Jarod il Camaleonte Italia

La Virtual Season
di "Jarod il Camaleonte"

Episodio 3: Ricordi


Racconto appartenente alla Virtual Season di "Jarod il Camaleonte" scritto da Maura e Rossella e pubblicato in esclusiva su Jarod il Camaleonte Italia. Tutti i diritti sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
Quanto compare in questa pagina è soltanto frutto della fantasia delle due autrici e non è stato realmente girato o creato dagli sceneggiatori di "Jarod". Le partecipazioni degli attori indicati in fotografia come "guest-star" non sono reali ma servono soltanto a dare un'idea del personaggio.


IL CAST


JAROD

MISS PARKER

SIDNEY

BROOTS

MR. LYLE

MR. RAINES

SYDNEY da giovane

MISS PARKER da giovane

JAROD da giovane
 
CATHERINE PARKER
 

GUEST STAR

  William L. Petersen
DOTT. KEVIN JACOBS
 

L'EPISODIO

BLUE COVE, ore 9:00 p.m.

Sidney stava guidando velocemente, ma non vedeva niente davanti a sé. C’era una pioggia fortissima, e a quell’ora di sera non si vedeva ad un palmo dal proprio naso. Prese il cellulare e chiamò in fretta Miss Parker.

Lei, ormai a casa, sentì il telefono squillare proprio mentre stava per entrare nella doccia, così imprecando contro chi fosse a chiamarla, si avviò al telefono.

"Pronto?" rispose seccata all’apparecchio.

"Parker...sono Sidney!" rispose lui dall’altro capo. La linea era molto disturbata, così parlava ad alta voce per farsi sentire da lei.

"Pronto? non ti sento bene Sid! Cosa c'è?"

"Meno male ti ho trovata...ascolta sto venendo da te...ho delle notizie importanti da riferirti!"

"Cosa? - gridò lei che non sentì bene - Notizie su che cosa?"

“Riguardano tua madre ma...ti spiegherò tutto...dopo..."

"Dopo quando, Sid? Dove sei? Sid!" ma ormai Parker non lo sentiva più: la linea era caduta e il telefono squillava a vuoto.

Parker si avviò in camera e si rivestì, mentre Sidney guidava sempre più in fretta.

Ad un certo punto una macchina gli fece gli abbaglianti da dietro, e lui per poco non uscì di strada.

“Ma chi diavolo è?” pensò. Dopo un minuto, la macchina lo tamponò e Sidney, perdendo il controllo del volante, finì a sbattere contro un albero. Il suo antifurto iniziò a suonare e l’autista colpevole scappò a gambe levate subito dopo aver notato il successo della propria operazione...

Ci sono simulatori tra noi 
Jarod: “Sono stato tolto alla mia famiglia”
Sidney: “36 ore e sta già dimostrando molto più talento di ogni altro”
Jarod: “Quante persone sono morte per quello che io inventavo?”
            “Da quando sono fuggito ogni momento lo dedico alla ricerca del mio passato”
Miss Parker: “E’ un simulatore… un genio che può diventare chiunque voglia”
Sidney: “Il centro lo vuole vivo”
Miss Parker: “Preferibilmente” 
Miss Parker: “Difende i deboli e i derelitti”
Jarod: “La vita  è un dono”
Paziente: “Lei è un dottore?”
Jarod: “si….oggi si”

APPARTAMENTO DI MISS PARKER, ore 10.00 p.m.

Parker era sempre più angosciata: Sidney non era ancora arrivato ed era passata un’ora dalla sua telefonata. Camminava avanti e indietro guardando invano la porta ed il telefono, ma ancora non accadeva niente.

Il telefono squillò e lei sussultò, corse verso di esso ed alzò con veemenza la cornetta.

"Pronto, Sidney, sei tu?" chiese in ansia.

"Miss Parker...sono Broots" rispose lui agitato.

"Cosa vuoi? Hai sentito Sidney per caso? Doveva venire qui un'ora fa..."

"Ascolta...mi hanno appena telefonato dal St. James’s Hospital...Sidney è... " si interruppe per la tristezza.

"Broots! Cosa ci fa Sidney all'ospedale?" chiese lei sempre più preoccupata.

"Ha avuto un incidente stradale, i dottori non mi hanno detto niente sulle sue condizioni...Miss Parker???". Ma non ricevette risposta: la donna era corsa verso la porta prendendo solo le chiavi della macchina e la giacca. La cornetta era caduta in terra... 

OSPEDALE ST. JAMES, ore 10.20 p.m.

Miss Parker entrò trafelata in ospedale e si rivolse subito all’accettazione chiedendo di Sidney.

“Ascolti...hanno portato qui un uomo, ha appena avuto un incidente...”

“E’ di sopra, reparto rianimazione...” la bloccò l’infermiera.

“Grazie!” rispose Parker. Poi corse al piano superiore e raggiunse il reparto. Un dottore era in piedi di fronte ad una porta e stava controllando una cartella.

"Dottore! Salve...sto cercando un uomo che ha avuto un incidente d'auto un'ora fa...”

"Sì...sono appena andato da lui...lei è una parente?" chiese il dottor Jacobs.

"No...cioè in un certo senso sì...come sta?" domandò lei impaziente.

Lui sospirò e le rispose: "Purtroppo è in uno stato di coma... – poi vedendo la faccia incupita di Parker, continuò – Non si disperi...si tratta di coma reversibile: se supera la notte avrà buone speranze di farcela!"

"Senta dottore...io  non voglio che accada nulla a quell'uomo...lei crede che ce la farà?" domandò lei con gli occhi lucidi per le lacrime.

"Dipende tutto da lui...noi non possiamo fare niente per ora, mi dispiace!" e dopo aver messo una mano sulla spalla di Miss Parker, e averle indicato la sala d’attesa, si allontanò.

OSPEDALE, ore 11.30 p.m.

Parker era seduta da un’ora e non aveva ancora saputo nulla; ad un certo punto, però, la sua solitudine fu turbata da una visita quanto mai inattesa: Jarod.

Gli puntò contro la pistola: "Che cosa ci fai tu qui?" gridò.

"Sono venuto qui per Sidney!" ribatté lui.

"Beh...ti assicuro che non è stata una mossa degna della tua genialità, Jarod!"

"Ti sembra il momento di giocare a cacciatrice e preda? Se vuoi sparare fallo, ma io non me ne andrò!"

Lei ci pensò su un attimo, poi abbassò l'arma e la rimise nella fodera, anche perché stavano per passare dei dottori.

"Come hai saputo di Sid?" chiese mentre Jarod si avvicinava.

"Ho chiamato il Centro perché volevo parlare con lui e ho trovato Broots. Lui mi ha detto...quello che gli è successo! Come sta?"

"E' in una specie di coma...il dottore ha detto che è reversibile e che se passerà la notte ce la farà...dice che dipende tutto da lui...ma immagino tu capisca il mio linguaggio, giusto dottore?" chiese cercando di sorridere.

"Sidney è forte...ce la farà!" rispose lui non rispondendo alla provocazione e sedendosi di fianco a lei.

"Ne sono convinta...e comunque hai avuto un gran coraggio a venire fin qui...!"

"Tu avresti fatto lo stesso per lui. Sidney ha avuto un ruolo importante nelle nostre vite...fin da quando eravamo piccoli!"

"Già..." sussurrò lei.

In quel momento Jarod cominciò a pensare al primo momento in cui aveva visto Sidney...

“Ciao Jarod. Sono Sidney, mi prenderò cura di te per un po’!” gli aveva detto l’uomo presentandosi.
“Perché, dove sono mamma e papà?” aveva domandato uno spaventato quanto curioso Jarod.
“Non ti preoccupare Jarod, li vedrai molto presto!” aveva risposto.

"Da quando l'ho visto per la prima volta, mi sono subito fidato di lui! Tutte le bugie che mi raccontava...incluso il momento in cui avrei rivisto i miei...le diceva perché era il Centro ad ordinarglielo!”

"Lui fa quest'effetto...riesce sempre a farti sentire sicura...anch'io mi sono subito fidata di Sid..."

 

Il primo incontro fra Sidney e Miss Parker era avvenuto a casa di sua madre, lei era ancora una bambina. La madre stava parlando con Sidney e lei era scesa dalle scale: a parte suo padre, a sei anni, non aveva mai visto nessun altro uomo.

“Tesoro, questo è Sidney, è un dottore che aiuta la mamma! Lo vedrai spesso d’ora in poi!” La madre, infatti, teneva delle sedute psichiatriche con Sidney.

Lui si era inginocchiato mentre lei stava al penultimo gradino della scala; le aveva preso la mano e le aveva detto sorridendo dolcemente: “Mi fa molto piacere conoscerti, Miss Parker! Mi hanno parlato molto di te...”.

"Anche mia madre si fidava molto di Sidney..." sorrise lei con gli occhi lucidi.

Jarod la guardò e ricambiò con un triste sorriso.

"Vado a prendermi qualcosa da bere! Torno subito..." e si avviò alle macchinette dopo averle accarezzato il braccio sinistro, appoggiato sullo schienale della sedia vicina.

Due minuti dopo Miss Parker fu colta nuovamente alla sprovvista dall’arrivo delle uniche persone che in quel momento non avrebbe voluto vedere: Lyle e Raines. Entrarono insieme dal corridoio e camminarono, una volta vista, verso di lei.

"Sorellina...meno male ti abbiamo trovata!"

"Che ci fate voi qui?" chiese lei, pensando subito a Jarod che poteva essere in pericolo.

Nel frattempo Jarod era tornato con in mano due bicchieri di caffé caldo; non appena ebbe visto i due parlare con Miss Parker, si nascose dietro ad un muro e lei lo notò, così cercò di continuare ad intrattenere Lyle e Raines nella speranza che non scoprissero Jarod.

"Abbiamo saputo dell'incidente di Sidney...come sta?" chiese Lyle fingendo di essere preoccupato.

"E' in coma...non sanno se ce la farà..." sussurrò Parker. Diede uno sguardo a Jarod, così sussultò, ma continuò a parlare.

"Voi dove siete stati finora?"

"Eravamo al centro... cercavamo Sidney e Broots ci ha informati! – rispose Lyle - Però adesso che ci penso...forse è una fortuna che Sidney sia stato coinvolto in questo incidente!"

"Immagino quanto possa rendere felice un pazzo come te Lyle...cos'è, senti l'odore di carne pronta e accorri? Sei solo un uomo freddo e spietato...non hai idea di quanto conti Sidney per me!" replicò Parker, che ormai si trovava faccia a faccia col fratello e lo guardava come se avesse voluto ucciderlo.

“Scommetto che tutta questa situazione potrebbe attirare Jarod..." sorrise Raines smorzando la tensione fra i due gemelli.

"Già era questo che intendevo dire...ci dispiace per Sidney, però...non tutti i mali vengono per nuocere!"

Parker diede ancora un'occhiata a Jarod nascosto e poi si rivolse al fratello.

"E' inutile che fingi con me...Sid non può sentirti!" poi guardò male Raines e si sedette.

"Noi ce ne andiamo sorellina" concluse Lyle con un sorriso; poi lui e Raines fecero per allontanarsi, così Parker si rialzò ormai al culmine della sopportazione.

"Grazie per la toccata e fuga, Lyle!”

Quest’ultimo uscì di corsa, ma Raines diede ancora un’ultima occhiata alla stanza, poi guardò il muro dietro al quale era nascosto Jarod, quasi come se avesse capito che lui era lì. Si avvicinò in fretta, trascinando la sua bombola, ma dietro non c’era nessuno. Parker tirò un sospiro di sollievo mentre Raines, deluso, usciva dalla stanza. Jarod tornò dall’altra parte del corridoio con in mano i due bicchieri. Sorridendo ne porse uno a Miss Parker e lei lo guardò sorpresa.

"Purtroppo il caffè dell'ospedale non è un granché..."

"Andrà bene...basta che mi tenga sveglia!" rispose lei prendendo in mano il bicchiere; soffiò e iniziò a bere a piccoli sorsi.

"Perché non hai detto a Lyle e a Raines che ero qui?" chiese lui sedendosi.

"Jarod...so quanto tu sia legato a Sidney...forse persino più di me...per entrambi è stato come un padre! E in questa situazione...è giusto che ci sia anche tu al suo fianco!"

Jarod sorrise per la rivelazione di Miss Parker, ma lei notando il suo viso, continuò subito a parlare bloccando la sua felicità

“Ma non illuderti... se non mi avessi fermato...ti avrei catturato mezz'ora fa!"

Il sorriso svanì dalla labbra di Jarod che bevve ancora un po’ di caffè. Poi ripensò alle parole di Miss Parker e, quasi senza accorgersene, si ritrovò a riflettere ad alta voce.

"Un padre..."

“Cosa?” chiese Parker non capendo.

Così Jarod si ricordò del momento in cui aveva iniziato a pensare a Sidney come ad un padre. Il giorno della festa del papà aveva preparato un disegno che aveva voluto donare a Sidney.

Jarod: “Sidney, questo è x te” aveva detto dandogli un foglio. Il disegno rappresentava lui e Sidney che si tenevano per mano. La frase diceva “Buona festa del papà”.
Sidney lo aveva aperto e lo aveva visto.
“Ti piace Sidney?” aveva chiesto Jarod sorridendo.
“No, Jarod. Non devi fare mai più una cosa del genere!” aveva risposto lui restituendoglielo.
Poco dopo Jarod era ritornato da Sidney e aveva rimesso il disegno sulla sua scrivania.
“Ti ho detto che non posso accettarlo!”
“Ma perché no?”
“Perché io non sono tuo padre. Basta con queste cose Jarod! Concentrati sulla tua simulazione!”
E aveva concluso gettando il disegno nel cestino.
 

“In quel momento mi ha ferito moltissimo...capisco che non potesse accettare quel regalo perché non era il mio vero padre...ma mi chiedo spesso come mai l’abbia gettato!” disse Jarod dopo aver raccontato quel ricordo a Parker.

“Non l’ha buttato – rispose lei sorridendo – Ricordo ancora che l’anno scorso me l’ha fatto vedere...mi ha pregato di non dirti nulla, però...”

“Cosa? Dici sul serio?” chiese lui girandosi verso di lei.

“Già...” sussurrò Parker guardandolo.

Jarod riprese a sorridere, poi continuò Parker.

“Beh...e poi anche lui ti ha fatto dei regali...”

“Già...ricordo ancora bene...ogni regalo ricevuto da lui. In particolare...!”

“Tieni Jarod, questo è per te!”
“Cos’è Sidney?” aveva chiesto curioso Jarod sorridendo.
“Aprilo!”
Dentro c’era una palla di vetro che, agitata, creava la neve che svolazzava in tutta la boccia.
“Grazie Sidney!” aveva detto Jarod felicissimo.
“Buon natale, Jarod!”
 

Quello è stato il più bel regalo che mi potesse fare!” sorrise Jarod.

Miss Parker si limitò ad accompagnare il suo sorriso, poi piombò il silenzio. 

OSPEDALE, 00.30 a.m.

I due erano ancora seduti in attesa di notizie dal dottore, quando arrivò Broots.

Ah...Miss Parker...ti ho trovata finalmente...” disse ansimando per la corsa e bloccandosi. Poi, notando Jarod, rimase pietrificato. “Jar...Jarod!” gridò.

"Calmo Broots...non farti prendere dal panico...Jarod è qui per Sidney! Come te e me..." rispose Miss Parker.

"E' tanto che non ci vediamo, vero Broots?" chiese Jarod con un lieve sorriso.

Lui era imbarazzato e sorrise in risposta "Eh...già... - poi cambiò argomento e si rivolse a Miss Parker - Come sta Sidney?"

"Non ci hanno più detto nulla...la sua situazione è stazionaria, dicono che se passerà la notte avrà buone probabilità di farcela!"

"Pregherò per lui...anche se sono sicuro che ce la farà!"

"Fai bene Broots..."

Poi l’uomo sentì squillare il suo cellulare e rispose dopo averlo trovato.

"Sono Broots...Signor Lyle...sì...sì signore, arrivo subito!"

"Devo...tornare al Centro, Lyle ha bisogno di me!" disse dopo aver appeso.

"Ma che diavolo sta combinando? Li ho visti prima e non mi ispiravano nulla di buono quei due!" disse Parker.

“Purtroppo anch'io ho avuto la stessa sensazione, stanno tramando qualcosa!” concordò Broots.

"Vai là e cerca di scoprire tutto quello che puoi...poi chiamami, ma resta lì! Ti farò sapere se ci sono novità..." ordinò lei cercando poi di tranquillizzarlo per Sid.

"Lo farò...ma tu fammi sapere quando si sveglierà!" concluse. Poi uscì dalla stanza di nuovo di corsa. 

OSPEDALE, 00.50 a.m.

Jarod e Parker erano sempre più stanchi e affranti, quando videro arrivare il dottore dalla stanza di Sidney.

I due si alzarono e gli corsero incontro speranzosi.

"Dottore! Allora, ci sono novità?" chiese ansiosa Parker.

Il dottore sospirò: "No! Purtroppo ancora nessuna, la situazione è stabile...ma potete entrare adesso, se volete!"

"Grazie dottore" disse Jarod.

"Mi dispiace di non avervi dato notizie migliori. Tornerò tra poco!"

Sorrise amaramente il dottore; poi se ne andò diretto da un’altra paziente.

Jarod e Parker si guardarono e si avviarono verso la stanza dove era ricoverato Sidney; lei entrò per prima e vide l’uomo sdraiato con un volto bianco e inespressivo; nonostante si trovasse nella stanza post-operatoria, dove si sarebbe dovuto svegliare dopo l’operazione, giaceva addormentato e non dava cenno di miglioramenti.

"Guardalo...sembra così indifeso, non l'ho mai visto in questo stato...tranne forse quando era diventato cieco, ma...così male mai!" sussurrò Parker sedendosi e prendendo la mano sinistra di Sidney fra le sue; Jarod si sedette a destra.

"A parte quando...testarono su di lui le droghe che volevano utilizzare anche per me...lui aveva cercato di difendermi...invece fu tutto inutile. Fecero quell’esperimento anche a me!” raccontò Jarod con rabbia.

"Ricordo quando me ne ha parlato...temeva di perderti dopo che tu hai scoperto di quell'esperimento...invece poi ti ha rivelato come mai non ha potuto aiutarti!”

“Sapevo che non era possibile che mi avesse lasciato torturare in quel modo...ha sempre voluto proteggermi e starmi vicino!”

"E' vero...ricordo come mi ha aiutato quando è morta mia madre...lui è l'unico che mi è stato davvero vicino, anche al funerale...mentre mio padre era troppo preso da se stesso, sembrava quasi... sollevato dalla sua morte!"

"Ricordo che Sidney ti è stato davvero vicino in quel momento!"

"Non solo lui...anche tu..." e gli lanciò un mezzo sorriso, ricambiato da parte di Jarod. Ma poi tornò a guardare Sidney e a stringergli forte la mano.

OSPEDALE, ore 2.00 a.m.

Parker rientrò nella stanza di Sidney dove notò Jarod sdraiato col capo sul letto, con la sua mano sopra quella di Sidney. Sorrise nel vedere quella tenera scena, poi socchiuse la porta con il piede e svegliò Jarod.

"Qualcuno mi ha detto che il caffè dell'ospedale non è buonissimo... – sussurrò mentre Jarod si rianimava da un semi torpore - ma almeno ci farà stare svegli ancora un po'!"

"Grazie" rispose lui prendendo il bicchiere.

"Oddio...la notte è ancora lunga e lui non dà segni di vita...ti prego Sid, reagisci! Devi farlo per noi!" disse rivolta a lui.

“Il polso è regolare...questo è un buon segno!” sussurrò Jarod controllando i battiti di Sidney.

"Meno male...sai, a volte penso che lui sia stato molto più che un collega o un istruttore per noi...è stato quasi un padre!"

“Sì...per tutto il tempo che sono stato al Centro...ma anche quando sono fuggito....anche ora io lo considero un padre!”

"E in fondo...mi è stato molto più vicino che il mio vero padre...e poi non so nemmeno se sia lui il mio vero padre...pensa l'ironia!"

In quel momento sia Parker che Jarod ripensarono a quei momenti in cui avevano sentito un amore quasi familiare nei confronti di Sidney.

“Jarod – aveva detto Sid aggiustando la cravatta del ragazzo - Ti ho insegnato come si fa il nodo alla cravatta?”
“Sì...l’hai fatto!”
“Tu non sei un mostro Sydney! E poi...sei ancora la mia famiglia...” aveva detto Jarod chiamandolo, una volta. Jarod, infatti, si ricordava sempre di quella volta che aveva detto a Sidney di essere la sua famiglia.
“Dimmi una cosa...Sei mai andato a pesca?”
Sidney, ridendo, aveva chiesto: “Perché?”
“Forse ci andremo un giorno...solo tu ed io!” aveva concluso Jarod.
 

Anche Miss Parker aveva sempre potuto contare su Sidney. Una settimana dopo la morte di sua madre, lei stava camminando per i corridoi del Centro alla ricerca dell’ufficio di suo padre, ma uno dei suoi uomini l’aveva fermata dicendole che il padre ora non avrebbe potuto riceverla. Lei se n’era andata ma Sidney, che aveva visto tutto, l’aveva fermata dicendole che lui sarebbe stato sempre presente per lei, che se aveva dei problemi poteva confidarsi con lui.
Miss Parker aveva sorriso e aveva dato un bacio sulla guancia all’uomo, che l’aveva vista andare via sorridendo.

"E' proprio vero che si è comportato come un padre per me! - sorrise stringendo la sua mano e sollevandola - Ha sempre voluto proteggermi!"

"...e lo stesso ha fatto con me" aggiunse Jarod.

"Se non ci fosse stato lui...in molte occasioni non ce l'avrei mai fatta!"

"Io credo che tu sia cresciuta anche grazie ai suoi consigli!"

"Beh...di sicuro mai quanto te! Ti ha fatto diventare l'uomo che sei...non mi stupisce che tu sia così...perfetto...in fondo Sidney ti ha anche fatto del bene addestrandoti...ti ha reso..."

"Una brava persona..." 

Parker sorrise poi, come per magia sentì la mano di Sidney stringere la sua. Lo guardò proprio mentre lui apriva gli occhi.

“Sidney!" esclamò jarod.

"Sid! Jarod, corri, vai a chiamare il dottor Jacobs!"

"Vado subito!" disse lui alzandosi in fretta e uscendo dalla stanza.

"Sid...eravamo così preoccupati per te... - notò che lui cercava di parlare - Aspetta! Non affaticarti ora!"

"Park...Parker" sorrise lui.

"Sì...sono qui Sid! E c'è anche Jarod!"

Il dottore in quel momento arrivò di corsa nella stanza.

Dopo averlo visitato si rivolse a Jarod e Miss Parker sorridendo: "E’ fuori pericolo! Tra un paio di giorni lo dimetteremo...il tempo di fare degli accertamenti!"

"Grazie di tutto dottore..." disse Parker sorridendo.

"Non dovete ringraziarmi...ha fatto tutto da solo!" e si allontanò.

"Hai avvertito Broots, Parker? Vorrà sapere che Sidney è salvo!"

"Sì, l'ho chiamato dieci minuti fa...dice che ora non può liberarsi, ma verrà fra un paio d'ore!"

Sid tossicchiò perché stava ridendo.

"Senti Sid...so che forse non è il momento ideale ma...di cosa mi volevi parlare? Sembrava una cosa molto importante! Dicevi che c’entrava mia madre..."

"Ho scoperto, consultando vecchi archivi del Centro, che tua madre prima di morire ha iniziato un progetto per far scappare tutti i bambini del Centro!"

"Beh...ne sapevo già qualcosa...ricordo che avevamo trovato delle informazioni al riguardo..."

"Lo sapevamo già da tempo che Catherine cercava di salvare tutti i bambini...compreso me!" aggiunse Jarod, che non capiva dove volesse arrivare Sidney.

"Si...ma quello che non sapete è che...questo progetto l’aveva ingegnato con Margareth, tua madre, Jarod..."

"Cosa? Mia madre?"

"Cosa???" chiese Parker, sbigottita almeno quanto il simulatore.

Poi Jarod sentì da fuori delle voci...e riconobbe la più inconfondibile, quella di Raines, che stava chiedendo  dove si trovasse la stanza di Sidney.

“Raines!” esclamò Jarod.

"Jarod, devi andartene!" disse Sidney. Lui, dopo aver esitato ancora un attimo, voltò lo sguardo da Sidney verso Parker e lei annuì concordando con l’uomo.

Poi uscì dalla finestra sul balconcino e si lanciò di corsa sulle scale di emergenza, da dove raggiunse in meno di un minuto la strada e la sua macchina. In quel momento entrò Raines dalla porta.

"Dov'è Jarod?" chiese con rabbia.

"Di che stai parlando, Raines..." chiese Miss Parker fingendo sorpresa.

"Sono sicuro che fosse qui! Ho sentito Broots parlarne con te al telefono!" replicò quello.

"Beh...forse inizi anche tu ad avere un senso interiore, ma che fa cilecca, Raines! Qui non c'è Jarod, come puoi ben vedere..."

In quel momento entrò Lyle che incrociò subito lo sguardo freddo della Parker mentre lo squadrava con rabbia. Lui fece come se niente fosse e si rivolse a Sidney.

"Sidney...ti sei ripreso...sono molto felice!"

Poi guardò Raines limitandosi a scuotere la testa, ma Miss Parker notò quel gesto.

Lo stava guardando come se avesse voluto gettarlo dalla finestra ma Sidney, fin troppo buono, finse di essere compiaciuto dalla visita.

"Ti ringrazio Lyle!"

“Sai, eravamo cosi preoccupati...meno male che il peggio è passato!” aggiunse.

“Ora dovremmo andare...volevamo solo sincerarci delle tue condizioni!" disse Raines.

“Ci vediamo al Centro sorellina...stammi bene Sidney!" e, detto questo, i due si allontanarono frettolosamente.

Parker, non troppo convinta da quella visita, li seguì in corridoio, e si nascose per ascoltare le loro conversazioni.

"Maledizione... - stava dicendo Raines - Se quegli idioti avessero fatto le cose come si deve! Ora non potremo tentare di ucciderlo, si è svegliato!"

"Quasi sicuramente Sidney avrà già detto tutto a mia sorella...un bel guaio!" aggiunse Lyle.

"Beh...andiamo avanti come se niente fosse, non possiamo compromettere i nostri piani di nuovo...torniamo al Centro ora!"

Lyle annuì e se ne andarono dall’ospedale.

Parker, ancora senza parole per ciò che aveva da poco saputo, rientrò nella stanza.

"Allora...dove sei andata, Parker?"

"Fuori! Volevo sentire quello che si dicevano!"

"Hanno detto qualcosa sul mio incidente?"

"...No - disse dopo un attimo di pausa - Stavano parlando di Jarod, non sono convinti della nostra versione!" rispose lei cercando di sorridere.

"Sai... – continuò lui quasi sollevato - Credevo che loro avessero qualcosa a che fare con quello che mi è successo ma...a quanto pare mi sono sbagliato!” concluse sorridendo.

Ma Parker abbozzò un mezzo sorriso ed aspettò ancora un paio di minuti prima di tormentare Sidney con domande...

APPARTAMENTO DI MISS PARKER, IL GIORNO DOPO, ore 11.00 a.m.

Parker stava osservando da tutta la mattina la foto di sua madre e Margareth insieme. Ancora non poteva credere a ciò che le aveva detto Sidney: erano grandi amiche e si conoscevano da sempre...Non riusciva a capire come mai il Centro avesse prelevato proprio Jarod, il figlio della migliore amica di sua madre, per i propri esperimenti.

Proprio mentre stava pensando a lui, il telefonò squillò. Miss Parker, per niente sorpresa da quel rumore, prese il telefono che era appoggiato proprio di fianco a lei per ogni evenienza.

"Pronto..." disse aspettandosi già una domanda da Jarod.

“Come sta Sidney?” chiese lui dall’altro capo del telefono.

"Molto bene...oggi ha riacquistato il suo colore...naturale!" rispose lei sorridendo ed alzandosi. Appoggiò a foto sul tavolo e prese il bicchiere con il succo d’arancia che si trovava sul comodino.

"Bene... – continuò lui sollevato - E Lyle e Raines?"

"Li ho sentiti parlare...sono stati loro...Lo hanno fatto uscire di strada per evitare che mi dicesse di mia madre...e ora ho paura che provino di nuovo a fargli del male!"

"Non lo faranno..." rispose Jarod per niente stupito dalla rivelazione.

"Come puoi esserne sicuro?" chiese lei, irritata dalla sua continua calma.

"Loro volevano eliminarlo perché tacesse sui segreti di cui è venuto a conoscenza...ma adesso che tu sai tutto...non c'è ragione per cui tentino di nuovo di ucciderlo!"

"Lo spero proprio...comunque ti ringrazio...per esserci stato anche tu! Era giusto che fossimo con lui entrambi..."

"Grazie a te, per non avermi fatto catturare!” rispose lui sorridendo e ripensando al gesto di Parker.

"Non temere...era solo una piccola tregua...dalla prossima volta la stagione di caccia è riaperta!!!" rispose la donna. Questa volta fu lei a riattaccare, quasi per vendicare il suo diritto di cacciatrice.

Bevve un sorso di succo e poi rise silenziosamente; guardò l’orologio e si rese conto che l’orario di visite stava per finire, così si mise la giacca e si mosse verso la macchina pronta ad andare all’ospedale.

Jarod, invece, mise via il cellulare ed entrò dalla porta: un’aula di tribunale si aprì di fronte ai suoi occhi e si avviò verso la scrivania, dove il suo assistito lo attendeva per essere difeso.

Mise gli occhiali e, sorridendo, disse: “La difesa chiama la signora White...”


Jarod il Camaleonte Italia - Virtual Season © 2004 Antonio Genna

Torna all'indice Virtual Season

Torna a Jarod il Camaleonte Italia