Streghe Italia Fan Fiction

FILM MUTO


Breve riassunto: Le tre sorelle perdono la voce. Il fatto che non possono più pronunciare incantesimi fa pensare subito ad un demone, ma non indovinerebbero mai la vera ragione.

Data di composizione: 11/11/2001 Ore 18: 45 – 5/4/2002 Ore 22: 05

Valutazione del contenuto: Per tutti.

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il consenso degli autori e senza fini di lucro.


Quella sera, sul canale dei Classici del cinema, Prue stava vedendo un vecchio film muto degli anni trenta. A volte li vedeva perché le piaceva vedere le cosa vecchie, come vecchi filmini delle vacanze che aveva fatto, sia quand'era bambina che quella delle poche ferie che aveva fatto in quegli anni.
Phoebe entrò in casa, salutando il suo bello sulla porta - Ci vediamo, Phoebe. E' stato bellissimo, questa sera. - si baciarono a lungo e appassionatamente sull'uscio di casa. Phoebe salutò ed entrò in casa. - Ciao, Prue. Sono tornata. -
- Ciao, sorellina. Com'è andata ? -
- Alla grande. - Phoebe era eccitatissima, e stringeva in mano un piccolo peluche a forma di gatto - Mi ha regalato un peluche. Carino, vero ? Mi somiglia. Che dici ? - si mise il gatto vicino al viso. Prue convenne - E' il tuo gemello separato alla nascita. -
- Lo amo troppo quel ragazzo. mi sa che è il mio lui. -
- Sono contenta per te. - Prue riprese a guardare il film insieme a Phoebe.
- Non capisco come facciano a piacerti questi vecchi film muti. Non hanno sentimento. -
- A volte basta uno sguardo per esprimere sentimenti. Uno sguardo vale più di mille parole. -
- Sì, ma non si può sempre esprimere una cosa senza parole. - Phoebe sbadigliò, e si accomiatò dalla sorella - Vado a dormire. Buonanotte. -
- Buonanotte, sorellina. -
A Prue piacevano i film muti. Un muto è la prova che un attore è capace di dare forza alle sue espressioni e di dialogare senza parlare. Gli occhi sono veramente lo specchio dell'anima. Soltanto, il film era talmente noioso che si addormentò sul divano. Il televisore rimase acceso tutta la notte, e fu la ripresa dei programmi a svegliarla. Si sentiva la bocca talmente impastata da non riuscire più a parlare. Di sicuro aveva preso freddo quella notte. Scoprì di essere rimasta in canottiera. Non sapeva cosa le era preso. Quella mattina c'erano tre gradi, e lei era conciata in quel modo. Le si era abbassata la voce. Era il minimo che sarebbe potuto succederle. Si avvolse in una coperta per smorzare il freddo. Spense il televisore e andò in cucina a fare colazione, senza aspettare le altre sue sorelle. Decise di lasciare dormire Piper. La povera era rientrata alle cinque di mattina, dopo aver presieduto al concerto degli U2 al P3. Prue si mise in testa di chiederle come fosse stato assistervi, una volta che entrambe sarebbero strate sveglie.
Prue mise acqua e miscela nella macchinetta, e si sedette fiaccamente su di una sedia, appoggiandosi al tavolo. Sbadigliò, so disse che forse poteva ancora recuperare qualche minuto di sonno mentre aspettava che il caffè venisse su.

Phoebe si avvicinò alla sorella, ma la lasciò dormire, visto che rimaneva con la testa appoggiata sulle braccia conserte. Tirò giù dal fuoco la caffettiera borbottante e versò due caffè. Uno per lei, con un cucchiaio. E un altro per Prue, con tre cucchiaini, addolcire il risveglio ad una persona che detesta essere svegliata. Aveva giù la voce, e non voleva parlare. Si limitò a svegliare dolcemente Prue scuotendole leggermente la spalla. La giovane si alzò, facendo degli strani rumori con la bocca, come per levare il sapore di impastato. Cercò si dire - Ciao, Phoebe. - ma non ci riuscì. Non le usciva più nemmeno un solo suono. Si sforzò, cercando di urlare, di fare lo strillo più potente che riusciva a fare, ma fu tutto inutile. Uscì solo un suono gutturale tristissimo e raccapricciante.
- Anche tu hai giù la voce ? - chiese Phoebe, tristemente afona. Piper arrivò in quel mentre. Lei aveva ancora la voce. - Buongiorno, sorelline adorate. -
Prue e Phoebe capirono che doveva avere qualcosa da nascondere. Phoebe glielo chiese - Quando fai così ci combini uno scherzetto niente male. Spara. - diede due colpi di tosse.
- Ti fa male la gola ? -
- Un po'. Ma ho già preso uno sciroppo quando mi sono svegliata. Spero che mi passi presto. Venerdì ho un appuntamento col mio ragazzo. -
- Ah… La nostra piccola ha il cuoricino pieno, hai sentito, Prue ? - Prue annuì con un cenno della testa, cercando di dire - Ho sentito. -
- Ma è un'epidemia di tracheite ? Per fortuna che io non me la sono presa. Potrei dire a Leo di farvi un servizio tutto compreso. -
Prue annuì, bevendo il caffè. Sperava che Leo le potesse guarire quel maledetto abbassamento di voce. Ma siccome era una tipa previdente, si munì di lavagna bianca e di pennarello.
Soltanto, il suo lavoro ne risentì, diventando un'esperienza tragicomica.

Arrivò in redazione. Borsone a tracolla contenente l'attrezzatura, poi lavagna sottobraccio e pennarello in tasca. Il suo datore di lavoro le si avvicinò con una rivista arrotolata in mano. Salutò cordialmente la strega e le fece i complimenti per il suo servizio. - Hai fatto un ottimo lavoro, ancora una volta. - Prue prese la lavagna,sotto lo sguardo confuso del capo. Scrisse in inglese qualche parola che esprimesse il senso delle parole che voleva dire VOICE GONE. THANKS. - Voce sparita. Grazie. -
- Oh, mi spiace. Ma saresti dovuta rimanere a casa a curarti. -
Prue scrisse velocemente ALL IS OK. DO NOT WORRY. - Tutto a posto. Non ti preoccupare. -
- Lo spero. Comunque, per ora non ti affiderò più servizi a personaggi. Farai solo servizi a cose. Ovvero quelli che non implichino il far cambiare posizione a soggetti. Sei d'accordo ? - lesse nello sguardo della donna la delusione, ma si rendeva conto che il far mettere in posa un soggetto necessitava l'uso della voce. Prue scrisse sulla lavagnetta - OK. -
- Molto bene. A proposito: Servizio pronto. Dovresti rifinire questi scritti. Sono parte di un'inchiesta sui barboni nelle aree metropolitane. Trova qualche soggetto al suo stato naturale. Tutto qui. -
GOT IT, ON MY WAY - Ricevuto, sono già dietro. -
Prue se ne andò, il tipo considerò, inclinando la testa e spalancando gli occhi - Che forza di volontà, quella Prue… Sembra magica. -
Prue diede un'occhiata al servizio, per poter trovare lo spirito giusto col quale partire e improntare la ricerca.

Phoebe rimise a posto gli appunti nella grande biblioteca. Confusi, alla rinfusa e messi peggio di un bordello dopo un rave party di lottatori di sumo. Fra le varie metempsicosi e equazioni di settimo grado mischiate con Marquez e Pirandello, spiccavano pezzi di canzoni dei più vari artisti, insieme a ritratti in stile manga di lei e delle sue compagne di corso.
Cercava ancora altre informazioni e non sapeva dove sbattere il naso. Ritornò dall'anziana bibliotecaria. Si strinse la sciarpa di lana e cercò di proferire parola, ma la sua voce era sparita del tutto, com'era successo a Prue. Disse solo: - Mi scusi, sa dove… La mia voce… - Zap! Fulminata e muta.
- Si sente bene, signorina ? - Phoebe volle risponderle, ma dalla bocca le uscivano solo dei suoni gutturali orribili. - Vuole che le chiami un dottore ? -
Phoebe scosse la testa. Prese il suo block notes e scrisse che ci sarebbe andata lei. <Anche io, come Prue. Chissà se Piper… >
Corse via rimettendosi a casaccio la cartella in spalla. Prese la sua bicicletta e ci montò sopra alla bersagliera, schizzando verso casa come un fulmine.

Spalancò la porta e dopo essere entrata buttò a casaccio la sua cartelletta sul divano. Le venne naturale strillare per chiamare Piper. Così fece, ma dalla gola non le uscì alcun suono. Come poteva fare ? Piper, per fortuna, passava di lì. Anche lei aveva la voce roca, come se avesse la faringite - Phoebe, si è abbassata la voce anche a me. -
Phoebe scrisse velocemente "Io non l' ho più!"
- Allora è gravissimo. Leo! - cercò di urlare, ma non le riuscì gran che bene. Leo arrivò comunque. - Che c'è, Piper ? -
- Meno male che sei arrivato, tesoro… - Leo aggrottò le sopracciglia e le chiese di ripete - Non ho capito bene. Hai la tracheite ? -
Piper strappò di mano il block notes alla sorella e scarabocchiò una frase veloce "Io, Phoebe e Prue non abbiamo più la voce." lesse Leo.
- Non so cosa dire. Sicure di aver dormito coperte ? -
"Sicuro, ma abbiamo perso la voce lo stesso."
- Allora potrebbe essere un demone. -
"Sul libro non c'è nulla. Sotto Demoni Vocali ci sono solo le Banshee. Nulla più."
- Va bene, allora vado a fare una piccola ricerca in paradiso. Ci vediamo, Tesoro. -
Leo e Piper si abbracciarono, e l'angelo bianco sparì. Phoebe scarabocchiò qualche riga sul block notes "Anche senza voce te la cavi bene con la bocca."
Piper le prese la spallina della tuta e la spinse via - Ma smettila… - le disse, portandola via.

Leo tornò sulla terra a mani vuote. Nulla. Non esistevano altri demoni correlati alla voce, né erano mai esistiti. Esistevano però alcuni incantesimi per togliere la voce alle streghe, cosa che chiunque avrebbe potuto fare. - Non ho trovato niente, ragazze. Desolato. -
- Nulla di nulla. - Piper era rimasta con pochissima voce. Quasi nulla.
- Secondo me dovreste fare un incantesimo per risalire al colpevole. -
- Eh, la fai facile. Non credo proprio che con questa vocina da topo io possa fare molto. -
- Io ti consiglierei di provare, prima che sparisca del tutto. -
- Hm. - mugugnò con un cenno del capo. - Mi hai convinta. Spero soltanto di fare in tempo. -

Dopo aver fatto passare tutto il libro, le strade per la buona riuscita della missione si erano ridotte soltanto a due. L'abbassamento di voce poteva essere causato da un demone, certo. Ma… il risolverlo era la vera difficoltà. Non esistevano pozione, non c'erano incantesimo, nessuna formula per riuscire a toglierlo. Sulla pagina che spiegava queste cose, c'era soltanto la ricetta di uno sciroppo per la tosse fatto in casa.
- Non c'è nulla. Cavolo. Adesso, come facciamo? -
- Io non posso aiutarvi, sfortunatamente. Ma vedrò di fare il possibile per riuscire a trovare informazioni su questo problema. Tornerò presto, Tesoro. - Leo se ne andò, sparendo nella sua luce blu.

- Allora, in quando avete deciso di scioperare? - chiese la bionda.
- Noi avevamo deciso per la fine della settimana, ma visto che non hanno accolto le nostre richieste, resteranno a secco per un po' di tempo. -
- Finora si sono ingegnati con i sottotitoli, ma non credo che andranno avanti ancora per molto. Prima o poi si stuferanno, e allora noi finiremo lo sciopero. - spiegò la terza donna.
Nei corridoi di quell'edificio non c'era più il consueto viavai di tecnici e di direttori. Lo sciopero dei doppiatori era scaturito dallo stipendio troppo basso. Non erano attori, ma erano professionisti, così molti telefilm avrebbero dovuto mandare in onda solo versioni originali sottotitolate.
- A me va bene così. -
- Barbara, ti vogliono parlare. - l'uomo indicò la donna più piccola di quel terzetto, spronandola con il pollice ad uscire dalla sala di registrazione.
Tornò qualche tempo dopo, col volto disteso. - Stanno cedendo. -
- Avevo ragione. - gongolò la donna più alta. - Va bene, vi saluto. - disse, alzandosi dalla sedia.
- Dove stai andando? Non resti? -
- No. - si stiracchiò inarcando la schiena all'indietro e tendendo le braccia - Ho delle cose da sbrigare insieme a mia sorella. Dovevamo registrare una puntata di un cartone animato, ma alla fine è saltato tutto. O.K., figliole. Ci vediamo. -
Le altre due salutarono, poi si misero a discutere su come avrebbero portato avanti la protesta, incuranti di quello che stava succedendo in quel momento, vicino a loro, ma al contempo molto distante.

La situazione cominciava ad essere critica. Piper pensò di fare in modo di recuperare la funzionalità minima delle sue corde vocali con un aerosol balsamico. Rimase per svariate decine di minuti con la testa sotto un asciugamano bianco, che ogni tanto si levava per lasciare un po' di respiro alla sua pelle diventata color aragosta bollita.
Phoebe le passò vicino e le diede un colpetto sulla spalla sinistra.
<Come va la voce?> c'era scritto sulla lavagnetta.
<Peggio. L' ho persa del tutto.> scrisse velocemente.
<Mi spiace.>
<Siamo tutte sulla stessa barca, sorellina.> e si ficcò di nuovo sotto l'asciugamano.
Prue invece era alle prese con degli energici gargarismi alla propoli. Talvolta sputava l'intruglio abbastanza violentemente da far volare alcune gocce fuori dal lavandino.
< Che situazione… > pensò con un velo di tristezza.
Phoebe rivolse anche a lei la stessa scritta: <Come va la voce?> Prue si asciugò la bocca col dorso della mano, poi buttò velocemente un paio scarabocchi. <Andata.>
<Pessimo.> fu la risposta.
Prue arrivò nella sala, con l'aria alquanto contrariata. Phoebe scrisse qualcosa sulla lavagnetta <Che c'è sorellina?>
Prue scrisse soltanto quando si sedette al tavolo. <Non posso lavorare. Dicono che devo curarmi la voce, prima. E non mi hanno più dato servizi fotografici a personaggi famosi.>
<Forse o trovato il nostro nemico. E' un demone che si ciba di voci.>
Lo sguardo di Prue era inequivocabile. Voleva sapere quale strano potere fosse.
<Ci ha rubato la voce. Se noi beviamo questa pozione la riprenderemo subito.>
<SURE?> - Sicura? -
<Fidati.>
Le tre fecero un brindisi, proposto da Phoebe. Tracannarono la pozione, inodore ma con un colore nerastro ben poco rassicurante.
Prue fu la prima a voler dire qualcosa, ma la voce non era tornata. <Forse ci mette un po' di tempo…>
Prue scosse la testa, sconsolata. Ma la sua frustrazione durò poco più che un battito di ciglia. Un demone apparve davanti a loro. Prue cercò di sconfiggerlo, ma si rese conto di non aver più un potere. Prese per i polsi le due sorelle, cercando di fuggire nel salotto, ma il demone prese Phoebe, lanciandola sul pavimento, facendola rotolare e cercando di ucciderla.

- DeBortoli, sei qui? -
Barbara girò la testa e rispose all'appello, alzando d'istinto la mano - Eccomi. Che ci dici, allora? -
- Beh… Pare che alla fine abbiano ceduto. Ci daranno l'aumento! -
- Deo gratias!!! - sbottò in un grido liberatorio l'altra Barbara - Finalmente. E solo dopo tre giorni. -
- Che c'è da gridare? -
- C'è che possiamo anche tornare a lavorare, Maura. -
La donna la guardò con l'aria confusa - Com'è? Ci danno l'aumento di stipendio? -
- E sì, carina. -
- E vai!!! - Maura buttò in aria i fogli che aveva in mano.
- Sentite, bimbe. - un uomo entrò in sala di doppiaggio. Era il direttore del doppiaggio in persona. - DeBortoli, Gardin, Cenciarelli, visto che lo sciopero è finito, nulla in contrario a ritornare a doppiare "Streghe"? -
- Mi ero abituata troppo bene a non lavorare. - commentò Maura.

La situazione era critica. Le tre sorelle avevano l'incantesimo, ma non la voce per pronunciarlo. Il demone veniva tenuto a bada dai poteri delle tre, ma alla lunga le avrebbe logorate e avrebbe vinto. Cosa fare? La domanda più giusta sarebbe stata "Di che morte dobbiamo morire?".
Il mostro buttò Phoebe in un angolo, artigliandola con una delle sue mani enormi. La giovane batté la schiena e rantolò dal dolore.

La voce risuonò dall'interfono, chiara e metallica - Avete studiato bene la parte? -
- Ti dice niente la parola professionismo? - rispose sarcastica la prima Barbara.
- Hm. Allora, ricordate dove eravamo arrivati l'ultima volta? Mettetecela tutta come al solito. - dopo aver preso un respiro profondo, scandì il tempo dall'inizio della registrazione. Finalmente le tre interpreti avrebbero avuto di nuovo un pronuncia italiana invidiabile.

- Sorellina! - strillò Prue. Non si rese conto di avere improvvisamente ritrovato la voce.
Piper provò a biascicare qualche parola, proprio quando nel mondo parallelo anche la sua voce prestata iniziò ad animarsi nuovamente - Io riesco a parlare! Parlo ancora! - disse, entusiasta.
- Non c'è tempo da perdere, sorellina! Andiamo a prendere Phoebe. -
- Dove pensate di andare voi due?! - ruggì il demone, cercando di prenderle e stritolarle con una sola mano.
- Lasciaci in pace. - Prue lo scaraventò contro una parete, sfondandola.
- Dannazione, ora dovremo spendere uno sproposito, Prue! -
Si avvicinarono alla sorella minore, ancora dolorante - Va tutto bene, piccola? -
- Sì, sorelline. Ho mal di gola, si sente? -
- Non fare la spiritosa, e prendi il foglietto, sbrigati e leggi la formula. -
- Subito. - Phoebe trasse dalla tasca dei pantaloni il foglietto della formula.
- Voi tre siete morte. -
- Per il potere che ci fu conferito… - cominciarono a pronunciare l'incantesimo all'unisono, prima che il mostro avesse una reazione e Piper lo congelasse.
- Non lasciamoci distrarre, ragazze. - le incitò Prue - Continuiamo! -
- Per il potere che ci è stato conferito, ora sprofonderai nel dolore infinito. Sparisci e non osare ritornare, se non vorrai nell'oblio eterno bruciare. -
E come al solito, alla fine dell'attuazione, il demone in questione si sciolse sul tappeto di casa, vaporizzandosi poi in un attimo.
Piper tirò un lungo sospiro di sollievo, dicendo - Cavoli, sorelline. Vorrei proprio sapere come ho fatto a recuperare la mia voce così di botto. -
- Anch'io. Fino ad un attimo fa eravamo prive di alcun potere e della facoltà di parlare e un attimo dopo siamo ritornate normali. -
- Mah... Considerando quel che ci capita di solito, questa devo dire che è una cosa abbastanza consueta. -

- Mah... Considerando quel che ci capita di solito, questa devo dire che è una cosa abbastanza consueta. - fu l'ultima cosa che Barbara Gardin disse prima che spegnessero la registrazione.
Ultima battuta della giornata, titoli di coda e fine della trasmissione. Il direttore del doppiaggio, in cabina di registrazione, diede la fine della giornata alle ragazze. - E' finita, per oggi. Episodio 21 completato. Potete andare a casa. -

Scritto da MoonWalker


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