Streghe Italia Fan Fiction

UN TUFFO NEL PASSATO
La prima storia interattiva di "Streghe"


Riassuntino: tutto comincia con il trio catapultato in un misterioso tempo, ma la continuazione della storia dipende da voi...

Data di composizione: 7/7/2000

Adatto: a tutti

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Streghe Italia” e che tutti i personaggi di “Streghe – Charmed” sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il permesso degli autori e senza fini di lucro


Questa è una storia interattiva. Durante il racconto potrai effettuare delle scelte, più o meno importanti, che faranno svolgere la storia in diversi modi. Se il finale non ti piace, torna indietro e cambia, fai attenzione però, non è detto che ci sia sempre un lieto fine! Fate il vostro gioco…


Anno: 1670 d. C.
“Linda, andiamo,  muoviti con quelle erbe!”
“Stanno arrivando, li ho sentiti nel bosco, sono molto vicini!”
“Sorelline diamoci una mossa o sarà troppo tardi!”
“Ehi, voi, sappiamo che siete qui, dentro, aprite, ve lo ordino!” intimò una voce dall’esterno.
“Sono qui! Muoviamoci!”
“Laura, bloccali, ci serve un po’ di tempo!”
Laura alzò le mani e le voci dell’esterno smisero.
“Ok, pronte sorelline?” disse la maggiore, Lucia.
“E se non funzionasse?”
“Non abbiamo tempo per ripensarci o finiremo sul rogo!”
“E quelle poverette che verranno portate qui?” Lucia sospirò e poi disse: “Meglio loro che noi!”
Le tre sorelle cominciarono a pronunciare l’incantesimo:

Per salvarci siamo costrette a scappare
Da questo tempo in cui ci vogliono ammazzare
Scambiate i nostri corpi con quelli di un futuro lontano
Perché solo così noi salvarci possiamo.

Lucia, Linda e Laura furono avvolte da un luce bianca e scomparvero nel nulla.

Anno: 2000 d. C.
“Sorelline ci siete?” domandò Phoebe entrando in casa.
Piper si affacciò dalla cucina con aria interrogativa: “Allora?”
Phoebe abbassò lo sguardo e disse. “28”
“28?!?” le fece eco Prue arrivando dal piano superiore.
“Siiii, 28! Ho superato l’esame con 28, 28, ehi, mi avete sentito, ho detto 28!” disse raggiante di felicità.
“Hai superato l’esame di matematica con 28?!?” chiese incredula Prue mentre Piper correva ad abbracciare la sorella.
“Beh, non vieni a congratularti con la tua sorellina?” chiese Phoebe guardando Prue che si trovava ancora sulle scale e lei, scendendo, le rispose. “28?!? Non sapevo che avessimo un piccolo genio in casa!”
“L’ho sempre detto che mi sottovalutate voi due!” disse Phoebe riprendendosi una piccola rivincita. Matematica non le era mai piaciuta, ma era un esame obbligatorio. Aveva studiato come una matta per settimane andando avanti a botti di caffè per notti intere, ma ne valeva la pena, anche se era sicura che la fortuna l’avesse aiutata! Mentre Prue l’abbracciava, però, successe qualcosa che rovinò la festa: Phoebe ebbe una visione.
“Phoebe, tutto ok?” chiese Prue accorgendosi che il potere della sorella si era rimesso in azione.
“Sì, sì, ma dovrò mandare una lettera di protesta; questo potere interrompe sempre i momenti migliori, e poi deve esserci qualcosa che non va. Non c’erano demoni o altro del genere nella mia visione!”
“Ah no?!? - chiese stupita Piper – Scusa, ma allora cosa hai visto?”
“Beh, c’eravamo noi tre in una casa; una vecchia casa, aveva addirittura il tetto in paglia, ma io non l’ho mai vista! Per caso abbiamo in programma una gita in una specie di museo?”
“No, non credo proprio! Ma sei sicura che non ci fosse altro…”
Ma Prue fu interrotta da Phoebe, che con tono allarmato chiese “Ragazze, cos’è questa luce bianca qua attorno?”
Prue e Piper si girarono, erano circondate da quella strana luce, ma non fecero in tempo a rendersi conto di quello che succedeva che la loro casa si dissolse sotto i loro occhi, si trovarono per un attimo nel vuoto, e poi la visione di Phoebe si realizzò.

“Tutto bene sorelline?” chiese Prue appena si ritrovò la terra sotto ai piedi.
“Sì, credo di sì, ma potrei stare meglio se sapessi dove siamo!” le rispose Piper.
“Nel posto della mia visione!” disse Phoebe ancora sconvolta da ciò che era successo. All’improvviso dall’esterno cominciarono delle voci.
“Forza, prendiamole prima che facciano una diavoleria delle loro!”
“Passami quell’ascia, abbatterò la porta!”
Le sorelle si guardarono. Cosa stava succedendo? Poi l’ascia oltrepassò la porta. Pochi secondi e loro, chiunque fossero, sarebbero entrati. Prue si guardò intorno: niente vie di fuga. Ci fu un secondo colpo d’ascia e le voci da fuori si fecero più insistenti.
“Forza, ci siamo quasi, un ultimo colpo e saremo dentro!”
Istintivamente le Halliwell corsero dal lato opposto della stanza. Il terzo colpo e la porta si spalancò. Un gruppo di uomini armati di forche e bastoni entrò urlando dalla porta.
“Piper usa il tuo potere!” urlò Prue alla sorella per farsi sentire. Piper alzò le mani…

Se pensi che Piper riesca ad usare il suo potere vai al capitolo 1, se invece credi che non ci riesca vai al capitolo 8.

 

CAPITOLO 1

Piper alzò le mani e bloccò il tempo. “Bel colpo sorellina!” Le disse Prue, dopo di che, uscirono tutte e tre, driblando i membri di quella folla inferocita. Si guardarono un po’ attorno, avevano bisogno di un posto dove nascondersi perché sapevano che la folla, appena si fosse accorta della loro sparizione, si sarebbe messa a cercarle, e il bosco la vicino, sembrava essere li apposta per fornire loro un nascondiglio sicuro. Corsero velocemente, sperando di accumulare un sufficiente vantaggio sui loro inseguitori, alla fine, esauste si fermarono a riposare un po’. Piper si sedette sotto un albero e subito dopo, li accanto si sistemò anche Phoebe, mentre Prue continuava a guardare in dietro: aveva paura che le avessero seguite, poi però, la calma piatta del bosco riuscì a distrarla per un attimo. “Ho la sensazione che siamo in guai grossi!” Disse rompendo il silenzio Piper. “Già, lo siete!” Disse una voce proveniente dalle loro spalle; una voce che conoscevano.

Se pensi che la voce sia quella dell’uomo che guidava la folla allora vai al capitolo 5, altrimenti vai al capitolo 2.

 

CAPITOLO 2

Piper si girò. Era l’ultima persona che si aspettava di vedere.
“Salve ragazze!” disse lui.
“Leo?!?” gli risposero quasi in coro le tre Halliwell.
“Sì, credo di essere io! Mi dispiace saltare i soliti ‘come state’ o roba del genere, ma mi hanno concesso poco tempo, quindi arrivo subito al dunque. – la tre Halliwell rimasero in silenzio e l’angelo continuò - In questo secolo vivevano tre streghe buone: Linda, Lucia e Luisa. La gente del villaggio le aveva accusate di stregoneria e per scappare, sono state costrette a fare un incantesimo, e si sono sostituite a voi, trascinandovi in questo tempo.”
“Ma che carine!” disse Phoebe sarcastica.
“Non è tutto – continuò l’angelo con un tono colpevole – voi,… beh, questi non sono i vostri corpi ma quelli di Linda Lucia e Laura: si sono spostati solo i vostri spiriti, così per tutta la gente di questo tempo, voi siete le tre streghe che hanno sempre conosciuto e che hanno condannato!”
Piper guardò Leo incredula.
“Ok, non mi interessa come siamo finite qui, voglio solo sapere come possiamo andarcene!” disse Prue rivolta al loro angelo “Beh, ecco… veramente…”
“Leo?!?”
“Sì, insomma,… voi non potete tornare indietro!"
“Cosa?!?” dissero in coro le tre sorelle.
Le parole di Leo avevano fatto crollare il mondo addosso alle tre Halliwell.
“Come sarebbe a dire che noi non possiamo tornare indietro” chiese sconvolta Piper.
“L’incantesimo per rimettere le cose a posto deve essere pronunciato da Linda, Lucia e Laura”
Rimasero un paio di secondi in silenzio: sapere che la propria vita era nelle mani di qualcun altro non era piacevole, poi quando Prue aprì la bocca per obbiettare, Leo la interruppe “Se fossi in voi comincerei a correre – suggerì l’angelo – sta per arrivare una folla inferocita.”
Prue si girò. Cominciava a sentire un vociare di persone: erano vicini. Si girò nuovamente per chiedere aiuto a Leo che però, nel frattempo, era scomparso. “Gambe in spalla sorelline!” Fu l’unica cosa che disse.

Corsero per circa un’ora cercando di evitare le buche nel terreno e alcuni tronchi caduti a terra: sembrava un percorso di guerra dei marines.
“Ok ragazze, andate avanti, io mi fermo qui! Preferisco avere un incontro ravvicinato con quei tizi piuttosto che continuare a correre”
Prue che precedeva le sorelle, si fermò di colpo: “Andiamo Piper, un po’ di spirito agonistico!” cercò di incoraggiarla.
“Ci sarà stato un motivo se a scuola educazione fisica non era la mia materia preferita!” le rispose Piper.
“In effetti, non credo neanch’io di poter continuare così per molto” disse Phoebe appoggiata sulle ginocchia nel tentativo di riprendere fiato.
“Ok, ma andiamo almeno a cercare un posto dove nasconderci!” disse la maggiore delle tre.
“Io un’idea ce l’avrei, ma è un po’ rischiosa!” disse Phoebe rivolta alle sorelle.
“Tutto, basta che non si corra!” rispose Piper.

Si sdraiarono a terra seminascoste da rami accuratamente posizionati. Non c’era molto che loro potessero fare, solo sperare che tutto filasse liscio. Piper chiuse gli occhi, sentiva che se li avesse visti molto vicini, in qualche modo si sarebbe tradita. Phoebe stava lottando con se stessa e contro quello starnuto che la assillava da quando aveva capito che il minimo rumore le avrebbe tradite, mentre Prue, come al solito, voleva controllare la situazione. Vide i piedi di una decina di persone passarle davanti e si spaventò leggermente quando una di loro si fermò a pochi passi, ma, per fortuna, non si accorse di nulla. Aspettarono ancora un minuto, per essere sicure che quella gente fosse abbastanza lontana, poi si alzarono e cominciarono a tornare indietro.
“Brave, proprio un bel giochetto!” disse qualcuno dietro di loro. 

“La ringrazio perché ci degna della sua presenza! - disse alquanto arrabbiata Piper rivolta alla persona dietro le loro spalle – Avevamo bisogno di aiuto e lei, il nostro angelo bianco, dov’era?”
“Ero a lavorare per voi. – rispose Leo - Ho ottenuto una specie di dispensa speciale che mi permetterà di farvi parlare con Linda, Lucia e Laura”
“Beh, che aspettiamo?!?” chiese entusiasta Phoebe: adesso c’era una possibilità di tornare a casa.
“Dobbiamo tornare alla casa dove eravate all’inizio!” disse lui.
“No, non me lo dite: ci tocca ricominciare a correre!” disse rassegnata Piper guadagnandosi dei timidi sorrisi di incoraggiamento delle sorelle. 

Ci impiegarono pochissimo tempo: l’idea di poter finalmente tornare a casa, aveva messo le ali ai piedi delle tre Halliwell. Entrarono assieme: tutto era come quella mattina. C’era un tavolino spostato malamente dalla folla mentre entrava, una serie di piccole botti, un focolare e due mensole con alcuni libri.
“Ok, adesso che siamo qui, cosa dobbiamo fare?” chiese impaziente Phoebe, e Leo le rispose “Prima di tutto prendete un po’ d’acqua e le erbe dentro quelle botti: dobbiamo preparare una pozione”
Le tre sorelle lo ascoltarono scrupolosamente e, dopo pochi minuti, tutto era pronto. Dalla ciotola in cui avevano mischiato tutti gli ingredienti, uscì un fumo biancastro che in poco tempo si diffuse nell’unica stanza.
“Ok, adesso potete parlare” disse Leo alle sue protette. 

“Ehi, c’è nessuno?” chiese Phoebe.
“Lucia hai sentito qualcosa tu?” chiese Laura alla sorella.
“Ehi, mi sentite?” La voce di Phoebe rieccheggiò nuovamente in casa Halliwell.
“Sì, stavolta l’ho sentita anch’io!” disse Linda.
“Ma allora, mi volete rispondere: Linda,…Lucia,… Lauraaa!”
“Chi sei?” chiese impaurita Laura.
“Ah, meno male, credevo che questa specie di incantesimo non funzionasse. Io sono Phoebe. Voi avete cacciato me e le mie sorelle nei vostri guai e avete preso il nostro posto!”
“Ah, così siete voi. Bella casa questa, complimenti, cosa siete delle specie di regine? E’ pieno di roba qui!” rispose Linda.
“Ma che regine e regine,… piuttosto, non perdiamoci in chiacchiere, e riportateci nel nostro tempo!” disse saltando i convenevoli Phoebe.
“Noi cosa?!?” chiese incredula Lucia.
“Dite l’incantesimo che riporterà le cose a posto!” disse quasi arrabbiata Phoebe.
“E perché dovremmo farlo? Io mi sto divertendo qui quella strana scatola nera in cui si vedono tante persone diverse.” disse con tono innocente Linda che cominciava ad abituarsi alle comodità del ventunesimo secolo.
“Non toccate il televisore! – urlò Phoebe appena sentita nominare la misteriosa scatola nera – Devo ancora finire di pagarlo!”
Ci fu un breve silenzio. Linda, Laura e Lucia non si aspettavano una reazione del genere e dal canto loro, Piper e Prue stavano cercando di calmare Phoebe che smaniava dalla voglia di rientrare nel suo corpo.
“Ok, ricominciamo da capo – disse la più giovane delle Halliwell riprendendo il controllo di se – Per favore, fateci tornare nel nostro tempo!” “Beh, - cominciò Laura – c’è solo un piccolo problema…” 

Se pensi che queste tre streghe venute dal passato vogliano aiutare le Halliwell allora vai al capitolo 4, in caso contrario, vai al capitolo 3.

 

CAPITOLO 3

“Ci mancava solo questa, e che problema sarebbe?” chiese Phoebe preoccupata.
“Non vogliamo farlo!”
“Cosa?!?”
“Ma sì, hai capito, questo tempo è decisamente meglio del nostro, e noi non abbiamo intenzione di andarcene, e poi questi cosi,… come li chiamate voi, i jeans,… sono molto belli e non voglio lasciarli in questo tempo!” disse categorica Laura.
“I miei jeans!!! Ma voi,… voi,…”
“Noi cosa! Possiamo farlo e lo stiamo facendo!” disse senza rimorsi Linda.
Phoebe era furiosa; se avesse avuto tra le mani quelle tre gli avrebbe tirato il collo; cercò di riprendere il controllo di se e poi provò un’ultima carta. “E tutte le persone che lasciate in questo tempo? Coloro a cui volete bene, li abbandonate così?”
Linda, Laura e Lucia si guardarono. Poi Linda rispose per tutte e tre “Si!”
“Non potete farlo, non potete, rivoglio i miei vestiti,… ehi, mi sentite?” disse Phoebe furiosa. “Leo, perché non le sento più?”
“L’effetto dell’incantesimo è sparito!” disse con rammarico l’angelo.
“Avanti, ci deve pur essere un’altra soluzione!” disse disperata Piper.
“No, non c’è!” E così dicendo Leo scomparve nel nulla.
“Nooo, io non voglio stare qui, nooo…”
“Phoebe calmati! Phoebe…”

Piper e Prue erano in cucina già da alcuni minuti quando Prue cominciò a guardare l’orologio con impazienza.
“Possibile che sia ancora a dormire?” disse rivolta alla sorella, che con un sorriso le rispose “Lo sai com’è fatta, se non si alza all’ultimo momento non è lei!”
“Sì, ma io direi che è il caso di andare a controllare. Oggi ha un esame, mica vorrà arrivare tardi anche li!”
Piper e Prue salirono le scale e quando arrivarono nei pressi della stanza della sorella sentirono dei rumori. Aprirono la porta curiose di vedere cosa stesse succedendo.
“Phoebe, Phoebeee…” le disse una voce dolcemente.
“No, rivoglio i jeans,… i miei jeans…”
“Phoebe, dai svegliati!” E finalmente lei aprì gli occhi.
“Ma cosa,… sono a casa?”
“Perché scusa, dove volevi essere?” chiese Piper che si trovava accanto a lei.
“Allora era un sogno! Le tre sorelle,… il passato,… ”
“Sì, sì, ce lo dirai dopo, ma adesso muoviti perché hai l’esame di matematica!” le disse Prue preoccupata per l’ora.
“Oh, no, anche quello era parte del sogno allora, e io che speravo di averlo superato nella realtà!” poi Prue si avvicinò e prese per mano la sorella trascinandola letteralmente fuori dal letto e fu allora che il potere di Phoebe si mise in azione.
“Cosa hai visto?” le domandò Prue.
“No, non ci posso credere!” Le sue sorelle la guardarono incuriosite; non si era mai comportata così.
“Io, ho avuto la visione del sogno” Piper e Prue non riuscivano a capire, ma poco dopo furono avvolte da un luce bianca e… il resto della storia lo sapete.

Questo è solo un finale: se vuoi leggerne altri torna indietro e cambia le tue scelte.

 

CAPITOLO 4

“Cos’altro c’è adesso?” chiese spazientita Phoebe.
“Beh, non possiamo invertire l’incantesimo!”
“E perché mai?” chiese disperata la più giovane delle Halliwell.
“L’incantesimo si annullerà da solo quando noi saremo in salvo nel nostro tempo, quindi quando ci dichiareranno innocenti!”
“Ma questo è impossibile – obbiettò Phoebe – sia perché nel 1600 non ci sono stati casi di assoluzione sia perché voi siete veramente delle streghe!”
“Mi dispiace, ma non c’è altra soluzione!”
Piper, Prue e Phoebe guardarono Leo che abbassò la testa in segno di rassegnazione, allora non c’erano davvero altre vie di scampo.
“Non potresti chiedere un’altra dispensa speciale per riportarci nel nostro tempo?” chiese Piper al loro angelo.
“Mi dispiace, ma Loro non possono annullare un incantesimo in questo modo”
“Quindi, non ci rimane che affrontare il processo!” sentenziò Prue.
“Ma dai sorellina, non scherzare. – disse Phoebe – Perché tu stavi scherzando vero?”
Prue non rispose. 

Ritornarono al villaggio. Si fermarono poco prima delle prime abitazioni. Phoebe sospirò: la cosa non la convinceva ancora. Avanzarono in formazione: una di fianco all’altra mentre la gente che le vedeva rimaneva attonita. Finalmente arrivarono davanti alla casa del capo del villaggio che, guarda caso, era l’uomo che aveva incitato i suoi concittadini contro le tre streghe. Si fermarono e l’uomo uscì di casa. Anche lui rimase stupito di ciò che vide.
“Noi siamo innocenti e non siamo disposte a fuggire per sempre – disse Prue cercando di sfoggiare una convinzione non sua – Quindi siamo tornate per avere un processo giusto in cui possiamo discolparci dalle accuse”
E mentre la  sorella pronunciava queste parole, Phoebe si chiedeva come potessero essere state così stupide da andare di loro volontà nella tana del lupo.
Dopo un primo momento di stupore, più che comprensibile visto la situazione, l’uomo disse: “Va bene, è quello che abbiamo sempre voluto anche noi: un processo. Accompagnatele alla casupola!”
Due uomini si avvicinarono alle sorelle ma non ebbero il coraggio di toccarle: non si erano mai viste delle streghe che volevano essere processate, senza dubbio loro erano strane. Le Halliwell li seguirono: almeno questa volta avevano evitato gli spintoni e tutte quelle belle altre cose della prima volta. 

“Rieccoci qui!” disse sconsolata Phoebe.
“Prue, ma sei sicura che abbiamo fatto la cosa giusta?” chiese preoccupata Piper.
“Eh no, non ti ci mettere anche tu, mi basta Phoebe - le rispose la sorella – Piuttosto, aiutatemi a pensare a come potremmo discolparci”
“Dovremmo mentire spudoratamente e anche bene, se no…”
Tutte e due guardarono Phoebe.
“Perché quella faccia sorelline?” chiese lei.
“Beh, sei tu quella che sa mentire meglio!”
Phoebe fulminò Piper con un’occhiataccia.
“Non fare così, sai anche tu che è la verità!” aggiunse Prue.
“Anche se così fosse, e non lo sto ammettendo, questo è un caso un po’ particolare, non vi pare?” rispose Phoebe.
“Beh, fatti venire qualche idea geniale, perché in caso contrario, siamo in guai grossi!” 

Tutto era pronto nel villaggio. Nella piccola piazza erano radunati praticamente tutti quando le Halliwell arrivarono.
“Siete accusate di stregoneria, ma avete detto che potete discolparvi. Avanti vi ascoltiamo!” disse il capo del villaggio.
“Bene, ecco,… si… noi…” cominciò Phoebe ma presto si interruppe. Fu attraversata da un brivido, sentì un fischio nelle orecchie e, come al solito in questi casi, ebbe una visione.
“Ops!”
“Che altro c’è adesso?” chiese Piper alla sorella.
“Un demone” rispose laconica Phoebe, poi rivolta alla gente dietro di lei “Andatevene fin che potete!”
Loro si guardarono non sapendo cosa fare, cos’era una minaccia?
“Non tentate di spaventarci, vi abbiamo dato una possibilità e voi la state sprecando!” disse un uomo dalla piazza.
“Non vi stiamo minacciando, ma avvertendo – continuò Phoebe – Fra poco arriverà qui una creatura mostruosa che se vi troverà qui, non esiterà ad uccidervi!”
“Troppo tardi!” disse Prue guardando il cielo: era già lì. Aveva due lunghe ali e un muso animalesco ma il corpo era umano e per di più era anche un bel corpo! A quella visione scoppiò il panico e quasi tutti scapparono, tranne quei pochi paralizzati dalla paura tra cui un paio di anziani e bambini oltre che al capo del villaggio, e fu proprio sudi lui che la belva si accanì per primo. 

Volò sopra di lui e gli atterrò alle spalle pronto ad azzannarlo se non fosse stato per l’aiuto di Prue che, utilizzando il suo potere, lo scaraventò via. L’uomo rimase stupito: aveva sempre immaginato che fossero streghe, ma adesso ne aveva la prova, comunque la cosa che più l’aveva colpito era che gli avevano salvato la vita; delle streghe gli avevano salvato la vita. Ma non erano tutte cattive? 

Il demone si rialzò un po’ stordito, ma individuò immediatamente le tre streghe che l’avevano colpito e decise di fare di loro le sue prime vittime di quel giorno. Si rialzò in volo e passò alcune volte sopra la testa delle tre studiando la situazione da una situazione privilegiata. Le vide parlottare e decise di non lasciare loro altro tempo per organizzarsi e attaccò. 

“C’è lavoro per noi! - disse Prue dopo aver scaraventato a terra il mostro -  Piper, bloccalo!”
E la sorella seguì il consiglio. Si fermò tutto, persino l’ape che stava per pungere Phoebe che così ebbe il tempo per spostarsi.
“Che si fa?” domandò Piper “Non abbiamo neanche il Libro delle Ombre, come faremo a sconfiggerlo?”
“Per prima cosa dobbiamo portarlo via da qui o andrà a finire che qualcuno di loro si farà male” disse Prue guardando la gente troppo spaventata da quel mostro, poi il suo viso si illuminò. “Forse ho un’idea. Piper pensi di riuscire a tenerlo bloccato ancora per un po’?” chiese Prue.
“Vedi di muoverti però, ok?” le rispose la sorella. Prue si concentrò e riuscì a far comparire la sua immagine nella casa di Linda, Laura a Lucia. Cercò nei libri.
“Prue, datti una mossa, non ce la faccio più!” disse Piper, ma Prue non aveva ancora trovato quello che cercava, poi finalmente… Ripeté la formula due volte e sperando che la sua memoria non la tradisse. 

Prue fece appena in tempo a ritornare in sé che il demone si sbloccò e con lui, tutte le altre persone. Prue cominciò a pronunciare la formula mentre le sorelle l’ascoltavano attentamente per poterla ripetere dopo anche loro. 

Mostro ripugnante che disturbi la gente
Scompari da questo mondo e dalla mente
Di ogni persona che in questo luogo si trova
Invochiamo i nostri poteri affinché tu non ti muova
Dalla realtà dove noi ti imprigioniamo
Nell’aldilà per sempre ti rileghiamo!
 

Sentite le parole di Prue il demone capì che la sua fine si stava avvicinando e giocò la sua ultima carta: attaccò nuovamente le tre Halliwell piombando loro alle spalle. Phoebe lo colpì in pieno petto con un calcio e lo fece indietreggiare di qualche passo così Piper, Phoebe e Prue ebbero il tempo di rileggere la formula tutte e tre assieme. 

Mostro ripugnante che disturbi la gente  
Scompari da questo mondo e dalla mente
Di ogni persona che in questo luogo si trova
Invochiamo i nostri poteri affinché tu non ti muova
Dalla realtà dove noi ti imprigioniamo
Nell’aldilà per sempre ti rileghiamo!

Tra atroci urla di dolore, quel mostro scomparve sotto gli occhi degli abitanti increduli. Piper e Phoebe si guardarono orgogliose di aver eliminato un altro rappresentante del male, ma Prue era invece molto preoccupata e loro ne capirono il motivo solo quando si girarono. Quella gente aveva visto tutto. Ormai non avrebbero potuto negare l’evidenza: loro erano streghe. 

Il capo del villaggio fu il primo a riprendersi da quello che era successo e si avvicinò alle Halliwell. “Voi,… voi…” Poi si fermò a cercare le parole. “Voi mi avete salvato la vita e avete distrutto quel mostro!”
Piper, Prue e Phoebe si guardarono: non era quello che sia spettavano di sentire.
“Per quello che avete fatto, ogni accusa contro di voi sarà ritirata e ogni segno di questo processo sarà cancellato in modo che non restiate macchiate in futuro da una simile accusa!”
“Ma loro sono streghe!” urlò qualcuno dalla folla.
“Sì, loro sono streghe, delle streghe che hanno salvato il villaggio e me, credo che dobbiamo loro come minimo della gratitudine!” rispose l’uomo. Silenzio. Nessuno obbiettò. 

Le tre sorelle si guardarono e sorrisero. Non potevano crederci, erano davvero state dichiarate innocenti? La realtà attorno a loro cominciò a dissolversi e improvvisamente si ritrovarono nel loro salotto. Si guardarono attorno felici di essere tornate, poi Phoebe vide il televisore acceso e corse lì accanto.
“Oh piccolo mio, cosa ti hanno fatto? Senti come sei caldo, ma ti hanno tenuto acceso per tutto questo tempo? Non ti preoccupare, non ti lascerò più nelle mani di chi non ti sa apprezzare!” disse categorica la più giovane delle Halliwell mentre Piper e Prue la guardavano sorridendo. Cosa può fare un viaggio nel tempo…

Questo è solo un finale, ce ne sono di migliori ma anche di più tragici. Se vuoi leggerli torna indietro e cambia le tue scelte.

 

CAPITOLO 5

Prue si girò terrorizzata; non potevano aver corso per tutto quel tempo per poi ritrovarsi l’incitatore della folla lì.
“Io sono Robin!” disse l’uomo, poi vedendo i loro sguardi spaventati, si affrettò ad aggiungere: “Lo so che il nostro primo incontro non è stato dei migliori, ma se mi lasciate spiegare…”
E vedendo che nessuno obbiettava, continuò: “Non è stato molto carino presentarmi con quella folla inferocita, lo so, ma era l’unico modo per capire se l’incantesimo delle mie protette era riuscito!”
Prue, Piper e Phoebe si guardarono leggermente confuse, poi Prue chiese “Protette?!?”
“Sì, io sono un angelo bianco, e per la precisione sono l’angelo di Lucia, Linda e Laura, le tre streghe che vi hanno portato qui!”
"Allora, loro sono tre streghe buone?!?” chiese stupita Phoebe, e Robin le rispose “Si, lo sono, anche se si sono lasciate prendere dal panico quando i cittadini di questa città le hanno accusate di stregoneria, sono piuttosto inesperte e orgogliose, così non mi hanno voluto ascoltare!”
Le tre sorelle si guardarono, quelle tre streghe gli ricordavano qualcuno…
“Come facciamo a tornare a casa?” chiese impaziente Phoebe, ansiosa di tornare ad indossare i suoi jeans.
“Beh, ecco…” Iniziò titubante Robin, poi una voce lo interruppe.
“Non ascoltatelo!”
Piper si girò riconoscendo immediatamente la voce: “Leo!?!”
“Ragazze, lui è un demone, vuole appropriarsi dei vostri poteri…” disse l’angelo delle tre Halliwell ma fu interrotto da Robin: “No, non credetegli, il demone è lui!”

A chi credi? Se ti fidi di Leo vai al capitolo 6, se invece ti fidi di Robin vai al capitolo 7.

 

CAPITOLO 6

A chi credere? Era un bel problema!
“Statemi a sentire ragazze, l’unico modo che avete per tornare nel vostro tempo, è che malediciate le tre streghe che ora si trovano nella vostra casa!” disse Robin rivolgendosi alle tre.
“No, non fatelo! In casa ci siete ancora voi!” disse Leo.
Prue, Piper e Phoebe erano piuttosto confuse e l’angelo continuò: “Questa è una specie di realtà virtuale che il demone ha costruito; voi non vi siete mai mosse da casa e lui vuole che vi facciate una specie di automaledizione!”
“Ma andiamo, non potete credere che sia vero, piuttosto fate veloci o non sarete più in grado di tornare indietro!” disse Robin.
I due continuavano a confrontarsi cercando di convincere le tre sorelle a fidarsi, ma l’unico risultato era stata una grande confusione nelle menti delle poverette, o perlomeno in quelle di Prue e Phoebe, perché Piper non aveva dubbi. 

Il demone, infatti, non aveva considerato che Piper e Leo erano innamorati e che si sarebbero riconosciuti dovunque e comunque, così Piper, dopo aver guardato negli occhi il suo Leo, sentenziò: “Questi non sono gli occhi di un demone, è Robin che ci sta mentendo!”
Istintivamente le tre sorelle si allontanarono da Robin di qualche passo. All’inizio lui tentò una disperata difesa, poi si arrese e si mostrò nelle sue vere sembianze di demone.
“Illuse, cosa credete di fare?” disse lui.
“Piper, dai bloccalo!” disse Prue, così la sorella alzò le mani come al solito ma non successe nulla. Stava ancora cercando di capire perché non avesse funzionato quando Leo, quasi leggendole nel pensiero, le rispose: “Questo è un mondo creato da lui, e quindi può farvi usare i vostri poteri quando vuole!”
“Ma allora come facciamo a sconfiggerlo?” chiese preoccupata Phoebe.
“Dovete uscire da questo mondo falso”
“Come?” domandò Piper.
“Dovete convincervi che non è reale – continuò l’angelo – voi siete ancora nei vostri letti! Provate a sentire le lenzuola, il vostro cuscino”
Ma il demone non era intenzionato a farsi rovinare il piano e così provò a distrarre le Halliwell.
“Questo mondo è reale, voi potete soffrire, voi potete morire in questo mondo!” disse il demone, ma poi, visto che quelle parole non avevano effetto, corse vero le tre sorelle e le scaraventò a terra.
“Questo mondo è reale!!!” urlò nuovamente, ma subito Leo riprese il controllo della situazione: “Non abbiate paura di lui, ricordatevi che qualsiasi cosa vi faccia, non è reale. Tutto questo non vi sta accadendo veramente!”
Prue, Piper e Phoebe si rialzarono e chiusero gli occhi. Nonostante i disperati tentativi del demone, le tre Halliwell sembravano riuscire nella loro impresa, e infatti poco dopo Phoebe urlò “Lo sento, è il mio cuscino!”
“Si, anch’io!” le fece eco Prue e le due cominciarono a sparire tornando nel mondo reale.
L’unica in difficoltà sembrava Piper, e presto se ne accorse anche il demone che concentrò su lei i suoi sforzi.
“Andiamo Piper, tu non sei qui, renditene conto” la esortò Leo.
“No, tu sai che questo mondo è reale” disse il demone e Leo, vedendo la donna che amava in difficoltà, disse un'unica frase “Io ti aspetto di la!” E poi scomparve.
Piper non poteva permettersi di lasciarlo andare e dopo poco lo seguì. 

Phoebe si svegliò nel suo letto. Immediatamente uscì dalla sua camera e lo stesso fecero Prue e Piper. Si trovarono tutte e tre nel corridoio ancora in pigiama e assonnate. Nessuna delle tre parlava, forse era stato solo un sogno strano, poi però, comparve Leo. Guardò Piper e le sorrise: lo aveva seguito! Guardò anche Prue e Phoebe e rispose alla domanda che ancora non avevano fatto “No, non è stato solo un sogno!” E poi scomparve come al solito.
La Halliwell si guardarono e Phoebe disse “Sono solo le 8.30 di mattina e abbiamo già sconfitto un demone: stiamo migliorando!” Poi con una finta aria ancora assonnata, si diresse verso il bagno e, arrivata a pochi passi, fece uno scatto e si chiuse dentro.
“Phoebeeee! Oggi toccava a me prima!” urlò Piper rendendosi conto di come le sorelle l’avessero giocata perché, nel frattempo Prue si era precipitata nell’altro bagno.
“Phoebeeee!” ripeté nuovamente Piper battendo i pugni sulla porta. Un’altra giornata era cominciata. 

Sei arrivato alla fine, o perlomeno ad una fine, se vuoi vedere come sono le altre, torna indietro e cambia qualche tua scelta.

 

CAPITOLO 7

E adesso? A chi credere? Istintivamente  le tre sorelle avrebbero voluto credere a Leo, ma se c’era una cosa che avevano imparato da quando avevano acquisito i poteri, era che le apparenze ingannano.
“Gli angeli bianchi non possono viaggiare nel tempo!” disse Robin. Phoebe e Prue si guardarono. In effetti nei viaggi nel tempo che avevano fatto loro, Leo non le aveva mai seguite, ma Piper non sembrava convinta. Non poteva credere che lui non fosse l’uomo che conosceva, era troppo influenzata dall’amore, tanto da non rendersi conto che Robin aveva ragione. 

“E’ un demone molto potente, se non userete il Potere del Trio non riuscirete a sconfiggerlo” disse Robin alle tre sorelle. Prue e Phoebe guardarono Piper che non disse niente.
“Ma come potete credere a quell’essere, io sono sempre stato il vostro angelo bianco, ve lo siete dimenticato?”
Ma Prue e Phoebe non gli credevano più, le parole di Robin le avevano convinte, Piper invece…

Robin si affrettò a dare a Prue un foglietto con un incantesimo.
“Qui c’è la formula, leggetela tutte e tre assieme” disse guardando Piper.
Prue cominciò a leggere e Phoebe si unì a lei:
 

Essere che ci menti
Prendendo sembianze non tue
Allontanati da questo mondo per l’eternità
! 

Ma Piper non si unì alle sorelle.
“Pipeeer leggi quella formula!” disse Leo procurandosi gli sguardi increduli dei presenti: un demone che vuole essere annientato? “Oh no!” Robin era quello più sconvolto. Le Halliwell si girarono verso di lui in cerca di spiegazioni.
“Io,… io credo che quello sia il corpo di Leo!”
“Ma se hai appena detto che gli angeli bianchi non…”
“Si, lo so cosa ho detto, ma c’è un’eccezione anche se molto rara. Quando un demone prende possesso, in qualche modo del corpo di un angelo bianco, può viaggiare nel tempo con questo corpo. Purtroppo a Leo deve essere successo questo. La sua anima non è stata annientata, ed è riuscito a comunicare con voi chiedendovi di distruggere quell’essere!”
“Vuoi dire che quello è Leo?” chiese con un filo di voce Piper.
“Beh,… si!” rispose Robin.
 

Di bene in meglio. La situazione sembrava scritta da uno sceneggiatore di telenovelas dove le cose devono, per forza, complicarsi sempre di più. Prue, Piper e Phoebe erano rimaste sconvolte da quello che avevano saputo: avrebbero dovuto annientare il vero Leo!
Nel frattempo il demone aveva ripreso il controllo del corpo dell’angelo bianco e si apprestava a sferrare un attacco alle tre streghe. Chiuse gli occhi e alzò da terra le Halliwell che si erano incautamente dimenticate del loro nemico. Le portò sopra le cime degli alberi pronto a farle precipitare da quell’altezza da cui non avrebbero avuto scampo, ma Robin si mise in azione. Andò vicino a Leo e gli sferrò un pugno in faccia. L’angelo indietreggiò di qualche passo e perse il controllo sulle sorelle che furono riportate dolcemente a terra grazie ai poteri di Robin. Non c’era tempo da perdere Prue e Phoebe ricominciarono a leggere la formula ma Piper non sembrava intenzionata a seguirle.
“Leggi la formula!” sussurrò Leo, il vero Leo, e allora Piper, con le lacrime agli occhi, cominciò:
 

Essere che ci menti
Prendendo sembianze non tue
Allontanati da questo mondo per l’eternità!
 

Leo cominciò ad urlare e una specie di spirito lasciò il corpo dell’angelo dissolvendosi poi nel nulla.
Piper corse da Leo e lo prese tra le sue braccia piangendo.
“Leo, amore mio, come stai, Leo!”
Lui aprì gli occhi per un solo attimo “Ti amo” disse, poi li richiuse. 

Piper stava piangendo sul corpo dell’uomo che amava quando questo si alzò a mezz’aria e poi scomparve nel nulla.
Prue guadò Robin ma questo alzò le spalle; neanche lui sapeva cos’era successo.
“Ora possiamo tornare a casa?” chiese Prue a Robin ansiosa di concludere quella situazione al più presto.
“Mi dispiace, ma l’incantesimo che deve riportarvi indietro può essere pronunciato solo dalle mie protette!”
“Ma così siamo punto e a capo” disse sconsolata Prue.
“Se mi date un minuto ci penso io!” disse Robin, dopo di che si allontanò di qualche passo, si sedette a terra a gambe incrociate e chiuse gli occhi per qualche minuto. 

In casa Halliwell Linda, Lucia e Laura si divertivano molto. C’erano tutti quegli aggeggi strani che si muovevano e loro non sapevano come. Chissà che stregonerie c’erano dietro? Loro erano ansiose di impararle.
“Ragazze!” una voce risuonò in casa. Linda e Laura si guardarono un po’ spaventate.
“Ragazze!” ripetè di nuovo.
“Robin sei tu?” chiesero.
“Sì, sono io”
“Ah, il nostro caro angelo, come va?” chiese Linda.
“Non ho tempo per scherzare. Avanti, pronunciate l’incantesimo per rimettere le cose a posto!”
“Ma perché, noi ci stiamo divertendo qui!”
“Perché avete combinato già abbastanza guai, e ne combinerete ancora molti se restate in un tempo non vostro!” fu la decisa risposta di Robin.
“Ma scusa, ti sei già dimenticato di tutta quella gente che ci vuole vedere morte?” chiese preoccupata Laura.
“E tu per caso ti sei dimenticata che io sono il vostro angelo e che il mio compito è quello di proteggervi?”
“E lo farai?”
“PRONUNCIATE QUELLA FORMULA!” disse in tono molto arrabbiato Robin.
“Eh, calma, non c’è bisogno di agitarsi” disse, poi, assieme alle sorelle, pronunciò l’incantesimo. 

Robin si alzò e si diresse verso Prue: “Tutto a posto, tra poco sarete a casa”
“Beh, grazie allora!”
“Figuratevi, dovevo pur rimediare in qualche modo a quello che avevano combinato le mie protette: sono impulsive ma in fondo sono brave ragazze!”
Piper nel frattempo si era rialzata e aveva raggiunto le sorelle. Vedendola Robin cercò le parole per rassicurarla: “Stai tranquilla, gli angeli bianchi non possono morire; perlomeno non in questo modo!”
Poi una luce avvolse le tre sorelle che un attimo dopo si ritrovarono nel loro salotto. 

Si guardarono un po’ attorno felici di rivedere la loro bella e soprattutto moderna casa. Qualcuno suonò il campanello e Piper andò ad aprire.
“Ciao” disse con voce dolce “Leo?!? Sei vivo?!?”
“Ti pare che mi facevo allontanare da te per così poco?” le disse sorridendo l’angelo, poi Loro lo chiamarono. Lui la baciò sulla fronte e poi scomparve.
Piper non sapeva se essere arrabbiata perché se ne era andato ancora in quel modo, o se essere felice perché l’uomo che amava era ancora vivo. Decise che per quel giorno sarebbe stata felice.

Fine. Non ti piace? Torna indietro e cambia le tue scelte

 

CAPITOLO 8

Piper alzò le mani per bloccare il tempo, ma con sua sorpresa non successe nulla. Com’era possibile?
“Prueee!” la esortò Phoebe per farle usare il suo potere, ma non fece in tempo; quegli uomini le avevano prese e le stavano trascinando via.
“Ma che diavolo sta succedendo?” chiese Piper.
“Lasciateci immediatamente!” disse Prue, ma la folla sembrava ignorarle. Erano tutte e tre molto confuse; fino a pochi secondi prima erano nel loro salotto, e ora,… già, dov’erano ora? Phoebe per la prima volta si guardò attorno mentre le sue sorelle ancora si dibattevano cercando di liberarsi, e fu così che notò i suoi vestiti: non aveva più i jeans e la maglietta viola che le piaceva tanto, adesso aveva una gonna lunga e una specie di camicia bianca, roba d’altri tempi,… di tempi mooolto lontani, secoli fa,… possibile?
“Prue, Piper, notate niente?”
Le due la guardarono con aria interrogativa, erano troppo impegnate a confrontarsi con quei tizi per fare anche delle osservazioni e allora Phoebe continuò “Jeans, telefonini, scarpe da ginnastica…”
Prue e Piper capirono dove voleva arrivare la sorella e si guardarono attorno per la prima volta: quello non era il loro tempo! Ora che il meno era fatto, restava solo da capire come erano finite li, dove le stessero portando e come avrebbero fatto a tornare a casa.

Prue provò la carta più scontata che aveva in quel momento e così chiese all’uomo che la tratteneva: “Dove ci state portando?”
L’uomo la guardò con aria stupita ma poi le rispose: “Ma che domande fai! Vi portiamo al processo! Anche se personalmente, avrei preferito giustiziarvi subito, ma questo paese ha delle leggi che vanno rispettate, persino per delle streghe come voi!”
“E che paese sarebbe questo?!?” chiese Phoebe nella speranza di capire cosa era successo a lei e alle sue sorelle.
L’uomo le guardò incredulo “Ma voi state scherzando vero?”
“Allora Richard, l’hai finita di parlare con quelle streghe, potrebbero giocarti qualche brutto scherzo se gli dai troppa corda!” disse l’uomo che aveva guidato la folla e così tutti i tentativi delle Halliwell di capire qualcosa, fallirono miseramente. 

Camminarono per circa mezz’ora, poi intravidero il paese.
Le tre sorelle lo guardarono scrupolosamente per tentare di capire dove, ma soprattutto quando, si trovavano. Niente elettricità, niente auto ma neanche carrozze… erano capitate piuttosto indietro nel tempo. Piper e Phoebe guardarono Prue nella speranza che lei individuasse almeno il secolo; lei ricambiò lo sguardo e, intuendo cosa le sorelle volessero sapere, disse “1600” “Cosa?!?” Phoebe non poté evitare un’esclamazione di sorpresa, ma fu subito ripresa dal solito uomo: “Se non la smettete di parlare, sarò costretto a giustiziarvi qui e subito!”
“Sì, sì” gridò la folla, ma fortunatamente quella rimase solo una minaccia.
Dopo poco furono portate in una piccola e buia casupola di legno.
“Dormite bene – le disse l’uomo mentre le richiudeva – potrebbe essere la vostra ultima notte!” E così dicendo chiuse dietro di se la porta. 

Sentirono un rumore di passi che si allontanava, e solo dopo le tre sorelle cominciarono a parlare.
“1600?!?” chiese Phoebe rivolta a Prue.
“Sì, direi proprio di sì!”
“Quindi la caccia alle streghe è in piena stagione!” rifletté Piper.
“Già, e noi siamo diventate delle prede anche se non so come. Phoebe hai per caso fatto qualche incantesimo di cui dovresti metterci al corrente?!?” chiese Prue.
“Perché ogni volta che finiamo nei guai deve essere per forza colpa mia?!? No, io stavolta non centro niente!” disse la più giovane delle Halliwell.
“Ma allora come ci siamo finite qui?” chiese Piper.
“Lasciamo perdere come ci siamo arrivate, e pensiamo invece a come possiamo andarcene. E soprattutto come possiamo uscire di qui, non ho nessuna intenzione di affrontare un processo nel 17° secolo!” disse risoluta Prue.
Si guardarono attorno. C’era solo una piccola apertura da cui non sarebbero potute passare; le pareti erano robuste e non sarebbero riuscite a buttarle giù.
“Prue, prova con il tuo potere!” disse con poca convinzione Piper.
Prue provò più volte ma tutto rimaneva immobile “Niente – disse alla fine – non funziona neanche il mio!”
Phoebe nel frattempo stava spiando da una piccola apertura, l’esterno “C’è una guardia” disse alla fine.
“Una sola?” chiese Prue con un sorriso. Quella strega aveva qualcosa in mente!
“Noi abbiamo perso i nostri poteri, ma tu conosci ancora le tecniche di autodifesa giusto?” Phoebe guardò la sorella. Forse era la loro unica possibilità. 

“Piper, che hai, Pipeeer!” disse con voce disperata Phoebe.
“Ehi, là fuori, qualcuno ci aiuti, mia sorella sta male, ehiiii!” urlò Prue.
La guardia all’esterno della casupola rimase un po’ sconcertata ma non fece niente; però le grida non si fermarono, anzi si facevano sempre più insistenti e così, quasi esasperata, la guardia  decise di aprire la porta per controllare la causa di questa confusione. Fece un passo dentro la costruzione e fu colpito da un calcio molto ben assestato della più piccola delle Halliwell. 

Se pensi che il colpo di Phoebe abbia avuto successo, vai al capitolo 9, in caso contrario, vai al capitolo 12

 

CAPITOLO 9

La guardia cadde a terra. “Ottimo colpo Phoebe, ricordami di non farti mai arrabbiare!” disse Piper alla sorella, dopo di che diede uno sguardo fuori e, vedendo che la strada era libera, si mise a correre verso il bosco la vicino, seguita dalle sorelle. Dovevano allontanarsi il più possibile perché quando si sarebbero accorti della loro fuga, sarebbero sicuramente venuti a cercarle. 

Il sole era alto, doveva essere quasi mezzogiorno e le Halliwell, piuttosto stanche, si fermarono a riposare vicino ad un ruscello. Fino a quel momento erano state impegnate a correre il più lontano possibile, ma ora dovevano ricominciare a considerare la loro situazione. Bloccate in un tempo non loro, senza poteri e braccate da un gruppo di maniaci che le voleva fare arrosto: no, decisamente non era una bella situazione.
“Loro non possono sapere che noi siamo streghe” disse pensando a voce alta Phoebe.
“Scusa?!?”
“Noi non apparteniamo a questo tempo, però loro sanno che siamo streghe, dobbiamo esserci trasferite nei corpi di qualcuno che viveva qui!”
“Scusa?!?” ripeté nuovamente Piper.
“Oh, insomma,… secondo me qui c’erano veramente delle streghe che hanno fatto un incantesimo e si sono sostituite a noi!”
Piper si fermò un attimo a pensare e poi chiese: “E loro adesso dove sono?”
“Beh, immagino che siano nel nostro tempo!”
Sì, forse era andata così.
“Ma come facciamo a tornare indietro?” chiese Prue che voleva arrivare subito al punto.
“Non lo so!” disse con rassegnazione Phoebe. Il piccolo bosco piombò nel silenzio. 

Piper stava cercando di allontanare dalla sua mente tutti i pensieri tristi che le affollavano la testa e finalmente, quando vi riuscì, le venne un lampo di genio.
“Forse… - disse quasi balbettando, non osava sperare di aver trovato una soluzione ai loro guai – … se loro sono delle streghe, è probabile che abbiano libri di magia in casa loro!”
Gli occhi di Prue e Phoebe si riaccesero di speranza, ma solo per un  attimo perché poco dopo Phoebe aggiunse “Anche ammettendo che loro abbiano dei libri di incantesimi che possano aiutarci, la loro casa è quella dove siamo state prese dalla folla, non credete che la staranno come minimo sorvegliando, se non l’hanno addirittura fatta a pezzi?”
Per la seconda volta, il silenzio ripiombò nel bosco. Le parole di Phoebe, purtroppo, erano vere. Di quella casa poteva non esserci più nulla. Prima che lo sconforto prendesse possesso di lei e delle sue sorelle, Prue si costrinse a reagire.
“Ok, non è tanto, ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare. Intanto andiamo a vedere com’è la situazione, e poi decideremo cosa fare!” Piper e Phoebe la guardarono e annuirono; si alzarono e si diressero verso il posto dove si erano ritrovate all’inizio di questa brutta avventura.

Camminarono per un po’, sempre con il terrore di risentire quelle urla che chiedevano la loro morte, ma per fortuna arrivarono a destinazione senza intoppi. Prue aveva un buon senso dell’orientamento e così aveva ricondotto le sorelle al punto di partenza in breve tempo. Si fermarono al limite del bosco, ancora nascoste dagli ultimi alberi. Prue guardò lo spiazzo davanti a loro e vide la casa. La situazione non era delle migliori, ma poteva anche andare peggio. A sorvegliarla c’erano due persone. Guardò Phoebe e lei capì dove voleva andare a parare la sorella.
“Chissà perché i lavori sporchi toccano sempre a me!” disse la più piccola delle Halliwell, dopo di che si allontanò dalle sorelle. 

“Michael, io vado a dare una controllata la giù, mi è sembrato di vedere qualcosa. Tu rimani qui!” disse una delle guardie.
Non c’era momento migliore per Phoebe che si piazzò alle spalle dell’unico ostacolo rimasto tra lei e la casa.
“Scusa, cerchi qualcuno?” chiese. La guardia si girò di scatto spaventato a morte; forse aveva sentito troppe storie sulle streghe, comunque si riprese subito e tentò di colpire Phoebe che schivò il colpo a gli diede un calcio nelle… parti basse!
“Fuori uno!” disse raggiante la più piccola delle Halliwell, ma subito la sua gioia fu interrotta da una voce dietro di lei.
“Peccato che siamo in due!” L'altra guardia era tornata prima del previsto. La prese alle spalle bloccandole le mani dietro la schiena; Phoebe si mise a scalciare, ma sembrava non fargli niente, nel frattempo la seconda guardia si stava riprendendo. 

Ora che le cosa si mettono male, decidi se vuoi fare arrivare la cavalleria, e allora vai al capitolo 10, o se Phoebe se la dovrà cavare da sola, e allora vai al capitolo 11.

 

CAPITOLO 10

Phoebe era davvero nei guai. Tentò di divincolarsi ma tutto risultò vano finché, all’improvviso, l’uomo dietro di lui si accasciò privo di sensi a terra, merito di un ottimo colpo di Piper con un ramo trovato li vicino. Se avesse giocato a baseball avrebbe di sicuro battuto un homerun; il lavoro non era ancora finito e così Phoebe si apprestò a mandare definitivamente nel mondo dei sogni anche la seconda guardia. “Grazie mille sorelline!” Disse Phoebe sorridendo, dopo di che entrarono tutte e tre nella casa. 

La situazione non era più quella della mattina, o almeno così sembrava a Prue; c’era qualcosa di strano. Forse avevano portato via qualcosa; chissà se avrebbero trovato quello che stavano cercando. Phoebe e Piper si misero a sfogliare alcuni libri che erano rimasti sulle mensole mentre Prue continuava a girare per la stanza cercando di capire cosa non le tornava.
“Niente” disse sconsolata Piper mentre Phoebe non si arrendeva e continuava a cercare con la forza della disperazione.
“Ragazze, non vi sembra che ci sia qualcosa di strano?” chiese Prue alle sorelle che si guardarono con aria un po’ preoccupata
“No, perché?” risposero.
“Boh, non so, forse è solo una mia impressione” concluse la maggiore delle tre.

Dopo aver cercato un altro po’, le Halliwell arrivarono alla conclusione che li non avrebbero trovato niente di utile così Phoebe suggerì di tornare al villaggio e, sebbene Prue non fosse d’accordo, alla fine fecero così. Arrivarono al villaggio non molto tempo dopo, ma Prue sentiva puzza di bruciato, il suo istinto le stava mandando dei segnali di avviso e la cosa cominciava a preoccuparla. 

Il villaggio sembrava deserto: regnava un silenzio irreale quando le Halliwell vi arrivarono.
“Siete ancora convinte che non ci sia niente di strano?” chiese Prue alle sorelle, ma non ebbe risposta così si girò ma con sua grande sorpresa, Phoebe e Piper erano sparite; evaporate; dissolte nell’aria. Le cercò disperatamente nei dintorni, ma furono loro a trovare lei.
“Ci stavi cercando sorellina?” chiese una voce alle spalle di Prue.
Lei si girò, sollevata ma questo suo stato d’animo durò poco, giusto il tempo di vedere il volto di colei che le parlava.
“Phoebe, meno male, vi ho… Phoebe?!? Piper, ma cosa…?!?”
Sui loro visi c’era un ghigno mostruoso, degno di un film horror.
“Su sorellina, non vieni ad abbracciarci?” chiese Piper, o perlomeno, quella che assomigliava a Piper.
Prue indietreggiò spaventata ma andò a sbattere contro qualcosa: si girò di scatto e si trovò di fronte l’uomo che aveva incitato la folla. Si girò nuovamente, ancora pochi secondi e l’avrebbero circondata, doveva muoversi. Corse via il più velocemente che poteva, a cos’era successo, ci avrebbe pensato dopo, se fosse sopravvissuta. Ritornò nel solito boschetto ma nella sua corsa disperata, non vide un ramo a terra e inciampò.
“Non puoi scappare all’infinito” le disse una voce proveniente dall’alto. Alzò lo sguardo ma non vide nessuno: forse era stata una specie di allucinazione, poi le voci della gente la riportarono alla realtà. Si rialzò in fretta e ricominciò a correre, ma era parecchio stanca e così inciampò di nuovo e, esattamente come la volta precedente, sentì la voce “Non puoi scappare all’infinito!”.
La voce aveva ragione e lei se ne rendeva conto ma cosa poteva fare? 

Alzò la testa e lo vide: lui era li. Si alzò lentamente. Provò a toccarlo ma lui la precedette accarezzandole il viso. Andy era li. Prue era ancora incredula davanti all’uomo che aveva amato quando lui le parlò: “Devi sconfiggerlo!”
“Come?!? Chi devo sconfiggere?”
“Il demone, l’incitatore della folla. Lui è entrato nei tuoi sogni!”
Prue lo guardò non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
“Hai già affrontato il demone che entrava nei sogni degli altri, non ricordi? Beh, è tornato, e ha deciso di riprendere da dove era stato interrotto, da te, solo che si è premurato di aggiungerti una piccola difficoltà in più, dovrai combattere anche contro le tue sorelle!”
“Non se ne parla nemmeno!” disse categorica Prue ma Andy le sorrise e, prendendole una mano tra le sue continuò: “Lo so che non sarà facile, ma loro non possono morire in questo sogno, tu si! Non combatterai contro loro veramente, devi solo convincerti!” 

“La sento, è vicina!” urlò l’incitatore della folla e in risposta si alzarono dal bosco delle urla feroci.
Prue si girò di scatto; aveva ancora un po’ di vantaggio. “Andy io… Andy?!?”
Lui era sparito se c’era mai veramente stato, forse la sua mente cominciava a giocarle brutti scherzi. Ricominciò per l’ennesima volta a correre ma non fu sufficiente. Dopo poche centinaia di metri si ritrovò circondata. Non aveva scampo. Piper e Phoebe le si avvicinarono mentre lei indietreggiava istintivamente.
“Sorellina, perché ti allontani, non ci vuoi più bene?” chiese Piper.
Prue non sapeva cosa fare, poi vide Andy, dietro a tutti, era in piedi e le stava sorridendo. Ma doveva davvero distruggere le sue sorelle? 

Non era convinta che distruggere Piper e Phoebe fosse la cosa giusta e nella sua mente si pose un dubbio: di chi fidarsi, di se stessa o di Andy? Decise per Andy. Prese un ramo da terra e cominciò ad agitarlo in aria, ma l’unica reazione fu una risata del demone, in effetti era un po’ improbabile che riuscisse a distruggere una creatura del male con un ramo secco.
Prue guardò nella direzione dove prima c’era Andy in cerca di aiuto, ma lui non era più lì. 

“Perché non usi il tuo potere?” le chiese Andy da dietro le spalle e lei, senza neanche girarsi gli rispose: “E’ inutile, non funziona, ho provato prima con Piper!”
“Guarda che questo è il tuo sogno, sei tu che detti le regole qui!”
Prue ci pensò un attimo: Andy aveva ragione, come al solito! Scaraventò Piper e Phoebe lontano da lei senza stare troppo a pensare a quello che faceva perché altrimenti non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo, poi si dedicò al demone. Si ricordò che per sconfiggerlo era sufficiente ucciderlo nel suo sogno e non ebbe esitazioni. Utilizzando il suo potere lo alzò da terra e lo fece andare a sbattere contro un albero. L’uomo si accasciò a terra e non si rialzò più. Vedendo che i più forti di loro erano stati sconfitti così facilmente, tutta la folla che li aveva seguiti, si affrettò a sparire tra gli alberi così Prue rimase sola con il demone, le sue sorelle, o quelle che gli somigliavano e con,… Andy. Lui si avvicinò sorridendo: “Non abbiamo molto tempo!” Poi avvicinò il viso e la baciò.

Driiiin
La sveglia suonò impietosa e Prue fu costretta a svegliarsi. Il passato,… il demone,… Andy,… era stato solo un sogno, chissà se reale o se era stato solo uno scherzo della sua fantasia; poco importava perché, nonostante tutto era stato bello.
“Prue tutto bene?” chiese Piper entrando nella camera della sorella.
“Sì, perché?”
“Mi sono preoccupata, tu a quest’ora sei già alzata da un pezzo di solito!”
Prue guardò la sveglia. Eh già, era tardi, ma oggi era troppo di buon umore per cominciare ad agitarsi per un semplice ritardo.
“Beh, sarò anche tardi, ma oggi avevo un sogno da portare a termine e ne valeva la pena!” disse uscendo dalla sua stanza e lasciando Piper attonita. 

Non hai niente di meglio da fare che leggere il mio racconto e vuoi conoscere gli altri finali? Allora, torna indietro e cambia le tue scelte.

 

CAPITOLO 11

Provò in tutti i modi ma la guardia dietro di lei era troppo forte. Intanto l’altro uomo si stava rialzando da terra e i suoi occhi erano iniettati di sangue: il suo orgoglio aveva subito un duro colpo per essere stato neutralizzato da una donna e così era desideroso di vendetta. Appena riuscì a mettersi in piedi sferrò un pugno allo stomaco di Phoebe che cadde a terra dolorante mentre, sul viso dell’uomo, il ghigno della rabbia faceva posto ad un sorriso di soddisfazione.
“Cosa facciamo ora?” chiese lui e l’altro gli rispose “Credo sia meglio riportarla al villaggio, almeno li saranno più persone a sorvegliarla mentre qui potrebbe anche sfuggirci.” Detto questo, sollevarono Phoebe di peso e la trascinarono via. 

Piper e Prue avevano assistito alla scena dal bosco e avrebbero voluto correre in aiuto di Phoebe, ma qualcuno le aveva fermate.
“Perché lo hai fatto?” chiese rabbiosa Piper.
“Perché ora la casa è libera e solo trovando gli incantesimi, voi potrete tornare indietro!” disse lui.
“Sì, ma Phoebe…?” chiese Prue preoccupata.
“State tranquille, a lei ci penso io!”
“Leo, mi raccomando, prenditi cura di lei finché non troveremo gli incantesimi!” disse Piper e poi, assieme alla sorella entrò in casa. Mentre l’angelo si dissolveva nell’aria.

La situazione era la stessa della mattina e i libri erano esattamente dove li avevano visti l’ultima volta, probabilmente la gente del villaggio era stata troppo occupata a cercarle per aver il tempo di controllare quei preziosi volumi che ora erano l’unica salvezza per le Halliwell. Sfogliarono i primi libri ma non vi trovarono niente di interessante, anche perché erano scritti in una lingua che le due sorelle non capivano poi, finalmente, trovarono un libro in latino. Visto che le reminiscenze scolastiche di Piper erano pressoché nulle, toccò a Prue tradurre le pagine. 

Phoebe era appoggiata alla parete. Non pensava che sarebbe tornata in quella specie di prigione così presto. Cominciava a chiedersi perché le sue sorelle non fossero intervenute per aiutarla: era preoccupata, forse era successo qualcosa anche a loro. All’improvviso l’aria divenne azzurrognola e comparve Leo.
“Come stai?” chiese l’angelo andandosi a sedere vicino a Phoebe.
“Potrei stare meglio. Piper e Prue?”
“Stai tranquilla, stanno bene, sono nella casa a cercare l’incantesimo giusto. Gli ho impedito io di venire ad aiutarti, perché  sareste state prese tutte e tre!” disse l’angelo a Phoebe sentendosi colpevole per la situazione in cui si trovava.
“No problem!” disse sorridendo la più piccola delle Halliwell.
Poi la porta si aprì, e Leo le sussurrò all’orecchio: “Stai tranquilla, l’unica che mi può vedere qui sei tu!” E rimase accanto alla ragazza.
“Ma bene, e così una è tornata all’ovile!” disse l’incitatore della folla guardando Phoebe. “Immagino che le tue sorelle arriveranno tra poco, giusto?” Phoebe non rispose. 

“Allora?” chiese Piper alla sorella.
“E un attimo!” disse spazientita Prue, non era facile neanche per lei.
“Se ho capito bene la formula dovrebbe essere questa” disse alla fine indicando una pagina del polveroso libro davanti a lei.
“Non è che faccia proprio al caso nostro! - disse sconsolata Prue - dovremmo modificarla”
“Ma è Phoebe l’esperta!”
“E invece per questa volta, dovremo arrangiarci noi due!” disse la maggiore delle due prendendo una pagina bianca e cominciando a scrivere. 

Corsero verso il villaggio evitando due persone che camminavano li attorno. Intravidero la costruzione da lontano: era il momento, o adesso o mai più e Piper e Prue lo sapevano bene. Si avvicinarono alla casupola tentando di non farsi vedere.
“Phoebe. Phoebeee!” sussurrò Prue vicino alla piccola apertura.
“Ma cosa,…  ho anche le allucinazioni?” chiese la ragazza a Leo.
“No, no sono proprio loro” Phoebe si alzò per andare a controllare.
“Phoebe, finalmente, tutto bene?” chiese Piper appena intravide la sorella.
“Sì, sì non ti preoccupare, allora si torna a casa?”
“Spero proprio di sì! - cisse prue passando un foglietto a Phoebe – Qui c’è la formula, io e Piper la sappiamo già!”
Phoebe guardò il foglio e fece un cenno di approvazione, poi cominciò a leggere:
 

Invochiamo i maggiori poteri  
Per esaudire i nostri desideri
Indietro riporta le persone
Che pronunciano queste parole!

Non successe nulla. Prue e Piper si guardarono incredule, non avevano esperienza nello scrivere incantesimi, ma credevano di aver fatto un buon lavoro.
“L’incantesimo che vi hanno fatto è troppo potente, forse occorre il Potere del Trio! - suggerì Leo - Provate a formare una trisciale”
Piper e Prue si sistemarono fuori dalla casupola, poi ripresero a leggere l’incantesimo:

Invochiamo i maggiori poteri 

“Ehi, ecco le altre due!” gridò una voce dalla parte opposta del villaggio: le avevano viste.

Per esaudire i nostri desideri 

“Presto corriamo prima che ci scappino!” urlò l’incitatore della folla, ma le sorelle continuarono imperterrite. 

Indietro riporta le persone
Che pronunciano queste parole!
 

La gente arrivò di li a poco, ma ebbe una spiacevole sorpresa: le tre streghe erano sparite, nemmeno della più giovane, quella rinchiusa nella costruzione, rimanevano tracce: volatilizzate nel nulla. 

Piper, Prue e Phoebe si ritrovarono nel loro salotto dove era cominciato tutto con quella luce che le aveva avvolte, ma ora, per fortuna era tutto finito. Ma lo era davvero? Piper si affacciò alla finestra un gruppo di persone stava camminando per la strada con degli strani vestiti, dei vestiti d’epoca, e non c’erano auto in giro! Possibile? Forse erano tornate nel tempo sbagliato. Si girò allarmata ma dietro di lei c’era Prue che le sorrideva: aveva intuito i pensieri della sorella e le stava mostrando un foglio. 

GRANDE FESTA IN COSTUME PER RICORDARE LE ORIGINI DELLA NOSTRA CITTA’.
TUTTA LA POPOLAZIONE E’ INVITATA.

Piper sorrise. Adesso si che era tutto finito. 

Non ti piace il finale? Avresti voluto qualcosa di più movimentato o ti è semplicemente rimasto il rimorso per una scelta di cui non eri convinto? Torna indietro e cambiala, forse porterà ad un finale migliore.

 

CAPITOLO 12

L’uomo rimase impassibile. Il colpo di Phoebe non gli aveva fatto neanche il solletico. Le tre sorelle si guardarono stupite, comunque la porta era ancora aperta, forse non tutto era perduto. Evidentemente le tre sorelle ebbero la stessa idea e si diressero tutte e tre verso la porta, ma Phoebe fu afferrata dalla guardia che le impediva di raggiungere Prue e Piper fuori di lì.
Prue corse per circa dieci metri, poi si accorse di Phoebe e tornò indietro. Anche Piper voleva seguirla ma Prue la bloccò: “Almeno una di noi deve essere libera o sarà la nostra fine. Ci vediamo tra poco nel bosco!”
Si guardarono per un attimo, poi Prue tornò indietro mentre Piper si girò e cominciò a correre verso il bosco. Appena al sicuro, riparata dagli alberi, si girò per vedere cosa stava accadendo. Intorno alla casupola si erano radunate alcune persone, richiamate dal rumore, ma Prue e Phoebe non erano ancora uscite. Piper cominciò a preoccuparsi. Rimase lì ancora qualche minuto ma l’unica cosa che vide, fu la guardia che richiudeva la porta e che urlava che domani ci sarebbe stata l’esecuzione perché quel tentativo di fuga equivaleva ad un’ammissione di colpa. Si lasciò cadere a terra. Scacciò con tutte le sue forze l’immagine che le si era presentata nella mente: non avrebbe mai permesso che le sue sorelle fossero giustiziate.
“Ah, eccoti!” Una voce interruppe i suoi pensieri, una voce che conosceva bene, una voce che aveva amato. 

Piper era stupita: “Dan?!?”
“Ma cara, che hai? Non riconosci tuo marito? E poi lo sai che non mi piace quando usi i diminutivi, chiamami Daniel, come tutti!”
Marito. Loro erano sposati. Piper dopo quella fatidica parola non aveva sentito più niente. Le era già capitato di sapere che, in quelle specie di sue vite passate, era stata sposata con Dan, ma scoprirlo nuovamente era comunque una sorpresa. Chissà perché sentiva di amare Leo ma la sua vita era sempre stata legata a Dan. Scacciò quei pensieri, non era il momento.
“Andiamo Lucia, vieni a casa!”
“Lucia?!?” chiese con stupore Piper.
“Beh, cara, cosa ti prende?”
“No, no niente scusa” Piper seguì Daniel. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, ma forse tra un po’ i suoi dubbi si sarebbero dissolti, o almeno, questo era quello che sperava. 

“Ho saputo delle tue sorelle!” disse lui mentre camminavano verso la loro casa.
Piper non sapeva cosa dire e così rimase in silenzio e Dan continuò: “Mi dispiace, ma vi avevo avvertito di smetterla con quelle strane cose che facevate!” Piper lo guardò; allora lui sapeva che erano streghe “Mi aiuterai a tirarle via di lì, vero?” chiese lei.
Dan si fermò e la guardò. Non disse niente, poi riprese la strada di casa. Fino alla loro meta non dissero più niente. 

Piper entrò in casa. Non era niente di speciale, una tipica casa del 1600, o almeno così pensava Piper che di costruzioni di quel periodo non se ne intendeva molto. Appoggiato a terra c’era un catino d’acqua con la sua immagine riflessa.
Piper rimase di sasso: quella non era lei. Toccò l’acqua che si increspò, ma quando le piccole onde smisero, quell’immagine era sempre lì. Ora forse cominciava a capire. Evidentemente lei e le sue sorelle si erano trasferite solo con lo spirito mentre i corpi erano rimasti nei loro tempi. Rabbrividì all’idea che qualcuno potesse trovarsi in lei. La folla non aveva scoperto le Halliwell ma le tre streghe che avevano fatto l’incantesimo.
“Forse potremmo convincere questa gente che stiamo combattendo la stessa cosa” disse a se stessa ma subito dopo capì l’assurdità di quello che aveva detto. Si trovava nel 17° secolo e avrebbe dovuto convincere una folla di gente che loro non erano loro ma delle persone venute dal futuro e capitate lì per caso e che le vere cattive ora si trovavano circa 400 anni dopo. Non ci avrebbe creduto neanche lei, figuriamoci loro. Poi, all’improvviso, sentì una fitta alla testa e la vista le si oscurò. Perse i sensi.

“Piper, Piper” disse dolcemente Prue e finalmente Piper riprese i sensi.
“Ma cosa… Prue?!? Phoebe?!?…”
“Come stai sorellina?” chiese preoccupata Phoebe.
“Ho mal di testa! - rispose Piper ancora un po’ confusa – Come ci sono finita qui?”
“Ti ci ha portato Dan”
“Dan?!?” chiese stupita lei ma non ebbe risposta. Pier rimase un po’ in silenzio cercando di ricordare: la sua fuga,… il bosco,… Dan… la casa,… l’acqua,… già l’acqua. Mise al corrente le sorelle di ciò che aveva scoperto su loro e sui loro corpi.
“Ma scusa, io ti vedo normale, come vedo normale Prue e me stessa!” obbiettò Phoebe.
“Infatti sono rimasta sconvolta anch’io – disse Piper – forse è perché veniamo da un altro tempo tutte e tre che ci vediamo come siamo sempre state!” I loro discorsi furono interrotti dal rumore della porta che si apriva. Dan entrò e la porta si richiuse dietro di lui. 

Piper si alzò. “Come ti senti?” chiese Dan, ma Piper non rispose. “Andiamo, non fare così. Non mi hai lasciato scelta! Ti avevo detto che dovevi lasciare perdere le tue sorelle e le loro stregonerie, e pensavo che l’avessi fatto, fino a che non mi hai chiesto di aiutarti a farle scappare. Ho dovuto farlo, ho dovuto fare la cosa giusta, le streghe non possono vivere in mezzo a noi, dobbiamo liberarcene”
Piper lo guardò mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime ma si trattenne: lui non doveva vederla piangere. La porta si riaprì.
“Dai Daniel, non puoi stare di più!” disse la guardia dall’esterno.
“Ti ho sempre amato!” disse Dan guardando Piper. Si aspettava una risposta ma l’unica reazione di Piper fu un sorriso amaro. Prima di uscire Dan si girò un’ultima volta “Ah, dimenticavo, nostra figlia Margaret: ha detto che ti vuole bene!”
La porta si richiuse nuovamente. Avevano anche una figlia. 

“Linda, Lucia, Laura: siete state riconosciute colpevoli di stregoneria e per questo condannate al rogo. Avete niente da dire?” Le tre sorelle erano legate ad un palo: sotto di loro c’era paglia e legna; fra poco ci sarebbe stato un bel falò. Daniel era presente, in fondo alla piazza.
Si guardarono e Phoebe aprì la bocca, i suoi occhi erano pieni d’odio. Non potevano morire al posto di qualcun altro, non potevano!
“Che voi siate maled…”
“No Phoebe! - la interruppe Prue – non farlo!”
Phoebe la guardò: “Perché no, stiamo per morire, voglio almeno vendetta!”
“Non siamo streghe cattive, te lo sei dimenticato?” le disse la sorella maggiore. 

Se, come Phoebe vuoi vendetta, allora vai al capitolo 13, se invece pensi che le tre Halliwell debbano rimanere streghe buone fino in fondo, vai al capitolo 14.

 

CAPITOLO 13

“Non mi interessa, una strega buona morta è esattamente uguale ad una strega cattiva morta, quindi… Che voi tutti siate maledetti per quello che state facendo, che i vostri figli patiscano le pene dell’inferno, che le generazioni future periscano di morti atroci perché state giustiziando delle innocenti!” Il cielo si oscurò e cominciò a tuonare. Due persone appiccarono il fuoco alla paglia. Le fiamme salirono velocemente mentre i tuoni coprivano i rumori delle urla. 

Anno 2000. Museo di storia
“Vedete ragazzi, nel 17° secolo la caccia alle streghe era una pratica molto diffusa. Ogni minima stranezza era punita con la morte. Oggi noi sappiamo benissimo che le streghe non esistono, ma a quel tempo anche le guaritrici erano considerate streghe e venivano bruciate sul rogo. Qui noi abbiamo un documento che riporta la vicenda di tre sorelle di cui ci sono pervenuti i nomi: Linda, Lucia e Laura. Queste tre ragazze, dopo essere state riconosciute colpevoli di stregoneria, sono state giustiziate sul rogo proprio nel 1600”
La guida stava spiegando ai ragazzini di una scolaresca in gita i massacri compiuti durante la caccia alle streghe, ma tra i turisti c’erano delle persone particolarmente interessate a quella storia. Appena tutti furono passati alla stanza successiva, tre figure si avvicinarono alla bacheca dove era contenuto il documento.
“E così non ce l’hanno fatta! - disse Linda – un po’ mi dispiace, ma io sto bene in questo corpo!”
“Sì, e poi il loro Libro delle Ombre non è niente male!” aggiunse Lucia.
“Ma non vi interessa proprio che queste tre siano morte al posto nostro?” chiese Laura.
Linda e Lucia si guardarono con un’aria colpevole e poi dissero “No!” E scoppiarono a ridere. 

Se la fine non ti piace (ed è comprensibile) torna indietro e cambia le tue scelte. Ci sono finali decisamente migliori.

 

CAPITOLO 14

“Prue ha ragione! - disse Piper - Non farti prendere dall’ira, anche se tu li maledicessi, non cambierebbe nulla!”
Phoebe chiuse gli occhi: le sue sorelle come al solito avevano ragione. L’idea della vendetta la tentava ma aveva faticato tanto a non usare i suoi poteri per interesse personale e non poteva lasciarsi andare proprio ora che era alla fine.
“Ti sfido, dai maledici tutta questa gente, dai fallo!” disse una voce dalla folla.
Phoebe aprì gli occhi. Non sopportava le provocazioni, avrebbe ceduto se il suo sguardo non si fosse posato nuovamente su Prue.
“Avanti appiccate il fuoco!” disse un uomo dal centro della piazza. Due figure con una torcia si avvicinarono e la paglia sotto i piedi delle tre Halliwell cominciò a bruciare.
“Avanti, usate i vostri poterei, malediteci, uccideteci se ne siete in grado!” urlarono dalla folla.
Phoebe chiuse gli occhi, voleva sbrigarsi a morire o avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe pentita, ma la folla sembrava sapere cosa pensava e continuava a provocarla. Il calore era sempre maggiore e Piper chiuse gli occhi, non voleva vedere le fiamme mentre le si avvicinavano.
“Sorelline vi voglio bene!” disse Prue prima di chiudere, anche lei, gli occhi. Il calore cresceva e con lui le fiamme; ora le stavano circondando.
“Avanti, provate a maledirci se ci riuscite!” Le voci continuavano ad arrivare ma erano sempre più lontane Si faceva sempre più caldo, sempre più caldo; poi, all’improvviso, il caldo scomparve.

Phoebe aprì gli occhi chiedendosi se fosse finita in paradiso o no, ma non era preparata a vedere quello che le si presentò di fronte: la soffitta. Si girò incredula, con lei c’erano Prue e Piper, anche loro abbastanza confuse.
“Siamo morte?” chiese Piper alle sorelle, ma a risponderle fu Leo mentre saliva dalle scale “No, non lo siete!”
Le tre sorelle tirarono un sospiro di sollievo, poi guardarono l’angelo in cerca di spiegazioni e lui continuò “Era una specie di prova che Loro hanno voluto farvi affrontare!”
“Loro?!?” chiese Phoebe.
“Diciamo che è un modo per verificare che le streghe buone rimangano tali. Molte cambiano bandiera e Loro vogliono saperlo in modo da non esser colti di sorpresa!”
“Era una prova?!?” chiese di nuovo Phoebe mentre la rabbia le cresceva.
“Beh, sì,… è anche un modo per ricordarvi di non usare i vostri poteri per scopi personali, per…"
“E non bastava un bigliettino?!?” disse quasi urlando la più piccola delle Halliwell.
“Phoebe, non fare così…” disse Leo vedendo che gli si stava avvicinando con aria minacciosa.
“Beh Leo, - cominciò Phoebe – adesso ho io un paio di cosette da farti riportare ai tuoi cari Loro. Se mi rifanno uno scherzo del genere io…”
Ma la mano di Piper tappò la bocca di Phoebe in maniera provvidenziale. Erano tutte e tre molto arrabbiate, ma Piper e Prue sapevano controllarsi e sapevano anche che non era il caso di dire ciò che pensavano su Loro, erano più potenti anche del Potere del Trio e farseli nemici non era una grande idea.
“Phoebe!” Una voce profonda risuonò in tutta la soffitta.
Le tre sorelle si bloccarono mentre la reazione di Leo fu un semplice “Ops!”
"Phoebe” ripeté.
“Sì?!?” rispose con voce tremante la ragazza.
“Hai qualcosa da dirci?”
“Ma perché, voi,… voi siete Loro?” chiese la più piccola delle streghe.
“Sì, siamo noi; allora cos’avevi da dirci?”
Phoebe rimase in silenzio guardandosi attorno e cercando di capire da dove veniva quella voce.
“Allora?!?” chiesero nuovamente.
“Ma no, niente,… non c’è niente” disse Prue che voleva evitare di lasciare la sorella a ruota libera.
“Prue, lascia parlare tua sorella!” ordinò la voce, che poi continuò “Spero che tu non ci abbia disturbato per niente!”
Phoebe guardò le sue sorelle che la stavano implorando di non dire niente, ma lei si ricordò dei momenti in cui aveva creduto di morire insieme a loro e la rabbia tornò a farle bollire il sangue “No, no, non vi preoccupate, ce l’ho qualcosa da dirvi!”
Piper chiuse gli occhi: questa volta era la fine.
“Non è giusto che facciate queste specie di prove per controllare come ci comportiamo; siamo sempre state streghe buone e non cambieremo. Già la nostra vita è difficile come persone, se poi ci aggiungete che siamo streghe, diventa parecchio movimentata, ma se vi ci mettete anche voi diventa un vero inferno e a me i posti troppo caldi non piacciono!” disse tutto d’un fiato Phoebe.
Tutta quella storia nel passato l’aveva innervosita parecchio e così aveva dovuto sfogarsi ma forse aveva scelto il momento sbagliato.
“Hai finito?” chiese la voce.
“Sì” rispose Phoebe.
In soffitta calò il silenzio e solo allora Phoebe si rese conto di quello che aveva fatto, stava per chiedere scusa per tutto ciò che aveva detto quando la voce ricominciò: “Possiamo capire la tua rabbia, ma voi non siete persone normali, avete un grande potere, e non vi rendete nemmeno conto di quanto grande sia. E’ ancora niente in confronto a quello che diventerà un giorno, e per quella volta dovrete essere pronte. Ricordate solo una cosa; c’è una ragione per tutto, anche per questo. Addio.”
Phoebe rimase in silenzio. Prue e Piper le si avvicinarono.
“Ci hai fatto prendere un colpo sorellina: se Loro si fossero incavolati, chissà dove saremmo ora” le disse Piper.
“Già,… già” disse pensierosa Phoebe.
“Beh, ma che hai?” chiese Prue alla sorella.
“Avete sentito cosa ha detto sui nostri poteri? Aumenteranno molto. Potrei avere poteri molto più utili, magari persino migliori dei vostri!” disse con aria sognante Phoebe.
Piper e Prue si guardarono e cominciarono a ridere “Phoebe non cambierai mai!” E assieme uscirono dalla soffitta.
Dopo qualche secondo vicino al Libro delle Ombre, l’aria si illuminò improvvisamente e comparve la loro nonna: “Ragazze mie, non sapete neanche quanto sono orgogliosa di voi, state diventando delle grandi streghe, tanto da meritarvi persino la loro attenzione. Farete grandi cose assieme piccole mie!” Poi, esattamente com’era venuta, se ne andò e nella soffitta tornò la calma.

Questo è un finale, ma ce ne sono altri 7; se vuoi vedere come sono, torna indietro e cambia qualche tua scelta. 

 
Scritto da Flond

Tanto per la cronaca: lo so che il nome Flond può trarre in inganno, ma io sono unA ragazzA!


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