Streghe Italia Fan Fiction

VACANZE ROMANE
Prima parte


RIASSUNTINO: Le Halliwell vincono un viaggio a Roma, dove sono avvenuti delitti misteriosi... Piper si trova in una situazione difficile con Dan (lo so che nell'altro mio racconto l'aveva lasciato, ma mi piace questa situazione... :-) !)

DATA DI COMPOSIZIONE: 13 gennaio 2001 - 9 febbraio 2001

ADATTO A: Non ci sono scene particolarmente violente, ma per certe situazioni ed espressioni (soprattutto riguardo a Piper-Leo... ehi, non pensate male, non è un racconto a luci rosse!) è sconsigliato ai bambini.

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Streghe Italia", e che tutti i personaggi di "Streghe / Charmed"
utilizzati sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

"Charmed" is a trademark of Spelling Television Production © 2001


Roma, 23.01.2001 Catacombe h.23.58

<<Sta zitto, non vorrai farti scoprire!>> <<Certo che no, ma questo posto non mi piace….>> <<Idiota, certo che non ti piace! Queste sono le catacombe, non è esattamente il posto per un party! Dammi quei gioielli, che gli diamo un’occhiata. Ma che cos’è questo?>> <<Sembrerebbe una palla di vetro…>> <<Oh, hai ragione, Charlie, non me n’ero accorto…! LO VEDO ANCH’ IO CHE E’ UNA PALLA DI VETRO!!>> <<Bè, allora… volevi forse sapere a che cosa serve? Magari a vedere nel futuro!>> <<Giuro che non ti esporrò mai più i miei dubbi…. Ma che succede? AHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!>>

 

San Francisco, 24.01.2001 Villa Halliwell h.07.47

<<Phoebeeeeee???!!! Dove hai messo i miei jeans? Devo andare a quel servizio fotografico e mi servono!>> urlò Prue, correndo come una pazza su per le scale. Irruppe in camera della sorella e la fulminò con lo sguardo. <<Sorellina… ecco, io… credo di non sapere dove sono i tuoi jeans, in questo momento… prendi un paio dei miei!>> <<Lo faccio solo perché sono in ritardo, ma stai pur certa che se al mio ritorno non troverò i miei pantaloni nel mio armadio ti faccio a polpette!>> detto questo, furiosa la sorella maggiore uscì dalla camera della minore sbattendo la porta. Phoebe tirò un sospiro di sollievo. <<Sorelline!!! Sorellineeeee!!!!>> urlò euforica Piper entrando in casa. Phoebe scese di corsa. <<Che c’è, che è successo?>> chiese preoccupata. <<Dov’è Prue?>> domandò confusa l’altra. <<Prue? Lei non c’è, è… andata ad un servizio fotografico non so dove… accidenti, mi vuoi dire che è successo?>> la sorella divenne seria. <<Phoebe, non ci crederai mai.>> <<a cosa?>> <<Ho vinto.>> <<Hai vinto? Cosa? Cosa hai vinto? Insomma, Piper, vuoi spiegarti?>> <<Ti ricordi quel concorso dei cereali?>> <<Quello che metteva in palio un viaggio in Italia per quattro persone?>> <<Esatto! Abbiamo VINTOOO!!>> Phoebe cercò un appoggio. <<Vuoi dire che…. Che quel viaggio di quindici giorni in Italia, a Roma… l’abbiamo vinto noi?>> <<Già! Incredibile, vero?>> <<Bè…>> Phoebe ci pensò un attimo, poi continuò, scrutando la sorella con uno sguardo da Sherlock Holmes. <<non mi stai prendendo in giro, vero?>> <<Diamine, Phoebe, ti sembra che scherzerei su queste cose?>> <<bè, ecco, veramente…>> disse la sorella con aria ironica. <<bè, comunque…>> continuò imbarazzata Piper <<… sono serissima. Partiamo settimana prossima. Noi tre… e Dan.>> Phoebe si irritò. <<Dan? E… Leo?>> <<Che c’entra Leo!>> La sorella media corse su per le scale, notevolmente “touché”. Phoebe era sempre convinta che fosse Leo il vero amore di Piper, anche forse per un “interesse specifico” verso Dan, certo, ma soprattutto per la sorella. Voleva vederla felice, ed era sicura che lei lo amasse ancora, ma che cercasse di nasconderlo per il bene suo e – o almeno così pensava – di Leo.

Alzò gli occhi al cielo e rincorse la sorella. <<Pipeeeer!>> la raggiunse in camera sua e la trovò immersa nel suo armadio. <<Piper? Ma che stai facendo?>> <<Preparo le valigie.>> <<Che cosa?! Ma allora fai sul serio! Come farai con il p3?>> <<C’è Leo per questo>> rispose, con un tono che avrebbe fatto venire i brividi ad un pinguino. <<Ah, noi andiamo a divertirci, ci portiamo dietro il tuo ragazzo e Leo resta qui a fare da sostituto? Piper, è un atteggiamento orrendo!>> la rimproverò la minore del Trio. Piper si alzò e, con aria solenne, disse a Phoebe: <<Senti, Phoebe, Leo è un mio dipendente ed io ho tutti i diritti di chiedergli di sostituirmi!>> <<Ma, Piper! Leo è un tuo dipendente solo perché ha cercato di salvarti!>> Piper abbassò lo sguardo. <<Bè, comunque il viaggio è per quattro persone. E ora, ti dispiace lasciarmi sola?>> Phoebe, stupita per l’atteggiamento menefreghista della sorella, sentì suonare il campanello. <<Chissà come mai il campanello suona sempre quando deve suonare o quando assolutamente non deve farlo…. Mai in momenti normali! Sempre che ci siano, in questa casa!> pensò, mentre scendeva le scale. <<Leo?!>> urlò, quando aprì la porta. <<Phoebe… che è successo? Sono capitato in un momento sbagliato?>> <<Bè…>> stava per rispondergli affermativamente, poi si fece largo in lei quella furbizia che la caratterizzava. <<nooo, che dici? Piper è di sopra.>> lo fece entrare e lo diresse verso le scale. <<No, Phoebe, è una cosa… prima vorrei dirlo a te, sai com’è,….>> <<Di che cosa si  tratta?>> <<Ecco… ho deciso di andarmene.>>

La ragazza tacque. <<vedi… è che non ha più senso che io stia qui, Piper sta con Dan e, nonostante io abbia giurato di non arrendermi, ormai ogni giornata è una sofferenza atroce, a vederla sempre avvinghiata al vostro vicino di casa. E poi… non vi servo più nemmeno come angelo bianco!>> <<non è vero, Leo, molte volte, se non fosse stato per te, non avremmo mai risolto i nostri… casi! Come quella volta che la mia vita passata mi minacciava, ti ricordi?>> <<Sì, ma i miei aiuti non vi sono indispensabili, e per me è molto brutto sapere che avrei potuto fare qualcosa, ma non posso… insomma, è meglio per tutti che me ne vada. Magari vi affideranno ad un altro angelo bianco!>> gli occhi di Phoebe si riempirono di lacrime <<Leo, non puoi abbandonarci….non puoi abbandonare Piper così!>> <<Oh, Phoebe…>> Leo l’abbracciò. <<apprezzo il fatto che tu… tifi per me, ma non è il caso, quando non ci sono speranze.>> la ragazza voleva ribattere, ma scoppiò a piangere. Dal piano di sopra Piper la sentì e accorse. Appena vide Leo, assunse uno sguardo imbarazzato. <<Leo? Cos’è successo?>> tornò subito in se quando un atroce dubbio le passò per la testa: <<Ommioddio, è forse.. successo qualcosa a Prue?>> <<No… non è niente, Piper, non è niente.>> Piper condusse la sorella in salotto e si sedette accanto a lei. Leo rimase in piedi. Phoebe si asciugò le lacrime e assunse il comando della situazione. <<Leo se ne vuole andare, Piper.>> Piper guardò Phoebe e poi Leo. <<sul serio?>> Il ragazzo annuì. In quel momento entrò Prue. <<Ragazzeee!!! Sorellineeee!! Sono tornata, il servizio è rimandatooo!!!>> Non appena la maggiore entrò nella stanza e si trovò di fronte quello spettacolo, aspettò un attimo e poi chiese: <<ma… mi sono persa qualcosa?>> Piper, senza smettere di fissare Leo per capire se facesse sul serio, confermò: <<Sì, Prue. Siediti, è meglio>> <<ma che succede?>> Leo, sentendosi un po’ in colpa per aver creato quello scompiglio in casa Halliwell, spiegò: <<Me ne vado, Prue. Penso che andrò… a Los Angeles. Mi rifarò una vita. Mi sono già procurato dei documenti.>> <<Ehm… ragazze? È… tutto uno scherzo, vero?>> <<No, Prue. È la pura realtà.>> rispose Piper. La ragazza non sapeva che cosa stesse succedendo nel suo stomaco… sensazioni strane, già provate, che la confondevano: che cosa provava per Leo? Affetto, odio, imbarazzo…  o qualcos’altro, qualcosa che credeva di aver soppresso con Dan? Immersa nei suoi pensieri, si riprese quando Leo le diede un bacio sulla guancia per salutarla. D’improvviso, tutto intorno a lei si fece confuso: Leo che se ne andava, le sue sorelle che piangevano… tutto questo la portò a un gesto che fece tacere tutto e tutti. Leo era ormai sulle scale di fuori, lei si affacciò sulla porta e urlò: <<nooooooooo!!!!>> scoppiando a piangere. Leo non si girò, pensò che fosse meglio così, e se ne andò.

Era ormai giunto il giorno della partenza, tutto era pronto, Phoebe e Prue si erano un po’ tirate su sapendo che Leo sarebbe venuto a trovarle, l’aveva promesso, e un angelo bianco non può mentire…! Ma Piper, dal giorno della partenza era strana: non parlava più, o quasi, stava sempre chiusa in camera sua e mangiava pochissimo. <<deve riprendersi, in fondo loro due erano stati assieme…>> ipotizzò Prue. <<no. No, Prue, non è per questo che è così giù.>> rispose Phoebe, e l’argomento si chiuse lì, Prue aveva capito quello che voleva dire la sorella. Piper era sdraiata sul letto, aveva trovato nel suo comodino una catenina con due medagliette. Le aveva buttate lì quando si era messa con Dan, erano quelle che Leo aveva lasciato lì dopo essere guarito quando avevano avuto a che fare con Alec. Se le rigirava fra le mani, cercando di capire se stessa. Quell’atteggiamento quando Leo se n’era andato… non era stato un gesto volontario, era stato l’istinto, ma perché? Lei amava Dan, no? Già; Dan. Che cos’era Dan per lei? Uno strumento per dimenticare Leo o il vero amore? Lo stava sfruttando? Oppure lo amava? Venne interrotta nel bel mezzo dei suoi pensieri da Prue e Phoebe, che l’abbracciarono dicendo: <<Dobbiamo andare, Dan è in macchina>>. Per il p3 avevano rimediato, un’amica si era offerta di pensarci lei. <<Come? Leo è in macchina?>> Phoebe guardò sottecchi la sorella maggiore. <<No, Piper, Dan. Dan è in macchina.>> <<Ma certo, e io cos’ho detto?>> esclamò Piper irritata e imbarazzata. Si mise le medagliette al collo e partirono.

Roma, 01.02.2001 Hotel S. Francisco

<<Wow, è fortissimo qui!>> esclamò Phoebe guardando il panorama dalla finestra. Erano in una bellissima zona, con albergo a cinque stelle e tutto gratis… cosa volere di più dalla vita? Piper durante il viaggio, che aveva passato vicino a Dan, si era data una risposta, vergognandosene: lei amava Leo. Lo amava più di Dan, più di chiunque altro, più della sua stessa vita. Forse anche più delle sue sorelle. E le mancava terribilmente. Le mancava quell’angelo che appariva all’improvviso e allo stesso modo scompariva, che svaniva nel mezzo di una notte d’amore, facendola infuriare, che la guardava con gli occhi pieni di amore e di desiderio… e che se n’era andato, per lei. Che aveva sacrificato ciò a cui più teneva… per lei. Che sarebbe morto, per lei. Era pensando a lui che si era addormentata fra le braccia di Dan, in aereo. Era pensando a lui che aveva baciato Dan, arrivati a Roma, ed era a causa sua che lei non apparteneva più a quel mondo, era totalmente persa nei pensieri di lui. Decise comunque di non rovinare le vacanze alle sue sorelle e a Dan e finse contentezza di trovarsi lì. Non ingannò nessuno dei tre, ma nessuno ne fece parola.

 <<Diamine, mi sa che ci siamo persi…>> <<No, Prue, non è possibile! Non vedi, quello è il Colosseo!>> <<Sì, ma ci siamo già passate due volte, dal Colosseo!>> <<Ah…>> I quattro turisti americani si sedettero a un bar e Phoebe prese il giornale. <<Phoebe? Da quando sai l’italiano?>> chiese Prue <<non lo so, infatti… ma questa prima pagina mi ha attratto!>> sul giornale c’era l’immagine delle Catacombe, con i corpi di due uomini privi di vita e totalmente calvi. Mancavano anche le sopracciglia, e non c’era traccia di barba in nessuno dei due. <<strana coppia, non c’è che dire!>> esclamò Dan. <<Prue, tu dovresti capire qualcosa di italiano, visto che sai il latino…>> azzardò Piper. <<ma perché vi interessano tanto queste cose lugubri?>> domandò Dan. <<Oh, sai com’è, curiosità.>> <<Mi dispiace, non riesco a capire un accidenti! Ci sono termini che sarebbero difficili anche per un italiano, credo! Phoebe… perché non lo metti via?>> <<Ok, sorellina…>> lo prese, ma appena lo toccò, vide qualcosa. <<Santo cielo, Phoebe, che cos’hai?>> chiese preoccupatissimo Dan. <<Niente, è stato solo un… giramento di testa. Ma vorrei andare a casa, vi dispiace? Non mi… sento troppo bene…!>> le sorelle capirono e annuirono. Presero lo stesso autobus di prima e tornarono all’albergo.

 

Roma, 01.02.2001 S.Francisco hotel h. 15.24

<<Allora, Phoebe, cos’hai visto?>> chiese Prue alla sorella, dopo aver mandato Dan a fare un paio di commissioni. <<Ho visto… i due uomini del giornale, che avevano in mano una sfera, poi è arrivata una donna che ha preso la sfera e… mangiato i loro capelli… e compagnia bella. Erano in quel monumento tetro, le catacombe di santa Di…di… di qualcosa.>> <<Che cosa?! Ma è disgustoso!!!>> urlò Piper. La ragazza non aveva fatto i soliti commenti del tipo “neanche in vacanza si può stare in pace”, cosa che aveva fatto capire alle sorelle che stava ancora pensando a Leo. <<Piper, senti, prima di affrontare questa cosa devi essere sincera con noi.>> <<Riguardo a cosa?>> <<Andiamo, Piper, lo sai!>> continuò Phoebe. <<riguardo a… Leo.>> terminò Prue. Piper arrossì, capendo che non poteva nascondere loro niente, e che sfogarsi le avrebbe fatto bene. <<Ecco, io… ho riflettuto molto su quello che provo per lui e sono giunta alla conclusione che…>> <<Ragazzeee! Mi aprite?>> urlò una voce fuori dalla porta. <<è Dan. Finiremo il discorso più tardi ok?>> si sbrigò Piper, e fece cenno a Phoebe di andare ad aprire. <<Ma insomma, anche in albergo devo sempre aprire io?!>> ingiuriò la poverina.  

La giornata trascorse normalmente, non uscirono e continuarono a discutere del problema demone grazie al potere di Piper. Dan si sarà perso mezza giornata senza sapere come!

<<Allora, ricapitoliamo: >> Prue cominciò a fare il punto della situazione. <<Domani mandiamo Dan a quella conferenza sull’architettura romana, io vado a casa, cerco il Demone… sperando che ci sia sul Libro delle Ombre, poi formuliamo un piano d’attacco. Tutto deve finire domani, o non ci sarà più modo di distrarre Dan. Avete capito?>> Phoebe annuì, Piper guardava il vuoto. <<Piper?>> la incitò Phoebe. <<allora, ci vuoi dire a che conclusione sei giunta?>> <<Sì, dunque, io…>> ma in quel momento una luce azzurra si diffuse nella stanza dove stavano le ragazze (Dan dormiva!). <<Sapete? Comincio ad avere anche le allucinazioni…>> <<No, Piper, non sono allucinazioni… lo vediamo anche noi!>> <<salve ragazze>>

 Leo era lì. Piper non sapeva cosa fare, come comportarsi, cosa dire…! Le sue sorelle lo abbracciavano, dicendo cose come “credevamo che non ti avremmo mai più rivisto!”, ma lei no. Era come se non ci fosse. La stessa sensazione di qualche giorno prima. Avrebbe voluto saltargli al  collo e urlargli “ti amo” con quanto fiato aveva in corpo, baciarlo e fuggire con lui lasciando perdere il demone e Dan, o stare ore con la testa sul suo petto per farsi proteggere dal suo abbraccio, ma restava lì, immobile, a fissare il vuoto. Non gli aveva detto neppure “ciao”. Il ragazzo c’era rimasto molto male, ma Phoebe gli diede una pacca sulla spalla e gli fece l’occhiolino. Lì per lì non capì, ma questo lo rassicurò un poco. <<Mi hanno ridato i poteri>> spiegò il giovane sedutosi sul divano. <<sì, questo l’abbiamo notato…>> precisò ironicamente Phoebe. <<…perché…>> si interruppe e guardò Piper. <<…ho rinunciato a te>> Piper si sentì mancare. <<Ah. Sono… contenta per te.>> mentì la ragazza. In realtà non le dispiaceva il fatto che Leo avesse riottenuto i poteri, ma piuttosto che avesse rinunciato a lei. Cominciava a credere che non l’amasse più. Si erano invertiti i ruoli. <<Scusate. Io vado a dormire.>> si diresse verso la sua stanza, ma una volta visto Dan andò verso quella di Prue e Phoebe. Non le andava di dormire accanto a lui dopo quello che era successo. Non avrebbe potuto. Leo notò il gesto della sua amata e rivolse uno sguardo interrogativo alle due sorelle rimaste. Phoebe lo rassicurò con lo sguardo.

<<Buongiorno Prue, buongiorno Piper!>> sbadigliò Phoebe arrivando nel piccolo salottino della suite. Piper aveva dormito con lei, Prue sul divano. Appena Phoebe ebbe salutato notò l’atmosfera ghiacciata che aleggiava nella stanza, mentre Prue era in bagno, praticamente aveva salutato l’aria! Capì che Dan non aveva preso bene il fatto che Piper non avesse dormito con lui, e che Piper era ancora triste per l’avvenimento della sera prima. Cercò di rimediare almeno per Dan: <<Allora, Piper, stai meglio stamattina?>> la sorella capì quello che Phoebe cercava di fare e le sorrise, grata. <<sì, ora va meglio… grazie di avermi permesso di dormire con voi…>> Dan fu come punto da uno spillo e cambiò espressione: <<Stavi male? E cos’avevi? Io credevo…>> le si avvicinò e l’abbracciò. Piper non lo respinse, decise di affrontare prima il Demone, poi Dan. Un problema alla volta. Vedendo quella scena, Phoebe si convinse che la decisione presa dalla sorella era di nuovo Dan, e si dispiacque un po’ per questo. Si distrasse subito, però, quando sentì la porta del bagno aprirsi… <<il bagno è mioooo!!!>> urlò, prima che Piper si rendesse conto di quello che stesse succedendo…!    

<<Allora, Dan l’abbiamo liquidato, Ora bisogna mettere in atto il nostro piano: Prue, astrati e cerca la formula. Phoebe, tu… cerca di avere una premonizione. Una qualsiasi. E io… studierò la cartina di Roma… sai com’è, non vorrei che ci perdessimo un’altra volta…!>> <<ma…. Prue, Piper ti sta rubando la parte! Ti sta deturpando il posto di capitano…>> stuzzicò Phoebe. Prue le lanciò un’occhiataccia, ma decise di rimandare la rincorsa a quando tutto fosse finito. <Allora… che cosa devo cercare? Capelli, peli, catacombe… accidenti, non so da che parte cominciare!> pensò Prue, una volta che fu nella soffitta di villa Halliwell. <<nonna…. Nonna? Avanti, me le giri queste care pagine?>> esclamò ad alta voce Prue, e probabilmente la nonna la sentì, visto che le pagine si aprirono al capitolo…

<<Krinex. Ecco come si chiama. Si nutre di cheratina, uccide le sue vittime strozzandole con delle specie di tentacoli molto sottili, somiglianti a capelli e poi… bè, i fortunati hanno un appuntamento dal parrucchiere gratis!>> <<E la sfera?>> <<non la nominava neanche!>> <<E… il libro diceva come sconfiggerlo?>> <<ecco… veramente dice solo che bisogna rivoltargli contro la sua stessa arma, o qualcosa del genere… in sostanza, siamo al punto di prima!>> <<No, non è così>> disse Phoebe <<sappiamo come si chiama e la sua arma. Possiamo difenderci.>> <<Il libro non dice come mai il demone è proprio a Roma, proprio nelle catacombe?>> chiese Piper <<No… bè, non tutti i demoni sono a San Francisco, si è scelto un ambiente tranquillo per agire!>> <<Hai ragione. E ora che facciamo? Avete un piano?>> le tre sorelle si guardarono in faccia. Non andava a nessuna di loro di subire un taglio radicale… e Leo non era nei paraggi. <Mai che ci fosse, quando serve!> pensò Piper, pentendosene subito perché si rendeva conto che non riusciva a non pensare a lui per più di un quarto d’ora…

 

Roma, dalle parti del Pantheon, 02.02.2001 h. 12.03

<<”Ho tutto sotto controllo”, eh? “Non ci perderemo”, eh?>> <<Phoebe, smettila!>> ringhiò Piper. <<Ma, Piper, ci vorrà più tempo per individuare quelle benedette Catacombe di quel santo lì, che per sconfiggere mangiacapelli!!>> Prue sorrise, divertita e sollevata perché Piper sembrava essersi rianimata. Poi prese il controllo della situazione: <<Allora, ragazze, è giunto il momento di dare una svolta a questa faccenda. Non ho intenzione di perdere tutte le vacanze a cercare quel tizio. Quindi, faremo sfoggio di tutte le nostre capacità e…>> <<Faremo autostop!>> esclamarono all’unisono. Non volevano spendere soldi per un taxi, e non temevano gli aggressori, grazie alle loro… capacità difensive! <<Guardate, quella macchina somiglia alla nostra, ci troveremo a nostro agio…>> suggerì Prue. Le sorelle si presero per mano e si avvicinarono alla macchina, che era di proprietà di un tizio che stava in quel momento andando a prenderla, era parcheggiata di fronte ad un ristorante. <<Mi scusi! Mi scusi!>> urlò la poliglotta del Trio <<Noi vogliamo andare to Catacombe! Tu dai un passaggio a noi?>> (questo era l’effetto che l’italiano di Prue ha fatto al nostro connazionale…). Il ragazzo non poteva dire di no alle tre turiste americane, così esclamò un <<Certo!>> e montarono in macchina.

Macchina di Daniele, 02.02.2001 h.12.17

<<Allora, dove volete andare esattamente?>> <<Ma alle catacombe!>> Daniele rise. <<ce ne sono tante, di Catacombe!>> le tre sorelle si guardarono in faccia… Qual era quella giusta?

Hotel S. Francisco, 02.02.2001 h.12.43

<<Che rabbia! Non abbiamo risolto niente!>> esclamò Piper. <<Non è del tutto vero, Phoebe ha rimediato un appuntamento…!>> Precisò con tono ironico Prue. <<Sì, e vorrei riuscire ad andarci. Daniele non è niente male… quindi vediamo di sbrigarci a eliminare Krinex!>> Rispose Phoebe. <<Ma… come facciamo?>> Chiese Piper <<dunque, facciamo il punto della situazione. Sappiamo che il demone si nutre di cheratina, che la sua arma sono quelle specie di tentacoli e che vive nelle Catacombe…>> cominciò Phoebe <<… Ma non sappiamo né come sconfiggerlo né in quali Catacombe abita… Certo che stavamo andando allo sbaraglio!>> Terminò Piper. Era ancora agitata, era chiaro alle sorelle, ma decisero entrambe di rimandare tutto a demone morto. In quel momento apparve Leo. <<Ragazze, ho buone notizie per voi.>> esordì il ragazzo. Piper abbassò lo sguardo per non incrociare il suo. <<ovvero?>> volle sapere Prue. <<Dunque, il demone non vive nelle Catacombe, non ha una dimora fissa, ma non può uscire alla luce del sole. È intrappolato sotto terra, e quella sfera di cristallo che Phoebe ha visto nella sua premonizione era il suo unico contatto con l’esterno, che usava per scegliere le sue vittime, prima che gli fosse sottratto da una strega diversi secoli fa. Quegli uomini erano ladri, e il mostro non li ha uccisi solo per mangiare, ma anche per riottenere la sfera che loro avevano rubato a un museo.>> <<e questo come ci può aiutare?>> domandò Phoebe. <<bè, dovreste comporre una formula per attirare il demone, per poterlo affrontare, in qualsiasi posto sotto terra.>> <<d’accordo, ma poi come lo sconfiggeremo?>> <<Questo non me L’hanno detto… >> <<ma Loro non possono mai essere più precisi?!>> sbottò Piper. Leo la guardò, poi con uno sguardo salutò le altre due e scomparve.

 

Bar ignoto, Roma, 02.02.2001 h. 13.30

<<Povero Dan, fino a che non avremo sconfitto il demone dovrà passare vacanza piuttosto noiosetta…!>> sussurrò Prue a Phoebe, che stava cercando di comporre una formula adatta allo scopo. <<Ci sono!>> esclamò la minore, sventolando trionfante il foglio con la sua “creatura”. <<bene, allora, ora che hai composto la formula che ci ucciderà, che cosa abbiamo intenzione di fare?>> disse Piper. <<senti, Piper>> esordì Prue <<lo sappiamo che stai vivendo un momento difficile, ma…>> Piper non la lasciò finire: <<no, Prue, non ne voglio parlare.>> . La Halliwell maggiore lanciò un’occhiata d’intesa a Phoebe, e continuarono come se niente fosse a elaborare il loro piano “suicida”, come lo chiamava la media… Piano che consisteva nell’attirare Krinex con la formula fatta in casa, e… e basta. Sì, perché non avevano la più pallida idea di come sconfiggerlo! Nell’eventualità di non riuscire a trovare una soluzione, avevano trovato sul Libro una formula per il teletrasporto, utilizzabile una sola volta, che le avrebbe riportate a casa intere… o almeno così speravano!

 

Campagna nei dintorni di Roma, 02.02.2001 h. 15.37

<ma dov’è…?> pensava Piper, mentre con le sue sorelle camminava il più possibile lontano dalla città… Leo non si era fatto vivo da quando erano uscite di casa, e lei lo voleva vedere… Senza pensarci, disse: <<Leo…>>, facendosi sentire dalle altre due, che fecero finta di niente. Phoebe, però, non poté fare a meno di lasciarsi scappare un sorrisino. Ma l’angelo non rispose al suo richiamo: infatti gli era stato categoricamente proibito di aiutare le Halliwell: Loro volevano che se la cavassero da sole. Non si possono capire i desideri dei grandi capi…

 

Dai grandi capi, contemporaneamente

<<Vi prego, Lasciatemi aiutare… le Halliwell! Non ce la faranno mai, altrimenti!>> implorò Leo. <<no. Loro ce la possono fare, non è un demone così potente>> <<sì, ma perché rischiare se io posso dir loro come fare a sconfiggerlo!>> <<devono capirlo da sole.>> <<che cos’è, una prova?>> Loro tacquero, e Leo svanì, furioso. Era deciso a intervenire, se necessario, anche a costo di perdere nuovamente i suoi poteri.

 

Bosco deserto, 02.02.2001 h.15.00

<<Abbiamo camminato senza sosta, ma c’è uno scopo per tutta questa faticata?>> si lamentò Piper. <<sì, Piper. Qui non c’è anima viva ed è buio pesto a causa dei rami fittissimi.>> <<non mi sembra un buon motivo… anzi!>> <<Oh, andiamo, sorellina, lo sai cosa intendo dire! Il demone potrà venire qui, perché non c’è luce, ma all’occorrenza potremo sempre fuggire!>> Piper sbuffò. <ma perché non arriva?> aveva molta paura, e avrebbe voluto avere Leo accanto a sé, l’avrebbe rassicurata. Ma Leo non c’era. Sarebbe morta senza avere l’occasione di dire a Leo che l’amava? Questo pensiero la terrorizzava… all’improvviso, una strana sensazione. Come di impotenza, di immobilità. Ma che stava succedendo? Non poteva più muoversi, non aveva più la facoltà di muovere le braccia! Si accorse di essere sospesa per aria….

FINE PRIMA PARTE

Scritto da Gaia


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