Jarod il Camaleonte Italia

La Virtual Season
di "Jarod il Camaleonte"

Episodio 6: Innamorarsi


Racconto appartenente alla Virtual Season di "Jarod il Camaleonte" scritto da Maura e Rossella e pubblicato in esclusiva su Jarod il Camaleonte Italia. Tutti i diritti sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
Quanto compare in questa pagina è soltanto frutto della fantasia delle due autrici e non è stato realmente girato o creato dagli sceneggiatori di "Jarod". Le partecipazioni degli attori indicati in fotografia come "guest-star" non sono reali ma servono soltanto a dare un'idea del personaggio.


IL CAST


JAROD

MISS PARKER

SIDNEY da giovane

JAROD da giovane

MISS PARKER da giovane
 

GUEST STAR


EDWARD

EMILY
 

L'EPISODIO

RICHMOND, VIRGINIA, ore 11.00 a.m.

Jarod prese in mano il cellulare appena arrivato fuori dalla sua casa. Era molto emozionato di poter finalmente vedere sua sorella, così si assicurò di poterla vedere ancor prima di averle telefonato. Tolse gli occhiali da sole e si appoggiò ad un albero di fronte alla villetta, poi attese che la ragazza rispondesse al telefono.

“Pronto?”

"Emily? Ciao sono Jarod..." disse lui con voce un po’ flebile.

"Jarod! Che piacere sentirti...aspetta un attimo...è successo qualcosa?" chiese poi passando da felicissima a preoccupata.

"No...solo che ho sempre molto da fare e non è facile per me farmi sentire...ma non mi dimenticherei mai di farti gli auguri! Buon compleanno!"

"Ti ringrazio Jarod...ma dove ti trovi in questo momento?"

"Beh...preferisco non dirtelo, comunque che ne dici se nel pomeriggio passo a trovarti? Così parliamo un po'!"

"Certo...mi farebbe piacere...Ci sono tante cose che devo dirti e che voglio chiederti...sai, a proposito del Centro!"

"Sì...lo so cosa provi...allora nel pomeriggio sarò lì da te! Per le tre va bene?"

"Va benissimo...a dopo!" rispose lei attaccando.

Jarod mise via il cellulare e sorrise notando che la ragazza stava per uscire di casa; si nascose dietro a un albero e poi guardò con gran gioia il suo tenero volto. Era veramente bellissima.

Poi guardò l’orologio e notò che era un po’ in ritardo; così salì in macchina e in pochi minuti arrivò al piccolo locale dove stava lavorando. Mise in testa un enorme cappello bianco e il grembiule intorno alla vita e poi chiamò il cameriere.

“Allora, cosa devo preparare?” chiese sorridendo.

Ci sono simulatori tra noi 
Jarod: “Sono stato tolto alla mia famiglia”
Sidney: “36 ore e sta già dimostrando molto più talento di ogni altro”
Jarod: “Quante persone sono morte per quello che io inventavo?”
            “Da quando sono fuggito ogni momento lo dedico alla ricerca del mio passato”
Miss Parker: “E’ un simulatore… un genio che può diventare chiunque voglia”
Sidney: “Il centro lo vuole vivo”
Miss Parker: “Preferibilmente” 
Miss Parker: “Difende i deboli e i derelitti”
Jarod: “La vita  è un dono”
Paziente: “Lei è un dottore?”
Jarod: “Sì… oggi sì”

RICHMOND, ore 3.00 p.m. 

"Ti trovo benissimo Jarod!" gli disse Emily porgendogli una coca cola in bottiglia.

"A chi lo dici Emily...ti vedo in gran forma e sei bellissima!"

Lei sorrise, ma poi si fece più seria. "Il Centro ti sta ancora cercando?"

"Beh...tutta la mia esistenza si basa su questo...io cerco di scappare il più possibile e loro cercano di prendermi!"

"Non capisco proprio cosa vogliano da te....è per via del tuo rapporto con Ethan?”

"Vedi Emily...è molto più complicato di questo...forse è meglio che cominci dall'inizio, che ne dici?"

"Sono tutta orecchi...papà non ha mai voluto dirmi niente, penso che l’abbia fatto per proteggermi...ma io voglio sapere!" rispose decisa. Poi si sedette sul dondolo in veranda gustando un tè freddo.

"Bene...sarà un po' lunga ma...era ora che lo facessi con qualcuno prima o poi!" disse lui sedendosi di fianco a lei.

"Vedi...quando sono sparito, fui portato in un luogo di detenzione, il Centro...ero sempre stato convinto che nessuno di noi avesse a che fare con quel posto, ma ho di recente scoperto che nostra madre era la migliore amica di Catherine Parker...una donna molto importante per quel posto!"

"Papà mi ha raccontato di Catherine...mi ha detto che era una donna eccezionale...e che è la madre di Ethan..."

"E' vero...ma forse è meglio andare in ordine, parleremo dopo di Ethan...vedi, fin dal primo giorno fui selezionato insieme a Kyle, nostro fratello...per essere addestrato a diventare...una persona molto speciale..."

"Non riesco a capire..." lo bloccò lei confusa.

"...delle persone mi hanno addestrato per diventare un simulatore... – e poi, vedendo la faccia ancora più confusa di Emily, continuò - Io posso fare qualunque cosa voglia...posso fare qualsiasi lavoro, ho un'intelligenza superiore a quella della media...ho fatto praticamente ogni sorta di lavoro, riesco a imparare nuove cose in pochissimo tempo...pensa che mi basta leggere un libro di medicina per imparare ad operare!"

"Quindi saresti in grado di leggere un libro di medicina ed eseguire un'operazione il giorno dopo?"

"Già...è quello che faccio...ma il Centro non voleva rendermi un genio per aiutare la gente...mi sfruttavano per fare cose terribili, per originare catastrofi: tutto quello che io inventavo uccideva moltissime persone..."

"E' terribile...se avessi saputo prima la verità...ti avrei cercato ed aiutato invece di farlo solo con Ethan..."

"Non è colpa di nessuno, e non avreste potuto fare nulla per me...vi avrebbero mentito, dicendovi che ero morto...ho dovuto vivere al Centro senza poter mai uscire, fare le cose che fanno tutti i bambini, stare con la mia famiglia..."

"....e avere una vita normale...invece sei cresciuto da solo...nessuna amicizia,  nessun contatto col mondo esterno..."

"Beh...proprio solo non ero...avevo almeno tre persone che mi stavano sempre vicino...una era il mio insegnante...se si può chiamarlo così, si chiama Sidney. E lui non è una persona spregevole come potrebbe sembrare, è un uomo molto importante per me, è stato come un padre..."

"Già...credo che tu lo vedessi come una figura paterna perchè ti mancavano i tuoi genitori!"

"Beh...lui mi è sempre stato vicino, anche se... - sorrise ripensando alle esperienze passate - All'inizio non dimostrava molto il bene che mi voleva..."

"...non gli era permesso farlo?"

"Più che altro credo che lui non volesse affezionarsi troppo a me sapendo di non poter fare nulla per aiutarmi! E poi lui è una brava persona...è sempre stato vicino a tutti noi del Centro..."

"Tutti?"

"Già...tutti i bambini che c'erano...oltre a noi futuri simulatori, c'erano anche ragazzi con facoltà paranormali...ad esempio Angelo!"

"Chi è Angelo? Una delle altre due persone?” chiese Emily sorridendo.

"Sì...E' una persona molto speciale: a causa di alcuni esperimenti ha perso molte facoltà della mente, ma ne ha acquistate altre. Sente in modo particolare, è come se leggesse dentro le persone, sa sempre quello che provi...e poi è come se leggesse nel futuro a volte...sì, anche lui stava spesso con me quando eravamo piccoli! Si intrufolava nei condotti dell'aria..." sorrise Jarod.

"Nei...condotti dell'aria?" chiese lei stupita.

"Beh...non lo lasciavano mai stare un po' con noi, ma era troppo intelligente per restare chiuso in gabbia...e lo è ancora!"

"Quindi anche lui è libero!"

"Purtroppo no...lui è ancora prigioniero al Centro e non riuscirebbe a scappare, lo troverebbero troppo in fretta...e poi a volte...anche il mondo può essere una prigione per le persone come Angelo!"

"Quindi tu credi che lui stia meglio al Centro?"

"No...ma anche il mondo sarebbe difficile da affrontare per lui...mentre al Centro, almeno, ha chi gli vuole bene...Sidney e Broots si occupano di lui...e persino Miss Parker lo difende!"

"Miss Parker?" chiese lei mentre Jarod sorrideva.

"Beh...Miss Parker!" esclamò.

Non sapeva bene cosa dirle al riguardo, ma Emily lo guardava con aria maliziosa.

"Sono tutta orecchi Jarod!"

"E' una faccenda un po' complicata, più delle altre...lei è praticamente l'unica ragazza con cui abbia avuto a che fare da bambino...è la figlia di Catherine..."

"Come l'hai conosciuta? Al Centro?"

"Beh...sì...ovviamente! - rispose quasi indispettito - E fin da allora ho pensato che fosse...molto speciale..."

"Jarod...voglio presentarti una persona..." aveva detto Sidney facendo entrare nella stanza Miss Parker. Jarod si trovava in una specie di gabbia a vetri, con dei fili che lo collegavano a vari apparecchi medici. Poi era entrata lei, ancora una bambina, e si era avvicinata ai vetri.
“Sei una ragazza?” aveva domandato Jarod. Parker aveva annuito e poi aveva visto lui mettere la mano sul vetro. Aveva guardato verso un uomo che Jarod non aveva potuto scorgere e questi le aveva annuito. Così anche lei aveva appoggiato la sua mano sul vetro.
"Come ti chiami?
Questa volta l’uomo misterioso aveva scosso la testa, così lei aveva semplicemente risposto.
“Miss Parker...”
 

"Quindi tu non sai il suo vero nome!" chiese Emily

"Io lo conosco...me lo disse segretamente...ma non l'ho mai detto a nessuno e non l'ho mai chiamata per nome...forse perchè tutti la chiamavano Miss Parker!"

"Credo di capire...è come se ti avesse rivelato un segreto...e tu hai voluto mantenerlo non svelandolo a nessuno!"

"Diciamo che forse l'ho fatto un po' inconsciamente...ma è quella l'idea!"

"Che rapporto c'è tra voi?" chiese lei curiosa.

"E' difficile a dirsi...a volte siamo molto lontani, altre volte invece...la sento molto vicina a me...ma non so se proviamo le stesse cose..."

“Vi vedete spesso?”

"Ogni volta che...tenta di acchiapparmi!" sorrise lui.

"Come?" domandò nuovamente.

"E' lei l'incaricata a darmi la caccia...tecnicamente lei mi cerca e io cerco sempre di trovarmi davanti a lei per poi sfuggirle...è quasi una specie di gioco...che però ultimamente non è più divertente, da quando siamo andati sull'isola..."

"D'accordo...lo so che questo sembra un interrogatorio ma...quale isola?"

"Qualche tempo fa...oddio, ormai quasi un anno...siamo andati su un'isola al largo della Scozia per cercare informazioni sulle nostre mamme...o meglio, io sono andato e lei mi ha trovato lì...così siamo rimasti intrappolati laggiù insieme e abbiamo indagato insieme..."

"Hai trovato la mamma?" chiese lei interrompendolo. Aveva gli occhi pieni di speranza, tanto che Jarod fu triste di doverle rispondere.

"L'ho vista...ma non sono riuscito a raggiungerla perchè è dovuta scappare, la stavano cercando e le hanno sparato – poi, vedendo che si stava agitando - Non preoccuparti...non era grave..."

"Sì...ma tu come lo sai? Insomma...non sei neanche riuscita a parlarle? Come puoi sapere che non era ferita gravemente?"

"Il colpo l'ha sfiorata, fidati...l'ho vista sulla barca, e poi se è riuscita a scappare fino al porto vuol dire che riusciva a camminare senza problemi...l'ha vista anche Parker e mi ha detto che era molto agitata, ma stava bene..."

“E' da tanto che non la vedo...mi chiedo dove sia..." sussurrò lei dopo un gran sospiro.

"La troveremo, non preoccuparti..." rispose lui stringendole la mano.

Lei cambiò argomento immediatamente: "Ritorniamo all'isola...avete scoperto qualcosa di interessante?"

"Abbiamo trovato delle antiche pergamene a cui mamma era interessata...parlavano del futuro mio, di Parker e del Centro, ma non posso star lì a raccontarti ogni cosa...comunque non le abbiamo lette, perchè quelli del Centro ci hanno trovato!"

"Non è possibile...come possono delle pergamene avere la chiave del tuo futuro?”

"Beh...sono delle pergamene maledette...e dicono che le profezie scrittevi sopra sono vere...le ha trovate un frate moltissimi anni fa...e quindi hanno qualche...strano potere! Comunque non lo sapremo mai, visto che il signor Parker si è buttato dall'aereo nell'oceano subito dopo averle lette!"

"Perciò adesso sono andate perdute nell'oceano!"

"Esatto...e né io né Parker abbiamo saputo cosa dicevano sul nostro conto...E nemmeno sappiamo di cosa parlino realmente!"

"Parli molto spesso di questa Miss Parker...per essere l'incaricata a riportarti al Centro c'è un rapporto più profondo, vero?"

"Si nota, eh?"

"Vorrei riavere anch'io quel tipo di rapporto con....ah no lascia perdere!"

"Eh no...mi hai fatto il terzo grado fino ad ora...adesso tocca a me! Allora, chi è? Parleremo di me più tardi..."

"Acqua passata...non credo che dovremmo parlarne!" disse un po’ imbarazzata, ma soprattutto triste.

"E allora non ti dico nulla di Parker nemmeno io... - poi continuò serio - Se soffri così tanto...deve essere una cosa importante..."

"Io ero...sposata fino a 2 anni fa, ma poi lui mi ha lasciata. Non posso biasimarlo, dopotutto non c'ero mai...volevo aiutare Ethan e lo cercavo costantemente...ma facendo questo ho distrutto il mio matrimonio perchè lui si sentiva trascurato!"

"Sai...mi scoccia ammetterlo ma...credo che in fondo avesse ragione...avevi diritto a vivere la tua vita, senza preoccuparti di trovarci ad ogni costo. E non c'è modo di sistemare le cose fra voi?"

"Temo di no...Non l'ho più sentito dal giorno del divorzio...mi sono buttata a capofitto sulla ricerca di Ethan per non pensare a lui...e credo che dopo due anni d'assenza lui non voglia più saperne di me..."

"Quanto siete stati sposati?"

"Beh, diciamo che quando ci siamo separati ero ancora una novella sposa. Eravamo sposati da due anni! - rispose lei ironicamente - Però ci conoscevamo da tempo!”

"E tu credi che..."

"...Edward..."

"Credi che Edward abbia buttato alle spalle un sacco di tempo vissuto con te? Di sicuro ti ama ancora...e di sicuro sente molto la tua mancanza..."

“Dopo due anni di assenza? No, probabilmente in questo momento sarà di nuovo felicemente sposato...Magari con un'altra donna molto più disponibile di me!”

"Emily...tu non mi hai mai incontrato prima dell'anno scorso...eppure non mi avevi dimenticato...credi che lui possa non pensarti più?”
"Quindi tu credi che dovrei andare da lui?" domandò lei commossa.

"Non lo credo...ne sono convinto..." e le asciugò le lacrime con un fazzoletto bianco che le lasciò.

RICHMOND, un’ora dopo

"Cosa? No...non posso crederci!" stava dicendo Emily fra una risata e l’altra.

"Eppure ti dico che è così...davvero! E' successo di tutto..." rispose Jarod, senza smettere di ridere anche lui.

"Da quando sei scappato dal Centro ti è proprio capitato di tutto!"

"Lo so...ma la cosa che ho fatto con tutte le mie forze è stata cercare voi!"

"Ti posso capire...anche mamma e papà dopo il rapimento di te e Kyle non hanno fatto altro che cercarvi..."

"Però non abbiamo mai avuto successo...e in gran parte per colpa di Miss Parker e del Centro..."

"Quindi dai la colpa anche a lei..."

"Beh...i primi anni lei era davvero accanita contro di me...era “o io o lei”...anche se a volte ci ritrovavamo riuniti in situazioni pericolose e ci davamo...una mano!"

Era accaduto proprio il primo anno in cui Jarod era scappato dal Centro. Il ciclone stava praticamente spazzando via l’isola, mentre lui e Parker si difendevano da quel pazzo di Bartlett in un rifugio piccolissimo. Le aveva salvato la vita, l’aveva aiutata. E poi lei aveva immancabilmente esposto la sua domanda.
“Perché mi hai salvato la vita?”
“Perché...ricordo ancora quella ragazzina...che mi ha dato il mio primo bacio...”
 

"E allora perchè adesso dici che la colpa è sua?" chiese Emily.

"Non lo so...forse ce l'ho con lei perchè non ammette...lasciamo stare... ti ho già detto che è tutto complicato!"

"Jarod..." sorrise lei guardandolo quasi ad obbligarlo di raccontarle ogni cosa.

"Quando ci siamo trovati sull'isola da soli...è nato qualcosa di diverso tra noi...un rapporto più intimo, un'intesa. Non so se fosse una cosa giusta, ma io da allora sento che tutto è diverso fra noi...e l'ho fatto capire anche a lei..."

"Forse ho capito...tu pensi che tra voi due ci sia di più che solo un rapporto da “cacciatrice” e “preda”!”

"Io penso che c'è sempre stato qualcosa di più...ed ora vorrei che tutto si concretizzasse, ma è una cosa così impossibile...è un rapporto irrealizzabile!"

"Jarod...tu mi hai detto che il rapporto con Edward si sarebbe sistemato... perché dopo due anni è impossibile che si sia dimenticato di me...ebbene io credo che la stessa cosa valga per te e per Miss Parker. C'è un bel rapporto tra voi due, nonostante il Centro voglia impedirlo, e io sono convinta che sistemerete tutto!"

"Mi chiedo...se esista davvero qualcosa da sistemare...lei cerca sempre di allontanarmi...anche se a Natale siamo stati insieme...è stata una serata davvero speciale, credimi!"

"Vedi? Niente è impossibile!"

"Sai Emily...mi chiedo davvero dove tu sia stata in questi anni...sei una sorella fantastica..." disse accarezzandole una guancia.

"E tu un fratello straordinario...mi chiedo come tu faccia ad aiutare ancora le persone dopo tutto quello che ti hanno fatto al Centro..."

"Forse è una specie di dono...molte persone si chiedono come faccia ad aiutare decine di famiglie e a scappare di luogo in luogo...è una cosa che mi rende felice...sapere che le persone non soffriranno più dopo il mio aiuto è una sensazione magnifica!"

"Ti credo...lo posso capire perchè cercando Ethan mi è capitato di aiutare delle persone...ti fa sentire bene con te stessa!"

"Comunque ho sempre cercato di tenere fede al mio più grande desiderio: conoscere la mia famiglia...ed ormai ce l'ho quasi fatta, vi ho riuniti tutti... tu, papà, Ethan...mi spiace che tu non abbia conosciuto Kyle..."

“Ero troppo piccola quando l'hanno rapito...tuttavia in un certo senso, quando guardo le sue foto, ho la sensazione di conoscerlo da sempre..." poi fece una breve pausa.

"Credi che sia matta?"

"Non sei matta...quando io vedo la foto della mamma...sento che mi è vicina, è come se la conoscessi..."

"Jarod...voglio chiederti una cosa..." sussurrò vedendo poi lui annuire.

"Raccontami di Kyle...com'era? Voglio sapere tutto!"

"Ti assomigliava molto...non solo fisicamente, anche come persona...era molto forte e spesso violento, ma alla fine era riuscito a cambiare...e mi ha salvato la vita..."

"Sacrificando la sua...vero?” concluse Emily. Jarod si limitò ad annuire, così lei capì che non ne voleva parlare.

"Un giorno lo vendicherò a dovere...e farò del male all'uomo che l'ha fatto..."

"Jarod...la vendetta non ti aiuterà...non ti restituirà Kyle. Perché macchiarsi di un reato?" chiese lei preoccupata.

"Lo so...ma io non voglio ucciderlo...voglio solo che soffra come ho sofferto io...e come ha sofferto Kyle...ha fatto del male a un sacco di gente, anche a Parker stessa!"

"Sapevo che c'era di mezzo anche lei!" notò sorridendo maliziosamente.

"Parker in questo caso c'entra per forza - rispose lui sorridendo - E' suo fratello Lyle che ha ucciso Kyle, suo fratello gemello..."

"Suo fratello voleva far del male anche a lei?" domandò lei sempre più stupita.

"Prima ancora che scoprissero di essere fratelli sì...lei l'ha “ucciso” ma lui non era morto davvero...e persino ora che sono fratelli sul serio...lui ha cercato di ucciderla con una bomba nel suo ufficio..."

"Mio Dio... certo che devi proprio tenere molto a lei per immischiarti nei guai della sua famiglia!"

"Fa parte della mia vita...in un certo senso è la persona più importante per me...”

"Anche se ti dà la caccia...è una situazione strana!"

"Te l'ho detto! Tu cosa mi consiglieresti...devo seguire la mia implacabile ragione...o il mio istinto?"

"Non sono io che devo dirtelo...cosa pensi tu? Vuoi seguire il tuo cuore o la tua mente?"

"E tu?" sorrise lui.

"Per quanto mi riguarda...ho preso la mia decisione!"

"Sai una cosa? Anch'io..." Jarod si alzò sorridente. Guardò sua sorella e capì quanto le volesse bene e quanto le fosse mancata la sua presenza in tutti questi anni. Emily si alzò e per un attimo a Jarod parve di vedere di fronte a sé sua madre. La abbracciò forte e dopo i dovuti saluti lei tornò nell’unico luogo in cui sapeva di dover andare.

RICHMOND, ore 8.00 p.m.

Emily non sapeva davvero cosa sperare. Fino all’attimo in cui aveva bussato era convinta di stare facendo la cosa giusta, ma ora temeva di essere allontanata di nuovo da lui. Poi la porta si aprì, ed Edward spuntò sull’entrata.

"...Ciao..." le disse. Era visibilmente stupito di quella visita.

“Ciao Eddy..." disse lei imbarazzata.

"Come mai sei qui?"

"Ecco...io...mi dispiace di averci messo tanto ma...Insomma, è inutile girarci tanto intorno. Non riesco a dimenticarti!”

Edward stava in silenzio, la lasciò continuare senza fare un solo gesto.

“Voglio iniziare da capo con te...non riesco a continuare senza di te..."

"Cosa vorresti dire...che ora io sono importante quanto trovare la tua famiglia?" chiese lui quasi arrabbiato.

"Senti...mi dispiace per quello che è successo...intendo dire di averti trascurato...ma era importante...si trattava di mio fratello. In ogni caso adesso è tutto risolto...e mi piacerebbe davvero che tu lo conoscessi..."

"Davvero? Non lo dici solo per prendermi in giro?...Perché io non faccio altro che pensare a te da quando ti ho chiesto di firmare quel dannato documento..."

"Lo stesso vale per me credimi...io non volevo neanche divorziare ricordi? Ma non posso biasimarti, forse avrei fatto anch'io la stessa cosa!"

"E avresti sbagliato...come ho sbagliato io..." concluse Edward sorridendo. Poi la guardò: sul volto si vedevano i segni delle sue lacrime, ma erano lacrime di tensione, gioia, amore. La strinse forte a sé e poi, insieme, entrarono in casa. 

CASA DI MISS PARKER, ore 11.00 p.m.

"Che cosa ci fai qui?" chiese Parker arrabbiata notando Jarod di fronte alla sua porta.

"Devo parlarti..." rispose lui seriamente ed anche titubante.

"Beh...stavolta hai oltrepassato il confine della stoltezza! Direi che così firmi la tua condanna alla galera..."

Parker notò immediatamente che non rispondeva alla sua provocazione, lo vide serio e notò che non sapeva cosa dire. Non l’aveva mai visto così.

"Beh...che diavolo hai? Non eri qui per parlarmi?"

"Si...ma non so da dove iniziare!" rispose lui prendendo tempo.

"Inizia col dirmi perchè sei qui..." gridò lei, ormai furiosa. Intanto entrò in casa e si indirizzò verso l’armadio dove teneva la pistola, ma non fece nemmeno in tempo ad aprirlo, perché Jarod la interruppe.

"Cercavi questa?" sorrise mostrandole l’arma. Poi chiuse la porta ed entrò.

"Jarod - disse lei sorridendo – Perché sei qui? Cosa vuoi dirmi?"

“Questo!”

Subito dopo la strinse forte e l’avvolse in un incredibile bacio che aveva in sé ogni tipo di sentimento. Era come se fosse stato trattenuto per un sacco di tempo: ormai non potevano più fare finta di niente. Parker si lasciò andare senza osare tirarsi indietro dalla dolce stretta in cui l’avvolse Jarod. Era giusto così, perché tutto ora sembrava così semplice. Per la prima volta in molti anni si sentivano entrambi felici e liberi da oppressioni.
Quando Jarod la lasciò tenne ancora gli occhi chiusi, quasi non volesse aprirli per scoprire che era tutto un sogno. Sospirò con calma e poi alzò le palpebre: Parker era di fronte a lui, i suoi immensi occhi azzurri lo fissavano. E quando la vide sorridere capì che aveva fatto la cosa giusta...


Jarod il Camaleonte Italia - Virtual Season © 2004 Antonio Genna

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