Streghe Italia Fan Fiction

TRA BENE E MALE


Riassuntino: Phoebe s'innamora di Thomas, ma il ragazzo in realtà è ben diverso da quel che dice di essere…

Data di creazione: boh, vediamo un po'… ah sì, il 9/10/2000.

Adatto a tutti

Disclaimer: il racconto è di proprietà del sito Streghe Italia; Streghe/Charmed è un marchio della WB Television e Spelling Entertainment, ed è usato senza permesso. Io possiedo Gezoar, Thomas/Sakistos e il resto dei personaggi che non riconoscete.


"Phoebe, dietro di te!"
La ragazza si abbassò giusto in tempo, evitando che il demone di turno l'abbrustolisse con il suo getto di fuoco.
Quel demone, che tra l'altro assomigliava a un Pokemon, pareva ce l'avesse in modo particolare con lei, da quando si era rivelato quella notte non aveva fatto che inseguirla. Non avendo poteri sufficienti per battersi, Phoebe cominciò a fare l'unica cosa in suo potere: scappare.
Pessima idea.
Il mostro era molto più veloce di lei, e in breve le fu addosso, ferendola ad un braccio. Sarebbe sicuramente andata peggio, se Prue e Piper non fossero arrivate in tempo con la pozione.
Il demone esplose giusto sopra la ragazza, che si trovò coperta di squame e sangue "Oddio, CHE SCHIFO!"
"Non possiamo darle torto" sussurrò Piper a Prue.
"Andiamo, anche per oggi abbiamo finito. Scommetto che non vedi l'ora di farti una doccia!"
"Sì, farmi una doccia e medicarmi il braccio. Guarda che taglio…"
Tornata a casa Phoebe cominciò a sentirsi strana, più forte. Non diede importanza alla sensazione e andò a letto. Non aveva ancora la minima idea di cosa le era successo quella sera…

*************

Tre mesi dopo, più o meno…

In casa regnava una strana atmosfera: niente strilli, niente litigi…Piper pensava che la faccenda fosse veramente inquietante. Prue era impegnata con il lavoro di fotografa, d'accordo, ma Phoebe, la sua irrequieta sorella minore, che scusanti aveva?
Le poche volte che tornava a casa aveva un'aria sognante, e certe volte bisognava chiamarla tre volte prima che rispondesse. Ma che le era preso?
"Prue, nostra sorella ci deve nascondere qualcosa" disse Piper alla sorella, intenta a controllare l'apparecchiatura nuova appena arrivata.
"E cosa, per esempio?" rispose lei, mentre controllava la messa a fuoco di una macchina fotografica.
"Non hai notato niente, specialmente da tre settimane a questa parte? È distante, con quell'espressione trasognata, come se…"
"Come se camminasse a due metri dal suolo?"
"Esattamente."
"Non preoccupatevi, sorelline, la soluzione è più semplice di quanto pensiate: mi sono innamorata."
Phoebe era tornata dall'università qualche minuto prima e le aveva sentite parlare.
"Davvero? E chi è stavolta? Un altro dei tuoi compagni di corso?"
"No. Studia Parapsicologia, ed è semplicemente fantastico. Fatico a credere che sia vero!"
"Questo essere fantastico ha un nome?"
"Sì, Piper. Thomas Emerson."
"Perché non ce l'hai mai fatto conoscere?"
"E quando mai vi trovo a casa voi due? Comunque se proprio lo volete vedere, dovrebbe venirmi a prendere per portarmi al cinema."
E in quel momento il campanello suonò. Phoebe fece un gran sorriso e corse ad aprire. Le altre due dalla cucina sentivano un gran bisbigliare e qualche risatina soffocata, poi lui le chiese se era pronta.
"Sì, sono pronta. Devo solo prendere la giacca che ho lasciato in cucina. Vuoi entrare?"
"E finalmente conoscere le famose Prue e Piper? Certo!"
Prue e Piper sgranarono tanto d'occhi appena videro chi era in realtà Thomas Emerson. Secondo loro, uno che faceva quel genere di studi doveva essere, non so, perlomeno molto strano, forse vestito di nero e con un'eterna aria di mistero in faccia. Non erano preparate a quella specie di dio greco che sorrideva abbracciato alla loro sorellina!
"E così finalmente ci incontriamo. Felice di fare la vostra conoscenza!"
"Ah… ehm…cioè ciao… "
"Scusale, a volte riescono anche a fare una frase di senso compiuto, ma oggi non siamo fortunati. Torniamo tardi, non aspettatemi!"

Prue e Piper rimasero là imbambolate.
"Prue?"
"Sì, Piper?"
"Abbiamo fatto la figura delle stupide, vero?"
"Ci avrà preso per analfabete, ma sorvoliamo…"
"La domanda è una sola: ma dove l'ha pescato un ragazzo del genere?"
Le due ignoravano il fatto che anche Phoebe si faceva spesso quella domanda: da dove poteva mai arrivare una persona del genere? Carino, spiritoso, intrigante e soprattutto libero?
Una cosa l'aveva capita al volo: Thomas non amava parlare di sé, o da dove veniva. Però in neanche due settimane lui sapeva morte, vita e miracoli sul suo conto e quello delle sue sorelle…

I due dopo lo spettacolo andarono a mangiare un boccone e poi passarono la notte insieme a casa di lui. Ma mentre Phoebe dormiva Thomas sgusciò fuori dalla stanza, e poi dalla casa. Con passo svelto si diresse verso un vicolo a poca distanza dall'appartamento. Dall'oscurità uscì un uomo basso, con una cicatrice lungo la faccia e un'espressione malvagia "Dalla tua espressione deduco che ci sei riuscito anche stavolta."
"Se sapevo che sarebbe bastato così poco, non mi sarei neanche disturbato" rispose lui con un ghigno crudele.
"Allora, racconta un po'. Quale straordinario potere vuoi rubare stavolta alla strega di turno? Telepatia, per caso? "
"Il potere della premonizione. La piccola Phoebe non lo ha ancora sviluppato a pieno, ma a quello penserò io."
"Premonizioni? OK, contento tu…A presto, Sakistos."
L'uomo fece ritorno a casa sua, dove Phoebe stava ancora dormendo. Con ancora quel ghigno in faccia si avvicinò al letto, e le mise una mano sulla fronte. Cominciò a risucchiarle l'energia e i suoi poteri ma si accorse subito che qualcosa non andava…in lui, però!
Non riusciva a capire. Non era certo la prima volta che lo faceva, e non si era mai fatto problemi. Perché stavolta sentiva che era diverso? Cos'era cambiato?
Continuavano a tornargli in mente tutti i momenti che avevano passato insieme, il loro incontro all'uscita della biblioteca, le serate passate a parlare a casa sua e quelle che avevano passato fuori a divertirsi, e più tentava di mandarli via più loro tornavano più forti.
Smise di "lavorare" e ancora in preda a quella confusione tentò di uscire dalla camera senza far chiasso, ma urtò per sbaglio un mobile e il rumore svegliò Phoebe.
"Thomas?"
"Torna a dormire, Phoebe. Scusami."
La ragazza tentò di alzarsi, ma appena mise giù i piedi si ritrovò per terra.
"Phoebe stai bene?"
"Mica tanto…" rispose lei mentre lui l'aiutava a rialzarsi.
"Vado a prenderti un'aspirina."
Una scusa come un'altra per non  restare a guardare in che stato l'aveva ridotta. Andò fuori sulla terrazza, e rimase a guardare la notte e le luci di quella strana città che chiamavano San Francisco per un po', cercando di schiarirsi le idee. Ma non ci riusciva: lei era costantemente nei suoi pensieri, come solo un'altra era riuscita a fare.
"Oh no. Ti prego, non è possibile…" e cominciò a ridacchiare. Che stupido, ci sarebbe arrivato anche un bambino. Non poteva uccidere Phoebe, per il semplicissimo fatto che ne era innamorato.
"Un demone che si innamora della strega che deve colpire. Molto gotico" e dopo aver fatto comparire dal niente nelle sue mani l'aspirina e un bicchiere d'acqua ritornò da Phoebe.
Appena entrato nella stanza si accorse che si era riaddormentata, e per quella notte altro non riuscì a fare che guardar dormire Phoebe, ignara del pericolo scampato.

La mattina dopo riaccompagnò Phoebe dalle sue sorelle.
"Allora, sorellina, abbiamo fatto le ore piccole?"
"Non prendermi in giro, Prue, ti prego. Non sono dell'umore giusto…" disse lei crollando sul divano.
"Stai bene? Vuoi qualcosa?" le domandò Piper.
"Voglio solo dormire. Tommy forse ha ragione, mi sto prendendo l'influenza."
Piper accompagnò la sorella di sopra, e poi tornò giù a salutare Prue che quella sera doveva partire per un servizio fotografico.
"Tienila d'occhio, mi raccomando. Se occorre legala pure al letto."
"Stai tranquilla, tanto c'è Leo al locale e posso benissimo restare a casa con lei."
"Ehi, guardate che la vostra lei ci sente benissimo e se la può cavare da sola!" urlò Phoebe da camera sua.
Piper comunque fece finta di non aver sentito e rimase ad occuparsi della sua sorellina, che era crollata dopo dieci minuti di proteste e dormì fino alle 17. Quando si svegliò, Piper era là ed aveva la cassetta del Pronto Soccorso in mano.
"E quella a cosa mi serve?"
"Phoebe, è una settimana che non cambi la medicazione al braccio. Ammettilo, te ne eri dimenticata."
"Avevo di meglio da fare."
"Meglio che non indaghi, giusto?" sogghignò Piper.
"Ma sentitela! Invece di stare qui ad angosciare me, perché non vai a mandare avanti il tuo locale?"
"Sicura?"
"Ho un po' di influenza, mica una malattia mortale. Forza, che fai ancora qui? Muoviti! Va da Leo!"
Piper uscì dalla stanza ridendo, e qualche minuto dopo Phoebe sentì la porta di casa richiudersi. Cominciò allora a cambiare la fasciatura del braccio. Ringraziando il cielo il taglio si era quasi del tutto rimarginato, così niente sarebbe rimasto a ricordarle quella maledetta serata. Per caso sfiorò con un dito la ferita dov'era ancora aperta e le arrivarono improvvisamente due visioni riguardanti il passato.

La prima riguardava il mostro che l'aveva attaccata. Era in uno strano posto, insieme a due uomini. Quello che parlava aveva una bruttissima cicatrice sulla faccia, e ordinava al demone di attaccarla in modo da saggiare la sua forza in modo che Sakistos, il demone che per tutto il colloquio era rimasto in penombra, non avesse difficoltà con il suo lavoro se ci fossero state complicazioni.
La seconda spezzò il cuore di Phoebe. Il suo dolce fidanzato stava passeggiando con una ragazza, e ad un certo punto le aveva messo una mano sulla fronte. La ragazza era crollata a terra, svenuta o morta Phoebe non poteva dirlo, e subito dopo era scomparso nel nulla. Thomas e Sakistos erano la stessa persona.
"No, ti prego Signore, fa che io abbia visto male…" e corse in soffitta a consultare il Libro delle Ombre. L'aspettava un'amara sorpresa. Non solo il demone esisteva, ma c'erano anche un bel po' d'informazioni al riguardo.
"Sakistos…demone dalle fattezze angeliche che seduce le streghe e le deruba dei loro poteri. Imprevedibile…a volte uccide la sua vittima e in questo caso si rivela spietato…"

Phoebe non sapeva se piangere o mettersi a urlare dalla rabbia. L'aveva detto, era troppo bello per essere vero…ma Thomas, o Sakistos, non avrebbe fatto più del male a nessuno.
Prese con sé uno dei coltellacci da cucina di Piper, e si guidando come una matta si diresse verso il suo appartamento. La porta era aperta, e l'abitazione era immersa nella più completa oscurità.
"Ora so tutta la storia, e anche che cosa sei" disse Phoebe entrando nella casa.
"Davvero? E sono solo un animale?"
"No. Tu sei molto peggio."
Il demone apparve in penombra, con il volto cambiato in una sorta di maschera terrificante "Forza, Phoebe, vediamo di che sei capace."
Prima che potesse reagire, Sakistos le si scagliò contro facendola sbattere contro un muro. Tenendola stretta tra sé e il muro, tentò di metterle una mano sulla fronte, come aveva già fatto, ma Phoebe riuscì a liberarsi quel tanto che bastava da scaraventarlo dall'altro lato della stanza toccandolo solo con un dito.
Phoebe era frastornata: ma come c'era riuscita? Il potere di muovere le cose era solo di Prue, com'era possibile che ora l'avesse anche lei?
Ritornò in fretta con i piedi per terra. Il demone si era rialzato, e mentre rispondeva colpo su colpo continuava a riflettere da quando aveva cominciato a sentirsi strana. L'unica risposta era quando era stata ferita da quel mostro. La ferita era entrata in contatto con il sangue del mostro…e ora lei aveva i suoi poteri!
Meglio così, lei e il suo ex avrebbero giocato ad armi pari.
Tra le mani materializzò una palla di fuoco, e la stava per lanciare addosso a Sakistos, quando la faccia di lui tornò alle fattezze umane.
"Forza, che aspetti?"
Phoebe, distratta, scagliò l'arma mancandolo per un soffio.
"Non ci siamo."
"Dimmi una cosa, Sakistos. Avevi in mente solo di rubarmi il mio potere o anche di uccidermi? O magari volevi sistemare anche le mie sorelle? Ho eliminato molti demoni, odiato nessuno."
"Questo semplifica le cose."
"Come ho potuto essere così cieca?"
"L'amore è un'arma pericolosa, ragazzina. Quando prende il sopravvento non si ragiona più, si segue l'istinto, e non si ha altra scelta se non obbedire."
"Che ne sai tu dell'amore?"
"Quello che so l'ho imparato da te."
"Le persone come te non sanno amare."
"Lo credi veramente, Phoebe?"
"Cos'è, vuoi provarmi il contrario?"
Per tutta risposta il demone le prese una mano e l'appoggiò sul petto "Coraggio, Phoebe. Sai, ho riconosciuto quei due poteri, appartenevano a un mostro del mio esercito. Ora che sono in tuo possesso puoi incenerirmi, o farmi fare un volo dal decimo piano. A te la scelta, non mi opporrò al mio destino. Ti amo, Phoebe, puoi ritenerlo impossibile ma è la verità."
Phoebe continuava a guardarlo fisso negli occhi, cercando di capire se stava mentendo o se era sincero. Arrivò alla conclusione che doveva eliminarlo, qualunque cosa lui provasse nei suoi riguardi. O lei nei riguardi di lui.
La mano di Phoebe cominciò ad emettere calore, e Sakistos non fece una piega neanche quando il calore cominciò a bruciarlo. Ma a quel punto fu Phoebe a tirarsi indietro.
"IO NON POSSO FARLO!" e scappò via di corsa da quella casa.
Rimasto solo, Sakistos aspettò in silenzio il ritorno dell'uomo che aveva incontrato nel vicolo.
"Sei puntuale come la morte, Gezoar. Immagino che là sotto non siano molto fieri di me."
"Sakistos, amico mio, capisco che per un po' sei stato fuori dal giro, ma noi combattiamo le streghe, le derubiamo dei loro poteri e talvolta le uccidiamo. Sai, raison d'être."
"Perché non te ne torni all'Inferno?"
"Avresti potuto rubare i poteri di quella strega e diventare uno dei più potenti demoni di tutto il concilio Infernale, ma hai perso tutto a causa sua. Tu sei pazzo, e lo sarai per sempre. E sempre ricorderai come sarà averla vista morire, perché se proprio non vuoi farlo tu, lo farò io!"
"Non osare toccarla!" gridò Sakistos, ma Gezoar era già scomparso.

Phoebe era ancora per strada. Dopo essere scappata da quella casa in lacrime aveva corso per tre isolati prima di ricordarsi che era venuta con la macchina. Pazienza, sarebbe tornata a prenderla il giorno dopo.
Gezoar si materializzò in un angolo buio alle sue spalle "Phoebe…"
La ragazza si voltò per vedere chi la stesse chiamando, ma non vide nessuno. Riprese a camminare.
"Phoebe…"
Quella voce che cantilenava il suo nome le dava i brividi. Si rimise a correre guardandosi le spalle, e finì dritta tra le braccia di Gezoar "Ora ti ho preso, Phoebe…"
Gezoar prese Phoebe per la gola sollevandola da terra "Vediamo di concludere in fretta. Sei carina, capisco perché Sakistos si sia preso una bella sbandata per te. Cercherò di fare in modo indolore."
Sakistos gli arrivò alle spalle all'improvviso "Oh no, sarà molto doloroso…per te" e lo pugnalò alla schiena facendolo dissolvere in una pozza bluastra.
Phoebe era china a terra, e continuava a tossire "Stringeva come una morsa" sussurrò.
Sakistos la tirò su "Stai bene?"
Phoebe lo abbracciò stretto "Ora sì."
"Se ti avesse fatto del male…"
"Sei arrivato in tempo."
"Phoebe" disse lui facendola allontanare un poco "ho bisogno di dirti una cosa. È difficile per me, non l'ho mai detto a nessuno, né tantomeno pensavo di farlo. Io…Io ti…"
In quel momento sotto i piedi di Sakistos comparvero delle fiamme, che lo avvolsero completamente. Totalmente impotente contro quella magia infernale, Phoebe non poté fare altro che guardar bruciare tra atroci sofferenze l'uomo - il demone - di cui era innamorata.
Come ritornò a casa non lo sapeva neanche lei. L'unica cosa certa che ricordava era quella di essersi rannicchiata sul letto, e di aver pianto fino ad addormentarsi.

Un mese più tardi…

Phoebe stava cominciando a superare quanto era accaduto quella notte, e lo stava facendo da sola. Non aveva detto niente alle sue sorelle, e aveva lasciato credere a Prue e Piper che lei e Thomas si fossero semplicemente mollati e che lei fosse depressa per questo.
Non sapeva neanche dove fosse con esattezza, o cosa gli fosse successo. Ma era meglio così.
Sakistos per quello che aveva fatto era caduto in disgrazia ed era stato privato dei suoi poteri e privilegi. Ora era trattato alla stregua di un semplice dannato, se non peggio. Lui aveva tradito la sua causa e la sua natura, e le punizioni per i  demoni traditori erano esemplari giusto per evitare che qualcuno lo rifacesse troppo presto.
Solo una ragazza mora veniva di tanto in tanto a trovarlo, anche se non si faceva mai vedere da lui. Rimaneva a guardarlo con un sorrisetto divertito, e poi se ne andava dopo aver fatto tremare tutti i carcerieri. Il suo nome era Drusilla.

Certe volte Phoebe aveva ancora paura di dormire, continuava a vedere quel che era successo quella notte, però stavolta complice un testo molto difficile crollò di schianto sulla scrivania.
Si ritrovò in un giardino, da cui si godeva una vista d'insieme di quello che c'era sotto: un bosco molto scuro e fitto, e un sentiero che sbucava da lì e portava presso un portone di ferro battuto.
Phoebe…
Era la voce di Sakistos. Phoebe percorse il tragitto fino alla porta in un lampo, e la oltrepassò senza pensarci due volte.
Phoebe…
"Dove sei? Non riesco a vederti!"
Ora Phoebe si trovava sull'orlo di un'immensa voragine, dove le urla dei dannati miste alle fiamme e al fumo la facevano rabbrividire.
Ti amo Phoebe…Addio…
"No…aspetta…Non andar via!" urlò la ragazza, e questo la svegliò di colpo. Sconvolta, andò in soffitta a cercare un incantesimo che le permettesse di raggiungere Sakistos. Quella notte non aveva potuto fare niente per salvare l'uomo di cui si era innamorata. Stavolta non sarebbe rimasta a guardare.

Orfeo ti invoco, accorri e veglia
Mentre questo viaggio intraprendo
Che io trovi quel che cerco in qualunque luogo sia
Affinché finisca il mio tormento …

Appena Phoebe finì di pronunciare l'incantesimo crollò di schianto sul pavimento, e poi si rialzò, sentendosi stranamente bene. Che strano, con la caduta che aveva fatto almeno qualche dolorino doveva pur averlo…poi si voltò. A terra c'era lei, o perlomeno il suo corpo. Praticamente era come se fosse morta.
"Che genio che sono. Sakistos è un demone, e risiede all'Inferno. Ma pretendevo davvero di passare la porta infernale da viva?"
Guardò davanti a sé, e vide che dal niente si era disegnato un varco. Quando fu abbastanza grande, al suo interno si potevano scorgere il giardino, il bosco e il portone di ferro battuto dall'aspetto minaccioso che aveva sognato.
Il solo vederla le fece venire i brividi, ma si fece coraggio e passò il varco dimensionale, che si richiuse subito alle sue spalle.
Oltrepassata la porta, si rese conto che era esattamente tutto come lo aveva sognato, ma con una differenza: questa volta non si sarebbe svegliata tanto presto da quell'incubo.

"Ci sentiamo un tantino spaesate, eh?" sussurrò un uomo con un mantello scuro, con il volto quasi completamente celato dal cappuccio, praticamente comparso dal nulla.
"Chi sei?"
"Non aver paura, non ho il compito di ucciderti, ma solo di scortarti. Qualche pezzo grosso di quaggiù vuole che tu arrivi sana e salva alla tua meta. Certo, puoi sempre tornare indietro, guarda, basta solo fare un passo indietro e sarà come se ti risvegliassi da un sogno che non ricordi più con esattezza…"
"Non ci provare. Forza, che aspetti a condurmi da lui?"
"D'accordo, d'accordo, non ti scaldare. Il viaggio è lungo, e ti assicuro che questa proposta te la farò ancora molte volte."
Cominciarono a discendere in quella voragine buia e piena di fumo che era chiamata Inferno, cercando di non farsi abbrustolire dalle fiammate improvvise che arrivavano da ogni dove. Ci volle parecchio tempo per arrivare dov'era imprigionato Sakistos, e Phoebe era certa che l'orrore di quel posto e le urla che si sentiva le sarebbero rimaste nella mente e nelle orecchie ancora per molto, molto tempo. Anche se cercava di mostrarsi impassibile e di ignorare il posto dove si trovava, non poteva nascondere a sé stessa di essere spaventata a morte e per un secondo le balenò in mente l'idea di scappare, di lasciare tutto.
Ovviamente la guida colse la palla al balzo e tentò subito di farla tornare indietro, ma Phoebe neanche lo ascoltava più. Continuava ad andare avanti, e avanti, fino a quando l'essere misterioso l'avvisò che ora doveva proseguire da sola.
"Nel caso tu non l'abbia notato, io non sono di queste parti. Come pensi che riesca ad arrivare dove devo?"
"Non ti manca molto, ragazzina. Il tuo Sakistos è esattamente nel girone qua sotto. Ma ricorda, non è mai successo che qualcuno riesca a fuggire da qua" e cominciò a dissolversi.
"Ma io non sono nessuno" mormorò Phoebe a bassa voce, senza che lui la sentisse. Terminata la discesa, nella parete rocciosa davanti a lei trovò Sakistos, pesto e quasi irriconoscibile, che la fissava come trasognato.

Phoebe gli sorrise e si avvicinò, ma Sakistos la guardò con uno sguardo doloroso e distolse subito lo sguardo "Chiunque tu sia smettila di perseguitarmi e vattene!"
"Ma che dici? Sono Phoebe, non mi riconosci?"
"Phoebe è nel mondo dei vivi, e tu sei solo un'illusione…l'ultima di una lunga serie."

A quel punto Phoebe, nonostante la situazione fosse abbastanza tragica, quasi si mise a ridere "Te lo meriteresti proprio che fossi un'illusione! Hai idea di quanta strada ho dovuto fare per trovarti?"
"Sei veramente tu?"
"Che domanda scema."
"Sei completamente pazza…"
"Non mi dici niente che non sapessi già…" Phoebe sorrise e si avvicinò. Usando il nuovo potere aprì le catene muovendo solo un dito e poi lo prese per mano "Forza, ti riconduco a casa."
"Non così in fretta, bellezza" tuonò la guida di Phoebe. Se fosse stata da sola non sarebbe stato un problema, ma dietro di lui c'era una schiera di demoni dalle facce veramente poco raccomandabili…
A quel punto, lei e Sakistos si resero conto che dovevano pensare a un piano per salvarsi, e alla svelta. Imboccarono correndo la prima caverna che trovarono e la percorsero fino alla fine, in altre parole quando terminò in mezzo al niente.
In quel posto stranissimo c'era solo una ragazza, e sembrava che il loro disorientamento la divertisse un mondo. Drusilla.
"Ciao Sakistos. È molto che non ci vediamo."
"Hai ragione…mia signora."
Phoebe guardò incuriosita l'uomo. Mia signora?
"Non mi dire, ti sei innamorato. Scusami, ma non posso farti le mie congratulazioni. Da qui non uscirete più, e tu lo sai."
"Tu puoi aiutarci."
"Sì, ma non credo che lo farò…non ho intenzione di perdere il mio status solo perché tu e quella strega volete che lo faccia."
"Dru, tu non segui le regole di questo maledetto posto. Le fai."
"Hai ragione, le faccio. D'accordo, voglio essere clemente, dopotutto eri il migliore dei miei soldati…la caverna che avete percorso per arrivare qui aveva un bivio, ricordate? Tornate indietro e imboccate l'altra direzione. Vi porterà fuori di qui."
"Grazie."
"Non mi ringraziare, Sakistos. Maledizione, spero tu sappia quanto mi è costato essere…bleagh, buona. Mi è difficile persino dirlo!"

Una volta che Phoebe e Sakistos si furono allontanati, la misteriosa guida di Phoebe si materializzò a fianco di Drusilla.
"Complimenti mia signora. Ci hanno creduto."
"Che avrei dovuto fare? Lasciare che il mio ex vivesse felice e contento con la sua nuova ragazza? Oh no, la compassione non si addice né a me né a questo posto. Voglio vederlo soffrire, godermi il suo tormento mentre tenta di salvare la sua adorata Phoebe. Sinceramente, sono stata troppo buona?"
"Assolutamente no. Il nostro supremo signore sarà fiero di te."
"Muoviamoci, mio fido servitore. Voglio godermi lo spettacolo."

Intanto Phoebe e Sakistos erano arrivati al termine della galleria indicata da Drusilla. Appena videro cosa li aspettava, le speranze si dissolsero come neve al sole.
"E quello cos'è? Un labirinto?"
"Sono stato proprio uno stupido…questo posto ha la firma di Drusilla ovunque!"
"Cosa intendi?"
"Dru sa essere molto vendicativa…Odia che si vada contro i suoi desideri, più o meno come ho fatto io quando mi sono innamorato di te. Sarà dura."
Cominciarono a percorrere il labirinto, e si accorsero subito che ogni parete, ogni crepa, era uguale all'altra. Non c'era niente che potesse servire come punto di riferimento, una sorta di "Oh guarda, di qua siamo già passati, abbiamo sbagliato strada." E oltre a questo Dru aveva architettato un altro giochetto, e lo sperimentarono subito appena trovarono il primo vicolo cieco. Senza neanche avere il tempo di accorgersene si ritrovarono all'ingresso di nuovo.
"Lasciami indovinare. Un altro scherzetto della cara Drusilla? La prima cosa che farò appena uscita da qui è strangolare quella maledetta bugiarda, te lo prometto."
Riprovarono ad entrare in quel labirinto perlomeno un'altra ventina di volte, e si ritrovarono altrettante volte al punto di partenza.
Tutto sotto lo sguardo compiaciuto di Drusilla e del suo servitore.

Ormai i due ragazzi erano stanchi, e praticamente senza speranza di uscire. Phoebe si appoggiò al muro e si lasciò scivolare fino a terra, mentre il suo ragazzo  andava avanti e indietro come un animale in gabbia.
Vicino a dove era seduta, Phoebe aveva notato che c'era un topolino che correva. Poverino, pensava Phoebe, in trappola anche lui…
Osservando però il suo percorso, si accorse che l'animale era tutt'altro che in trappola. E cominciò a fare i salti di gioia. Allora c'era un modo per uscire!
Sakistos cominciò a guardarla storto, come una matta che potesse avere da un momento all'altro una reazione imprevedibile "Phoebe? Ma che cos'hai?"
La ragazza gli sorrise, e gli fece vedere il topo. Stava letteralmente andando dentro e fuori dal muro, proprio come se non fosse reale. E infatti per lui non esisteva.
Quando capirono il segreto del labirinto, videro i muri assottigliarsi fino a diventare trasparenti, e passandoci attraverso finalmente si ritrovarono davanti al tunnel che li avrebbe portati fuori di lì.

Ma Drusilla era una demone a cui non piaceva per niente fare la figura della stupida, specialmente per colpa di una strega mortale e di un demone decaduto, e infatti se la trovarono di nuovo davanti. Ora il suo sorriso era spento, e gli occhi luccicavano d'odio. "Non così in fretta. Complimenti. Davvero, tesoro, pensavo saresti crollato prima. Hai resistito alle mie illusioni, sei uscito dal labirinto che ho creato, ma cosa ti fa credere che ti lasci andare…scusa, vi lasci andare via da qui?"
"Lo vuoi proprio sapere, Dru?" le disse Phoebe guardandola fissa negli occhi.
Drusilla si fece una bella risata alla minaccia di Phoebe e poi la squadrò dall'alto in basso "Cosa vuoi fare? Combattere contro di me?" la provocò Drusilla.
Pessima idea.
Phoebe era già un tantino sconvolta per tutto quello che le era successo negli ultimi quattro mesi, e non aveva certo bisogno di altre provocazioni, specialmente da lei.
"Quanto ho sperato che lo facessi…" e cominciò a scagliarle addosso fuoco e ogni roccia che trovava a portata di mano. Drusilla era troppo veloce per lei, e continuando a indietreggiare si ritrovarono intrappolate tra tre pareti di roccia.
"Allora ragazzina, ancora sicura di potermi battere?" e stese la mano per cercare di imprigionarla in un'altra illusione. Peccato che ormai la sua unica arma non avesse più presa su Phoebe.
"Risparmiati i giochetti ipnotici per i turisti. Ora" le disse mentre continuava ad avvicinarsi, e Dru tentava invano di tenerla lontana "Ci saranno un milione di ragioni per non ucciderti, ma adesso non me ne viene in mente nessuna."
Stava per scagliare la palla di fuoco che aveva in mano, quando Sakistos le arrivò alle spalle bloccandole il braccio.
"Phoebe, non farlo. Davvero ti vuoi abbassare al suo livello? Riguardo a te, Drusilla, voglio essere clemente…dopotutto c'è stato un tempo, che io sia dannato, in cui ti ho amato. Sparisci. Vedi, posso anche aver perso i miei poteri, ma Phoebe li ha eccome, e la prossima volta non ci sarò io a fermarla. Chiaro?"

Drusilla rimase immobile a guardarli mentre si allontanavano verso l'uscita, furente di rabbia per essere stata battuta e umiliata da quei due per la primissima volta in vita sua.
"Mia signora…?"
"Sto bene, non preoccuparti. Ma sì, che si divertano finche possono…esiste un tempo per ogni cosa, e sento che il tempo della mia vendetta non è lontano."
Non aveva neanche finito di parlare, che un ruggito squarciò il silenzio e fece tremare il suolo.
"S-Signora, ho p-paura che lui n-non sia m-molto contento…"
E Drusilla non poté non trovarsi d'accordo con lui. Era l'unica cosa che la terrorizzava a morte, e ora il doverla affrontare le faceva rimpiangere di non essere stata eliminata da Phoebe…

"Cos'è stato? Ho sentito un rumore…" disse Phoebe voltandosi verso l'uscita che avevano appena oltrepassato.
"Se è quello che penso, non vorrei essere nei panni di Dru!"
"Non nominare quel nome in mia presenza! Ma, fammi capire…tu e la pazza avete avuto una storia?"
"Per diverse generazioni."
"Ah."
"Gelosa?"
Prima che Phoebe riuscisse a rispondergli per le rime, l'effetto dell'incantesimo svanì e lei e Sakistos fecero un atterraggio più o meno morbido nella soffitta di villa Halliwell.
Svegliata dal baccano, Piper, ancora mezza addormentata, andò in soffitta a vedere cosa fosse successo.
"Spero tu abbia una spiegazione per tutto questo baccano, Phoebe" le disse impassibile.
"Beh, vedi…in soffitta c'era un topo…un topo, sì. Ho cercato di prenderlo…il topo, ma invece sono inciampata e ho fatto cadere quelle vecchie pentole di rame. Scusami Piper."
"Caccia al topo?"
"Sì, proprio così" rispose lei sfoderando il sorriso più convincente che aveva.
"Ti dico solo tre parole Phoebe: VA. A. DORMIRE!" e tornò in camera sua.
Dietro un mobile, Sakistos stava cercando di non ridere. Phoebe gli fece cenno di uscire e quando vide la sua espressione gli disse che se proprio trovava la sua scusa così divertente poteva suggerirgliene una lui!
"L'importante è che ci abbia creduto."
"Credo che lo scoprirò comunque domani mattina."

La mattina seguente Prue ritornò dal servizio fotografico abbronzata e tutta contenta, e Phoebe pensò che fosse dell'umore giusto per ascoltare insieme a Piper il resoconto dei suoi ultimi quattro mesi.
Ormai quelle due sapevano che da Phoebe bisognava aspettarsi di tutto, ed erano sicure che niente le avrebbe stupite. Bene, stavano sbagliando di grosso.
"Scusa, fammi capire bene. Thomas in realtà si chiama Sakistos, ed è un demone infernale. Lui si è innamorato di te e per questo è stato torturato all'Inferno dagli uomini della sua pazza ex fino a quando tu non sei andata laggiù per liberarlo e dare una lezione a lei. Ho scordato qualcosa?"
"Assolutamente niente, Prue."
"Pensavo che ormai niente mi potesse stupire. Ma scordavo di avere te come sorella!"
"Dov'è ora?" domandò Piper.
"A casa sua, cercando di rimettere insieme i cocci della sua vita. Non ha più nessun potere, è totalmente inoffensivo. Gli ho promesso il nostro aiuto…"
"Gli concederemo una possibilità".

Phoebe, Piper e Prue andarono a trovare Sakistos più tardi e lo trovarono alle prese con un barattolo e l'apriscatole. Continuava a fissarli con aria perplessa, e le tre sorelle sulla porta non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.
"Grazie per la comprensione, davvero. Devo forse ricordarvi che io non sono un mortale…cioè, non lo ero, e non ho mai fatto niente senza la magia?"
"Siamo qui per aiutarti."
"Ho subito una domanda" e indicò i due oggetti sul tavolo.
Piper scosse la testa e gli fece vedere come si apriva .
Mentre le sue sorelle maggiori cercavano di dare alla casa una parvenza d'ordine, Phoebe e Sakistos rimasero in cucina a parlare.
"Innanzitutto…come ti chiami?"
"Thomas Emerson. Meglio tenere la mia vecchia identità."
"Concordo. Allora, Thomas, come va il tuo primo giorno da mortale?"
"Sono ancora vivo."
"Evviva l'ottimismo! Andiamo, non è difficile come sembra."
"Non sapevo che fossi passata anche tu dallo stadio di demone temuto a quello di umano imbranato nel giro di una notte…"
"Imbranato? E questo chi l'ha detto?"
Come risposta, Thomas le indicò gli oggetti sul tavolo, e Phoebe gli disse che riguardo a quello era ancora nella media, erano pochi i ragazzi a non essere imbranati in cucina.
"Molto consolante."
"Coraggio, non vorrei spaventarti, ma sono molte le cose che non sai."
Lui le prese le mani e la guardò fisso negli occhi "Tu sei qui per insegnarmele."

 
Scritto da Ilaria


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