Streghe Italia Fan Fiction

UNA STELLA DI RAGAZZA


Breve riassunto: Alla porta delle tre sorelle suona una ragazzina coi capelli verdi, braccata da quattro demoni che le vogliono rubare il ciondolo che ha al collo, in grado di liberare un terribile titano.

Data di composizione: 6/4/2001 Ore 9: 30 – 6/4/2002 Ore 20: 34

Valutazione del contenuto: Per tutti.

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il consenso degli autori e senza fini di lucro.


San Francisco, agosto 2001

Fa caldo in casa Halliwell, e le tre sorelle stanno poltrendo davanti al televisore sgranocchiando patatine e bevendo delle bibite fresche.
Stanno tutte grondando di sudore e di tanto in tanto si tergono la fronte e sventolano dei ventagli improvvisati con quotidiani e riviste.
Nessuna riusciva ad alzare un dito senza disidratarsi quasi completamente. Ma ad un certo punto, le bibite finirono, così dovettero decidere chi mandare a prenderne altre.
Phoebe finì il suo bicchiere di tè alla menta e lo scosse leggermente per farlo notare alle sorelle, facendo sbattere sui bordi i cubetti di ghiaccio, che si stavano sciogliendo ad una velocità impressionante.
- Sorelline, chi va a fare altro tè ? - chiese Phoebe
- Io no, sono troppo sudata. - rispose Piper
- Vai tu, Phoebe, sei l’unica che riesce ancora a muovere il braccio… - rispose Prue con gli occhi chiusi e la bocca leggermente socchiusa che respirava con la bocca molto lentamente e profondamente per non sprecare energia.
- No… Sono troppo accaldata. - prese un cubetto di ghiaccio e se lo passò sulla scollatura, poi sotto il mento e sulla fronte.
Leo apparve nella sua consueta luce blu, vestito con un sobrio completo camicia aperta sui primi tre bottoni e pantaloni leggeri lunghi di seta - Salve a tutte. -
Piper era talmente affondata nel divano che sembrava sdraiata, non riusciva ad alzarsi e così con la mano destra fece segno a Leo di abbassarsi. Si baciarono a lungo, come erano soliti fare. Ad un certo punto suonarono alla porta. Come per quando c'era da rifare il tè, nessuna volle andare ad aprire.
- Vai tu ? - chiese Prue a Phoebe
- No. Piper, ti prego, vai tu. - Phoebe ribaltò la domanda a Piper
- Io no. Leo… -
- D’accordo - disse - Tanto ero l’unico in piedi… - il suono del campanello divenne insistente e prolungato. - Arrivo, arrivo! Con calma! -
Leo aprì la porta e una ragazzina bassa con i capelli verdi corse in casa e andò a scontrarsi contro di lui. Gli si aggrappò alla camicia e gli chiese di aiutarla, quasi con le lacrime agli occhi - Ti prego aiutami, Ho bisogno di vedere le tre sorelle Halliwell. Sono in pericolo. -
- Calmati, ma chi sei ? -
- Mi chiamo Sabrina, sono una strega e dei demoni mi vogliono prendere. -

- Allora, Sabina, ricapitoliamo. - disse Prue - Tu sei una strega e dei demoni vogliono qualcosa da te. Hai qualcosa che potrebbe interessargli ? -
- No, non credo. Come strega sono solo alle prime armi. Non ho ancora il controllo completo dei miei poteri. Forse vogliono il mio ciondolo. - fece vedere al gruppo il ciondolo che aveva al collo. Era una pietra color rosso magenta, circondata da un bordo d’oro. Al centro della gemma c’era una zona scura, con un colore tendente al granata. - E’ un bellissimo gioiello. Perché i demoni lo vorrebbero ? -
- Non lo so. Era di mia madre. Quando è morta me lo ha lasciato in eredità. Una volta mi ha detto che contiene un retaggio. -
- Un retaggio… Retaggio significa eredità. - considerò Leo - Anche tua madre era una strega ? -
- Non so… forse sì. - mandò giù un goccio di tè - Probabilmente non esercitava i suoi poteri. Da dove vengo io non sono molte le streghe. Inoltre in un piccolo borgo… - nella sua voce si poteva notare bene una certa nostalgia.
- Quante streghe siete voi ? -
- Non te lo saprei dire… -
- Come si chiamano questi demoni ? Forse c’è una maniera di sconfiggerli nel Libro delle Ombre. -
- Non possono essere sconfitti da nessuna arma forgiata, perché varie volte ho cercato di ucciderli a coltellate, però forse gli incantesimi sono efficaci. - considerò la giovane
Phoebe tornò di sotto con il pesante libro in mano. Lo mise sul tavolino basso in mezzo ai divani e cominciò a sfogliarlo. - Allora, Sabrina… come appaiono questi demoni ? Hanno qualche caratteristica particolare, che ne so, una cresta sulla nuca, cercano un oggetto o un potere che non hanno… ? -
- Non lo so… Forse cercano il mio ciondolo. -
- Ma cos’ha di particolare questo ciondolo ? - ripeté ancora una volta Prue
- A questo non so risponderti. Aspetta. Adesso che mi ricordo, quelle creature hanno un simbolo sulla fronte. Un qualcosa di simile ad una stella di Davide disegnata dentro un esagono. -
- Va bene, comincio a cercare. -
- Vi ringrazio molto per quello che state facendo per me. Non saprei come contraccambiare. -
- Non ci pensare. E’ il nostro dovere. - disse Prue sorridendo e toccandole il ginocchio in segno rassicurante.
- Qui da noi sei al sicuro. Non hai nulla da temere. - la rassicurò anche Leo.
- Cambiando argomento, da dove vieni ? -
- Dall’Italia. Non so se conoscete, un paesino vicino a Milano. Avete presente ? -
- Sì, abbiamo presente. Voi siete fortunati, a vivere lì. Sempre col sole, cielo sereno… - disse Phoebe con gli occhi bassi intenta a cercare qualcosa sul libro.
- Ah, già. Se per sole intendi l’energia elettrica… Da dove vengo io ogni tre per due c’è la nebbia. -
- Phoebe, mi domando all'università cosa studi. - commentò caustica Piper
- Studio, studio… - disse cambiando argomento, e seguitò a cercare.
- Non offenderti. E’ lo stereotipo che avete voi americani su di noi italiani. D'altronde anche noi abbiamo i nostri. -
- Ah, trovato. - disse con soddisfazione Phoebe - E’ il simbolo di Prath. Qui dice che Prath è una creatura che fu alla testa dei Titani che cercarono di prendere il potere al posto degli dèi classici della terza dinastia. Sconfitti, i titani furono sottoposti a pene indicibili. Il loro capo fu fatto a pezzettini e rinchiuso in sette pietre preziose. Qui c’è anche il disegno. Un topazio racchiude il braccio destro, un diamante il busto e la testa, un’ametista rinchiude l’altro braccio, un’acquamarina racchiude la sua gamba destra, uno smeraldo cela la seconda gamba. L’anima è chiusa in un diamante nero, mentre il suo cuore è chiuso in un rubino rosso sangue. Proprio il tuo, Sabina… -
- Ora capisco cosa vogliono da me. Qui c’è una didascalia. - lesse dall’inglese - Se le sette gemme saranno riunite al centro del simbolo di Prath e il seguente incantesimo pronunciato in una notte di luna rossa, il demone della rivolta tornerà in vita per sottomettere gli esseri umani con le sue leggi violente. -
- Continua a leggere, Sabrina. Ci deve essere un modo per batterlo. -
Sabrina scorse le righe col dito, leggendo molto velocemente. Ad un certo punto trovò una formula magica scritta in greco, da pronunciare in un giorno di luna rossa. - Ecco la nostra manna. Qui dice che bisogna preparare una pozione magica. Sono segnati gli ingredienti. Dopo averla preparata bisogna riunire i sette pezzi e disporli ai vertici di questo disegno, che deve essere fatto con sangue di capra su di una tavola di marmo di Carrara. Poi bisogna versare il liquido sulle pietre, in modo che le membra al loro interno vengano distrutte per sempre. Le pietre rimarranno delle normali gemme preziose. -
- Bene, allora. Cosa aspettiamo ? -
- Innanzi tutto non abbiamo il marmo. Poi non abbiamo più sangue di capra e forse anche alcuni degli ingredienti. -
- Allora facciamo così. - disse Prue, con la sua consueta aria calma e compunta - Io so dove possiamo trovare una tavola abbastanza grande. Piper, tu dovresti venire con me a prendere la tavola. Non credo di riuscire a portarla da sola. Phoebe: dopo che saremo tornate tu andrai a prendere il sangue di capra nel negozio vicino a Chinatown. Leo, tu rimani a casa e proteggi Sabrina dai demoni. -
- D‘accordo, Prue. -
- Va bene, sorelline, andiamo. -

Prue e Piper arrivarono qualche minuto dopo al negozio di antiquariato gestito da Frank Reyja, noto in tutta la città per rivendere la merce al doppio del suo valore effettivo, e quindi degno di essere annoverato nella categoria dei ladri.
- Tu intendevi andare da Reyja a comprare la tavola ? Quello è capace di farcela pagare anche trecento dollari quando ne vale meno di cento. Ed io oltretutto non ho molto contante con me. -
- Non ti preoccupare. Per fortuna ho un vecchio debito con lui, e penso che mi farà volentieri un favore. Ad esempio dandomela senza problemi, oppure facendomi un piccolo sconto. -
- Speriamo, altrimenti addio incantesimo. -
Non appena entrarono la piccola figura del venditore gli andò incontro a braccia aperte - Prue Halliwell. Cosa porta la tua incommensurabile bellezza dentro il mio piccolo umile negozio ? -
- La necessità, amico mio. Avrei bisogno di una tavola quadrata di marmo bianco di Carrara, larga circa un metro e mezzo. - si avvicinò facendo due occhioni languidi e dolci da cerbiatto. - Non è che ne avresti ancora una nel tuo magazzino ? -
Il piccolo commerciante non poté resistere a quello sguardo e la passione repressa nei confronti di Prue prese il sopravvento. - Ce.. certo. - balbettò - Va… vado a prendertela subito. - e sparì nel retro
- Complimenti, sorellina. Ci sai fare con la seduzione… -
- Sarà. Ma l’unica a fare coppia fissa sei tu… - un alone di rimpianto velò la voce di Prue.
Reyja tornò con in mano la pesante tavola bianca. Faticò non poco per metterla sul bancone. - Ecco a te, Prue. Mi è arrivata giusto stamattina presto direttamente dall’Italia. E’ di ottima fattura, come puoi vedere. Ti pare che io possa venderti un falso ? Ingannare te che sei anche un’esperta d’arte ? -
- Bene, quanto costa ? - tagliò corto Piper
- Per te Prue - si guardò intorno sporgendosi dal bancone, per assicurarsi che nessuno potesse sentire - Questa la offre la casa. Ma che sia l’ultima volta. -
- Grazie. Mi sei stato indispensabile. - si baciò i polpastrelli della dita della mano destra e ci soffiò sopra. Lei e sua sorella uscirono del negozio, lasciandosi alle spalle un trasognante venditore, in preda ai sospiri d’amore.
- Perfetto. Adesso dobbiamo solo aspettare che Phoebe torni con il sangue di capra. -
- Ma Prue, anche se abbiamo tutti gli ingredienti della pozione poi come facciamo a trovare le altre sei pietre ? -
- Avevo intenzione di aspettare che i demoni cominciassero con l’attaccare per primi, perché potessimo prenderne in ostaggio uno. Ho disposto questi turni perché Sabrina potesse essere protetta meglio. Ora con lei ci sono Phoebe e Leo. Poi tu rimarrai con Sabrina e Leo mentre io e Phoebe andremo a prendere i sangue di capra. Se almeno un potere forte rimarrà con lei, credo che non correrà alcun rischio. -
- Spero tanto che funzioni, sorellina. Lo spero davvero. -

Una volta che Phoebe e Prue tornarono col sangue di capra, poterono dare il via alla preparazione della pozione.
- Cominciamo con il riempire circa a metà la pentola, poi iniziare a riscaldarla, versando immediatamente dopo che si è acceso il fuoco un mezzo bicchiere di succo di bacche di pungitopo. Quando il succo inizia a diventare più chiaro, aggiungere un cucchiaio da minestra di radice di mandragora tritata. Mischiare… - la voce esperta di Piper leggeva lentamente e con cura la ricetta, curandosi di non tralasciare nulla - Adesso bisogna aspettare che comincino a salire le bolle. Allora dovremo iniziare a mescolare in modo che il composto si mantenga ben uniforme. -
- Sai fare bene il tuo lavoro. -
- Più che un lavoro è un divertimento. Adoro fare intrugli e trasformare i demoni in ranocchi. -
- Simpatica. Dopo le bolle cosa dobbiamo fare ? -
- Solo mescolare. Alla fine, dopo cinque minuti dalla comparsa delle prime bolle dobbiamo spegnere il fuoco e lasciare che si raffreddi. -
- Piper. Sabina. Dove siete ? -
- Siamo in cucina, Phoebe. Vieni pure. Hai trovato il sangue di capra ? -
- Sì, ce l’ho. Anche se la commerciante mi ha fatto pagare un po’ di più sul prezzo di cartellino. -
- L’importante è che sia buono. -
- Ma adesso come faremo a trovare le pietre mancanti ? Sono tutte in mano ai seguaci di Prath. -
- Io mi aspetto un attacco, e dato che giochiamo in casa possiamo prevedere con un attimo di anticipo le loro mosse… Ah, mentre non c’eravate tu e Prue, Sabina ha dato una seconda occhiata al Libro delle Ombre, e ha trovato la maniera per uccidere i seguaci di Prath. -
- Ah sì ? E come si fa ? -
- Bisogna fare in modo di infrangere il sigillo sulla fronte con un colpo violento. -
- Perfetto. Alla prossima aggressione, sapremo cosa fare. -
- Ma - replicò Sabina, preoccupata - sono fortissimi… Siete sicure di farcela ? -
- Non devi preoccuparti. Sappiamo in fatto nostro. -
- I Prath si sono nascosti in giardino, fra gli alberi. - comunicò Prue - Forse tenteranno un attacco col favore della notte. Come ho detto, useranno le vetrate per entrare. Dovremmo sorvegliarle. -
- Dove attaccheranno, secondo te ? -
- Può darsi che lo facciano da dove non possono essere visti avvicinarsi. Dalle vetrate del salotto. Io e Leo saremo lì a sorvegliare. Voi a che punto siete con la pozione ? -
- A metà strada. Deve finire di cuocere. -
- Ho pensato che avremmo fatto bene a fare dei turni di guardia. Ho scritto su questi foglietti i nostri nomi. Visto che siamo in quattro, faremo turni di sei ore al giorno. - Prue mise tutti i bigliettini in un cappello e li mischiò con una mano. Fece scegliere un biglietto ad una persona alla volta, alle sue sorelle e a Leo. Leo aveva preso il biglietto "Piper", Piper quello "Phoebe", Prue quello "Leo" e Phoebe quello "Prue". - I turni sono: Piper, Phoebe, Leo e Prue. - comunicò.
- Non so voi, ma per me hai truccato i biglietti. - sibilò Piper, stravolta da caldo e fatica.
- Su, Piper. Coraggio. -
- Coraggio e caffè. Farò meglio a restar con gli occhi aperti. -
- Faccio io, Piper. - disse Sabina.

La notte passò per un po' tranquilla e liscia come l'olio, fino a quando non si ruppe una finestra e due Prath entrarono in casa veloci come saette. Attaccarono Piper e Phoebe, stordendole. Phoebe ebbe solo il tempo di gridare e dare l'allarme. Prue e Sabina lo intesero al volo. La ragazzina coi capelli verdi fu incitata da Prue a mettersi in disparte, e continuare il rituale per la liberazione, mentre la strega rimase lì a combattere. Affrontò il primo dei Prath e lo stese con un singolo calcio a volto. Ce n'erano altri due. - Speriamo di cavarcela anche stavolta. - si scagliò contro i suoi nemici come una belva ferita.

Sabina era stanca e sbuffava per la forte corsa. Raggiunse la tavola di marmo sulla quale era tracciato il disegno che avrebbe permesso la distruzione del titano. Perfetto, si disse Sabina curvandosi sopra il simbolo. Ripose la sua pietra sopra il piano e si apprestò a provare a versarvi sopra la pozione distruttiva. - Devo farcela. - un Prath fece irruzione dalla finestra. Sabina si ritrasse urlando per lo spavento. Il Prath gli intimò bruscamente di consegnare la pietra. - Non ci penso nemmeno. - rispose Sabina, prendendo la gemma e scappando. Il demone la raggiunse sulle scale, balzando davanti a lei come una pantera. - Ti ho detto di rami la pietra, ragazzina! -
- La vuoi davvero ? - Sabina sudava per la tensione. - Vattela a prendere, mostro! - scagliò la pietra lontano, fuori da una finestra. - Maledetta strega! - il Prath cadde nel tranello e si precipitò fuori. Sabina aveva buttato un semplice sasso colorato. L'idea era stata sua. Tornò dalle tra sorelle. Prue era ancora alle prese con un Prath, che l'aveva messa al tappeto e ora si apprestava a morderle il petto, forse per strapparle il cuore. Sabina prese una lampada a stelo e la picchiò in testa alla creatura. - Grazie tante, Sabina. Andiamocene, ora. -
- Aspetta. Cerchiamo di far parlare questo tipo. -
- Dovremo aspettare che si risvegli Piper, altrimenti non avremo scampo. A proposito: Dov'è ? -
- Non lo so. Eccola! - il suo sguardo aveva visto una lunga chioma nera sotto un armadio. Prue seguì l'indicazione del dito di Sabina, e vide la sorella. Scostò immediatamente il pesante mobile dal corpo della sorella e la soccorse insieme a Sabina. - Piper. Piper, rispondimi, sorellina. Stasi bene ? Piper! - un rivolo di sangue sporcò le mani di Prue. Veniva dalla nuca di Piper, da un lieve taglio. - Oh mio Dio, no! -
- Aspetta, Prue. Ci penso io. - Sabina mise una mano sulla nuca di Piper, e il taglio si rimarginò immediatamente. - Allora il tuo potere è la guarigione! Uno dei tanti, allora. - Piper si riprese subito, aprendo gli occhi. - Dove sono ? -
- Ti senti bene, Piper ? -
- Sì, ho solamente un lieve cerchio alla testa. -
- Dov'è Phoebe ? -
- Phoebe ? Non lo so… Sono stata attaccata da un Prath per prima. E non ne so niente… -
- No, accidenti. - Leo tornò nella stanza nella sua consueta nuvoletta, con Phoebe in braccio. aveva una gamba che grondava sangue. - Phoebe! - Prue scattò in piedi e andò a sincerarsi delle condizioni della sorella minore - Come sta ? -
- Ha una gamba rotta. La frattura è composta ed è uscita dalla sua sede. Credo che sia svenuta a causa del dolore. -
- Oh mio Dio. Poveraccia. Mettila sul divano e curala. Ho il presentimento che i Prath attaccheranno ancora. Dobbiamo essere tutti al 100% per respingerli. -
- Ragazze! Guardate cosa c'era addosso ad uno dei Prath! -
- E' il diamante. Bordato in oro. C'è dentro una piccola ombra. E' lui! Bel colpo, Sabina. -
Per quel complimento di Piper, Sabina arrossì - Grazie. -
- OK, ora andiamo a vedere qual è la situazione. - Leo aveva appena guarito Phoebe ed ora puntava dritto verso la vetrata dalla quale erano entrati i Prath. - Ce ne sono ancora, ragazze! Ma non finiscono mai, questi ? -
- Dobbiamo organizzarci meglio. - Prue non fece in tempo a finire la frase, che una seconda ondata di Prath attaccò. - Ecco gli altri. - Leo riuscì a stenderne uno prima che gli altri gli arrivassero addosso. Lì fu aiutato da Prue. - Grazie per l'aiuto. - Di niente, rispose Prue, pensano a combattere contro i demoni. In breve tempo, li uccisero rompendo il simbolo.
- Perquisiamoli. - impose Prue. Nulla. - Come mai quell'altro aveva la pietra, mentre questo ha le tasche vuote ? -
Leo pensò di avere una soluzione, ma era schifato all'idea di fare quel che doveva. - I demoni di questo tipo sono furbi, e spesso nascondono le pietre in posto particolari. -
- Che intendi dire ? -
- Dammi un coltello e delle pinze per spaghetti. Credo proprio di… doverli sezionare e cercare dentro di loro. -
Prue storse il naso e tirò fuori la lingua. - Bleah… Che schifo. Prendi i cadaveri e portali almeno in cantina. Mi raccomando, non in camera oscura! -
- Non preoccuparti. Trovo in cucina l'occorrente ? -
- Sì, ma poi mettili in lavastoviglie. - Prue riferì il tutto alle sorelle. - Leo deve fare un'autopsia ai cadaveri. Forse ha capito dove sono le altre gemme. -
- Un'autopsia ? Poi lava lui i pavimenti. -

Le seguenti tre ore trascorsero abbastanza tranquille, se si esclude l'ansia per un nuovo attacco da parte dei Prath. - Caffè ? - Piper offrì del caffè a tutte, per farle restare sveglie. Nemmeno Sabina riusciva a chiudere occhio, e le tre sorelle erano abbastanza preoccupate per lei.
- Perché non provi a chiudere gli occhi e riposarti un po' ? Hai la faccia stravolta. -
- No, Prue. Sono perfettamente a mio agio. Mi verseresti un goccio di caffè, Piper ? -
Piper aveva fatto la moca da dodici persone, e al posto delle tazzine aveva portato dei bicchieri. Versò il liquido nero in un bicchiere e lo diede a Sabina. - Grazie, Piper. -
- Di nulla. -
- Ho finito. - Leo tornò indietro, asciugandosi le mani dal sangue dei cadaveri - Urgh. Disgustoso. Ho sempre odiato sezionare gli animali. -
- Allora, che hai scoperto? -
- Ragazze, le pietre ci sono tutte. Possiamo dare inizio al rituale. - esordì trionfale allargando le braccia in un gesto liberatorio.

Tutto era pronto. Ogni ingrediente era al proprio posto. Mancava soltanto versare il sangue sulle gemme, onere che fu affidato a Sabrina. Forse i demoni erano stati tutti sconfitti, e non attaccavano più. Lentamente, Sabrina fece il giro delle gemme, bagnandole. Ogni volta che il sangue impregnava quei sassi lucenti, le parti del titano si disgregavano, e le pietre diventavano semplici gemme, vendibili con un grande guadagno.
Arrivarono alla testa. Sabrina fece per versare il sangue, ma le vetrate della soffitta andarono in frantumi. I Prath superstiti si erano arrampicati sugli alberi che costeggiavano la villa e si erano lanciati all'attacco disperato. Era notte di luna rossa, e non l'avrebbero più avuta per chissà quanto tempo. Dovevano tentare il tutto per tutto.
Prue gridò a Sabrina che finisse l'incantesimo. La strega fu però bloccata da uno degli assalitori, e la brocca del sangue rovesciata sul pavimento.
Prue , Phoebe e Piper furono bloccate. Sembrava finita, ma qualcosa di velocissimo cavò un occhio ad un demone, uccidendolo sul colpo.
- Cavoli, sembra che sia arrivato al momento giusto. - era il loro cugino italiano Daniele, arrivato proprio per un soffio.
- Daniele! - si sfogò Prue, libera - Non sono mai stata così felice di vederti! Meno male che sei entrato senza bussare. -
- Il campanello si sente male, e poi la porta era aperta. - si giustificò lui mandando al tappeto un demone, con una mossa da degno praticante di arti marziali.
Lui sembrò attirato dalla ragazza, e sembrò anche la conoscesse bene. - Tesoro. - stese con un diretto destro il demone che la teneva prigioniera e cercò di rassicurarla come meglio poteva - Cavoli, quante volte ti ho detto di aspettarmi? -
Un'altra ondata li colse alla sprovvista, ma Sabrina prese in mano la situazione, con la brocca del sangue. Bagnò anche l'ultima pietra, in modo che i Prath desistessero. Non solo, quelli che erano arrivati dalle finestre svanirono, e i vetri si rimisero a posto da soli, come se non fosse successo nulla.

- Vedete, io le avevo detto di aspettarmi all'aeroporto - spiegò Daniele, che oltre ad essere cugino delle Halliwell era il fidanzato di Sabrina - E invece lei è venuta direttamente da voi. Volevo raggiungerla per aiutarla, ma pare che sia arrivato a faccenda ultimata. -
- No, ma ci sei stato di grande aiuto anche tu. Ci hai dato una grossa mano uccidendo il Prath che mi aveva presa. -
- Non ho fatto niente, in fin dei conti. -
- Sei sempre così modesto, Daniele. - Sabrina gli si abbarbicò al collo come una serpe.
- Comunque, visto che è finito tutto, vi farebbe nulla ospitarmi qualche giorno? Io mi accontento anche di un divano… -
Così terminò la giornata, e dopo una bella conversazione se ne andarono tutti a letto, decise a dormire il più possibile e abbastanza da dimenticare la brutta serata.

Scritto da MoonWalker


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