Streghe Italia Fan Fiction

IL RITORNO DI VICTORIA


Trama: Dopo 333 anni, una donna sospettata di stregoneria torna in vita e, diventata una potente strega, vuole vendicarsi...

Scritto a giugno 2000

Adatto a tutti

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Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Streghe Italia", e che tutti i personaggi di "Streghe / Charmed
utilizzati sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
"Charmed" is a trademark of Spelling Television Production © 2000


Prima parte

San Francisco Gennaio 1667

Victoria si svegliò bruscamente al suono del catenaccio che si apriva, una guardia entrò nella cella e le disse senza mezzi termini:
<Sei stata riconosciuta colpevole di eresia e stregoneria, la pena come sai è la morte… la morte sul rogo!!!>
Victoria era inorridita: <Non sono comparsa davanti a nessun giudice… non ho potuto nemmeno difendermi!> esclamò disperata.
La guardia sembrò piuttosto divertita dalla sua sofferenza e le rispose ridacchiando crudelmente <Non c’è stato bisogno di nessun processo… le prove erano tutte contro di te!> detto questo si chiuse la porta alle spalle e uscì lasciando Victoria inebetita dallo shock. La ragazza si raggomitolò in un angolo e cominciò a piangere irrefrenabilmente, non riusciva a capacitarsi di quanto era successo, lei non era una strega… era solo una donna più istruita della media che conosceva i segreti delle erbe! Purtroppo a quell’epoca di caccia alle streghe anche un piccolo sospetto portava diritto sul rogo e quando Victoria aveva curato e guarito il figlio di un giudice con una pozione, nessuno le era stato minimamente riconoscente e, anzi, l’avevano accusata di magia nera e condannata a morte senza nemmeno sentire le sue ragioni. Ma com’era possibile? Se fosse stata una strega malvagia non avrebbe certo salvato un bambino ma lo avrebbe ucciso! Victoria era tanto immersa in questi tristi pensieri che impiegò molto tempo prima di accorgersi di non essere più sola nella cella, alzò gli occhi e vide un uomo bellissimo vestito completamente di scuro.Trasognata, gli chiese <Sei un angelo?>.
L’uomo fece una risata cattiva e un’espressione malvagia gli comparve negli occhi <Mia cara Victoria,come puoi pensarlo? In questa lurida cella non ti accorgi che Dio ti ha abbandonato? Io non sono un angelo… sono il Diavolo e ti voglio fare una proposta: sei stata trattata crudelmente, torturata e condannata ingiustamente perciò io ti offro una possibilità … no, togliti quell’espressione speranzosa dagli occhi, in questa vita non posso salvarti, brucerai sul rogo come è stato deciso ma fra trecentotrentatrè anni potrai tornare sulla terra e vendicarti di chi ti ha condannata, ci penserò io a darti i poteri necessari… diventerai una strega tra le più potenti. Accetti?> Victoria era combattuta,una vocina interiore le diceva di non ascoltare quelle parole empie ma più forte era la voglia di vendetta così disse in un soffio <Accetto> e la sua anima fu perduta per sempre.
Il giorno dopo Victoria fu bruciata ma la sua espressione rimase serena nonostante il tormento… sapeva che prima o poi sarebbe tornata!

San Francisco Gennaio 2000

Morris si trovava sul luogo del delitto. <Ancora una volta l’assassino ci è sfuggito!> pensò sconsolato.
Intorno al corpo della ragazza si affollavano gli agenti che prendevano impronte e catalogavano reperti, il medico legale si volse verso di lui <Non posso ancora esserne certo ma sembra che la ragazza sia morta a causa di questa strana ferita alla testa> disse indicando un piccolo ma profondo buco che le trapassava le tempie.
<Quello che mi preoccupa è che non ci sono segni di colluttazione, forse la vittima conosceva il suo assassino…> rispose Morris <Bè…non voglio esprimermi prima del risultato delle sue analisi,mi faccia sapere al più presto! >
Detto questo lo congedò e si rivolse a dei paparazzi che stavano scattando delle foto al corpo: <Andatevene…non c’è niente da vedere qui!Ho detto di andarvene,avete capito???> si rendeva conto di comportarsi da orco ma era di umore nero, questa era la terza vittima in meno di due settimane e la sua morte aveva le stesse caratteristiche delle precedenti: una strana ferita alle tempie provocata da qualche arma sconosciuta. < Non voglio nemmeno pensare di dover catalogare anche questo caso come non risolto… non riesco ad accettare che un assassino così crudele sia ancora in libertà!> pensò mentre si dirigeva verso la macchina.
L’indomani mattina il medico legale si recò alla centrale e chiese di Morris, entrò nel suo ufficio e gli porse un fascicolo.
<Ecco il risultato delle analisi… come pensavo la ragazza è morta per quella ferita alle tempie. Non siamo riusciti ad identificare il tipo di arma tuttavia penso che si tratti di un raggio laser molto potente! Purtroppo non le dico niente di nuovo… anche le altre due vittime sono state uccise nello stesso modo>
<Già> rispose Morris pensieroso <E non c’è nessun collegamento fra di loro, niente che possa accomunarle per sesso, religione, opinioni politiche o frequentazioni… detto fra noi dottore, questo caso non sta portando a niente! Abbiamo già fatto ricerche di ogni tipo ma l’assassino sembra svanito nel nulla!>
<Terribile!! > esclamò il dottore.
In quel momento squillò il telefono e con un cenno Morris lo congedò. Rimasto solo, controllò per l’ennesima volta le cartelle delle vittime: la prima si chiamava Gregory Jones, pensionato ultrasessantenne, la seconda Catherine Fisher, professoressa di matematica in uno dei più conosciuti licei cittadini, la terza Elizabeth McDonald, studentessa di sociologia, e nessuno di loro aveva precedenti penali, nemmeno una multa per eccesso di velocità, erano persone rispettabilissime e, dall’interrogatorio di amici e parenti, era emerso che non avevano nessuna amicizia pericolosa… niente, insomma, che giustificasse un omicidio così efferato! Morris mise via le cartelle e cominciò a pensare che in quell’ultimo anno erano successi più fatti inspiegabili di quanto riuscisse a sopportare e la morte di Andy era il più doloroso di tutti, non parliamo poi del continuo coinvolgimento delle misteriose sorelle Halliwell… c’era da che farsi venire il mal di testa!Rinunciò per il momento a esaminare le cartelle e prese in mano le analisi, sembrava proprio un foro provocato da qualcosa di simile a un raggio laser ma com’era possibile? Era in momenti come questi, di assoluta impotenza di fronte ai crimini, che il povero Morris si chiedeva quali soddisfazioni poteva mai dare il mestiere di poliziotto!

Nello stesso momento Phoebe stava scendendo le scale a tutta velocità per andare a lezione quando sentì la nota sensazione di formicolio che preannunciava l’arrivo di una visione: la donna si trovava all’interno della sua casa quando all’improvviso tutti i vetri si frantumarono e una figura di nero vestita irruppe nella stanza, alzò le braccia al cielo, le riabbassò improvvisamente e puntò un dito sulla tempia della donna che era bloccata dalla shock e che stramazzò a terra. <Noooo!> urlò Phoebe.
Prue e Piper accorsero alle grida della sorella <Cosa c’è?? Hai avuto una premonizione?> chiesero ansiose.
<Sì… ho visto morire una donna, un demone le ha puntato un dito alla tempia e l’ha uccisa… una cosa orribile, orribile!> rispose Phoebe con gli occhi lucidi.
<Alla tempia,hai detto? Aspetta un po’…> disse Prue dirigendosi verso la cucina. Tornò dopo un minuto con in mano il giornale della mattina e mostrò alle sorelle l’articolo sul misterioso omicidio del giorno prima, la ragazza era morta per una ferita alle tempie <Credi che sia la stessa persona della visione? Guarda bene Phoebe!>
<No, Prue…questa è una ragazza, la donna che ho visto era sui cinquant’anni… penso che sia la prossima vittima!> esclamò Phoebe.
<Allora dobbiamo trovarla !> aggiunse decisa Piper.
<Ehi… ho riconosciuto la casa! Me la ricordo perché ci sono stata quando distribuivo volantini… dobbiamo avvisare quella poverina!> disse Phoebe prendendo la borsa e trascinando le sorelle verso la porta.
Corsero alla macchina e si diressero all’indirizzo dato da Phoebe ma, quando mancavano solo pochi isolati, sentirono le sirene della polizia. Accelerarono il più possibile e giunsero davanti alla casa, i vetri erano infranti e due infermieri stavano portando fuori una barella coperta da un lenzuolo… erano arrivate troppo tardi!

Seconda parte

Morris stava cercando di prendere almeno qualche impronta dell’assassino quando dalla finestre della casa vide Prue parlare con le sorelle. <Ancora loro!> pensò stupito, <Albert continua tu… io devo uscire un momento > disse ad un agente. <Sissignore!> gli rispose.
Uscì velocemente dalla porta e si trovò faccia a faccia con le sorelle Halliwell, non disse niente ma si limitò a prendere Prue per un braccio e a trascinarla un po’ più in là in modo che nessuno potesse sentirli.
<Non mi interessa sapere perché voi tre vi trovate sempre sul luogo dei delitti più misteriosi ma, in questo momento, ogni aiuto può essere prezioso visto che c’è un assassino in libertà pronto a uccidere di nuovo… perciò vi chiedo, se sapete qualcosa non esitate a riferirmelo! E questo non è un semplice favore ma un ordine!> esclamò Morris con voce dura.
Prue abbassò gli occhi,da una parte desiderava confidargli il loro segreto soprattutto per aiutarlo ma dall’altra ricordava cosa era successo a Andy a cui aveva raccontato tutto. Non era una decisione facile da prendere e la ragazza alla fine pensò che era meglio tenerlo all’oscuro e limitarsi a collaborare alle indagini, così gli rispose <Non preoccuparti, anche noi desideriamo aiutarti… appena sapremo qualcosa ti avvertiremo!> e fece per andarsene.
Morris la fermò e con una certa esitazione le chiese <Andy sapeva tutto di voi, vero?>
Prue era sempre più turbata ma gli disse <Sì Morris… a Andy avevo confidato ogni cosa ma non chiedermi nulla ti prego, non voglio avere anche la tua morte sulla coscienza!!!>
<Và pure allora… e tienimi informato, la vostra collaborazione può essere veramente preziosa per le indagini!> le rispose salutandola.
Prue si diresse verso le sorelle che erano rimaste in disparte ad osservare gli agenti <Che fate lì impalate???Andiamo a casa, presto!> esclamò mentre saliva in macchina. Le due sorelle rimasero stupite dal suo tono di voce ma pensarono che Morris doveva averla irritata con qualche domanda alla quale non poteva rispondere, perciò fecero finta di niente e entrarono in macchina.
Appena salite Prue disse <Bene… abbiamo un sacco di lavoro da fare. Le vittime ora sono quattro, a quanto pare sono tutte morte a causa di una ferita alla testa perciò dobbiamo cercare sul Libro se esiste qualche demone che uccide in questo modo. A questo penserete voi, io cercherò qualche collegamento con le vittime… i demoni non uccidono mai a caso! Ora vi accompagnerò a casa mentre io andrò in ufficio perché ho lasciato il mio portatile alla Buckland, telefonatemi se trovate qualcosa!>
<Va bene sorellina!> risposero in coro Piper e Phoebe mentre scendevano. Prue andò velocemente alla casa d’asta e si collegò ad Internet. Digitò i nomi delle quattro vittime e venne fuori un collegamento inaspettato, risaliva a trecento anni prima quando i loro antenati erano giudici della Santa Inquisizione di San Francisco.
<Bene,ecco quanto cercavo!Ora devo trovare se questi quattro giudici facevano parte di una giuria… molto bene nel 1667 hanno condannato cinque persone ma non erano soli, ecco qui il nome di un altro magistrato… ho l’impressione che il suo discendente potrebbe essere la prossima vittima… meglio tornare a casa e parlarne con Phoebe!> pensò Prue chiudendo il portatile e dirigendosi verso l’uscita.
Intanto Piper e Phoebe erano nella soffitta a scartabellare il Libro delle ombre alla ricerca di qualche indizio, all’improvviso una luce azzurrina illuminò la stanza e comparve Leo: <Avete bisogno di aiuto?> disse con un sorriso.
Piper rimase molto sorpresa e cercò di nascondere la sua felicità, si trovava sempre a disagio davanti al suo angelo bianco soprattutto da quando aveva cominciato a uscire con Dan <E’tutto così complicato...> pensò.
Phoebe si rivolse a Leo: <A quanto pare arrivi sempre quando abbiamo bisogno di te! Non è vero sorellina?> ridacchiò vedendo Piper penosamente arrossita.
Leo avrebbe voluto abbracciarla ma si accorse che lei era ancora confusa perciò si limitò a cercare di risolvere il loro problema e spiegò <Una delle vittime, Elizabeth, mi era stata affidata perché diventasse un angelo bianco, non ho potuto fare niente per salvarla perché nel suo destino era scritta una morte prematura… tuttavia ho deciso di proteggere la prossima vittima…>
<E bravo Leo!> lo interruppe Phoebe <Anche noi stavamo cercando di scoprire qualcosa ma non ho avuto altre premonizioni… allora, fuori il nome dell’innocente che dobbiamo proteggere!>
<Ecco….> cercò di tergiversare Leo <Mi dispiace immensamente dirtelo, Piper, ma il demone ora vuole uccidere Dan!>
<Cooosa?> esclamò Piper <Questo è uno dei tuoi scherzi Leo, vero? Non è possibile che si tratti davvero di Dan…>
<E perché no? > le rispose calmo l’angelo <Anche lui è un mortale come tutti gli altri, più sfortunato direi visto che si trova nel mirino di una strega….>
<Senti Leo, incomincio a non capirci più niente… quale strega???> disse Piper con impazienza. Leo allora cominciò a raccontare la triste storia di Victoria,di come fosse stata condannata ingiustamente e del patto con il diavolo che si era preso la sua anima.
<Oh…è veramente commovente!> esclamò Phoebe <Ma cosa dici pazza?Abbiamo di fronte una strega malvagia che vuole uccidere il mio Dan e tu ti commuovi!> le rispose arrabbiata Piper.
<Sì sorellina, certo… stiamo parlando di una povera ragazza bruciata innocente e del suo legittimo desiderio di vendetta! Bè… forse non tanto legittimo ma comunque comprensibile… non sei d’accordo con me Leo?> chiese Phoebe.
L’angelo non rispose ma i suoi occhi non si staccavano da Piper, preoccupata secondo lui solo di salvare l’uomo che amava. <Non ho più possibilità con lei ma almeno posso fare in modo che sia felice con Dan se è questo che vuole… non permetterò a Victoria di ucciderlo!> pensò. <Sentite ragazze… dobbiamo cercare di sciogliere il patto con il Diavolo… cercate sul Libro… ora devo andare > disse con voce rotta.
<Aspetta Leo…> esclamò Piper già pentite delle sue parole di poco prima, ma l’angelo era scomparso. La ragazza sentì la mano della sorella sulla spalla <Non preoccuparti… vedrai che tornerà, se n’è andato solo perché era turbato ma ti ama ancora, ne sono certa! Altrimenti perché sarebbe venuto ad avvertirti del pericolo che corre Dan? Lui vuole solo vederti felice ma nello stesso tempo soffre per la tua nuova storia d’amore…> le disse consolandola.
<Oh Phoebe… è che non so cosa fare, ora che Dan è nei guai sento che sono profondamente attaccata a lui ma voglio bene anche a Leo, anzi forse lo amo…> le rispose Piper con le lacrime agli occhi.
<Vedrai che con il tempo tutto si sistemerà… Oh,senti deve essere arrivata Prue,andiamo a dirle le novità!> disse Phoebe prendendola per mano e scendendo le scale <Prueeeee!Abbiamo trovato la soluzione!!!> esclamò vedendo la sorella.
<Guarda che non sono sorda… anch’io ho trovato qualcosa, sembra che…> ma non fece a tempo a finire la frase che Phoebe l’aveva già interrotta dicendo che ormai sapevano tutto e spiegandole la vicenda di Victoria <Leo dice che dobbiamo trovare un incantesimo per sciogliere il patto con il diavolo > aggiunse Piper.
<Bene ,allora dobbiamo cercare questa formula... Voi andate su, io mi cambio e arrivo > disse Prue.
Giunta in soffitta anche lei vide le due sorelle che stavano cercando di tradurre senza successo una pagina in latino.
<Accidenti… se avessi saputo che il mio destino era di diventare una strega avrei studiato con molta più diligenza!> esclamò Phoebe ridacchiando.
<Scostatevi, asinelle, e fatemi provare!> rispose Prue.
<Avanti l’esperta!!> le disse Phoebe. In effetti in pochissimo tempo la ragazza tradusse la pagina che aveva creato così tante difficoltà alle sorelle… la formula andava recitata in coro per tre volte davanti alla strega che poi andava spruzzata di acqua benedetta. Le tre sorelle si guardarono perplesse, non avevano acqua benedetta in casa.
<Aspettate… la nonna era molto devota alla Vergine di Lourdes e sul comodino teneva sempre una boccetta di acqua santa, vi ricordate?> esclamò Prue.
<Ma certo > le rispose Piper <E abbiamo messo tutte le sue cose in questo baule>
<Eccola qui!> disse Prue dopo aver frugato un po’ nello scatolone indicato da Piper.
<Ora è tutto a posto… Uhm, credete che sia necessario ucciderla?> chiese Phoebe.
<Non lo so… il nostro compito è proteggere l’innocente ma in questo caso chi lo è davvero? Victoria, condannata ingiustamente, o Dan?> le rispose Prue dubbiosa.
<Lo sono entrambi… solo che Victoria ha già ucciso quattro persone, cosa faremo di lei quando perderà i poteri? Forse non ricorderà nemmeno di quanto ha fatto sotto l’influsso del male e ritornerà la ragazza che era una volta. A questo punto mi chiedo, è giusto punirla?> disse Piper.
<Intanto liberiamola dal patto col diavolo e poi vedremo!> concluse Phoebe.
<Ora dobbiamo scoprire quando colpirà di nuovo….> Prue non aveva ancora completato la frase che un ombra nera coprì la casa di Dan. <E’ lei… corriamo, presto! Prendete l’incantesimo e l’acqua santa!> esclamò scendendo le scale.
Si precipitarono di sotto e arrivarono davanti al portone di Dan proprio quando la strega stava per infrangere i vetri, Piper aprì le braccia e il tempo si fermò.
<Per un pelo sorellina… la nostra Victoria stava guardandomi con autentico odio!> disse Phoebe rabbrividendo. Le tre ragazze si presero per mano e recitarono tre volte:

“Strega malvagia dal male dominata,
dimenticati della vendetta per cui sei ritornata,
scordati del patto che avevi stipulato
e ritorna come eri nel passato!”

Prue prese la boccetta di acqua santa e ne gettò tutto il contenuto addosso a Victoria, una luce accecante la circondò e subito dopo al posto della strega malvagia comparve una bella ragazza dai lunghi capelli neri.
<Abbiamo vinto!!> urlarono le tre sorelle abbracciando Victoria che non riusciva ancora a parlare per lo shock.
<Ma voi chi siete??> esclamò la ragazza sempre più stupita.
<Ora te lo spieghiamo… ma è meglio che vieni in casa, i tuoi vestiti cominciano ad attirare l’attenzione dei passanti!> le rispose Phoebe prendendola a braccetto.
Aperta la porta di casa le quattro ragazze si trovarono di fronte Leo: <Sono venuto a prendere Victoria!> disse sorridendo.
La poverina era sempre più confusa così l’angelo le spiegò del patto che aveva fatto con il diavolo per potersi vendicare di essere stata condannata ingiustamente, ma quando le raccontò delle quattro vittime Victoria scoppiò in lacrime colta da un cocente rimorso: <Non posso credere di aver fatto quanto dici! Io ho passato tutta la vita a curare gli altri…> esclamò disperata.
<Non ti devi preoccupare! Il pentimento è sufficiente per il perdono… Elizabeth, una delle tue vittime, è diventata un angelo come me e mi ha pregato di aiutarti per farti tornare al Bene. Io mi sono affidato a loro tre che ti hanno liberato. Ora il tuo posto è in cielo con gli angeli perché il tuo cuore, nonostante tutto, è puro!> le spiegò Leo.
<Victoria, è meraviglioso!> dissero Prue, Piper e Phoebe.
<E’ meraviglioso, sì, ma non credo di meritarlo…>rispose dubbiosa.
<I tuoi peccati sono stati perdonati e ora dovrai trascorrere l’eternità a fare del bene… mi sembra che sia sufficiente, non credi?> le disse Leo.
<Allora verrò con te… addio e grazie!> disse Victoria prendendo la mano di Leo.
<Addio Piper… presto ci rivedremo!> sussurrò alla ragazza guardandola dolcemente. Una luce azzurra li avvolse e sparirono.
<E’ veramente incredibile!> riuscirono a dire le tre sorelle. In quel momento squillò il telefono, era Morris, voleva sapere se c’erano novità.
<Bè… quello che posso dirti è che c’è un assassino in meno e un angelo in più!> gli rispose Prue ridendo.
Dall’altra parte del filo Morris era sempre più stupito ma più che mai deciso a non domandare niente… forse perché aveva paura della risposta!


Scritto da
Elisa


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