Streghe Italia Fan Fiction

IL TRIO SI DIVIDE


Riassunto: la giornata comincia male per Piper, Prue invece è al settimo cielo. Quali sarebbero le loro reazioni se il trio si dividesse, al pronunciamento di un incantesimo? E che accadrebbe se due delle sorelle si teletrasportassero in un luogo e in un tempo a loro sconosciuti, mentre la terza rimanesse a combattere un demone da sola?

Composto: dall'11 al 14 Giugno 2001

Valutazione: sarebbe meglio che i bambini non lo leggessero, specie per la parte in cui Phoebe...

Disclaimer: si ricorda che tutti i diritti sono di proprietà del sito "Streghe Italia" e che tutti i personaggi di "STREGHE/CHARMED" sono di proprietà della WARNER BROS TELEVISION/SPELLING ENTERTAINMENT e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.


Ore 6:00, Villa Halliwell

"Io sto uscendo!!! Tornerò verso mezzogiorno, forse un po’ più tardi!", urlò Prue sbattendo la porta d’ingresso.
"Accidenti, ma deve proprio urlare a quest’ora!", sbottò Piper tra sé e sé, riaddormentandosi.
Phoebe, al contrario, non dava segni di vita. Ci voleva ben altro per farle abbandonare il mondo dei sogni!
La maggiore delle sorelle Halliwell aveva ottenuto un incarico veramente importante, che avrebbe potuto donarle una carriera ancora più brillante dell’attuale. Un servizio fotografico completo dell’Hotel più moderno e costoso della città, questo era il nuovo impegno della fotografa, e lei era convinta che non si sarebbe fatta sfuggire questa grande occasione. L’orario era un po’ insolito per il suo lavoro, ma Prue certo non si faceva spaventare da queste cosucce. Una mattinata intera di lavoro poteva farla sfondare, oppure poteva anche farla licenziare (ma certo a questa ipotesi la giovane non pensava).

Ore 8:00, Villa Halliwell

"Phoebe, scendi! Sono già le otto!", urlò Piper dalla cucina. La sorella ancora non si era svegliata (fatto abbastanza normale), e lei non era affatto di buon umore dopo la sveglia melodiosa che aveva ricevuto due ore prima. Meno male che la colazione era già pronta, altrimenti sarebbe arrivata tardi ad un importantissimo appuntamento al P3: continuazione perfetta di una giornata cominciata bene…
"Ti vuoi alzare o no, dormigliona!", sbraitò Piper nelle orecchie della sorella dopo cinque minuti di silenzio dal piano di sopra. Phoebe aprì gli occhi, sbadigliò mostrando tutti i denti e guardò la sveglia. Erano solo le 8:05.
"Ma sei scema! Oggi non ho lezioni, e tu mi svegli a quest’ora??? Che ti passa per la testa?", gridò la giovane alla sorella (che si era appena ricordata di ciò). "Vuoi farmi arrabbiare anche di mattina presto?".
"Scusa Phoebe, non mi ricordavo più del tuo giorno libero. Ma sai, la giornata è cominciata male già da questa mattina. Prue uscendo mi ha svegliata con le sue urla…".
"Davvero? Io non ho sentito niente…", rispose Phoebe innocentemente.
"Non avevo dubbi, neanche i cannoni ti svegliano!", disse Piper ridendo. "OK, io devo andare. La colazione è già pronta, scendi subito altrimenti si raffredda. E mi raccomando, se decidi di uscire chiudi la porta a chiave. Non come l’ultima volta…".
"Dai, me lo dovete rinfacciare sempre? E poi non è successo niente, non farne una tragedia. Ora va, su, che si fa tardi.", suggerì la minore delle Halliwell.
"Ciao, dormigliona. Non combinare guai!", disse Piper uscendo.
"Ma vattene!", rispose Phoebe tirandole un cuscino. Dopo aver sentito la porta di casa sbattere, la giovane si alzò e andò in bagno. Uscì successivamente e scese in cucina, ancora in pigiama e ciabatte. Mangiò avidamente tutto ciò che la sorellina premurosa le aveva preparato, poi soddisfatta uscì per tornare in camera e vestirsi. Attraversando il corridoio, sentì dei rumori provenire dalla soffitta. Decise allora di andare a vedere, convinta che Kit ne stesse combinando una delle sue (tra sé e sé pensò: "E poi sono io che combino guai!".). Aperta la porta, vide una luce che si attenuava attorno al leggio dove si trovava il Libro delle Ombre, e notò che le pagine non erano nella stessa posizione in cui lei le aveva lasciate due giorni prima. Si avvicinò allora e si accorse che c’era un incantesimo scritto, mai visto prima. In quel preciso istante la porta di ingresso cigolò e Phoebe corse a vedere. Fortunatamente era Piper, che trafelata correva verso la sua camera.
"Hai dimenticato qualcosa?", chiese la giovane Halliwell.
"Sì, tutta la documentazione che mi serviva.", rispose Piper. "Accidenti a Prue e alla sua boccaccia. E’ soltanto colpa sua se oggi non ne faccio una giusta! ".
"Non è vero. La colazione era ottima, come sempre."
"Modestamente… Ma adesso devo andare, ciao!", disse Piper correndo via.
"Aspetta un secondo!", gridò Phoebe. "E’ successa una cosa strana in soffitta. Ho sentito dei rumori, e quindi sono andata a vedere. C’era una strana luce attorno al Libro, e le sue pagine erano state sfogliate. Anzi, sono certa di aver visto un incantesimo che prima non c’era!".
"No, non adesso! Ma perché queste cose succedono sempre nei momenti meno opportuni?", si lamentò la seconda delle sorelle Halliwell salendo le scale. "E che incantesimo è?", chiese.
"Vieni a vedere tu stessa. Sono certa di non averlo mai visto, e sì che sono un’esperta del Libro della Ombre!", rispose Phoebe.
"Allora, vediamo. No, non credo di averlo mai visto. INCANTESIMO DEL TRASFERIMENTO SPAZIO-TEMPORALE… Mah, forse è un aiuto della nonna. Lei ama darci una mano quando ne abbiamo bisogno.", disse Piper.
"L’ho pensato anch’io. Ma di solito ci aiuta quando abbiamo un nemico, e io non vedo demoni o stregoni in giro… Credi che sia meglio avvertire Prue?".
"Anche se l’idea di rovinarle la giornata mi attrae, non possiamo disturbarla. E’ un giorno fondamentale per lei e per la sua carriera. Adesso lo leggiamo con calma e cerchiamo di capire a cosa serve, OK?", affermò con sicurezza la giovane imprenditrice.
"OK. Dunque, vediamo:
Se l'incantesimo pronuncio
allora rispondo all'annuncio,
l'invocazione sto ascoltando
del potente che mi sta chiamando,
che i luoghi e le ore
scompaiano con ardore
più qui non sarò
quando la formula pronuncerò!
".
"Stupida, l’hai letto ad alta voce!", disse Piper con fare preoccupato.
"Accidenti, hai ragione. Ma non sta succedendo niente…", rispose Phoebe. Ma proprio in quel momento una luce gialla attorniò le ragazze, ed esse scomparvero nel nulla.

Ore 11:00, Hotel New Experiences

"Bene così. Ferma e… click. OK, grazie mille!", disse Prue ad una cameriera che aveva gentilmente accettato di farsi ritrarre nel bel mezzo del suo lavoro quotidiano. La fotografa stava dando il meglio di sé, ogni più piccolo particolare dell’Hotel era sul punto di essere immortalato.
"Allora vediamo… Direi che qualche foto ad una suite non sarebbe male, no?", chiese Prue al direttore dell’hotel.
"Certo, certo, ottima idea. Le nostre suite sono dotate di tutti i comfort, quindi mi piacerebbe che lei fotografasse tutto. E non dimentichiamoci di una mia bella foto alla reception, più tardi.", rispose il distinto signore.
"Non si preoccupi. Quella sarà una delle foto più importanti!", disse ironicamente Prue. Quel pinguino bacchettone era veramente narciso, aveva già chiesto una foto cinque o sei volte.
"Questa è la nostra suite migliore. Si può dire che sia la suite presidenziale, non so se mi spiego…", sentenziò con orgoglio il direttore.
"Oh signore… Che lusso!", si meravigliò Prue. "Non ho mai visto una cosa del genere. Beh, a parte gli appartamenti di Napoleone e dei Reali di Francia. Ma procediamo…"
Dopo un’oretta buona di foto nella suite e alla reception, Prue si convinse di aver terminato il lavoro. In effetti non aveva più rullini, quindi… Decise allora di passare allo studio per consegnare il materiale, non aveva la minima voglia di sviluppare da sola i negativi. L’unico suo desiderio in quel momento, oltre che ottenere un complimento dal capo, era andare a dormire. Dopo la levataccia del mattino e tutti quegli scatti, si meritava un po’ di riposo no?

Ore ??.??, ??????

"Dove cavolo siamo?", chiese furente Piper alla sorella.
"E che ne so io? Però, guarda che bel paesaggio. Non si vedono case…", rispose Phoebe, rapita dall’ambiente circostante. "Non sembra un paesaggio americano. Magari ci siamo teletrasportate da qualche parte."
"Questo l’avevo capito anch’io, ma dove? Ehi, aspetto un momento. L’incantesimo diceva che il trasferimento era spazio-temporale. Non vorrei che…"
"Che avessimo anche viaggiato nel tempo!", concluse la minore delle sorelle.
"Oh no, quando viaggiamo nel tempo incontriamo solo guai!", piagnucolò Piper. "Anche se i guai li incontriamo dappertutto! E ora che facciamo: non sappiamo dove siamo, non sappiamo in che epoca siamo! Se almeno Prue fosse qui con noi. Lei conosce i luoghi, riconosce gli stili, inoltre si orienta benissimo, al contrario di noi".
"C’è solo un modo per rispondere a tutte le tue domande. Camminiamo un po’ e incontreremo qualcuno, non credi? Poi basta chiedere. Un momento… E se qui non avessimo i poteri?", disse Phoebe con un’espressione impaurita.
"Hai ragione. Beh, proviamo e lo scopriremo.". Così dicendo, Piper provò a bloccare una lepre che saltellava a qualche metro di distanza. L’animale si bloccò a mezz’aria, proprio mentre stava spiccando un salto. "OK, il mio funziona.".
"Beh, non provo neanche ad avere premonizioni. Magari faccio un voletto…", e così dicendo, la giovane si alzò da terra e cominciò a sorvolare la sorella. "Meno male, posso volare. Ascolta, io vado un po’ più su per vedere se scorgo qualcosa. Tu stai attenta che non arrivi nessuno."
"Fai presto!", disse la romanticona di casa Halliwell. Intanto Phoebe saliva sempre più in alto, fino a quando vide un tempio.
"Ehi, c’è un tempio un po’ più in là. Sembra greco… Ed è in ottime condizioni, anzi è intatto."
"Accipicchia, siamo tornati all’antica Grecia allora. Mio Dio!", si lamentò Piper. "E adesso come facciamo a tornare a casa?".
"Tranquilla, ora mi invento un controincantesimo e risolvo tutto.". Dicendo ciò, Phoebe si sedette su un masso e cominciò a scervellarsi. Dopo qualche minuto, la giovane disse: "Ho trovato. Stringimi la mano e ripeti con me:
Questo luogo non mi appartiene
questo tempo non è il mio
ora l'involucro che mi contiene
sparirà per volere di Dio
Al mio tempo ritorno farò
a casa mia adesso andrò
per il potere che ho e ho avuto
da qui sparisco in un minuto".

Le giovani ripeterono l’incantesimo più e più volte, ma non successe niente.
"Cavolo, non è successo niente. E adesso cosa facciamo? Aspettiamo che Prue venga a tirarci fuori dai guai?", disse Piper malinconicamente.
"No, dobbiamo risolvere prima che lei scopra che non ci siamo. Proseguiamo il cammino, e vediamo che succede.", rispose Phoebe. Le giovani cominciarono a camminare e camminare, solo dopo un’ora buona incontrarono un uomo.
"Hai visto come è vestito? Che buffo!", accennò la più giovane delle sorelle.
"Guarda che qui siamo noi ad essere strane. Ci sta squadrando dalla testa ai piedi…", sentenziò Piper. "Non possiamo parlargli, non conosciamo la sua lingua. Ci servirebbero però alcune indicazioni."
"Ci penso io. Un incantesimo facile facile per parlare il greco antico e voilà, tutto sarà risolto.
Non capisco ciò che dici
non conosco i tuoi costumi
voglio penetrare le tue radici
e ammirare i tuoi profumi
Se la lingua è un problema
e la comunicazione impossibilitata
l'incantesimo è un sistema
perché la civiltà sia ripristinata.
"
Piper ripeté la formula e disse: "Adesso proviamo… Mi scusi, ma dove ci troviamo?".
L’uomo le guardò, e poi scoppiò a ridere.
"Ehi, che c’è da ridere?", gridò Phoebe. "Noi le abbiamo fatto una domanda, e gradiremmo una risposta!".
"Siete voi le streghe. Bene, bene. Non ero sicura che foste voi, anche se l’abbigliamento doveva darmi un aiuto.". Dopo aver pronunciato questa frase, l’uomo fu avvolto da una luce verde e si trasformò in una splendida donna.
"Oh, è un demone. Bloccala, Piper!", disse l’universitaria alla sorella. Piper usò il suo potere, ma non successe niente. Riprovò una seconda volta, poi una terza, ma la donna continuava a muoversi senza problemi.
"Non sprecare fatiche inutili. Piper, giusto? Non preoccuparti, non sono un demone.", disse la donna.
"E allora chi diavolo sei? Un angelo nero, una strega cattiva, che cosa?", domandò la giovane.
"Niente di tutto questo. Io sono una dea. Avete mai sentito parlare di Era?", chiese la donna.
"Era? Ma è la regina degli dei nella mitologia greca!", rispose Phoebe. "Ma è solo una fantasia degli antichi, non è realtà!".
"Ti sembro forse una fantasia? Eppure tutti mi considerano molto bella, ti sembra che io non esista?", chiese la donna.
"Ma perché ci stai parlando? Se tu fossi veramente una dea, non ti degneresti di parlare con noi mortali.", rispose senza mezzi termini Piper. "Non saremmo degne di parlare ad Era… Se esistesse, è ovvio!".
"Beh, io sono qui e sono quel che sono. Cosa volete, una prova?".

Ore 12:45, Villa Halliwell

"Ehi, ragazze, ci siete?", gridò Prue entrando a casa. "Phoebe, sei a casa vero?". Nessuna risposta.
"Mah, sarà al locale con Piper. E io ho una fame da lupi! Beh, ordinerò una pizza e poi a nanna. Per oggi ho terminato!".
"Io non credo proprio!", disse Leo alle spalle della maggiore delle sorelle Halliwell.
"Perché devi sempre farmi prendere questi infarti? Vabbé che potresti guarirmi, però…", disse ridendo Prue.
"Purtroppo la situazione non è allegra. Le tue sorelle… Non ci sono più.", disse Leo guardando il pavimento.
"Cosa vuol dire "non ci sono più"? Parla, mi stai spaventando!", gridò la ragazza.
"Phoebe ha letto un incantesimo di trasferimento spazio-temporale e… Beh, ora dovrebbero essere ai tempi d’oro della Grecia antica.".
"Che cosa? E perché mai Phoebe avrebbe dovuto leggere un incantesimo del genere? Inoltre, non ne ho mai visti di questo genere nel Libro delle Ombre. Non vorrai mica dirmi che l’ha inventato lei?", continuò la giovane.
"E’ vero che non c’era, ma non l’ha scritto Phoebe. L’ha scritto Era."
"Chi è Era? Un demone, o altro?", chiese Prue che si stava spaventando sul serio.
"No, è una dea. O meglio, è la regina degli dei dell’Olimpo. Mitologia greca, ti ricorda niente?"
"Certo che mi ricorda qualcosa, ma non esistono gli dei. E’ solo un’invenzione!", affermò con sicurezza la ragazza.
"Beh, non è così. E comunque non possiamo fare niente, non ci sono incantesimi per poterle riavere con noi. Solo loro possono ritornare, se riusciranno a soddisfare la richiesta che Era domanderà loro.", spiegò Leo.
"E se ciò non avvenisse?"
"Beh, potrebbero tornare lo stesso. Oppure… Ma non ci voglio pensare. La mia mogliettina è sperduta e io non posso fare niente per aiutarla. Oh, accidenti!!!", gridò l’angelo bianco, neo-sposo.
"Non perdiamoci d’animo. Sono sicura che riusciranno nell’intento. Ma cosa vuole Era dalle mie sorelline?", chiese Prue.
"Non ne ho idea! Comunque, abbiamo anche un altro problema ora. C’è un demone che arriverà qui tra poco. Il suo nome è Arclos, e dovrai combatterlo da sola. Consulta il libro della ombre, ti sarà d’aiuto poiché io non posso restare.". Così dicendo, Leo sparì nella sua solita luce azzurrina.

Ore ??.??, Grecia

"Allora, volete una piccola dimostrazione del mio potere?", ripeté la donna. "Piper, prova a bloccare quella farfalla.". La ragazza eseguì l’ordine, e l’animale si bloccò. Successivamente, con un solo battito della palpebra, la donna sbloccò la farfalla tra lo stupore delle sorelle.
"E ora prova ad incendiare quel roveto!", continuò la donna. Piper, sorpresa dal potere della dea, usò le sue fiamme (il potere da poco acquisito) per incendiare il roveto, che cominciò ad ardere. L’affascinante signora, con un altro battito della palpebra, spense il fuoco.
"Allora, avete visto? E poi, non vi state chiedendo come io faccia a conoscere i vostri poteri? Suvvia, vi facevo più intelligenti…", disse la donna.
"D’accordo, ci hai convinte. Ma perché ci hai chiamate qui? Sei stata tu, vero?", chiese Phoebe.
"Certo che sono stata io. Ho incontrato qualche difficoltà ad arrivare a voi, ma alla fine ci sono riuscita. Voi siete le prescelte, le giovani streghe descritte nella profezia. E pensate che in questa epoca le streghe ancora non esistono!", rispose Era. "Voi siete le due giovani che mi aiuteranno a cogliere in flagranza di adulterio il mio sposo. Egli nega i numerosi tradimenti che compie nei miei confronti, e io non sono mai stata capace di…".
"Di beccarlo, abbiamo capito.", terminò con la solita scioltezza Phoebe. "In effetti, conosciamo un po’ di storielle sulle scappatelle di tuo marito perfino nel 2001!".
"Phoebe, che dici? Scusala Era, mia sorella parla sempre senza pensare. Ed è molto, molto imprudente!", disse Piper pestando con forza il piede della sorella.
"Se tu non fossi la mia unica salvezza, ti avrei già incenerito con lo sguardo. Cerca di non rivolgerti mai più a me con questo tono derisorio, altrimenti non risponderò dei miei atti!", borbottò la dea.
"Ma come faremo noi ad aiutarti? Se con tutto il tuo potere non sei riuscita nell’intento, come faremo noi umili mortali a compiere un tale compito?", chiese Piper con titubanza.
"Una di voi dovrà sedurre Zeus. Io lo indirizzerò alla prescelta, e poi seguirò tutti gli avvenimenti. Al primo accenno di unione carnale, interverrò e lo punirò con l’aiuto degli altri dei a me fedeli. Solo così posso intervenire, quando… lo becco, come dice Phoebe. Vi do la possibilità di scegliere chi tra voi compierà questo gesto.".
"Beh, io mi sono appena sposata, quindi tocca a te senza dubbio!", disse Piper.
"Perché proprio a me? Io non voglio!", piagnucolò la sorella minore.
"Mi dispiace, ma come hai visto non c’è via di scampo. Tranquillizzati, Era interverrà prima che succeda l’irreparabile.", rispose la giovane imprenditrice di casa Halliwell.
"Bene, è deciso. Allora Piper, puoi ritornare a casa.", disse Era.
"Eh no! Se io devo fare quella cosa lì, allora lei rimarrà con me!", sbraitò Phoebe.
"Mi sembra giusto. Ma cosa succederà se non riusciremo nell’impresa?", chiese Piper.
"Non credo che vi piacerebbe sentirlo. Allora, siete pronte? Con un gesto vi cambierò gli abiti, così. Poi, con un altro, vi teletrasporto a Dodona, luogo a Zeus consacrato. Ci rivediamo presto!", e così dicendo la dea alzò la mano destra e le giovani streghe sparirono.

Ore 13:00, Villa Halliwell

"Ma è mai possibile che quando servi, non ci sei mai!", gridò Prue un po’ adirata dal fatto che Leo se ne era andato lasciandola sola in balia di un demone e lasciando sole le altre due in un’epoca remotissima. "La prossima volta che ti fai rivedere, te ne dirò io quattro!". Salì subito le scale, dirigendosi in soffitta. Vide che il Libro delle Ombre era aperto, ma la pagina era vuota: logicamente l’incantesimo del trasferimento spazio-temporale si era cancellato dopo averlo pronunciato. Anche se preoccupatissima per le sorelle, Prue cercò di pensare al suo problema più prossimo: Arclos. Sfogliò le pagine una ad una, finché giunse a quella che stava cercando. Oltre ad un’illustrazione del demone (che era anche bruttino), il Libro lo descriveva così: "Demone di rango medio che acceca le sue vittime, soprattutto streghe ed angeli bianchi, con la sua lingua affilata come un rasoio. Possiede il potere del rallentamento del tempo, che però non può utilizzare verso le streghe, e quello del batter d’occhio. Uccide spesso per puro piacere, talvolta per risucchiare l’energia vitale dei soggetti che lo incontrano o per rubare i poteri alle streghe. Per eliminarlo, occorre una pozione ottenuta con estratto di radice di cicuta, estratto di foglie di oleandro, estratto di foglie di kalmia e veleno di vedova nera. Il tutto deve essere miscelato con acqua e due gocce di limone".
"Però, che pozione semplice e leggera! Dovrei avere tutto l’occorrente… Aspetta, il veleno di vedova nera l’abbiamo terminato con Giarkob. Devo andare subito a comprarlo!". Così dicendo, Prue uscì e si diresse verso il negozio di magia di San Francisco. Il proprietario la guardava sempre male, in effetti era un’assidua frequentatrice dell’emporio.
"Buongiorno, vorrei un po’ di veleno di vedova nera.", disse la fotografa.
"Acquista sempre cose comuni lei, eh?", disse il negoziante prendendo una boccettina dietro al bancone. "Allora, fanno 43 $ e 50 cents."
"Ecco a lei. Grazie mille, e arrivederci!", rispose la ragazza uscendo di corsa. Tornata a casa, preparò la pozione in quattro e quattr’otto. Riempì quattro fialette con il liquido prodotto: aveva un odore ripugnante, ed era anche tossicissimo.
"Devo stare attenta con questa bomba!", disse tra sé, "se qualcuno dovesse ingerirla morirebbe in pochi secondi…".
Non sapendo dove trovare il demone, Prue decide di aspettarlo in casa. E infatti dopo un’ora e mezza lo spirito maligno si presentò, alle spalle della strega.

Ore ??.??, Grecia

"Che bel luogo! Ci dovremo venire in vacanza, anche con Prue. Lei lo apprezzerebbe ancora più di noi!", disse Phoebe con naturalezza.
"Ma sei scema? Pensi al paesaggio in un momento come questo? Guarda che fra poco dovrai quasi fare sesso con un dio! Non so come tu faccia a stare così calma.", rispose Piper un po’ irritata.
"Lo so, ma cerco di non pensarci. A proposito, tu non puoi restare qui mentre… Beh, quando lui arriverà."
"Hai ragione. E che faccio io?", si chiese la giovane imprenditrice.
"Perché non ti trasformi in un animale? Staresti qui senza essere notata, e potresti proteggermi semmai Era non arrivasse in tempo."
"Io non voglio trasformarmi in un animale. E se poi non fossi più capace di tornare normale?".
"Ci penserebbe Era. Dai, trasformati in una mucca. Così avresti le corna e se Zeus si spingesse troppo in là, gli daresti una cornata!", consigliò Phoebe.
"Sì, così mi cucina con uno dei suoi fulmini. OK, ma non farmi arrivare alla cornata. Se esagera, gli dai un colpo… Sei una karateka o no?".
"Affare fatto. Adesso mi invento un incantesimo adatto, e tutto sarà sistemato. Lasciami pensare… Ecco, ci sono:
L'uomo usa il cervello
l'animale usa l'istinto
tu apprezzi il bello
lui non vuole essere vinto
per le parole che io pronuncio
i poteri ascolteranno il mio annuncio
il tuo corpo adesso muterà
e in una mucca si trasformerà
la coscienza intatta rimarrà
la tua anima nulla perderà
".
"Che incantesimo stupido. Non funzioner…". Piper non riuscì a finire la frase perché una nuvola avvolse il suo corpo e si trasformò in una mucca.
"Cosa dicevi? Guarda che anche se l’incantesimo non è proprio buonissimo, funziona lo stesso. E poi io sono un’esperta in queste cose. Altro che tu e Prue!", disse con ilarità la giovane Halliwell.
"Prendimi anche in giro adesso. Ehi, ma sto parlando! Come è possibile?", chiese Piper.
"Mah, avrò sbagliato qualche cosa. Forse con gli ultimi due versi ti ho lasciato la parola. Beh, meglio così no? Di che ti lamenti?", rise Phoebe.
"Hai ragione. OK, adesso vado sotto quell’albero. Mmm, che fame. E guarda che bell’erbetta. Accidenti, ho voglia di mangiare quell’erba sporca!", si lamentò la neo-sposa.
"E mangia allora, basta che stai zitta, Zeus potrebbe arrivare da un momento all’altro. E poi sai che può assumere qualsiasi forma."
"Va bene, adesso mangio e sto zitta. Ma poi me la paghi!". Dicendo questo, Piper prese a brucare l’erbetta soffice che stava sotto all’albero. Dopo circa un quarto d’ora, Phoebe si accorse che un bellissimo ragazzo, di circa venticinque anni, la stava osservando dal sentiero lì di fronte.
"Questo è sicuramente Zeus. Chissà come ha fatto Era a mandarlo qui! Poco male, è ora di mettersi all’opera. Ma quanto è carino!", disse tra sé Phoebe.
"Ciao. Sei qui da sola?", chiese il giovane.

Ore 15:30, Villa Halliwell

"Ma questo demone non si decide ad arrivare? Mi sto annoiando!", disse Prue ad alta voce.
"Sono qui piccola strega. Non ti eri accorta di me?", disse una voce dietro al divano su cui la giovane era seduta. Prue si girò di scatto e vide il demone brutto che era rappresentato nel Libro delle Ombre.
"Sei tu Arclos, giusto?", chiese Prue.
"Come fai a saperlo? La mia fama mi ha preceduto? Però non immaginavo di essere così famoso… Ehi, ma questa è la stessa casa. Non può essere!", disse Arclos tra lo stupito e l’impaurito.
"Come la stessa casa? Ci sei già stato?", domandò la strega.
"Certo! Venticinque anni orsono fui sconfitto proprio qui, da una stregaccia molto potente e dalla figlia. L’arredamento è un po’ diverso, comunque…".
"Allora la nonna e la mamma ti hanno già sconfitto! E allora perché sei qui?", chiese Prue.
"Come, conosci il mio nome e non lo sai? Io ritorno ogni venticinque anni sulla Terra, anche se mi sconfiggono. Sono immortale, e la mia prigionia dura solo un quarto di secolo. Scaduto il termine, ritorno e distruggo la strega che mi ha precedentemente sconfitto. Quindi vive ancora qui quella megera! Adesso ucciderò te, e poi la farò fuori!", disse il demone con fare minaccioso.
"Mi dispiace deluderti, ma la nonna e la mamma sono già morte. Ma non preoccuparti, ci penserò io a sistemarti.". Dicendo questo, Prue tirò fuori dalla tasca una delle boccette e la lanciò addosso ad Arclos. Egli, con un sorrisetto sulle labbra, usò il batter d’occhio e si ripresentò alle spalle della strega.
"Non conosci i miei poteri? Sai, il batter d’occhio è molto utile quando si vuole eliminare una strega come te. E tu che poteri hai? Sono un po’ curioso.", disse il demone.
"Vuoi sperimentarli? Ti accontento subito!", e così dicendo lo spinse con violenza contro il muro con un minimo gesto della mano. "Ti piace?", disse la giovane.
"Però, sei abbastanza potente. Ma non serviranno a niente questi trucchetti. Quasi quasi però me lo prendo il tuo potere, non si sa mai nella vita…".
"Per farlo però devi uccidermi. E ti assicuro che non ci riuscirai!", rispose Prue tirandogli un’altra fialetta con la pozione. Il demone, anticipando l’oggetto, si spostò col suo potere di nuovo dietro al divano.
"Ahi ahi, dovresti imparare dai tuoi errori!". Così dicendo, Arclos si spostò di fianco alla strega. "Sai che posso fare anche questo?", disse il demone tirando fuori la sua lingua affilata e accecando la povera strega. "Ma cos’è tutto quel sangue? Ti sei fatta male?", disse ironicamente il mostro.
"Maledetto! Non vincerai!", disse Prue lanciando alla cieca un’altra boccetta. Arclos non se lo aspettava, e per poco la fotografa non faceva centro.
"Sai che mi hai quasi preso? Adesso aspetto che tu muoia dissanguata e poi ti rubo il potere!", affermò con tono quasi fanciullesco il demone.
"Io non credo proprio!", disse una voce apparsa dal nulla.

Ore ??.??, Grecia

"No, sono qui con… Sì, sto facendo pascolare la mia mucca!", rispose Phoebe.
"Bel posto questo vero? Tu non sei di qui, non ti ho mai vista.", disse il giovane.
"E’ vero. Mi sono trasferita con mio padre e i miei fratelli qui a Dodona da poco. Loro sono orafi. Hanno sentito che qui c’era bisogno di un orafo, e hanno subito colto l’occasione. Inoltre, questo è un luogo sacro a Zeus, ragione in più per preferirlo al villaggio in cui abitavamo prima."
"E’ vero, questo luogo soprattutto è sacro al re dell’Olimpo. Ne eri a conoscenza?", chiese il giovane.
"No. Spero non sia proibito pascolare le mucche qui.", disse Phoebe con finta paura. "Non è proibito vero?".
"Sta tranquilla, qualcosa mi dice che a Zeus farebbe piacere che tu pascolassi la tua mucca in questo luogo. Ma dimmi, non hai ancora preso marito?".
"No, ho rifiutato tanti pretendenti poiché tutti di rango inferiore a quello di mio padre. Egli non voleva un contadino per la sua unica figlia, voleva qualcosa di più. Ma ormai gli anni passano, credo che sarò costretta a sposarmi presto."
"Hai già conosciuto qualcuno che potrebbe piacerti? E piacere a tuo padre?", chiese il giovane.
"Sì, ma non posso rivelargli i miei sentimenti perché ancora non lo conosco bene.". Naturalmente la streghetta si riferiva a lui, voleva attirarlo a sé con le sue parole dolci. "Ma parlami un po’ di te ora. Hai una moglie?".
"Beh, sì, ma non è un matrimonio molto felice."
"I vostri genitori vi hanno costretto al matrimonio contro la vostra volontà?", chiese Phoebe con finto interesse.
"Non proprio… Mio padre è morto ehm, in guerra, mentre mia madre è ancora vivente. Lei non ci ha costretti, però… Dovevamo farlo.".
"Capisco. Allora, perché non mi riveli il tuo nome?", chiese Phoebe.
"Perché voglio conoscere prima il tuo.", rispose il giovane.
"D’accordo. Io mi chiamo Pentesilea. E tu?", domandò la strega in incognito.
"Come, non lo hai ancora compreso? Io sono Zeus, il re degli dei!"
"Non è possibile. Come puoi usurpare il nome del tuo dio in questo modo. E in questo luogo per giunta!", disse Phoebe sembrando veramente sconvolta.
"Ma lo sono. Guarda!", e così dicendo fece partire un fulmine dall’indice della mano destra che colpì un albero poco lontano e lo distrusse.
"Mio signore! A cosa devo l’onore di potervi parlare? Io non ne sono degna!", disse la ragazza.
"La tua bellezza e la tua purezza sono sufficienti a renderti apprezzabile ai miei occhi. Non coprirti il volto, ma mostra la tua grazia agli occhi del re degli dei". Così dicendo, Zeus prese Phoebe per mano e cominciò a baciarla. La ragazza era molto in imbarazzo (non capita tutti i giorni di essere baciate da un dio), ma allo stesso tempo felice perché era veramente carino il giovane che le stava davanti. Zeus cominciò a levarle la veste e la strega si irrigidì.
"Che hai, Pentesilea. Hai paura del tuo dio?", chiese il re dell’Olimpo.
"No mio signore, ma non… sono abituata a queste cose."
"Tranquilla mia bella musa, vedrai che tutto succederà senza problemi.". Continuò allora a spogliare la povera Phoebe, che era veramente preoccupata. Dov’era finita Era (scusate il gioco di parole!)? Piper intanto rimaneva in silenzio, ed era stupita tanto quanto la sorella nel vedere un dio che si comportava a quel modo. Zeus, dal canto suo, non si curava della mucca che lo stava osservando, e cominciò a denudarsi. Finita l’operazione, bloccò Phoebe a terrà e compì l’atto che Era stava aspettando. Allora quest’ultima si rese visibile e cominciò ad urlare al marito:
"Maledetto tu sia per l’eternità. Ecco, dei dell’Olimpo, abbiamo la prova tangibile del tradimento del vostro re nei confronti della propria moglie. Zeus, ora il trono ti verrà sottratto e tu finirai nel Tartaro, luogo di torture infinite, dove giacciono tuo padre Crono e tutti i Titani da te sconfitti nella notte dei tempi. Mira, il nuovo re degli dei Ares.". Detto questo, Zeus sparì e Phoebe si trovò rivestita degli abiti "normali".

Ore 16:00, Villa Halliwell

"Leo, sei tu?", chiese Prue.
"Certo! Non potevo mica lasciarti in balia di questo simpaticone!", rispose l’angelo.
"E’ già la seconda volta che dici "Io non credo proprio" oggi. Arricchisci il tuo repertorio!", aggiunse Prue cercando di essere simpatica. "Mi daresti una mano per favore?".
"Sono qui per questo!". Così dicendo, Leo prese Arclos alle spalle e lo imprigionò. "Presto, usa il tuo corpo astrale, che dovrebbe essere integro, e gettagli la pozione!".
"Accidenti, non ci avevo pensato!", disse la strega, e si sdoppiò. In effetti il corpo astrale di Prue non aveva le ferite agli occhi, ma Arclos usò il suo batter d’occhio e si materializzò sul primo scalino delle scale.
"Ma che credete di fare? Io non mi farò mai battere da voi!", disse, e cominciò a sparire e riapparire qua e là per disorientare gli avversari.

Ore ??.??, Grecia

"Non potrò mai ringraziarvi abbastanza, giovani streghe!", disse Era, e con un gesto fece tornare normale la povera Piper. "Ora mio figlio è il nuovo re degli dei, e io sono diventata… la regina madre, credo."
"Di niente, Era, ma cerca di non richiamarci più. Questa avventura non è stata molto bella", disse l’imprenditrice di casa Halliwell. "Ti dispiacerebbe adesso farci tornare a casa? Nostra sorella sarà preoccupatissimissima, non vedendoci più arrivare."
"Non volete farci compagnia ad un banchetto su nell’Olimpo? Pochissimi mortali hanno avuto e avranno diritto di parteciparvi.", propose Era.
"Dobbiamo rifiutare, mi dispiace. Allora, ci rimandi a casa?", disse Phoebe con fare deciso. Quello che le era successo in fin dei conti non le era piaciuto molto.
"Bene, esaudirò la vostra richiesta. Arrivederci!", e con un gesto della mano, Piper e la sorella sparirono.

Ore 16:15, Villa Halliwell

"Finalmente siamo a casa! Quanto mi è mancata!", disse Piper alla sorella minore.
"Io aspetterei a dirlo. Guarda, c’è un demone che appare e scompare. Bloccalo!", rispose Phoebe.
"Non si può mai stare tranquille in questa casa. Prendi questo!", e con un gesto delle mani Arclos si bloccò.
"Amore, sei tornata!", disse Leo a Piper correndo ad abbracciarla. "Come è andata? Cosa è successo?".
"Ti spiegheremo tutto più tardi. Prue, cosa ti è capitato? I tuoi occhi…"
"Getta addosso al demone questa fiala. Presto!", disse la sorella maggiore, e Piper ubbidì.
"Non succede niente!", disse Phoebe.
"Sorellina, è ancora bloccato. Ecco fatto!", disse Piper dopo aver sbloccato Arclos. Quest’ultimo cominciò ad evaporare e si dissolse, non senza aver detto molte ingiurie verso il trio.
"Leo, presto, guarisci Prue.", disse Phoebe disperata.
"Provvedo subito!". E con la sua magia, l’angelo guarì gli occhi della fotografa. "Ecco fatto, come nuova!".
"Oh, ci vedo di nuovo. Grazie, cognatino mio.", disse Prue abbracciandolo.
"Di niente. Ora raccontateci cosa è successo in Grecia."
Piper raccontò cos’era capitato, tralasciando il particolare più intimo di Zeus e Phoebe. Prue successivamente descrisse ciò che era successo a lei e a Leo in quella burrascosa giornata. Tutti insieme poi decisero che era meglio mangiare un boccone, in fondo era da un sacco che non consumavano un buon pranzo (a parte Piper che si era mangiata un sacco di erba quando era una mucca). Phoebe, dopo le allegre chiacchiere a tavola, si riprese un pochino. Sapeva però che non sarebbe mai stata più la stessa. Con una scusa si congedò dalla famiglia al completo e salì in soffitta; lì vide il Libro delle Ombre e… le scappò una risata. Prese una penna, si avvicinò al leggio e scrisse l’incantesimo che aveva tramutato Piper in una mucca.
"Non si sa mai!", pensò tra sé, e scese sorridendo in cucina.
La loro vita era ritornata normale. Normale per una Halliwell, s’intende!


Scritto da Carter

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