Streghe Italia Fan Fiction

ARIA DI TEMPESTA
Un'altra storia interattiva di "Streghe"


Riassuntino: e come faccio? E’ un po’ complicato… ok, diciamo solo che in casa Halliwell sono tutte un po’ nervosette e che mentre loro litigano, c’è una setta che cerca di risvegliare un demone, e poi il resto leggetelo…

Adatto: bambini con genitori

Data di composizione: Ehmm, ho dimenticato quando ho iniziato questo racconto, diciamo parecchio tempo fa (cosa volete, avevo perso l’ispirazione) comunque so almeno quando l’ho finito: il 20 Settembre 2000

Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Streghe Italia” e che tutti i personaggi di “Streghe – Charmed” sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment e sono utilizzati senza il permesso degli autori e senza fini di lucro.

Chiesa sconsacrata sulla 5^

Un uomo con una tonaca verde gesticolava camminando solennemente verso un altare improvvisato su cui, la statua di un uomo con la coda di serpente, troneggiava sulla stanza. “Mio signore, la tua riscossa è vicina, stiamo preparando tutto per il tuo ritorno, fra poco la prescelta arriverà, e allora sarai libero. La fine è vicina” Disse la figura alzando al cielo un calice pieno di sangue

Come al solito, casa Halliwell

Diario di Chris

20 Settembre

Ola, diarietto mio, rieccomi qua, la tua carissima Chris, e chi volevi che fosse, ti uso solo io, o almeno così spero, comunque, … cosa vuoi che ti racconti di bello? L’autunno è appena cominciato. Le foglie degli alberi si ingialliscono dando agli alberi sfumature sempre diverse. La scuola è ricominciata ad pochi giorni, ma già le cose per me non sono delle più facili, ma la cosa che mi preoccupa di più è l’aria che si respira in casa. Phoebe sta studiando come una matta perché deve ridare un esame che le era andato male ed è nervosissima, Prue si aggira per casa come uno zombie alla ricerca di qualcosa da fare, adesso che è di nuovo senza lavoro è tutto il giorno chiusa qua dentro, e Piper non vede Leo da troppo tempo e la gelosia la sta facendo impazzire. Sono tutte e tre particolarmente nervose e suscettibili, non si parlano se non per scambiarsi battuttacce cattive. Ho la netta sensazione che la cosa finirà male. Per quanto riguarda me, invece, ho un umore che non c’entra un bel niente con la situazione in casa, infatti sono felice come una pasqua. Ops, sento dei rumori strani giù, vado a controllare, non vorrei che avessero ricominciato a litigare di nuovo!

“L’hai finita tu di starmi addosso?” Domandò scocciata Piper “Io ti sto addosso?” Domandò incredula Prue “Si, non fai che chiedermi cosa puoi fare al P3,… se mi puoi aiutare,… se mi serve qualcosa… ma che aspetti a trovarti un lavoro!” Prue la guardò incredula “E non guardarmi così, con quell’aria da superiore!” Le intimò Piper “Ehi, sorellina vedi di darti una calmata!” “Io cosa…?!?” “Voi due laggiù, la volete finire?!? - Urlò dalle scale Phoebe – Sto cercando di studiare io!” “Ma non dire cavolate, sono due ore che hai lo stereo al massimo, non mi dire che ti diamo fastidio noi!” Le disse Piper “Magari ho lo stereo alto per non sentirvi!” Continuò Phoebe “Trova una scusa migliore” “Una scusa?!? Io almeno una scusa ce l’ho, tu invece…! Sono giorni che non fai altro che aggredire la gente urlando per colpa di Leo” Disse Phoebe “Leo?!? Cosa c’entra adesso lui?!?” “Non fare l’innocentina. Ti stai rodendo dalla gelosia perché non ti ha neanche detto dove andava!” “Non sono gelosa!” Le rispose Piper quasi urlando. “Scusate sorelline…” Provai ad intromettermi io per calmare la situazione ma loro tre, all’unisono, mi zittirono “Buona tu!” E poi rimasero a guardarmi ancora infuriate tra loro. Io alzai le mani in segno di resa e mi allontanai velocemente. Preferisco decisamente affrontare dei demoni piuttosto che le mie sorelle arrabbiate!                                                        

Le ore successive passarono in un lampo, mentre vagavo spensierata su internet, quando scesi di nuovo a basso, ero fiduciosa che tutto si fosse sistemato. Arrivai sorridente e mi misi subito a ispezionare in giro per vedere com’era la situazione. Prue era in salotto a guardare la tv e, improvvisamente da sopra, sentì una musica assordante. Phoebe aveva riattaccato con i Blink 182, qualche istante dopo, Piper entrò e se ne andò in cucina senza neanche salutarmi. Mi sedetti a terra sconsolata: non era cambiato niente!

Diario di Chris
20 Settembre (un po’ di tempo dopo)

Sono tremendamente depressa. Speravo che le cose si sarebbero sistemate, ma invece la situazione sembra addirittura peggiorata. Cosa cavolo devo fare? Sono veramente disperata, ho giocato tutte le mie carte, forse dovrei provare con qualche incantesimo, anche se la cosa non mi piace molto, ma come ultima risorsa…

Andai in soffitta alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi. “Non credo sia il modo giusto per sistemare le cose” Mi disse lei comparendo in soffitta “Ciao nonna!” Penny non era esattamente la mia nonna naturale, ma ormai era come se mi avesse adottato, fin dalla sua prima apparizione davanti al quartetto, mi aveva sempre trattato come le mie sorelle, come se avessi sempre fatto parte della famiglia, e io di questo glie ne ero molto grata. “Non credo sarebbero molto felici di sapere che le manipoli con degli incantesimi” Mi disse lei “Si, ma non so cos’altro fare!” “Fidati di me, tra un po’ saranno costrette a sistemare le cose da sole!” “Cosa c’è sotto?” “Non ti preoccupare e lascia fare a me!” Mi disse poco prima di sparire. Non potevo fare altro che fidarmi, così richiusi il Libro e scesi a basso.

Suonò il campanello. Io ero la più vicina ed andai ad aprire. “Salve Chris, posso entrare?” “Certo Morris, qual buon vento ti porta da queste parti?” Domandai io, pur sapendo che non dovevano esserci belle notizie in arrivo. “Non è un buon vento, ma aria di tempesta, sono successe alcune cose strane ultimamente e io,… beh, insomma, mi serve il vostro aiuto!” “Ok - Dissi io e poi, alzando la voce le chiamai – Ehi sorelline, c’è lavoro per noi” poco dopo eravamo tutti e cinque in salotto.
“Mi spiace disturbarvi, ma penso che stia succedendo qualcosa di strano e le esperte siete voi!” Cominciò Morris mentre noi quattro lo ascoltavano in silenzio. “Ci sono stati alcuni furti in negozi di stregoneria, non solo in città, ma anche nelle vicinanze. Non hanno preso i soldi, ma solo alcune erbe e oggetti particolari. Forse voi potete sapere cosa stanno tentando di fare i ladri” Disse l’ispettore dando un foglio a Prue che lo osservò attentamente e poi lo passò a Phoebe ma neanche l’esperta di casa seppe riconoscere cosa i misteriosi ladri avessero intenzione di fare.
Morris rimase ancora per  qualche minuto raccomandando di avvertirlo prima di fare qualsiasi mossa, pur sapendo che difficilmente sarebbe stato così. Appena l’ispettore uscì, tutte si misero al lavoro. Piper andò in soffitta a consultare il Libro delle Ombre, Phoebe si collegò a internet per cercare di scoprire qualcosa, Prue andò fuori ad un colloquio di lavoro e io, non avendo molto da fare, andai in camera mia.

Stavo giocando con il computer quando… “Oh no! Eccole che riattaccano! – Dissi pensando a voce alta - Chissà quale sarà stata la miccia questa volta. Che faccio? Vado a calmare le acque o le lascio ad uccidersi tra loro?!?” Non ci pensai nemmeno perché la risposta mi salì alle labbra istintivamente “Le lascio ad uccidersi! Meno male che ho le cuffie per lo stereo così almeno non le sentirò! Will Smith aspettami, sto arrivando!!!”
“Che c’è per cena stasera?” Domandò incuriosita ed affamata Phoebe “Perché lo chiedi a me?” Le rispose scocciata Piper “Come perché, di solito sei tu che ti occupi di questo e…” “Sono stufa di farvi da servetta, sono io che faccio tutto in questa casa! Arrangiati!!!” “Guarda che non serve alzare la voce, vedi di calmarti, stai esagerando!” “E tu non dirmi che esagero, ma credete tutti di potermi dire cosa fare?!? Avete passato il segno!” “Chi sarebbe che ha passato il segno?!?” Urlò Phoebe avvicinandosi di qualche passo alla sorella finché arrivarono quasi testa a testa. “Tu! Tu hai passato il segno!” Allungarono le mani quasi contemporaneamente prendendosi a vicenda per i capelli e cominciarono a darsele di santa ragione

… Once and for all lets get this straight
How you measure a rapper what make an MC great
Is it the sales? 20 mill
Is it the cars? Bentley's
Is it the women? Jada
Is it the money? Please …

Ero completamente presa dal ritmo quando notai alcuni rumori che non centravano niente con la canzone. Alzai le cuffie e mi misi ad ascoltare. “Mollami subito!” “Non ci penso neanche” Erano Piper e Phoebe che urlavano. Crash!. E questo era qualcosa che si rompeva. Uscì correndo dalla mia camera e corsi giù in cucina da dove provenivano i rumori.
Quando arrivai rimasi un po’ scioccata dallo spettacolo che mi si presentò davanti: si stavano menando di santa ragione. Erano entrambe a terra e Phoebe sembrava avere tutta l’intenzione di strozzare Piper. “Finitela!” Urlai vedendo la scena e finalmente loro si bloccarono. Si girarono e mi videro, solo allora si rialzarono da terra. Le guardai con aria di rimprovero ma non sapevo cosa dire, e dopo averle squadrate con tutta la disapprovazione che provavo, ma ne andai fuori.

Mentre uscivo Prue stava rientrando a casa. Non aveva un espressione particolarmente felice ed intuì che il suo colloquio non era andato bene. “La situazione dentro è abbastanza esplosiva senza che ti ci metta anche tu!” Le dissi senza neanche salutarla. Mi guardò non capendo bene cosa volessi dire, ma io me ne andai prima che mi potesse fare qualche domanda. Prue entrò.
La casa era avvolta in un silenzio irreale. Prue andò in cucina. Piper guardava il pavimento mentre Phoebe, con le braccia incrociate, squadrava la sorella. Vedendo quella scena la maggiore delle Halliwell domandò “Mi sono persa qualcosa?” Ma invece di ottenere una risposta, vide solo Phoebe e Piper che se ne andarono in direzioni opposte “Non vi preoccupate, il mio colloquio è andato uno schifo, ma non è niente di importante!” Disse Prue ormai rimasta sola in cucina.

Me ne andai in giro per circa un ora, liberando la mente da quell’immagine. Le avevo sempre viste come la famiglia perfetta: sorelle, ma prima di tutto amiche. So benissimo che ogni tanto si può anche litigare, ma arrivare a prendersi per i capelli… Rientrai a casa, più sconsolata che mai, pensando che non sarebbe potuto andare peggio di così, ma mi sbagliavo.

Phoebe era sulle scale con una borsa. “Cosa fai?” Le domandai incuriosita “Mi trasferisco! Per ora porto via solo questo, ma più tardi vengo a prendere il resto!” “Cosa?!?” “Questa casa è troppo stretta per quattro Halliwell, quindi me ne vado!” “Non puoi farlo veramente!” “Lo sto già facendo” “E i demoni?!? Noi siamo streghe ricordi, il potere del quartetto?!?” “Lo so bene, ma se avrete bisogno di me, basterà chiamare. Non ho abbastanza fondi per trasferirmi più lontano, e poi ho l’università, quindi rimango qui a San Francisco. Mezz’ora di auto e sarò qui pronta per qualsiasi creatura del male!” “Cosa sta succedendo!” Domandò Prue arrivando nel corridoio, poi vide la borsa di Phoebe “Non lo starai facendo davvero?” Domandò incredula, ma Phoebe non le rispose; prese la borsa e uscì.
Dopo poco arrivò anche Piper. “Che è quell’aria?” Domandò in tono quasi scocciato e io le risposi “Phoebe. Trasloca.” “Cosa?!?” “Cambia casa, indirizzo, non vivrà più con noi!” Le dissi quasi urlando e Piper rimase ammutolita

Hai due possibilità: se credi che Piper vada a scusarsi con la sorella vai al capitolo 1, se invece pensi che Piper non voglia fare le sue scuse per prima, vai al capitolo 4.

CAPITOLO 1

“Dov’è andata” Mi chiese e solo allora mi ricordai che sul momento, sconvolta dalla sua partenza, non mi ero neanche posta il problema di dove sarebbe andata a stare. “Non lo so!” Risposi con rammarico, poi Piper uscì.

In auto chiamò tutti gli amici di Phoebe che conosceva, finalmente, dopo sei telefonate, ebbe un po’ di fortuna. “Ciao Mariah, sono Piper. Per caso Phoebe è da te?” “Beh, veramente…” “E’ un emergenza!” Dall’altro capo del telefono ci fu un breve silenzio poi la risposta. “Piper?!?” “Ah, Phoebe,… meno male, è un pezzo che ti cerco!” “Che succede? Qualche intoppo ‘dei soliti’?” Chiese Phoebe in tono freddo. “Ehm,… non proprio, ma devo vederti subito. Non muoverti, arrivo da te!” E poi chiuse la conversazione non aspettando la risposta.

Driiiin
“Vado io!” Urlò Mariah uscendo dalla cucina mentre Phoebe era pietrificata davanti alla tv. “Ah, sei tu! Phoebe è di la, io… io… ah già, io devo andare a prendere un po’ di cose per cena! Così, voi due resterete sole, ma niente incontri di wrestling ok?!?” Disse la ragazza sorridendo e poi uscì lasciando sole le due Halliwell.
Piper si avvicinò cautamente al divano su cui era seduta la sorella. “Phoebe?!?” Ma la ragazza non si girò. Le cose si prospettavano difficili sin dall’inizio! “Ok – Disse la maggiore delle due, poi fece una pausa per raccogliere le idee – Mi dispiace, non avrei dovuto farlo, è solo che in questo periodo… Il P3 che non va bene, Leo… si, hai ragione, sto morendo di gelosia e mi sto scaricando con te e Prue, ma…” Phoebe si girò interrompendola “Dispiace anche a me, anch’io sono un po’ nervosa, è colpa di quell’esame… sto studiando come una matta e non riesco…  se non supero l’esame mi salta la borsa di studio e allora sarò nei guai!” Piper la guardò un po’ sorpresa “Ma lo sai che ti daremmo volentieri una mano io e Prue…” “Assolutamente no! Dipendo da voi per troppe cose e non voglio che si aggiunga anche l’università!” Si guardarono mentre la rabbia che avevano provato qualche tempo prima spariva velocemente poi, improvvisamente Piper disse “Ti voglio bene sorellina!” E Phoebe l’abbracciò.

Erano passate circa due ore e io cominciavo a preoccuparmi. Piper aveva trovato Phoebe? E se era così cosa stavano facendo: si stavano parlando, stavano litigando, avevano fatto la pace o si stavano prendendo a coltellate? La porta si aprì interrompendo i miei pensieri. Corsi via dal salotto e appena le vidi gli corsi incontro e le abbracciai. Arrivò anche Prue che si fermò a qualche metro di distanza. Appena la videro Piper e Phoebe la invitarono ad entrare in salotto e poi la seguirono. Si sedettero tutte e tre sui divani e cominciarono a parlare. Mi allontanai sorridendo, forse quella era la volta buona.
“Scusa!” Disse Phoebe saltando i preamboli. Prue la guardò incredula e la ragazza continuò. “Mi dispiace per tutto quello che ti ho detto in questi giorni, non lo pensavo, ero solo tremendamente nervosa e purtroppo sia tu che Piper siete state le mie valvole di sfogo!” “Credo di doverti delle scuse anch’io. Non è un bel periodo per nessuna di noi, e mi dispiace di aver contribuito a creare questa situazione. Mi dispiace Piper di averti stressato con il P3…” “Non dirlo nemmeno, sono stata una stupida a risponderti in quel modo, e se vuoi, sarò felice di scaricarti parte del mio lavoro!” Le disse sorridendo. “Dovete promettermi una cosa però – Disse Prue – Non litigheremo più in questo modo: ci sto troppo male a non parlarvi!” Piper e Phoebe annuirono e poi si abbracciarono tutte e tre. Io trattenni a stento un urlo di gioia. Ok, lo ammetto, avevo leggermente origliato, ma dopo tutto quello che mi avevano fatto passare in quei giorni, sapere come andava a finire mi sembrava il minimo!
Quando le vidi entrare in cucina tutte e tre sorridenti, e sorrisi a mia volta. Finalmente tutto a posto! Suonò il telefono e Piper andò a rispondere, dopo poco rientrò in cucina e passò la cornetta a Phoebe “E’ Mariah, vuole sapere se è tutto a posto o se deve chiamare l’ambulanza!” Phoebe prese la cornetta ed ebbe una visione. Noi ci accorgemmo subito che il suo potere si era rimesso in azione, ma lei con un cenno della mano ci disse di aspettare e preoccupatissima cominciò a parlare al telefono.
“Mariah dove sei?” “Che domande, a casa!” “Ok, non ti muovere per nessun motivo!” “Stai scherzando vero? Tra poco ho una lezione e non posso perderla” “Per favore – Disse con una voce leggermente più calma Phoebe – è una cosa davvero importantissima, non ti muovere di casa, io arrivo subito!” E poi appoggiò la cornetta senza attendere una risposta.

Noi eravamo rimaste a guardarla pazientemente e lei, appena ebbe appoggiato la cornetta ci disse cosa aveva visto. “Maraih. Stavano facendo una specie di rito magico, c’erano simboli strani dappertutto… La porto qui!” “Ehi, aspetta! – Le disse Piper – vengo con te!” E Phoebe annuì “Ok, intanto io e Chris andiamo a cercare qualcosa, non è che potresti darci qualche indizio di più?” Chiese Prue. Phoebe chiuse gli occhi come per richiamare alla mente la sua visione e quando li riaprì prese un foglio e ci disegnò sopra un simbolo “Ecco, ho visto questo!” Disse consegnando il foglio a Prue e poi uscì con Piper mentre io gli urlavo di stare attente. Sentì la porta chiudersi e mi girai verso Prue. Diedi un’occhiata al foglio, c’era uno strano simbolo simile ad una spirale. “Ok, io su internet e tu sul Libro?” Domandai a Prue e lei annuì. Cominciammo la ricerca .
Phoebe e Piper arrivarono a casa di Mariah dopo circa 20 minuti. Per la fretta, Phoebe aveva rischiato di investire una vecchietta che attraversava con la borsa della spesa, ma i buoni riflessi di Piper avevano evitato una tragedia. Arrivate all’appartamento bussarono più volte senza ottenere risposta e così Phoebe fu costretta ad abbattere la porta con un calcio dei suoi. L’appartamento sembrava in ordine, ma di Mariah nessuna traccia.
Piper e Phoebe tornarono a casa depresse. “Avete trovato niente voi?” Ci chiese speranzosa Phoebe, ma ne’ io ne’ Prue avevamo belle notizie. “Dobbiamo fare qualcosa, lei è una delle mie migliori amiche, non posso abbandonarla così!” Ma nessuna di noi sapeva da che parte cominciare. Phoebe cercò inutilmente di trarre altre informazioni dalla sua visione, ma purtroppo non riconosceva il posto e non riusciva a distinguere bene i simboli sulla parete. Provò di tutto, tentando di farsi venire un’altra premonizione: toccò tutti gli oggetti che potevano riguardare minimamente anche Mariah: il libro che le aveva prestato, le foto di una gita che avevano fatto assieme, il diario su cui aveva lasciato parecchie dediche, ma non successe niente.
Brancolavamo nel buio ormai quasi rassegnate a fallire clamorosamente nella nostra missione, quando Leo ci venne in aiuto. “Chiesa sconsacrata sulla 5^! Sono li, se fate veloci, arriverete in tempo!” E poi scomparve. Era stato un po’ più rapido del solito, ma io lo attribuì all’urgenza del momento, anche se la cosa mi sembrò comunque strana. Phoebe partì in quarta verso la porta e prima ancora che io potessi uscire, il motore dell’auto era già acceso.

Arrivammo lì dopo poco. Phoebe era talmente preoccupata per la sua amica che guidò come se si trovasse su un circuito di formula uno. Arrivammo alla chiesa leggermente scombussolate da quella guida un po’ avventata, ma fortunatamente eravamo ancora tutte sane e salve. Entrammo.
Il sottofondo di canti gregoriani metteva i brividi, ma erano davvero canti gregoriani o no? Non feci in tempo a cercare la risposta perché quello che mi trovai di fronte mi paralizzò. Mariah era distesa sopra una specie di altare e sembrava priva di sensi, indossava un vestito bianco macchiato di sangue. Non riuscivo a capire se quel sangue era suo o era semplicemente caduto dal calice sopra di lei. I miei occhi non si erano ancora abituati al buio e così impiegai qualche secondo per vedere che il calice non stava fluttuando nell’aria ma era tenuto tra le mani di un uomo seminascosto nell’oscurità. Ebbi l’impressione che quell’uomo mi avesse visto e mi sentì perduta, ma invece di reagire, lui continuò il rito.
Appena vide la sua amica in quelle condizioni, Phoebe provò l’impulso di correre li per portarla via, ma Prue, che la conosceva troppo bene, la fermò con un braccio e le disse di stare calma. Guardò ancora davanti a se, cercando una soluzione rapida che non comportasse troppi rischi e decise che l’unico modo era di bloccare tutti, prendere Mariah e scappare il più velocemente possibile. Eravamo tutte d’accordo e, pochi istanti dopo, tutto era bloccato.
Ci avvicinammo cautamente, guardandoci attorno impaurite, poi arrivammo all’altare dove si trovava Mariah, fu allora che tre porte si aprirono e nella stanza entrarono una ventina di persone. Ci colsero completamente di sorpresa e prima ancora di poter capire cosa stesse accadendo, loro ci avevano circondate e ci impedivano di muoverci.
Tentavo inutilmente di liberarmi. Distesa su quell’altare mi sentivo come al macello e le mie sorelle erano immobilizzate accanto a me. Sapevo che avrei dovuto impormi di stare calma e cercare una soluzione, ma ero troppo spaventata e l’unica cosa che riuscivo a fare era dibattermi come un pesce fuor d’acqua, ma poi arrivò lui.
Quando vidi la sua faccia sopra di me sorrisi istintivamente. Leo ci avrebbe aiutato! Lui non faceva niente, mi fissava solamente, poi all’improvviso cominciò a parlare “Credi sia Leo vero?” Io non riuscivo a capire “Beh, si effettivamente ci assomigliamo, ma sapete come si dice,… ognuno ha questo mondo ha un gemello, e io sono il gemello del vostro angelo bianco” Non riuscivo a credere che non fosse lui, erano identici, come poteva… Anche le mie sorelle lo guardavano incuriosite “L’avete finita di guardarmi così?!? Non sono un fenomeno da circo io!” Urlò, poi riprese la calma e continuò a parlare “Carina la mia trappola vero?!? Sono stato io a mandarvi qui, Mariah è solo un’esca, quello che voglio siete voi!”
“Quello che mi serve è il sacrificio di una strega e tra voi ci sarà la prescelta!” Ero terrorizzata. Non riuscivo a controllarmi, se solo avessi potuto lottare, le cose sarebbero state diverse, ma così immobilizzata non avevo chance, o no?!? Forse c’era una speranza! L’idea mi era balenate nella mente ma subito le conseguenze mi scoraggiarono: non potevo lasciare le mie sorelle li da sole, nelle mani di quel coso, chiunque fosse, ma d’altra parte… Girai la testa verso Piper che era sull’altro altare vicino a me. “Io vado!” mimai con la bocca e lei fece un cenno di assenso con la testa. Chiusi gli occhi. Non mi piaceva, ma ancora meno mi piaceva l’idea di stare ad aspettare li. Usai il mio potere.

Se pensi che Chris possa veramente scappare, vai al capitolo 2, in caso contrario, vai al capitolo 3.

CAPITOLO 2

Quando riaprì gli occhi ero a casa. La vista di quelle mura amiche mi riempì di gioia, ma purtroppo questo stato d’animo durò solo il tempo di ricordarmi che le mie sorelle erano ancora nei guai. Corsi su in soffitta istintivamente e solo quando ci arrivai mi ricordai che io e Prue avevamo già cercato tutto il possibile senza ottenere risultati. Stavo per chiamare Leo quando mi resi conto che se lui fosse apparso, non avrei mai saputo riconoscere se era davvero l’angelo bianco o il suo gemello, quindi, a malincuore, fui costretta a scartare anche quest’ipotesi. Rimasi qualche istante ad aspettare una specie di illuminazione divina su cosa dovessi fare, ma nella mia mente sentivo solo l’eco del vuoto. Poi il Libro cominciò a sfogliarsi da solo e io ripresi la speranza.
Mi avvicinai. Era aperto su una pagina bianca che però si stava lentamente riempiendo di parole. L’inchiostro rosso era molto liquido e scivolava per tutta la pagina… Inchiostro rosso?!? Oh, mio dio, era sangue! Appena mi resi conto di cos’era in realtà, sul Libro finirono di comparire parole. Lessi il messaggio “Indovina un po’ di chi è?” Mi allontanai inorridita, ma il Libro si sollevò a mezz’aria e cominciò ad avvicinarsi. Io continuavo ad andare indietro, finché mi ritrovai con le spalle al muro e il Libro era ormai ad un passo da me. Sembrava quasi stesse sghignazzando.
Mi gettai sotto il Libro e uscì correndo dalla soffitta. Mi fermai solo abbasso alle scale. Cercai di riprendere la calma. Mi girai per andare in salotto a sedermi, ma… Urlai. Il Libro era dietro di me, ancora aperto su quella pagina. Scappai nuovamente, ma questa volta uscì di casa. Continuai a correre finché non ebbi più fiato.
Mi fermai al bordo della strada ansimante. Ormai ero abbastanza lontana da casa. Cercai di pensare con calma: una setta, una cripta, il gemello del nostro angelo bianco e il sacrificio di una strega. Che cavolo potevo fare? Prima di tutto dovevo trovare il modo di tirare via di li le mie sorelle. Raccolsi il mio coraggio, che a dir la verità era pochino, e ritornai verso casa. Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta, ma li fuori potevo fare ancora meno. Tentavo di convincermi che in fondo era solo un libro, che avrei dovuto prenderlo e sfogliarlo per trovare una formula che potesse aiutarmi, ma quelle parole scritte col sangue continuavano a ronzarmi in testa. Finalmente arrivai.
Entrai. Il libro era sulla soglia, mi ricordai che nessuno, tranne noi, poteva portarlo fuori da quella casa e mi rasserenai un po’. Allungai timorosamente la mano, aspettandomi chissà quale reazione e rimasi un po’ stupita quando non accadde nulla. Aprì il volume e mi misi a cercare.
Formule per viaggiare in altre dimensioni, formule per intrappolare demoni di tutti i tipi, formule per richiamare i morti, ma niente che potesse aiutarmi. Chiusi gli occhi. Mi sentivo come svuotata, ma qualcuno venne in mio aiuto.

Mi si avvicinò lentamente e cominciò a girarmi attorno come faceva di solito. “Non è il momento adesso Kit!” Dissi ma lei non accennava a smettere. Si avvicinò al Libro che era a terra accanto a me e con un gesto della zampa girò una pagina. Era stato tutto così veloce e così naturale, che inizialmente non ci avevo neanche fatto caso, poi l’occhio mi cadde sull’incantesimo. Guardai Kit incuriosita. Possibile che l’avesse fatto apposta? Ma no, che stupida, era solo un gatto, comunque ora avevo un’idea. Non era tanto, ma sempre meglio di niente.

Usai nuovamente il mio potere e arrivai all’esterno della chiesa. Tutto era avvolto in un silenzio inquietante. Entrai.
C’era una debole luce di candele e dei rumori sommessi. “Non è che tu abbia molta scelta” Pensai cercando di darmi coraggio. Avanzai ancora sperando di non essere arrivata troppo tardi.

Sentì dei rumori e mi affrettai. Piper stava piangendo disperatamente ma di Phoebe e Prue nessuna traccia. Repressi l’impulso di correre subito verso di lei, tirai fuori dalla tasca il foglio con l’incantesimo e cominciai a leggerlo

Che i tuoi incubi peggiori si realizzino
Che le tue paure più oscure ti paralizzino
Perché impedisci alle forze del bene
Di compiere il loro dovere

Uno dei secondini urlò all’improvviso “Toglimi questi ragni di torno, ti prego, toglimeli!” Ma il suo compagno era terrorizzato ancora più di lui, infatti credeva di essere stato sepolto vivo. Mentre i due erano sconvolti dalle loro stesse paure, io mi avvicinai velocemente a Piper e la liberai. Dopo essermi assicurata che stava bene, le domandai di Prue e Phoebe “Il capo della setta era arrabbiatissimo dopo che tu sei sparita, ha portato via Phoebe e Prue, ha detto che le avrebbe usate per riportarti qui, perché la prescelta sei tu!” “Benissimo, e così sto per morire!” Dissi sconsolata. Piper si avvicinò “Non permetterò che ti succeda niente, ma dobbiamo andare a cercare Phoebe e Prue!” Io annuì e ci avviammo. Da quanto ne sapevamo, il tipo aveva portato Prue e Phoebe alla vecchia scuola dell’isolato dopo. Ormai l’edificio era inutilizzato da anni e persino le bande locali lo snobbavano completamente.

Arrivammo alla meta dopo pochi minuti. Le finestre erano quasi tutte rotte, scritte di tutti i tipi riempivano i muri e, come ogni posto desolato che si rispetti, metteva i brividi al buio. Entrammo tenendoci per mano tentando di farci coraggio a vicenda. “Vi aspettavo!” Disse Leo accendendo improvvisamente una forte luce proprio davanti a noi. Ci spostammo per non essere colpite in faccia dalla luce e per provare a vedere dove fosse lui e soprattutto le nostre sorelle. “Allora Chris, hai ricevuto il mio messaggio?” Piper mi guardò con aria interrogativa, lei non sapeva ancora cosa mi era successo a casa “Cosa hai fatto? Dove sono Phoebe e Prue?” Chiesi, lui scoppiò a ridere “Che ingenua, pensi ancora di avere altre due sorelle? E si che pensavo il messaggio fosse chiaro!” Poi fece un cenno con un braccio e qualcosa dietro quella forte luce cominciò a muoversi verso di noi. Non riuscì a riconoscerla fino a quando il corpo non arrivò a pochi metri da noi “Nooooo” Urlai con tutto il fiato che avevo. Piper mi abbracciò facendomi girare per non vedere più il corpo di Phoebe ridotto in quel modo.
Non avevo il coraggio di voltarmi di nuovo. Il corpo di Phoebe era completamente coperto di sangue, aveva tagli dappertutto, ma soprattutto, ormai non respirava più. “Vuoi sapere come è successo? - Disse il gemello di Leo – Semplice dissanguamento. Ok si, lo ammetto, avrei potuto trovare un modo più originale per ucciderla, ma ero un po’ in crisi di ispirazione, e poi comunque la cosa importante è che è stata una morte lunga quindi…” Cercai di riprendermi ma non ci riuscivo. Piper prese in mano la situazione “Dov’è Prue?” Domandò “Perché? Avete fretta di lasciarmi per caso? No mie care, ogni cosa a suo tempo e questo non ancora il momento di liberare vostra sorella! – Poi si girò verso di me e continuò a parlare - Se non vuoi che anche Prue faccia la stessa fine, Chris, devi venire con me!”
“No” Fu la secca risposta di Piper “Beh, in questo caso…” Fece un altro cenno con la mano e nell’edificio risuonò un urlo. “Prueee” “Ma che brave streghette perspicaci, si, è proprio vostra sorella. Allora Chris, sai che manterrò la mia promessa se tu non verrai con me, cosa decidi di fare?”
Guardai Piper. Non riusciva a parlare. Era difficile anche per lei scegliere tra due sorelle, perché ormai di questo si trattava. La abbracciai e poi mi girai verso il gemello di Leo, cercando di non guardare il corpo di Phoebe “Chris, no, non farlo!” Mi disse Piper, ma ormai era troppo tardi “Brava ragazzina, hai fatto la scelta giusta!” Mi disse lui. Quando gli arrivai vicino mi mise una mano sulla spalla in un atteggiamento quasi paterno, e poi assieme sparimmo nell’oscurità.
Piper era rimasta sola nel buio. Quando Chris aveva raggiunto il gemello di Leo, la luce si era improvvisamente spenta e lei non riusciva ad orientarsi in quell’oscurità. Sapeva che non avrebbe mai rivesto Chris, ma nemmeno Prue se non avesse fatto qualcosa. Continuò a muoversi nel buio di quell’enorme edificio sperando in un colpo di fortuna e stranamente questo arrivò.

Dopo aver ispezionato diverse stanze senza risultato, Piper sentì dei rumori sommessi arrivare dalla fine del corridoio. Vi si diresse cautamente, non sapendo cosa aspettarsi. Prue era li. Alzò le mani bloccando il membro della setta che era con lei, e poi si avvicinò alla sorella. Aveva gli occhi lucidi e si teneva dolorante un braccio, probabilmente rotto. Appena vide Piper le corse incontro. “Dov’è Phoebe? E Chris?” Piper non sapeva come dirglielo “Phoebe è… - non riusciva a pronunciare quella parola - … lei è…” “No, non può essere! - La interruppe Prue capendo cos’era successo – Non può essere…” Piper la abbracciò per qualche istante mentre le lacrime solcavano i loro visi (yeah, che poetessa che sono), ma per loro non c’era nemmeno il tempo per piangere la sorella. Piper cercò di ricomporsi “Chris. Il gemello di Leo l’ha presa, la sacrificherà per far rinascere il demone: dobbiamo trovarla!” Prue si asciugò le lacrime. Aveva già perso una sorella, non avrebbe permesso che accadesse ancora. Si avviarono assieme.
Dopo alcuni minuti ci fermammo “Dov’è Prue?” Chiesi al gemello di Leo “Non è ancora il momento!” “Se non la vedo, utilizzerò il mio potere e il rito non avrà mai luogo!” Continuai io bloccandomi di colpo “Ricordati una cosa ragazzina: – Mi disse all’orecchio – tu non sei nelle condizioni di imporre qualcosa, capito?!?” Poi mi sospinse ancora un po’ avanti.
La luce di una trentina di candele illuminava una piccola stanza. Una vecchia cattedra mal messa era stata risistemata per fungere da altare. Ero terrorizzata. Ma lo stavo facendo veramente? Continuavo a chiedermi perché mai ero li, pronta a farmi ammazzare senza reagire, e l’immagine di Prue mi veniva sempre alla mente come risposta. Poi un pensiero mi confortò: Piper mi avrebbe trovato in qualche modo e sarebbe venuta a tirarmi fuori dai guai, lo faceva sempre, demoni o non demoni. Ero certa che non mi avrebbe abbandonato, quindi l’unica cosa di cui dovevo preoccuparmi, era di mettere in salvo Prue lontano dalle grinfie di quegli esaltati e questo potevo farlo solo rimanendo li. “Ok, ora ci siamo, sai che non andrò da nessuna parte, ma voglio avere le prove che Prue sta bene ed è fuori di qui!” “Ma allora non hai capito niente!” Mi disse lui con tono divertito, poi io sentì una fitta alla testa e caddi a terra svenuta.

Quando riaprì gli occhi ero sull’altare e il gemello di Leo teneva un coltello sopra di me. Urlai. Sentì un tremendo dolore all’addome, poi niente.
Senza sapere come, volteggiavo sopra il gemello di Leo e sopra… il mio corpo. Mi guardai attorno. Ero morta! Pochi istanti dopo nella stanza entrarono Prue e Piper. Ironia della sorte, le mie due sorelline puntualissime erano arrivate in ritardo un’unica volta e io avevo pagato con la vita. Ero piena di risentimento. Non mi avevano mai deluso… almeno fin ora. Sentivo la rabbia crescere dentro di me: ero morta! “Ti hanno deluso eh?!? - Mi chiese una voce simile alla mia – Non è affatto giusto che tu paghi perché loro sono state troppo lente!” Non mi domandai nemmeno da dove proveniva la voce, sembrava una specie di mia coscienza repressa, e conosceva perfettamente quello che provavo. Io ero giovane, piena di vita, perché mai avevo dovuto morire?
Per ogni istante che passava, la mia rabbia cresceva sempre più “Non è giusto, e lo sai. Ristabilisci l’ordine delle cose, tu sai come!” Continuò la voce. Mi sentì pervadere da una grandissima forza, sentivo che avrei potuto fare qualsiasi cosa. Un piccola parte di me si ribellava, mi diceva che non dovevo, che non potevo, che erano le mie sorelle, ma era una voce talmente debole e lontana… mentre l’altra era forte, convincente e continuava a ripetermi che non era giusto e che Piper mi aveva tradito lasciandomi morire. Alla fine mi convinse.
Dalle mie mani partì un fulmine che colpì in pieno Piper e di striscio anche Prue. Avevo scatenato un attacco di una tale potenza, però, da farle morire entrambe all’istante. Mentre a fatica mi rendevo conto di quello che avevo fatto, la voce che mi aveva convinto cominciò a ridere e, lentamente cambiò tono, diventando quella di un uomo. “Finalmente libero! Grazie streghetta, non hai idea di quanto ti sia grato. Quello che mi serviva non era la vita di una strega, ma il suo sacrificio: qualcosa che le costasse più della sua stessa vita, come uccidere le tue sorelle!” Non riuscivo a credere di averlo fatto davvero.
Dopo pochi secondi dal mio fulmine un uomo con una coda di serpente comparve accanto al gemello di Leo. Si stiracchiò come se avesse dormito degli anni e poi si diresse verso il mio corpo ormai privo di vita. “Io posso uccidere, ma anche ridare la vita quando questa sarà piena di sofferenza!” Disse mettendomi una mano sulla fronte.
Io mi sentì riattratta verso il mio corpo. Riaprì gli occhi. Mi alzai di scatto correndo verso le mie sorelle, ma non c’era niente che potessi fare. “Così l’ordine è stato ristabilito – Mi disse il demone posandomi una mano sulla spalla – Tu non dovevi morire e infatti sei ancora qui!” “Non posso averlo fatto, non posso!” “Oh, si invece. Vedi, tutti i tuoi buoni sentimenti verso le tue sorelle si sono sciolti come neve al sole una volta arrivati al dunque. Avevi paura di morire e non hai esitato ad uccidere loro pur di salvare te stessa!” Quelle parole facevano male, soprattutto perché erano vere. Non avevo mai pensato, nemmeno nei miei più peggiori incubi, di poter fare una cosa del genere.

Mi risvegliai nel letto urlando. Rimasi li qualche istante nella speranza che una delle mie sorelle venisse a consolarmi, ma arrivò solo Morris. “Ancora quell’incubo?” Mi chiese sedendosi sul letto accanto a me. Io non risposi e cominciai a piangere. Era passato più di un mese da tutti quegli avvenimenti, ma ogni notte li rivivevo in sogno, e ogni volta era sempre peggio. Morris aveva ottenuto il mio affidamento, e ormai vivevo da lui, anche perché era l’unico che conosceva il mio segreto e poteva veramente capire cos’era successo quel maledetto giorno. Non ero mai più rientrata nella nostra vecchia casa, si era occupato di tutto Morris: aveva fatto sistemare le loro cose, aveva organizzato i funerali e aveva persino trovato una scusa plausibile per la loro , morte. Morris: non mi ero ancora abituata a chiamarlo Darryl, forse un giorno ci sarei riuscita, ma speravo sinceramente di non avere molti giorni davanti a me. Quando, un paio di settimane prima, lui era tornato con il Libro delle Ombre io, l’avevo bruciato. Ora aspettavo solo che qualche demone si facesse vivo per prendermi i poteri; non aspettavo altro!

La Flond&Co vi ha appena presentato ‘Omicidi in famiglia’ (Halliwell, naturalmente). Non vi è piaciuto? Ci sono altre possibilità, provate a leggerle e saprete se questo era proprio il finale peggiore.

CAPITOLO 3

Chiusi gli occhi e quando li riaprì mi trovavo ancora li! Piper mi guardava. Riprovai, ma anche questa volta niente. “ Questa chiesa è schermata alla magia e i vostri poteri funzionano solo all’interno di queste mura, quindi non puoi scappare – Mi disse il gemello di Leo – Comunque non ti consiglio di riprovarci ancora, perché se solo una di voi tenta di andarsene, le sue sorelle pagheranno con la vita!”
E così anche la nostra unica possibilità se ne era andata. Accanto a noi l’eccitazione continuava a crescere: il momento era vicino. Bloccata in una chiesa sconsacrata, senza la possibilità di usare il mio potere, in attesa che un pazzo decidesse chi di noi doveva morire; più ci pensavo, più la cosa sembrava complicata e purtroppo anche le mie sorelle sembravano nella mia stessa desolante condizione, e intanto il tempo passava…

Illuminazione. Se non fossi stata immobilizzata, mi sarei messa a saltare dalla gioia. Ancora non potevo credere che un idea talmente geniale fosse venuta in mente a me. Cominciai a parlare ad alta voce “Sorelline, vi ricordate di Gabriel?… – Loro sembravano non capire – …di cosa avete fatto?… – ancora nessuna reazione - …mannaggia quanto siete dure a capire… ricordate che cosa ha fatto Prue?” “Ahhh, si!” Disse improvvisamente Phoebe. Almeno una c’era arrivata. “Andiamo sorelline… i bagni occupati, i golfini di diversi colori,… vi dice niente?!?” Domandò Phoebe e finalmente anche Piper e Prue capirono. “Ehi voi, non siamo dal parrucchiere, l’avete finita di parlare?” urlò il gemello di Leo che fortunatamente non aveva capito le nostre intenzioni. Dopo qualche istante nella chiesa si alzò un coro di quattro voci.

Prendi il mio potere o sommo re
E moltiplicalo per tre

Tra lo stupore generale comparvero altre due Prue, due Piper, due Phoebe e naturalmente altre due me. La cosa creò parecchio scompiglio tra gli appartenenti alla setta e lo stesso gemello di Leo non riuscì a reagire. Le due Piper utilizzarono il loro potere bloccando tutti, poi una delle sosia di Prue ci liberò. 12 Halliwell erano forse un po’ troppe per me, non ero preparata ad uno spettacolo del genere, comunque, dovetti tornare presto in me: non avevamo ancora finito. Trovammo delle corde e immobilizzammo tutti gli appartenenti alla setta. Ci impiegammo pochissimo tempo, in 12 si sta poco, e quando finimmo, loro erano ancora bloccati. Lentamente tutte le nostre copie cominciarono a dissolversi. “Che sta succedendo?” Domandai “Avevamo pronunciato l’incantesimo per liberarci da quella brutta situazione, e ora che abbiamo le cose sotto controllo le nostre copie non servono più” Mi spiegò Prue. Ora le Halliwell erano nuovamente solo quattro.
Prue si avvicinò al libro che il gemello di Leo aveva custodito gelosamente tra le sue braccia, lo prese e cominciò a leggere la pagina. “Aveva davvero intenzione di ucciderci, qui dice che il demone serpente può tornare in vita solo se il suo altare viene cosparso del sangue di una strega!” Disse mostrandoci il libro “Ma che carino!” Le rispose Piper “Comunque il rito non si è compiuto, noi siamo ancora tutte vive, quindi questo demone non è rinato” Aggiunse Phoebe. Prue la guardò per qualche istante e poi disse “Credo che tu abbia ragione!?!” “Stupita?!? Non vorrei dire, ma ogni tanto ho ragione anch’io sai?!?” Ci furono alcuni istanti di silenzio. Nessuna di noi poteva credere che il nostro lavoro fosse già finito, in fondo questa volta non avevamo annientato nessun demone e le cose, tutto sommato erano state facili. “Questo vuol dire che possiamo tornare a casa, giusto?” Domandai io “Giusto!” Mi rispose Prue. “Sbagliato!” Disse una voce dietro noi.

“Mariah?!? Tutto bene? - Domandò preoccupata Phoebe – Con tutto questo trambusto mi ero dimenticata di te” Mentre Phoebe si stava avvicinando all’amica, da dietro il suo collo spuntò un serpente. Phoebe si bloccò “Mariah, non ti muovere, hai un… un coso sul collo!” Disse spaventata Phoebe. I serpenti non erano proprio le sue creature preferite. “Ti riferisci a lui? – Domandò Mariah indicando l’animale – Non ti preoccupare, lui è Slim, è con me dall’inizio dei tempi, è il mio fedele servitore!” “Servitore?!?” Chiesi io “Ma come, non l’avete ancora capito?!? Io sono il Dio serpente!” “Ma come… - Cominciò incredula Piper – … il rito non c’è stato!” “Oh, si che c’è stato, solo che nessuno se ne’ reso conto!” Vedendo le nostre espressioni incuriosite il demone cominciò la sua spiegazione “Per attirarvi qui è stato organizzato un falso rito che aveva come vittima la tua cara amica – Disse rivolta a Phoebe – Il suo sangue è stato sparso sull’altare e io ho ripreso vita!”
“Ma questo significa che Mariah è una strega!” Disse Prue “Si, lo è, o meglio, lo era, perché ormai…” “Ma Leo… cioè quello che gli assomiglia… bah, insomma lui ha detto che doveva uccidere una di noi, ma perché farlo se il rito era già stato compiuto?” Domandò Piper “E qui arriva la nota dolente! – Cominciò il demone – Quell’idiota non sapeva che Mariah era una strega e così ha pensato di aver bisogno di voi – Poi continuò pensando a voce alta – E poi giù all’inferno si chiedono perché il bene vince sempre… finché affidano le missioni ad incompetenti del genere… tse! Anzi, sarà il caso che lo elimini prima che combini qualche altro guaio” E detto questo allungò la sua lingua biforcuta e colpì il gemello di Leo che sparì all’istante. Noi rimanemmo un po’ sorprese ma poi le parole di quell’essere ci riportarono alla realtà “Comunque, già che siete qui e visto che io devo rimettermi un po’ in forza, prenderò le vostre vite!” E poi allungò nuovamente la lingua biforcuta. Ci spostammo tutte velocemente evitandola poi Piper alzò le mani e bloccò il tempo “Avanti, fuori un idea” Disse Phoebe “Io odio i serpenti!” Disse Piper ancora inorridita da quella lingua bloccata a mezz’aria. “Giusto, lui è un serpente, quindi basterà ucciderlo come qualsiasi altro serpente!” Disse Prue “E tu come li uccidi i serpenti?” Domandai “Non lo so, non l’ho mai fatto!” In quel momento il tempo si sbloccò e il demone tornò ad attaccarci. Questa volta Piper non fu abbastanza rapida e la lingua del serpente la colpì iniettandole il potente veleno. Il demone si avvicinò per completare il lavoro, ma Prue vedendo la sorella in difficoltà, non ci pensò due volte e scaraventò il demone su un muro. Il corpo di Mariah ricadde a terra pesantemente e poi un’ombra nera uscì dal cadavere. Un altro demone se n’era andato!
Phoebe accorse vicino al corpo di Mariah, ma non c’era niente da fare, la ragazza era morta da tempo, durante il rito, e ormai a Phoebe non restava che piangere la sua morte, purtroppo si affacciò subito un altro problema: il veleno che il demone aveva iniettato a Piper si stava diffondendo velocemente: era impallidita e cominciava a mancarle la sensibilità ai piedi. “Phoebe muoviti, dobbiamo portarla in ospedale!” Intimò Prue alla sorella e assieme portarono fuori Piper e la caricarono in auto.

Il viaggio in auto fu uno strazio. Io ero seduta dietro con Piper e cercavo di rassicurarla, ma le sue condizioni peggioravano visibilmente. Mi sembrava che stessimo andando a rallentatore mentre avremmo dovuto sbrigarci. Finalmente vidi la sagoma del Saint Joseph in lontananza (tanto vanno sempre a finire li, vero Kaos?). Un gruppo di medici la portò in una saletta appartata e noi fummo costrette a rimanere in sala d’attesa. L’andirivieni di tutta quella gente dalla stanza dove c’era Piper non mi sembrava rassicurante, ma poi dopo circa mezz’ora un dottore venne da noi. “Dottore, allora?!?” Domandò Prue “Tutto a posto. Siamo riusciti ad identificare che serpente l’aveva morsa al primo tentativo e così abbiamo potuto agire di conseguenza. E’ stata fortunata!” Tirai un sospiro di sollievo: Piper era ancora viva! “Possiamo vederla?” Domandò Phoebe “Si, ma non fatela stancare, ha bisogno di riposo, e a giudicare dalle vostre facce, ne avete bisogno anche voi!” Poi se ne andò. Entrammo nella stanza, Piper era sveglia e ci sorrise. Rimanemmo con lei per un po’ poi tornammo a casa.

Per tutto il viaggio di ritorno Phoebe era rimasta ammutolita. Ora che sapeva che Piper era salva, la sua mente ritornava in continuazione a Mariah. Appena varcata la porta di casa, Prue chiamò Morris e lo informò che c’erano parecchie persone da arrestare alla chiesa sconsacrata sulla 5^ Una volta arrivata li, la polizia trovò anche il cadavere di Mariah e accusò gli appartenenti alla setta di omicidio. Alcuni giorni dopo ci fu il funerale della ragazza a cui, naturalmente, partecipammo anche noi. Phoebe si era convinta di essere stata la causa della morte dell’amica e nemmeno con tutto il nostro impegno riuscimmo a convincerla che si sbagliava. Servì parecchio tempo prima che lei tornasse la solita Phoebe, grazie soprattutto alla routine di lezioni all’università, di esami e demoni vari, che servì a riportarla alla vita di sempre. In fondo le Halliwell erano ancora tutte vive, e questa era la cosa più importante di tutte.

Ok, adesso ero in un momento buono, e quindi niente Halliwell morte, ma chi può dire cosa vi aspetta negli altri finali? Provate ad andare a vedere.

CAPITOLO 4

Rimase per qualche istante immobile e poi si diresse verso la cucina. “Beh?!?” Le chiesi incavolata “”Beh cosa?” “Non vorrei dire, ma nostra sorella si è appena trasferita perché voi due avete fatto un incontro di box in cucina. Non ti sembra una buona idea quella di andare a chiarirti con lei?!?” Piper mi squadrò con rabbia “Ma perché devo essere io ad andare a vedere di lei. Ha cominciato Phoebe e io sono stufa di chiedere scusa agli altri! Se si farà viva bene, se no… bene lo stesso!” Mi rispose e poi corse via. Dopo qualche istante sentì la porta della sua camera sbattere.
Io ero rimasta ammutolita dalla sua reazione, ma quando mi ripresi ero pronta a disintegrare chiunque si trovasse sulla mia strada. L’aria tesa di quella casa aveva finito per contagiare anche me. Salì in soffitta decisa a far finire questa storia una volta per tutte. “Nooonnaaaa” Urlai e poco dopo lei era di fronte a me “Non che io non sia felice di aiutarti, ma non dovremmo vederci così spesso lo sai vero?!?” Mi disse apparendo “Si, si, ma è un emergenza seria” Mi guardò aspettando che io continuassi “Avevi detto che ti saresti occupata di quelle tre, ma la cosa è peggiorata, Phoebe si è trasferita…” “Oh Dio!” “… si, ha sconvolto anche me sta cosa…” “Chris!” Mi zittì mentre guardava l’aria sopra di lei e, dopo un paio di secondi, con aria preoccupatissima mi disse “Porta quassù le tue sorelle, Phoebe compresa, siete nei guai! Immediatamente tutta la rabbia che provavo sparì: adesso non era più il momento. Chiamai Piper e Prue e poi telefonai a Phoebe. Dopo circa mezz’ora in casa c’erano di nuovo tutte e quattro le Halliwell, e salimmo tutte in soffitta.
“Bambine mie, mi dispiace, avrei dovuto avvertirvi, ma io e Patty credevamo di aver sistemato la cosa!” “Di cosa dovevi avvertirci scusa?!?” Domandò preoccupata Prue. Penny si girò verso Piper e con tono grave le disse “Hai una sorella!” La ragazza la guardò incredula “Veramente ne ho tre!” Disse, e Penny un po’ imbarazzata continuò “Si, scusa, io intendevo che hai una gemella!” Nella stanza calò il silenzio interrotto poco dopo da Phoebe “Una gemella?!?” “Vedete, sulla nostra famiglia pesa un maledizione – Cominciò Penny – Molto tempo fa, prima di essere annientato da una delle nostre antenate, un demone fece in modo che ogni quattro generazioni nascesse una figlia malvagia, purtroppo nessuno è mai riuscito a rompere la maledizione, ma quando il potere della nostra famiglia è diventato abbastanza forte, la mia bis nonna, è riuscita a far in modo che, appena nata, la figlia cattiva fosse caratterizzata da un segno. Quando siete nate tu e Pamela ho notato subito il segno e ho fatto quello che aveva fatto, a suo tempo, la mia bis nonna: ho rinchiuso Pamela in un’altra dimensione” Piper era ammutolita “Pamela?!? - Chiese sottovoce – Io ho una gemella?!?” Penny continuò “Si, ce l’hai, ed è identica a te, ha persino il tuo stesso potere, solo che non può usarlo contro di te, come tu non puoi usarlo con lei!”
“Due Piper, che meraviglia!” Disse sarcastica Phoebe “Beh, comunque questa Pamela è in un’altra dimensione giusto?” Domandai io anche per evitare che le parole di Phoebe prendessero troppo peso “Si, ma ancora per poco! C’è una setta che sta cercando di riportarla in questo mondo.” “E perché dovrebbero farlo?” domandò Prue “Esiste una profezia secondo cui una strega votata al male, un giorno libererà Santros e io credo proprio che si tratti di lei. E’ solo una sensazione, ma è meglio non correre rischi, dovete fermare quella setta ed impedire che Pamela venga liberata” “Scusa, ma se sapevate che poteva diventare un pericolo, perché non l’avete… annientata?!?” Domandò Phoebe “Perché è pur sempre una Halliwell, mia nipote e figlia di Patty, non abbiamo avuto il coraggio, era piccola ed indifesa… ma ora voi dovete rimediare a questo nostro errore!” Poi sparì
“Vorrei sapere perché qui tutti si limitano ad annunciarci che siamo nei guai, senza mai darci la soluzione!” Chiese Phoebe. Sospirai, era vero però, tutto sommato quella situazione avrebbe costretto me e le mie sorelle a stare assieme e forse avrebbero trovato il modo per smettere quei loro stupidi litigi!

La soffitta si illuminò improvvisamente e come al solito in questi casi, comparve Leo “Ragazze c’è una setta che…” “Arrivi tardi! – Lo interruppe bruscamente Phoebe – Se non devi dirci dove si trovano questi esaltati, puoi anche andare, tanto il resto lo sappiamo già!” L’angelo la guardò stupito “Che c’è, un po’ nervosetta?!?” “Ma fatti i…!” “Ok, ok, scusa!” Leo la bloccò prontamente prima che finisse la frase e poi si rivolse a Piper, ma prima ancora di cominciare a parlare, lei lo surclassò di domande “Dove sei stato?” “Ero al lavoro!” “Ah, eri al lavoro?!? E allora perché non me l’hai voluto dire quando sei partito?!?” “Era una cosa urgente, non avevo tempo…” “Sei stato da un’altra strega?” “Non so se ti ricordi, ma io sono un angelo bianco e il mio compito è proteggere le streghe buone…” “Allora sei stato con un’altra tutto questo tempo?!?” “Ehi Piper c’è nessuno?!? – Disse bussandole delicatamente sulla testa prima che lei si spostasse bruscamente - Sei in te?!?” Ma la ragazza non gli rispose e si limitò a guardarlo male. Si girò verso Prue “Tu sei normale o…” Prue si girò innervosita e Leo, per evitare ulteriori complicazioni si rivolse a me “Sei la mia ultima speranza!” “Grazie tante! Perché io sono sempre l’ultima…?” “Non vorrai cominciare anche tu?!?” “Ok, ok, scusa, che c’è?” “Finalmente! Tra due ore comincerà il rito per liberare Pamela. Chiunque faccia parte di questa setta sa il fatto suo. Ha schermato il posto ed è impossibile trovarlo con la magia. Sanno di voi, non hanno scelto Pamela a caso. Questa setta è devota a Santros e sanno che solo una strega votata al male potrà liberarlo. Se riusciranno nel loro intento le cose saranno piuttosto dure!”
“Come faremo a trovarli?” “Provate nelle chiese sconsacrate, nei posti isolati ed abbandonati, insomma dovunque possa radunarsi una setta!” “Tu sempre d’aiuto eh?!?” Gli dissi sarcastica e lui mi guardò con rimprovero “Eh, ma che c’è in sta casa, cominci anche tu adesso?!? Senti, lascia perdere quello che ho detto, facciamo così: tu cominci a girare i posti abbandonati in periferia, io e Prue ci occupiamo dei posti isolati a nord della città mentre Piper e Phoebe… - Improvvisamente mi accorsi delle coppie che stavo facendo, così si sarebbero ammazzate a vicenda risparmiando il lavoro a quelli della setta, quindi ritrattai - …anzi no, meglio se io e Piper andiamo a nord e Phoebe e Prue si occupano della parte sud!” Le mie sorelle mi guardarono incredule, di solito non ero io quella che impartiva gli ordini, ma questa volta se avessi aspettato loro, avrei messo radici “Beh, che c’è – Chiesi – Avete qualche idea migliore?!?” Non risposero e così cominciammo la ricerca.

Nel frattempo, in un luogo semioscurato, la cui unica luce era fornita da candele, l’uomo con la tunica verde stava parlando ai suoi fratelli. “Siete pronti onorati figli di Santros?” “Si” Gli rispose cupamente un gruppo di voci “L’ora è vicina e presto la prescelta libererà il potente dio serpente. Siate orgogliosi perché quando si aprirà la nuova era, noi faremo parte del grande esercito di nostro padre! Preparate la stanza, tutto dev’essere perfetto!”

Io e Piper vagavamo da più di un’ora, il tempo cominciava a stringere e ancora nessuna traccia di quella setta. Arrivammo sulla 5^ e mia sorella si ricordò che da quelle parti c’era una chiesa sconsacrata e infatti, poco dopo, ce la ritrovammo di fronte. Il sole stava tramontando dietro i grattacieli della città e cominciava a calare la sera, la chiesa era al buio e io cominciai a sentire dei brividi di paura scorrermi per tutto il corpo. Vidi anche Piper indugiare per qualche istante, poi però entrò decisa nella chiesa.
C’era un sottofondo cupo, come se molta gente stessa parlando a bassa voce poco lontano da li. Mi chiesi se fosse la mia immaginazione ma poi, vedendo l’espressione di Piper, capì che li sentiva anche lei. Avanzammo un po’ a istinto perché i nostri occhi non si erano ancora abituati del tutto a quell’oscurità e arrivammo fino all’entrata della cripta. Le voci ora erano più chiare: sembrava una preghiera in latino o forse… una formula! Guardai Piper in attesa che decidesse cosa dovevamo fare. Loro erano tanti e noi due eravamo sole, e poi dalla parte loro c’era l’effetto scenico della cripta che ci spaventava non poco. Se avessimo aspettato Prue e Phoebe il rito avrebbe finito di compiersi e non potevamo permetterlo, ma la nostra esitazione ci costò cara. La terra tremò sotto i nostri piedi, per pochissimi istanti e poi si udì un urlo.
Guardai mia sorella. “E’ lei!” Mi disse “Come fai …” “La sento. E’ una strana sensazione, sono sicura che è lei!” Rimasi a fissarla qualche istante, quello che provava non doveva essere piacevole “Sento il suo odio!” Mi disse con voce tremante. Non era certo un buon segno. Ad un tratto sentì una voce “Piper è qui, prendetela!” Mi girai verso mia sorella ma lei alzò le mani per dichiarare la sua innocenza. Ma come, quella voce che avevo sentito era la sua, poi capì: Pamela. Sentimmo delle persone salire correndo per le scale e subito cercammo di scappare da dove eravamo entrate, purtroppo mentre noi ci perdevamo cercando di uscire da quel cunicolo di banchi, alcuni di loro avevano già bloccato l’entrata e in pochissimi istanti ci ritrovammo circondate. 
Ci portarono giù nella cripta e, alla luce delle candele, la vidi. Piper si avvicinò di qualche passo ancora. Erano identiche. Ebbi paura che se avessi staccato gli occhi da mia sorella, non sarei più stata in grado di riconoscerla. Sia Pamela che Piper si fissarono per alcuni lunghi istanti, era come trovarsi davanti ad uno specchio. Piper allungò una mano per toccare la gemella e quando le sfiorò la mano, la ritirò di scatto, spaventata. Non era un’allucinazione, era davvero un’altra lei!
“E così, ecco qui la mia gemellina buona! – Cominciò Pamela – E’ strano trovarsi di fronte uno specchio vero?” Piper non le rispose, mi sembrava ancora scioccata dal trovarsi di fronte a lei stessa. “Sai gemellina, non ti ha mai perdonato per essermi stata preferita alla nascita. E’ bruttissimo vivere nell’altra dimensione lo sai?!? Comunque non ti preoccupare, avrai tempo per scoprire com’è, appena avrò svolto il mio compito, mi occuperò di te! Legatele le mani, non voglio che usi il suo potere su voi comuni mortali” “E di lei che ne facciamo?” Domandò l’uomo che mi aveva sospinta fin li “Ah, così non sei venuta sola! - Disse Pamela – e lei chi è? Un’amica, una strega?” Piper non rispose e ovviamente, non lo feci neanche io. “Ok, legate anche lei, ora non ho tempo per queste cose. Tra poco Santros si sveglierà e io devo prepararmi, state solo attenti a non perderle mai d’occhio, non mi fido!” E poi si avvicinò all’altare cominciando una serie di litanie in una lingua per me incomprensibile.
“Sorellina, dimmi che hai un’idea geniale - Domandai a Piper ma lei non rispose - Ehi, Piper?!?” stava ancora fissando Pamela - Non vorrei disturbare, ma ti ricordo che noi due dovremmo impedire ad un demone di risvegliarsi e non possiamo farlo così legate, vuoi mettere in moto le rotelline del tuo cervello per cercare una soluzione?!? - Mi guardò incredula –Scusa! Sono… un po’ nervosa!” Fortunatamente lei capì. La nostra speranza ora, erano le nostre sorelline.
“Prue bloccati!” Disse improvvisamente Phoebe “Che c’è?” “Piper e Chris. Le hanno prese!” “Chi le ha prese?” “Non so,… avevano delle tuniche… Sembravano in una chiesa…” Prue tirò fuori dal cruscotto una mappa e cominciò a guardare la zona che le sorelle dovevano perlustrare “C’è una sola chiesa sconsacrata da quelle parti, è quella sulla 5^!” Phoebe annuì. Prue riaccese il motore e si diressero verso le sorelle.

Quando arrivarono ormai era buio e la chiesa sembrava deserta. “Sei sicura che sia questa?” Domandò Prue alla sorella “Mi spiace, non l’ho vista dall’esterno, quindi credo che saremo costrette ad entrare – Prue guardava con diffidenza verso l’edificio davanti a loro – L’idea non piace neanche a me sorellina, ma non credo abbiamo scelta!” Disse Phoebe avanzando per prima. Non aveva ancora chiuso i conti con Piper e non voleva assolutamente permettere che qualcuno lo facesse al posto suo: nessuno poteva far del male a Piper, se non lei!
“Cosa faremo se Pamela è già libera?” Domandò Phoebe. Prue rimase in silenzio qualche istante cercando una risposta, e alla fine la trovò “Vado a cercare nel Libro delle Ombre la formula che hanno usato la nonna e la mamma!” “Ok, fai veloce però!” Disse Phoebe. Prue chiuse gli occhi e si ritrovò in soffitta.

Ed eccoci ad un nuovo bivio: puoi decidere se Prue troverà la formula, e quindi vai al capitolo 5, o se invece vuoi rendere veramente la vita impossibile alle quattro sorelle, e allora vai al capitolo 6.

CAPITOLO 5

La maggiore delle Halliwell cominciò a cercare freneticamente la formula adatta. Poi le pagine cominciarono a girarsi da sole. “Grazie nonna!” Sussurrò rendendosi conto che da sola non ce l’avrebbe ma fatta. Finalmente accanto all’incantesimo per uccidere un certo Sebastian (ogni riferimento è da considerarsi NON puramente casuale, cosa volete, mi sono talmente esaltata da autocitarmi! Dov’ero rimasta, ah si…) trovò finalmente una pagina su Pamela. L’aveva vista altre volte sul Libro, ma non gli aveva mai dato particolare peso, credeva fosse un demone come tanti altri e non certo una sua sorella. Cominciò a leggere.

“Care figlie mie, se state leggendo questa pagina, probabilmente significa che io e la nonna abbiamo fallito e che la gemella di Piper è tornata in questo mondo! Potete provare a intrappolarla nuovamente nell’altra dimensione, ma non sono sicura che funzioni di nuovo, comunque sia, dovete assolutamente impedire che lei risvegli Santros o sarà l’inizio della fine” E poi di seguito, era trascritto l’incantesimo.

Le parole scritte da Patty avevano messo ancora di più in agitazione Prue. Sapeva che la madre non l’avrebbe mai allarmata a quel modo per una cosa di poco conto, quindi il pericolo era avvero grosso. Imparò velocemente la formula, poi tornò nel suo corpo, di fronte alla chiesa dove Phoebe l’aspettava.
Spiegò velocemente alla sorella ciò che aveva trovato sul Libro e dopo averle dato un foglio su cui, nel frattempo, aveva trascritto la formula, si fermò un attimo a pensare. “E se non funzionasse?” Domandò all’improvviso. Phoebe, che si era già avviata verso la chiesa, si fermò di colpo. Si girò verso Prue con aria rassicurante. “Eh su, un po’ di ottimismo – Ma vedendo che queste parole non sortivano l’effetto desiderato, continuò – Fidati! La mamma e la nonna ci hanno forse mai deluso? E’ una loro formula, non fallirà!” Disse prendendo la mano della sorella e trascinandola dolcemente verso la chiesa con lei.
La chiesa era schermata alla magia, motivo per cui io non riuscivo a trasportarmi fuori da quelle mura ed ero costretta ad una snervante attesa dei soccorsi delle nostre sorelline. Il tempo sembrava scorrere a rallentatore mentre tutti attorno si affaccendavano per i preparativi della cerimonia. Per un po’, dimenticandomi dei guai in cui ci trovavamo, rimasi rapita da tutto quel daffare. Avevo l’idea di stare in un formicaio in fermento. Dovunque uomini con la tunica si muovevano sicuri portando incensi e candele, disegnando alle pareti simboli magici o preparando la statua del demone per la cerimonia. Poi il rito ebbe inizio.
I membri della setta lasciarono libero il passaggio alla prescelta. Lei si inginocchiò ai piedi dell’altare e, dopo aver acclamato a gran voce qualcosa in una lingua per me incomprensibile, immagino latino, si alzò. Prese un coltello che il capo della setta le porgeva rispettosamente. Si fece un taglio sul braccio e lasciò cadere il sangue sopra la statua di Santros. Dopo qualche istante si girò e andò in mezzo agli altri membri della setta. “O potente dio serpente, io, la prescelta, ho compiuto il rito. Il sangue di una strega votate al male è stato sparso su di te, ora torna tra noi. Il mondo è pronto per il tuo arrivo, il mondo è pronto per la distruzione. Torna, Santros, noi ti aspettiamo!” Poi chinò la testa e rimase come tutti gli altri, in attesa, in rispettoso silenzio.
Era passato quasi un minuto nel silenzio più totale, e io cominciavo a credere che forse il rito non era stato compiuto nel modo giusto. Improvvisamente, alla luce delle candele, comparvero Prue e Phoebe. Io sorrisi, sembrava che tutte le cose per noi si mettessero finalmente al meglio. Le mie sorelline cominciarono subito a pronunciare una formula e una luce fortissima avvolse Pamela, che scomparve giurando vendetta. Vennero immediatamente a liberarci. “E Santros?” Domandò preoccupata Prue “Forse il rito non si è compiuto nel modo giusto.” Le dissi abbastanza sollevata, ma non avevo neanche finito di pronunciare quelle parole che la terra cominciò a tremare.
La statua di Santros si aprì in due e sul pavimento comparve una crepa che velocemente si aprì, dividendo in due anche la stanza. Solo allora mi accorsi che tutti i membri della setta erano ancora in religioso silenzio e non accennavano a spostarsi mentre il vuoto si apriva sotto i loro piedi. In breve furono tutti inghiottiti dalla voragine, morti senza neanche tentare di salvarsi, era praticamente stato un suicidio di massa.

Ancora leggermente stordita dopo la morte di tutte quelle persone, non mi accorsi che stavo scivolando verso la crepa. Arrivata a pochi centimetri dal limite, guardai giù. Un fiume di lava scorreva qualche centinaio di metri sotto di me e lentamente una indistinta macchia nera si alzava dal fiume cercando di raggiungere l’uscita.
Prue mi prese con forza e mi trascinò indietro “Stai lontana da lì!” Mi disse senza mezzi termini. “Cosa facciamo?” Chiese Phoebe piuttosto agitata. Improvvisamente sentì la voce di Penny. Mi guardai in giro e, dagli sguardi delle mie sorelle, capì che anche loro l’avevano sentita “C’è un'unica possibilità, – Cominciò la nonna – Visto che è stata la tua gemella a librare Santros, forse tu sei in grado di rinchiuderlo di nuovo” Disse rivolta a Piper “E cosa dovrei fare?” “Le stesse cose che ha fatto Pamela, solo che dovrai ordinare a Santros di tornare agli inferi” “Ma la statua… - dissi intromettendomi – quella per il rito… è stata distrutta!” “Vorrà dire che tu Piper, dovrai farlo sull’originale!” Concluse la nonna “Cosa?!? Tagliarmi un braccio sopra una voragine?!? State scherzando vero?!?” Ma quella era la nostra ultima speranza. Piper sospirò e io presi il coltello da terra.
Si avvicinò timorosamente al limite della voragine. Prue e Phoebe le erano subito dietro, pronte ad afferrare la sorella nel caso fosse scivolata. Stese un braccio sopra una figura nera che stava salendo lentamente. Dal fondo della voragine si udirono due voci “Muoviti Santros! La sopra ci sono le Halliwell!” “Se potessi, farei più in fretta, lo sai! Piuttosto, invece di parlare, dammi una mano!” Urlò il demone e poco dopo la terra ricominciò a tremare. Piper fu tirata indietro da Prue. Aspettammo qualche secondo ma il terremoto non accennava a finire “Non c’è tempo! – urlò Phoebe – ormai Santros è vicino ad uscire!”
Piper si riavvicinò al limite con le sorelle sempre pronte ad aiutarla. Distese nuovamente il braccio sulla voragine e chiuse gli occhi, non voleva assolutamente vedere il suo sangue! Rigirò il coltello nella mano destra un paio di volte, poi si decise e si tagliò. Mentre sentiva il suo sangue uscire dalla ferita e cadere giù per quella voragine, si sentì svenire, ma riuscì comunque a restare cosciente. Ancora ad occhi chiusi, cominciò ad improvvisare “Io sono la prescelta per rimandarti da dove sei venuto. Ho versato il mio sangue e ora ti ordino di tornare agli inferi. Vattene Santros, la prescelta te lo ordina!” Si sentì un urlo “No, non ancoraaaa!” Poi, Piper svenne.

La terra cominciò a tremare ancora di più appena Piper ebbe finito di pronunciare quelle parole. Lei cadde a terra  e Phoebe la riacciuffò per una mano quando il resto del corpo già penzolava sopra il fiume di lava. Con l’aiuto di Prue riuscirono a tirarla fuori. Ci rintanammo in un angolino. La voragine si richiuse e il terremoto cessò. Dopo tutto quel tempo su un pavimento tremolante, la sensazione di stabilità mi parve molto strana. Mi avvicinai a Piper: stava bene, aveva solo perso i sensi. Le guardai il braccio. Il taglio non era molto profondo, ma era lungo tutto l’avambraccio. Ero orgogliosa di lei: sapevo che le era stato tremendamente difficile farsi quel taglio, visto che non sopportava neanche la puntura di uno spillo, ma ancora una volta il bene del mondo era venuto prima di tutto. Essere streghe voleva dire anche questo. Phoebe e Prue presero Piper, la misero in auto e tornammo tutte a casa.

Piper si risvegliò nel suo letto. Per alcuni istanti credette di aver sognato tutto, poi vide il suo braccio fasciato e capì che era stato reale. Prue aprì lentamente la porta “Ah, ma allora sei sveglia! - Disse entrando e andandosi a sedere sul letto accanto alla sorella – Allora, come sta ‘la prescelta’?” Piper la guardò con aria interrogativa – Come, non ti ricordi?!?” “Ricordarmi cosa?” “Del tuo bel discorso a Santros… ‘Io sono la prescelta per rimandarti da dove sei venuto’… - continuò la maggiore delle due imitando il tono solenne con cui Piper aveva pronunciato quelle parole – ‘Vattene Santros, la prescelta te lo ordina’!” Piper sorrise “Ok, forse ho un po’ esagerato, ma stavo improvvisando, cosa pretendete da me?!?” “Figurati sorellina, anzi, sei stata un vero portento, anche come improvvisatrice” Le disse Prue scompigliandole tutti i capelli e Piper cercò di allontanarla da lei “Comunque non mi sembra giusto” Disse in tono un po’ triste dopo che Prue ebbe finito di ‘torturarla’ “Cosa scusa?” “Beh, insomma, ho salvato il mondo, migliaia di innocenti, e come unico risultato, ho il braccio che mi fa male!” Piagnucolò la minore delle due. Prue le sorrise “Oh, povera la mia sorellina, credi che una bella tazza di te e i biscotti che Phoebe e Chris ti hanno preparato riducendo la cucina ad un campo di battaglia, ti aiuteranno a far passare il dolore?!?” “Giusto un po’!” Rispose lei facendo il cenno con la mano. Prue le sorrise di muovo, si alzò e andò alla porta facendoci cenno di entrare.
Phoebe si sedette accanto a lei e l’abbracciò. “Piper, scusami, non volevo fare tutto quello che ho fatto in questi giorni, mi dispiace!” Disse con le lacrime agli occhi “Non lo volevo neanch’io, sei la mia sorellina e ti voglio un gran bene” Aggiunse lei asciugando le lacrime della sorella. Prue stava con la faccia imbronciata al bordo del letto “E a me, chi ci pensa?” Chiese piagnucolando. Phoebe e Piper allargarono un braccio e abbracciarono anche lei. Ora l’unica esclusa ero io, ma non avevo nessuna intenzione di starmene li in parte, così presi la rincorsa e saltai anch’io sul letto di Piper. Le quattro Halliwell erano di nuovo tutte unite, e lo sarebbero state per molto ancora.

Fine. E anche per questa volta se la sono cavata. Il bene trionfa ancora e il male viene inesorabilmente sconfitto, ma che vi dice che negli altri finali accada lo stesso? Sono tutti qui che aspettano solo di essere letti, quindi datevi da fare!

CAPITOLO 6

Dopo aver finito di recitare le sue litanie, Pamela si girò nuovamente verso Piper. “Noi abbiamo una sorella vero? Aspetta, come si chiama, Pro… Pru… ah, già, Prudence!” Come una sorella?!? Pamela non sapeva di me e di Phoebe?!? Poi cominciai a pensare: io e Phoebe eravamo nate alcuni anni dopo che lei era stata intrappolata nell’altra dimensione, quindi era possibile che non sapesse di noi. Bene, finalmente un punto a nostro favore, ma mentre io pensavo questo, Pamela continuò a parlare “Ti stupisci che io sappia di lei?!? Ho pochissimi ricordi di quando ero in questa dimensione e me li sono tenuti stretti. Se non sbaglio c’è anche un Libro di magia in casa vero? Ricordo la mamma che ne parlava!” “Come puoi ricordare queste cose!” Domandò stupita Piper “Non è impossibile, sono una strega anch’io, e per noi niente è impossibile, dovresti saperlo!”
Effettivamente il fatto che lei avesse dei ricordi di quando aveva solo pochi giorni mi sorprese un po’, ma ormai ero abituata un po’ a tutto, e presto mi convinsi che anche questo era possibile. Comunque, non avevo il tempo materiale per perdermi in questi pensieri. Studiai attentamente Pamela cercando un suo punto debole, una cosa qualsiasi da sfruttare contro di lei, ma non ero molto brava in questo genere di cose. Anche Piper sembrava cercare una soluzione ai nostri problemi, ma prima che potessimo avere anche una sola debole speranza, Pamela ci fece sprofondare ancora più nella depressione.
“La formula per rispedirmi nell’altra dimensione dev’essere ancora nel Libro, meglio che provveda!” Disse Pamela: chiuse gli occhi e cominciò a fare strani gesti con le mani. Intanto in casa Halliwell, e più precisamente in soffitta, il Libro delle ombre si aprì circa a metà e comparve una pagina con l’inconfondibile scrittura di Patty. Lentamente, ma inesorabilmente, le parole cominciarono a sparire, finché alla fine rimase solo una pagina bianca.
“Si direbbe che sarò costretta a rimanere in questa dimensione fino alla fine dei miei giorni, bello ah?!? - Disse lei avvicinandosi a Piper che la guardò stupita – Ho appena cancellato la formula per rispedirmi dall’altra parte, e ora c’è una sola persona al mondo che la conosce: io!” Rimanemmo entrambe ammutolite mentre gli ultimi barlumi di speranza si spegnevano in noi. Ora le cose si erano notevolmente complicate.
Prue non aveva potuto fare niente oltre che rimanere impotente ad osservare mentre le parole scritte dalla madre sparivano da sotto i suoi occhi “Pamela!” Sussurrò piena d’odio capendo chi era stata a causare tutto questo. Tornò nel suo corpo. Phoebe vide la sua faccia affranta e le domandò cosa fosse successo. “Pamela ha cancellato la formula!” Disse con rammarico. Rimasero un po’ in silenzio, poi Phoebe prese, stranamente, in mano la situazione “Ci sarà sicuramente un altro modo per sistemare le cose, non dobbiamo scoraggiarci, lo troveremo presto, ma ora dobbiamo prima di tutto pensare a Piper e Chris, andiamo a prenderle!” Disse decisa e Prue annuì. Entrarono.

Il rito era appena cominciato. Tutti i membri della setta erano usciti non solo dalla stanza ma, da quello che avevo capito io, addirittura dalla chiesa, per lasciare a Pamela la completa libertà di agire e perché, nonostante fossero devoti a Santros, ne avevano una grandissima paura. Eravamo rimaste solo noi tre e la cosa mi preoccupava, quando vidi in cima alle scale Prue e Phoebe.
Pamela stava pronunciando le ultime parole del rito, quando le mie sorelline fecero la loro grande entrata. Prue fece cadere, con il suo potere, l’altare, rovesciando anche il calice che conteneva il sangue necessario per il rito. Almeno adesso Santros non si sarebbe risvegliato! Pamela si girò arrabbiatissima “Non dovevi osare!” Urlò prima di scagliarsi contro Prue. Nel frattempo Phoebe era venuta a liberarci. Appena in piedi, Piper tentò di bloccare Pamela ma, come predetto dalla nonna, il suo potere con lei non funzionava. Così Prue fu costretta ad  usare il suo. Scaraventò Pamela contro un muro ma, contemporaneamente, Piper si accasciò a terra. Pamela si rialzò e rise. “Colpisci me, e sarà come colpire la tua cara Piper! Avanti, che aspetti, io sono qui!” Disse sbeffeggiando Prue. “Avanti Prue, dobbiamo sconfiggerla” Le urlò Piper dopo essersi rialzata, ma la maggiore delle Halliwell non poteva continuare sapendo che avrebbe colpito anche la sorella.

All’improvviso Prue, Phoebe e Chris si bloccarono. Piper si guardò in giro sorpresa: lei non aveva fatto niente. Pamela rise nuovamente “E’ una faccenda tra me e te, non tiriamo in mezzo il resto della famiglia - Disse avanzando verso Piper. - Possiamo vedercela solo noi due” Piper indietreggiò di qualche passo finché si trovò spalle al muro. Pamela la attaccò, ma lei riuscì a schivare il colpo. Quanto avrebbe voluto che Phoebe fosse sbloccata, lei conosceva le arti marziali e le sarebbe stata sicuramente di grande aiuto.
Continuò per alcuni minuti a scappare evitando gli attacchi di Pamela, ma poi si ritrovò nuovamente spalle al muro, esausta e senza idee. Sentì una tremenda fitta alla testa e, poco prima di svenire, vide Prue dietro Pamela.
Improvvisamente tutto era cambiato. Era come se fosse passato molto tempo da un istante all’altro e intuì che Pamela aveva usato il suo potere. Mi girai intorno cercando le mie sorelle e vidi Piper fronteggiata dalla gemella. Pochi istanti più tardi Prue comparve dietro Pamela brandendo in aria un candelabro, e la colpì. Piper e Pamela caddero a terra contemporaneamente.
“Ma sei impazzita?!? - Domandai andando a vedere come stava Piper – Lo sai che colpisci anche lei, perché l’hai fatto?” “E che altro dovevo fare, stare a guardare mentre Pamela la uccideva? Almeno adesso abbiamo guadagnato un po’ di tempo!” Mi rispose Prue, dopo di che, caricammo in auto le due gemelle svenute e andammo a casa per cercare una soluzione.
Dopo circa due ore, lentamente, Piper riaprì gli occhi. Tentò di alzarsi dal divano, ma la mano di Phoebe la costrinse dolcemente a tornare giù. “Come stai?” Domandò “Ho un gran mal di testa e devo ringraziare Prue!” “Ok, se riesci a prendertela con lei, vuol dire che non stai poi tanto male!” Le rispose sorridendo Phoebe “Dov’è Pamela?” Chiese Piper e Phoebe indicò l’altro divano dove la gemella, sveglia da un po’, la stava fissando.
“Sapevo che ti saresti risvegliata; so tutto di te!” Disse Pamela che non perdeva occasione per ricordare il suo legame con Piper, per cercare di metterci in ulteriore difficoltà. “Perché l’avete portata qui?” Domandò Piper “Già, perché?” Le fece eco la gemella “Per distruggerla!” Rispose Phoebe lanciando un’occhiataccia a Pamela.

Nel frattempo in soffitta io e Prue cercavamo senza risultati qualcosa che ci potesse aiutare, finalmente il nostro angelo bianco arrivò. “Come sta Piper?” Ci chiese per prima cosa “Non ti preoccupare, è solo un po’ ammaccata” Gli risposi io. Rassicurato da queste parole, Leo si decise finalmente a darci una mano “Loro sono molto preoccupati, se non annienterete Pamela lei, prima o poi, riuscirà a compiere il rito per liberare Santros” “Se sono così preoccupati, perché non ci danno una mano invece di stare solo a parlare?!?” Domandò arrabbiata guardando l’aria sopra di lei Prue “Cerca di calmarti, Loro non possono interferire in nessun modo, ma vi prometto che io vi darò tutto l’aiuto che potrò!” Le disse Leo cercando di tranquillizzarla.
“E’ inutile, non c’è niente che possa aiutarci!” Dissi sconsolata dopo la terza volta che avevamo guardato da capo a piedi il Libro delle Ombre “Vorrà dire che sarà Phoebe a creare una formula!” Disse senza esitazioni Prue, dopo di che andò a chiamare la sorella. Qualche minuto dopo la formula era pronta. Phoebe era sicura di se, aveva abbastanza pratica in questo genere di cose, aveva fallito molto raramente ed ormai era parecchio tempo che le sue formule erano praticamente perfette, ma quel periodo felice, era destinato a finire quel giorno.
Leggemmo la formula dal foglio che Phoebe aveva scritto. Sentimmo una specie di tuono giù in salotto e corremmo tutti giù per vedere cos’era successo.
La prima ad arrivare fu Phoebe che rimase pietrificata. Si, Pamela era sparita, ma anche di Piper non c’era nessuna traccia. “O mio Dio!” sussurrò rendendosi conto di ciò che era successo. Nel frattempo Loro parlarono a Leo. L’angelo scese dalle scale dov’era rimasto fino a quel momento, e si avvicinò triste a noi. “Phoebe, purtroppo, ha intrappolato anche Piper nell’altra dimensione” Disse senza guardarla in faccia. Rimanemmo tutte un po’ sconvolte da quelle parole e, come al solito, la prima a riprendersi fu Prue. “Va beh, vorrà dire che scriveremo un’altra formula per liberare Piper” “Purtroppo non è possibile – Disse Leo – Non esiste un modo per far uscire qualcuno da quella dimensione.” “Ma come no – mi intromisi io – Pamela è pur stata liberata!” Leo si rattristò ancora di più “Il rito va compiuto con il sangue di un innocente. Per rivedere Piper dovreste uccidere!” Il silenzio calò nella stanza
“Va bene, vorrà dire che ucciderò! - Urlò piangendo Phoebe – Non abbandono Piper così!” Prue si avvicinò e l’abbracciò. “Non pensateci nemmeno. Cosa direbbe Piper tornando in questo mondo e trovando delle sorelle assassine?!?” Disse Leo, anche lui con gli occhi lucidi “Non mi interessa cosa direbbe, almeno sarebbe qui!” continuò a urlare Phoebe. Io non riuscivo a rendermi conto che non avrei rivisto più Piper, mi sembrava tutto talmente assurdo. “Sapete che si ci fosse qualcosa da fare, lo farei, ma non vi permetterò in nessun caso di commettere un omicidio, nemmeno se questo significherà non rivedere più la donna che amo” Disse Leo che poi non riuscì più a trattenersi, cominciò a piangere e scomparve.

Diario di Chris
26 Novembre

Dicono che, a volte, il tempo è la migliore medicina, ma non è sempre così. Sono passati più di due mesi dal giorno in cui Piper è sparita, e ogni istante le cose peggiorano. Phoebe si aggira per casa come uno zombie, non riesce a perdonarsi di aver sbagliato così clamorosamente e di non essere riuscita nemmeno a chiedere scusa a Piper per le loro litigate degli ultimi giorni. Ha lasciato l’università e non esce più di casa. La maggior parte delle notti le passa piangendo in camera sua e nonostante sia io che Prue cerchiamo di convincerla che non è stata colpa sua, non otteniamo risultati, forse anche perché noi stesse non siamo convinte di queste parole. La verità è che Piper era il collante della famiglia, quella che riusciva a calmare gli animi, ad appianare le controversie, insomma, a sistemare tutto, e ora che lei non c’è più, la famiglia Halliwell si sta lentamente sfasciando senza che nessuna di noi riesca a fare qualcosa. Per non contare che io e Prue siamo costrette a vegliare costantemente su Phoebe: lei sarebbe capace di commettere l’omicidio necessario al rito pur di riportare qui Piper. Non sono affatto sicura però che sarebbe una cosa del tutto sbagliata. Credo che un giorno, se non l’avrà già fatto lei, uscirò da quella porta con in mano un coltello e assassinerò qualcuno, consapevolmente. Si, lo so, mi rendo perfettamente conto di ciò che sto pensando, ma quello di cui nessuno si può rendere conto, è di come sia diventata la mia vita ora. Tutto è meglio di questo, persino un omicidio sulla coscienza, se Piper tornerà qui!

Questo era un finale un po’… un po’ così, può piacere, ma anche no, quindi vi consiglio di andare a leggere gli altri che, sinceramente, io preferisco.

 
Scritto da Flond

Special thanx to Falcon: senza di te non l’avrei mai finita.


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