Il Camaleonte Fan Fiction

Doppio gioco


Riassunto: Miss Parker viene a conoscenza di un altro segreto di suo padre. Di cosa si tratterà questa volta?

Data di composizione: 2/7/2003

Racconto adatto: a tutti

DISCLAIMER:
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e che tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The pretender" utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.


Blue Cove, il Centro, ore 8:00 a.m.

Miss Parker stava percorrendo i bui corridoi del Centro, facendo ticchettare rumorosamente il tacco delle sue costosissime scarpe sul pavimento perfettamente lucidato, dirigendosi verso l'ufficio di Sidney. Quando entrò, lo trovò insieme a Broots.
"Buongiorno a tutti" salutò lei chiudendo la porta.
"Ah, ciao Miss Parker" la salutò Broots.
"Buongiorno Parker, come stai oggi?" chiese Sidney abbastanza preoccupato. Negli ultimi giorni si era accorto che lei era piuttosto stressata, a causa anche dei suoi problemi di ulcera e come se non bastasse Raines aveva dato l'ordine a Lyle di affiancarla nella ricerca di Jarod.
"Come vuoi che stia, Sidney?" rispose lei sgarbatamente.
"Ti consiglio di prenderti qualche giorno di vacanza Parker, o la tua ulcera peggiorerà. Ricordi cos'è successo l'ultima volta? Stavi per morire" le fece notare Sidney apostrofando l’ultima frase.
Lei sospirò seccata "lo so Sidney, non fai che ripetermelo, ma adesso con Lyle in circolazione non posso permettermi una vacanza. Notizie di Jarod?" chiese rivolgendosi a Broots.
"Abbiamo scoperto che pochi giorni fa era a Chicago” la informò “forse ha lasciato degli indizi" ipotizzò.
Miss Parker si portò una mano sulla tempia destra. Il suo mal di testa non la smetteva di tormentarla.
"Di bene in meglio. Ora vado da mio padre. Ha detto che mi voleva parlare" disse e si diresse lentamente all’uscita dell’ufficio. Non era da lei.
"E' proprio stanca, Sidney" notò Broots. Anche lui era molto preoccupato. Si ricordò di quando era stata ricoverata d'urgenza in ospedale per via della sua ulcera e aveva rischiato di morire.
"Già. Se continua così non so quanto potrà resistere prima di avere ancora un altro attacco" aggiunse il dottore.

Miss Parker era stanca di dare la caccia a Jarod e lo era anche fisicamente. Sidney aveva ragione. Doveva prendersi una vacanza, ma come avrebbe potuto lasciare quel maniaco omicida di Lyle ad occuparsi di Jarod.
Camminava decisa, nonostante lo stress che in quel periodo la soffocava, con passo sicuro e lo sguardo freddo.
Bussò alla porta dell'ufficio del padre ed entrò.
"Eccolo il mio angelo" la salutò Mr Parker. Lei si sforzò di sorridere.
"Ciao papà, allora di cosa mi devi parlare?" chiese.
"Mi sembri un po’ pallida tesoro. Stai bene?" chiese il padre preoccupato.
"Sto bene" confermò.
Il padre la osservò per qualche secondo "dovresti riposarti. Comunque devo dirti una cosa importante. Per te sarà una grossa sorpresa" fece una pausa che durò qualche secondo, ma secoli per lei. Cosa stava per rivelarle il padre?
"Ricordi quella donna che io ho frequentato quando tu avevi dieci anni?"
"Si, si chiamava... Kelly se non sbaglio. Vi siete frequentati per quasi un anno e poi..."
"E' quello che ti ho fatto credere, angelo. In realtà... siamo stati insieme per ben tre anni"
Miss Parker era sorpresa di questa rivelazione, ma non ci dette molta importanza "ma perché mi stai dicendo tutto questo... adesso?" chiese.
Mr Parker sorrise "da questa relazione è nata una bambina, tesoro. Hai una sorella"
Miss Parker si sentì mancare. Si dovette appoggiare alla sedia vicino alla scrivania del padre "c-cos'hai detto?" balbettò.
"Tesoro, siediti" disse lui aiutandola "so che è una notizia un po’ sconvolgente, ma..."
"Sconvolgente?" gridò lei "no, dire sconvolgente non è niente, questo è... assurdo. Perché non me l'hai detto?" chiese rialzandosi "cos'altro mi hai tenuto nascosto per tutto questo tempo?"
"Angelo, calmati. Non te l'ho detto perché è stata la madre a volerlo. Quando la bambina aveva tre anni io e Kelly ci siamo separati e mi ha fatto promettere che non avrei dovuto rivelarlo a nessuno"
"Ma allora perché me lo stai dicendo adesso?" chiese lei ancora più stupita.
Lui si rattristò improvvisamente "Kelly è morta due giorni fa. Noi ci siamo sempre tenuti in contatto e una volta ho perfino conosciuto tua sorella. Ti somiglia molto, angelo. Comunque, adesso che Kelly non c'è più, Nicole verrà a vivere da me"
"Nicole? E' così che si chiama?" chiese Miss Parker.
In quel momento la porta si aprì lentamente ed entrò una ragazza molto giovane. Miss Parker si voltò e la vide. La ragazza doveva avere più o meno quindici anni, non molto alta, 1.65 circa, capelli neri e lisci fino alle spalle e occhi scuri ma molto profondi.
"Ciao papà, scusa il ritardo" salutò e andò ad abbracciare Mr Parker. Aveva una voce molto sottile, da bambina.
Miss Parker la guardava confusa "papà... è lei?" chiese sorpresa.
"Si, angelo. Questa è Nicole"
"E tu devi essere Miss Parker. Papà mi ha parlato tanto di te" disse porgendole la mano mentre Miss Parker continuava a fissarla sbigottita. Nicole aspettò qualche secondo poi ritrasse la mano e si rivolse verso il padre "ho visitato il Centro, niente male, mi piacerebbe proprio lavorarci qui" annunciò ridendo. Il carattere era completamente diverso da quello di Miss Parker. Nicole era sempre sorridente, ma molto infantile.
"Angelo, mi è venuta una bella idea. Che ne dici se Nicole collaborasse con te, Broots, Sidney e Lyle nella ricerca di Jarod?" chiese sorridendo.
"Cosa? Ma è solo una bambina, avrà quattordici o quindici anni" notò.
Mr Parker e Nicole si scambiarono uno sguardo e si misero a ridere "Miss Parker, ma io ho vent’anni. Appena compiuti" la corresse.
"vent’anni? Te li porti bene” ironizzò la donna “in ogni caso papà, non la voglio nel mio gruppo, mi dispiace. Ci sarà solo d'impiccio"
"Tesoro, non parlare così. Ti potrebbe essere molto utile, invece. E' brava col computer, inoltre è molto agile. Potrebbe riuscire a catturare Jarod" disse Mr Parker.
Lei non disse niente. Si sentiva inutile. Si accorse che il suo mal di testa era peggiorato.
Guardò il padre delusa e lanciò uno sguardo pieno di odio a Nicole. Non la conosceva ancora, ma sapeva già che le avrebbe recato solo dei guai. Uscì velocemente dall'ufficio e si stupì del fatto che il padre non l'avesse fermata.
In poco tempo raggiunse l'ufficio di Sidney ed entrò precipitosamente.
"Parker, che è successo?" chiese Sidney preoccupato.
Lei si sedette su una sedia nell'ufficio e si accese una sigaretta, ma Sidney gliela spense subito.
"Ma che fai Sidney, sei impazzito?" chiese seccata.
"Non hai bisogno di quelle" rispose lui con rimprovero.
Lei si alzò in piedi faticosamente "lo so Sidney, ma credo che anche tu faresti come me se sapessi le ultime notizie di mo padre". Camminò per qualche secondo avanti e indietro per la stanza e poi si fermò e guardò i due "ho una sorella" annunciò.
"C-cosa Parker?" balbettò Broots sorpreso, come Sidney.
"Avete capito bene. Mio padre ha avuto una relazione con una donna quando avevo dieci anni. Mi ha fatto credere che si sono frequentati solo per un anno, invece mi ha tenuto nascosto il fatto che sono stati insieme per tre anni"
"E da questa relazione è nata una bambina... tua sorella" concluse Sidney.
"Si chiama Nicole, ha vent’anni, ma vi giuro che sembra una quindicenne. La cosa che mi ha stupito di più è che mio padre vuole che lei entri a far parte del nostro gruppo"
"Lasciami indovinare. Fisico atletico e scattante, la persona giusta per catturare Jarod" disse Sidney "è questo che ha detto tuo padre, vero? Ti ha fatto sentire inutile e..."
"... E incapace di catturare un topo da laboratorio. Come se questo lavoro non facesse più per me"
"Forse ha notato che sei stanca e ha pensato che un aiuto ti servirebbe e adesso che ci penso... non ha tutti i torti"
"Non la voglio tra i piedi, Sidney" disse lei seccata.
"Scusate, posso entrare?" chiese una voce femminile. Appena entrò sia Broots che Sidney la guardarono stupiti e affascinati. Capirono subito che quella ragazza era Nicole. Assomigliava molto a Miss Parker, ma non sembrava affatto una ventenne.
"Wow che bell'ufficio, quasi quasi mi trasferisco qui" disse scherzosamente guardandosi intorno "voi dovete essere Sidney e Broots vero? Piacere io sono Nicole".
I due la salutarono in coro.
"Che ci fai qui, Nicole?" chiese Miss Parker seccata.
"Papà mi ha detto di venire a conoscere i miei nuovi colleghi"
"I tuoi cosa?" chiese Miss Parker.
"Ascolta sorellina, io non c'entro, è papà che ha insistito. Temo per te che dovrò aiutarti, ma ti sarò molto utile sai?" Sono molto scattante e..."
"Ora basta parlare. Taci, mi fai solo aumentare l'emicrania" si lamentò Miss Parker "e un'altra cosa, non chiamarmi sorellina, chiaro?"
Nicole indietreggiò intimorita. Sidney si accorse che dopotutto Nicole, anche se aveva vent’anni, era ancora una bambina. Anche la sua voce sottile la faceva sembrare più giovane dell'età che aveva.
"Allora Nicole, esattamente cosa sai fare oltre a... correre?" chiese Sidney ironicamente.
"So usare molto bene il computer" lo informò e Broots scattò in piedi piuttosto preoccupato.
"V-vuoi dire che sei venuta a sostituirmi?” chiese balbettando.
"Non sapevo neanche che tu fossi capace di usare il computer, quindi sta tranquillo" lo rassicurò "potremo lavorare insieme"
"Noi non abbiamo bisogno di te, ragazzina" tagliò corto Miss Parker.
"Ehi, io non sono una ragazzina, sono maggiorenne e vaccinata" disse lei arrabbiandosi.
Miss Parker sogghignò, ma senza farsi vedere da Nicole. Con quella voce non sembri proprio una ventenne, pensò.
"Potrei farti da segretaria" disse avvicinandosi al telefono e in quel momento squillò. Lei rispose
"Salve, questo è l'ufficio di Miss Parker, in cosa posso esserle utile?" chiese sorridendo.
Sidney e Broots risero, mentre Miss Parker si mise una mano sulla fronte scuotendo il capo.
"Bè veramente è solo da oggi che sono qui... penso che sarò la segretaria di Miss Parker nei prossimi giorni... ah grazie, mi servirà proprio un po’ di fortuna e..."
"Ora basta ragazzina passami il telefono" disse Miss Parker afferrando la cornetta "chi diavolo è?"
"Miss Parker, ciao. Da quando hai una segretaria così simpatica?". Era Jarod.
"Non è la mia segretaria, è solo un'impicciona" lo informò guardando Nicole con i suoi soliti occhi di ghiaccio.
"Oh, non te la prendere con lei. Dalla voce sembra una bambina, chi è una tua conoscente?" chiese curioso.
"Non sono affari che ti riguardano. Che diavolo vuoi?"
"Volevo solo farti sapere che a Chicago ho lasciato una cosa per te. Quando vuoi andare...". Con queste parole chiuse la comunicazione.
"L'hai trovato Broots?" chiese lei.
Lui aspettò qualche secondo "si, è a New York" disse sorridendole "e ha telefonato dall'ospedale S. James, pronto soccorso"
"Bene, grazie a te bambinetta ora l'abbiamo trovato" la schernì.
"Cosa? Bambinetta? Ma come osi..." ma Miss Parker era già uscita dall'ufficio trionfante.
"Ehi, aspetta vengo con te" gridò Nicole uscendo dall'ufficio di corsa.
"No, tu non vai da nessuna parte" disse Miss Parker fermandola.
"Ti prego, fammi venire Miss Parker, potrei esserti molto utile. Senti, dammi una possibilità, ti prometto che se non riusciamo a catturare Jarod non mi vedrai mai più qua al Centro"
Lei ci pensò qualche secondo "promesso?"
"Hai la mia parola" rispose lei seria.

Ospedale di New York, pronto soccorso, ore 13:40 p.m.

Miss Parker e Nicole accompagnate da Sam e da altri due spazzini arrivarono all'accettazione del pronto soccorso. In quel momento tutti erano impegnati, poiché era avvenuto un incidente stradale.
"Infermiera, vorremmo..." tentò Miss Parker
"Scusi signorina ma in questo momento siamo molto occupati" li informò l'infermiera all'accettazione "per favore, sedetevi e aspettate"
"Noi vogliamo parlare con un dottore, si chiama Jarod" disse Nicole.
"Senta, io conosco i medici solo per cognome"
"Non conosciamo il cognome ma..."
"Allora non posso aiutarla" la interruppe l'infermiera ancora più agitata di prima e si diresse verso una stanza.
"Accidenti, adesso dovremo setacciare tutto l'ospedale" disse Miss Parker seccata "tu Nicole, controlla questo piano, noi saliamo. E se riesci a trovarlo... usala". Le diede una pistola e Nicole la guardò stupita.
"Vuoi che lo uccida?"
"No, devi solo fargli credere che lo farai se non ti seguirà fino alla macchina, e una volta lì chiamami al cellulare". Dopo queste parole corse via con gli spazzini mentre Nicole, nascosta la pistola, iniziò a cercare Jarod.
Dopo aver controllato gli spogliatoi decise di andarlo a cercare nelle camere dei pazienti ricoverati.
"Ma dove si può essere cacciato?" si chiese fermandosi dopo 10 minuti di ricerche.
"Non si preoccupi signora Reynolds, fra poco il dottor Wallace sarà qui"
La voce proveniva dall'interno di una stanza semi-chiusa e Nicole si avvicinò lentamente alla porta e l'aprì senza farsi sentire. All'interno c'era una donna sdraiata sul lettino di circa cinquant'anni e accanto a lei una giovane infermiera di colore.
"Voglio parlare subito con il dottore. Cosa aspetta a venire?" si agitò la donna.
"Jarod arriva subito, abbia pazienza" la rassicurò nuovamente l'infermiera.
Jarod?" si chiese Nicole "ma certo è lui". Infilò una mano nella tasca della sua giacca e impugnò la pistola "no, non posso certo tirare fuori la pistola qui, aspetterò il momento giusto" si disse nuovamente e lasciò la pistola nella tasca.
In quel momento arrivò Jarod e vide Nicole osservare all'interno della stanza
"Sei una sua parente?" le chiese Jarod sorridendole
Nicole si voltò verso di lui e lo fissò intensamente. Il cuore cominciò a battere velocemente. Non sapeva cosa le stesse capitando "io... veramente" balbettò.
"Oh, dottore, meno male che è arrivato" esclamò la donna.
Lui entrò "allora, signora Reynold, come si sente oggi?"
"Ho dormito poco la scorsa notte. Ho dei dolori allo stomaco" si lamentò la donna.
Jarod controllò la cartella della paziente "dagli esami non risulta niente di rilevante. Direi di sottoporla a..."
"... Ad una endoscopia dell'apparato digerente superiore" rispose per lui Nicole con tono convinto.
Jarod la guardò stupito "e tu... come lo sai?" le chiese. Era esattamente quello che voleva dire lui.
"Allora dottore?" chiese l'infermiera.
"Ah... si sottoponiamola ed un endoscopia dell'apparato digerente superiore" confermò.
L'infermiera prese nota e poi abbandonò la stanza.
"Signora Reynolds, tornerò più tardi" le disse Jarod sorridendole e poi raggiunse Nicole all'esterno della stanza.
Lei gli sorrise dolcemente.
"Sei un dottore?" le chiese Jarod.
"No, non lo sono" negò.
"Mi sarei stupito del contrario. Sei troppo giovane per esserlo, piccola"
"Per tua informazione io ho vent’anni e non quanti pensi tu" disse lei arrabbiandosi.
"Cosa? Vent’anni? Io credevo ne avessi... quattordici" rispose lui stupito "dici sul serio?" chiese poi.
"Vuoi vedere la mia carta d'identità?" chiese lei ironicamente.
"No, no ci credo. Ma allora se non sei un dottore, come hai fatto a..."
"Jarod, fermo!" gridò Miss Parker iniziando a correre "Nicole, prendilo!"
"Cosa?" disse Jarod stupito girandosi verso la ragazza "quindi tu... sei del Centro?"
Nicole lo prese per un braccio "ascolta, fai finta di spingermi per terra e poi scappa, non voglio che lei ti prenda" gli sussurrò.
Lui le diede una piccola spinta e lei fece finta di cadere "maledizione, torna indietro" gridò Nicole per farsi sentire da Miss Parker ma dentro di sé era soddisfatta.
"Accidenti, adesso chi lo prende più" si lamentò Miss Parker vicino a lei "ma che ti ha preso? Perché non hai tirato fuori la pistola?" chiese arrabbiata.
"Mi dispiace Miss Parker, io odio le armi" rispose lei e poi se ne andò.

il Centro, Blue Cove, ore 16:30 p.m.

"Ma ti rendi conto Sidney? Era a pochi millimetri da Nicole e quella stupida se l'è fatto scappare" sbraitò Miss Parker.
"Calmati Parker, dopotutto era il suo primo giorno di lavoro" rispose Sidney ironicamente.
"Ti sembra il momento di scherzare? Comunque meglio così. Mi aveva promesso che se non avessimo catturato Jarod se ne sarebbe andata dal Centro. Sono libera". Tirò un sospiro di sollievo "anche il mio mal di testa sta migliorando" notò. Infatti era vero. Si sentiva come se un enorme peso le si fosse levato via dalle spalle.
"Io se fossi in te, non canterei vittoria troppo presto. Tuo padre ha deciso che Nicole debba aiutarti e..."
"Quando gli racconterò quello che è accaduto oggi in ospedale, si renderà conto che Nicole è ancora troppo piccola per catturare Jarod"
"Quando la smetterai di prendermi per una ragazzina?" chiese Nicole entrando "ho parlato con papà. Mi dispiace ma dovrai sopportarmi ancora per un po’” la informò sorridendole.
"Togli quello stupido sorrisetto dalla tua faccia" le ordinò Miss Parker "hai raccontato a... nostro padre anche di quello che non hai fatto?"
"Miss Parker, ho fatto uno sbaglio, ma sono cinque anni che dai la caccia a Jarod e non l'hai mai preso. Di sbagli ne hai fatti anche tu"
La donna chiuse gli occhi, cercando di mantenere la calma. Sentiva che il suo mal di testa stava ritornando. Si portò una mano all'altezza dello stomaco. Cominciava a farle male.
"Parker, stai bene?" chiese Sidney preoccupato.
Lei respirò profondamente "credo... di aver bisogno di un po’ d'acqua" disse con fatica e poi si sedette.
"Qualcosa non và?" chiese Nicole.
"Vedi, Miss Parker ha problemi di ulcera. Il dottore le ha ordinato di riposarsi ma con Jarod..." la informò Broots.
"Oh, scusami, non lo sapevo. Immagino di averti creato ulteriori problemi" si scusò Nicole.
Miss Parker bevve un sorso d'acqua "non preoccuparti Nicole, tu non c'entri... cioè non lo sapevi".
Non voleva discolparla. Era colpa di Nicole se ora la sua ulcera cominciava a farsi sentire di nuovo e il suo mal di testa peggiorava ogni minuto che passava e voleva farglielo capire.
In quel momento squillò il telefono.
"Sono Sidney"
"Ciao Sidney, come stai?"
"Jarod!"
Nicole si girò subito verso Sidney e sorrise. Avrebbe voluto essere lei al posto del dottore in quel momento.
"Se hai chiamato per parlare con Miss Parker, è meglio che richiami. Non sta molto bene"
"Ho capito, la sua ulcera" disse Jarod seriamente dispiaciuto "dille di riguardarsi. Ma non voglio parlare con lei, bensì con quella simpatica ragazzina che da oggi è con voi al Centro"
"Parli di Nicole? Te la passo subito" disse Sidney sorridendo.
Miss Parker alzò lo sguardo visibilmente stupita mentre Nicole era al colmo della felicità.
"Ciao Jarod" rispose lei.
"Ehilà, come và neo-cacciatrice?" chiese lui sorridendo divertito dall'altro capo della cornetta.
"Bene, grazie. Allora, cosa ti ha spinto a telefonare qui?" chiese.
"Volevo solo sapere come hai fatto oggi ad indovinare che volevo sottoporre quella donna ad una endoscopia"
"Io non ho indovinato Jarod... lo sapevo, ma non chiedermi come perché non lo so" gli rispose.
Jarod era incredulo da questa rivelazione "capisco, ora devo andare. Un’altra simulazione mi aspetta" disse lui e poi interruppe la comunicazione.
"Cosa ti ha detto Jarod?" chiese Miss Parker avvicinandosi a lei.
Nicole si girò verso di lei e sorrise "niente, mi ha detto solo... che non riuscirò a prenderlo così facilmente" mentì e poi se ne andò via.
"Tu le credi Sidney?" chiese lei.
Sidney era pensieroso "non lo so, Parker. Non credo che Jarod le abbia detto questo. Altrimenti perché avrebbe usato parole come "non ho indovinato, lo sapevo ma non dirmi come" sapere cosa?" si chiese.
"E' quello che voglio scoprire. Io ritorno a New York" annunciò decisa.
"Aspetta Miss Parker, prima Jarod mi ha detto che mi avrebbe richiamato per dirmi una cosa su Nicole... dobbiamo solo aspettare" riferì Sidney prendendo il cellulare.
"Che cosa dovete aspettare?" chiese Lyle entrando.
Miss Parker sbuffò appena sentì la sua voce "che vuoi Lyle?" chiese seccata.
"Mi hanno informato che sei andata a New York. Non è stato carino da parte tua non avvisarmi" la rimproverò.
"Lyle, non cominciare. Già c'è Nicole che mi sta tra i piedi..."
"Intendi la nostra nuova sorella? Non sapevo che papà te l'avesse già presentata. Molto carina non credete?" domandò Lyle sorridendo e rivolgendosi a Sidney e Broots.
"Per una volta sono d'accordo con te, Lyle" intervenne Broots sorridendo e Miss Parker gli diede un'occhiataccia.
"Non dirmi che ti interessa, Lyle? Ti ricordo che Nicole ha solo vent’anni" gli fece notare Sidney.
"E poi tu non avevi gusti... orientali?" chiese Miss Parker.
"Non ho detto che mi interessa, però... chissà. Parlando di altro, hai trovato indizi a New York?"
"No, sono solo andata all'ospedale dove lavorava Jarod e ho tentato di catturarlo, ma a causa della nostra cara neo-sorella non ci sono riuscita"
"Non darle la colpa, ti ricordo che oggi era il suo primo giorno qui al Centro. Perché non le insegni qualcosa invece di stare con le mani in mano?" disse Lyle alzando la voce.
Miss Parker si avvicinò a lui con aria minacciosa "il giorno in cui mi potrai dare ordini, sarà quando crollerà il mondo, chiaro?" gli sussurrò "e per quanto riguarda Nicole" disse poi ad alta voce "intendo andare seduta stante da nostro padre e risolvere la faccenda".
In quel momento squillò il cellulare di Sidney e lui rispose.
"Vuoi che se ne vada?" chiese Lyle allarmato.
"E osi anche chiedermelo? Da quando è arrivata il mio mal di testa è peggiorato e tra un po’anche la mia ulcera, per non parlare del fatto che oggi avevo Jarod a portata di mano e per colpa di Nicole è riuscito a scappare" si lamentò.
Sidney assunse un'aria preoccupata mentre era al telefono.
"Io non sono d'accordo e andrò da papà a riferirgli questa tua decisione" disse Lyle furioso e poi uscì precipitosamente.
"Broots, Sidney, vado anch'io da mio padre" disse lei avviandosi.
"Aspetta Parker" la chiamò Sidney "ha chiamato Jarod mentre tu stavi parlando con Lyle"
"Bene, che ti ha detto?" chiese lei ansiosa.
"Lui pensa che Nicole non sia una semplice ragazza. Oggi in ospedale è andato a visitare una donna con dei problemi allo stomaco, che doveva essere sottoposta ad un'endoscopia, ma prima che Jarod lo dicesse all'infermiera, Nicole è intervenuta ed è stata lei a suggerire questo tipo di trattamento"
"Mi stai dicendo che Nicole sapeva che quella donna aveva bisogno di un'endoscopia?"
"Esatto. Jarod crede che Nicole sia... una simulatrice potenziale" concluse Sidney
"Cosa?" chiese lei incredula "ma non è possibile"
"E allora come lo sapeva?"
"Si sarà informata, noi che ne sappiamo? Sicuramente quella sciocca ragazzina avrà voluto solo farsi notare. Non c'è altra spiegazione. Ad ogni modo dobbiamo stare attenti. Non mi fido di lei” concluse la donna.
“Neppure io, Parker”

Casa di Mr Parker, ore 2:30 a.m.

Jarod era penetrato nella grande casa del Signor Parker per cercare qualunque segno che confermasse il suo presentimento. Nicole non era una ragazza normale, di questo ne era sicuro. Forse era il frutto di un esperimento di Raines e se fosse stato così, Mr Parker avrebbe avuto un documento che lo comprovasse nascosto da qualche parte..
Cercò nel suo studio. In ogni angolo, ma niente. Nessun certificato, nessuna lettera.
Controllò anche all’interno di ogni libro presente nella stanza. Niente neppure lì.
Se ci fosse stato qualcosa in camera sua, avrebbe dovuto tornare la mattina, quando in casa non ci sarebbe stato nessuno.
Dopo aver perquisito quasi tutta la casa perse le speranze. Doveva tornare di giorno e se questo non fosse bastato, la sera successiva si sarebbe recato al Centro a controllare. Non voleva, ma non aveva altra scelta.
"Chi sei?" esclamò una voce spaventata e tremante.
Jarod si girò "Nicole?" chiese stupefatto.
"Ma tu sei Jarod" sussurrò lei e corse ad abbracciarlo "cosa ci fai qui?"
"Ti dovrei fare la stessa domanda" disse lui sorridendole.
"Io qui ci abito. Miss Parker non te l'ha detto?"
"Detto cosa?" chiese impaziente.
"Che io sono la sua sorellastra e anche quella di Lyle... la figlia del Signor Parker" annunciò con un sorriso.
Jarod era sbalordito "vuoi dire che... sei una... Parker?" chiese.
Lei annuì "ma non mi hai ancora risposto. Cosa ci fai qui?"
"Forse te lo dirò un'altra volta" divagò con aria misteriosa "che fai in piedi a quest'ora?" chiese poi.
"Sono uscita a svagarmi un po’. Comunque credo che non tornerò al Centro" disse un po’ delusa "sai Miss Parker ha informato nostro padre di quello che è successo ieri in ospedale. Del fatto che non ti ho catturato"
"Perché non l'hai fatto?" chiese lui curioso.
"Non potevo. Ho capito che tu sei un uomo che fa di tutto per aiutare le persone. Ho saputo che sei un simulatore… un genio che può diventare chiunque voglia"
Lui annuì “è il mio biglietto da visita” disse ironico.
"Come posso catturare una persona altruista come te"
"Sono contento che tu l'abbia capito. Ora devo andare. Buonanotte Nicole" disse lui dandole un bacio sulla fronte e poi si allontanò frettolosamente.
Nicole restò per qualche secondo immobile. Si sentiva imbarazzata ma felice.
Si diresse lentamente verso la sua camera. Aveva deciso. Il mattino seguente avrebbe convinto il padre a farla restare al Centro.

Il Centro, Blue Cove, ore 8:00 a.m.

Miss Parker entrò nell'ufficio di Sidney raggiante. Finalmente Nicole se n'era andata e al solo pensiero il suo mal di testa non faceva che migliorare.
"Buongiorno a tutti" salutò con un largo sorriso.
Sidney e Broots si scambiarono uno sguardo allarmato. Conoscevano il motivo della felicità di Miss Parker. Se avesse scoperto la verità sarebbe andata su tutte le furie.
"Glielo dici tu?" bisbigliò Broots, rivolto a Sidney.
"Perché non aspettiamo che arrivi Nicole, così lo scopre da sola?" propose Sidney.
"Allora, cos'avete da bisbigliare? Qualche segreto?" chiese lei avvicinandosi ai due.
"Beh, Miss Parker... c'è una cosa che ti dobbiamo dire..." cominciò Broots titubante.
"Già, a proposito di Nicole" intervenne Sidney.
"No, potete parlarmi di chi volete, perfino di Raines, ma vi prego non di lei" obiettò.
"Salve a tutti" salutò Nicole entrando.
Miss Parker si girò di scatto e appena la vide il suo sorriso si trasformò in una smorfia "oh no, cosa ci fai qui?"
"Calmati Miss Parker, sono qui per lavorare" si giustificò lei.
"Ma non dovevi..."
"Andarmene intendi? Ho deciso di restare" annunciò.
"E la tua promessa di ieri?" chiese lei.
"Andiamo Miss Parker, non l'avrai presa sul serio, vero? Devo chiederti una cosa a proposito di Jarod"
Miss Parker si arrese e le fece cenno di andare avanti.
"Perché volete catturarlo? Insomma, io credo che Jarod sia molto generoso e altruista con le persone. Perché il Centro lo rivuole?" chiese.
"Ma come? Non lo sai che è un simulatore?" chiese Miss Parker.
"Si, certo, ma questo cosa..."
"Senti, Jarod appartiene al Centro e io devo riportarlo a "casa" così poi sarò libera di andarmene. Ho fatto una promessa con mio padre riguardo questo"
"Sarà, ma io non ti capisco. Potresti semplicemente andartene. Non c'è nessuno che ti tiene legata al Centro. Cos'è una promessa? Niente. O forse non hai il coraggio di andare da nostro padre a comunicargli che te ne vuoi andare? No, c'è dell'altro"
"Non c'è nient'altro" precisò lei minacciosa.
Nicole le lanciò uno sguardo amareggiato e poi si allontanò dall'ufficio.
Una volta uscita, Miss Parker sbuffò "è arrivata solo da due giorni e già non la sopporto più. Ma chi le da il diritto di intromettersi nella mia vita?" si lamentò.
"Scusa se te lo dico, Parker, ma... non ha tutti i torti" confessò Sidney.
Miss Parker a quelle parole lo guardò sorpresa "ma che stai dicendo?"
"Nessuno ti obbliga a stare qui. Il fatto è che non vuoi deludere tuo padre, per quello non te ne vai"
"Al contrario di Nicole, io mantengo la parola data. Devo ammettere che a volte mi pento di questa promessa ma... ormai sono passati cinque anni. Non posso più rimangiarmela"
"Ma perché non ammetti che neanche tu vuoi catturare Jarod? Pensa a tutte le volte che avete collaborato insieme. Per esempio, quando è morto Thomas, chi ti ha aiutato più di tutti?"
"E accaduto solo in quella circostanza" constatò Miss Parker.
"Non credo. Ho una lista lunghissima delle occasioni in cui tu e lui avete collaborato insieme, e tu ti ostini ad affermare che lo vuoi catturare... ormai non ci crede più nessuno" concluse Sidney.
"Pensa quello che vuoi. Ma io lo catturerò molto presto. Ho ragione di credere che Nicole è diventata amica di Jarod e questo mi aiuterà" disse lei con un’espressione compiaciuta.

Due giorni dopo, il Centro, ore 15:00 p.m.

Nicole era da sola nell'ufficio di Miss Parker seduta alla scrivania. Stava leggendo attentamente dei documenti riguardanti Jarod. Negli ultimi giorni aveva esaminato anche i suoi DSA e l'avevano impressionata. In quei filmati c'era lui, bambino, che svolgeva simulazioni e il suo supervisore era Sidney. Un'altra persona avrebbe pensato, guardando quei dischetti che Sidney era come Raines, spietato e insensibile, ma Nicole aveva intuito subito che lui voleva bene a Jarod e che era stato costretto a torturarlo con quelle simulazioni.
Un altro filmato l'aveva molto colpita. Una giovane Miss Parker che giocava e scherzava con Jarod tra le mura del Centro e anche il loro primo bacio. Sentiva che Miss Parker non era una donna fredda e dura nell'animo, ma doveva esserlo al Centro. Per sopravvivere.
"Ah eccoti, ti ho cercata dappertutto" esclamò Sidney entrando nell'ufficio.
"Sidney, cosa ci fai qui?" chiese lei alzandosi in piedi.
"Jarod ha chiamato" la informò "mi ha detto che ti vuole parlare"
"Vuole parlare con me?" chiese sorridendo.
"Proprio così, tra mezz'ora al parco di Blue Cove. Mi raccomando, non farti scoprire da Miss Parker" la avvertì.
"Non preoccuparti Sidney, non vorrei mai mettere in pericolo la vita di Jarod... e la mia" le ultime parole le disse con sarcasmo.

Parco di Blue Cove, ore 15:40 p.m.

Nicole giunse al parco e si sedette su una panchina all’ombra di due alberi. Mentre aspettava l’arrivo di Jarod continuava a domandarsi la ragione per cui lui le aveva dato appuntamento lì. Decise di non pensarci. Contemplò estasiata quel meraviglioso parco pieno di fiori e alberi. Quel giorno il cielo era limpido e nell’aria si sentiva il profumo di quella natura incontaminata.
"In perfetto orario" le disse Jarod dietro di lei.
Nicole si girò di scatto e gli sorrise.
"Jarod!" esclamò alzandosi "sono felice di vederti. Allora, cosa mi volevi dire?" chiese.
"Devo chiederti una cosa molto importante. Riguarda te e... il Centro" cominciò Jarod. Stava per continuare quando in una frazione di secondo qualcuno lo spinse per terra e lo ammanettò.
"Sam, ma... cosa ci fai qui?!" gridò Nicole meravigliata e allo stesso tempo sconvolta.
"Miss Parker ci ha ordinato di seguirla, Nicole. Sospettava che lei si incontrasse segretamente con Jarod e aveva ragione. Portatelo via!" ordinò ai due spazzini che trascinarono via Jarod a forza.
"Nicole, deve venire al Centro con noi. Miss Parker le vuole parlare" le riferì Sam e poi si allontanò.
Si sentiva colpevole, anche se era stato Jarod a dirle di venire lì, in quel parco.
Si diresse con lentezza verso la macchina di Sam, il quale la stava aspettando pazientemente tenendo la portiera aperta. Lei, prima di salire, gli diede un'occhiataccia, ma Sam rimase impassibile.

Il Centro, ore 16:00 p.m.

Miss Parker gongolava. Finalmente, dopo tanto tempo, Jarod ritornava al Centro. Sam l'aveva chiamata qualche minuto prima, mettendola al corrente di quello che era accaduto al parco e lei era corsa a riferirlo a Sidney e a Broots. Avrebbe voluto informare anche il padre, ma sapeva che ci avrebbe pensato Sam.
"E' fatta Sidney, Jarod tra poco sarà al Centro. Come sospettavo Nicole è una traditrice. Non vedo l'ora di sentire cosa le dirà papà"
Sidney la guardava dubbioso "è difficile pensare che Nicole ci abbia tradito, anche se non mi sorprendo. Ogni volta che le menzionavo Jarod i suoi occhi si illuminavano. Pareva quasi che lei fosse..."
Miss Parker fece una smorfia "... innamorata" concluse freddamente.
Sidney annuì.
"Come hai potuto?!" sbraitò Nicole irrompendo furiosamente nell'ufficio e sbattendo la porta.
Miss Parker si voltò verso di lei e fece un mezzo sorriso "Nicole, sei tornata per salutarci un'ultima volta? ironizzò.
"Come hai potuto fare questo a Jarod? E a me?" chiese sconcertata.
"Guarda ragazzina, il mio compito qui era di catturare Jarod, non di proteggerlo dal Centro come hai fatto tu" le disse con un'occhiataccia gelida.
"Sì è vero, io lo proteggevo dal Centro perché ho capito, a differenza di te, che questo non è il suo posto. Lui aiuta gli innocenti, senza contare che qui lo torturerebbero fino alla morte"
"Ora basta, quello che il Centro fa a Jarod non mi riguarda e sinceramente non mi preoccupa affatto. Il mio lavoro qui era quello di catturarlo. Ora l'ho fatto e posso andarmene" concluse.
"Allora è vero. La giovane ragazzina di quei DSA è scomparsa" sussurrò con le lacrime agli occhi.
Miss Parker la guardò sorpresa e turbata. Si voltò per non farle notare che qualche lacrima stava scendendo anche sul suo viso "è vero... è scomparsa" sussurrò dopo pochi secondi.
In quel momento si aprì nuovamente la porta dell'ufficio ed entrarono Mr Parker, Lyle e Raines.
"Complimenti angelo. Ce l'hai fatta" si congratulò Mr Parker.
Lyle non era dello stesso parere. Era furibondo poiché non era stato messo al corrente di questa sua decisione di far pedinare Nicole e non tardò a farglielo notare.
"Certo mi sarebbe piaciuto partecipare a questa "iniziativa" dichiarò.
"Oh Lyle, quante storie. Jarod è stato catturato no? E questo è quello che conta" intervenne Mr Parker "e in quanto a te Nicole" disse rivolgendosi alla ragazza cambiando il tono di voce "mi hai molto deluso"
"Hai deluso tutti qui" aggiunse Raines con la sua solita voce rauca.
Nicole abbassò gli occhi "mi dispiace, ma credo di essere nel giusto" si difese.
"Il tuo lavoro era quello di aiutare Miss Parker a catturare Jarod. Bell'aiuto le hai dato" le fece notare il padre.
"Il minimo che tu possa fare è tenerla lontana dal Centro" suggerì Raines rivolgendosi a Mr Parker, il quale acconsentì .
"Ora vai a casa" le ordinò il padre e lei dopo aver lanciato uno sguardo infuriato verso Miss Parker si diresse verso l’uscita dell’ufficio con passo incerto.
Sul viso della donna comparve un sorriso compiaciuto.
"Papà, ora che Jarod è tornato, io non servo più a niente. Posso andarmene?" chiese lei titubante.
"Angelo, parleremo più tardi di questo. Ora scusami, ma dobbiamo dare il bentornato a Jarod" le disse il padre ironicamente e con un sorriso lasciò la stanza con gli altri due uomini.
Miss Parker guardò Sidney allarmata "mi lascerà andare, vero?" gli chiese.
Ma il dottore non riuscì a rispondere a quella domanda. Si limitò ad osservarla perplesso.

Il Centro, ore 23:20 p.m.

Sidney si tolse gli occhiali da vista e ripose gli incartamenti che stava leggendo in un cassetto della scrivania.
"Meno male che è ancora qui" sussurrò Nicole entrando nell'ufficio.
"Nicole!" esclamò lui tirando un sospiro di sollievo "mi stavi facendo venire un infarto. Ma cosa fai qui?"
"Appena papà è andato a dormire mi sono precipitata" lo informò sorridendo.
"Si, ma perché?" chiese confuso.
"Mi deve aiutare Sidney... a liberare Jarod"
"Cosa? Ma non posso farlo e neanche tu. Non so dove l'hanno portato, senza contare la sorveglianza che ci sarà davanti alla sua cella"
"Per la sorveglianza non c’è da preoccuparsi. Lei mi aiuterà a distrarli; per l'altro problema invece... io so che Jarod è al SL 8" lo informò.
"E tu come lo sai?" chiese.
"Diciamo che quando oggi papà mi ha ordinato di andarmene io non sono tornata subito a casa. Mi sono prima informata su dove fosse Jarod. Ora andiamo"
"Se ci scoprissero..."
"Non lo faranno" lo interruppe la ragazza risoluta.

SL 8, ore 23:35

Nicole e Sidney entrarono nel SL 8, facendo attenzione a non farsi scoprire dagli spazzini che si aggiravano per i corridoi.
"So che Jarod si trova in quella cella là in fondo" sussurrò Nicole a Sidney, indicandogliela.
"Già, può essere. Ci sono tre spazzini di guardia" notò Sidney.
"Bene, sa cosa deve fare adesso" disse Nicole "buona fortuna"
"Anche a te" rispose il dottore e poi uscì allo scoperto rendendo nota la sua presenza agli spazzini "presto, tutti fuori. Sembra che ci sia una bomba in questo SL" strepitò e tutti gli spazzini si misero a correre, compresi quelli di guardia alla cella di Jarod, non preoccupandosi di lui.
"Presto tutti fuori, sbrigatevi" gridò ancora Sidney.
Nicole, una volta usciti gli spazzini prese dalla tasca una chiave universale e con quella aprì fulmineamente la porta della cella.
"Jarod!" esclamò entrando.
"Nicole!" lui l’abbracciò sorpreso "ma cosa ci fai qui?" chiese.
"Presto devi scappare" lo informò agitata.
"Per via della bomba?" chiese lui preoccupato "ho sentito qualcuno gridare"
"Era Sidney. Questa è tutta una messinscena realizzata da me per farti scappare. Adesso andiamo" disse lei uscendo dalla cella. Lui abbastanza stupito la seguì.
"Ah eccovi finalmente" disse Sidney tirando un sospiro di sollievo "come stai Jarod?" gli chiese.
"Ora bene" rispose lui guardando Nicole.
"Presto, uscite. Io ritorno in ufficio cercando di non farmi scoprire. Siate prudenti"
"Anche tu" dissero in coro Nicole e Jarod. Si guardarono e si sorrisero.
Dopo qualche minuto riuscirono ad uscire, servendosi dei condotti di aerazione che utilizzava sempre lui quando usciva ed entrava all’interno del Centro.
"Nicole io... non so cosa dire. Grazie" sussurrò Jarod.
"E' stato anche merito di Sidney" gli fece notare.
"Sì, ma sei stata tu a realizzare il piano"
Nicole lo guardò turbata "scappa, non voglio che ti catturino di nuovo. Abbi cura di te". Dopo questa frase gli si avvicinò e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
Jarod la fissò nei suoi profondi occhi scuri, imbarazzato. Si schiarì la voce "non mi prenderanno " disse e poi se ne andò.
Nicole rimase a fissarlo mentre si allontanava. Era così assorta che non sentì una presenza alle sue spalle, finché qualcuno non gli tappò la bocca e sollevandola di peso la portò all'interno del Centro. Lei si dimenava, tentando di liberarsi ma era tutto inutile.
Una volta entrati, Nicole venne sbattuta contro un muro e finalmente poté vedere il suo aggressore in faccia che continuava a tenerle la bocca tappata per evitare che gridasse.
Una misteriosa figura si avvicinò con lentezza ai due e guardò Nicole con aria minacciosa "non avresti dovuto farlo, piccola stupida" le sussurrò.

Il Centro, il giorno dopo, ore 8:30 a.m.

"No, Sidney... dimmi che non l'hai fatto" esclamò Broots turbato dopo che Sidney l'aveva informato della fuga di Jarod.
"Non puoi avere fatto una cosa del genere a Miss Parker"
"Senti Broots. La sola cosa negativa in tutta questa faccenda è che Miss Parker dovrà ritornare a dare la caccia a Jarod, ma sono contento di averlo aiutato" bisbigliò lui.
"So che per te Jarod è come un figlio, ma pensa anche a Miss Parker. Sarebbe un miracolo se non gli venisse un altro attacco d'ulcera, una volta che l'avrà saputo" disse Broots preoccupato.
"Saputo cosa Broots?" chiese Miss Parker entrando con passo sicuro nell'ufficio.
"Ah, Miss Parker... cosa ci fai qui?" chiese Sidney sforzandosi di sorridere.
"Sono venuta a parlare con mio padre. Come sapete, ieri non ha risposto alla mia domanda. Oggi voglio una risposta" disse lei decisa.
Broots e Sidney si scambiarono un'occhiata impaurita.
"Ma che succede?" chiese lei con sguardo interrogativo.
"Sidney sospirò "Jarod è scappato" le disse senza mezzi termini.
Sul volto di Miss Parker apparve un'espressione di terrore "No" sussurrò con un filo di voce. Qualche lacrima le rigò il viso "ditemi che state scherzando. Ditemi che non sono di nuovo prigioniera del Centro" gridò disperata.
Sidney e Broots, preoccupati dalla sua reazione si avvicinarono a lei e l'aiutarono a sedersi su una sedia.
Sidney in quel momento si sentì terribilmente in colpa. Aveva ridato la libertà a Jarod, ma a quale prezzo?
"L'incubo continua" sussurrò lei dopo qualche secondo.
Si alzò faticosamente e si diresse verso l'uscita.
"Ma dove vai, Parker?" chiese Sidney.
"Da mio padre. Voglio sapere come ha fatto Jarod a scappare" lo informò e poi uscì dall'ufficio.
Broots guardò Sidney furioso "ecco, sei contento adesso, Sidney?"
Nel frattempo Miss Parker era arrivata davanti alla porta dell'ufficio del padre.
Bussò ed entrò lentamente.
"Ciao papà" salutò lei.
"Angelo. L'hai saputo?" chiese il padre avvicinandosi a lei, noncurandosi di salutarla.
"Di Jarod? Sì, purtroppo. Ma come ha fatto a..."
"Sappiamo solo che qualcuno è entrato nel SL 8, dove era rinchiuso Jarod, e ha gridato agli spazzini che c'era una bomba, così tutti sono scappati come dei conigli, escludendo che poteva essere uno scherzo"
"E non si sa chi è stato a dare l'allarme?" chiese lei.
"No, le telecamere erano state disattivate" le rispose furente.
"Proprio un gran bel piano" sussurrò lei a denti stretti "sospetti di qualcuno?" chiese ancora.
"Mr Parker sospirò "chi può avere interesse a liberare Jarod? Solo... Sidney"
"Credi che sia lui il colpevole?!" esclamò Miss Parker stupita "no, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Io invece sospetto di Nicole"
Mr Parker fece una piccola risatina "andiamo tesoro, non può essere stata Nicole. E parlando di lei, non l'ho trovata a casa stamattina e il suo letto era intatto"
"Vedi? può anche essere stata al Centro la scorsa notte. Ha liberato Jarod e poi è scappata"
"No, i suoi vestiti sono ancora a casa mia. Prima di venire al Centro stamattina le ho lasciato un biglietto dicendole di venire qui quando lo leggerà"
"E perché?" chiese lei preoccupata. Ma già conosceva la risposta. Pregò che il padre non le dicesse quello che lei, in quel momento, stava pensando.
"Ho deciso di darle un'altra possibilità, angelo. Se accetterà, ritornerà ad affiancare te, Sidney, Broots e Lyle nella ricerca di Jarod"
Miss Parker chiuse gli occhi e sospirò affranta. Cercò di far ragionare il padre con tutta la forza che le era rimasta "lei non vuole catturarlo, papà. Si sono anche incontrati di nascosto" gli ricordò.
"Lo so, angelo e ti giuro che vorrei perfino ripudiarla come figlia se penso a quello che ti ha fatto, ma poi penso che dopotutto è solo una ragazzina. Perdonala anche tu come l'ho fatto io" concluse sorridendole dolcemente.
"Appunto perché è una ragazzina non è una buona idea farla ritornare al Centro" si lamentò.
"Angelo, io...". Mr Parker venne interrotto dallo squillo del telefono. Si precipitò alla scrivania e rispose
"Si?... Va bene portami pure quei documenti..."
Miss Parker stava aspettando impaziente che la telefonata finisse, con le braccia incrociate e sbuffando.
"No io torno a casa alle sette quindi ci sono tutto il giorno qui al Centro... si esatto..."
Dopo qualche minuto di attesa, lei si stufò di aspettare e decise di andarsene.
"Va bene... richiamami..." Mr Parker riappese "allora angelo, ti stavo dicendo..." si interruppe con uno sguardo confuso quando non la vide più nell'ufficio.

Il Centro, ufficio di Sidney

"No, Broots, io non posso confessare tutto a Miss Parker" protestò Sidney.
"Mi chiedo come tu faccia ad avere la coscienza a posto. L'hai tradita" lo rimproverò.
"Infatti io non ho la coscienza a posto, mi sento in colpa, ma se glielo dicessi sarebbe peggio"
Broots scrollò la testa, poco convinto.
Miss Parker entrò sbattendo la porta "tutte a me devono capitare" si lamentò.
"Miss Parker, ma che è successo?" chiese Broots preoccupato.
"Se mio padre riuscirà a convincerla... Nicole tornerà a darci fastidio" li informò infuriata "vi rendete conto? Dopo tutto quello che quella ragazzina ha fatto, mio padre l'ha perdonata"
"E' solo una ragazzina" ripeté Sidney con tono calmo.
"La stai difendendo per caso? Comunque è quello che ha detto anche mio padre"
"E Raines cosa dice?" chiese Broots "ricordi che ieri ha suggerito a tuo padre di allontanare Nicole dal Centro?"
"Si, mi ricordo bene" confermò la donna "sicuramente non sarà d'accordo, ma mio padre ha molto più potere di lui. Mi chiedo chi può essere stato quell'idiota che ha aiutato Jarod" si chiese con la rabbia negli occhi.
Broots diede un'occhiata di sollecitazione a Sidney, che si avvicinò titubante a lei.
"Ascolta Parker, ti devo dire una cosa importante" cominciò il dottore.
"Disturbo?" chiese Nicole entrando.
I tre si girarono e la guardarono sbalorditi.
"Ni-Nicole" esclamò Broots balbettando.
Miss Parker la osservava con odio "Immagino che papà ti abbia informato della sua nuova decisione" le disse
"Lo ha fatto" confermò.
"Tu non vuoi catturarlo. Perché sei tornata?" l'attaccò Miss Parker.
"Ho semplicemente cambiato idea" divagò "ora vorrei informarmi sugli eventuali sviluppi" concluse andando al computer e sedendosi alla scrivania.
"Ehi, che stai facendo?" chiese Broots preoccupato precipitandosi vicino a lei.
"Dimentichi che sono brava con il computer" gli ricordò.
"Cosa speri di trovare?" chiese Miss Parker seccata.
"Jarod" le rispose Nicole sorridendole maliziosamente.
Broots osservava attentamente il monitor "polizia?"
"Sto effettuando una ricerca. Nel New Jersey è scappato un pericoloso criminale che ora vaga per la città"
Miss Parker assunse un'aria scettica "e credi che Jarod ora sia un poliziotto incaricato di riportarlo in prigione?"
Nicole si alzò dalla sedia "non lo credo... lo so"
"E come?" chiese Sidney curioso. Sembrava quasi che Nicole potesse leggere nella mente di Jarod. Si ricordò della telefonata avuta con Jarod qualche giorno prima, quando lui aveva spiegato al dottore che aveva ragione di credere che Nicole fosse una simulatrice potenziale.
"Lo so e basta"
"Secondo me le tue sono solo supposizioni e io non le tollero" la rimproverò Miss Parker "devo avere prove certe che si trovi nel New Jersey"
Nicole sospirò in segno di arresa.
"Ehm... Miss Parker?"
"Cosa Broots?" sbraitò lei.
"E' nel New Jersey" confermò guardando il monitor del suo PC.
"Cosa?" chiese lei stupita.
"Sono andato a controllare l'archivio dei poliziotti registrati e..."
"Va bene, ho capito" lo zittì la donna e poi si rivolse a Nicole "hai vinto ragazzina, andremo là, ma non provare a fare mosse false" concluse andandosene con passo deciso e frettoloso.

New Jersey, ore 11:00 a.m.

Miss Parker, Nicole e Sam atterrati con l'aereo privato del Centro, affittarono una BMW nera, dirigendosi verso il centro città, al comando della polizia.
Miss Parker, seduta sul sedile anteriore, di fianco a Sam, cercava di non pensare al suo mal di stomaco che a causa del viaggio in aereo era ricomparso.
Anche la sua testa le doleva e il dolore non accennava a diminuire.
Non ce la faceva più. Sentiva che non avrebbe potuto resistere ancora a lungo prima di avere un altro malore come accadde l'ultima volta. Si ricordò di quando stava per morire, ma poi Faith, la sua sorellina, l'aveva salvata e non solo lei, ma anche Jarod aveva avuto la stessa visione: quella di una ragazzina sorridente ma triste che la pregava di non lasciarsi andare ma di lottare per restare viva.
Quel giorno però le sembrava di non avere più forze, si sentiva sfinita. Aveva perso tutte le sue speranze di potersene andare dal Centro.
Una brusca frenata la distolse dai suoi pensieri.
La cintura di sicurezza le si strinse ancora di più intorno alla vita facendole male. Ebbe un'altra fitta allo stomaco, più forte delle altre. Gemette per il dolore.
"Tutto bene Miss Parker?" chiese Sam preoccupato.
"Si può sapere perché hai frenato così bruscamente?" si lamentò lei.
"Ho appena visto Jarod correre nella direzione opposta" la avvisò "ecco perché ho frenato"
"Cosa?" chiesero in coro Nicole e Miss Parker e tutte e due scesero dalla macchina.
Videro in lontananza un uomo che correva, in uniforme da poliziotto
"E' lui" disse in tono minaccioso Miss Parker e impugnando la pistola si mise a correre insieme a Sam.
Nicole rimase qualche istante vicino alla macchina e si guardò intorno. Dopo pochi secondi si mise a correre nella direzione opposta degli altri due cacciatori.

Finalmente l'aveva trovato. Doveva ammettere che questa volta non c'era voluto molto. Solo poche ore per sapere dove fosse.
Adesso doveva solo prenderlo. Ma era molto difficile. Quell'uomo era molto veloce, correva come una lepre.
Voleva sparargli ad una gamba, ma era un poliziotto e non doveva dimenticarsi che non poteva mettere a repentaglio la vita di qualche passante.
Sentì qualcuno che correva dietro di lui. All'inizio pensò a qualche suo collega, arrivato per aiutarlo, ma quando si girò il suo viso assunse un'espressione terrorizzata nel vedere che Miss Parker e Sam gli erano alle calcagna.
Si mise a correre più velocemente. Se avesse potuto avrebbe sospeso la cattura di quel criminale, ma non poteva lasciare un uomo armato in giro per la città.
Ma era così preoccupato dei suoi cacciatori, che non vide più il suo uomo.
"Dannazione, dov'è andato?" si chiese sempre correndo.
Si ricordò che poco distante c'era un parco, molto frequentato dai cittadini. Sicuramente si era diretto lì. Il posto adatto per nascondersi.
"Fermati Jarod" gridò Miss Parker all'estremo delle forze. Il suo stomaco pulsava per il dolore. Si dovette fermare "Sam, pensaci tu" ansimò. Lo spazzino annuì e si rimise a correre.
Nel frattempo Jarod era arrivato nel parco. Si bloccò improvvisamente quando vide Nicole tenere sotto tiro il criminale, il quale aveva le mani alzate e diverse ammaccature sul viso.
"Bravo, adesso sdraiati molto lentamente a pancia in giù e non fare mosse false. Come hai notato prima mi so difendere bene" gli ordinò lei minacciosa.
Jarod si avvicinò velocemente a lei "ma che succede?" chiese stupito.
"Ah, Jarod per fortuna sei arrivato. Sai io non ho le manette" disse ironicamente e lui sempre più incredulo si avvicinò all'uomo e lo ammanettò.
"Ora è meglio che tu vada, altrimenti se arriva Miss Parker, prende anche te" lei mettendo via la pistola.
"Nicole ma sei ferita!" esclamò lui preoccupato vedendole un piccolo taglio sulla fronte.
"Non ti preoccupare, non è niente. Ho avuto una piccola discussione con quel tipo vicino a te" ironizzò "ma come vedi lui è conciato peggio di me"
"Grazie" disse Jarod sorridendole e poi si rivolse al criminale "e in quanto a te hai il diritto di rimanere in silenzio, tutto..."
"...tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te in tribunale" lo interruppe Nicole "e hai il diritto ad avere un avvocato. Se non te lo puoi permettere, te ne verrà assegnato uno d'ufficio"
Jarod la fissò sbalordito. Nicole le sorrise maliziosamente e poi uscì velocemente dal parco.
In quel momento Sam arrivò "Nicole, l'ha trovato?" chiese ansimando affannosamente.
"Sì... era nel parco ma mi è sfuggito. Guarda cosa mi ha fatto" disse arrabbiata indicandogli il taglio sulla fronte.
"Allora, l'avete preso?" chiese Miss Parker arrivando.
"No, Miss Parker, mi è scappato... ma non prima di avermi stordito" la informò la ragazza.
"Non è da Jarod ferire una donna, specie una sua amica" disse lei perplessa.
"Ex amica, vorrai dire" la corresse Nicole andandosene adirata.

Il Centro, tre ore dopo, ufficio di Sidney

Miss Parker camminava nervosamente avanti e indietro con le braccia incrociate, raccontando ad un pensieroso Sidney quello che era successo quel giorno.
"Non riesco a credere che sia stato Jarod a ferirla" parlò lui alla fine del racconto.
Miss Parker si fermò "neanche io Sidney, ma non penso che Nicole si sia ferita apposta"
"Forse l'ha fatto per dargli la possibilità di scappare" ipotizzò Sidney
"Tu credi che Jarod si trovava ancora in quel parco mentre Nicole ci raccontava quella storiella?" chiese Miss Parker stupita.
"Spero che sia andata così" rispose Sidney preoccupato.
"Scusate l'interruzione" esclamò Nicole entrando velocemente nell'ufficio. Aveva un piccolo cerotto sulla fronte.
"Come và la ferita?" chiese Sidney.
"Molto bene, grazie" rispose Nicole con un sorriso "Miss Parker ti ha raccontato cosa mi è successo?"
"Sì, anche se mi sembra strano che Jarod ti abbia ferito..."
"Sidney ha ragione" intervenne Miss Parker "non ha mai ferito neanche me"
"Non so spiegare questo suo comportamento" si giustificò Nicole
"Che strano!" esclamò la donna "tu sai sempre tutto di lui"
Nicole alzò gli occhi al cielo "sono venuta a dirti che Lyle è infuriato. Ancora una volta non l'abbiamo avvertito che andavamo nel New Jersey" la informò.
"Siamo già in troppi a dare la caccia a Jarod. E poi mio fratello è un'idiota"
"Ti ringrazio per il complimento sorellina" disse Lyle entrando nell'ufficio irritato "sappi che a Raines non piace questo tuo comportamento e soprattutto non è contento del fatto che Nicole sia nella squadra"
"Non è colpa mia Lyle" si giustificò Miss Parker "è stata Nicole ad accettare di rimanere al Centro. Perché poi?" le chiese.
"Te l'ho detto stamattina, ho cambiato idea" disse Nicole
"Questa non è una risposta" si lamentò Lyle "perché invece non ammetti che stai collaborando con Jarod?"
"Non sto collaborando con Jarod" si discolpò "papà mi ha semplicemente aperto gli occhi. Jarod è più utile al Centro e mi dispiace di non averlo capito subito"
"Non mi fido di te" sussurrò Lyle
"E' meglio che tu lo faccia Lyle, perché non me ne andrò via tanto presto" disse Nicole minacciosa e poi abbandonò l'ufficio.
"Aspetta un attimo, non ho ancora finito con te" gridò Lyle uscendo anche lui.
"Mi sembra di stare in un manicomio" si lamentò Miss Parker "devo dedurre che tu sia completamente a tuo agio in questo ambiente di pazzi"
Sidney si limitò a guardarla con aria divertita. In quel momento squillò il telefono. Lui rispose.
"Sidney"
"Devo entrare al Centro"
"Di che parli, Jarod?" chiese il dottore perplesso.
Miss Parker si voltò verso di lui meravigliata.
"Ormai non ho più dubbi. Nicole è una simulatrice. Oggi ha catturato un uomo che stavo inseguendo" lo informò.
"Parli di quel criminale scappato di prigione?"
"Proprio lui"
Sidney sorrise sollevato "vuoi dire che non sei stato tu a ferirla?"
"No, ma che dici? E' stato quell'uomo"
"Ero sicuro che non eri capace di un'azione simile"
"Perché? Cosa ti ha detto Nicole?"
"Ha raccontato a Miss Parker che eri stato tu a ferirla alla fronte. Credo lo abbia fatto per darti la possibilità di scappare"
"Molto furba quella simulatrice" notò Jarod sorridendo.
"Credi veramente che lo sia?" chiese Sidney preoccupato.
"Nicole ha catturato quel criminale. Si è comportata esattamente come volevo fare io"
"Se le cose stanno in questo modo, non posso darti torto"
"Come ti ho detto prima, voglio entrare al Centro e controllare se nell'ufficio di Raines o di Mr Parker c'è qualche documento che conferma il mio presentimento" lo informò "e ho bisogno del tuo aiuto"
"D'accordo Jarod, ti aiuterò"
Miss Parker a quelle parole si avvicinò velocemente a Sidney e schiacciò il pulsante del viva-voce "perché vuoi l'aiuto di Sidney?" chiese infuriata.
"Miss Parker, non è carino origliare" le disse Jarod divertito.
"Non scherzare con me" l'avvisò "e adesso dimmi che sta succedendo"
Jarod sospirò arreso "ho la sensazione che Nicole sia una simulatrice potenziale e voglio entrare al Centro per scoprirlo"
"Fammi indovinare genio, vuoi perquisire l'ufficio di mio padre e quello di Raines, vero?" chiese con un mezzo sorriso.
"Esatto e ho bisogno dell'aiuto di..."
"Stammi a sentire" lo interruppe lei parlando a denti stretti "anche io sono dentro a questa storia, e sarò io ad aiutarti"
"Tu mi catturerai" le disse Jarod scettico.
"Hai ragione. E' quello che farò dopo aver scoperto la verità"
Sidney intervenne "non credo che sia una buona idea Parker, lascia che ci pensi io"
"Taci Sidney. Mi meraviglio di te. Mi stavate estromettendo da una cosa che mi riguarda personalmente" l'attaccò lei.
"Parker, non ti stavamo estromettendo. E poi l'unica persona con cui te la dovresti prendere sono io. Sidney non c'entra"
"Allora comincia a preparare la bara" le disse lei ironicamente.
Jarod sorrise maliziosamente dall'altra parte del telefono "se vuoi collaborare, allora andate a perquisire l'ufficio di Raines, ma solo domattina"
"E perché non stanotte o meglio... adesso?" chiese lei seccata.
"Perché stanotte andrò a setacciare l'ufficio di tuo padre, sarebbe troppo pericoloso controllarne due e adesso Raines è in ufficio e ci resterà tutto il giorno, quindi dubito che tu voglia andarci" la informò.
"Aspetta, come fai a sapere che Raines sarà in ufficio per tutto il giorno?" chiese Miss Parker sorpresa ma Jarod aveva già riattaccato.
Lei sbuffò "ma quando imparerà ad usare correttamente il telefono? Non lo sa che non bisogna appendere la cornetta senza preavviso?"
Sidney rise divertito "a volte queste sue telefonate infastidiscono anche me, specie quando non risponde alle mie domande"
"La sua insolenza le costerà cara prima o poi" sussurrò Miss Parker.
"Allora, verrai con me nell'ufficio di Raines domani mattina?" chiese Sidney speranzoso.
"Sì, ti aiuterò, ma lo faccio soltanto perché Nicole è parte della famiglia e quindi affare mio" precisò.
Sidney annuì non troppo convinto dalle parole della donna.

Casa di Miss Parker, ore 2:30 a.m.

Lei si alzò pigramente dal letto. La testa le doleva, come il suo stomaco.
Inghiottì due pillole per l'ulcera e successivamente altre due per il mal di testa.
Aprì le porte finestre e uscì sul terrazzo per respirare la fresca aria notturna. Chiuse gli occhi ispirando profondamente.
La testa cominciò a girarle. Stava per perdere l'equilibrio ma riuscì a restare in piedi.
"Stai bene Parker?" domandò Jarod preoccupato.
Lei si voltò verso di lui meravigliata "ma cosa ci fai qui sul terrazzo? Come ci sei arrivato?"
"Mi sono arrampicato" le rispose semplicemente "non lo sai che non devi mischiare le pillole del mal di testa con quelle dell'ulcera? Rischi un avvelenamento" l'avvisò entrando in casa.
"Così mi stavi spiando" disse lei seccata.
Lui non la considerò "Parker, ho scoperto una cosa stanotte... nell'ufficio di tuo padre" le disse abbastanza sconvolto. Prese dalla tasca interna della sua giacca un libretto rosso.
"Cos'è quello?" chiese lei.
"Non ti ricorda niente?"
"Basta con gli indovinelli Jarod, non ricordo di aver..." si bloccò improvvisamente e guardò più attentamente il libretto "oh mio Dio, non dirmi che è..."
"E' una scheda rossa, Miss Parker. Riguarda Nicole" la informò.
"Ma le schede rosse erano otto. Vuoi dire che questa è la nona?" chiese stupita.
"No. Questa è la seconda. Le schede che avevamo trovato riguardavano Angelo, me, te, Lyle e Kyle"
"E non avevamo trovato le rimanenti tre schede, cioè la prima, la seconda e la terza" rammentò lei.
"Forse la prima e la terza sono andate distrutte, ma la seconda scheda riguarda Nicole e ce l'aveva tuo padre"
"Lui sapeva. E non me l'ha detto" disse sconvolta.
"E ti stupisci?"
"Quindi non è vero che Nicole è mia sorella e figlia di mio padre"
"La scheda dice che Nicole è vissuta in un orfanotrofio fino a cinque anni, poi è stata portata dal Centro. C'è una cosa che però non è chiara" disse lui dubbioso aprendo il libretto
"Cosa?"
"Sembra che questa scheda sia la continuazione di un'altra" disse perplesso.
"Forse della prima" ipotizzò lei "cosa c'è scritto?" chiese impaziente e gli strappò dalle mani il libretto.
Lesse alcune righe. Una frase la colpì particolarmente "sopravvissuta alla malattia, la bambina presto potrà svolgere le simulazioni come stabilito". Che significa questo?"
"Non lo so. E' leggendo questa frase che ho capito che questa scheda non è completa"
"Forse nell'ufficio di Raines troverò qualcosa. Credi che Nicole sappia di essere una simulatrice?"
Lui annuì convinto "lo sa"
Ci fu un attimo di silenzio "adesso devo andare" disse lui "stai bene Parker?"
"Non lo so. Rimango sempre più stupita dai segreti di mio padre". Scrollò la testa e guardò Jarod "grazie" sussurrò.
Lui sorrise amaramente e poi uscì con calma dalla porta principale.
Quella notte Miss Parker non riuscì più a dormire. Il suo mal di testa le era ritornato e non sarebbero servite le aspirine. E lo stesso per la sua ulcera.

Il Centro, il giorno dopo, ore 7:45 a.m.

Miss Parker entrò precipitosa e decisa nell'ufficio del padre senza bussare. Lo trovò al telefono.
"Ah... sei tu angelo" esclamò sorridendo "scusa potresti tornare dopo, ho una tel..." si bloccò quando vide l'espressione infuriata della figlia "ti richiamo dopo" parlò al suo interlocutore al telefono e poi riappese. Guardò la figlia con aria perplessa. Miss Parker gettò con rabbia sulla scrivania del padre la scheda rossa consegnatale da Jarod la notte precedente.
"E questo cosa..."
"Non far finta di non saperlo papà" l'attaccò lei gelida come il ghiaccio "questa è una scheda rossa, la seconda per la precisione, ed era proprio qui nel tuo ufficio"
"Ma chi te l'ha data?" chiese lui
"Non ha importanza" sbraitò lei e poi appoggiò le mani sulla scrivania chinandosi verso il padre "perché non mi hai detto subito che Nicole è una simulatrice portata al Centro all'età di cinque anni?" sussurrò minacciosa.
"Angelo, posso spiegarti..."
"Non c'è niente da spiegare. Ho capito tutto" lo interruppe la donna cominciando a camminare nervosamente per la stanza. Si fermò dopo pochi secondi "mi hai mentito un'altra volta" aggiunse.
"Non ti ho mentito" si discolpò il padre alzandosi in piedi "è vero, avrei dovuto dirti fin da subito chi era Nicole, ma lei fa parte di un progetto segreto. Volevamo vedere se sarebbe stata capace di catturare Jarod" spiegò.
"Se era un progetto segreto, allora perché Raines voleva che tu l'allontanassi dal Centro quando si era incontrata di nascosto con Jarod?" domandò lei.
"Raines non è dentro al progetto. Nicole è stata cresciuta e addestrata ad essere una simulatrice dal Triumvirato. La sua istruzione è stata completata solo qualche giorno fa... quando te l'ho presentata"
"Mi sembra strano che Raines non sia dentro al progetto. Di solito c'è sempre lui di mezzo" si chiese lei stupita.
"Ti ricordo che quando Nicole è stata portata al Centro, Raines si stava occupando di Jarod insieme a Sidney, quindi non poteva istruire anche lei, perciò ci ha pensato il Triumvirato"
"C'è un'altra cosa che non capisco" disse lei prendendo in mano la scheda e aprendola alla prima pagina "sopravvissuta alla malattia, la bambina presto potrà svolgere le simulazioni come stabilito". Cosa significa questa frase?"
"Significa che Nicole era gravemente malata. Pensavamo tutti che non ce l'avrebbe fatta, ma poi Raines l'ha salvata"
"Ma se hai appena detto che Raines..."
"Lui è prima di tutto un dottore, come ben sai" disse il padre sorridendo leggermente.
"Questa scheda è la continuazione di un'altra vero?" chiese lei.
"Non lo so. Credo di sì, ma l'altra scheda è andata distrutta angelo, ne sono sicuro" le disse il padre con tono deciso.
Miss Parker annuì non troppo convinta e poi si avvicinò lentamente al padre "grazie per aver risposto a tutte le mie domande papà... e scusa se ti ho attaccato così duramente prima" si scusò la figlia.
"Oh, angelo, non preoccuparti. Ti capisco. Adesso quello che devi fare è lasciar perdere questa storia e riprendere la caccia a Jarod con Nicole" sussurrò il padre mettendole le mani sulle spalle.
"Lo farò" confermò lei. Prese in mano la scheda e uscì dall'ufficio.

Ufficio di Sidney, ore 8:10 a.m.

Lei entrò velocemente nell'ufficio, trovando Sidney insieme a Broots.
"Buongiorno, Parker. Novità?" chiese Sidney vedendo nelle mani della donna un libretto rosso.
"Per caso Jarod ti ha lasciato una traccia?" chiese Broots curioso.
"No, Broots, questo non è uno dei libretti di Jarod... è una scheda rossa" spiegò.
"Lasciami indovinare... riguarda Nicole vero?" chiese Sidney.
"Proprio così. Jarod ha trovato questa scheda nell'ufficio di mio padre. Nicole è una simulatrice, portata al Centro all'età di cinque anni" raccontò la donna.
"Nicole una simulatrice?" esclamò Broots stupefatto "ma allora non è tua sorella"
"Già... è vissuta in orfanotrofio fino a cinque anni fino a…"
"... Fino a che fu portata al Centro" concluse per lei Sidney "quindi possiamo sospendere la ricerca nell'ufficio di Raines"
"No, invece dobbiamo andare, ma non nell'ufficio di Raines... in quello di Nicole. Questa è la continuazione di un'altra scheda. Probabilmente della prima" spiegò "mio padre ha detto che sia la prima che la terza scheda sono andate distrutte, ma io voglio andare a controllare lo stesso"
"Non ti fidi più delle parole di tuo padre " notò il dottore "immaginavo che prima o dopo sarebbe successo"
"Mi ha mentito tante volte, Sidney e io continuavo a dargli ragione, ma adesso voglio agire secondo quello che credo giusto" disse decisa "Sapete se Nicole oggi è in ufficio?" chiese.
"Penso di sì, Parker" rispose Sidney.
"Non importa, andremo lo stesso" disse lei uscendo velocemente dall'ufficio seguita da Sidney.
"Aspetta, non puoi perquisire l'ufficio se c'è lei" disse Sidney mentre camminavano.
"Quella ragazzina non mi fa paura. Ecco l'ufficio, Sidney" disse lei e poi aprì fulmineamente la porta.
Nicole in quel momento era seduta alla scrivania. Si alzò velocemente in piedi quando vide Miss Parker "cosa fate qui?" chiese alzando la voce.
Lei senza dire niente si avvicinò alla sua scrivania "dobbiamo perquisire l'ufficio, Nicole. Abbiamo ragione di credere che tu nasconda una scheda rossa"
"Scheda rossa? Non so di che parli" si difese lei.
Miss Parker abbassò lo sguardo sulla scrivania e vide un piccolo rosario bianco "quello... è... tuo?" balbettò lei sconvolta prendendolo in mano.
"Sì, apparteneva a mia madre... o almeno così mi hanno detto. Perché?" chiese confusa.
Miss Parker fissò più attentamente il rosario "Sidney... te lo ricordi?" chiese al dottore.
Lui lo prese tra le mani "mi sembra quello che ti aveva dato Jarod un anno fa... diceva che apparteneva a tua madre. Ma cosa fa nel tuo ufficio, Nicole?" chiese il dottore stupito.
"Mi è stato dato da papà... te l'ha rubato?"
"Probabilmente sì... non l'ho più trovato" disse Miss Parker parlando a fatica "ma allora... se mio padre l'ha dato a te, significa che sei... sei..."
"Parker, tutto bene?" chiese Sidney allarmato vedendo il volto della donna impallidire.
Lei sentì un forte dolore allo stomaco. Gemette e si accasciò a terra svenuta.
"Parker!" gridò Sidney "chiama l'ambulanza presto"
"Sì... lo faccio subito" disse Nicole con voce tremante e corse al telefono mentre Sidney tentava di farla riprendere.
Dopo qualche secondo Nicole si inginocchiò vicino a Sidney "l'ambulanza arriverà presto. ma che è successo? L'ulcera?" chiese.
"Immagino di sì. Era già successo una volta... e anche in quell'occasione si è sentita male fissando questo rosario" disse prendendolo in mano.
"Lei prima di svenire ha detto "se mio padre ti ha dato questo rosario, significa che sei... di chi parla Sidney?"
"Miss Parker anni fa, diede questo rosario ad una bambina..." si bloccò fissando Nicole terrorizzato "oh mio Dio... non puoi essere tu... non puoi essere Faith"
Lei lo fissò incredula e confusa.

Ospedale di Blue Cove

Sidney, Broots, Mr Parker e Lyle aspettavano ormai da mezz'ora nella sala d'attesa. Miss Parker intanto era stata portata in una stanza del pronto soccorso.
Il dottore uscì dalla stanza e appena lo videro tutti si avvicinarono a lui "allora dottore, come sta mia figlia?" chiese il padre seriamente preoccupato.
"Ha rischiato un'emorragia interna a causa dell'ulcera, ma adesso è fuori pericolo" lo informò il dottore e tutti tirarono un sospiro di sollievo.
"Possiamo entrare?" chiese Sidney.
"Solo due alla volta. Ma non affaticatela" raccomandò il dottore e Sidney e Broots entrarono nella stanza.
Si avvicinarono lentamente al letto dove la donna dormiva un sonno agitato.
"Faith" sussurrò prima di aprire gli occhi. La vista era annebbiata. Sbatté le palpebre per qualche secondo mettendo a fuoco quello che la circondava. Si guardò intorno confusa "dove mi trovo?" mormorò con gli occhi semichiusi.
"Miss Parker... siamo noi" bisbigliò Broots "ti trovi in ospedale"
"No, io... odio gli ospedali" si lamentò tentando di alzarsi ma Sidney la fermò facendola risdraiare.
"Il dottore ha detto che rischiavi un'emorragia interna, e non devi affaticarti, quindi resta a letto e non fare la bambina" la rimproverò Sidney.
"Come ti senti, Miss Parker?" chiese Broots.
Lei non considerò la domanda "andate al Centro" sussurrò con fatica.
"Cosa?" chiese Broots.
"Avete capito bene. Tornate al Centro e trovate la prima scheda rossa nell'ufficio di Nicole"
"Lì non c'è. Ho controllato prima di venire qui e non ho trovato niente" la informò Sidney.
"Allora andate nell'ufficio di Raines. Muovetevi" ordinò alzando la voce.
"Parker, non agitarti. Vuoi davvero che andiamo?" chiese Sidney.
Lei, che prima aveva gli occhi semichiusi, li aprì completamente e diede un'occhiataccia gelida al dottore "anche se sono in un letto d'ospedale, questo non significa che non sappia quello che dico. Ho detto andate" disse a denti stretti.
I due annuirono ed uscirono frettolosamente dalla stanza.

Ufficio di Sidney, ore 9:15 a.m.

Broots e Sidney entrarono con passo sicuro nell'ufficio.
"Dobbiamo scoprire la verità, Broots" disse il dottore.
"Sì... anch'io vorrei scoprirla" intervenne Nicole seduta alla scrivania. Si alzò e si avvicinò ai due.
"Cosa ci fai qui?" chiese Broots sorpreso.
"Vi stavo aspettando..."
"Non avevi il diritto di entrare nel mio ufficio" protestò Sidney interrompendola.
"Non me ne andrò di qui... finché non saprò che sta succedendo. Perché mi ha chiamata Faith un'ora fa?" chiese impaziente.
Sidney sospirò "non devi dirlo a nessuno, intesi?"
"Intesi" confermò.
"Sappiamo che tu sei una simulatrice e sei a conoscenza di questo. Non provare a negarlo"
"Non lo nego. Ma voglio sapere chi è Faith"
"Era una bambina che fu portata al Centro tanti anni fa. Purtroppo Faith era malata di leucemia e morì a sei anni"
"Ma allora perché mi ha chiamata Faith?" chiese lei nuovamente con aria scettica.
"Quel rosario apparteneva a Miss Parker. Era un regalo di sua madre. Lei lo diede a Faith, ecco perché quando l'ha visto nel tuo ufficio si è sentita male... e perché io ti ho scambiato per lei"
"E' stato mio padre a darmi il rosario. Forse quando Faith è morta lui se l'è ripreso" ipotizzò.
"Sì, può darsi" disse il dottore poco convinto.
"Adesso noi vogliamo andare a setacciare..." cominciò Broots.
"...L'ufficio di Miss Parker" lo interruppe Sidney "sai ci ha chiesto di portarle una sua agenda... ma credo che non sarà facile trovarla... non è molto ordinata"
Broots lo guardò con aria confusa "già, proprio così" annuì con un piccolo sorriso.
Il cellulare di Nicole squillò "Nicole... sì arrivo subito" con queste parole interruppe la comunicazione "scusate, devo andare" disse prima di avviarsi velocemente all'uscita dell'ufficio.
"Adesso spiegami perché non le hai detto che andiamo nell'ufficio di Raines" chiese Broots bisbigliando.
"Non mi fido ancora completamente di lei. E' stato già seccante raccontarle di Faith. Non voglio svelare anche il segreto delle schede rosse"
"Ma sicuramente lei lo saprà già" disse Broots.
"Sì, certo, sarà a conoscenza della terza scheda rossa, ma sono sicuro che non sa niente della prima" disse il dottore sicuro.
"Raines sarà in ufficio?" chiese Broots allarmato.
"No, quasi sicuramente sarà andato in ospedale. Andiamo" concluse Sidney avviandosi.
"E' il quasi che mi rende nervoso" pensò Broots.

Tre giorni dopo, il Centro ore 8:30 a.m.

Miss Parker entrò precipitosamente nell'ufficio di Sidney.
"Parker, cosa ci fai qui?" chiese stupito "se non sbaglio ti avevano detto di stare a riposo per due settimane"
"Sì, lo so, infatti ho dovuto faticare per farmi dimettere" rispose lei seccata.
"Non avresti dovuto tornare al Centro così presto. Pensa alla tua salute" le fece notare.
Lei non lo considerò "non ho più avuto tue notizie. Hai scoperto qualcosa?"
Broots entrò fulmineamente nell'ufficio ansimando "Sidney...Sidney ho trovato... Miss Parker?"
"Salve Broots, chi non muore si rivede" disse lei abbozzando un piccolo sorriso.
"Ma cosa..." tentò Broots.
"Sono tornata, va bene?" l'attaccò lei interrompendolo "adesso voglio sapere se avete scoperto qualcosa"
Sidney sospirò "sì, abbiamo trovato qualcosa"
"Tutto direi" intervenne Broots mostrando ai due un documento.
"Che cos'è?" chiese lei impaziente.
"E' meglio cominciare dall'inizio" disse Sidney prendendo dal cassetto della scrivania una scheda rossa.
"E' la prima scheda rossa, vero?" chiese lei con un piccolo sorriso.
"Sì, l'abbiamo trovata nell'ufficio di Raines. I miei sospetti erano fondati" disse lui dandogliela.
Lei lesse attentamente la prima pagina "Oh mio Dio... non è possibile" sussurrò. Qualche lacrima le rigò il viso.
Broos si avvicinò lentamente a lei "non è tutto. Ho trovato proprio oggi questo documento. Era nascosto nell'ufficio del signor Parker"
Miss Parker si asciugò le lacrime "cosa dice?"
Broots lo diede a Sidney il quale lesse alcune righe "vogliono Jarod morto" esclamò allarmato.
"Cosa?"
"La data del documento è di un mese fa. Nicole ha l'ordine di ucciderlo" continuò.
"Ma allora ci ha ingannati" disse lei sconvolta.
"No, ha ingannato Jarod" la corresse "lei è diventata sua amica, ma era solo un trucco per guadagnarsi la sua fiducia e poi ucciderlo"
"Proprio un gran bel piano" sussurrò Miss Parker a denti stretti "ma adesso dov'è?"
"Non lo sappiamo, da due giorni è scomparsa" la informò il dottore allarmato.

Parco di Blue Cove, nel frattempo

Nicole era seduta su una panchina del parco. Respirava profondamente e con gli occhi chiusi l'aria fresca di quella mattina.
"Mi volevi parlare?" chiese Jarod arrivandole alle spalle.
Lei si alzò e gli sorrise maliziosamente "in perfetto orario"
"Ho un buon orologio" disse ironicamente "allora, perché mi hai fatto venire qui? Non è che adesso spunteranno dai cespugli gli spazzini del Centro e mi cattureranno come l'ultima volta?" chiese.
"No, non ti preoccupare, non mi ha seguito nessuno questa volta. Ma devi stare attento. So che Miss Parker è tornata al Centro" lo informò.
"Dovrebbe preoccuparsi di più della sua salute che di me" disse lui dispiaciuto "spero che stia bene"
"Ma perché ti preoccupi? E' la tua cacciatrice. Io se fossi in te, pregherei perché questi attacchi le venissero più soventi. Almeno sarei al sicuro"
"Non penserei mai una cosa del genere. Sono troppo legato a lei per augurarle attacchi d'ulcera" disse sorridendo amaramente.
Nicole si avvicinò lentamente a lui "attento, sto cominciando a diventare gelosa di questi tuoi commenti sul suo conto" sussurrò e poi avvicinò le sue labbra a quelle di Jarod.
Lui si scostò "scusa, ma non posso" disse imbarazzato.
"Cosa ti succede Jarod? Credevo che tu provassi qualcosa per me" disse lei stupita.
Jarod la guardò ancora più imbarazzato "no, come ti viene in mente? Tu per me sei solo un'amica"
Nicole lo fissò incredula "vuoi dire che... il bacio dell'altra volta..."
"E' stato un errore e poi io non ti ho baciato... sei stata tu a fare la prima mossa" disse lui girandole le spalle.
"Mi dispiace che la pensi così" disse lei prendendo la sua pistola dalla giacca e con questa colpì la testa di Jarod che cadde privo di sensi.
Lei prese il cellulare e fece un numero "signor Raines... mi mandi due spazzini a prendere me e il... bell'addormentato" disse con un sorriso maligno.

Il Centro, mezz'ora dopo

Miss Parker camminava avanti e indietro per l'ufficio con le braccia incrociate "dobbiamo avvertire Jarod... Nicole potrebbe ucciderlo da un momento all'altro"
"Parker, calmati, ho provato a chiamarlo sul cellulare ma è spento. Non possiamo fare niente" disse Sidney.
Broots entrò in quel momento "Miss Parker... Sidney. Non potete immaginare cos'ho visto" disse agitato.
"Spara Broots" lo incitò la donna.
"Poco fa ho visto Nicole e Raines che parlavano, poi si sono allontanati, allora io con tutto il coraggio che avevo li ho seguiti per i lunghi, bui corridoi pieni di spazzini..."
"Ora basta Broots. Stringi" sbraitò lei.
"Sono andati al SL 25... da Jarod" concluse.
"Jarod? L'hanno catturato?" chiese lei incredula.
"Sì e ho l'impressione che l'uccideranno molto presto... se non l'hanno già fatto" disse lui.
"Dobbiamo subito andare là Sidney. Credo che Raines dovrà spiegarci molte cose... a partire dalla prima scheda rossa" disse lei in tono deciso e uscì dall'ufficio seguita da Sidney.
"Bene, io resterò qui" disse Broots ad alta voce.

SL 25 cella di Jarod

Jarod si svegliò. Gli ci volle poco per rendersi conto di dove fosse. Si alzò dal lettino su cui era sdraiato e si avvicinò alla porta cercando di guardare nella piccola fessura cosa c’era all’esterno.
Dopo pochi secondi sentì un rumore di tacchi percorrere il corridoio. Il rumore si fece sempre più forte. Forse era Miss Parker o... Nicole.
Era stata lei a stordirlo, ne era sicuro... ma perché?
La porta della cella si aprì ed entrò Nicole con la pistola puntata contro di lui "bene, ti sei svegliato"
"Ma cosa significa Nicole. Perché mi hai fatto catturare? Mi vuoi uccidere?" chiese sconvolto.
"Credimi Jarod, non vorrei farlo, ma mi hai costretto tu. Perché hai reso le cose più difficili di quelle che erano? Bastava dirmi che tu provavi qualcosa per me e io ti avrei certamente lasciato andare, ma tu... hai fatto il bambino cattivo e... devi essere punito" disse con le lacrime agli occhi.
"Nicole, ma che ti prende?" chiese lui "ti hanno fatto il lavaggio del cervello? Tu ed io siamo amici. Ricordi quando mi dissi che non mi avresti catturato perché sono altruista e..."
"Sta zitto" gridò lei e poi si mise a ridere sonoramente "all'inizio mi era stato dato l'ordine di diventare tua amica per guadagnarmi la tua fiducia per poi ucciderti. Ma poi qualcosa è cambiato. Mi sono accorta di provare qualcosa per te. Quella notte che ti ho liberato, l'ho fatto perché è stato Raines a ordinarmelo, ma poi ha visto quel bacio. Mi ha portata a forza nel SL 27 e mi ha punita" raccontò lei quasi piangendo.
"Quindi tu mi hai tradito" disse lui sconvolto e infuriato "io mi fidavo di te"
"Infatti è quello che volevo. Ma devi credermi quando ti dico che quest'oggi al parco io volevo lasciarti andare..."
"Se ti avessi detto che ricambiavo i tuoi sentimenti" disse lui.
"Ferma Nicole" gridò Miss Parker arrivando in quel momento con Sidney. Lei aveva la pistola puntata contro la ragazza.
"Miss Parker, sei arrivata in tempo per salutare Jarod" disse lei con un sorriso maligno.
"Non lo fare... Faith" esclamò Sidney. A quella frase Nicole si girò stupita verso di lui e anche Jarod era incredulo per come l'aveva chiamata il dottore.
"Ma che stai dicendo Sidney?" chiese lui.
Qualche lacrima scese dal volto di Miss Parker "sì, Jarod... lei è Faith. La mia sorellina"
"Ma Faith è morta" disse Jarod apostrofando la frase.
"Ti sbagli Jarod, hanno fatto credere a tutti che fosse morta. Anche il padre di Miss Parker non sapeva la verità fino a un mese fa" lo informò Sidney “abbiamo trovato nell’ufficio di Raines la prima scheda rossa. Riguarda Faith e si collega alla seconda” spiegò.
“Quando Faith guarì dalla leucemia fu portata dal Triumvirato. Lì le fecero il lavaggio del cervello con la cancellazione selettiva della memoria, e le cambiarono nome. Poi l’hanno addestrata ad essere una simulatrice” continuò Miss Parker.
"Aspettate un momento" li interruppe Nicole furiosa "io non sto capendo niente di quello che state dicendo"
"Nicole, tu sei stata cresciuta dal Triumvirato, vero?" chiese Sidney.
"Sì, da quello che mi hanno detto sono stata portata al Centro all'età di cinque anni perché avevo un'anomalia genetica nel sangue che mi rendeva idonea ad essere una simulatrice"
"Ma tu eri malata, quindi non ti hanno potuto usare subito" continuò per lei Sidney "avevi la leucemia"
Lei annuì
"Ma come ha potuto salvarsi? Io e Miss Parker l'abbiamo vista morire" disse Jarod scettico.
"No, ti sbagli genio" disse Raines arrivando "tecnicamente era morta, ma io l'ho rianimata. Evidentemente voi siete scappati senza notare che io entravo poco dopo con due medici e con il defibrillatore" raccontò "poi abbiamo fatto credere a tutti, perfino al signor Parker, che lei fosse morta. Solo un mese fa, quando Nicole... cioè Faith, finì l'addestramento l'abbiamo "presentata” a Mr Parker..."
"...e poi mi avete fatto credere che Nicole era la figlia di mio padre avuta con Kelly... la sua vecchia fiamma" concluse Miss Parker furiosa "anche papà mi ha mentito, non raccontandomi la verità"
"Sono stato io a pregarlo di non farlo" disse Raines "Faith, non è la figlia di tuo padre. E' cresciuta in un orfanotrofio. Catherine l'ha portata qui al Centro, quando aveva cinque anni. Analizzando il suo sangue ho scoperto che poteva diventare una simulatrice, allora ho fatto di tutto per salvarla. E ci sono riuscito. Poi finito l’addestramento le ho dato l’ordine di diventare amica di Jarod e successivamente ucciderlo” Si voltò verso Jarod "Ti è piaciuto il doppio gioco, Jarod?" chiese sghignazzando "ti liquiderò personalmente. Tu Faith, mi hai molto deluso"
"Signor Raines, io stavo per uccidere Jarod, prima che arrivasse Miss Parker, mi lasci finire il lavoro" lo pregò Nicole.
"No, le emozioni ti hanno reso debole, cara Faith. Per me sei un esperimento fallito. Mi pento di non averti lasciato morire quel giorno" disse lui impassibile prima di tirare fuori la pistola e sparare a Nicole in pieno petto.
Lei cadde indietro e Jarod la prese prontamente "no, Nicole" gridò disperato.
"Noo" gridò Miss Parker lasciando cadere la pistola e inginocchiandosi vicino al suo corpo.
Sidney prese da terra la pistola di Miss Parker e con questa colpì Raines alla testa, stordendolo. Poi si voltò verso il corpo di Nicole "Dio ti prego... aiutala" sussurrò e poi andò via. Qualche lacrima gli rigò il viso.
"Ti portiamo all'ospedale adesso, vedrai che ce la farai sorellina" sussurrò Miss Parker piangendo disperatamente.
"Sai Miss Parker... io non ricordo... di quando ero... bambina... vi avevo veramente conosciuto?" chiese parlando a fatica.
"Si, Faith..." rispose Jarod sorridendo mentre le lacrime gli solcavano il viso "ti sentivi sola... e noi siamo venuti a trovarti tante volte..."
"E poi io ti diedi questo" disse Miss Parker interrompendolo. Le mise nella mano sinistra il rosario "mia madre me lo diede tanti anni fa" continuò piangendo "mi disse che quando mi sentivo sola... dovevo stringerlo tra le mani... e mi sarei ricordata di lei"
Nicole sorrise tra le lacrime e diede un'occhiata a Jarod "io... ti amo" sussurrò accarezzandogli il viso. Lui le prese la mano e gliela baciò dolcemente.
"Non lasciarci" sussurrò Jarod.
"Sapete... adesso mi ricordo... mi ricordo tutto" sussurrò Nicole sorridendo lievemente e poi chiuse gli occhi "Miss Parker, la vedo!" esclamò sussurrando.
"Chi?" chiese la donna. Il nodo alla gola che aveva, quasi le impediva di parlare.
"La mia mamma... con la tua" sussurrò lei aprendo gli occhi "erano avvolte in un raggio di luce... sono bellissime". Sorrise un'ultima volta e poi richiuse gli occhi. Per sempre.
Miss Parker scoppiò in un pianto disperato tra le braccia di Jarod.
Si ricordò di quando aveva fatto la stessa cosa tanti anni fa al Centro, quando credeva che Faith fosse morta. Ma ora se n'era andata davvero.
Dopo 10 minuti i due erano ancora abbracciati a piangere la morte della ragazza, vicini al suo corpo.
"Jarod, devi andartene" sussurrò Miss Parker staccandosi lentamente da lui "tra poco arriveranno gli spazzini"
Lui annuì silenziosamente e i due si alzarono in piedi asciugandosi le lacrime.
"Ci penseremo noi a seppellire Nic... Faith" si corresse Miss Parker. Altre lacrime le solcarono il viso. Anche se avesse voluto, non avrebbe potuto impedirsi di piangere.
Lui annuì nuovamente. Non sapeva cosa dire.
Lentamente si diresse verso l'uscita della cella, mentre lei rimase ferma a fissare con disperazione il corpo senza vita di Faith.
"Jarod" lo chiamò facendolo girare verso di lei. Si avvicinò a lui e senza saperne il motivo gli diede un leggero bacio sulle labbra "stai attento" sussurrò poi.
"Lo sarò" confermò lui e poi corse via con tutta la forza che gli era rimasta.

Cimitero di Blue Cove, tre giorni dopo, ore 9:30 a.m.

Miss Parker assaporava con gli occhi chiusi l'aria fresca di quella mattina.
Era davanti alla tomba di Faith e di quella di sua madre.
"Mamma, aiuta mia sorella... stalle vicino" sussurrò lei con un nodo alla gola.
Jarod arrivò in quel momento e si fermò accanto a lei senza dire niente. Fissava con tristezza le due fredde tombe.
"Mio padre arriverà tra poco, Jarod. Devi andartene" disse lei.
"Non mi vuoi più catturare?" chiese lui con un lieve sorriso.
"Ora no" rispose decisa "voglio solo piangere la morte di mia sorella"
"E'... morta da tre giorni ormai. Devi andare avanti" disse lui.
"Non ce la faccio... è più forte di me. Io le ho voluto bene quando era bambina e non posso sopportare di averla persa un'altra volta… e soprattutto di averla persa per sempre". Si mise a piangere silenziosamente "perché tutti quelli che amiamo devono morire, Jarod?" gli chiese tra le lacrime.
Lui scrollò la testa. Non conosceva la risposta.
"Tu l'amavi?" gli chiese ancora.
"Era solo un'amica per me, ma niente di più" disse lui. Si voltò e vide in lontananza una macchina del Centro che si fermava vicino al cimitero "tuo padre è arrivato. Devo andare" disse lui tranquillamente. Diede uno sguardo alla sua cacciatrice e le mise una mano sulla spalla "Miss Parker, non lasciarti andare, devi lottare" concluse con tono deciso.
Lei si girò verso di lui stupita dalla sua ultima frase. Annuì non troppo convinta.
Lui le sorrise amaramente e poi corse via.
"Ciao angelo" la salutò il padre avvicinandosi a lei.
Lei lo guardò furiosamente "hai detto di volermi parlare. Bene, cosa vuoi?"
"Non essere in collera con me. Volevo solo scusarmi di non averti detto tutta la verità. Io..."
"... Tu avevi paura di Raines, vero? Ecco perché non mi hai rivelato che Nicole era Faith" l'attaccò lei interrompendolo.
"No, non avevo paura di lui. Temevo che sapere la verità su tua sorella ti avrebbe fatto soffrire" si giustificò.
"E così hai preferito tacere" concluse ferita.
"Perdonami angelo" disse lui dandole un bacio sulla guancia "torniamo al Centro adesso, va bene?" divagò avviandosi verso la macchina.
Lei si baciò la mano e la posò delicatamente sulle due tombe.
Si voltò e si avviò verso l'uscita.
"Miss Parker... "Miss Parker"
Una voce sconosciuta la chiamava.
Si voltò di scatto e la vide. Una giovane bambina sorridente con un abito bianco lungo fino alle caviglie che la chiamava.
"Faith... sei tu?" domandò lei sussurrando. La fissava incredula.
"Non lasciarti andare Miss Parker. La felicità arriverà anche per te, un giorno. Devi lottare. Io ti vorrò sempre bene e anche la tua mamma te ne vuole tanto" sussurrò la bambina sorridendo dolcemente. Successivamente si voltò e si mise a camminare lentamente, fino a scomparire.
Miss Parker sorrise lievemente "lo farò Faith... lo farò" sussurrò.

(scritto da Maura)


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