Streghe Italia Fan Fiction

THE EVIL PLANET


TRAMA: le tre sorelle Halliwell vengono trasportate nel pianeta dei demoni dove il male regna sovrano. Questa volta nessuno le potrà aiutare. Riusciranno a salvarsi?

Data di inizio composizione racconto: 27/08/2000

Data di fine composizione: 03/09/2000

Adatto a tutti

Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Streghe Italia", e che tutti i personaggi di "Streghe / Charmed" utilizzati nel racconto sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
"Charmed" is a trademark of Spelling Television Production © 2000


" Sorelline, ma cosa…" cominciò Phoebe ma non fece in tempo a completare la frase che si ritrovarono a volare in alto, uscirono dalla casa per salire sempre più su.
Erano passate molte settimane dal matrimonio di Leo e Piper senza che le tre sorelle ricevessero attacchi da forze oscure. Naturalmente, Piper non aveva voluto allontanarsi dalle due amate sorelle e si era trasferita con "il suo adorato maritino" nella casa a fianco, quella di Dan, che se n'era andato ancor prima che Piper tornasse dal suo esotico viaggio (vedi "Antares"). Le tre ragazze avevano passato un bellissimo periodo, l'ultimo per un bel po’ di tempo.

Quella mattina Phoebe voleva uscire presto di casa perché, prima della lezione di psicologia che doveva avere, voleva attaccare bottone con Christopher,  il nuovo ragazzo del suo corso.
"Io esco sorelline, cioè Prue!" urlò la più piccola dirigendosi alla porta.
"Va bene." disse dal piano di sopra la maggiore.
Poi Phoebe vide il Libro delle Ombre che aveva dimenticato la sera prima in salotto e lo prese in mano, per portarlo di sopra, ma appena lo toccò ebbe una visione. Vide Morris che lanciava contro di loro una polvere, pronunciando delle parole. Appena il poliziotto smise di parlare le ragazze si accasciarono a terra.
"Prue!" disse Phoebe "per favore, scendi subito!"
§
"Che c'è?" chiese Prue scendendo le scale e andando, preoccupata verso la sorella.
"Morris è uno stregone!"
"Ma non farmi ridere" sbottò la più grande "ce ne saremmo accorte prima, se così fosse."
"L'ho visto pronunciare una formula contro di noi. Ne sono certa!" protestò Phoebe "Ultimamente le mie previsioni sono più precise".
"Va bene" rispose la sorella, tanto per renderla tranquilla "Cercherò di stargli alla larga".
La più piccola sorrise di gratitudine alla sorella, poi si voltò verso la porta e, uscendo disse:
"Dillo anche a Piper!!".
Poi  uscì correndo e Prue, sospirando, si diresse alla porta, uscì e andò a bussare alla casa della sorella. Sperava che non ci fosse Leo, non voleva farlo preoccupare per nulla ma Phoebe l'aveva presa così sul serio…
Piper le aprì la porta.
"Ma guarda un po’ chi è venuto a trovarmi!" scherzò Piper "Sei stata fortunata, stavo uscendo. Vieni, accomodati".
"Sei sola?"
"Purtroppo, sì!" alzò gli occhi al cielo e rispose sussurrando "Leo è in riunione".
La più grande sorrise.
"Sono venuta perché Phoebe minacciava di avere una crisi di nervi se non lo facevo. Stamattina dice di aver avuto una visione dove Morris era uno stregone!"
"Impossibile!" rise Piper "Lo conosciamo da così tanto tempo…"
"E' per questo che ti ho chiesto di Leo. Non voglio che si preoccupi per nulla. Credo che questa volta la nostra piccola sorellina abbia preso un granchio bello e buono." disse Prue
"Concordo!".

Phoebe, molto più preoccupata delle sorelle per la visione avuta, stava andando verso l'università di buon passo, cercando di recuperare il tempo perduto. Voleva parlare con Christopher e lo avrebbe fatto. Sarebbe riuscita a parlargli!
Sfortunatamente, quando arrivò, lo vide entrare con i suoi amici.
"Oh, nooo!" disse desolata la ragazza.
"Qualcuno ci salvi, la nostra Phoebe si è di nuovo innamorata!"
"Sì, sì scherzate pure voi tre." disse Phoebe girandosi "Come se non sapessi che quel ragazzo è assolutamente desiderabile".
Brooke, Tessa e Andrea (apparse nella puntata "San Valentino" (2.13)) si guardarono come se la sapessero lunga. In fondo… era veramente in ragazzo più carino dell'università.
Rimasero lì a battibeccarsi a vicenda per qualche minuto, poi Phoebe si sentì chiamare. Si voltò e vide Morris. Un'ombra di angoscia apparse sul volto della ragazza mentre si avvicinava al poliziotto.
"Phoebe, hai un minuto? Mi servirebbe un aiuto…"
"Mi dispiace, Morris" lo interruppe Phoebe "ma, vedi, devo andare in classe ho un lezione di psicologia e sono già in ritardo. Scusami ancora, ciao!". E corse via, non dando l'occasione al poliziotto di parlare di nuovo.

Dopo la lezione, finalmente, Phoebe riuscì a parlare con Christopher, e così venne invitata a pranzo. Più Chris parlava, più Phoebe capiva che le chiacchiere che aveva sentito nei corridoi su di lui erano vere! Era il ragazzo più sensibile, carino, affettuoso e intelligente che avesse mai conosciuto. Tutto, insomma sembrava andasse a gonfie vele. Sembrava.
Ad un certo punto del pranzo, Chris fece cadere il sale.
"Oh-oh. Butta un po’ di sale dietro le spalle, Chris."
"E perché?"
"Perché rovesciare il sale porta sfortuna!"
"Non dirmi…che una ragazza intelligente come te crede queste fesserie? Ti prego, dimmi che non basi la tua vita sulle superstizioni!"
"Vorrei farti sapere che dietro ogni leggenda c'è un fondamento di verità!" protestò la ragazza.
"Mi dispiace Phoebe, sei una ragazza così carina, ma… io non credo alle superstizioni e vorrei una ragazza che condivida questo mio pensiero."
"Certo, non me la prendo più, ormai." disse non sapendo se provare odio o dolore o entrambi per il ragazzo. Poi prese la sua roba e uscì.

Tornò a casa e decise di sentirsi un po’ triste. Trovò Piper con Prue in salotto e raccontò loro tutta la storia.
"Su, non preoccuparti, sorellina!" disse Piper.
"E poi sappiamo noi come tirarti su il morale, vero, Piper?"
"Oddio, me ne stavo dimenticando!!!" la secondogenita corse in cucina e ritornò con una crostata appena sfornata.
"Piper, ti amo!!!" disse Phoebe riconoscendo la crostata di fragole, la sua preferita.
Le sorelle passarono qualche ora allegramente. Quando Piper stava per andarsene, suonò il campanello. Prue andò ad aprire.
"Ciao Morris" sentirono le altre dal salotto.
"Piper, ti prego, appena lo vedi, BLOCCALO!" implorò Phoebe a denti stretti.
"Potresti almeno spiegarmi il perché?"
"Vuole farcì qualcosa di male! Vuoi credermi sì o…".
Non fece in tempo a finire la frase che Morris e Prue erano già entrati.
"Ciao Morris!" disse Piper guardando male la sorella piccola "Che ci fai di bello da queste parti?"
"Sono stato incaricato di fare un lavoraccio. Mi dispiace per voi"
"E di che si tratta?" chiese Prue.
"Di questo" disse il poliziotto e gettò contro le sorelle una polvere strana.
"Piper, bloccalo!" le urlò Phoebe, ma la sorella era stata colta alla sprovvista.

"Streghe, che dalla notte dei tempi i demoni uccidete,
che al loro cospetto voi andiate".

Il poliziotto ripeté due volte la formula e quando ebbe finito i corpi delle ragazze caddero a terra, ma le loro anime, no. "Sorelline, ma cosa…" cominciò Phoebe ma non fece in tempo a completare la frase che si ritrovarono a volare in alto, uscirono dalla casa per salire sempre più su.
Le loro anime volarono in alto, superando ogni confine spaziale conosciuto.

Morris si ritrovò con i corpi delle ragazze di fronte a se, cominciando a chiedersi, per la prima volta da quando aveva accettato l'incarico, se avesse fatto la cosa giusta, quando la stanza si riempì di luce opaca ed apparve Mizar, il suo padrone, il demone che può comandare la mente degli uomini.
"Bravo, hai fatto un ottimo lavoro, Morris… ora puoi dimenticarti tutto e tornare alla tua routine." disse il demone con voce profonda.
"Ma… cosa ne sarà di loro, padrone?"
"Non preoccuparti, avranno quello che si meritano, come tutti a questo mondo, d'altronde." e detto questo scoppiò in una risata che fece gelare il sangue nelle vene di Morris. A quel punto capì: non aveva fatto la cosa giusta. Se fosse successo qualcosa alle ragazze se ne sarebbe pentito per tutta la vita ma sapeva che non si sarebbe mai ricordato cos'era successo in quella stanza.
"Ora va' e dimentica, piccolo poliziotto" sussurrò Mizar e scomparve.

Le ragazze si svegliarono in una cella.
"Ma che è successo?" chiese Piper.
"La mia premonizione era giusta!" protestò Phoebe  "E voi che non mi avete voluto credere".
"Va bene, ci dispiace, ma ciò non toglie il fatto che non sappiamo dove siamo." disse Prue.
"E che non sappiamo come abbiamo fatto a finirci" aggiunse Piper.
"Sappiamo solo che siamo nei guai" finì Phoebe.
"Piantatela di starnazzare, li dentro!" tuonò una voce dal fuori.
"Stai calmo, non dobbiamo ucciderle… per ora. Aprimi, voglio salutarle." disse una voce di donna.
La porta si aprì e le tre ragazze videro, non senza stupore, chi era la misteriosa donna: Hannah!
"Hannah?!?" disse incredula Prue.
"Ma… non ti avevamo sconfitto, insieme con il tuo degno compare Rex?" disse Phoebe.
"Sì, ci avevate sconfitto, così come avete fatto con molti altri di noi. Ma questa è… come possiamo dire… la nostra piccola rivincita. Siete attese dal capo. Fra cinque minuti ripasserò a prendevi. Datevi una sistemata." disse Hannah e poi uscì senza dare ulteriori spiegazioni.
"No, aspetta un momento. Cosa vuole il vostro capo da noi? Hannah!" chiese Piper.
"Una sistemata." disse Phoebe facendogli il verso "Come se ci fosse potessimo fare qualcosa per renderci presentabili, qui dentro."
"Credo che tra poco ci spiegheranno tutto. Ho la sensazione che siamo nei guai, sorelline!" rispose Prue.

Dopo cinque minuti esatti Hannah tornò alla loro cella e le portò in una specie di stadio dove, ammucchiati in una folla, c'erano un'infinità di demoni, stregoni, streghe malvagie, molti dei quali noti: Abraxas, L'uomo nero, Tuata… Prue cominciò ad intuire dove erano finite.
Quando avevano lasciato la Terra, era pomeriggio ma dove erano loro, non c'era sole. C'era una strana luce, una specie di tramonto eterno. Il paesaggio era un'immensa pianura desolata ma, in lontananza, c'erano delle elevate, ostili, montagne.

Hannah condusse le ragazze al centro del "palco" dove le stava attendendo una creatura ammantata  di nero.  La sua faccia non era visibile, ma la maschera che portava non era per nulla amichevole. Era di metallo nero con due sporgenze appuntite a mo' di corni che erano all'altezza delle orecchie. I fori per gli occhi erano atteggiati in un'eterna espressione d'odio, ma l'aspetto più spaventoso era la bocca. Sembrava il muso ghignante di uno scheletro di qualche animale e, quando parlò, improvvisamente, nell'arena calò un silenzio di tomba.
"Benvenute, sorelle Halliwell" disse la creatura "io sono il capo dei demoni, loro mi chiamano il Malvagio".
"Sì, ma che vuoi da noi?" chiese Piper, interrompendolo. Era preoccupata per la situazione venutasi a creare. Il Malvagio si alzò e si diresse verso di lei. Hannah, si ritirò in fretta, abbassando la testa insegno di umiltà. Non ce l'aveva con lei ma… meglio non svegliare il can che dorme.
"Non ti azzardare mai più ad interrompermi, strega!" le urlò. Piper, coraggiosamente non si tirò indietro e sostenne con fierezza il suo sguardo, o meglio, continuò a guardare la sua maschera. Lui prese un lembo del suo mantello e ce l'avvolse dentro per un istante. Quando il Malvagio si voltò di nuovo per tornare a sedersi, Phoebe e Prue videro che al posto della sorella c'era un aquila.
"Piper!!!" disse con orrore Prue.
"Sorellina!" disse Phoebe.
"Che cosa le hai fatto?" avrebbe voluto urlargli Prue ma preferì tacere. Non voleva che Phoebe rimanesse sola a combattere.
L'aquila volò sulla spalla di Prue.
"Silenzio, ora ascoltatemi. Sono io che detto le regole del gioco, qui e non ci sarà nessun Loro che vi salverà questa volta. Ho deciso di portarvi qui per dare un po’ di gloria a quelli che avete battuto, per dimostrargli che senza il vostro prezioso libro o senza l'aiuto del vostro Angelo Bianco non siete nessuno. Ma… potete anche salvarvi senza costringermi a farvi morire di stenti o a causa di qualche incantesimo se… mi giuriate fedeltà!"
"Mai!" esclamò decisa Prue "Noi non vogliamo servire il male ed esserne intimorite come loro nei tuoi confronti".
"E tu, Phoebe? La pensi come tua sorella?" chiese il demone.
"Certo!"
"Ma sentiamo come la pensa la nostra aquila preferita" continuò cinico il Malvagio schioccando le dita. Piper tornò normale. Fece un sospiro di sollievo e disse:
"Tu pensi che io stia dalla tua parte dopo che mi hai trasformato solo per averti parlato? Mai!" rispose arrabbiatissima Piper.
"Ragazzina, vedi di moderare il tuo linguaggio. La prossima volta non ti potrebbe capitare un incantesimo così conveniente. Posso ucciderti con uno schiocco delle dita solo facendoti soffrire solo la metà del dolore che hai fatto soffrire ai miei sudditi!" disse il capo degli demoni. Nessuno aveva mai avuto l'ardire di parlargli a quel modo. Si riscosse e continuò.
"Dunque avete scelto di non rivedere più la Terra. Contente voi… per salvarvi dovete distruggere la fonte della nostra energia. Avete tutto il tempo che volete." disse il Malvagio alzandosi dal suo trono. Poi si rivolse di nuovo alle ragazze.
"Ops, quasi dimenticavo. Volevo avvertirvi che qui c'è solo il vostro spirito. Il vostro corpo è rimasto sulla Terra. Probabilmente fra qualche giorno vi seppelliranno e voi morireste comunque." Detto questo si voltò per andarsene.
"Hey" lo richiamò Phoebe "e non ci dici altro? Un indizio! Dov'è questa fonte di energia?".
"Scusa, ma non sei tu quella che ha le premonizioni?" disse il Malvagio con cinismo "Datti da fare!" le urlò. E questa volta se ne andò veramente.

Sulla Terra il pomeriggio lasciò il posto alla sera e Leo era finalmente tornato a casa. Era stata una riunione molto stressante e solo pochi erano potuti assentarsi e solo per i casi più gravi. Una volta tanto entrò dalla porta, ansioso di rivedere Piper, anche se si era assentato solo per una giornata.
"Piper, sono tornato!" disse. La casa era stranamente silenziosa. Era quasi impossibile che Piper fosse lì, ma controllò comunque tutte le stanze.
"Forse è dalle sue sorelle, ma è strano, in genere mi scrive sempre dei biglietti per farmi sapere dove la posso trovare" pensò il ragazzo. Uscì di nuovo e andò a suonare il campanello di casa Halliwell. Nessuno rispose. La casa era perfettamente silenziosa. Leo provò ad aprire la porta ed i pomello ruotò docilmente sotto le sue dita. Era, quindi escluso che le ragazze fossero uscite, magari a fare spese, lasciando la porta aperta. Sempre più perplesso, l'Angelo entrò.
"Prue, Phoebe, Piper! Ci siete? Ragazze?" chiese Leo. Nessuna risposta! Purtroppo per lui la risposta la trovò in soggiorno dove vide le tre sorelle accasciate a terra, come morte.
"Ragazze! Oh, mio Dio, ma che è successo?" spaventatissimo il giovane su avvicinò ai corpi delle tre streghe e tastò loro il polso. Niente.
Capì allora che la cosa migliore da fare era quella di chiedere informazioni a Loro. Sicuramente sapevano qualcosa. Chiuse a chiave la porta e usò immediatamente il suo potere teletrasportandosi dove aveva passato la giornata. Una magnifica stanza, dove tutto sembrava fatto con le nuvole si illuminò improvvisamente di luce azzurra. Leo vide i quattro spiriti di Loro fatti di luce (terra, aria, acqua, fuoco) seduti vicino ad una parete.
"Che è successo alle Halliwell?" chiese bruscamente Leo.
"Ci dispiace per quel che è successo. Non ce ne siamo accorti che ora" disse lo spirito che brillava di luce verde, lo spirito della terra.
"Chi le ha uccise?" chiese nuovamente Leo.
"Non sono morte" rispose lo spirito bianco, lo spirito dell'aria.
"Sono solamente state trasferite" aggiunse lo spirito del fuoco, risplendente di luce rossastra.
"Cosa?" chiese incredulo Leo.
"Morris è stato posseduto e la pronunciato un incantesimo contro le ragazze. Le ha trasferite… a Madras." disse lo spirito azzurro, lo spirito dell'acqua.
"No, non è…" balbettò il giovane.
"Possibile?" chiese lo spirito verde "Mi dispiace, Leo, ma è la pura verità."
"E adesso?" disse il giovane. Era spaventato, ansioso e si sentiva depresso per quello che era successo alle sue tre protette. Forse anche ex-protette. Tutto quello che sapevano su Madras lo avevano sentito da streghe convertite al male. Non c'era modo di superare la prova che il Malvagio chiedeva di risolvere. Nessuna indicazione, nessun aiuto… potevano solo fare affidamento sulla loro fortuna e sulle loro abilità. Nemmeno i poteri potevano aiutarle a lungo. I quattro protettori facevano bene a considerarle perdute. Nemmeno Loro potevano raggiungerle.
"Devi solo proteggere i loro corpi e aspettare" disse il fuoco.
"Prepariamoci ad affrontare dei guai. Seri guai. Sicuramente molte creature malvagie approfitteranno dell'assenza delle Halliwell per attaccare la città. Stai attento. Leo" disse lo spirito dell'acqua.
"D'accordo" disse l'Angelo e sparì, riapparendo a casa Halliwell. Per prima cosa trasportò i corpi delle tre ragazze nelle loro stanze. Erano più sopportabili da guardare, stese nei loro letti, sembravano meno… assenti. Poi andò in soffitta e cercò nel fidato Libro delle Ombre un incantesimo di protezione e lo pronunciò a favore delle sorelle. Un problema in meno. Avrebbe avuto con cosa occupare il tempo. Ne era più che certo.

"Bene, e ora che facciamo?" chiese Phoebe.
"Quello che ha detto di fare il Crudele" disse Piper.
"Ma che intuito. Ti hanno già candidato per il Nobel, sorellina?" disse sarcasticamente Phoebe, posando un braccio sulle spalle della sorella "E poi si chiama Malvagio".
"E' uguale!" protestò Piper.
Da quando avevano lasciato l'arena non avevano incontrato un solo indizio di civiltà e, dopo circa due ore di cammino,  non sapevano da che parte farsi. A Est e ad Ovest si estendevano le colline che si innalzavano in insidiose montagne a Nord mentre a Sud c'era una sterminata e desolata pianura.
"Non stavo alludendo al fatto di distruggere la loro fonte di energia, ma al fatto che tu dovresti darti da fare e avere qualche premonizione!" rispose la secondogenita.

"Ma come pensi…" cominciò Phoebe ma non finì la frase "Bah, ci rinuncio!" e detto questo si mise in posizione yoga, poggiando le mani su qualunque oggetto che le capitasse a tiro. Ad un certo punto, ebbe una specie di vuoto allo stomaco, come se si trovasse sulle montagne russe, affrontando una ripida discesa e subito dopo arrivò la visione.
"Allora?" chiese Piper.
"Ho visto una caverna con qualcosa o qualcuno dentro ma ho avuto la sensazione… sono sicura che non erano demoni. La caverna era sulle colline perché non era un paesaggio impervio." raccontò Phoebe.
"Sì, ma resta sempre una decisione. Est o Ovest?" disse Prue.
"Io dico di là'" disse Phoebe indicando l'Est "Ero voltata da quella parte quando ho avuto la visione!".
"Seguiremo il tuo consiglio, Phoebe" disse Prue "non abbiamo altre idee!"
Phoebe prese fiato come per risponderle, poi le scoccò semplicemente un'occhiataccia.
"Ma guarda le sorelle maggiori d'oggigiorno!" esclamò Phoebe "fai loro dei piaceri e loro ti ricompensano con delle insulse battutine!"
Prue le si avvicinò e le passò un braccio sulle spalle.
"Guarda che scherzavo!" le sussurrò dispiaciuta.
"Va bene, ti perdono!" rispose Phoebe e raggiunte da Piper cominciarono a camminare dirette verso un destino ignoto ma sentivano che se fossero rimaste insieme ce l'avrebbero fatta.

Camminarono per alcune ore, prima di fermarsi a riposare, con quella strana luce da tramonto che era rimasta invariata da quando le tre sorelle erano arrivate a Madras.
"Questa luce mi fa sentire nervosa!" disse Phoebe.
"Già!", confermò Prue "Ho la costante sensazione di essere osservata da qualcuno!".
Appena la maggiore delle Halliwell finì di parlare, i misteriosi inseguitori si materializzarono da tre direzioni diverse. Istintivamente le sorelle si misero un po’ distanti ma a cerchio per proteggersi le spalle a vicenda.
"Salve, Prue!" salutò un uomo.
"Nicholas?!?" disse Prue, incredula "Credevamo di averti ucciso!"
"Invece mi avere relegato qui!" spiegò con stizza lo stregone "Ho il mio spirito, il mio corpo ma non mi posso più muovere da questo pianeta."
"Ci si rivede, Phoebe!" disse un ombra che si materializzò di fronte a Phoebe "Sai, avrei proprio bisogno di nuovo ci un'aiutante. Vorresti esserlo, come l'altra volta…"
"Sparisci, non voglio avere più niente a che fare con te!" rispose Phoebe all'unica creatura che l'aveva spaventata da piccola: l'uomo nero!
"Accidenti come sei brutto!" disse Piper al demone che aveva davanti. Aveva le sembianze di un lupo gigantesco. I suoi occhi erano iniettati di sangue e aveva denti e artigli affilati mentre il suo pelo era di un marrone cupo.
"Mi preferiresti in un'altra forma?" ringhiò il lupo e si trasformò in Leo. Era stato avvertito di eseguire questa trasformazione davanti a lei dal Malvagio.

"Trasformati nel suo Angelo Bianco, Keil. La renderai confusa" gli aveva detto.

Invece, questa volta, Piper non si fece distrarre dalle apparenze della bestia e bloccò il tempo. Immediatamente Phoebe recitò una filastrocca.  

"Io sono la luce
E del bene sono la gloria che riluce.
Ritorna nelle tenebre
E' lì il tuo posto.
Noi ti sconfiggeremo ad ogni costo!
Adesso vattene e scompari dalla realtà.
Torna negli inferi, tu appartieni all'aldilà!"

L'uomo nero diventò ancora più chiaro e fu considerato inoffensivo, anche perché lo era veramente. Aveva perso il suo corpo. Era rimasto solo lo spirito a testimonianza di quello che era stato.
"Funzionerà l'incantesimo che ci scrisse la nonna contro Nicholas senza i fiori?" chiese Piper.
"Speriamo!" le rispose Prue. Poi, tutte insieme pronunciarono queste parole
 

"Lavanda, mimosa, cardo senza spine,
Togli il male da queste cresciute bambine,
Rendi le sue grinfie inoffensive
Sì che certe energie non siano più attive!"

Fortunatamente per le tre Halliwell, l'incantesimo funzionò e così anche Nicholas, come l'uomo nero, sbiadì, lasciando Prue, Piper e Phoebe solo al cospetto di Keil.
"E di lui che ne facciamo?" chiese Phoebe.
"Piper, te la senti di aiutarci?" chiese a sua volta Prue, con voce di miele.
"A fare cosa?" domandò Piper, sospettosa.
"Posso trasformarti in roccia?" domandò di nuovo Prue con un sorriso accattivante, che le arrivava alle orecchie.
"COOOOOOOOOSA?????!!!?????"
"Lo sapevo che avrebbe fatto così" disse Phoebe, dando le spalle alla sorella.
"E' la nostra unica speranza. Se tieni a mente questa formula non ti accadrà niente". Alla fine Piper si lasciò convincere e pronunciò l'incantesimo, pensando intensamente ad una grande pietra dura e piena di spigoli.

(Chiedo scusa per l'uso delle formule)

"Ogni parola ha un colore e ogni colore è una parola,       
con quest’incantesimo non mi senta più sola.
Il mio potere ora si concentrerà
e in quello che penso il mio corpo si trasformerà."

E nel punto dove prima era Piper apparve una grande pietra.
"Uh, la sorellina ha fatto le cose in grande!" esclamò felice Phoebe.
Il tempo si sbloccò in quel momento e, prese dalla battaglia, nessuna delle sorelle si accorse che il tempo era rimasto bloccato per qualche minuto meno del previsto.
Leo si diresse verso di loro con fare minaccioso e Prue lo scaraventò contro la pietra/Piper. La creatura cominciò a riacquistare le sue vere sembianze.
A quel punto Phoebe e Prue pronunciarono l'incantesimo contrario:

"Grazie al mio potere tutto è sistemato,
questo m’impongo: che l'incantesimo sia annullato.
Poiché a ogni cosa iniziata sempre metter fine si dovrà.
il mio corpo come prima adesso tornerà
."

e la roccia si trasformò di nuovo in Piper. Poi lei, dal suo piano astrale pronunciò la formula per entrare nel suo corpo:

"Il mio potere è ritornato al suo posto
e anche la mia anima deve farlo.
Che io rientri istantaneamente,
sfuggendo alle leggi create da ogni mente. "

Finalmente tutto era di nuovo a posto e le ragazze, dopo aver preso dei pugnali che Keil portava con se ricominciarono un'estenuante marcia e si fermarono solo dopo che Phoebe dette un'occhiata all'orologio e si accorse di aver camminato da circa ventiquattr'ore da quando erano arrivate e si addormentarono sfinite ai margini di una foresta, sempre con quello strana, infinita luce di tramonto che aleggiava in aria.  

A San Francisco il tempo era passato molto più velocemente. Mentre le Halliwell avevano calcolato che erano scomparse da circa due giorni, sulla Terra era passata addirittura una settimana! Morris era disperato, un'ondata di omicidi e suicidi aveva colpito la città, naturalmente era colpa dello stesso demone che lo aveva comandato: Mizar, che si stava divertendo un mondo a ordinare agli uomini di uccidere o uccidersi. Ultimamente, però si stava annoiando e potevano essere guai per tutti.
Leo, dal canto suo, aveva provato ad annientare il demone ma, non essendo potente come il trio, l'incantesimo da lui pronunciato non aveva funzionato. Doveva quindi affrontarlo di persona, se voleva sconfiggerlo.

Mentre le Halliwell si addormentavano, sfinite, Mizar stava osservando la città dall'alto, in cerca della sua prossima vittima quando il suo sguardo cadde verso una bellissima ragazza: era alta, con lunghi capelli rossi ed una carnagione chiara, che contrastava con il suo abbigliamento; occhiali da sole, un corto vestito nero ed un paio di scarpe col tacco, anche quelle nere .
Guardava il cielo come se stesse cercando qualcosa. Il demone le apparve davanti.
"Salve!" le disse e recitò una strana formula, per impadronirsi della sua mente.
Per tutta risposta, la ragazza si tolse gli occhiali e lo squadrò, con due profondi occhi verdi.
"Perché non sei in mio potere?" disse stupito il demone.
La ragazza fece una risata di scherno.
"Ma non ti ha avvertito nessuno che sarei arrivata?" chiese a Mizar "Eppure mi ero raccomandata! Comunque, io sono Electra" gli tese la mano.
"Non ho mai sentito parlare di te" rispose Mizar, diffidente.
"Uff! Guarda" sbottò la ragazza e, avvicinatasi ad un uomo vicino a lei lo baciò. Subito l'uomo cominciò ad urlare e, dopo pochi secondi di lui non rimase che uno scheletro. Electra tornò con la sua camminata suadente verso il "collega".
"Visto?" chiese con una punta d'orgoglio "Allora, soci o nemici?" e detto questo gli tese di nuovo la mano. Lui la guardò diffidente e allora lei lo tranquillizzò.
"Non preoccuparti. Uccido solo con i miei baci. So che tu sai essere pericoloso, non ti giocherei mai qualche scherzo".
Finalmente lui accettò la mano e disse:
"Ti devo proporre subito un lavoretto. Un uomo sta' cercando di eliminarmi!"
"No no no no no! Che cattiva idea!"
"Già. Il problema è che lui è un Angelo e non posso ordinargli di uccidersi perché ho un'azione limitata su di lui. Però… con te come socia…" disse e schioccò le dita. Electra si sentì strana.
"Hey!" protestò la demone "Che cosa mi hai fatto?"
"Guardati un po’!" rispose Mizar indicandole uno specchio.
Electra si andò a specchiare e si trattenne dall'uccidere immediatamente quel demone di quarta categoria.
"Ma…" gli urlò, pronta a scagliarsi contro di lui. Mizar alzò una mano e lei si fermò.
"Calmati! Non è nulla di irreversibile. Ti ho solo trasformato in Piper, la moglie di Leo"
"Il ragazzo che ci vuole uccidere?" chiese Piper/Electra.
"Esatto!"
"Ma è orribile!" piagnucolò la ragazza "Sono molto più bella io!"
"Sì, questo lo so ma è l'unico modo di poter comandare questa città. Eliminare Leo. Tu, con le sembianze della strega, gli dirai di aver completato la missione, le tue sorelle ancora no. Io userò il mio potere facendo in modo che ti creda e tu lo bacerai. Fine di un Angelo" spiegò Mizar.
"Sììì, che bello!!" disse Electra, ancora con le sembianze di Piper, battendo le mani come una bambina. Mizar si mise a ridere con lei.

Prue, Piper e Phoebe stavano dormendo da appena quattro ore quando Phoebe rivide la sua premonizione; si stavano avvicinando alla grotta ma questa volta le creature che la abitavano parlarono.
"Phoebe, non è quella la strada giusta. Tornate indietro" disse una voce femminile.
"Dirigetevi ad Ovest" aggiunse una profonda voce maschile.
"Fate presto, il Malvagio può trovarci" insisté una voce maschile, questa meno profonda della prima.
"Arrivate alle colline d'Ovest dovete seguire la via della Fede e quella del Nulla, in quest'ordine" spiegò una flebile voce femminile.
"Ma siamo stanchissime e abbiamo bisogno di mangiare!" protestò Phoebe.
"Se è solo questo non c'è problema. Continua per la direzione che avevate ieri per circa duecento passi. Troverete dove rifocillarvi. Ma fate presto… presto… esto…" disse una voce da vecchietto.
Phoebe si svegliò di soprassalto.
"Sorelline, Prue, Piper SVEGLIATEVI!!!".
Le sorelle si svegliarono, ancora insonnolite ma con un'ombra di preoccupazione sul viso.
"Abbiamo sbagliato strada. Dobbiamo tornare indietro!"
"Phoebe, io sono stanca e voglio riposare" disse Prue.
"E oltretutto io ho fame" protestò Piper.
"Vi prego, venite con me!!!"
Prue sospirò e, rivolta alla sorella,
"Accontentiamola o ci assillerà tutta la notte" si corresse "per altre sei ore minimo".
La più piccola, raggiante si addentrò nel bosco, contando sottovoce.
"Ma, Phoebe, non hai detto che avevamo sbagliato strada?" chiese Piper, ancora insonnolita.
"Sì, ma mi hanno detto di fare duecento passi nella direzione che avevamo ieri" spiegò Phoebe.
"Ti hanno detto di andare nel bosco ma chi?" chiese la maggiore.
Phoebe si fermò, si girò verso le sorelle e, con lo sguardo perso nel vuoto e con voce assente disse.
"I Guardiani, coloro che servono il Vettore".
"CHI?" chiese Piper.
"Phoebe, ti senti bene?" domandò Prue.
"Cosa…"
"Stavi parlando di Guardiani e Vettori" spiegò Piper.
"Ero altrove. In uno strano pianeta" raccontò la minore.
"Speriamo che non sia stata un'altra visione del futuro" sperò Prue e le sorelle risero.
"Decisamente ne ho abbastanza di pianeti sconosciuti!" affermò Piper.
Continuando a contare e a camminare Phoebe raccontò alle sorelle del sogno.
"Un Guardiano mi ha detto che una volta arrivata a Ovest dobbiamo seguire la via della Fede e quella del Nulla in quest'ordine. Secondo voi ha qualche significato?"
Le sorelle scossero simultaneamente il capo.
"Centonovantotto, centonovantanove, duecento!" disse e si guardò intorno.
Fu Prue a scoprire qualcosa.
"Non sentite anche voi questo rumore?".
Le sorelle stavano per dire di no quando Piper esclamò
"Sì, lo sento. Sembra…" non fece in tempo a terminare la frase che Phoebe la finì per lei.
"Acqua".
E si diressero insieme da dove proveniva il rumore. Dietro una roccia sgorgava una sorgente d'acqua limpide e fresca. Dopo essersi dissetate le sorelle si accorsero che erano circondate da alberi da frutto.
"Questa è sicuramente l'unica zona incontaminata dal male in tutto il pianeta" affermò Prue e Piper concordò.
"Ragazze, venite qui" disse Phoebe mangiando un frutto, le sorelle le si avvicinarono, imitandola. Videro una borsa per terra e aprendola videro che conteneva un otre ed una bussola.
"Pare proprio che qualcuno lassù ci ami" scherzò Piper alzando gli occhi al cielo. Prue, come al solito di mise al comando della situazione, fingendosi generale. Quel colpo di fortuna le aveva fatto ritrovare il buonumore.
"Phoebe, sei la responsabile ufficiale della bussola!"
Phoebe fece un saluto militare, mettendosi sull'attenti.
"Piper, riempi l'otre. Tu ti occuperai dell'acqua.".
Piper, nonostante avesse molte preoccupazioni e problemi che non voleva confidare alle sorelle, stette al gioco e anche lei si impersonò soldato e andò a riempire l'otre.
"Io mi occuperò del cibo. Problemi?"
"No, generale!" risposero Piper e Phoebe all'unisono, poi scoppiarono tutte a ridere. Dopo alcuni minuti, le tre ragazze partirono di nuovo alla ricerca della caverna che sarebbe stata la loro unica speranza di rivedere casa.
Durante questo viaggio, le sorelle di fermarono più spesso, sia per la stanchezza che provavano, sia per non ritrovarsi sfinite come il giorno prima.
Purtroppo per loro, i pericoli erano appena cominciati. Quando si trovarono in mezzo ad una pianura, vicino al punto dove erano stati attaccate ieri, sentirono un ronzio.
"Che cos'è questo suono?" chiese Piper.
"Non saprei, forse…" rispose Prue ma le parole le morirono in gola. Vide una nuvola scura volare verso di loro e da lì veniva quel ronzio.
"Via!" disse Phoebe ma appena si voltarono la nube di insetti le circondò. Fortunatamente i riflessi di Piper furono provvidenziali e bloccò il tempo nel momento in cui uno di quella similspecie di vespa stava per pungere Prue. Osservandoli meglio videro che non assomigliavano proprio alle vespe. Erano molto più grossi, verdi e quasi rotondi con una specie di proboscide appuntita in mezzo agli occhi rossi. Sotto le ali avevano due paia di artigli, un altro era sopra la testa e due zampette, anch'esse a forma di artiglio erano sotto l'addome.
"Che facciamo?" chiese Piper.
"Io proporrei di allontanarci" disse Prue.
Le tre ragazze si voltarono e cominciarono a correre ma, pochi minuti dopo il tempo si sbloccò.
"Piper!" esclamò Prue.
"Non è colpa mia. Il tempo si è sbloccato da solo!"
"No!" disse Phoebe, di nuovo con quell'aria sognante "I vostri poteri stanno solo regredendo. E' quasi naturale, in fondo, questo pianeta funziona al contrario".
"Ma, chi sei, veramente?" chiese Piper, sempre correndo.
"Io? Io sono il Vettore!" esclamò Phoebe.
"Ah, sì? E loro chi sono?" chiese Prue esasperata.
"Sono un branco di Noachis. Se vi pungono vi succhiano tutto il sangue e il midollo osseo. Fortunatamente sono quasi ciechi e basta nascondersi e fare silenzio per non essere attaccati!"
"Ci sono quasi addosso!!!" disse Piper e bloccò di nuovo il tempo. Prue li scaraventò lontano con il suo potere, augurandosi che molti fossero morti.
"Che dobbiamo fare, ora?" chiese Piper al Vettore.
"Venite con me!" disse e condusse Piper e Prue ad un cespuglio di rovi. "Seguitemi e non preoccupatevi". Dette queste parole si gettò in mezzo ai rovi. Dopo essersi guardate un secondo, le due sorelle seguirono la più piccola. Era un salto di un paio di metro e, quando furono atterrate si ritrovarono in una specie di tana, con una scaletta per risalire in superficie. La sorella minore era intenta a controllarsi i vestiti e a borbottare insulti. Vedendo le sorelle esplose:
"ERANO I MIEI JEANS PREFERITI E PER COLPA DI QUELLO ST… " urlò Phoebe ma Piper le tappò la bocca.
"Guarda che quella persona ci ha salvato la vita" le disse sottovoce.
"Già!" concordò Prue "Ci ha dato preziose informazioni. I nostri poteri stanno diminuendo mentre i tuoi, fortunatamente no. Ha detto che se facciamo silenzio non ci attaccheranno." finì Prue sussurrando. Dette queste parole si sentì un forte ronzio. I Noachis erano sopra le loro teste ma, dopo alcuni minuti se ne andarono, convinti che le loro vittime fossero proseguite.
"Che ne dite se ci fermiamo un po’ a mangiare?" propose Prue e ricevette segni d'assenso dalle sorelle.

Leo era sempre più preoccupato. Le Halliwell non si risvegliavano. Tutti le sere, dopo aver cercato di sconfiggere Mizar rientrava in casa delle sorelle e controllava le loro condizioni. Sempre uguali. Non c'era ne miglioramenti né peggioramenti. Aveva saputo da Morris che da due giorni ora, trovavano anche cadaveri di uomini fulminati o carbonizzati mentre erano sempre più le donne suicidate o uccise.
"Che diamine, sembra che questi due si siano messi d'accordo per uccidere lo stesso numero di uomini e di donne!" aveva esclamato il poliziotto.
Leo aveva appena terminato la visita alle sorelle ed era in cucina a tentare di mangiare qualcosa. Fra la perdita delle sorelle, soprattutto di Piper e i propri insuccessi era veramente caduto in depressione ed era n condizioni pessime, sia fisiche che mentali. Perfino Loro gli avevano detto di reagire, sarebbe stato facile  preda di chiunque in quelle condizioni. Il problema era che Leo non voleva reagire. Se lo avessero ucciso, almeno, avrebbe rivisto Piper.
Era assorto in questi pensieri quando sentì dei rumori dal piano di sopra. Salì, credendo fosse Kit ma si accorse che i  rumori venivano dalla stanza di Piper. Con il cuore in gola, il giovane entrò e rimase pietrificato da troppi sentimenti diversi: Piper si stava svegliando!!!
Era felice, ma perplesso. Perché solo lei? Fu terrorizzato dall'idea che avesse ceduto alle lusinghe del male.

Electra finse di svegliarsi e, quando aprì gli occhi rimase interdetta per qualche secondo. Fino a quel momento non aveva mai visto Leo ma a giudicare dalla moglie, pensava che fosse uno schifo. Invece si ritrovò davanti un bell'uomo, capelli biondi e occhi azzurri, fisico niente male e anche carino!!!
Cadde nel terrore. Non si ricordava il nome del ragazzo. Poi si ricordò e lo chiamò:
"Leo!" disse con un filo di voce ed il giovane si avvicinò. Lesse paura negli occhi del giovane. Che si fosse tradita in qualche modo"Piper, dove sono le tue sorelle?"
"Non hanno ancora superato le loro prove e ci era stato ordinato di non aiutare le altre."
Vide passare un'ombra di dubbio negli occhi del giovane ma poi il limitato potere di Mizar si manifestò ed il dubbio sparì.
Electra lo abbraccio. Lui si scostò per un attimo. Voleva baciarla ma… Electra glielo impedì. Per tutta risposta cominciò a sbottonargli la camicia. Dopo un attimo di esitazione Leo fece lo stesso con il vestito di lei ma dopo aver aperto il primo bottone, guardò Piper con rabbia e si allontanò di qualche passo.
"Leo, ma cosa…" disse Piper/Electra ma non poté aggiungere altro. L'Angelo disse qualche strana parola, si passò entrambe le mani davanti al volto e scomparve.
Electra rimase di stucco e cercò di pensare al da farsi. Pensando febbrilmente non si accorse che la soluzione migliore, forse, era semplicemente andarsene da lì. Dopo pochi minuti riapparve Leo, sempre con quell'espressione di odio negli occhi.
"Leo, io…" cominciò ma fu interrotta dall'Angelo.

"Electra, demone affascinante,
Sparisci da questo pianeta all'istante.
Va' torna nel tuo regno immortale,
E possa il Bene far sì che tu non possa più tornare"

"NOOOOOO" urlò Electra mentre la sua anima usciva dal corpo di Piper, che vacillò e sarebbe caduto se Leo non avesse afferrato al volo.
"Grazie" disse rivolto a Loro "senza il vostro aiuto sarei morto" e detto questo scese di nuovo al piano di sotto.

Le tre sorelle, intanto, avevano ripreso la loro lunga marcia verso Ovest quando un'ombra si parò di fronte a loro. Era una bellissima ragazza dai capelli rossi e dagli occhi azzurri.
"Chi sei?" chiese Prue poggiando istintivamente la mano sul pugnale di Keil. Vide che anche le sue sorelle avevano fatto lo stesso. Dopo aver saputo che più usavano i poteri più si indebolivano, preferivano conservarli.
"State tranquille" disse la ragazza "Ormai sono inoffensiva. Sono venuta solo per parlare con…" alzo il dito, guardando le tre sorelle: Phoebe… Prue… Piper. Indicò lei. "Te! Volevo farti sapere che ho fulminato tuo marito" disse con lo stesso tono con il quale una persona normale racconterebbe di essere andata al supermercato. Gli occhi di Piper si riempirono di lacrime. Aveva pensato a Leo da quando era arrivata in quello schifo di pianeta ma non aveva voluto scocciare le sorelle. Avevano già abbastanza problemi.
"Non è vero!" esclamò Phoebe rivolta verso la sorella "Sta' mentendo, altrimenti chi l'avrebbe uccisa?"
"Mi dispiace deluderti, ragazzina, ma quello che dico è la verità. Solo che c'era un altro Angelo Bianco nei paraggi, forse cercava di riportarvi indietro e prima che potessi ucciderlo, lui ha ucciso me!"
Piper cominciò a piangere, disperata e Prue l'abbracciò.
"Credo che ti odierà per tutta la vita, oh, errore mio per tutta l'eternità. Per ucciderlo mi ero trasformata in te e l'ho baciato. Crederà che ti sei convertita al male." Quelle parole provocarono un'altra serie di singhiozzi da parte di Piper.
"Vuoi piantarla?" disse Prue minacciosa.
"Certo, credo di avervi raccontato tutto. Ci rivediamo, sorelline." E scomparve.
Phoebe non gli credeva ma Piper era sconvolta. In fondo la storia di quella demone poteva essere vera. Chiuse gli occhi e le sembrò di vedere i momento della sua morte. Decise che si sarebbe lasciata uccidere dal prossimo mostro da loro incontrato ma poi pensò che se si arrendeva in questo modo avrebbe tradito tutti quelli che le volevano bene… e il ricordo di Leo. Fece un sospiro tremulo e si alzò. Le sorelle la guardarono. Sia Phoebe che Prue volevano confortarla in qualche modo ma non sapevano come. Si guardarono negli occhi un istante e poi si misero a camminare dietro alla sorella.
"Pensate che, forse…" cominciò Piper.
"Cosa?" chiese Phoebe.
"Niente!" rispose la sorella anche se quel "forse" continuò a rimbalzarle per la mente un bel po' di tempo. Piper si estraniò da tutto quello che succedeva intorno a lei e tornò con i piedi per terra solo quando sentì Phoebe dire:
"Guardate, le colline, ce l'abbiamo fatta!!!"
"E ora come facciamo a seguire la via della Fede e quella del Nulla in quest'ordine?" chiese Prue. Entrambe si voltarono verso Piper, non le aveva affatto sentite e sembrava che non le importasse niente.
Phoebe capiva il suo dolore ma era lo stesso tentata di andarle vicino e darle una strapazzata. Si decise addirittura a farlo ma la terra cominciò improvvisamente a tremare.
Le tre sorelle di voltarono verso una collina dietro di loro. Piper cominciò a ritornare in possesso delle proprie facoltà mentali. La collina dietro di loro si distrusse completamente e da essa venne fuori un gigante di pietra.
"Oh, mio Dio e ora?" chiese Prue.
"IO SONO MAJID!" disse con una voce cretina il gigante.
"E questo come lo facciamo fuori?" chiese disperata Phoebe.
Piper s'illuminò improvvisamente.
"Seguitemi!" urlò alle sorelle che rimasero un attimino interdette dal comportamento della sorella ma allo stesso tempo contente che si fosse ripresa.
Phoebe e Prue, guidate da Piper si diressero in uno spazio fra due colline. Man mano che si avvicinavano, le due sorelle videro cosa c'era sotto: un burrone molto profondo.
"Hem… Piper!!! Dove ci stai portando?" chiese spaventata Prue.
"Fidatevi di me e credete che ci sia una strada qui. Questa è la via della Fede che porta alla via del Nulla" gridò la secondogenita. Le tre sorelle si presero per mano e continuarono a correre fino al ciglio del burrone. Poi, tutte e tre chiusero gli occhi avendo fede di avere un sentiero sotto i piedi ma continuando a correre. Quando sentirono uno schianto si fermarono ed aprirono gli occhi. Si accorsero di essere veramente su un piccolo sentiero che si trovava in mezzo ad un burrone. Guardarono sul fondo e videro i resti del gigante.
"Sorellina, sei stata fantastica" disse Phoebe abbracciando Piper.
"Sei stata veramente grande" le fece eco Prue.
"Grazie a voi, sorelline." rispose Piper abbracciandole entrambe. Dopo qualche minuto arrivarono alla caverna.
Molto titubanti, le tre sorelle entrarono. Prue cominciò a pensare in che razza di situazione erano. Tutto il loro futuro si basava su una premonizione della sorella. E se delle creature infernali si fossero finte servitori del bene? In fondo non era la prima volta che…
I suoi pensieri furono interrotti da una voce proveniente dalla grotta.
"Ce l'avete fatta, finalmente, presto, entrate!" disse la profonda voce maschile del sogno di Phoebe.
Le ragazze entrarono e vennero avvolte dall'oscurità. Dopo aver percorso qualche metro si sentirono afferrare e trascinare verso una stretta apertura. Appena entrate, rischiarate da un bagliore, Phoebe cominciò a notare qualcosa di strano nell'uomo che le aveva portate la dentro: la conformazione del viso, le mani, ma soprattutto la pelle. Sembrava che fosse a pois. Quando le tre Halliwell entrarono, finalmente, nella grotta da dove proveniva la luce rimasero quasi terrorizzate. C'erano cinque persone davanti a loro; persone per modo di dire. Uno era un vecchio nanetto con curiose orecchie a punta e un enorme libro vicino a se (era il più normale fra tutti), un altro sarebbe potuto rientrare nella categoria degli uomini affascinanti di Piper se non avesse avuto la faccia da maiale. C'era un unicorno bianco con intensi occhi azzurri ed una fragile vespa un po’ cresciuta rispetto a quelle presenti sulla Terra.
"Sarà almeno un metro" pensò Piper, perplessa.
Infine la creatura che le aveva accompagnate. Phoebe aveva visto giusto: aveva qualcosa di strano. Era un incrocio fra un uomo ed un leopardo.
"Capisco il vostro stupore, terrestri" disse l'unicorno con voce femminile "Mi presento, io sono Tuska e lei è Kika" disse indicando la vespa.
"Io sono il Guardiano degli insetti mentre lei è il Guardiano degli animali mitologici" spiegò Kika..
"Io sono Kelem, lo scriba della Città Ancestrale" disse il vecchio nano.
"Mi chiamo Orkan e sono in Guardiano degli animali comuni mentre lui…" disse il "maiale" indicando l'accompagnatore delle sorelle.
"Io sono Merkat, Guardiano della forza Ancestrale" disse l'uomo-leopardo.
"Bene, perché ci avete chiamato?" chiese Phoebe.
"Dobbiamo aiutarvi, siamo stati inviati dal Vettore. Nessuno può distruggere l'energia di Madras nelle condizioni in cui voi siete adesso" disse Kika.
"Bene, se sapete qualcosa che noi non sappiamo, non credete che sia meglio che ce lo diciate?" li aggredì Piper.
"Sì, credo che forse…" disse Kelem.
"Dovete dirigervi a Nord, ora. Superare le montagne e avanzare nel deserto, fino alla Città Perduta." spiegò Tuska.
"Arrivate alla Città Perduta troverete una piramide. Dirigetevi lì ed entrate" continuò Orkan.
"Mi sembra di intuire che sarà una passeggiata!" disse Prue.
"Una volta entrate seguite il corridoio che emana luce arancio e arriverete ad una grotta che contiene un cristallo. Distruggetelo e sarete libere." finì Merkat.
"Vi devo avvertire che la caverna è protetta da due demoni: Hupa e Mirfak. Dovete…" disse Kelem
"Sconfiggerli se volete tornare a casa. Stavi per dire questo, vero?" finì per lui Phoebe.
"Sì" ammise il nano.
"Tenete, potrebbero esservi utili" disse Tuska, porgendo a Prue la sua alabarda.
"Un momento. Cosa vi dice che vogliamo fidarci di voi?" chiese Prue.
"Il fatto che non avete altra scelta" disse Kika. Prue finì per accettare l'arma.
"Sì, il cammino è ancora lungo" concordò Orkan consegnando a Piper arco e faretra.
"Tieni, potrebbe esserti veramente utile contro Mirfak, Phoebe" disse a sua volta Kika dando alla sorellina una cerbottana e dei dardi.
"Grazie" disse Prue a nome di tutte.
"Sbrigatevi, il tempo stringe…" disse Merkat mentre le tre sorelle si ritrovarono sul ciglio del burrone. Davanti a loro non c'era niente.
"Pensate che sia stata un'illusione?" chiese Phoebe.
"Non credo" le rispose Piper mostrandole l'arco.
"Merkat aveva ragione. Non ci resta troppo tempo" disse Prue e si avviò diretta verso le montagne del Nord ma si fermò. Le sorelle la stavano chiamando.
"Che c'è?" chiese appena ritornata da loro.
"Guarda!" disse Phoebe indicando l'abisso. Qualche metro al di sotto del ciglio c'era un grosso libro, impigliato in un ramo.
"Puoi prenderlo con il tuo potere, Prue?" chiese Piper.
"Ci posso sempre provare, speriamo bene!!!".
Le sorelle ebbero fortuna. Con il suo potere, Prue riuscì a sollevare il libro e a posarlo davanti a loro.
"Ma non è il libro che Kelem aveva con sé?" chiese Phoebe.
"Già, e potrebbe essere importante" disse Piper.
"Va bene, datemelo. Lo porto io." ordinò Prue.
"NO!" disse Phoebe facendo il broncio "L'esperta di libri sono io e il libro lo porto io!".
"D'accordo, ci arrendiamo!" rispose Piper ma non appena Phoebe toccò il libro, questo si rimpicciolì fino a diventare delle dimensioni di un comune libro tascabile.
Phoebe sorrise alle sorelle. Non avrebbe portato peso fino alle montagne!!! Quindi, finalmente, partirono per le Montagne.

Arrivarono circa un giorno e mezzo dopo e trovarono quasi subito l'entrata per la grotta. Il libro delle Profezie che avevano trovato le aveva guidate fino a delle cascate e, appena attraversato lo strato d'acqua si ritrovarono in una grotta immensa.
"Chissà perché ma c'è qualcosa che non mi piace, qui" disse Phoebe dopo aver sentito dei rumori, come se qualcuno strisciasse, rimbombare per la caverna.
"E' un sentimento comune, sorellina!" ammise Piper.
Camminarono per quasi dieci minuti, quando si ritrovarono in una grotta con tre corridoi dalla parte opposta a loro. Da quello a sinistra proveniva una luce rossastra.
"Di là" disse decisa Prue ma, appena mossi i primi passi verso il corridoio sentirono dei rumori alle loro spalle. Immediatamente si voltarono e si trovarono di fronte un enorme cobra a tre teste.
Istintivamente, Piper prese l'arco e scoccò una freccia verso un occhio del mostro che si avventò verso di lei. Purtroppo per il cobra, la ragazza aveva già perso un'altra freccia che, questa volta, lo colpì al cervello e una testa del serpente cadde morta a terra.
Prue, incoraggiata dai successi della sorella, gli lanciò contro l'alabarda che ferì il mostro alla gola, costringendolo ad abbassarsi e concedendo alla maggiore di finire il lavoro.
"Che schifo!!!!!!" esclamò Prue, pulendosi il sangue del mostro ai pantaloni.
Phoebe stava tempestando l'ultima testa di Mirfak di dardi avvelenati e, quando uno gli si infilò in gola, il serpente morì soffocato.
"Vuoi avere tu l'onore di colpire il cuore, Piper?" chiese Prue.
"Devo proprio?" implorò Piper.
"Forza, sorellina, è solo una freccia!" insistette Phoebe.
"Se è tanto facile, perché non lo fai tu?" ribatté Piper, tendendo l'arco e scoccando la freccia fatale per il mostro.
"Fatto, contente?" chiese Piper.
"Sì, molto" scherzò Prue. Si incamminarono verso il corridoio di sinistra. Tutte stavano pensando la stessa cosa: avevano distrutto il mostro in un batter d'occhio. Possibile che fosse stato così facile? Per scaramanzia tacquero tutte e tre. Stavano percorrendo il corridoio di buon passo, avendo intenzione di tornare a casa il più presto possibile quando un sottile filo di fumo serpeggiò dal pavimento. La delicata spirale crebbe rapidamente fino a diventare un'alta colonna di candido vapore che si espanse emanando piccole scintille di luce multicolore. Prue, Piper e Phoebe si fermarono incantate a guardare quello strano fenomeno. Improvvisamente, il fumo cominciò ad assumere un'altra forma. Prima apparve una testa tonda e calva, dalle lunghe orecchie appuntite e la bocca grande e atteggiata ad un ghigno crudele. Poi fu la volta di ampie spalle e di un torace muscoloso. La metà inferiore di quella misteriosa apparizione era soltanto fumo: si trattava di un genio.
"Chi osa profanare la dimora di Hupa?" disse, scontatamente il genio.
Le tre sorelle si guardarono confuse e, quando Prue aprì bocca il genio la precedette.
"Credevate che il Malvagio avesse affidato la difesa della nostra fonte di energia, e quindi di vita, a quel mezzo mostro di Mirfak? Illuse. Siete state brave ad arrivare fin qua. Nessuno prima di voi c'era mai arrivato. Purtroppo per voi, il viaggio è finito."
"Hey, aspetta!" protestò Phoebe ma il genio puntò un dito verso di loro, congelando ogni loro movimento.
"E' il momento di darvi una lezione adeguata" disse Hupa sollevando un altro dito. Un fumo multicolore s'insinuò dal pavimento e avvolse le tre povere sorelle che, immediatamente dopo si sentirono sollevare da terra per poi atterrare dolcemente sul palmo della mano del genio.
"Ora siete in mio potere" esclamò lui fissando le sue prigioniere. Il genio chiuse la mano e fluttuò verso i meandri della galleria, seguito da nuvolette di vapore.
Le tre sorelle non videro altro che nebbia, mentre Hupa le trasportava nella sua mano quando tutto ad un tratto, la nebbia si diradò e poterono osservare dove erano state condotte.
Si trovavano in una stanza dall'alto soffitto e dalle pareti rivestite di seta lucida. Il pavimento era di mogano e disseminato di tappeti pregiati.
"Spero che questa stanza vi piaccia perché rimarrete qui dentro per sempre, abituatevi all'idea." tuonò il genio.
Piper, rapidamente estrasse una freccia, decisa ad uccidere quel mostro ma con un ghigno beffardo, Hupa sollevò un dito puntandolo verso di loro. Un manto scuro cadde sulla vista delle tre sorelle e quando poterono nuovamente vedere si accorsero che la stanza era diventate enorme, o meglio erano state rimpicciolite alle dimensioni di una bambola e intrappolate in una specie di bolla di sapone. Prue sguainò la spada e  colpì la superficie della loro prigione ma inutilmente. Anche Piper e Phoebe si unirono alla sorella, cercando disperatamente di uscire. Il genio lasciò la stanza ridendo delle malcapitate. Dopo quindici minuti d sforzi inutili, le sorelle si lasciarono cadere sul "pavimento".
"E pensare che eravamo così vicine…" disse depressa Phoebe.
Piper era di nuovo silenziosa. Dopo tutto il tumulto degli ultimi giorni, stava di nuovo pensando a Leo.
"Ci sarà pure un modo per uscire di qui!" esclamò Prue.
Silenzio.
"E guardate il Libro delle Profezie, ebeti. L'avete preso per fare peso?" chiesi io esasperata. si erano perse in un bicchier d'acqua.
Le tre ragazze guardarono in alto.
"Ma sentitela, simpatica! MISS PERFEZIONE!" esclamò Piper adirata.
"Dai, Piper, lascia perdere. Cerchiamo piuttosto un modo per uscire di qui" suggerì Prue.
Phoebe lesse una pagina del vecchio volume:

"Le tre streghe venute da lontan
Le ultime creature sconfiggere dovran
Un mostro da tre teste uccider si potrà
Ma un malvagio genio le catturerà
Al contrario i loro nomi tre volte ripetere dovran
E l'agognata libertà ritroveran"

"Le rime del nostro libro sono migliori!" esclamò Phoebe.
"L'importante è il contenuto perché ci hanno permesso di trovare la via di fuga." disse Prue.
"Ah, sì?" chiese Phoebe.
"Certo, Al contrario i loro nomi tre volte ripeter dovran. Questa è la via di fuga" spiegò Piper.
"Pronte?" chiese Prue.
"Sì!" risposero in coro le sorelle.
"Ecnedurp, Repip, Ebeohp" dissero in coro le sorelle. Appena ripetuto la terza volta, la bolla nella quale erano rinchiuse si ruppe all'istante liberando un fumo oleoso che fluttuò verso il soffitto.
"Sìììììì!" esclamò Phoebe, gioiosa. Erano di nuovo libere.
"Ora possiamo di nuovo cercare il cristallo" le fece eco Piper.
"Alt! Stop sorelle. Non c'è niente di strano?" chiese Prue.
Piper si voltò verso di lei, con occhi pieni di rabbia.
"Siamo in un pianeta dove il male ha il sopravvento, i nostri poteri diminuiscono, dobbiamo uccidere demoni già morti, dobbiamo lanciarci in battagli contro serpenti giganti o seguire Phoebe posseduta dal Vettore e tu ci chiedi se c'è qualcosa di strano?" inveì Piper. Era furiosa. Voleva tornare a casa, voleva distruggere il male, una volta per tutte.
"Hey, non mi uccidere. Volevo solo farvi notare che siamo… piccine."
"Scusami, sorellina, ero fuori di me." disse Piper imbarazzata per come aveva trattato la sorella.
"Non importa" replicò Prue abbracciando Piper.
"Comunque Prue ha ragione. Dobbiamo tornare alle nostre dimensioni originali" insisté Phoebe e insieme alle sorelle maggiori varcò l'unica porta presente nella stanza e si ritrovarono in una specie di laboratorio. In  mezzo alla stanza c'era un tavolo. Aiutandosi l'un l'altra, le sorelle riuscirono ad arrampicarsi e si trovarono perse in una foresta di bottiglie e alambicchi e flaconi.
"E ora?" chiese Piper.
Prue si avvicinò ad una bottiglia e provò a leggere l'etichetta; diceva:  Unverzüglich tod (morte imminente).
"Ma che lingua è?" disse disperata Prue.
Piper si avvicinò e lesse. Poi si girò, raggiante verso le sorelle.
"E' tedesco. Io so leggere il tedesco!!!"
"E perché un demone dovrebbe parlare tedesco?" chiese perplessa Piper.
"Non me ho la più pallida idea" rispose Phoebe, sempre sorridendo.
"E noi possiamo aiutarti in qualche modo?" chiese Prue, ansiosa di fare qualcosa.
"Beh… non so… ci sono molte frasi che potrebbero riportarci alle nostre dimensioni originarie. Proverò a dare un'occhiata da me, magari scopro un metodo che ci consentirà di trovare la pozione giusta in poco tempo." disse Phoebe e si mise a tradurre le bottigliette che si trovava davanti. Girovagò per lo scaffale per cinque minuti, poi tornò dalle sorelle.
"Le pozioni che ci interessano hanno colori tipo blu, verde eccetera"
"Quindi sono colori freddi!" aggiunse Prue
"Sì, dillo come vuoi ma il concetto c'era!" replicò la sorellina.
"Forza, diamoci da fare, non ho più voglia di stare qui!" esclamò Piper.
"Io non l'ho mai avuta" le rispose Prue e le tre streghe si misero a ridere.
Le sorelle si misero al lavoro e dopo circa un'ora avevano trovato solo una pozione che poteva fare al caso loro.
"L'unica che ci potrebbe essere utile è questa." disse Phoebe "Angehen, cioè origine, ma non sono sicura che sia…"
"Non importa! E' la nostra unica possibilità." replicò Prue.
"Sì, ma c'è un piccolo problema. Non possiamo arrivare al collo della bottiglia da quaggiù e nessuna di noi sa volare" puntualizzò Piper.
"Allora dobbiamo farla cadere!" disse Prue.
"Non credo che ce la potremmo fare" disse Phoebe guardando la bottiglia dall'alto in basso. Non aveva mai pensato che sollevare una bottiglia potesse causarle tanti problemi.
"Forse se uso il mio potere…" cominciò Prue.
"Ce la farai? Hai dovuto sforzarsi anche per riprendere il Libro delle Profezie di Kelem, potrai sollevare una bottiglia?" obbiettò Piper.
"Non dico sollevarla, ma almeno inclinarla per far sì che voi possiate farla cadere." spiegò Prue.
"Tentar non nuoce!" citò Phoebe.
Piper e Phoebe si posizionarono dietro la bottiglia, Prue, lateralmente.
"Pronte?" chiese alle sorelle e, ricevuto un segno affermativo si concentrò e si mise all'opera. Usando tutta la forza disponibile riuscì a farla inclinare e le sorelle riuscirono a farla cadere.
"Finalmente" esclamò Phoebe "Sto detestando questa sala".
Ma questa volta le sorelle non la ascoltavano. Erano perse nei loro più terribili pensieri. E se non fosse stata la pozione giusta? E se il liquido fosse finito? Assorte nei loro pensieri, non si accorsero che la pozione, di un colore blu scuro e con un intenso profumo stava già fuoriuscendo dalla tanto odiata bottiglia ed ebbero bisogno delle esclamazioni di gioia di Phoebe per prestargli attenzione.
"E ora?" chiese la minore "Come lo usiamo?".
Le tre sorelle si guardarono, fecero le spallucce e affondarono le mani nella pozione blu che a contatto con la luce aveva assunto meravigliosi colori iridescenti. Immediatamente le tre ragazze videro le pareti della stanza che si rimpicciolivano velocemente, poi si fermarono, cioè… le tre Halliwell erano tornate alle dimensioni originarie.
"Ora basta, andiamocene da qui!" esclamò Prue.
"Sì, giusto!" confermarono le sorelle e detto questo cominciarono a correre, in un labirinto di corridoi e solo per un caso fortuito (o forse era di nuovo opera del Vettore?) Piper riuscì a trovare la strada. Erano tornate al bivio dove Hupa era apparso loro la prima volta. Purtroppo per loro, la storia si ripeté e di nuovo, serpeggiando sottoforma di vapore, il genio apparve di nuovo.
"Non siamo riuscite a sconfiggerlo prima, che cos'è cambiato, ora?" chiese Piper. Phoebe stava per dire di tentare con i poteri ma Prue parlò prima di lei, ma rivolta al malvagio genio.
"Apuh Apuh Apuh" gridò Prue. Il genio fece per attaccarle ma venne come trascinato indietro e ridotto ad un filo di fumo che si dissolse in aria.
"Ma come…" cominciò Piper.
"Non lo so, proprio non lo so. Ho avuto come una specie di premonizione, anche se sarebbe stato un compito tuo" disse indicando la sorella minore.
"Uffa! Non basta avere un potere passivo. Ora te lo rubano anche!!!" esclamò triste la sorella.
"Ragazze, che ne dite di levare le tende?" disse Piper.
"Sì, francamente mi sto annoiando" disse Prue "Andiamo" e cominciarono a correre verso il corridoio che emanava luce rossastra.
Arrivate alla fine del corridoio si trovarono in una grande sala che un cristallo adagiato al centro. C'era un foro sul pavimento sotto al cristallo dal quale sembrava provenire la luce rossa e le tre sorelle rimasero un attimo affascinate da quella pietra. Poi si avvicinarono e cominciarono a colpirlo: con le loro armi, con calci e pugni. Quando cominciavano a pensare che fosse indistruttibile, il cristallo si incrinò e si spezzo, mandando frammenti colorati per tutta la stanza. Si alzò una folata di vento che avvolse le ragazze e le fece sparire, riportandole finalmente a casa. Ma prima di sparire, Phoebe perse il Libro delle Profezie che si aprì, mostrando uno dei suoi indovinelli:

" Se tutto il male distruggere si vuole eliminare
L'intera caverna bisogna far crollare
Le tre guerriere questo non faran
Ma ugualmente a casa ritorneran
Avranno, certo, un periodo di felicità
Ma il Male, purtroppo, si riorganizzerà."

Poi sparì anche lui, tornando nelle mani del Vettore, che felice di aver aiutato tre prigioniere del male, ripose il libro, sperando che anche le prossime prigioniere sarebbero state tanto audaci ed intelligenti quanto le Halliwell.

Piper si svegliò e fu colta dal panico. Loro erano svenute in salotto e quello non era decisamente il salotto!!! Si alzò in piedi dolorante e quando i suoi occhi si abituarono al buio, si accorse di un particolare. Il poster di John Lennon, il suo Beatle preferito. Era in camera sua.
Uscì e trovò le sorelle. A tutte mancarono le parole per quell'attimo e si abbracciarono solamente. Poi sentirono dei rumori e la decisa Prue organizzò la situazione.
"Presto, in camera mia" e le sorelle la seguirono. Sentirono il rumore della porta aperta e richiusa, dei passi, quasi svogliati, che salivano le scale, di nuovo una porta aperta, quella della stanza di Piper. Ancora passi, questa volta più affrettati, verso la camera di Phoebe e il rumore della porta. Quindi il visitatore si avvicinò e aprì la porta della stanza di Prue. Le tre sorelle si erano accorte di avere ancora i pugnali di Keil e li avevano in pugno, pronte a colpire, quando si accorsero che di fronte a loro c'era Leo che le fissava, incredulo.
"Leo" esclamarono le ragazze.
"Ma come avete fatto a…"
"Abbiamo distrutto la fonte del male" rispose Piper. Leo avanzò verso di loro e le abbracciò tutte e tre. Come al solito apparve una luce azzurra vicino a lui.
"Leo, non dirmi che devi andartene!" esclamò Prue.
"No, ma come al solito, Loro vogliono attenzioni. C'è un demone in città che non sono riuscito a neutralizzare e quindi ci dovete pensare voi, mi dispiace."
"Che carino da parte sua, attaccare quando noi siamo sparite" disse sarcastica Phoebe "Non possiamo stare via pochi giorni che…"
"Pochi giorni?!?" disse Leo "Siete sparite per due settimane e mezzo!"
"Cosa?" chiese incredula Piper.
"Forse il tempo su Madras scorreva più lentamente"
"Può darsi!" ammise Leo.
"Hey, ma non abbiamo un demone da uccidere?" chiese Phoebe.
"Già" ammise Leo che era stato distratto dalla conversazione "Venite, ho già organizzato tutto"
"Che servizio!" scherzò Piper mentre salivano in soffitta con il loro Angelo.
"Ho avuto del tempo libero senza di te!"
"Ma non ti avevano ucciso?" chiese Phoebe che si era ricordata di Electra.
"Ci hanno provato ma Loro mi hanno aiutati e mi hanno salvato la vita." spiegò Leo "Ecco" continuò, cambiando discorso "la formula è questa."
Le tre sorelle si misero in cerchio e cominciarono a leggere l'incantesimo.

"Evochiamo gli spiriti delle antenate
per vendicare vite strappate
da Mizar, demone che comanda ogni mente
presto, combattetelo ed annientatelo all'istante.
Questa è la nostra preghiera
per difendere il Bene dalla magia nera"

"Avrà funzionato?" chiese Phoebe.
"Vado a vedere" disse Leo, scomparendo.
"Come al solito" esclamò Piper.
Prue, intanto si era avvicinata alla porta, erano tutte in condizioni spaventose. Lei era sporca di sangue di Mirfak, Phoebe aveva i vestiti strappati, Piper era tutta graffiata dagli spini e tutte erano piene di polvere e Prue voleva fare una doccia, precedendo le sorelle. Come al solito Piper capì tardi le intenzioni delle sorelle e si ritrovò da sola perché Phoebe era riuscita a sgattaiolare via. Pochi minuti dopo apparve di nuovo Leo.
"Il demone è sparito" disse.
"Bene!" rispose sovrappensiero Piper.
Leo la baciò.
"Qualcosa non va?" chiese poi il ragazzo passandole un braccio sulle spalle.
"Sì, cioè, no insomma…" disse lei, confusa.
Leo la guardò negli occhi.
"Avanti, puoi dirmi cosa ti preoccupa"
"Perché devono essere le donne a dire certe cose?" chiese Piper, quasi furente mentre Leo la guardava con un'espressione incuriosita in faccia. "Va bene" cedette Piper. Fece un respiro poi disse "Credo di aspettare un bambino" disse. Poi abbassò gli occhi, sicura che lui non sarebbe stato contento. Invece lui la strinse a sé.
"Pensavi che mi sarei arrabbiato?" chiese lui.
"Sì" rispose Piper, appoggiandogli la testa al petto. Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.
"Non dovevi" le disse Leo "Ricordati che ti amerò, qualunque cosa accada. Io ti amerò sempre". Leo le accarezzò i capelli mentre lei pensava a quello che era successo. Avevano veramente sconfitto definitivamente il Male? Ne dubitava, ma per il momento non voleva pensare ad altro. Sperava solamente che ci fossero veramente riuscite.

Erano accadute tante cose orribili in poco più di due settimane, molte persone erano morte e, anche se le sorelle non avevano sconfitto definitivamente il male, ormai era indebolito e loro avevano acquistato più carattere e forza di prima. Dopotutto era stata un'esperienza istruttiva!

 
Scritto da Kika


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