Streghe Italia Fan Fiction

LE CITTA' DEI VIZI
Primo episodio: THE GREAT PRETENDER


Breve riassunto: Le tre sorelle ritrovano Daniele, il loro cugino italiano. Questi però, nonostante le tre siano in vacanza per due mesi, le fa lavorare per trovare un demone. Ma il piano si rivelerà presto più complicato del previsto…

Data di composizione: 2/9/2001, ore 13: 54 – 22/12/2001

Valutazione del contenuto: Adatto a tutti, senza distinzioni di età

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito Streghe Italia e che tutti i personaggi della serie Streghe/Charmed sono di proprietà della Warner Bros. Television/Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il consenso degli autori e senza fini di lucro.


In una giornata di splendido sole su Milano, Daniele rimaneva appoggiato alla sua nuova auto, comprata al posto del vecchio Pick Up riverniciato, immatricolato 1996. Ora aveva una station wagon tedesca abbastanza grossa. Aspettava qualcuno davanti allo scalo di Malpensa 2000, inaugurato da un paio d'anni. Aveva già aspettato due ore un volo mai partito, prima di sapere che sarebbe decollato dagli Stati Uniti con un ritardo pazzesco: quattro ore. Quando ebbe la notizia dai tabelloni a lettere mobili gli venne voglia di bestemmiare, come ad una discreta parte di quelli che attendevano da quella mattina. Si trattenne con grande fatica, e tornò all'auto per cambiare il ticket, ma quella era una giornata particolarmente sfortunata, e la macchina per la stampa dei biglietti per il parcheggio si mangiò i suoi soldi per la seconda volta. Anche per quello, dovette trattenersi. Ciò non gli vietò di assestargli un sonoro e rabbioso cazzotto, dopo aver appurato che non c'era nessuno nelle vicinanze. - Maledetta macchina. -
Poco dopo lo scoccare della quarta ora, il tabellone nero annunciò l'arrivo del volo 749 dell'America Airlines da San Francisco, con quattro ore di ritardo. - Almeno quel maledetto volo è arrivato. Commentò sgranocchiando nervosamente i suoi zuccherini, metodo adottato per smettere di fumare, e per diminuire il nervoso che lo stava divorando da un paio di mesi a quella parte.

- Vedrai, Paige. Daniele ti piacerà. Non è bellissimo, come uomo, però ha molte altre ottime qualità. -
Paige non ne aveva alcun dubbio, ma trovava strano che non ci fossero altre foto di questo tizio oltre quelle che aveva fatto durante la visita in Italia delle sue sorelle - E come mai non ci sono altre foto di questo nostro cugino oltre a quelle che avete fatto l'altr'anno ? -
- Perché è un cugino molto lontano, è un pronipote della sorella di Melissa. E non lo abbiamo incontrato molto spesso, in questi anni. - spiegò Piper. Era la prima volta che venivano in Italia senza più Prue.
Daniele le aveva viste, e stava cercando di farsi notare. Loro lo videro in mezzo alla folla delle persone che aspettavano i passeggeri, all'uscita di quel tunnel che immetteva nell'ala arrivi e partenze. Il brusio della folla era insopportabile, e le urla di Daniele per attirare l'attenzione non facevano effetto. Dovette divincolarsi da lì, e alla fine riuscì a ricongiungersi al gruppo. - Finalmente sono arrivato. -
- Anche noi. Ti abbiamo fatto aspettare ? - chiese premurosamente Piper
- Non voi. Dov'è Prue ? -
- Purtroppo… è morta due mesi fa. Credevo ne fossi al corrente. -
Daniele era sconvolto. - Accidenti. E' terribile. Lo vengo a sapere adesso da voi. Com'è successo ? -
- Un demone. Ha sbattuto me e lei contro il muro di casa nostra. Le ha rotto la testa come fosse una scatola di cartone. Io mi sono salvata per miracolo. - Piper mimò un colpo sulla nuca col taglio della mano.
- Accidenti… Mi spiace. E… - guardò Paige - la bela tusa, chi ? Chi l'è che l'è? -
Paige rimase spiazzata. Conosceva a malapena l'italiano, e ora quello si metteva a parlare in quella lingua strana. Diversamente, le due sorelle maggiori, che gli risposero. Sbagliando peraltro molto in dizione - E' nostra sorella. Si chiama Paige. Paige, questo è Daniele. Daniele, questa è Paige. -
- Molto piacere di conoscerti, Paige. - le porse la mano. Lei ricambiò, e gli sorrise - Il piacere è mio. -
- Siete venute solo voi ? E il tuo moroso, Piper ? -
- E' diventato mio marito, al momento. -
- MIII!!! Ma sono sempre l'ultimo che sa le cose, qui ?! Congratulazioni, dolcezza. - batté un colpo sulla spalla di Piper.
- Tu, come stai ? - Daniele, con quella domanda, si accorse di essere stato un po' deficitario sugli aggiornamenti sulla sua situazione. Aveva due notizie, ma una… era molto sconvolgente, e non voleva dirglielo se non al momento giusto - Diciamo che ho una piccola sorpresa per voi. Passate qui le vacanze ? -
- Siamo all'albergo Maria. Sai dov'è ? -
- Sicuro. Non ci possiamo arrivare in macchina, però. -
- Come mai ? -
- E' nel centro, e il centro è isola pedonale. O si prende il tram, oppure la metropolitana, oppure con le nostre zampine. -
Piper lo smosse dal suo discorso. Era arrivata una delle valige, una rigida color verde petrolio. La prese dal nastro e la mise in terra. Aspettarono ancora, fino a trovare una sacca da tennis bianca con una scritta dorata. Daniele la prese, mentre continuava il discorso che aveva interrotto. - Quindi, un mese in tutto. Ventotto notti e ventinove giorni, per l'esattezza. Spero che vi piaccia la città. A novembre è difficile trovarla con così tanto sole. - una valigetta ventiquattrore nera con una striscia rossa al centro. Prese anche quella.
- Non ci sono più demoni, vero ? -
- Eh… Sì… Aspetta e spera! Quelli non finiscono mai. Ne ho steso una a colpi di frecce, ieri, mentre andavo al poligono. -
- A colpi di frecce ? - chiese Piper.
- Sì. Per fortuna non mi ha visto nessuno, mi ero spinto fuori dal percorso consentito per il porto d'armi della mia balestra, per beccarlo. Uscire dalla zona comporta il sequestro di arma e porto, e una forte multa, oltre ad una nottata in questura. -
- Qui i demoni si battono così ? Ah, ma questa è una fortuna. Non mi dovrò ammalare per i fumi delle pozioni. -
- Di che ti lamenti, fiorellino ? - commentò acida Paige - Ti riferisci a quella volta che… -
Il tasto dolente era stato pigiato e Phoebe zittì la sorella mettendole una mano davanti alla bocca - ZIITTAA!!! -
- Ne riparliamo dopo. - le calmò Daniele - Ora, le valige sono tutte queste ? -
- No. Ne manca una. Ma dov'è ? -
Phoebe si accorse che il loro bagaglio era passato e loro non se n'erano accorte. - E' quello. Se ne va! -
- Piper. Fermalo. Io vado a recuperarlo. - Piper fermò il tempo. O almeno ci provò. Sembrava che non avesse più alcuna capacità. - Ma che mi succede ? -
- Ci pensiamo dopo. - Daniele scattò come una molla per recuperare la valigia. La raggiunse quando stava per sparire dentro il tunnel di rientro. Infilò di rabbia il braccio e trattenne il bagaglio sul nastro. Estrasse il peso e lo portò via. - Eccola qui. Altro ? -
- No. E' l'ultima. Dove andiamo, ora ? -
- Devo portarvi in albergo, no ? Ci vorrà una mezz'oretta. Appena arriviamo in città pigliamo la metro. L'uscita della fermata è proprio davanti all'albergo. Non c'è problema. -
Daniele fu allarmato da uno stranissimo odore di zolfo. - Diavolo, ma c'è un odore pestilenziale. -
- Troppo caldo. - commentò Paige, tergendosi il sudore con un fazzoletto.
- No… Zolfo… è un demone. In gamba, sorelline. Facciamo finta di nulla. - si diressero verso la macchina di Daniele.
- Ehi, hai cambiato la macchina. - notò Phoebe
- Sì, era abbastanza obsoleta, e quindi… Ho fatto un leasing per averne una. Bella, non trovate ? - Daniele teneva un orecchio per loro e uno per l'esterno, un occhio per loro ed uno per l'esterno. Il puzzo di zolfo segnala la presenza dei demoni di fuoco, classe Elemento. Classe abbastanza potente. Una volta uno di quelli l'aveva mandato addirittura all'ospedale con varie ustioni di secondo grado in varie parti del corpo. Oppure, poteva essere qualcosa di peggio. Lo diceva il suo sesto senso, molto sensibile.
Ingranò la marcia e partì verso il centro. L'ombra che li seguiva si era perfettamente accorta che avevano captato la sua presenza, ma questo non andava contro i suoi piani. - Andate, andate pure. Io vi seguirò come se fossi la vostra seconda pelle, mie care streghe. -
Strinse una pietra rossa in mano, e sparì in una nuvola rossa di fiamme.

Daniele invitò a pranzo le cugine dopo averle aiutate a scaricare i bagagli. Aveva preparato qualche piatto non tipico, come la prima volta. Il menu prevedeva carne macinata condita con limone e prezzemolo, volgarmente nota come insalata di carne. A pranzo, discussero a lungo del più e del meno, finché, giunti al caffè, Daniele non tirò fuori un discorso che aveva preparato da qualche tempo. - Allora, signorine, che situazione c'è a San Francisco ? In quanto a soprannaturale, intendo. -
- Abbiamo soltanto fatto secco qualcuno di quei fastidiosi demoni. Quanti, Phoebe ? Dieci, venti ? -
- Non lo so… - disse, con falsa modestia - Forse in tre anni anche cento. -
- Buffone… - commentò Paige, guardandosi intorno. Il naso le stava cominciando a pizzicare in punta, segno che qualcosa non andava. Tirò fuori le sue carte, e cominciò ad interrogarle. - Paige… Ti sembra il caso di giocare a carte ora ? -
- Zitta, Piper. Ho sentito qualcosa di strano alle mie spalle. Guarda tu stessa. -
Piper fece come le aveva detto la sorella, ma non vide altro che una cameriera. - E' solo una ragazza che serve ai tavoli, Paige. Rilassati e goditi la giornata. -
- Paige non ha tutti i torti, però. Daniele estrasse dalla tasca dei suoi jeans la copia di un quotidiano che recava la data di quel giorno. - Leggete in prima pagina. -
Phoebe prese il giornale e lesse a voce alta. - Milano: raffica di arresti per prostituzione. In manette ottanta persone, indagate altre centodieci. Per la miseria. -
- Questo non è un fatto strano. Ogni anno ci sono migliaia arresti di questo tipo, anche nella mia zona. Eclatanti in questo modo, mai. Ci sono dentro anche minorenni e persino politici della giunta comunale, molto vicini al sindaco. -
- Beh… E' il mestiere più antico del mondo e non è proibito. E' proibito lo sfruttamento. - Phoebe non era d'accordo.
- Ma quello che mi preoccupa è proprio quello. Sapete che incremento ha assunto il fenomeno ? Ve lo dico io. E' la decima retata in una settimana. E sono andate tutte a segno. Ieri abbiamo fatto irruzione - Daniele elencò aiutandosi con le dita - In un bordello di Quarto Oggiaro alle otto di mattina, in una casa d'appuntamenti clandestina a Porta Vittoria all'una, abbiamo anche trovato un pensionato che commerciava materiale osceno, verso le cinque del pomeriggio. Ho bevuto soltanto un caffè il giorno prima. Sembra che tutti siano colti da una specie di… mania collettiva. Non so come dire. -
- Speriamo di no. Esistono dei demoni che stimolano queste reazioni, Paige ? -
- Forse. Esistono creature che possono infettare gli esseri umani per farli diventare nuovi demoni. - rispose.
- Se così fosse, allora ci avresti chiamato per lavoro. -
- Sei matta, Phoebe ? Siete voi ad avermi chiamato, scusate. - sorrise.
Paige considerò a bocca piena: - Secondo me, meglio finirla in fretta e tornare alla vita di tutti i giorni. Demone della lussuria ? -
- Molto probabilmente sì. Ho la netta sensazione che sia una creatura così. Ma per fortuna, anche se sono molto forti, non possono resistere a questi. - Daniele lasciò cadere una manciata di proiettili sul tavolino.
- Colpi per pistola ? Che hanno di tanto speciale ? -
Daniele ne prese due diversi. Uno era lucido e di colore grigio brillante, l'altro lungo e ossidato. Li tenne entrambi fra il pollice e l'indice, mostrandoli alle cugine. - Quello grigio è fatto d'argento. E' cavo, sigillato da un piccolo tappo di cera. Dentro al corpo del demone si scioglie e libera un infuso di erbe dannoso per qualsiasi creatura demoniaca. Inoltre, è anche inciso con una croce. Per maggiore sicurezza. Il proiettile dorato invece è fatto di una lega speciale, ed è a testina rinforzata, ma sempre con pozione e croce. -
- Non avrei mai pensato che bastasse sparare ad un demone per ucciderlo. -
- Devi avere il colpo giusto. Per farmeli mi ci sono voluto quindici anni di ricerche su decine di libri. Alla fine però ho appurato una tattica vincente. -
- Fino a prova contraria, Daniele. Non sappiamo se funzionano effettivamente. -
- Paige, io ho ucciso decine di creature con quelle pallottole. Se non funzionassero, di sicuro ora avreste un parente di meno. -
- Ma con cosa le usi ? I proiettili rinforzati non vanno bene con una pistola come la tua, d'ordinanza. Una 7.65 è troppo piccola. - considerò Paige.
Daniele strizzò entrambi gli occhi, e mugugnò compiaciuto - Molto bene, Paige. Vedo che ti intendi di armi. -
- Mi piacciono molto. - confermò.
- Io per i colpi rinforzati uso questa. - Daniele non poteva farsi vedere in giro troppo, con quell'arnese in tasca, perciò si limitò ad aprire una parte della sua giacca. Sotto teneva una pistola a tamburo di grosso calibro. Paige la riconobbe immediatamente, emettendo un sussulto di sorpresa e interesse. - Ehi, ma è un 357. Sei colpi, molto pesante, ma devastante sia da vicino che da lontano. MI piace. -
Daniele cominciava ad apprezzare sempre di più Paige e il suo naturale interesse per le armi. - Ebbene sì. Sono così lunghi per questo. Avrei voluto farli così anche quelli d'argento, ma non si sa mai. -
- Molto bene. Ora che facciamo ? Dove cominciamo a cercare questo demone ? -
- Prima, vi devo consegnare queste. - Daniele fece vedere quattro balestre tascabili, molto piccole. - Prendetene una a testa. Per difesa personale. Trattatele bene, ché mi sono costate un occhio della testa. -
- Noi abbiamo i nostri poteri per difenderci. - obiettò Phoebe.
- Beh, cara Phoebe… La Premonizione ti può consentire di prevedere gli attacchi, ma non di sconfiggere i tuoi avversari, non credi ? Avanti, penso al vostro bene, no ? -
- Non ho mai preso in mano nemmeno una pistola giocattolo. - considerò Piper - Non centrerei un demone a due passi. -
- Vi ho fornito anche quattro porti d'armi. Valgono un anno, e consentono di usare le armi per legittima difesa. Ho pensato a tutto. Siete a posto. Occhio a non abusarne. -
- Sta' tranquillo. Grazie del pensiero. Sei un tesoro. - Phoebe gli si abbarbicò al collo e gli diede un grosso bacio sulla guancia.
- Mi preoccupo per voi, ragazze. -
- Ehi, taccagno! Dove sono le frecce ? - si rivoltò Paige.
- Ah, sì. Quasi me ne dimenticavo. - Daniele portava nel suo marsupio anche quelle. Erano legate fra di loro con un elastico e avevano le punte coperte da dei gommini. - I vostri colpi saranno questi. Sono cave e contengono la stessa pozione dei miei bussolotti. Scusate, ma era l'unica arma che mi hanno potuto dare. -
- A noi basteranno. Cinque per una. - prese le sue frecce e le agganciò alle microscopiche faretre ai lati dell'arma.
- Ce ne sono delle altre, ma ve le darò dopo in macchina. -
- Pronte all'azione. - scherzò Paige, armando i flettenti e puntando uno per uno i commensali. - Bel giocattolo. Grazie. -
- Ok. Ho sentito che stanotte al Duomo avverrà un rito d'iniziazione. Dobbiamo entrarci dentro di giorno confondendoci fra la folla, e rimanere dentro fino a quando non scopriremo qualcosa. Allora, cominceremo a fare casino. Non possiamo usare le armi, come prima cosa. A incantesimi, come state ? -
- Esperte mondiali. - Phoebe assunse una posa da diva.
- Mi fa piacere. Cominceremo subito dopo aver preso il caffè. - Quasi come un indovino, Daniele previde l'arrivo della cameriera con i quattro espressi.
- Ho sentito che i vostri caffè sono diversi dai nostri. - chiese Paige
- Prova a berne uno. - Daniele porse le sue due bustine di zucchero alla cugina - Tieni la mia bustina, tanto io lo bevo amaro. -
- Mah. Non capisco cosa ci sia di tanto diverso. - Paige mise lo zucchero (una bustina), e ne bevve un sorso. Storse la bocca e reclinò la testa di lato. - Ma è fortissimo! -
- Abitudine. Bevi solo caffè lungo e poi non ti sai godere un buon espresso. - commentò trangugiando la sua bevanda. Bollente ed amara.

L'aria nella più famosa chiesa gotica del mondo cominciava a farsi piena di ansia per quello che sarebbe successo di lì a poco con l'arrivo delle tenebre. - Questa chiesa la usano per celebrare messa ? -
- No, Piper. E' come in disuso da qualche tempo, e viene solo visitata dai turisti. Avrei voluto far vedere a Paige la vista intera della città, ma qui dobbiamo lavorare. -
- E allora ? Il tempo per divertirsi lo si trova sempre. - qualunque discorso fatto dal gruppo rimbombava fra le navate e veniva amplificato di dieci volte. - Zitte, ragazze. Arrivano. -
I quattro erano accucciati dietro l'altare maggiore, ma in modo da riuscire a vedere la scena fin nei minimi particolari. La processione entrò in silenzio quasi assoluto. Solo i passi ribattevano da una parete all'altra, svanendo ma ricominciando, così in rapida successione, fino a quando tutti non furono fermi. Allora, il celebrante innalzò frasi in latino. - Che sta dicendo ? -
- Io, col potere dell'Inferno immortale concessomi dal sommo Satana in persona, ho il privilegio, nonché l'onore… - Daniele conosceva a memoria la formula, anche se non conosceva una beata mazza del latino - di… far rinascere l'immortale Male. E' una formula per il risveglio dei Cavalieri dell'Apocalisse. Non posso stare a guardare. - Daniele armò i proiettili rinforzati e invitò le sorelle a tirare fuori le balestre. Paige non era d'accordo. - Aspetta ancora. Come finisce il rito ? -
- Se non sbaglio, bisogna immergere una pietra preziosa dentro una scodella di sangue. Vuoi dire che dovremmo aspettare la fine del rito ? -
- Di solito, deve mostrare la pietra, una volta che l'avrà fatto, tu darai prova della tua abilità con la pistola. -
- Da qui è difficile, ma ci proverò lo stesso. - Paige si offrì di fare da cavalletto. Daniele pose la pistola sulla spalla della cugina e tenne d'occhio il celebrante.
Dopo una mezz'ora, il rito volse al termine, e il celebrante mostrò la pietra alla croce. Lo doveva fare per cacciare il bene ed avere un oracolo malvagio dove far rinascere i peccati e l'empietà. - E' il momento, Daniele. Vedi di beccarlo. -
- Sparare in una chiesa… Che Dio mi perdoni. - Daniele bestemmiava, certe volte, ma non si sarebbe mai permesso di farlo in un luogo sacro.
Un'unica esplosione spezzò l'equilibrio silenzioso della sacralità. La pietra andò in mille pezzi.
Nessuno ebbe il tempo di reagire, sorpreso e spiazzato. Daniele intimò ai demoni presenti di rimanere fermi. - Agente di Controllo Spirituale! Nessuno faccia un passo o sparo! -
Gli adepti si rivoltarono, e cercarono di prendere Daniele. Per lui era tanto aver sparato contro una pietra, non trovava il coraggio di uccidere delle persone innocenti, anche se con quelle convinzioni. Piper intervenne bloccando il tempo. - Andiamo via, presto. -
I quattro uscirono dal Duomo dai portoni principali. Li richiusero all'istante e tirarono un sospiro di sollievo. - Spero che il tuo potere duri molto. Non mi va di finire linciato. -

Se ne andarono, non sapendo che alcuni frammenti della pietra preziosa erano caduti nella bacinella, e la cerimonia si era conclusa. Una luce nera si spanse dalla ciotola, e una cometa sfondò una delle finestre della facciata. Il gruppo la notò, e ne rimase scioccato. Una volta arrivata fino al cielo, si divise in sei scie luminose, ognuna di colore diverso. - E questo ?! -
- Ma che diavolo è successo ? -
- No, accidenti! Dei frammenti di pietra devono essersi mischiati alla pozione. Così il rito si è concluso lo stesso. Maledizione. Dovevo mirare alla ciotola, non alla pietra! -
- Ora, che succederà ? -
- Dobbiamo tornare indietro e saperne di più. - Daniele corse in chiesa, e prese in disparte il celebrante. Fece sbloccare la testa da Piper e lo interrogò a fondo, sotto la costante minaccia dei proiettili d'argento.
- Io… so soltanto che il mio padrone vuole far risorgere i peccati in tutto il mondo. -
- Intento nobile. Mi date molto lavoro, così. E la cometa che abbiamo visto prima è un segno ? -
- Sì… Il rituale non ha fatto rinascere del tutto i peccati, che così hanno bisogno di diffondersi per avere forma completa. -
- Grazie dell'informazione. Ora ti posso fare secco con un grazie. -
- No, fermo! Non ti ho detto dove cercarli! -
- Bene, dimmelo subito. -
- Io so solo che uno è qui a Milano, quello della lussuria.. Si nasconde qui a Milano, ma non so dove! - Daniele cercò di prenderlo per il collo della veste da cerimonia, ma Paige lo precedette. - E la cometa ?! C'erano dentro gli altri sei peccati, no ? E dove sono finiti ? -
- Non lo so, possono essere dappertutto. Egitto, Norvegia, Stati Uniti, Ovunque! Non ve lo so dire! -
Paige, in un eccesso di rabbia, lo mollò, sbattendolo a terra violentemente.
- Adesso vattene. - gli concesse Daniele. Non era un demone, e non poteva ucciderlo indiscriminatamente. - Sparisci! -
- Dove andiamo a cercare quei demoni ? - gli chiese Phoebe.
- Non ne ho la minima idea. E' molto difficile. Lo ha detto anche lui che potrebbero essere dappertutto. Cavolo. La faccenda si complica sempre di più. -
- Noi abbiamo una formula che attrae demoni e creature magiche. Si può usare per il nostro intento. -
- Sì, può darsi. Anche se… Serve il nome di chi si vuole invocare ? -
- Accidenti, che disdetta. E' vero. -
- Aspetta, Phoebe. Io posso usare delle altre vie. - Paige aveva in mente un'idea, e le sorelle speravano che fosse la strada buona.

Paige era una grande esperta di esoterismo, e ora le sue capacità sarebbero tornate utili a tutti. Cercò di attuare un rito che avrebbe rilevato le creature più potenti, quali dovevano essere i demoni che stavano cercando.
- Ma perché ci mette così tanto ? - chiese Piper, in preda all'impazienza
- Non essere così impaziente, sorellina. Paige fa del suo meglio. - la protesse Phoebe - Ma sembra non sia così facile. -
Paige uscì dalla trance e confermò i sospetti che erano affiorati alla mente del gruppo. - Daniele aveva ragione. Sono in sette città diverse. Una presenza la sento qui vicina, molto vicina. -
- Quanto vicina ? - chiese Daniele impaziente.
- Dice… Via Ferrari. -
Daniele arrossì. Le sorelle gli chiesero cosa ci fosse di strano - Ehm… E' la sede di un sexy shop e bar, sul quale ho svolto delle indagini… - rispose.
- Beh, mi pare che sia la sede adatta, no ? Andiamo. -
- Al tempo, Piperita. - Daniele non era sicuro di voler per forza andarci.
- Avanti, maschione. Non è il momento di farsi venire certi scrupoli idioti. - Paige lo prese per il dietro del collo della camicia e lo spinse in avanti, verso la porta di casa.

Il negozio rimaneva aperto tutta notte, e questo dava modo ai quattro di poter rimanere appostati a controllare ogni movimento sospetto. Ma a mezzanotte, non era ancora successo assolutamente nulla, e Phoebe era già crollata nel sonno più profondo. Daniele offrì ancora del caffè alle sue compagne di sventura - Caffè? -
- No, grazie. - gli rispose Paige, che però si stava addormentando. Piper l'accettò di buon grado.
Daniele si sporse all'indietro, porgendo il bicchiere a Piper. - Ma non succede mai niente in questa benedetta città? -
- Che palle. Mi sa che le tue carte hanno fatto cilecca, Paige. -
Paige si rivoltò, offesa. - Le mie carte non fanno mai cilecca! -
- Buone, voi due. Che ci scoprono. -
Verso l'una di notte, l'unico ad essere ancora in piedi era Daniele, da tempo affetto da una pazzesca forma di insonnia cronica. Scrollò le ultime gocce di caffè che erano rimaste nel thermos e le tracannò immediatamente. - Due palle… - commentò stancamente, appoggiandosi al volante. Guardò le sue cugine dormire come ghiri, e quasi gli dispiacque doverle avvisare. Il piccolo cristallo che aveva al collo cambiò colore all'improvviso. Divenne di un rosso sangue acceso. - Ehi, belle addormentate. Desdéves! C'è da lavorare. -
Non ebbe risposta. Tutte erano avvolte da un profondo sonno comatoso, dovuto sia al jet lag che alla noia. Daniele mugolò qualcosa a denti stretti e scese dalla macchina, avvicinandosi al locale.
Entrò, cercando di nascondere la sua profonda vergogna per essere lì in quel momento. Donne mezze nude ed un'atmosfera a luci rosse, questo era lo sfondo predominante. Adocchiò la donna che era appena entrata. Mora, sguardo ammaliante, fisico snello e atletico. Era vestita con un lungo abito di pelle, pantaloni attillati e un top molto scollato legato dietro la schiena con due sottili cordini.
Il ciondolo di Daniele prese di nuovo a brillare. - Ti ho beccata, bimba. -
La donna sparì dentro ad una porta e Daniele, facendosi largo fra la folla con sonori spintoni e spallate.
- Sono arrivata, signora. -
- Allora, hai osservato i loro movimenti? -
- Sì, ma devo dire che mi sono sembrate poco più di tre ragazzine con un tipo molto strano. -
- Non le sottovalutare… Quelle tre dovrebbero essere le Prescelte. -
- Anvedi… - commentò Daniele a voce bassa, cercando di non farsi scoprire dagli avventori.
- I tempi sono maturi. Ormai anche gli altri sei Grandi Baroni sono rinati sulla terra, e attendono di dominarla… Tu, fai in modo da togliere di mezzo quei quattro impiccioni prima che ci causino guai seri. -
- Sarà fatto, mia signora. - si inginocchiò e uscì dalla sala piena di fumi.
Quando uscì, Daniele la affiancò da dietro e le puntò la pistola alla schiena. Le bisbigliò all'orecchio - Adesso stai buona e ti prometto che non ti farò del male. -
- Dannato… Tu sei quello che era insieme alle Prescelte. -
- Hai buona memoria. - da poliziotto navigato, Daniele la perquisì senza dare nell'occhio e le tolse le armi. Quando fece una perquisizione persino nelle tasche dei calzoni della donna, lei fece leva sulla sensualità per distrarlo - Hmm… Vedo che sai dove mettere le mani. -
- Sta' zitta o ti sparo. - premette la canna contro la schiena della donna, e finì di perquisirla. Nessuno si era accorto di nulla. - Avanti, portami dal tuo capo. Muoviti. -
- Non spingere… - la donna accondiscese, e lo condusse dal vero demone.
- Che ci fai ancora qui, Luxor? -
Daniele spinse la donna dentro la stanza, facendola cadere a terra. - Ti stavo cercando, sorella. -
- Io ti stavo aspettando, invece, Paddy. -
- Non cominciamo a girare il coltello nella piaga, sorella. Prima ti liquido, meglio è per tutti. -
- Io non credo. - il demone prima scostò il tiro dell'arma, e poi stese Daniele con una facilità impressionante. Doveva possedere il potere della Telecinesi.
Il giovane italiano rimase dolorante sul pavimento, col sangue che gli colava dalla bocca ed una grande confusione nella testa.
Quando alla giovane donna fu data la possibilità di liquidarlo, prese la pistola e fece fuoco, uccidendola prima che potesse fare alcunché.
Cercò di rialzarsi, ma l'enorme forza lo spinse nuovamente giù. - Sei veramente debole. Non posso credere che tu sia un parente così prossimo delle Prescelte. Evidentemente la spina dorsale l' hanno soltanto le tue s… -
- Non giudicarmi male… - Daniele si girò con uno scatto degno di un acrobata, e lanciò il coltello requisito alla seconda del Gran Barone, conficcandolo nella sua mano destra.
- Dicevi, scusa? -
- Daniele?! - Piper e le altre tre irruppero nella stanza.
- Che? Vi siete svegliate, cuginette? - chiese sarcastico.
- Cugine? Dunque non sanno nulla… -
- Cosa dovremmo sapere? - chiese Phoebe.
- Non so di che parli. Sta cercando di fregarvi. Bloccala, Piperita! - Daniele fece un paio di falcate, avvicinandosi al Barone Piper bloccò il tempo con un - Oh mio Dio. - dettato dalla concitazione. Daniele, da abile truffatore, tolse con un gesto lestissimo il coltello dalla mano del demone e la infilzò al cuore. Poterono andarsene, mentre il tempo era ancora bloccato. Già che c'era, gli sparò alla testa.
Il quartetto tornò in macchina, stanco e sporco di sangue.
- Daniele, a cosa stava accennando quel demone quando ha detto "non sanno nulla"? -
- Non lo so, Piperita. -
Ma Piper ebbe la netta sensazione che Daniele stesse semplicemente scansano la sua domanda

Anticipazioni: I vizi sono nella natura intrinseca dell'uomo. Non te ne puoi liberare, e di certo fai molta fatica a controllarli. Se sei una creatura consacrata al bene, cosa farai quando un demone ti ghermirà senza che tu possa far nulla, e ti condurrà poi alla fine?
Continua in
Episodio 2: EAT IT

Scritto da MoonWalker


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