Streghe Italia Fan Fiction

L'ULTIMO VOLO


Riassunto: Phoebe è ormai vecchia, gli anni sono trascorsi e le sorelle morte. Rimane solo un’ultima cosa da fare…

Data di composizione: Novembre 2004

Periodo di svolgimento: qualsiasi nella serie, riguarda il futuro.

Adatto: ad adolescenti (da 14 anni in su)

DISCLAIMER: Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Streghe Italia”, e che tutti i personaggi di “Streghe/Charmed” utilizzati sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.


- Phoebe -.
Era una voce, forse la voce della sua mente, forse qualcosa intorno a lei.Un vento maledetto, un sapore come di demone la invadeva.
Anni di lotte contro il male l'avevano abituata ad essere convinta che dietro ogni angolo ci fosse una minaccia.
Anni di lotte contro il male l'avevano educata ad una vita sola, senza più le sorelle, ormai morte da tempo, con solo i loro poteri tra le mani, invisibili ricordi di quegli anni.
Vita di strega. Sorrise tra sè e sè.
Phoebe dondolava su una vecchia altalena, nel parchetto dietro la casa che per anni aveva accolto tanto movimento e tanta magia.
La sua pelle era consumata, le mani screpolate, solo gli occhi mantenevano quell'infinita fierezza, quel fuoco pronto ad accendersi in ogni momento.
I demoni ormai non la attaccavano più. Non c'è n'era bisogno. Non aveva più la forza fisica necessaria per contrastare le sempre nuove forze del male.
Per questo stava pensando di farla finita.
In fondo erano anni che il libro delle Ombre non si apriva.
Phoebe, lentamente, un passo alla volta, si alzò dall'altalena e si mise a sedere su una sedia vicina.
Di colpo, prima che se ne accorgesse, sentì un urlo.
Una donna, probabilmente giovane. A pochi isolati di distanza. E poi quel brivido, quella scossa lungo la schiena fino al collo che sottolineava il fatto che non ci fossero solo eventi naturali a causa di quell'urlo.
Pochi istanti dopo, vide due giovani ragazze correre nella direzione di quella voce.

Sorrise tra sè e sè. Erano Hana e Mary, le due streghe buone che si preoccupavano ora di combattere il male.
Le parve anche che Hana, capelli biondi d'angelo e due occhi azzurri in cui ci si poteva perdere, l'avesse salutata per un attimo.
Ma di cosa poteva essere sicura? A cosa serviva una vecchia strega ormai in pensione?
Si sentiva una giocatrice d'azzardo che aveva in mano un poker, ma da tempo non aveva la forza di posare le carte sul tavolo.

Phoebe sorrise prima di fare quel gesto, quel movimento con le mani.
Inizio a ruotarle. Solo i polsi. Dolcemente, ma senza mai rallentare o cambiare il ritmo.
Una volta ci sarebbe riuscita in pochi istanti. Ora lo faceva per la prima volta dopo tanti anni, e ci volevano decine di minuti.
Un piccolo alone azzurro iniziò a formarsi intorno alla sua figura, crescendo lentamente.
A Centinaia di metri sullo sfondo, strane saette partivano da un giardino. Probabilmente erano le due piccole streghe in azione.
Phoebe ora si alzava da terra. Non doveva distrarsi per un solo istante, era una magia così debole che il soffio del vento l'avrebbe fatta cadere, se solo avesse pensato ad altro.
Phoebe resisteva. Saliva, oltre gli albero, oltre le case più piccole, oltre i palazzi.

Saliva verso il cielo. Per raggiungere le sorelle. Quella triste solitudine l'aveva lasciata priva di ogni desiderio di vita. Non c'è più niente da dire, nessuna pagina da scrivere, nessuna formula da recitare.
Ora sotto gli occhi aveva tutta la città, tutti quei muri che per settantasette lunghi anni l'avevano ospitata, e che lei, in cambio aveva difeso.
Mentre con le mani proseguiva il suo gesto lento, si sentì finalmente felice. Libera.
Mentre con la coda dell'occhio osservava un qualche demone scomparire di fronte alle due ragazze, Phoebe si rilassò, concentrandosi su ogni singolo muscolo, come faceva negli esercizi di joga che ancora continuava a praticare.
Tutti i muscoli smisero di muoversi, fino alle estremità, fino alle mani.

La vecchia signora Johnson alzò lo sguardo sorpresa.
Ne aveva viste tante negli ultimi tempi, ma questa le superava tutte.
All'angolo della strada, in pieno giorno, si fece per un attimo buio, e poi fu tutto blu, anzi azzurro, mentre una persona (una vecchetta come lei, avrebbe detto, ma non ea sicura che si potesse dare un'età a quella figura) scivolava in un cono colorato.
E non cadde.
Scomparì.

Scritto da Alessio


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