, cercando di rompere la tensione.
Lui le si avvicinò e le disse
"Prova ad indovinare" poi la baciò dolcemente.
"Ma cosa…" disse Phoebe, disorientata.
"Io ti amo, Phoebe, vuoi sposarmi?"
Phoebe ci pensò su un attimo, poi rispose
"Nicola, io…"guardò il ragazzo, che sembrava avere capito i suoi pensieri, e la guardava un po’ triste, poi finì "certo che ti sposo" gli gridò saltandogli in braccio e baciandolo di nuovo.
"Ho creduto che mi volessi dire di no!"
Lui la abbracciò mentre lei gli posò la testa su una spalla.
"Non avrei potuto. Ti amo da impazzire!"
Phoebe lo prese per mano e si diresse in soggiorno, dove la aspettavano le sorelle.
"Vieni, andiamo a dirlo agli altri"
Nicola chiuse la porta e seguì Phoebe giù per le scale.

 
Scritto da Kika


Torna all'indice della Fan Fiction

Torna a Streghe Italia