Il Camaleonte Fan Fiction

L'ultimo desiderio


Riassunto: Jarod, dopo tanto tempo, rivede Carol, la zia di Miss Parker, tornata per...

Data di composizione: 24/03/2002

Racconto adatto: a tutti

DISCLAIMER:
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e che tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The pretender" utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.


Blue Cove, bar ore 12:30 a.m.

Jarod era seduto a un tavolino di un bar con un'aria soddisfatta. Poche ore fa, simulando di essere un dottore, aveva salvato la vita a un bambino che aveva bisogno di un trapianto. Era rimasto diverse settimane nell'ospedale di Blue Cove ad assistere quel bambino, e si era affezionato a lui. Aveva corso il rischio di farsi scoprire dal Centro, ma non gli importava, voleva a tutti i costi aiutarlo e c'era riuscito finalmente. 
In quei giorni aveva anche scoperto di avere un altro desiderio da realizzare, oltre a quello di ritrovare un giorno i suoi genitori, cioè quello di diventare padre. Non ci aveva mai pensato, sarebbe stato bello avere un figlio tutto suo, naturalmente dalla donna che aveva sempre amato, la sua Miss Parker, anche se non era sicuro che quel sogno sarebbe diventato realtà. 
Ad un tratto vide entrare nel bar una donna, che andò subito a sedersi a un tavolino. Lui la riconobbe subito, era Carol, la zia di Miss Parker nonchè la sorella di Catherine Parker. Si alzò e andò subito da lei.
"Ciao Carol, ti ricordi di me?" disse lui sorridendo e avvicinandosi.
"Oh mio Dio, Jarod sei proprio tu" disse lei sorpresa ma anche felice. Si alzò e si abbracciarono.
Carol non era una donna tanto giovane, aveva più o meno 50 anni anche se non li dimostrava, alta, capelli neri e corti, occhi verdi. Praticamente era simile a Miss Parker.
"Jarod quanto tempo, ma cosa ci fai qui? Non dovresti essere al Centro?" chiese lei mentre si sedevano.
"Bè, me ne sono andato. Sono scappato dal Centro un anno fa a causa del Dr Raines".
"Raines è ancora in circolazione? Sempre a far danni, immagino. Comunque hai fatto bene ad andartene, da quando ti ho visto per la prima volta al Centro ho subito notato che non eri un bambino felice, ma dopotutto chi può essere felice al Centro?" disse tristemente pensando alla sorella "ma adesso parlami di Miss Parker. Come sta?" chiese sorridendo.
"A parte qualche problema di ulcera, credo bene" disse lui.
"Ho saputo dei suoi problemi di ulcera, e Sidney mi ha detto che è molto cambiata, spero però che con te sia rimasta la stessa. Avete già fatto il grande passo?" chiese lei.
"Di che parli?"
"Andiamo, lo sai benissimo. Non vi siete ancora sposati voi due?"
"No, perchè dovremmo sposarci?" chiese lui confuso.
"Ma perchè voi due siete fatti l'una per l'altro, e poi so che vi amavate quando eravate al Centro. Comunque meglio così, voglio esserci anch'io al matrimonio e vorrei che avvenisse prima del finire di questo mese".
"Ma perchè? C'è qualche problema?" chiese lui preoccupato.
"Bè in realtà si. Vedi, il motivo per cui sono tornata a Blue Cove era per vedere te e Miss Parker un'ultima volta prima che muoia" disse tristemente.
"Cosa? Perchè dici questo, tu sei perfettamente in salute" disse Jarod sconvolto.
"No, Jarod" disse lei appoggiando la sua mano su quella di Jarod "vedi, io ho il cancro, non mi sono mai voluta curare e non mi pento di questo. Il mio dottore dice che mi restano poche settimane, al massimo un mese. I miei ultimi giorni li vorrei passare qui, con te e con Miss Parker, fuori dal Centro naturalmente. E' il mio ultimo desiderio. Inoltre vorrei assistere al matrimonio" disse lei.
"Non posso crederci" disse lui.
"E' un pò difficile da accettare. Però mi viene un dubbio. Tu e Miss Parker siete insieme vero? Non vorrei illudermi" disse lei guardandolo negli occhi.
"Si, certo che siamo insieme e ci amiamo molto" disse lui sorridendo.
"Ne ero sicura. Bè scusa ma adesso devo andare al Centro, vorrei rivedere la mia cara nipotina e suo padre" disse alzandosi.
"Solo una cosa, non dirle che mi hai visto. Sono arrivato da poche ore a Blue Cove e voglio farle una sorpresa" disse lui "e non dire niente neanche del matrimonio, se non ti dispiace".
"Certo che no, mi sono sempre piaciute le sorprese. Ciao" disse e poi uscì dal locale.
Rimasto solo Jarod ripensò a quello che le aveva detto Carol, del fatto che stava morendo e alla bugia che le aveva raccontato circa la sua relazione con Miss Parker. Non poteva fare diversamente. Quello di vedere lui e Miss Parker insieme era l'ultimo desiderio di Carol e Jarod non ce l'aveva fatta a dirle la verità e cioè che Miss Parker lo odia e vuole riportarlo al Centro. Con questi pensieri uscì dal bar e si diresse verso la casa di Miss Parker.


Blue Cove, il Centro, ore 13:10 p.m.

Miss Parker era nell'ufficio di Sidney ed era su tutte le furie.
"Ma com'è possibile Broots? Jarod lavorava all'ospedale di Blue Cove, a pochi metri dal Centro, e tu non sei riuscito a localizzarlo?" disse lei mentre camminava avanti e indietro.
"Non è colpa di Broots, Parker. Sono gli spazzini che avrebbero dovuto trovarlo" disse Sidney.
"Si, ma chi li avverte di solito? I tecnici informatici che lavorano qui, mi sembra" disse lei mentre guardava furiosamente Broots.
"Mi ... mi dispiace non si ripeterà più Miss Parker" disse Broots.
Ad un tratto squillò il telefono dell'ufficio. 
"Sono Sidney"
"Sidney, devo parlare con Miss Parker, è una cosa urgente"
"D'accordo Jarod, te la passo" disse e poi porse la cornetta a Miss Parker.
"Che diavolo vuoi Jarod" disse lei seccata.
"Sempre di buon umore, comunque fra poco dovrebbe arrivare una persona che tu conosci bene. Io ti aspetto a casa tua, ti devo parlare. Comunqe se questa persona ti chiedesse qualcosa su noi due, tu non dire che mi devi riportare al Centro capito?" disse lui.
"Ma perchè, chi deve arrivare?" chiese lei ma Jarod aveva già attaccato. Nello stesso momento sentirono bussare alla porta.
"Avanti" disse Sidney.
Carol entrò e Miss Parker appena la vide restò a bocca aperta.
"Zia Carol, sei tu?" disse e poi andò ad abbracciarla.
"Tesoro, quanto tempo che non ti vedo, fatti guardare" Carol la guardò bene e si stupì "sei identica a tua madre" disse sorridendo.
"Ma cosa ci fai a Blue Cove?" chiese lei.
"Sono qui per farti visita, non posso neanche venire a trovare la mia nipotina? Sidney ciao come stai?" disse abbracciando anche lui.
"Carol, è tanto che non ci vediamo, tutto bene?"
"Bè i soliti acciacchi, ma per il resto bene"
"Ascolta zia, ora devo andare a fare una commissione ma torno presto, mi devi raccontare un sacco di cose" disse Miss Parker.
"Si, ma lo stesso vale per te. Vai pure ci vediamo più tardi" disse Carol e Miss Parker dopo averle dato un bacio sulla guancia uscì dall'ufficio per andare a casa sua dove Jarod la stava aspettando per parlarle sicuramente di Carol. Cosa c'era di tanto importante? 

Blue Cove, casa di Miss Parker, ore 13:40 p.m.

Lei entrò in casa con la pistola in mano. Andata in soggiorno vide Jarod seduto sul suo divano.
"Ce ne hai messo di tempo, eh si che pensavo che saresti venuta qui 2 minuti dopo che ti avevo telefonato invece sono passati" guardò l'orologio "30 minuti, è la prima volta che fai passare così tanto tempo, Miss Parker" disse lui sorridendo.
"Senti Archimede Pitagorico, se hai finito con la matematica, ti pregherei di dirmi che sta succedendo. Si tratta di mia zia vero?" chiese lei.
"Si, infatti, ma prima metti giù la pistola e siediti" disse.
Lei, un pò riluttante mise la pistola nella fondina e si sedette su una sedia "ecco fatto, adesso parla" gli ordinò.
"Stamattina ho visto Carol, lei mi ha detto che è tornata perchè vorrebbe che il suo più grande desiderio si avverasse, cioè quello di ...... vederci insieme" disse lui.
"Tu naturalmente gli avrai detto che è impossibile vero?"
"No, veramente gli ho detto che ..... noi due stiamo insieme" disse lui.
"Cosa??? Ma sei impazzito?" disse lei alzandosi dalla sedia. Anche lui si alzò, pronto a scappare se Miss Parker avesse avuto intenzione di fare qualcosa, tipo dargli un pugno o altro.
"Lo so che per te sarà un grosso sacrificio ma dobbiamo farlo, lei fra un mese morirà" disse.
"Ma che stai dicendo?" disse sconvolta "non può essere, dimmi che non è vero"
"Invece è così" disse lui risedendosi e sospirando "anche per me è stato un duro colpo saperlo, perchè le voglio bene, ha detto che ha il cancro, non si è mai curata e adesso le rimane poco da vivere. Il suo ultimo desiderio, sarebbe quello di vederci felici, vorrebbe anche assistere al nostro matrimonio, prima della fine del mese"
"No, Jarod. Non posso mentirle. Le dirò tutto, non possiamo fingere di essere fidanzati. Come ti è venuta in mente di dire una cosa del genere?" disse lei.
"Mi dispiace, ma lei è così felice all'idea di questo, le manca poco da vivere, se adesso le confessi la verità ci resterebbe male, non rovinare tutto ti prego" disse lui.
Lei si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro a pensare. Dopo pochi secondi si fermò "D'accordo, ma lo faccio solo per mia zia non certo per te".
"Grazie Miss Parker" disse sorridendo e alzandosi. Proprio in quel momento sentirono bussare alla porta. Lei andò ad aprire e trovò Carol.
"Zia, ma che ci fai qui?" chiese lei lasciandola entrare.
"Mi
sono fatta accompagnare da Sidney, volevo vedere la tua bella casa" disse poi vide Jarod "Jarod ci sei anche tu. Allora è riuscita la sorpresa?"
"Si, certo, Miss Parker non si aspettava di trovarmi quindi la sorpresa è riuscita perfettamente, inoltre le ho anche chiesto di sposarmi e ha accettato" disse lui sorridendo mentre Miss Parker lo guardò furiosamente.
"Mi ha detto anche della tua malattia" disse lei guardandola tristemente.
"Cara, non parliamo di questo adesso. Voglio pensare ad altro.  Allora, se permettete organizzerò io il matrimonio, che ne dite?" disse lei cambiando argomento.
"Si, grazie se per te non è un disturbo" disse lui sorridendo.
"Certo che no. Ah proposito, tesoro, perchè ti fai ancora chiamare Miss Parker? Adesso che ti stai per sposare non è meglio che cominci ad usare il tuo nome vero?" chiese lei.
"No zia, Miss Parker mi piace. E poi il mio nome è sparito quando è morta mia madre. Se cominciassi di nuovo ad usarlo mi sentirei come se l'avessi dimenticata".
"Questa è una punizione" disse lei sorpresa "non dirmi che ti ritieni responsabile della sua morte?"
"No, e comunque usavo il "nome" di Miss Parker anche quando mia madre era ancora viva. Sono affezionata a questo nomignolo".
"Pensa che al Centro la chiamano anche Regina di Ghiaccio" disse lui.
"Già, un titolo azzeccato" disse Miss Parker sorridendo "allora zia, hai fame? Preparo qualcosa da mangiare se vuoi".
"No, grazie tesoro. Mi devi parlare di tutto quello che ti è successo in questi anni" disse lei.
"Scusate ma io devo andare. Ho delle cose da fare, ci vediamo più tardi" disse Jarod uscendo dalla casa.
Carol e Miss Parker passarono tutto il pomeriggio a parlare dei vecchi tempi e di tutte le esperienze che fece Miss Parker quando andò al College, poi guardarono anche un album di fotografie di Catherine Parker e Carol parlò anche di lei, e verso sera, quando Jarod tornò e le trovò addormentate, sorrise. Prese in braccio Miss Parker e la mise nel suo letto, poi la guardò. Da quel giorno, anche se nella finzione, sarebbe stato il suo fidanzato. L'idea gli piaceva anche se fra un mese, con la morte di Carol, sarebbe finito tutto. Prima di lasciare la camera le accarezzò il viso guardandola tristemente. Poi andò in soggiorno dove Carol dormiva sul divano, prese una coperta e la coprì.
Decise che avrebbe dormito nella camera di Miss Parker. Se al mattino Carol fosse andata a sbirciare nella camera, li avrebbe trovati nello stesso letto, e non avrebbe sospettato niente. 

Blue Cove, casa di Miss Parker ore 7:30 a.m.

Miss Parker si svegliò. All'inizio era confusa, non ricordava esattamente quello che era successo il giorno prima, ma poi si ricordò di tutto e qualche lacrima le solcò il viso pensando alla zia. Non riusciva ancora a credere che fra un mese o anche prima lei sarebbe morta. A chi avrebbe confidato i suoi problemi o i suoi segreti d'ora in poi? Dopo la morte di sua madre, era sempre stata Carol la sua confidente. Anche il giorno prima le aveva raccontato delle sue esperienze al College, con i ragazzi, cose che non avrebbe potuto raccontare a nessun altro. Ad un tratto nella camera entrò Jarod.
"Ciao Miss Parker, cos'hai?" chiese lui sedendosi sul letto quando vide che stava piangendo.
"Non è niente Jarod" disse lei asciugandosi le lacrime "stavo pensando a mia zia".
"Ti capisco, è doloroso pensare che fra qualche settimana ..."
"Ti prego, non parliamone Jarod" lo interruppe lei "puttosto cerchiamo di rendere la messinscena più vera possibile, non vorrei che si insospettisse".
"Infatti, per non rischiare la scorsa notte ho dormito qui" disse lui sorridendo.
"Cos'hai fatto?" gridò lei.
"Abbassa la voce, Carol dorme ancora, e comunque l'ho fatto per precauzione".
"Già, e purtroppo dovremo dormire insieme ancora un mese, che seccatura, però in un certo senso vorrei che questo mese non finisse mai".
"La penso come te, ma non solo per il fatto di Carol" disse guardandola intensamente.
"Buongiorno ragazzi" disse Carol entrando nella stanza.
"Zia, ciao. Dormito bene?" chiese Miss Parker alzandosi dal letto.
"Si, bene. Che sciocche, ci siamo addormentate ieri sera mentre stavamo parlando" disse "ma comunque andrò in albergo, non vorrei disturbarti".
"No, ho la camera degli ospiti, stai pure qui, vorrei passare insieme a te questi ultimi giorni" disse tristemente e con le lacrime agli occhi.
"Si, anch'io ma adesso tu devi andare al Centro vero? Vengo anch'io, devo ancora vedere tuo padre, ieri non c'era, vado a prepararmi".
Quando lei se ne andò dalla stanza Miss Parker si girò verso Jarod con un'aria preoccupata.
"Che facciamo se mia zia dice a mio padre di noi due, Jarod?" chiese.
"Inventati qualcosa, tu sei brava in questo" disse. 
"Grazie tanto dell'aiuto ragazzo prodigio, comunque è vero. Io sono molto brava a mentire" disse sorridendo.
"Bè, devo andare. Dato che devo stare a Blue Cove ancora un pò di tempo, dirò all'ospedale se posso restare".
"Quindi andrai di nuovo in ospedale" disse un pò sogghignando.
"Non farmi scherzi Parker, intesi? Ci vediamo stasera" disse. Prima di andarsene si avvicinò a lei per darle un bacio ma lei si scostò guardandolo con aria interrogativa.
"Scusa, la messinscena sta diventando anche troppo reale" disse imbarazzato ma anche dispiaciuto e poi se ne andò salutando Carol.

Blue Cove, il Centro ore 8:12 a.m.

Miss Parker e Carol andarono nell'ufficio di Mr Parker. Quando entrarono lui si sorprese di vedere la cognata.
"Carol, quanto tempo, come stai?" disse Mr Parker abbracciandola.
"Io bene e da quel che vedo anche tu".
"Ma quando sei arrivata?".
"E' arrivata ieri" disse Miss Parker "adesso è ospite a casa mia".
"Si, in realtà voglio restare qua a Blue Cove per un pò, piuttosto posso chiederti un grosso favore? Posso organizzarlo io il matrimonio?" chiese lei.
"Quale matrimonio?" chiese Mr Parker con un'aria interrogativa.
"Il matrimonio di una mia amica, scusa papà ma dobbiamo andare, ho promesso alla zia che le avrei fatto visitare il Centro, quindi ti lasciamo al tuo lavoro" disse sorridendo prendendo per un braccio Carol e trascinandola fuori dall'ufficio lasciando Mr Parker con uno sguardo perplesso.
"Ma che ti succede cara? Non vuoi far sapere a tuo padre del matrimonio?".
"No, zia. Il fatto che mio padre non è d'accordo che io mi sposi e vorrei inoltre che non lo dicessi a nessuno".
"Bè d'accordo, ma neanche a Sidney?" 
"Glielo dirò io, dopotutto sono la sposa, no?" disse sorridendo e andando insieme a Carol nell'ufficio di Sidney.
"Buongiorno" disse lei entrando.
"Ciao Miss Parker, oh Carol ci sei anche tu" disse Sidney sorpreso.
"Si, ho deciso di venire. Sono curiosa di sapere che cosa fate qua dentro" disse lei.
"Veramente niente di particolare zia" disse Miss Parker "anzi non facciamo proprio niente di interessante".
"Tranne che cercare Jarod" disse Broots.
"Jarod? Ma che stai dicendo giovanotto? Tesoro cos'è questa storia?".
"Niente zia" disse lei avvicinandosi a Broots e senza farsi vedere gli diede un pizzicotto sul braccio "questo è Broots, il nostro operatore informatico, ogni tanto anche lui fonde e va a massa come i computer".
"Bè comunque Miss Parker vi deve dire una cosa, avanti cara da loro la lieta notizia".
"Bè preferirei comunicare la notizia più tardi"
"Smettila tesoro, ormai non manca molto all'evento. Sidney, ti comunico che la mia cara nipotina si sposerà presto"
"Cosa? Ma con chi?" chiese Sidney rivolgendosi a Miss Parker che aveva gli occhi bassi ed era rossa come un peperone.
"Con Jarod naturalmente" disse Carol ridendo "devo organizzare il matrimonio, che ne dici cara, facciamo fare a Sidney il tuo testimone? Oppure sarà il testimone di Jarod? Cavolo quante cose, scusate devo andare. Devo sbrigarmi con i preparativi, ci vediamo a casa tesoro" disse Carol andandosene allegramente dall'ufficio.
"Ma Miss Parker cos'è questa storia?" chiese Sidney.
"E' lunga da spiegare. Mia zia pensa che io e Jarod siamo insieme, e noi stiamo facendo finta di esserlo perchè .... fra poche settimane morirà" disse tristemente.
"Cosa? Te lo ha detto lei?" chiese Sidney sconvolto.
"Si, ha il cancro, non si è mai curata e le rimane poco".
"Allora ti sposerai veramente con Jarod" disse Broots.
"No, basterà prendere una persona che faccia finta di essere un sacerdote, così il matrimonio non sarà valido" disse lei.
"Perchè invece non lo sposi veramente? Tanto tutti ormai sanno che tu lo ami".
"Sidney ma che dici? Non è vero, io non amo assolutamente Jarod. Io e lui siamo così diversi non abbiamo niente in comune ....".
"Tranne che tutti e due siete cresciuti al Centro, avete subito il dolore di perdere le persone che amavate. Jarod i suoi genitori e suo fratello tu invece tua madre, Thomas e adesso tua zia" disse Sidney.
"Bè, in effetti è vero" disse lei sorridendo ma poi si fece subito seria "ma comunque il fatto che abbiamo molte cose in comune non vuol dire che dobbiamo per forza...... amarci".
"Se lo dici tu" disse Sidney ma non del tutto convinto.
Intanto Carol stava uscendo dal Centro e incontrò Raines che la riconobbe subito.
"Non è possibile, ma tu sei Carol?" disse Raines sorpreso.
"Si, Raines mi hai riconosciuto sono proprio io" disse lei sogghignando.
"Che cosa ci fai qui? Spero tu non sia venuta per cacciare il naso, come al solito, nel mio lavoro" disse seccato.
"No, resterò qua un mese poi toglierò il disturbo non preoccuparti" disse lei prima di andarsene.
Raines chiamò uno spazzino e la fece seguire. Era sicuro che Carol era tornata per qualcosa, sicuramente riguardo il Centro, e voleva scoprire cosa c'era sotto.

Blue Cove, casa di Miss Parker ore 7:20 p.m.

Miss Parker tornò a casa e quasi ebbe un colpo quando vide quello che la zia ebbe comperato. Vestiti nuovi post-matrimonio, fiori e sopra il letto della sua camera c'era un bellissimo abito da sposa. Lei lo prese e sorrise.
"Era di tua madre, sono sicura che ti starà benissimo cara" disse Carol entrando nella stanza.
"Non so se ce la farò ad indossare un abito della mamma" disse lei rimettendo l'abito sul letto.
"Ma certo che ce la farai cara. Tua madre ne sarebbe felice. Avanti provalo" disse lei rimettendogli il vestito in mano e poi lasciò la camera. Lei rimasta sola si mise allo specchio con il vestito e per un attimo riflessa nello specchio, al posto suo, vide sua madre e risorrise. Decise di provarselo e poi uscì dalla stanza. Quando la vide sua zia rimase a bocca aperta dallo stupore.
"Tesoro, sei identica a tua madre. Quel vestito ti sta benissimo" disse lei.
In quel momento tornò Jarod che rimase a bocca aperta anche lui. Non riusciva a dire niente. Quello sarebbe stato il vestito con il quale lui avrebbe sposato Miss Parker. Per finta però. 
"Sei bellissima Miss Parker" disse lui ancora stupito. Lei lo guardò e sorrise, ma non era il solito sorrisetto che spesso gli faceva, ma per prenderlo in giro, era qualcosa di più profondo, e i suoi occhi le si illuminarono. Jarod in quel momento capì che dopotutto qualcosa della vecchia Miss Parker era rimasto. Non era sparito sotto una coltre di ghiaccio come aveva pensato fino a quel momento. Forse provava ancora qualcosa per lui. Decise che non avrebbe più aspettato, doveva rivelarle quali erano i suoi veri sentimenti. E se lei non avrebbe ricambiato? Avrebbe sofferto, ma almeno avrebbe conosciuto finalmente la verità, quella che aveva voluto conoscere fin dal giorno in cui Miss Parker era stata incaricata a riportarlo al Centro.
Dopo due ore lei stava per andare a letto, ma prima andò nella stanza di Carol che dormiva già. Le diede un bacio sulla guancia e uscì dalla camera raggiungendo la sua.
"Carol dorme?" chiese Jarod "ti dovrei parlare di una cosa Miss Parker" disse poi sedendosi sul letto. 
"D'accordo, ma sbrigati perchè ho sonno" disse lei un pò seccata e poi si sedette vicino a lui.
"Non ci metterò molto, volevo solo dirti che ... oggi, quando mi hai sorriso dopo che ti ho detto che stavi bene con l'abito da sposa ho notato una cosa".
"Hai notato che assomiglio a mia madre" disse lei convinta.
"No, quel sorriso mi ha fatto capire che ..... non mi hai mai dimenticato" disse lui sussurrando e guardandola dritta negli occhi.
"Ma è ovvio, mi stai sempre tra i piedi, perchè invece non ti arrendi al Centro? Vedrai che così facendo ti dimenticherò" disse lei sogghighando e poi si alzò dal letto.
"Non scherzare. Quella di due ore fa non era Miss Parker".
"Ah no, e allora chi era?".
"Era Karen Parker, la donna che amavo e che amo ancora adesso".
Lei in quel momento si sentì quasi mancare. Era tanto che non sentiva più il suo vero nome, l'ultima volta che qualcuno l'aveva chiamata per nome era stata sua madre, poi dopo la sua morte chiunque l'avesse chiamata così avrebbe passato dei grossi guai.
"Chi è questa Karen?" Chiese lei.
"Non far finta di non sapere che Karen è il tuo vero nome ...."
"NO!!" gridò lei "non è il mio nome, io mi chiamo Miss Parker" qualche lacrima le solcò il viso "Karen era la ragazzina che era dentro di me, adesso non c'è più, è morta, è insieme a mia madre".
"Smettila di dire così, non è vero" disse lui avvicinandosi e mettendogli le mani sulle spalle "lei è dentro di te. Sei tu, anzi una parte di te".
"La parte di me che non tornerà più" disse lei abbassando la testa.
Prima che Jarod potesse dire qualcosa tre spazzini di Raines irruppero nella stanza e catturarono Jarod. Miss Parker, anche se sorpresa, rimase immobile ad osservare i tre che portavano via Jarod a forza mentre lui cercava di liberarsi. 
"Miss Parker deve venire con noi, Raines le deve parlare" disse uno degli spazzini. Lei annuì. 
"Ma che sta succedendo?" chiese Carol entrando nella stanza "dove stanno portando Jarod?".
"Zia, è troppo lungo da spiegare, ritorna a dormire, io devo andare al Centro" disse lei. 

Blue Cove, il Centro, ore 10:30 p.m.

"Che cosa ci faceva Jarod a casa sua Miss Parker?" chiese Raines furioso.
"Signor Raines, le assicuro che Jarod è entrato pochi minuti prima che gli spazzini arrivassero, stavo per chiamarvi, comunque. Ma come ha fatto a sapere che quel topo da laboratorio era a casa mia?" chiese lei.
"Ho fatto pedinare Carol, però gli spazzini poco fa mi hanno detto che Jarod si trovava a casa sua già da due ore".
"Si sono sbagliati, gliel'ho detto. Jarod si trovava lì da poco, e ora se non le dispiace me ne vorrei tornare a casa".
"Si, d'accordo. L'avverto che domani può anche non tornare al Centro, tanto ormai l'abbiamo catturato ....."
"Non fatevelo sfuggire però. E si ricordi" gli si avvicinò parlando a denti stretti "se Jarod dovesse scappare di nuovo, io non torno al Centro per ricominciare a fare la cacciatrice, trovatene un'altra".
"Non servirà. Jarod non riuscirà a scappare".
"Lo spero" disse lei prima di andarsene. Prima di tornare a casa andò nell'ufficio di Sidney. 
"Ciao Sidney, hai saputo la novità?" disse lei entrando.
"Perchè l'hai fatto? L'hai tradito" disse Sidney infuriato.
"Ascolta Sidney, non avrei potuto fare diversamente e poi è tempo di confessare la verità a mia zia. Adesso vado a casa e le spiego tutto".
"Non puoi farlo, ricordi la sua malattia? Fra un mese morirà. Sono sicuro che le farà più male sapere che le hai mentito che del fatto che tu e Jarod non siete insieme. Non dirglielo" disse Sidney avvicinandosi a lei.
"No, Sidney. Vedi Jarod mi ha detto una cosa stasera. Una cosa che non avrebbe mai dovuto dire" disse furiosa "mi ha chiamato con il mio vero nome".
"Cosa c'è di strano?".
"Sidney? Ma ti rendi conto? Fra un mese questa messinscena sarà finita e ognuno ritornerà alla propria vita, ma lui sta facendo diventare questa storia reale".
"E' così che deve essere. Comunque libererò Jarod, tornerà a casa farete subito il matrimonio e quando tua zia se ne andrà ritornerete alle vostre vite di sempre".
"Già, io la cacciatrice e lui la preda. Non ne posso più di questa vita" disse lei sedendosi su una sedia. e sospirando.
"E allora che vuoi fare?".
"Intanto se lui scappasse Raines ingaggerebbe un altro cacciatore, dal momento che gli ho detto che non voglio più tornare".
"Bene, questo facilita le cose. Domani notte lo farò evadere, sei d'accordo?"
Lei ci pensò un attimo poi si alzò dalla sedia e lo guardò dritto negli occhi con uno sguardo convinto "Si, liberalo. Ho deciso, voglio che questa storia continui. Mia madre lo vorrebbe, per il bene di mia zia".
"Ne ero sicuro che avresti detto così. Adesso vai a casa. Trovati domani notte con la macchina fuori dal Centro".
"D'accordo, ci vediamo Sidney e grazie".
"Lo faccio per Jarod ma anche per tua zia. Salutala da parte mia".
"Lo farò" disse lei prima di abbandonare l'ufficio. Sidney rimasto solo sorrise. Era sicuro che dopo tutta questa storia qualcosa sarebbe cambiato nel rapporto tra Jarod e Miss Parker. Aveva già visto i primi risultati vedendo lei.
Miss Parker tornata a casa trovò Carol seduta sul divano che l'aspettava.
"Cara, ma che è successo? Jarod è al Centro vero? Perchè?" chiese lei.
"Il fatto è che il Centro lo vuole perchè è un simulatore. Ma io e Sidney lo faremo scappare domani notte".
"Sii prudente cara. Non vorrei che ti succedesse qualcosa proprio adesso che ti devi sposare" disse lei sorridendo.
"No, non mi accadrà niente" disse ma dentro di sè aveva un pò paura. Se il piano non avesse funzionato avrebbero passato dei guai con Raines.

Blue Cove, il giorno dopo, il Centro ore 11:30 p.m.

Miss Parker era seduta in macchina e stava aspettando l'arrivo di Jarod. Era molto nervosa.
"Jarod ti prego stai attento" disse ma poi, rendendosi conto di aver detto quelle parole senza neanche pensarci si mise una mano sulla bocca "ma che sto dicendo. Devo essere diventata matta. Topo da laboratorio, vedi di uscire muoviti" si corresse.
Intanto Sidney l'aveva già liberato e insieme stavano percorrendo i vari corridoi senza farsi vedere dagli spazzini.
"Ce l'abbiamo quasi fatta" disse Sidney.
"Adesso posso continuare da solo Sidney, torna pure nel tuo ufficio" disse lui sorridendo e poi si avviò verso l'uscita nascosta.
"Jarod" lo richiamò Sidney facendolo girare "Miss Parker ti aspetta fuori in macchina. Chiarisci il rapporto che hai con lei prima che questa messinscena finisca. Lei ti ama".
"Lo so Sidney, riuscirò a farla confessare. Comunque anche io la amo" disse sorridendo prima di andarsene.
Jarod in pochi minuti raggiunse la macchina ed entrò. Miss Parker dentro di sè fu felice di vederlo ma cercò di nasconderlo.
"Era ora che arrivassi, stavo quasi per andarmene, la prossima volta cerca di fare più in fretta" disse lei apparentemente seccata.
"Andiamo Miss Parker, ammettilo, ti senti sollevata all'idea che sono riuscito a fuggire vero?" disse lui sorridendo.
"Non farti strane idee. Ti sto aiutando a fuggire solo per mia zia non certo per te" disse "figurati che se non fosse stato per Sidney a quest'ora le avrei detto tutta la verità".
"Non posso crederci, non l'avresti mai fatto Karen" disse lui sussurrando.
Lei accostò e poi si girò verso di lui con aria minacciosa e parlando a denti stretti "stammi a sentire, prova solo a chiamarmi di nuovo così e ti giuro che la pagherai".
Lui era rimasto impassibile a guardarla "non penserai di farmi paura vero? Hai sbagliato persona, io non sono Broots, Karen".
Lei le diede uno schiaffo sulla guancia e poi uscì dalla macchina sedendosi sul cofano con gli occhi chiusi per sbollire la rabbia. Anche lui scese e si avvicinò a lei.
"Essere chiamata per nome ti ricorda tua madre vero?" disse lui.
"Te l'ho detto cosa penso a riguardo. Se cominciassi di nuovo a chiamarmi per nome mi sentirei come se l'avessi dimenticata".
"E' una cosa assurda questa" disse furiosamente "sai cosa penso? Sei solo una bambina, tua madre ti ha dato questo nome quando sei nata e tu lo rifiuti?".
Lei lo guardò sorpresa. Era la prima volta che Jarod le parlava così. 
"Non voglio sentire i tuoi stupidi discorsi Jarod. Andiamo a casa e lasciamo perdere" disse andando verso la portiera ma lui la fermò e la prese per le braccia.
"E' inutile che fai così, non devi scappare dalla verità Karen" disse lui guardandola negli occhi "e ti dirò un'altra cosa. Parlavo seriamente quando ieri ti ho detto che ti amavo" sussurrò tristemente.
"Smettila" disse lei scostandosi e asciugandosi il viso dalle lacrime che le erano scese "perchè mi stai facendo questo? Io non posso amarti".
"Chi te lo impedisce?" chiese lui preoccupato.
"Me lo impedisce il fatto che mio padre e Raines mi hanno incaricato di catturarti".
"Quindi tu hai paura di tuo padre, non hai il coraggio di dirgli la verità e cioè che mi ami e te ne vuoi andare dal Centro".
"Vuoi sapere una cosa? Hai ragione è proprio così, mio padre è la mia famiglia, se gli dico che amo la persona che mi ha ordinato di catturare ci resterebbe male, rimarrebbe deluso, cosa penserebbe di me?".
"Ma come fai a considerarlo un padre? Lui non c'è mai stato per te" disse lui furiosamente.
"Già" disse lei tristemente "al contrario di te".
Lui fu sorpreso da questa frase e le sorrise. Anche lei fece lo stesso e poi si avvicinò a lui.
"Jarod, devo essere sincera. Da quando abbiamo cominciato questa messinscena per mia zia, dentro di me ho desiderato che questa storia fosse vera. Prima non mi ero accorta di questi sentimenti, ma in questi giorni che abbiamo passato insieme sono venuti fuori".
"La stessa cosa che ho provato io, solo che avevo scoperto di amarti già da tempo".
"Io vorrei fare sul serio. Non voglio più che questa sia una storia finta".
"Non ho mai voluto che questa fosse una storia finta, finalmente l'hai capito anche tu" disse, poi prendendogli il viso tra le mani le diede un lungo bacio appassionato.
Più tardi tornarono a casa e trovarono Carol seduta sul divano che li stava aspettando. 
"Ce l'avete fatta vedo, com'è andata?" chiese alzandosi.
"Tutto bene zia, nessuno si è accorto di niente".
"Scusa, ma adesso siamo stanchi, andiamo a dormire" disse Jarod sorridendole. 
"Certo andate pure cari, ci vediamo domani mattina" disse sorridendo anche lei capendo le loro vere intenzioni così andò nella sua camera a dormire.

Blue Cove, casa di Miss Parker, ore 8:10 a.m.

Jarod si svegliò. Si girò verso Miss Parker che dormiva ancora, così decise di alzarsi e di andare a preparare la colazione. Uscito dalla camera vide Carol seduta che mangiava.
"Ciao Jarod, ancora pochi minuti e sarei venuta a svegliarvi. Preparo subito la colazione" disse lei alzandosi.
"No, faccio io. Sono un ottimo cuoco" disse sorridendo.
"Non ho dubbi. Miss Parker dorme ancora?" chiese.
"Si, ma adesso vado a svegliarla. Credo che oggi dovrà andare al Centro, dal momento che ieri sono scappato".
"Perchè non se n'è ancora andata?".
"Non vuole ferire suo padre, ma sicuramente se ne andrà presto, dopo il matrimonio".
"Lo spero" disse lei.
Jarod mise la colazione su un vassoio e la portò in camera da letto. Si avvicinò a lei e la svegliò dandole un bacio sulla fronte.
"Buongiorno ragazzo prodigio" disse lei aprendo gli occhi.
"Ciao Regina di Ghiaccio, è ora che tu vada al Centro" disse lui sorridendo.
"No, non torno al Centro. Ho detto a Raines che se tu fossi fuggito io non sarei comunque tornata. Gli ho detto di trovare un altro cacciatore".
"Bè, allora, siamo liberi" disse lui abbracciandola "tra pochi giorni ci sarà il matrimonio ma non te l'ho ancora chiesto e voglio farlo adesso. Mi vuoi sposare?" chiese lui.
"Si, certo che lo voglio" disse e poi si baciarono. In quel momento squillò il cellulare di Miss Parker e lei rispose.
"Chi è?" chiese.
"Tesoro, sono io"
"Papà, ciao è successo qualcosa?"
"Si, Jarod è scappato e ...."
"Papà, io me ne sono andata. L'ho detto a Raines che se Jarod fosse scappato, di cercare un altro cacciatore, io non sono più disponibile" disse lei seccata.
"Tesoro, tu hai fatto una promessa ricordi?"
"Si, ma ho deciso di non rispettarla questa volta. Lasciatemi in pace tutti. Non voglio avere più niente a che fare con il Centro. Verrò più tardi a prendere le mie cose" disse prima di riattaccare. Poi si girò verso Jarod che le sorrise.
"Credi che abbia fatto la cosa giusta?".
"Si, adesso sei finalmente libera. Per sempre" disse.
Intanto al Centro Raines, che aveva sentito tutta la conversazione decise che era arrivato il momento di mettere a punto un suo esperimento, che avrebbe riportato al Centro Miss Parker.

Blue Cove, il Centro ore 9:30 a.m.

"Siamo contenti per te Miss Parker" dissero Sidney e Broots appena saputa la notizia di lei e Jarod.
"Grazie, comunque vi invito al nostro matrimonio. Sarà dopodomani." disse lei sorridendo.
"Verremo senz'altro. Tuo padre?" chiese Sidney.
"Non è più un problema. Adesso devo andare. Vi chiamerò domani per dirvi l'ora esatta del matrimonio e il luogo, ma penso che si svolgerà fuori Blue Cove" disse lei andando verso la porta e poi si girò indietro "ah proposito. Da ora in poi chiamatemi Karen" disse prima di chiudere la porta dell'ufficio.
Percorrendo il corridoio venne fermata da suo padre.
"Tesoro, devi venire subito con me" disse prendendola per un braccio ma lei si scostò da lui.
"No, papà non vengo. Lasc....." non fece in tempo a finire la frase che sentì una botta sulla testa e cadde a terra svenuta. Dietro di lei c'era Raines che prima la guardò sogghignando e poi la fece portare nel SL 27.
Broots passando per il corridoio vide Miss Parker che veniva portata via dagli spazzini di Raines, sentendo anche quest'ultimo che nominava il SL 27 e decise di andare ad avvertire Sidney.
"Dobbiamo chiamare Carol e Jarod" disse Sidney prendendo il telefono.
Intanto i due erano a casa e stavano aspettando Miss Parker quando sentirono lo squillo del telefono. Carol rispose.
"Si?"
"Carol, sono Sidney, tu e Jarod dovete venire subito al Centro"
"E' successo qualcosa a mia nipote?" chiese lei preoccupata.
"Si, Raines l'ha portata nel SL 27. Ha in mente qualcosa. Venite subito" disse lui prima di riattaccare.
Carol avvertì Jarod e in due minuti furono al Centro. Jarod entrò di nascosto, mentre Carol entrò dalla porta principale e tutti e due andarono nell'ufficio di Sidney.
"Perchè Raines l'ha catturata?" chiese Carol.
"Probabilmente perchè non vuole che lei lasci il Centro" disse Jarod "Sidney, andiamo nel SL 27 adesso prima che Raines le faccia qualcosa" disse.
"D'accordo. Prendete queste" disse Sidney dando a Carol e a Jarod due pistole e tutti e tre andarono nel SL 27. Arrivati nei pressi, Sidney entrò da solo e trovò Raines che parlava con Mr Parker.
"E' sicuro che mia figlia non corre rischi?" 
"Non si preoccupi. Sua figlia perderà la memoria, ma non completamente. Si ricorderà ancora di lei, del Centro e di tutti gli altri. Si dimenticherà semplicemente del fatto che se ne doveva andare" disse Raines prendendo la siringa.
"Raines, non farlo" disse Sidney puntandogli contro la pistola. In quello stesso momento entrarono anche Jarod e Carol.
"Jarod? Cosa ci fai qui?" chiese Mr Parker.
"Che voi ci crediate o no, io amo sua figlia e fra pochi giorni ci sposeremo" disse poi andò vicino a lei e la svegliò.
"Ma che succede, dove sono?" chiese lei appena aprì gli occhi.
"Miss Parker dobbiamo andare, ti spiegherò tutto quando saremo a casa" disse lui aiutandola.
"Non c'è niente da spiegare. Papà, cosa volevi farmi?" chiese lei rivolgendosi al padre.
"Io ti voglio bene tesoro, volevo solo che tu dimenticassi il fatto che te ne volevi andare".
"Non ci posso credere. Comunque, io amo Jarod, papà, e voglio sposarlo. Ti prego rinuncia a lui e lasciami andare" disse lei con le lacrime agli occhi.
"Sono io che non voglio rinunciare a Jarod" disse Raines.
"Dovrai farlo Raines" disse Sidney.
"Non me lo impedirai, Jarod è destinato a ritornare al Centro e tu Sidney non puoi far niente per impedirlo" disse ridendo sonoramente ma Sidney premette il grilletto e Raines cadde per terra ferito.
"Dovete andarvene" disse Sidney "chiamerò la polizia e denuncerò Raines, è ora che paghi per tutto quello che hai fatto".
"Aspetta tesoro, ricorda che ti voglio bene. Spero che tu sia felice" disse Mr Parker abbracciandola.
"Lo sarò papà, grazie" disse prima di andarsene con Jarod, Carol e Sidney.

Due giorni dopo

Finalmente il giorno tanto atteso arrivò. Jarod e Miss Parker si sposarono. Sidney era stato il testimone di Jarod mentre Carol quello di Miss Parker. Il matrimonio venne celebrato in un luogo fuori Blue Cove, in una piccola chiesa e il pranzo di nozze in uno dei ristoranti che apparteneva alla famiglia Parker.
Verso sera Miss Parker e Jarod decisero di tornare a casa.
"Zia, vieni anche tu?" chiese lei.
"si, ma cominciate ad andare avanti, vi raggiungerò" disse lei "cara ricordati che ti voglio bene, e sono felice di aver assistito a questo matrimonio, vi devo ringraziare".
"Noi ti dobbiamo ringraziare" disse lei "senza di te chissà quando ci saremmo sposati".
Dopo mezz'ora i due tornarono a casa e sopra il tavolo trovarono un biglietto.

Cari ragazzi, quando leggerete questo biglietto io sarò già lontana. Ho preferito lasciarvi adesso piuttosto che .....
Comunque l'importante è che adesso siate insieme. Vivete felici e perdonatemi per questa mia improvvisa "fuga". Vi voglio bene.
                                                                                                                                                             Carol

Miss Parker dopo aver letto il biglietto si mise a piangere. Perchè la zia se n'era andata così? Forse perchè non voleva che lei soffrisse quando sarebbe morta?
Jarod l'abbracciò per consolarla.
"Se Carol se n'è andata dobbiamo rispettare la sua decisione. Non dobbiamo odiarla" disse lui.
"Non la odio, l'unica cosa che mi dispiace è che non la vedrò mai più" disse lei.

Intanto Carol era su un pullman diretto verso l'aeroporto. Ad un certo punto squillò il cellulare.
"Si?"
"Ciao, Carol, sono Sidney".
"Ciao Sidney, cosa c'è?"
"Ti devo ringraziare, senza il tuo aiuto quei due non avrebbero mai capito che si amavano".
"Bè in effetti all'inizio avevo paura di non farcela a dire una bugia, e cioè che avevo il cancro, ma con il passare dei giorni l'ho trovata una grande idea".
"Adesso cosa farai? Un giorno ritornerai e dirai la verità a Miss Parker?"
"No, ho deciso di andarmene per sempre e farle credere che in realtà sono morta. Se le dicessi la verità sono sicura che non mi perdonerebbe".
"Si, penso sia la cosa giusta" disse lui "adesso cosa farai?"
"Tornerò a Parigi. Non te l'avevo detto, ma ... devi sapere che io sono sposata da qualche anno e vivo a Parigi. La mia vita è là".
"Sono contento per te. Addio Carol" disse lui prima di riattaccare.
"Addio Sidney" disse lei prima di rimettere via il cellulare. 
Guardò fuori dal finestrino. Le scese qualche lacrima dal viso pensando a Miss Parker che la credeva malata, ma l'aveva fatto per il suo bene.
"Non mi pento di quello che ho fatto, ti voglio bene Karen" disse sorridendo.

(scritto da Maura)


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