Streghe Italia Fan Fiction

IL SEGRETO DELLA NIKE


TRAMA: Una trasferta parigina delle sorelle Halliwell le porta a contatto con il mondo dei Druidi...

ADATTO A BAMBINI CON GENITORI

COMPOSTO IL 21 maggio 2000

Tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Streghe Italia", e tutti i personaggi di "Streghe / Charmed"  utilizzati sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
"Charmed" is a trademark of Spelling Television Production © 2000


- Ore 21.30 Hotel *** di Parigi -

“Umpf, che barba siamo a Parigi solo da due ore e voi due lavorate già come se ci viveste da sempre e non foste qui per visitarla! Ma non sentite la vita che palpita la fuori? Non avete voglia di gettarvi nella mischia e di fare vita notturna?” sbottò Phoebe, lasciandosi cadere nella poltrona, dopo aver fatto per l’ottocentesima volta il giro della stanza e aver guardato fuori dalla finestra per la millesima.

“Senti, io devo assolutamente preparami questo discorso per la riunione di dopodomani al Louvre… o preferisci salire tu sul quel palco e improvvisare qualcosa sulla statua della Nike di Samotracia?” disse Prue togliendosi gli occhiali e alzando gli occhi dal portatile. “Per carità io mi sentirei soffocare con tutti quei cervelloni che mi osservano e mi studiano come se fossi io la statua… anzi… a dire il vero non mi dispiacerebbe essere squadrata, ma solo se a farlo fossero quei giovanottoni delle guardie! Avete visto com’era carino il portiere? E non mi toglieva gli occhi di dosso un attimo!” e, gettando indietro la testa, con fare birichino, Phoebe scoppiò in una risata!

“Ehi Piper e tu cosa ne pensi di…!” ricominciò la poverina “Scordatelo sorellina! Io non ne posso più!?… Il fuso orario mi ha già abbastanza sconvolto! Per non parlare di quel cafone di tassista che non ha fatto altro che guardarmi le gambe per tutto il tragitto; e poi io domani devo incontrarmi con François per curare l’apertura di una filiale del P3 qui a Parigi e non voglio presentarmi con due occhiaie che toccano terra! Altrimenti mi scambia per un… demone e addio contratto!” rispose seccamente l’interpellata; “Certo che voi due conducete proprio una bella vita: lavoro, dormire, mangiare, dormire, mangiare e lavoro!… Sono solo le nove e mezzo di sera e già mi sembrate due… vecchie zitellone in carriera! A proposito è un po’ che quei bell’imbusti di demoni non ci rompono più le scatole!” aggiunse Phoebe, “Forse è perché hanno capito che contro di noi non c’è speranza… il Trio vince sempre!!!!!” rispose allegramente Prue.

“Vi prego…non urlatelo troppo forte voi due, che non vorrei trovarmi a dover combattere contro una schiera di schifosissime creature puzzolenti anche qui!” disse Piper con un brivido “E poi non dimenticate che qui siamo lontane dal nostro Libro e che quindi dobbiamo fare molta attenzione!” aggiunse; “Bhe…ecco…veramente il Libro delle Ombre deve essere scivolato nella valigia di Prue, e…qualche suo vestito deve essere tornato nell’armadio, perché…eccolo qui!!” disse piano piano Phoebe tirando fuori il magico volume e spiando le mosse della sorella, che si era alzata e stava venendo verso di lei con fare minaccioso; “Ma guarda che caso eh?! Immagino che il tuo zampino non ci sia nemmeno qui, come nemmeno quella volta che….” sbottò Prue strappando il Libro alla sorella e riponendolo, poi, nella sua stanza. “Oh insomma! Basta voi due! Vi ho detto  che sono stanca e ho bisogno di dormire, facciamo una bella cosa: tu Phoebe ti vai a fare un giro e tu Prue ti metti nel salottino di la e continui il tuo lavoro, mentre io vado a fare una visitina (lunga almeno otto ore) al dio dei sogni!”.

“Ok, ok. Non preoccuparti, mi tolgo dai piedi…vedi solo di non sognare troppo Dan e Leo che poi ti vengono le rughe!?” disse Phoebe ridendo e schivando la ciabatta che la sorella le aveva tirato in un impeto di stizza.

Così dicendo salutò le sorelle, prese la giacchetta e dopo cinque minuti era già in strada mescolata alla gente e alla vita!

Con il suo solito passo allegro e spedito in un attimo era nel fiume degli Champs-Elysèes e si riempiva gli occhi della luce che sembrava emanare da ogni cosa! Era proprio bella Parigi e la gente aveva tutta l’aria di essere molto allegra, forse anche grazie alla meravigliosa serata primaverile. La Tour Eiffel si ergeva, brillante e maestosa, come a voler dire: ”Guardatemi. Sono la guardiana della città!” e la Senna intonava il suo canto di gioia per il rinascere della natura. Phoebe non riusciva ancora a credere di trovarsi veramente a Parigi, e in un attimo si era dimenticata delle sorelle; non faceva altro che guardarsi attorno e “bere avidamente” ogni singola vetrina ed ogni singolo palazzo.

Ma, in mezzo a quell’allegra baraonda, notò un uomo che camminava in maniera assai spedita, tenendo gli occhi bassi e guardandosi spesso alle spalle, come se temesse di essere seguito. Era molto alto, con una corporatura asciutta, ma muscolosa. Avrà avuto al massimo trentacinque anni, ma una leggera neve si era già posata sui morbidi capelli biodo  cenere. Aveva un portamento elegante e, nonostante la fretta, sembrava scivolare sull’asfalto e le scarpe non facevano alcun rumore. Due occhi azzurri e vivissimi sembravano trapassare le persone ed il viso era teso ed attentissimo. Portava un impermeabile scuro e, nonostante il caldo, si teneva ben chiuso il colletto con le sue mani scarne e lunghissime. Nonostante l’estrema magrezza emanava un fascino magnetico e sembrava discendere da qualche nobile famiglia nordica.

Passandole accanto le urtò la spalla, ed ecco! Il potere si fece strada nella sua mente per la prima volta dopo che avevano lasciato l’America; e vide!

Vide chiaramente l’uomo (che però indossava un abito di foggia assai antica simile ad un saio con un lungo mantello nero che, con il suo cappuccio, gli copriva parte del viso) ingaggiare una tremenda lotta, insieme ad altri uomini e donne vestiti come lui, con un orrendo demone in forma di donna alata, ma con la testa di un caprone e le braccia munite di artigli! Ma dopo che le persone (che si trovavano in una radura illuminata solo dai raggi della luna piena) avevano tentato inutilmente di scacciare il demone, quest’ultimo le straziava con le sue fauci e le lasciava in una pozza di sangue vicino all’altare. Quest’ultimo si ergeva sotto ad una quercia e sopra erano riposte molte erbe, una candela accesa e un simbolo planetario.

Ripresasi dallo shock, che sempre accompagnava le sue premonizioni, Phoebe si girò e mettendosi a correre chiamò l’uomo: “Signore, signore… signore, mi scusi… mi aspetti, la prego!”, ma l’uomo vedendo che Phoebe lo chiamava e che gli si era messa alle costole, cominciò a correre e si precipitò nel primo sottopassaggio della metropolitana!

“Permesso, permesso… signore la prego, mi aspetti voglio solo chiederle una cosa… permesso, lasciatemi passare; accidenti!” E così dicendo riuscì a precipitarsi anche lei nel metrò e a salire prima che il treno partisse! Ma l’uomo era scomparso.

Alla stazione successiva lo rivide che scendeva dalla carrozza anteriore e allora anche lei, senza farsi notare, scivolò fuori dal vagone e, prendendo le scale normali, anticipò all’aperto l’uomo, che invece si era servito delle scale mobili. Quando però l’uomo vide che la ragazza l’aveva raggiunto e che gli bloccava la strada, cercò di ripercorrere a ritroso la scala mobile ma, inciampando nella ventiquattrore della persona dietro di lui, rotolò giù dalle scale nuovamente nel sotterraneo. Phoebe allora corse nuovamente giù (servendosi però della scala mobile) e lo vide che zoppicando si dirigeva verso un tunnel di servizio della metropolitana e che spariva in esso. “Caspita, una strega vuole solo fare il suo lavoro, ed aiutare gli altri, e gli altri non fanno che crearle dei problemi, e pure in vacanza… e poi perché noi dobbiamo essere le uniche streghe senza scopa? Dovrò rivolgermi al sindacato! Mi sta sfiancando a farmi correre così, ma almeno manterrò la linea! Meno male che almeno mi sono vestita comoda e non troppo elegante!” pensò Phoebe mentre si fermava un secondo a prendere fiato prima di avventurarsi nel tunnel “e poi io odio il buio…mamma mia, ma chi me lo ha fatto fare?” ma, scacciata la paura, riprese l’inseguimento.

Aveva appena fatto il suo ingresso nel labirinto di cunicoli e di cavi, quando vide l’uomo che giaceva svenuto a terra. Si mise a sedere e tenendogli la testa sulle ginocchia iniziò a massaggiargli le tempie ed i polsi cercando di fargli riprendere conoscenza.

L’uomo aprì lentamente gli occhi, ma non appena la vide (con uno scatto che non sembrava appartenere ad un uomo appena rinvenuto) si gettò contro la parete e, riparandosi la faccia con le mani, urlò: “Stammi lontano essere maledetto… stammi lontano…tornatene da dove sei venuta e non toccarmi! Mio Dio ti prego aiutami, non permetterle di uccidermi” e detto ciò scoppio in pianto e continuò a ripetere quelle parole lamentose.

Phoebe non riuscì a trattenersi è scoppiò a ridere, tornata subito seria, ma si avvicinò e pose la sua mano sulla testa dell’uomo e iniziò a lisciargli i capelli brizzolati. “La prego, non faccia così, mi guardi! Ho la faccia di una che va in giro ad uccidere i passanti? E poi non pensa che se avessi voluto ucciderla l’avrei fatto mentre lei era svenuto? La prego, si calmi e mi dica…” giunta a questo punto si fermò come riflettendo su ciò che doveva fare e poi in un sussurro terminò: “…E mi dica… perché scappa dal demone-donna alata?”

A quelle parole l’uomo smise immediatamente di piangere ed alzando gli occhi lacrimosi disse, con una voce ancora singhiozzante: “E lei come…”, ma Phoebe gli pose una mano sulla bocca e disse: “Non crede che prima di continuare con questo interrogatorio (che prevedo molto lungo) sarebbe meglio uscire di qui ed andare in un posto un pochino più tranquillo? Io mi chiamo Phoebe Halliwell e sono qui in vacanza con le mie sorelle! Alloggiamo al ***, venga la accompagno nella nostra camera così potrà darsi una rinfrescata e raccontarmi tutto con calma… ah, dimenticavo io sono…” e l’uomo: “…Americana. Si sente dall’accento e, se non mi sbaglio, dovrebbe venire da San Francisco! Sa, lavorando spesso all’estero ho riconosciuto l’accento!”.

“Esatto!? Sono proprio di San Francisco e sono una studentessa universitaria! Ma ora andiamo, che tra le altre cose ormai è molto tardi e non vorrei che le mie sorelle si spaventassero non vedendomi tornare”.

Giunti nel corridoio della loro stanza Phoebe si girò verso l’uomo (che per tutto il tragitto aveva continuato a guardarsi intorno e non aveva aperto bocca) e gli disse “Mi aspetti un attimo qui signor…”, “…Paul, Paul Dèléze ma ti prego di darmi del tu” e Phoebe: “D’accordo Paul, allora aspettami qui che avverto le mie sorelle!”

Entrata nella stanza chiamò: “Prueeee, Piperrrr venite, c’è…lavoro per noi!” dopodiché fece entrare anche Paul.

“Mai che si possa stare tranquille cinque minuti, ma si può sapere cosa…” disse Piper uscendo dalla stanza ancora mezza addormentata; ma quando vide Paul si rifugiò nuovamente in camera strillando:”...Phoebeeeeee!?!?!?!? Ma io sono in pigiama e tu fai entrare un uomo in camera nostra?” dal salotto giunse, invece, Prue che alzando gli occhi dal foglio, che si stava rileggendo forse per la terza volta, esclamò: “Cos’è tutto questo trambusto?…Phoebe!? Ti dispiacerebbe spiegarmi chi è e cosa ci fa questo signore nella nostra stanza alle due di notte? La tua “frenesia” ti ha ripreso anche qui a Parigi?”. Visibilmente scocciata Phoebe senza nemmeno dare ascolto alle sorelle disse: “Paul, quello è il bagno, datti pure una rinfrescata e poi raggiungici di la in salotto, così ci spieghi tutto!”, “D’accordo, grazie Phoebe e scusate l’intrusione…mademoiselles”. Phoebe intanto prese sotto braccio le sue due sorelle (Piper infilatasi l’accappatoio e sistematasi i capelli era intanto uscita dalla sua stanza) e, trascinatele di forza nel salotto, spiegò loro il suo incontro con l’uomo, la premonizione e l’inseguimento nel metrò mentre preparava quattro tazze di caffè.

“Certo che alla polizia farebbe molto comodo un segugio come Phoebe! Potremmo proporla a Morris, così anche lei avrebbe un lavoro e penserebbe a dormire anziché a vagare come un’anima in pena!” disse Piper ancora visibilmente indispettita per la brusca levataccia, ma in quel momento fece il suo ingresso nella stanza Paul.

“Ragazze questo è Paul Dèléze e queste invece sono le mie due sorelle: Prue, la maggiore, grandissima esperta in vecchiume di ogni tipo e Piper un’ottima chef che però ama di più sonnecchiare sotto le coperte!…Le piacciono molto anche i ragazzi, ma tu non dirglielo!” disse aggiungendo quest’ultima frase sottovoce, ma facendo comunque in modo che Piper la sentisse. Prima che quest’ultima potesse però ribattere Prue disse (pur non trattenendo un sorrisetto di scherno nei confronti della sorella): “Prego signor Dèléze si sieda e ci spieghi cosa la spaventa; Phoebe ci ha già raccontato del vostro…movimentato…incontro!”, “Grazie signorine Halliwell, ma preferirei che mi chiamaste Paul! Vedete…mi sento più a mio agio senza troppi formalismi!” e le due sorelle risposero: “Ok Paul, ma a patto che anche lei ci chiami per nome!”.

L’uomo però esitava, si vedeva che non sapeva se poteva fidarsi di quelle tre giovani ed affascinanti ragazze che erano apparse così improvvisamente nella sua vita.

Ora che si era svestito, e rinfrescato, sembrava ancora più giovane, ciò che invece veniva ancora più accentuata era la sua magrezza. Infine il suo fascino magnetico era ancora più potente.

Phoebe allora prese l’iniziativa e disse: “Paul! Ti prego, devi dirci perché ti trovi in questo stato. Noi possiamo aiutarti…” e poi osservando la reazione dell’uomo aggiunse: “…chi è quel demone-donna? So che tu fai parte di una congregazione magica di uomini e che presto dovrete affrontare una battaglia contro questo mostro, ma se non ci permetterai di aiutarvi tu e i tuoi compagni verrete distrutti. Ma perché possiamo aiutarvi bisogna assolutamente che tu ci racconti tutto senza omettere niente.” Paul però non si decideva e continuava a fissare le tre sorelle lanciando occhiate ansiose alla porta come per verificare di avere una via di fuga. In quel momento una luce azzurrina si diffuse per tutta la stanza e apparve Leo. “Devi raccontargli tutto Paul, loro possono aiutarti!? Prue, Phoebe…Piper. Come state?” disse rivolto all’uomo e poi alle tre ragazze, “Ci mancava solo lui! Magari adesso diamo una festa!” disse Piper alzando gli occhi al cielo, e poi aggiunse con un sorrisino ironico: ”Ciao Leo, mi stavo giusto domandando come mai non ti fossi ancora fatto vedere!”.

“Sentite voi due… non è il momento di litigare. Le vostre beghe risolvetele più tardi, adesso dobbiamo salvare questo innocente!” disse Phoebe con aria scocciata, mentre Prue annuiva.

Ma quando si girò verso Paul per vedere la sua reazione all’apparizione dell’angelo bianco rimase stupita nel vedere che l’uomo sorrideva al nuovo arrivato. La medesima reazione fu di Prue che infatti disse: “Leo…!? Non è che per caso tu e Paul vi conoscete?”, “Certo Prue! Io ed il nonno di Paul eravamo compagni nell’esercito durante la guerra e io sono morto nel salvargli la vita e…”, “…e poi mi ha sempre aiutato nei momenti difficili della mia vita di Druido!” terminò per lui Paul, che intanto si era alzato e aveva abbracciato Leo.

Questa fu la volta delle tre sorelle di stupirsi e Piper (che ormai si era interessata e aveva già dimenticato le scaramucce con la sorella e l’angelo) disse: “Fatemi capire…tu Leo sei morto aiutando il nonno di Paul e dopo esser diventato un angelo bianco lo hai protetto perché era un… Druido? No, tutto questo è pazzesco!?”.

“Se è per questo…anche la nostra vita è pazzesca, sorellina!” disse con un risolino Phoebe. “Bisogna ammettere che però,…questa storia dei Druidi è molto strana! Io sapevo che venivano chiamati così i sacerdoti dei galli, ma non pensavo che esistessero dei discendenti di quei santoni,…ma soprattutto che praticassero ancora la loro magia!” disse Prue rivolta ai due uomini.

Allora Paul (che grazie all’apparizione di Leo si era tranquillizzato e si era sistemato nuovamente nella poltrona) iniziò, finalmente,  il suo racconto:

“L’apparizione di Leo, mi ha rivelato il motivo per cui Phoebe era a conoscenza del demone…siete tre streghe buone!” disse con un sorriso Paul. Dopo aver sorseggiato il suo caffè continuò: “Quando Leo afferma che la mia magia ha origine dagli antichi Druidi afferma il vero! So che quanto sto per rivelarvi è piuttosto difficile da credere (alle volte sono dubbioso anch’io!), ma se credete nella magia ed in Leo dovete fidarvi”, “Quest’ultimo punto è ancora tutto da verificare!!” ribatté sarcastica Piper guardano l’angelo bianco che era arrossito dalla radice, sino alla punta dei capelli; “Ti dispiacerebbe fare silenzio e lasciar parlare Paul?” dissero Prue e Phoebe all’unisono, ormai già interessatissime.

Dopo una piccola risatina (con la quale rivelò una perfetta fila di denti bianchissimi) l’uomo proseguì: ”In Gallia, come diceva giustamente Prue, la casta sacerdotale dominante erano i Druidi! Essi erano guidati da nove capi della Congregazione del Nord che provenivano da altrettante famiglie; queste famiglie erano dette…Elette!…Il compito degli Eletti era quello di tramandare le conoscenze riguardanti un particolare elemento naturale, e fare in modo che non andassero disperse! Questi elementi erano: Aria, Acqua, Fuoco, Terra, Erbe, Animali, Sole, Stelle e Pianeti.

Ciascuna famiglia era dotata, inoltre, di reali poteri magici e potevano, rispettivamente, spostare gli oggetti, governare le forze della natura, allontanare gli elementi impuri, curare le messi, vedere il futuro, guarire le ferite, vedere il passato dei padri antichi, ritrovare le persone scomparse e tenersi in contatto con gli spiriti dei morti; la mia Casata era quella delle Erbe!”.

“Ecco perché nella mia visione vedevo un altare pieno di erbe e di ampolle” disse Phoebe in un impeto di gioia infantile.

“Durante la dominazione romana” proseguì Paul “molte di queste famiglie Elette furono distrutte, altre furono deportate e se ne persero le tracce. Ma le Caste sopravvissute continuarono autonomamente la loro opera costruttiva! Il nostro compito è quello di guidare gli uomini alla conoscenza del mondo che li circonda e, tramite alcuni incantesimi e riti particolari, permettere la continuazione del mondo stesso.
Durante il medioevo altrettante Casate furono distrutte o disperse, durante i processi per stregoneria, e ne sono giunte al giorno d’oggi solo tre: quella del Fuoco, la mia e quella dei Pianeti. Anche i testi delle Casate distrutte sono andati perduti e molti sono stai smembrati e riportati, in maniera assai scorretta, un po’ dappertutto.
Quello che più ci accomuna alle streghe buone, come voi, è la maniera in cui vengono trasmessi i poteri!” giunto a questo punto Paul si fermò per studiare la reazione delle tre ragazze, ma vide solo tre bambine che pendono dalle labbra della mamma quando viene loro raccontata una fiaba. Allora proseguì: ”Le portatrici del gene sono le donne, ma loro stesse hanno il potere solo a generazioni alterne! Vi faccio un esempio pratico: mia nonna aveva il potere e nessuna delle sue figlie ha il potere, ma lo hanno tutte le figlie delle figlie!
I figli maschi, a differenza delle streghe, hanno tutti il potere senza questo salto generazionale; secondo quanto sappiamo dai libri degli avi, questo metodo permetteva di salvare i geni in caso di persecuzione! Se mia nonna veniva accusata di stregoneria, aveva il potere e quindi poteva essere uccisa, ma sua figlia non avendolo veniva lasciata vivere (in questo modo poi le figlie avrebbero ereditato il potere della nonna e avrebbero potuto continuare la Casata). La differenza esistente tra il potere dei maschi e quello delle femmine è che il potere dei maschi non si trasmetterà a nessuno dei discendenti, sia esso maschio o femmina, e in quel ramo familiare andrà perso per sempre; l’unica cosa che li accomuna è che non possono “chiamare” le premonizioni!

Ciascuna delle Casate Elette, può tra le altre cose avere accesso al potere di un’altra Casata (ovviamente in maniera ridotta) nel caso che la madre fondatrice della stessa abbia avuto come marito il primogenito dell’altra casata. Dagli annuari e dalle tavole non abbiamo notizia di ciò, ma sia io che mia nonna possediamo il potere di scacciare (e non annientare, dato che noi siamo votati all’amore di tutte le cose) gli spiriti negativi dagli oggetti e quindi abbiamo motivo di credere che sia avvenuto il matrimonio tra la nostra madre fondatrice e il primogenito del Fuoco. Non abbiamo nemmeno idea di come queste persone abbiano acquisito il potere primigenio. Ma dimmi una cosa Phoebe, nella tua visione venivo ucciso?…E’ per questo che…poi mi hai…seguito?”.

“Si,…mi dispiace!…E con te tutte le altre persone che c’erano nella radura!” rispose titubante la ragazza.

“Oh…” disse in un sussurro l’uomo abbassando per un attimo lo sguardo, ma poi lo rialzò immediatamente e, cancellata un’ombra di tristezza dal viso, continuò: ”…Siamo le ultime tre stirpi di Eletti, e non possiamo permetterci di scomparire come le altre sei, poiché altrimenti il mondo naturale cadrebbe nel caos. A cosa credete che sia dovuto lo sfacelo che si è verificato nel mondo sino a questo momento? Provate ad immaginare se sparissero tutti Eletti, ultimi depositari di un sapere antico come il mondo, e che da esso traggono la loro potenza e che donano, a loro volta, armonia? Quella che tu hai visto, Phoebe, era la lotta che dovremo sostenere contro…Ekin!?” disse in un sussurro l’uomo, come se temesse che qualcuno potesse sentirli.

“No, no, no…si può sapere chi è questa Ekin e cosa centriamo noi Halliwell in tutto ciò?” strepitò Piper preoccupata. “Ekin è…” iniziò l’uomo, ma venne subito interrotto da Prue che, dopo essere stata in silenzio sino a quel momento, recitò: “…la personificazione demoniaca del Caos!…Inviata da Satana sulla terra per distruggere i Pilastri Del Mondo e far crollare la vita nel caos primigenio!”.

“Si può sapere come fai a sapere tutte queste cose e dove le hai lette? Sembri uno di quei libroni stampati che devo studiare per il mio prossimo esame!” chiese Phoebe con la sua solita curiosità, “Il giorno prima di partire per Parigi, sono salita in soffitta per cercare dei documenti che sapevo essere nel baule di mamma, e ho visto il Libro delle Ombre aperto e ho letto queste cose!…Pensavo fosse il solito messaggio della nonna, ma quando ho visto che era solo una descrizione di demoni, ho creduto che tu l’avessi consultato e ti fossi dimenticata di richiuderlo!” rispose Prue rivolta alla sorella minore.

“Certo…figurati se io non avevo fatto la mia solita cavolata!?” ribatté seccamente la minore delle tre. “Andiamo Phoebeee!?… Lo sappiamo tutte e tre che tu sei la più profonda conoscitrice del Libro e che passi nottate intere a leggerlo e a studiarlo”.

Senza fare caso alla discussione delle altre due Prue, assumendo la sua solita aria concentrata e protendendosi verso Paul, chiese: “Se quanto affermi è vero, immagino che i Pilastri della Terra…siate voi Eletti!?!? O mi sbaglio?”, “Esatto, Prue!” rispose Paul.

“Phoebeeeee, Piperrrr…invece di starnazzare così, andate a prendere il Libro delle Ombre!” urlò Prue cercando di separare le sorelle che, intanto, avevano iniziato a prendersi a cuscinate.

Le due ragazze si guardarono con aria colpevole, e borbottando qualche cosa all’indirizzo della sorella, si alzarono e si avviarono nella camera di Prue a prendere il volume.

Tornate lo posarono sul tavolino di legno e Prue cominciò a sfogliarlo: “Dunque…se non mi sbaglio…dovrebbe essere…eccolo! È qui!?” e dopo aver letto ciò che già sapevano proseguì: “nell’antichità Ekin fu scacciata dalla terra attraverso un incantesimo pronunciato dai Druidi Eletti e, trasformata in una statua di pietra, mutilata della testa e delle braccia per evitare che il suo spirito potesse superare le barriere impostele e tornare sulla Terra! I monconi di pietra furono scagliati, dai Druidi, attraverso il passaggio multi dimensionale del Portale Oscuro!” terminate di leggere queste informazioni, Prue alzò la testa e chiese, rivolta a Paul: “Non ho solo chiare due cose, se Ekin è stata trasformata in una statua…dove si trova questo corpo pietrificato? E cos’è il Portale Oscuro? Se i suoi resti si trovano in un’altra dimensione spazio-temporale, com’è possibile che ci sia il rischio di un suo ritorno?” prima che Paul potesse rispondere Phoebe, che per fare un po’ di ordine sul tavolino aveva preso in mano i fogli di Prue, lanciò un urlo e con voce tremante disse: “Non…immagini dove sia il suo…corpo!” disse mostrando ai presenti la foto della Nike di Samotracia.

Prue, con gli occhi sgranati, rivolse uno sguardo interrogativo al Druido che, con un brivido, disse: “Esatto, la statua della Nike in realtà…non è niente altro che il corpo pietrificato di Ekin!”

Dopo quelle parole un silenzio di tomba scese sui presenti, Prue si alzò visibilmente sconvolta e facendo un giro per la stanza sembrò riflettere sul da farsi. Poi scostando le tendine della finestra e guardando fuori dalla finestra pronunciò come in sogno queste parole: “Questa notte, Parigi, sarà testimone della più grande battaglia che sia stata mai combattuta!” e dopo poco aggiunse “finirà mai tutto questo? Potremo mai dedicarci alla vita senza dover sempre combattere per sopravvivere?”; Phoebe e Piper intanto si erano alzate ed avevano abbracciato la sorella che, con un sorriso ed asciugandosi una lacrima che le aveva bagnato la guancia, scacciò il ricordo della tragica fine di Andy dalla mente.

Piper le chiese: “Come fai a sapere che è proprio questa notte che Ekin tornerà in vita? Tu stessa hai affermato che è impossibile che la testa, le braccia ed il corpo tornino a congiungersi!”.

Prue allora con un sospiro si girò verso i due uomini e disse: “Oggi c’è stato il Grande Allineamento Planetario e cinque pianeti del sistema solare si sono venuti a trovare in congiunzione con la Luna e la Terra…è molto probabile che la testa e le braccia possano sfruttare questa grande energia per liberarsi dalla loro prigione millenaria e tornare a seminare morte e distruzione! In più nella sua premonizione Phoebe ha visto una radura illuminata dalla Luna Piena…e il plenilunio è proprio questa notte!…Giusto Leo?”, “Si Prue…il Portale Oscuro si trova in una cripta sotto le fondamenta della cattedrale di Notre-Dame, ed un sigillo impedisce allo spirito intrappolato di uscire e di…”mentre l’angelo bianco pronunciava queste parole, la pendola batté la mezzanotte e nello stesso momento una violentissima scossa di terremoto fece tremare l’albergo dalle fondamenta.

I mobili si misero a ballare un ritmo indiavolato, i vetri finirono in frantumi e le tre ragazze furono gettate a terra. Paul si mise a pregare terrorizzato e, proprio mentre si stava alzando per raggiungere le ragazze ed aiutarle ad uscire dalla stanza già piena di calcinacci e resti di mobili, il pesante lampadario di cristallo si stacco dal soffitto e…Piper fece appena in tempo ad usare il suo potere e bloccare il tempo prima che l’uomo venisse ucciso.

Approfittando di una breve pausa nelle scosse, le tre ragazze ed i due uomini, presero in fretta il Libro e si precipitarono all’aperto.

Moltissima gente si era riversata in strada e urlava terrorizzata; chi invocava il nome di qualche parente perso di vista, chi con gli occhi sbarrati guardava i resti della sua abitazione e chi, per fortuna, poteva rallegrarsi di essere in salvo con tutti i suoi cari. Parigi era un vero coro di lacrime e di lamenti; pochissime abitazioni erano crollate, ma i feriti erano moltissimi e si contavano alcune decine di dispersi.

Nei sotterranei di Notre-Dame, intanto, grazie alla prima tremenda scossa, un sigillo di pietra nera con sopra incise delle Rune, era saltato da una porta costruita nel mezzo della cripta e tre forme indistinte uscirono dall’oscuro vortice che si era formato nell’apertura. Dopo un momento in cui sembrarono esitare, si misero a fluttuare nell’aria e, ad una velocità impressionante, salirono in superficie coprendo poi, sempre in volo, lo spazio che le separava dal museo del Louvre; qui, intanto, i guardiani notturni erano già in fermento per controllare i danni al museo e perché nessuno approfittasse della confusione per trafugare degli oggetti d’arte.

Raggiunta la scalinata alla cui sommità era conservata la statua della Nike di Samotracia, tre di questi uomini poterono assistere ad uno spettacolo, a dir poco, tremendo: alla superba e magnifica statua erano spuntate delle braccia artigliate e la testa di un caprone; la pietra andò in frantumi e, da quell’involucro millenario, uscì la creatura che fino a pochi secondi prima era solo una statua mutilata. Con un urlo agghiacciante (simile al ruggito di un leone) distese le ali nere e si alzò in quel volo sospirato da secoli e bloccato dalla pesantezza della materia, rapendo i tre malcapitati e lasciandoli poi precipitare nella Senna; per loro oramai non vi era più scampo, furono  ritrovati alcuni giorni dopo dai sommozzatori (mentre cercavano alcuni dispersi) che non riuscirono mai a spiegarsi come potessero, tre guardiani del Louvre, essere finiti nelle acque limacciose del fiume. Ekin, la Distruttrice, era tornata.

Paul, una volta usciti dall’hotel, aveva preso in mano la situazione e, con le ragazze e Leo sempre alle calcagna, si era avviato verso il quartiere di Mont Martre.

“Immagino che domani il mio incontro con François sia belle che rimandato!” disse Piper, mentre imboccavano la scalinata che conduce alla basilica del Sacré-Coeur, e poi aggiunse, con tono lamentoso: “Si può sapere dove stiamo andando adesso?”, “Sotto la basilica, che vedete lassù, vi sono dei cunicoli che conducono al Tempio dei Druidi, che si trova in un bosco poco fuori città!” disse Leo indirizzandole un’occhiata di rimprovero; “Vi farò conoscere i Supremi, i capi delle tre famiglie di Eletti e sacerdoti della nostra congregazione. Loro potranno spiegarvi meglio la situazione e potremo decidere insieme cosa fare! Mentre Piper ha bloccato il tempo, per permettermi di allontanarmi dal lampadario, ho avuto una premonizione e ho saputo che…Ekin…è tornata in vita, e ha già…ucciso!”.

Spronate dalle ultime parole del Druido, le tre sorelle si misero a correre e, in un batter d’occhio, si trovarono di fronte ad una piccola porticina di legno massiccio, che si trovava sul retro della basilica ed era ben nascosta dall’edera. Era di fabbricazione assai antica, e sembrava costruita dagli Gnomi a causa del suo aspetto robusto e pesante. Una testa di cherubino in ferro era il battente, che però (seppure fosse presumibilmente della stessa epoca della porta) non portava minimamente il segno del tempo.

Non vi era serratura, ma l’uomo pose le mani sul battente e recitò:

 “Divino guardiano della porta,
apri per me questa barriera.
Orsù, agisci di gran carriera,
prima che la notte sia morta.”

A quelle parole una luce, verde come lo smeraldo, scaturì dalle mani di Paul e si propagò a tutta la porta; quest’ultima cigolando sui cardini si aprì e rivelo uno stretto budello e delle scale che sembravano perdersi nelle profondità della terra.

L’ambiente era avvolto dalla più fitta oscurità e puzzava di muffa e di chiuso in maniera così penetrante che le tre sorelle dovettero tapparsi le narici e Phoebe disse: “Certo che l’aria dovete cambiarla raramente, sembra di essere in una di quelle tombe alla Dracula!”, “Effettivamente la porta viene usata solo in occasioni di particolare urgenza,  per raggiungere il tempio in genere usiamo la macchina!” disse, scusandosi, il Druido; poi prese una foglia da un albero vicino e pronunciò la seguente formula:

“Verde foglia che della luce ti nutri,
donaci la luce e guida i nostri passi.
Verde foglia che della luce ti nutri,
libera dalla paura i nostri passi.”

E a quelle parole un chiarore verdognolo illuminò la caverna.

I viaggiatori iniziarono a scendere lungo quella scala e, quando anche l’ultimo era entrato nel cunicolo, la porta girò nuovamente sui cardini a sbarrare l’accesso.

Era un passaggio veramente molto stretto che ricordava le catacombe paleocristiane; gli scalini (consunti e pieni di muschio) erano estremamente scivolosi ed impedivano una discesa rapida e sicura, l’unica cosa che aiutava un minimo a discendere verso il fondo era una corda, fradicia, tesa lungo le pareti.

Dopo alcuni minuti, che sembrarono ore, si cominciò ad udire un rumore come di acqua ed infatti, dopo poco, le sorelle ed i due uomini si trovarono sulla sponda di un fiume che  scorreva, placido e lentissimo, sotto la città di Parigi.

Vi era una specie di imbarcadero in legno a cui vi era attraccata una vecchia barca a remi che sembrava non essere più stata usata dai tempi dei costruttori del cunicolo.

“Sul barchino vi è posto solo per quattro persone…e noi siamo in cinque! Qualcuno…dovrà…andare a nuoto” disse Piper guardando di sott’occhio Leo che, cogliendo la nota di sarcasmo della sua voce, rispose: “Non preoccupatevi per me, io devo tornare al lavoro e quindi non posso più accompagnarvi! Arrivederci ragazze…Paul, in bocca al lupo!” e dette queste parole scomparve lasciando dietro di se un chiarore azzurrognolo che andò mano a mano spegnendosi.

Slegata la cima che teneva ancorata la piccola barchetta, e saliti a bordo, Paul iniziò a darsi da fare con i remi e, dopo aver remato con foga per una buona mezz’ora, finalmente giunsero in un tranquillissimo lago sotterraneo. Dovevano ormai trovarsi molto fuori da Parigi, perché non si udiva più il rumore della città in fermento sopra la testa.

La caverna che lo conteneva era molto larga, ma anche molto bassa, e sorretta da colonnati di stalagmiti e stalattiti che l’eterno sgocciolio del soffitto aveva formato col passare del tempo e dei millenni. Muffe colorate rendevano allegra e variopinta la superficie di roccia.

Su una sponda del lago si vedeva chiaramente un altro molo simile a quello da cui erano partititi e ad attenderli vi era una donna vestita con il saio e il mantello della visione. Era alta come Prue, ma i suoi capelli, gli occhi e la corporatura fragile rivelavano origini nordiche. Gli occhi avevano, poi, un fascino tale che rivelava una potenza interiore che non si sarebbe potuta supporre in una figuretta così esile. Nella mano, scarna come quella di Paul, reggeva una lanterna che spandeva una luce verdognola.

Scesi dalla barca, Paul disse alle tre Halliwell: “Ragazze…questa è mia sorella Michelle!”, “Molto piacere Michelle, noi siamo…” iniziò con un sorriso Phoebe “…Phoebe, Piper e Prue Halliwell…le tre streghe! E quello che porti in mano deve essere il vostro preziosissimo Libro delle Ombre! Venite vi stavamo attendendo con impazienza!” disse l’interpellata scrutando le tre donne.

“Ma come cavolo facevate a…scusami, stavo per fare una domanda stupida! Paul ci ha detto che voi Eletti della Casata delle Erbe avete, come mia sorella, il dono della premonizione!” disse Piper cercando di nascondere il rossore che le stava imporporando le guance.

Le quattro figure percorsero un budello molto simile al primo, solo che questa volta vi erano delle torce ad illuminare il percorso e dei fiori, che non sembravano patire la mancanza di aria e di luce, spandevano tutto intorno un aroma inebriante e dolcissimo.

Giunsero finalmente ad una porta che, apertasi rivelo un ampio vestibolo dove Paul si cambiò di abito e vestì il saio e il mantello. Dopo aver fatto rifocillare le ragazze disse:

“Venite,…è ora che voi conosciate i Supremi!” e così dicendo spalancò un immenso portone posto sulla destra del vestibolo.

Dall’apertura scaturì una fortissima luce e si rivelò la presenza di una grotta, talmente ampia ed alta, che avrebbe potuto tranquillamente contenere la più grande nave da crociera del mondo. Alle pareti vi erano delle immense librerie in legno di quercia ed ottone dove, dietro a vetri colorati di finissima ed antica fattura, erano conservate migliaia di libri. Al soffitto erano appesi degli immensi lampadari di cristallo su cui delle candele sembravano bruciare senza mai consumarsi. Degli ampi tavolati ricordavano gli “scriptori” delle antiche abbazie benedettine, dove monaci sapienti e pazienti copiavano i loro scritti e quelli dei padri.

Al fondo della sala vi erano, inoltre, degli scranni di pietra che ricordavano i cori delle chiese gotiche e che erano posti a semicerchio in modo che da ciascuno si potessero vedere nove troni in ottone, pietra e legno. Su tre di questi troni erano sedute altrettante donne anziane il cui aspetto indicava un’età assai avanzata, ma anche un’estrema dolcezza e sapienza. Erano vestite in maniera assai povera (come tutti gli altri, ma avevano in più un medaglione, in ottone, che riproduceva il simbolo planetario del sole) e guardavano verso i nuovi arrivati.

Quando le tre ragazze e i due Druidi furono entrati nel semicerchio del coro (dove erano seduti tutti gli appartenenti alla Congregazione del Nord) Paul disse: “Queste che vedete sono i tre venerabili Supremi delle tre Casate di Druidi Eletti che sono sopravvissute al  passare dei tempi. Da destra Noémi della Casata del Fuoco, Géraldine delle Erbe ed infine Carol dei Pianeti. Loro sono le più anziane e dirette discendenti delle nostre madri fondatrici”.

“Piacere di conoscervi Madri Supreme” dissero le tre sorelle inchinandosi, e Phoebe, in un sussurro, disse: “Ma io pensavo fossero tre uomini…!”, “Zitta sorellina,…certe constatazioni tienitele per te!?!?” disse in un soffio Piper.

Alzatesi dai loro scranni le tre figure scesero la breve scalinata (alla cui sommità vi erano i sedili) e porsero la mano alle tre sorelle (che intanto avevano rialzato la testa) e dissero: “In realtà saremmo noi che dovremmo inchinarci di fronte a voi signorine Halliwell, perché grazie a voi potremo nuovamente allontanare Ekin dalla Terra, ma questa volta per l’eternità!” dissero con un sorriso pieno di dolcezza.

“Ma noi credevamo che fosse compito degli Eletti scacciare Ekin!” ribatterono sorprese le tre ragazze.

Allora prese la parola Géraldine e disse: “In effetti, sin dalla notte, il compito degli Eletti è quello di assicurare al mondo la pace e la prosperità! Un tempo, come già avete potuto leggere nel vostro volume, noi abbiamo sconfitto Ekin e abbiamo relegato la sua essenza (il Caos) in una landa desolata e solitaria, che si trova al di la del Portale Oscuro!” poi, dopo un momento di pausa, Carol continuò: “Ma oggi non siamo più in grado di affrontare con successo la Distruttrice, perché sei delle nostre nove casate sono andate distrutte col passare dei secoli ed i poteri delle Erbe, dei Pianeti e del Fuoco non bastano a ricacciarla nella sua prigione dimensionale” fu quindi la volta di Noémi: “In più, solo sigillando il Portale, oggi si è visto che Ekin può sfruttare alcune particolari condizioni per sfuggire alla prigionia! E quindi l’unica soluzione è quella di rigettare lo spirito di Ekin nel Portale e poi distruggere quest’ultimo per impedirle di tornare!”.

“Ho capito, quindi voi volete che noi vi aiutiamo a sconfiggere Ekin e a rigettarla nella sua prigione…o sbaglio?” chiese Prue; “In effetti questa è solo una delle cose che dovrete eseguire!” dissero le tre vecchie; e poi proseguirono: “Vedete, il Portale Oscuro fu costruito da tre sorelle streghe per poter imprigionare la Distruttrice, ma il suo potere è assolutamente illimitato e chiunque si avvicini troppo al vortice rischia di essere trascinato inesorabilmente al suo interno. Noi Druidi non abbiamo il potere sufficiente per resistere a questa attrazione, ma voi tre potete invocare in vostro soccorso il Potere del Trio ed avvicinarvi a sufficienza per gettarvi i monconi di pietra e pronunciare l’incantesimo necessario per distruggere il Portale!”, ma Piper ribatté, abbastanza spaventata: “Quello che ci chiedete di fare è molto pericoloso, e, ammesso che accettiamo di portare a termine la missione, ho come la sensazione che abbiate…omesso qualche particolare!”.

Le donne guardarono con un sorriso le tre furbe ragazze che avevano davanti e poi dissero: “Paul, se vuoi rispondere tu…”, allora il druido, che fino a quel momento era rimasto in disparte insieme alla sorella, venne avanti e disse: “Come vi ho già detto, il Portale Oscuro si trova in una cripta situata nelle fondamenta di Notre-Dame, ma nessuno di noi conosce l’ubicazione esatta di questa cripta! Dopo che Ekin fu imprigionata, vennero distrutti tutti i documenti che ne parlavano, per evitare che a qualche sciagurato venisse in mente di liberarla! Il Portale può essere ritrovato solo dalle discendenti di quelle tre streghe buone, che aiutarono i nostri antenati a sconfiggere il Caos, tramite un incantesimo che le metterà in comunicazione astrale con lo spirito del portale! Le discendenti di quelle streghe…siete voi!”.

Per la seconda volta, in quella notte, un silenzio glaciale scese sui presenti, e le tre sorelle si guardarono timorose; poi Phoebe disse: “Ma come mai le tre sorelle, dopo aver imprigionato Ekin, non hanno distrutto il portale? Se noi abbiamo questo potere, e sul libro c’è l’incantesimo necessario per farlo, sicuramente fu scritto da loro! Mi pare molto strano che non avessero previsto l’eventualità di un ritorno del demone!”, fu la volta di Michelle: “Noi non sappiamo nemmeno questo, ma forse tu, col tuo potere, puoi scoprirlo!”, “E come? Per chiamare una premonizione, io dovrei toccare un oggetto appartenuto ad una delle tre!” e Michelle: “In effetti, noi abbiamo una scarpa che sappiamo essere appartenuta alla maggiore!” a quelle parole i presenti, e le tre sorelle, si voltarono verso una porta della sala che si stava aprendo e attraverso la quale aveva fatto il suo ingresso un uomo che teneva in mano un antico sandalo celtico.

Phoebe guardò con fare interrogativo le sue due sorelle e, a un loro cenno affermativo, si mosse verso l’uomo. Si fermò proprio in fronte a lui, come a volersi preparare per usare il suo potere, e poi si voltò ancora una volta verso Prue e Piper; poi, finalmente, allungò una mano tremante verso quell’oggetto vecchio di secoli e…lo afferrò: immagini turbinarono velocemente nella sua mente, si sentiva come annegare, il suo potere stava agendo in maniera diversa da ogni altra volta: poteva sentirsi parte delle scene agghiaccianti che vedeva, sentire l’odore del sangue e del fuoco, la passione della battaglia e, le urla della gente, sembravano volerle far scoppiare le orecchie.

Riemerse dal fumo del passato lanciando un grido ed accasciandosi sulle ginocchia; il suo respiro si fece affannoso e si sentì soffocare diventando in un secondo madida di un sudore gelido.

“Phoebeeeeeeeee! Cosa succede?…Aiutatela, non vedete che sta soffocando?” urlarono le sorelle precipitandosi verso di lei e cominciando a massaggiarle tempie e polsi per farla rinvenire. Ad un cenno delle tre vecchie Michelle portò un bicchiere di acqua e, sorreggendo la testa di Phoebe, la aiutò a berla a piccoli sorsi.

Quando si fu ripresa, disse in un sussurro: “Non…preoccupatevi…sorelline!? Il potere si è manifestato…in una maniera che non conoscevo: non era una semplice…visione del passato, ma era come se io fossi parte di ciò che avveniva; il male ed il bene fluivano in me e mi lottavano dentro. Era come se io stessa fossi diventata…un campo di battaglia! Ma ora va tutto bene!” e sorrise dolcemente a Piper che stava piangendo preoccupata. La sorella le si gettò al collo e Prue le accarezzò i capelli sudati.

Dopo pochi minuti si rialzò e disse: “Il mio potere questa volta mi ha permesso non solo di vedere il passato, ma anche di…viverlo! È stata un’esperienza agghiacciante, mi sembrava di annegare ed era come se nessuno dei presenti potesse sentirmi ed aiutarmi…ero sola con le mie emozioni in mezzo ad un mare di ombre e fantasmi! Ma ora sappiamo perché le tre sorelle…hanno fallito!” Fece una pausa e scrutò i presenti e i volti preoccupati delle sue sorelle. Piper le disse: “Ti prego devi dirci tutto, non farci restare sulle spine!” allora Phoebe terminò: “Le nostre ave non sono state così potenti da contrastare l’energia del Portale e sono state…risucchiate insieme ai resti di Ekin!”

Il significato di quelle parole cadde come la lama della ghigliottina sui condannati; gli Eletti chinarono il capo e le tre sorelle si guardarono terrorizzate.

Prue ruppe il silenzio e disse: “Io ho il potere di proiettarmi astralmente, e forse potrei…”, “Scordatelo! Il tuo solo potere non è abbastanza potente per contrastare e distruggere quello del Portale, e rischieresti che la tua anima venga risucchiata ed il tuo corpo venisse svuotato della sua Essenza” urlò Piper, disperata, sentendosi veramente impotente..

“Ha ragione Piper! È troppo pericoloso per una sola di noi, mentre in tre potremmo almeno tentare utilizzando il Potere del Trio!” disse Phoebe.

Prima che Prue potesse ribattere, l’Eletta del Fuoco disse: “E poi, a differenza delle vostre antenate, potete usufruire del Supremo Incantesimo del Congiungimento”, “E cosa sarebbe?” chiesero in coro le Halliwell.

Le tre Elette si guardarono e poi Carol disse: “Vedete, l’allineamento dei cinque pianeti del sistema solare è un fatto che porta con se una potentissima energia, ma questa energia può essere sfruttata anche dalle forze positive oltre che da quelle negative…noi Eletti dei Pianeti siamo riusciti a catalizzarla in una sola invocazione.”

Quindi tutti i druidi si mossero e, attraversata la grande sala, aprirono un portone che dava accesso ad una radura dove i raggi della luna piena illuminavano un’enorme quercia che, con i suoi rami sovrastava un altare di pietra. Era la radura della visione…il grande momento era arrivato. Il destino del mondo si sarebbe deciso da quel momento.

I Supremi si diressero verso l’altare dove, grazie al lavoro di molti druidi, erano accatastate molte erbe, ampolle, un simbolo planetario ed una candela spenta.

Srotolarono quindi una pergamena ed invitarono le tre sorelle ad avvicinarsi.

“Prima di iniziare la battaglia è giusto che decidiate se aiutarci o meno…solo voi potete decidere del vostro futuro, e noi non possiamo obbligarvi a rimanere. In realtà è stata una sorpresa scoprire che voi eravate qui, e soprattutto chi eravate! Probabilmente ciò che è stato è opera di un disegno superiore!” disse dolcemente Géraldine abbassando lo sguardo.

Le tre sorelle si guardarono intorno e videro che tutti i Druidi avevano abbassato lo sguardo ed attendevano la loro decisione; allora Prue, dopo aver gettato uno sguardo a Phoebe e a Piper e aver raccolto la loro approvazione, disse: “Bhe…è stata una sorpresa anche per noi sapere di essere destinate a questa impresa, ma se non vi aiutassimo, il nostro futuro verrebbe comunque distrutto, quindi tanto vale tentare di…salvarlo!” a quelle parole i Druidi lanciarono grida entusiastiche, ma Noémi riportò con un gesto solo la calma e disse: “Vi porgo i nostri più sinceri ringraziamenti signorine Halliwell, ma ora dovete prepararvi: sul Libro delle Ombre troverete gli incantesimi che vi permetteranno di rinchiudere nuovamente Ekin nella pietra, e quello che vi permetterà di trovare il Portale. Qui sulla pergamena, è invece riportato l’incantesimo che ci potenzierà. Noi Druidi ci occuperemo di indebolire abbastanza il demone e di mutilarlo una volta trasformato in pietra.” Quindi porse la pergamena alle ragazze.

La vita ferveva nella radura: le Halliwell si stavano imparando gli incantesimi, mentre i druidi facevano gli ultimi preparativi per la battaglia.

Attorno all’altare avevano tracciato il segno della Trisciale ed, attorno ad esso, un cerchio di dimensioni impressionanti. Le erbe erano state preparate per donare la loro meravigliosa energia, il simbolo planetario si stava caricando degli influssi lunari, mentre la candela era stata accesa a rappresentare la potenza purificatrice del fuoco.

Una volta che tutto fu pronto, i Druidi si diedero la mano e si posizionarono lungo la circonferenza esterna, mentre le Halliwell si misero una a ciascuna cuspide del loro simbolo. Quando anche le loro mani si unirono, iniziò l’invocazione ai pianeti:

“Madre Terra
di questo sistema sei la perla;
Padre giovedì di questo sistema sei campione;
Mercurio, Marte
proteggeteci con la vostra arte;
Venere infine
Sei la bellezza senza spine.
In questo giorno,
ed in questa ora,
ruotateci attorno
affinché sorga un’altra aurora.
Grande allineamento dei magici pianeti
Rievoca riti antichi ma non biechi.
Questo è il tempo di avere
il più antico potere,
affinché la pace possiamo portare
a chi ancora è capace di amare.
Spiriti angelici
ascoltate il nostro canto
accordateci poteri divini
affinché possiamo essere il vostro vanto.
Ascoltateci spiriti sapienti,
che penetrate veloci nelle menti,
infondeteci il potere
Affinché tutto ciò possa accadere.”
 

A quelle parole, un chiarore caldo e perlaceo si diffuse attorno alle tre sorelle, l’altare iniziò a risplendere violentemente, ed i Druidi risplendevano di tre colori differenti: chi apparteneva alla Casata delle Erbe emanava una luce simile allo smeraldo, chi apparteneva a quella del Fuoco sembrava una fiamma ardente mentre i Druidi dei Pianeti risplendevano di una luce simile a quella dei Diamanti più puri. Nello stesso momento si udì un ruggito che fece tremare la grotta e tutta la radura, mentre nel cielo si disegno la sagoma di Ekin. Era stata attirata dallo scoppio di energia che si era verificato, ed intendeva distruggerlo intuendo il pericolo che essa rappresentava.

Volò, planando in cerchio, sopra la radura mantenendosi comunque ad una certa distanza dal gruppo di persone. Il magnifico corpo di donna, contrastava orrendamente con quelle braccia pelose ed artigliate e quella testa di caprone che era munita di denti così aguzzi da far invidia ad un qualsiasi mostro preistorico. I suoi capelli erano ispidi ed unti; ciocche scomposte di questi le ricadevano sull’orrido muso ed, in particolare, lasciavano trasparire due occhi arrossati dall’odio e dal sangue. Le Erinni (i mostri infernali degli antichi Greci) dovevano assomigliare moltissimo a Ekin.

“Certo che per quanto una ragazza possa nascere brutta… sarà sempre battuta da questa!” cercò di scherzare Phoebe, per allentare la tensione che stava essendo la sua trama sopra la radura.

La creatura cominciò a bersagliare i Druidi con vampate di Fuoco che faceva scaturire dalla sua bocca urlante e spalancata, ma i Druidi delle Erbe urlarono:

Scudo floreale
tessi la tua trama
rendi la radura impenetrabile ad ogni lama!”

ed una fitta cupola di liane, fiori e fronde si formò al di sopra dei presenti.

Ma i colpi di Ekin erano molto potenti e moltissime falle si stavano aprendo.

I Druidi aspettarono che il suo volo circolare la portasse a perpendicolo sull’altare e poi, tutti insieme, pronunciarono questa formula:

Ora o mai più!
Prendi il demone
E tiralo giù.”

Raggi multicolori si innalzarono dai druidi ed andarono a convergere sulla creatura, imprigionandola ed impedendole alcun movimento alare. Dall’altare si innalzò una colonna di fuoco, erbe e luce che centrò in pieno il mostro che urlò dalla furia e dal terrore.

Le tre sorelle si erano allontanate dall’altare, ma avevano continuato a mantenersi ai vertici di un immaginario triangolo equilatero, e guardavano sgomente la tremenda battaglia che si stava verificando: molti Druidi erano caduti sotto i colpi di Ekin, mentre altri erano stati orrendamente mutilati di varie parti del corpo. La radura era ricoperta di una spessa coltre di fumo maleodorante.

Colpita da quell’attacco improvviso, Ekin precipitò sull’altare mandandolo in frantumi, ma subito si rialzò e fece nuovamente strage di uomini e donne. Tra gli altri cadde anche Michelle e Paul fu, fortunatamente, ferito solo di striscio.

Allora i Druidi contrastarono la sua furia e, dopo aver portato la loro concentrazione a livelli altissimi, sferrarono il oro ultimo attacco:

 “Spiriti, legatela stretta;
che non possa più muovere arto,
e che provi dolori simili al parto.”

Dai Druidi partirono nuovamente quei fasci luminosi, che legarono la sagoma demoniaca, ma questa volta i fasci luminosi erano muniti di lame lucenti che, penetrando profondamente nella carne, indebolirono la creatura maligna.

Noémi, Géraldine e la ferita Carol urlarono: “Adesso ragazze!!!… rinchiudetela nuovamente nella pietra!”

Le Halliwell chiusero gli occhi, allungarono le braccia in direzione del demone e raccogliendo quanta più energia possibile pronunciarono il fatidico incantesimo:

Pietra lucente,
pietra splendente:
allunga le tue grinfie
su quel corpo maligno.
Avvinghialo e stringilo nella tua morsa.
Rendilo impotente;
ascolta il nostro canto,
sii clemente.

Fortunatamente il sortilegio riuscì a compiere il prodigio e, tra urla strazianti che nulla avevano di umano, il mostro cominciò a mutarsi nuovamente nella statua che era stata. I suoi occhi guardarono con odio inimmaginabile le tre figure che la stavano nuovamente imprigionando e provò, in un estremo tentativo di vendetta, a muoversi verso di loro per annientarle, ma ormai era troppo tardi e le urla morirono in quella mostruosa gola ormai pietrificata.

I Druidi sopravvissuti, senza porre tempo in mezzo, si posero a cerchio intorno alla statua e le tre Supreme riuscirono, con la sola forza del loro pensiero, a staccare i monconi delle braccia e della testa.

Raccoltili, li portarono ai piedi delle Halliwell che, sfinite, stavano riprendendo fiato e valutando la strage di vite umane a cui aveva portato quel combattimento. Piper e Phoebe, in particolare, piangevano disperate.

Con voce dolce Paul disse: “Vi prego…ragazze! Non c’è tempo per piangere i morti. Dovete portare a termine il vostro compito, e rigettare per sempre Ekin nella dimensione parallela, prima che spunti il sole e il potere dell’Incantesimo dell’Allineamento svanisca! Smettete di piangere, loro…non avrebbero voluto!”, ma intanto una lacrima scese dai suoi occhi, già lucidi, che guardarono verso il punto in cui il corpo della sorella giaceva riverso e privo di vita.

Spronate da quelle parole piene di coraggio, ed asciugatesi le lacrime, le tre sorelle si rialzarono e si presero nuovamente per mano formando un piccolo cerchio al cui interno vi erano i resti di Ekin. Poi chiusero gli occhi e si concentrarono profondamente cercando di liberare la mente. I loro pensieri si azzerarono, i loro sensi divennero inutili e raggiunsero una veglia simile al sonno. Poi una volta raggiunto questo stato mentale pronunciarono la formula:

 “Lo spazio astrale
è catena spirituale.
Libera il corpo da questa catena
E portalo dove lo spirito vuole.
Libera lo spirito,
Libera il corpo,
Al Portale Oscuro io li porto!

Immediatamente le tre sorelle, e il loro carico demoniaco, furono avvolte da una sfera luminosa che poi si tramutò in un punticino luminoso che partì alla velocità della luce verso Notre-Dame ed i suoi sotterranei.
Raggiunto l’ingresso del sotterraneo, la sfera si ingrandì nuovamente e lasciò libere le tre ragazze e ciò che restava di Ekin.

L’ambiente era oscuro ed umido, e nessuna  luce trapelava nel cunicolo. Alle pareti vi erano catene che in tempi antichi avevano imprigionato degli uomini per ragioni ormai dimenticate, ma i loro scheletri pieni di ragnatele e i loro crani vuoti urlavano ancora il dolore degli ultimi istanti di agonia. Ratti enormi fuggirono squittendo e il silenziò regno sovrano su quella desolazione.

“Mamma mia che posto…mi mette i brividi! Vi prego facciamo in fretta ed allontaniamoci da qui! Dobbiamo però prima trovare qualcosa con cui fare luce” disse Phoebe stringendosi alle sorelle, ma Piper con voce raggiante disse: “Pensavo che avremmo avuto bisogno di luce e così ho portato qualche foglia in modo da ripetere l’incantesimo di Paul.” E detto questo prese la prima foglia e pronunciò la magica invocazione:

“Verde foglia che della luce ti nutri,
donaci la luce e guida i nostri passi.
Verde foglia che della luce ti nutri,
libera dalla paura i nostri passi.”

E di nuovo la luce verde si sprigionò dalla foglia. L’unico commento di Phoebe fu: “Sei grande!”

“Adesso però dobbiamo trovare la stanza dove c’è il Portale, ma…credo che non sarà un’impresa facile: questo posto è peggio di un labirinto e rischiamo di rimanere a girare in tondo per l’eternità!” disse Prue un po’ spaventata, ma Phoebe disse: “Aspettate, avverto una presenza…ha un potere molto forte, ci…chiama, ci…desidera e vuole annientarci!”, Piper si impose sangue freddo e disse: “Deve essere sicuramente il Portale, le tre sorelle devono averlo costruito e dotato di energia pensante!”

Phoebe chiuse gli occhi e si concentrò su quella voce; sembrava la voce di una fata tanto era dolce, ma rivelava un odio profondo ed una sete di potere smisurata. Invocava dolcemente le tre sorelle e prometteva loro terre magnifiche e prive di dolore…le stava attirando nell’incubo e nell’ipnosi. Lo spirito di Phoebe iniziò una lotta disperata contro quell’entità che pareva conoscere ogni suo più piccolo desiderio e che faceva leva sulle sue debolezze per attirarla inesorabilmente. Anche Prue e Piper iniziarono a sentire il potere del Portale e iniziarono a combatterlo. I resti di Ekin (che non potevano usare il loro spirito intrappolato per respingere l’attacco del Portale) iniziarono a fluttuare nell’aria e a dirigersi verso il fondo di un lunghissimo corridoio che si apriva sulla destra. “Dobbiamo seguirli, sicuramente ci condurranno nella cripta del Portale, ma è meglio che ci prendiamo per mano e che concentriamo i nostri poteri spirituali sul Libro delle Ombre per respingere gli attacchi del Portale!” disse piano Prue alle sorelle per non perdere la concentrazione della lotta interiore.

Facendo come aveva detto Prue le tre sorelle iniziarono a percorrere il corridoio e ben presto si ritrovarono in una bassa cripta dalla volta a crociera e sorretta da leggerissime e snelle colonnine tortili. Qui l’ambiente era assolutamente pulito e privo di polvere o ragnatele; probabilmente era stato tutto attratto del passaggio dimensionale che, col suo vortice pulsante di vita, si ergeva proprio nel bel mezzo della sala.

“Vi stavo aspettando sorelle Halliwell!” a parlare, nelle menti stanche delle tre ragazze, era lo spirito del Portale: “Un tempo fui costruito per aspirare gli spiriti negativi, ma l’energia dell’incantesimo operato su di me, mi ha permesso di conoscere anche il potere negativo del mondo…e di farlo mio! Le vostre antenate, prima di essere definitivamente risucchiate nell’altra dimensione, riuscirono a pormi un sigillo che mi impedì di distruggere il mondo, ma ora quel sigillo è saltato, e io posso tornare a distruggere!” urlò la voce interiore.

“No Spirito, noi non saremo così stolte da lasciarci allettare dalle tue lusinghe e promesse di gioia!” urlò Prue, “Pensaci stolta ragazza, dall’altra parte di me c’è Andy che ti sta aspettando! Lui è morto per causa tua ricordi? Non vuoi almeno riabbracciarlo?” a sentire pronunciare quel nome, le difese mentali di Prue iniziarono a cedere e il Portale iniziò la sua opera di disgregazione dello spirito della povera ragazza.

“No Prue!” erano Phoebe e Piper che, mettendo in pericolo la loro stessa immunità, stavano comunicando spiritualmente con la sorella: “Ricordati che Andy è morto perché lui ha voluto donare la sua vita per permetterti di continuare la tua opera di strega buona! Se tu ora cedi al Portale, il suo sacrificio sarà stato vano e non potrai più portare salvezza agli innocenti. Pensa anche a Michelle che si è sacrificata per portare a compimento questa missione, e a Paul e ha tutti gli altri Druidi che hanno riposto la loro fiducia in noi tre! Sconfiggiamo il Portale…Prue…insieme noi possiamo riuscirci!”

Scossa nello spirito da quelle parole, Prue riuscì a scacciare la presenza maligna, e usando il suo potere getto definitivamente i resti di Ekin nel portale.

Piper allora intervenne e, fermato il tempo, permise alle sorelle di riprendersi dalla lotta spirituale: “Presto ragazze! Il mio potere non potrà fermare a lungo il potere del Portale, e se si sblocca prima che lo abbiamo distrutto, per noi è la fine!” urlò.

Allora Phoebe corse verso il portale ed applicò su di esso il sigillo fornitole dai Supremi, poi tornò di corsa dalle sorelle e presesi per mano iniziarono l’incantesimo finale.

Spiriti Supremi che della notte siete vanto,
ascoltate l’invocazione  ed il nostro canto.
Ponete allo spirito il divieto,
e annullate il suo potere bieco.
Ascoltateci energie potenti,
rendete i popoli contenti.
Se stasera ci ascoltate e proteggete,
Mai ve ne pentirete.
Voglio, comando, posso e così sia.”

Un urlo agghiacciante trapassò le menti delle tre ragazze, e le fece cadere svenute a terra.

Il vortice esplose e distrusse la sagoma di porta che lo conteneva poi, con una potenza impressionante, implose su se stesso e sparì in una nuvola di denso fumo nero.

Dopo qualche minuto Piper aprì gli occhi e, dopo essersi guardata intorno ed essersi resa conto della vittoria, si mise ad urlare e a piangere dalla gioia: il mondo era salvo. A quel chiasso ripresero conoscenza anche Prue e Phoebe che, subito, si gettarono tra le braccia della sorella scoppiando, anche loro, in un pianto dirotto di felicità.

Poi, rimessesi in piedi ed asciugatesi le lacrime, si presero nuovamente per mano e , formato il cerchio, pronunciarono la formula per tornare dai Druidi:

Lo spazio astrale
è catena spirituale.
Libera il corpo da questa catena
E portalo dove lo spirito vuole.
Libera lo spirito;
Libera il corpo;
Al Tempio dei Druidi io li porto!

Quando la bolla di luce le depositò nuovamente sul suolo del santuario, un coro di grida di gioia le accolse; i Druidi si precipitarono verso di loro per abbracciarle e complimentarsi per la riuscita dell’impresa; ed erano riuscite nel tempo limite, perché il sole stava sorgendo all’orizzonte proprio in quel momento.

“Complimenti ragazze! Siete riuscite a salvare il futuro, e ad impedire la vittoria del male!” dissero le tre Supreme, e Piper disse, guardando con un sorriso le due sorelle: “Bhe…come si dice?! Il Trio vince sempre” e a quelle parole Prue e Phoebe scoppiarono a ridere e poi si abbracciarono tutte e tre con le lacrime agli occhi.

Poi si guardarono attorno e dissero con aria nuovamente seria: “Ma…e i corpi…i druidi feriti e…la statua?” allora Paul, che si era fatto strada a fatica in mezzo ai suoi compagni disse, porgendo loro il Libro delle Ombre: “I Druidi feriti sono stati medicati dai miei famigliari, i morti sono stati…bruciati dalla Casata del Fuoco! La statua invece è stata riportata al Louvre col teletrasporto dai Druidi dei Pianeti!” ora era veramente tutto a posto, pensarono le tre sorelle.

Poi Carol disse: “Venite nel salone della grotta! Sarete nostre ospiti! Dobbiamo mangiare ancora tutti, e i nostri cuochi hanno preparato un banchetto superbo!” e poi aggiunse: “Per ringraziarvi dell’aiuto che ci avete dato chiedete pure qualsiasi cosa desideriate!?!?” le tre sorelle si guardarono ridendo e poi dissero: “Bhe…dato che è stato Paul a cacciarci in questo…pasticcio!? Vorremmo che ci facesse da guida per il resto della nostra vacanza qui a Parigi!”, “Ma…io non posso, devo…” cerco di giustificarsi, ma Géraldine disse: “Niente “ma” ragazzo mio! Così è stato chiesto e così si farà!” e scoppiò a ridere insieme ai presenti.

Mentre tutti si avviavano allegramente verso il salone delle feste, un chiarore azzurrognolo si diffuse per tutta la radura e fece la sua comparsa Leo: “C’è posto per un altro commensale?” chiese guardando Piper come a chiedere perdono; lei lo guardò con fare sostenuto, ma poi si sciolse e ridendo gli si gettò tra le braccia: “Certo, angioletto!”

Scritto da Tetragrammaton-Alby

Allora, "Streghe" di ogni parte d'Italia e del mondo, vi è piaciuto questo racconto? Spero che abbia potuto affascinarvi proprio come il telefilm! Ma vi prego di farmi assolutamente sapere cosa ne pensate: sia nel bene che nel male, in modo che possa sempre migliorarmi e creare storie affascinanti e divertenti! Fatemi sapere se vi sembrano rispettati i caratteri delle protagoniste, ma anche cosa non vi è piaciuto e perché! Basta un gesto e tre righe, non chiedo dei poemi epici.
Per inviarmi un'e-mail basta che clicchiate sulla firma che segue il racconto, non è difficile!


Torna all'indice della Fan Fiction

Torna a Streghe Italia