Il Camaleonte Fan Fiction

Cronaca di tre giorni


RIASSUNTO: Si tratta di una continuazione a partire dai due film, Jarod rapisce Miss Parker e insieme si ritrovano a cercare le proprie madri a Roma, tallonati come al solito dal Centro.

DATA DI COMPOSIZIONE: Ottobre 2003, concluso il 26/10/2003

VALUTAZIONE DEL CONTENUTO DEL RACCONTO: Adatto a tutti, adulti e bambini.

DISCLAIMER: tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Jarod il camaleonte Italia”, e tutti i personaggi della serie “Jarod il camaleonte/The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions/20th Century Fox, e sono utilizzati senza permesso degli autori e non a fini di lucro.


Ci sono dei simulatori fra noi…
<< Sono stato tolto alla mia famiglia…>>
<< 36 ore e sta già dimostrando molto più talento di ogni altro!>>
<< Quante persone sono morte per quello che io inventavo?>>
<< Da quando sono fuggito ogni momento lo dedico alla ricerca del mio passato…>>
<< E’ un simulatore, un genio che può diventare chiunque voglia!>>
<< Il centro lo vuole vivo…>>
<< Preferibilmente…difendi i deboli e i derelitti…>>
<< La vita è un dono!>>
<< Lei è un dottore?>>
<< Ehm…sì, oggi sì!>>

Jarod sostava di fronte alla porta della sala rianimazione, attendendo invano una risposta da parte dei dottori che non facevano altro che andare avanti e indietro fra la stanza e il corridoio. Si sentivano persino le grida che provenivano sicuramente dalla bocca del primario, che stava cercando in tutti i modi di rianimare la giovane che era appena giunta all’ospedale.
Jarod si mise le mani fra i capelli e iniziò a disperarsi: era stata tutta colpa sua se si era giunti a quel punto, e ormai temeva che non ci sarebbe più stato nulla da fare.
I pensieri lo avvolsero e cominciò a pensare agli ultimi tre giorni e a tutto quello che era successo nel giro di ore che gli erano parsi dei minuti…volati via come un alito di vento.
Una lacrima scese dai suoi occhi, fino a bagnare le sue labbra ormai piegate in una smorfia di dolore che si aggravava sempre più.
L’orologio del corridoio scandiva i rintocchi sempre più sonoramente, martellavano il suo cervello quasi a fargli capire che un solo secondo gli sarebbe costato la vita. Tutto iniziò a scorrere davanti a lui al rallentatore: si alzò lentamente dalla sedia e si avvicinò alla porta della sala osservando dal finestrino quel via vai di dottori ed infermieri intorno al corpo steso,inerme, sul lettino.
<< Morgan…>> sussurrò.

TRE GIORNI PRIMA

ORE 11.32 a.m.
<< Miss Parker, Miss Parker!>>
<< Cosa c’è Broots?>> rispose lei col solito fare arrogante.
<< Ho intercettato una chiamata del Signor Lyle al signor Raines e si stavano dicendo una cosa molto interessante…>>
<< Dov’è Sidney?>>
<< Ci aspetta nel tuo ufficio!>>
Una volta giunti nella stanza di Miss Parker, la donna e Sidney si sedettero intorno al tavolo aspettando con impazienza le news che Broots avrebbe rivelato entro pochi minuti.
<< Ok, state a sentire!>> esclamò ad un certo punto facendo partire una conversazione al computer.
La voce era quella di Lyle: << Sì, è esatto…l’abbiamo rintracciato finalmente!>>
<< E tua sorella?>>
<< Lei non sa nulla, ma questa volta non la voglio fra i piedi: Jarod è mio!>>
<< Che brutto bastardo!>> bofonchiò Miss Parker
<< Aspetta, non finita!>> la ammonì Broots
<< Insomma, dove si trova Jarod?>> chiedeva angosciato Raines.
<< Non ci crederai mai: è proprio qui nel Maryland, in un motel lungo la costa, il Saint Paul…è a circa venti miglia da qui…>> aveva risposto Lyle.
<< Ti aspetto fra un’ora nel parcheggio, andiamo senza scorta, questa volta lo becchiamo, ne sono certo!>>

La conversazione si chiudeva lì.
<< Che viscide serpi!>>
<< Ma non è tutto…guardate l’ora della telefonata…>> continuò Broots << E’ delle 10.50 di questa mattina…>>
<< Cioè di quaranta minuti fa!>> esclamò Sidney
<< Broots, a volte il tuo cervello funziona alla perfezione!>> sorrise Miss Parker prendendo la pistola e avviandosi verso la porta.
<< Ehm…purtroppo non è finita qui…>>
<< Lo sapevo che non potevi aver fatto tutta alla perfezione…>>
<< Che altro c’è?>> chiese Sidney.
<< Ho chiamato all’hotel Saint Paul e non registra nessuna prenotazione a nome di Jarod…sappiamo che di solito utilizza almeno il suo nome di battesimo e ho chiesto al fratello del mio amico Jimmy, che lavora alle telecomunicazioni…>>
<< Broots arriva al punto, santo cielo!>> urlò Miss Parker.
<< Giurerebbe di avere trovato Jarod da tutt’altra parte, ma sempre qui vicino al Centro…>>
<< E allora mi spieghi cosa ci fa il tuo cranio inutile e non fertile ancora in questa stanza? Ti do tre minuti per dirmi dov’è, ti aspetto giù in macchina!Sidney, andiamo!>>
Nemmeno tre minuti dopo erano già in auto, diretti verso il luogo in cui Jarod aveva prestato servizio come insegnante e in cui era stato visto per caso da Jimmy, che aveva riferito tutto al fedele Broots.
Nella mente di Miss Parker contrastavano migliaia di sentimenti: da quando aveva passato quel week-end sull’isola insieme a Jarod non capiva più cosa provasse nei suoi confronti. E allo stesso tempo un profondo odio si accresceva sempre più nei confronti di quel mangia carne di suo fratello:”Dovrò staccargli un altro dito, un giorno o l’altro!”.

Così, mentre Lyle e Raines finivano nella trappola innescata da Jarod per trattenerli durante la sua placida fuga, il trio delle meraviglie stava raggiungendo a falcate il luogo del suo avvistamento proprio mentre lui si gustava un meritato gelato alla crema.
<< Come va oggi, professore?>> chiese il gelataio consegnandogli il resto.
<< Benissimo! Finalmente posso tornare a casa, il mio compito qui è finito!>>
<< Torna dalla sua famiglia?>>
<< Beh…sto cercando di farlo…spero di riuscirci un giorno! Ti farò una buona pubblicità Scotty, non temere!>>
<< Spero di rivederla signor Thomas!>>
Proprio mentre Jarod si sistemava gli occhiali e prendeva in braccio la sua borsa, vide arrivare l’inconfondibile macchina di Miss Parker dalla via e iniziò a correre.
Riuscì per pochissimo a trovare un luogo in cui nascondersi e la donna, con un cappotto di pelle nero che svolazzava da tutte le parti e la pistola salda nelle mani, giunse dal gelataio pronta a fargli il terzo grado.
<< Ha visto quest’uomo? Si chiama Jarod…sappiamo che fa il maestro qui!>>
<< Mai visto…dovreste provare a scuola, si trova a qualche isolato da qui, non potete sbagliare!>>
<< Grazie…>> rispose dubbiosa lei.
Quando Jarod capì che il trio era giunto ad una distanza di sicurezza, uscì dal baracchino e si alzò in piedi.
<< Grazie mille Scotty! Di tutto!>>
<< Spero che lei si riunisca con la sua famiglia, che di sicuro non deve essere quella…>>
<< In un certo senso…anche lei è parte di me…>> sorrise lui.
Si tolse gli occhiali e corse in un edificio di fronte, dove aveva parcheggiato l’auto pronta per l’uso di sempre: la fuga.
Prese in mano le chiavi e aprì con il comando la portiera, ma quando sfiorò la maniglia con la mano destra, sentì una voce inconfondibile alle sue spalle: << Te ne vai così presto?>>
<< Miss Parker…>> sorrise voltandosi << Che piacere rivederti…>> disse sinceramente.
Lei per un attimo restò paralizzata perdendosi nei suoi immensi occhi marroni, poi riprese il controllo dei suoi pensieri e urlò
<< Ora metti le mani dietro la schiena e non ti muovere, o giuro che ti faccio saltare quel cervello da Einstein!>>
<< Certo…>> sorrise lui. Senza che lei se ne accorgesse, schiacciò un altro comando delle chiavi dell’auto che fece immediatamente chiudere la porta del garage.
Approfittando di un attimo di distrazione della donna, la colpì e prese la pistola brandendola verso di lei.
<< Ed ora…se non ti dispiace, sali in macchina e non fiatare, o ti faccio saltare quel cervello da angioletto!>>
Miss Parker non sapeva se ridere o piangere della situazione, così si limitò a fare una smorfia e a salire in macchina. “Quanto mai non sono andata con Broots e Sidney a sinistra! Il mio stupido senso interiore…”.
<< Dove mi vuoi portare?>> urlò quando anche Jarod fu salito in macchina.
<< Sorpresa…fossi in te mi allaccerei la cintura…>>
<< Non mi serve la balia!>>
<< Come vuoi tu, Miss Parker…>>
Ingranò la prima ad una velocità incredibile e per un attimo la donna pensò che si sarebbero schiantati contro il garage, ma la porta era di carta.
<< Pensi sempre a tutto, vero Jarod?>> sorrise allacciandosi la cintura.
<< Con il rischio che qualche ladro o maniaco mi attacchi alle spalle con la pistola, è il minimo, non trovi?>>
<< E dove hai spedito quell’idiota di mio fratello? In mezzo ai maiali?>>
<< Qualcosa del genere…>> rispose lui mentre un sorriso si stampava sul suo volto.

12.00 a.m.
<< E’ l’ultima volta che mi fido a venire da solo con te, Lyle! Non mi fiderò mai più di te!>>
<< D’accordo Raines, come vuoi…>>
E intrappolati in una montagna di letame che non faceva altro che scendere dal soffitto, i due continuarono a beccarsi per un bel po’…

1.00 p.m.
<< Insomma, dove siamo?>> chiese Miss Parker.
<< In un posto magico…soprattutto per la gente confusa come te!>>
<< Io non sono affatto confusa, sono solo sorpresa di essere io la preda quando dovrei essere io a catturare te, genio dei miei stivali!>>
Cercò di slacciarsi la cintura, ma fu inutile.
<< Oh, mi perdonerai Miss Parker…ho approntato qualche modifica alla cintura di sicurezza…sai, non si sa mai chi devo caricare in macchina…ora ti liberi solo se lo voglio io!>>
<< Insomma che cosa vuoi da me?>>
<< Voglio farti capire cosa significhi essere cacciato ogni giorno e trovarsi in trappola…>>
Lei, comprendendo appieno ciò che stava dicendo, ricordò ciò di cui avevano parlato l’ultima volta che erano stati in un auto insieme e capì quanto si fosse comportata male nei confronti di quell’uomo che l’aveva sempre amata…
<< E’ passato molto tempo Miss Parker, non ce l’ho più con te…>>
<< E come mai mi hai perdonata?>>
<< Perché sei salita su quell’aereo…e cos’ mi hai salvato la vita!>>
<< Come fai a sapere sempre quello che penso?>>
<< Non sei l’unica che ha un senso in più…diciamo che io sento le persone, e così le aiuto. Ogni singolo giorno della mia vita!>>
Lei si zittì e non parlò più fino all’arrivo: si trovò di fronte un enorme motel diroccato che però sembrava essere stato bellissimo, un tempo.
<< E questa cos’è, la casa di Norman Bates per caso?>> chiese fingendo rabbia.
<< Non proprio…ho escogitato molti trucchetti per chiunque mi voglia disturbare quando mi trovo qui dentro, e nessuno potrebbe trovarla…>>
<< Davvero ingegnoso!>>
<< Ora devo chiederti scusa…>>
<< Per cosa?>>
<< Per questo!>> sorrise spruzzandole una sostanza maleodorante in faccia.
In pochi secondi cascò addormentata e Jarod la caricò in spalla dopo aver nascosto la macchina, così potè finalmente entrare dalla…”porta di servizio”.


1.15 p.m.
IL CENTRO, BLUE COVE
<< Pronto?>> chiese Sidney prendendo il cellulare.
<< Se la stai cercando non sprecare energie…>>
<< Jarod, che ne hai fatto di lei?>>
<< Diciamo che è nel mondo dei sogni, ma non preoccuparti…la rispedirò intatta al mittente!>>
<< Ma sta bene?>>
<< Sai una cosa? Credo che a parte un po’ di sonno arretrato, stesse bene anche prima…nonostante tutte le corse qua e là per cercare di prendermi!>>
<< Lo sai che non abbiamo scelta…non possiamo astenerci dal darti la caccia…>>
<< Tu l’hai già fatto da un pezzo Sid…per lo meno, sentimentalmente!>>
<< Già…>>
Jarod chiuse la chiamata e spense il cellulare; poi si sedette di fianco alla sua carcerata e attese con pazienza il suo risveglio.

2.00 p.m.
DA QUALCHE PARTE, NEL MARYLAND

<< Mmm…Broots, Sidney? Dov’è Jarod? Ho fatto un sogno incredibile e lui mi rapiva e… >> chiese Miss Parker svegliandosi.
<< Ma la domanda corretta è dove sono Sidney e Broots e…mi dispiace tanto Miss Parker, ma questo non è un sogno!>>
<< Oh Santo cielo! Ma cosa vuoi da me, ti diverte così tanto rovinarmi la vita?>>
<< No Miss Parker, qui le domande le faccio io…e quindi devo girare questa che tu mi hai fatto a te: ti diverti così tanto a darmi la caccia ogni giorno della tu a vita?>>
<< Non dire idiozie, o inizierò a dubitare della tua intelligenza…sai benissimo che non ho altra scelta…>>
<< Oh no, io invece credo che tu abbia una scelta molto più interessante e che ti piacerebbe condividere con me…ma non ne hai il coraggio!>>
<< Lo sapevo che non avevi dimenticato quella storia dell’isola, dell’auto e dell’aereo…E’ stato un momento di debolezza Jarod, nient’altro…>>
<< Io non credo proprio…non so se ti ricordi quello che mi hai detto al telefono poco tempo dopo…>>
<< Io non…>>
<< Mi hai detto che se le profezie fossero state vere forse avremmo potuto conoscere il nostro futuro…e io ti ho detto…>>
<< Ricordo benissimo cosa ho detto! Non sono una stupida…Jarod, era un’altra situazione e soprattutto un altro momento…devi dimenticare tutto!>>
<< Bene…ora dormi Miss Parker, credo che tu abbia ancora un po’ di sonno arretrato…>>
E, detto questo, lui spruzzò ancora un po’ di quella strana sostanza sul suo volto e così lei piombò di nuovo nel mondo dei sogni.

3.00 p.m.
BLUE COVE, IL CENTRO
<< Sidney, non so più che fare, ho cercato Miss Parker dappertutto, ma di lei non c’è traccia…>>
<< Vieni dentro, Broots!>> sussurrò Sidney notando gli occhi curiosi dei presenti.
<< Allora, sai qualcosa?>> chiese frettolosamente Broots una volta entrati.
<< Mi ha chiamato Jarod circa un’ora fa, Miss Parker è con lui…>>
<< Cosa? Ma come è possibile?>>
<< Stai tranquillo, sai che non farebbe male a una mosca, con lui è al sicuro!>>
<< Che cosa vorrà?>>
<< Non ne ho idea…ma è arrivato questo pacco pochi minuti fa, stavo per venire a cercarti…>>
Sul tavolo sostava un enorme pacco di cartone con sopra un biglietto: “A Broots e Sidney, con amore Jarod”. I due si avvicinarono e lo aprirono scoprendo una strana gabbietta per topi con dentro tre pupazzetti che raffiguravano i loro volti e quello di Miss Parker che piangevano.
<< Cosa intende dirci?>>
<< Che non è il solo ad essere in gabbia…>> sorrise Sidney prendendo in mano il suo pupazzo.

5.00
RIFUGIO DI JAROD

Miss Parker si svegliò di soprassalto e notò di fronte a sé il suo “aguzzino” che stava osservando i soliti filmini del centro che lo ritraevano da piccolo. Cercando di non fare rumore, mosse le coperte.
<< Ben alzata Miss Parker…>> sorrise lui voltandosi e sorridendo.
<< Odio tutto di te, anche il tuo intuito!>>
<< Non ho paura che tu scappi, anche se tentassi non riusciresti a fare dieci metri con il mio sistema di sicurezza, te l’ho detto che ho tutto sotto controllo!>>
<< Bene, allora non tenterò di fuggire…però non puoi tenermi qui in eterno, lo sai questo vero?>>
<< Certamente…>> sussurrò lui avvicinandosi e trovandosi faccia a faccia con lei, tanto da poter sentire il buon profumo dei suoi capelli << Solo il tempo necessario per farti capire una cosa…>>.
I loro occhi erano persi l’uno in quelli dell’altra, ma furono interrotti dall’inizio di un nuovo filmato: apparvero sia lui che lei quand’erano piccoli, in una giornata che entrambi ricordavano molto bene…
<< Perché stai guardando questi filmini?>>
<< Mi aiutano a ricordare quello che eravamo…e quello che siamo oggi…due perfetti marchingegni così ben assortiti da odiarci e inseguirci a vicenda…>>
<< Questo è il giorno in cui…>>
<< Esatto Miss Parker…il nostro primo bacio…>>
Lei trasalì a quelle parole e osservò in silenzio il resto del filmato; dopo il bacio di quei due bambini che non ricordavano nemmeno lontanamente quello che erano oggi, Jarod spense il computer e si sedette sul letto.
Dopo qualche attimo di silenzio, intervenne lei
<< Avrei bisogno di fare una doccia…>>
<< Prego, lì c’è tutto quello che ti può servire…il bagno è là in fondo!>>
<< Grazie!>>
<< E non cercare di farmi qualche scherzo, non ci riusciresti!>> sorrise lui.
<< D’accordo genio!>>

Dopo un’oretta circa, Miss Parker uscì dal bagno con l’accappatoio indosso e in mano una spazzola; Jarod rientrò con un vassoio e lei fu inondata dal profumo di caffè, carne e patatine fritte, così si rese conto che aveva una fame pazzesca.
<< Serviti pure!>>
<< Senti Jarod…questa pagliacciata mi ha stufato, arriva al punto: dimmi cosa vuoi che faccia!>>
<< Vorrei che tu imparassi a fidarti di più di quello che provi e di quello che ti dice il tuo senso interiore…>>
<< Al momento mi dice di tirarti un calcio dove non batte il sole e scappare…>>
<< No, io credo che tu invece sia felice di trovarti qui…>> rispose a tono lui << Ora mangia, poi ti aspetto nella stanza qui vicino…ho una sorpresa per te!>>
<< Che cosa stai combinando?>>
<< Aspetta e vedrai!>>

8.00 p.m.
Miss Parker si avvicinò alla camera e bussò alla porta chiamando a gran voce Jarod; notando che non rispondeva entrò dalla camera e vide solo un tavolo con una candela sopra e un cofanetto chiuso. Incuriosita, lo aprì e dentro trovò una cosa che era convinta aver perso da moltissimi anni, prima che sua madre morisse…
<< La spilla della mamma…>> sussurrò.
<< Me la diede il giorno in cui morì…mi disse che avrei dovuto dartela in un giorno speciale, perché voleva che ti ricordassi di lei…>>
Lacrime cominciarono a cadere dagli occhi immensi di quella donna così forte eppure così fragile di fronte a ricordi di sua madre.
<< Tu non sai ancora nulla di lei, vero?>>
<< No…so solo che… questa foto- disse tirando fuori dal cassetto un’immagine – è l’unico modo che abbiamo per trovare lei e mia madre…>>
<< Perché hai sempre ragione su tutto? Mia madre…mio padre e ora anche noi…>>
<< Miss Parker, io non voglio ferirti…ma sono sicuro che quello che è accaduto fra noi aveva uno scopo ben preciso e soprattutto non era dettato dal caso!>>
Lei si allontanò e quando si voltò verso la porta notò un immenso mazzo di rose che l’attendeva e sopra un bigliettino con scritto: “Be my Valentine”.
Lei fu folgorata per un momento dal ricordo di quell’ennesima occasione in cui loro due avevano parlato al telefono del rapporto che avevano, e non potè far altro che sorridere.
<< Come fai a ricordarti ogni cosa? >> chiese tornando verso di lui.
<< Ricordo tutto ciò che è importante… e tu lo sei…>> sorrise lui.
<< Come mai Jarod? Io t inseguo da cinque anni, non ti do tregua, ti impedisco di trovare la tua famiglia…noi del Centro siamo la cosa che temi di più!>>
<< Ma tu non sei il Centro…e nemmeno Sidney lo è! E in un certo senso…anche voi siete la mia famiglia…>>
Ormai erano così vicini che avrebbero potuto entrare l’uno nel corpo dell’altra senza nemmeno accorgersene. Gli occhi di lei erano lucidi per le lacrime, Jarod sorrideva dolcemente facendo trasparire tutto quell’amore che provava per quella donna fin da quando erano piccoli. Avevano avuto molte difficoltà insieme: avevano superato tanti problemi e si erano sempre stati vicini. E Miss Parker lo sapeva: sapeva che quell’uomo le voleva più bene di qualunque altro.
<< E adesso?>> chiese lei bisbigliando.
<< Io non…>>
Prima che potesse continuare, lei lo baciò dolcemente e si sentì stringere dal calore e dalla sicurezza delle sue braccia: in quel momento le sembrava di poter fare qualsiasi cosa, di poter compiere quella scelta difficile che non aveva mai avuto il coraggio di intraprendere. Una nuova vita…






11.45 p.m.
IL CENTRO

Sidney stava guardando i video di Jarod, come faceva ogni volta che si sentiva più solo del previsto; osservava attentamente quel ragazzo che aveva cresciuto ed aveva fatto diventare un genio. Ogni volta, però, che pensava a quando era scappato si rendeva conto che era stato fortunato a conoscere la differenza fra bene e male. Jarod aveva scelto il bene ed aveva salvato tante di quelle vite che non poteva nemmeno più contarle.
Preso da un’ondata di malinconia, prese dal cassetto il disegno che Jarod gli aveva regalato per la festa del papà e gli vennero in mente le parole che un giorno gli aveva detto al telefono: Sei ancora la mia famiglia, Sidney…
Proprio in quel momento entrò Broots sorridendo e sedendosi di fronte a lui.
<< Ho scoperto che cosa hanno trovato Lyle e Raines nel motel Saint Paul!>>
<< Cosa?>>
<< Una bella montagna di letame che li ha avvolti per tutto questo tempo…>>
<< Beh, credo che nemmeno con mille lavaggi si toglieranno mai il ricordo di questa giornata!>> rise Sidney mettendo via il disegno e scoppiando a ridere.

DUE GIORNI PRIMA

9.00 a.m.
MOTEL DI JAROD

Il calore di Jarod si diffondeva sotto le coperte e Miss Parker non poteva fare a meno di accarezzare il suo viso continuamente, senza mai smettere di guardarlo e sorridere.
Non si era mai sentita così felice in tutta la sua vita e nemmeno così sicura di ciò che provava per quell’uomo: un amore profondo e una passione infinita. Nemmeno cinque anni di distanza l’avevano separata da lui, nemmeno suo padre ci era riuscito.
Proprio nel bel mezzo di quei pensieri, notò che Jarod aveva aperto gli occhi e stava sorridendo
<< Ma allora non era un sogno…>>
<< Spero proprio di no…>> rispose lei dandogli un bacio sulla fronte.
<< E non sei nemmeno fuggita…>>
<< Credevi di non trovarmi più al tuo risveglio?>>
<< Già…pensavo che avresti per lo meno cercato di scappare, invece mi sbagliavo!>>
<< Non ho intenzione di fuggire…mai più…>> rispose lei osservandolo.
Lui voltò lo sguardo dal soffitto ai suoi occhi
<< Ne sei sicura?>>
<< Tant’è vero che mi chiamo Morgan Parker…non voglio mai più fuggire da me stessa: fingere di non amarti significherebbe questo e non voglio mai più farlo…>>
Lui sorrise e la baciò
<< Grazie per avermi detto il tuo nome…Morgan…>> sorrise poi.
Lei lo abbracciò ancora e stettero stesi così, abbracciati, senza dire nulla. Ascoltando il proprio battito del cuore e pensando che forse, finalmente, le cose sarebbero cambiate.

1.00 p.m.
IL CENTRO

<< Sidney, tu non crederai mai a chi ho visto giù nell’atrio!>>
<< Chi?>> chiese lui guardando curioso Broots.
<< Buongiorno a tutti!>> urlò una voce entrando nell’ufficio di Sidney.
<< Signor Parker!Ma come…pensavamo che fosse morto…>>
<< Beh, la pelle dei Parker è durissima e non è così facile per noi della famiglia lasciare questo luogo!>>
<< Beh ma…dov’è stato in tutto questo tempo?>>
<< Un po’ qua un po’ là…e comunque vorrei vedere la mia bambina ora!>>
<< Ehm…c’è solo un piccolo inconveniente…>>
<< E cioè?>>

3.00 p.m.
MOTEL DI JAROD

<< Ho cucinato una specialità italiana…>> sorrise Jarod guardando lo sguardo affamato di Morgan.
<< Cioè?>>
<< Lasagne…>>
<< Tu mi vuoi viziare!>> sorrise lei.
<< E non solo…stamattina, mentre dormivi, ho fatto una ricerca e ho scoperto una cosa interessantissima che riguarda le nostre madri…>>
<< E cioè?>>
<< E’ dal giorno in cui siamo tornati dall’isola che non faccio altro che avere notizie di mia madre…oggi ho scoperto che il battello che la riportava a casa era arrivato sulla terra ferma. Mia madre ha preso un volo da Edimburgo e è volata dritta dritta in Italia dove ha prenotato in un hotel a Roma e a nome di…>>
<< Non dirmelo!>>
<< Catherine Parker…>>
Morgan s’illuminò e per un attimo i suoi occhi furono colpiti da un bagliore di speranza.
<< Questo vuol dire che forse hanno pernottato lì!>>
<< Pensavo di partire oggi stesso ed andare a cercarle…questa volta senza l’impaccio del Centro forse potremo scoprire la verità…>>
<< Partiamo immediatamente allora!>>
<< Sei sicura di voler venire con me? Diventerai una ricercata del Centro, proprio come me…>>
<< E sarò anch’io un camaleonte se servirà…voglio venire con te Jarod…e stavolta ne sono convinta più che mai!>>
Lui sorrise e l’abbracciò con tanta foga da farla quasi cadere in terra.
<< Sei una donna fantastica…>>
<< E tu sei Jarod…spero di essere all’altezza della tua fama…>>
<< Non devi preoccuparti, finché saremo uniti nessuno ci separerà mai più…>>
<< Lo spero davvero…>> rispose lei baciandolo.

4.00 p.m.
IL CENTRO

<< Lyle, dove sei?>> gridò il signor Parker al telefono.
<< Sto facendo una cenetta giapponese, perché?>> rispose lui dall’altro capo.
<< Tua sorella è stata rapita da Jarod! Dobbiamo cercarla…>>
<< Beh, credo che non sia in cattive mani…Jarod non le torcerebbe nemmeno un capello…ti ricordi com’è corso quando quel pazzo di Alex vi teneva sotto custodia!>>
<< Non mi interessa…temo che Jarod possa scoprire la verità da un momento all’altro, quindi dobbiamo andarla a cercare!>>
<< Va bene, vengo subito, giusto il tempo di mettere un po’ in ordine!>>
<< Passiamo io e Raines da casa tua, fra venti minuti!>>

Broots, che aveva origliato tutta la conversazione, era corso da Sidney a riferirgli ogni cosa e i due si stavano precipitando alla macchina.
<< Credo di aver capito dove si trova miss Parker… ho tracciato un segnale di trasmissione finché il suo cellulare è rimasto acceso, poi probabilmente Jarod deve essersi ricordato di spegnerlo…comunque era non lontana da dove siamo andati ieri mattina, credo si dirigesse verso una casa abbandonata!>>
<< Cosa aspettiamo?>>
<< L’ho detto per sbaglio anche al signor Parker…credo stiano andando laggiù, dobbiamo precederlo!>>
<< O per Jarod sarà troppo tardi!>>

5.30 p.m.
CASA DI MISS PARKER

<< Sei sicura che qui non verranno?>>
<< Sanno che tu mi hai rapita, no? Non verrebbero mai qui, non sono intelligenti come te!>>
<< Fai in fretta, il nostro volo parte fra un’ora…>>
<< Fammi indovinare, guidi tu?>>
<< Dipende, l’ultimo atterraggio non è stato proprio vellutato…>> sorrise lui.
<< Però mi hai salvato la vita!>> gridò lei saltandogli in braccio. Lo baciò e poi scese.
<< Avanti Morgan, muoviti e non metterci troppo…>>
<< Prendo giusto qualche cosa…>>
Un quarto d’ora dopo erano già in macchina diretti ad una pista privata vicina al Centro. In un’ora nemmeno l’aereo era decollato e i due si stavano dirigendo in Italia…
Nel frattempo, però, Sidney e Broots erano arrivati alla casa diroccata di Jarod e stavano setacciando la zona.
<< Se conosco Jarod siamo in un luogo pieno di trappole e controlli…avrà di sicuro lasciato un ricordino per noi!>>
<< Guarda Sidney!>> urlò Broots notando un pupazzetto nell’incavo di un albero. Era la sagoma di Miss Parker e Jarod che si tenevano per mano, vicino c’era un biglietto:” Vi conviene andarvene, o resterete bloccati in qualche mia trappola…magari lasciate entrare Lyle, sarà molto divertente vederlo entrare dalla porta, vi assicuro! Jarod”
Proprio in quel momento, la macchina di Lyle arrivò di fronte a loro e Sidney nascose velocemente i pupazzi e il biglietto.
<< Allora, siete già entrati?>>
<< No, ma lì c’è la porta…magari se ci sbrighiamo stavolta lo prendiamo!>> rispose lui alla domanda arrogante di Lyle.
Lui e Raines, senza attendere un secondo, corsero verso la porta e la spalancarono: immediatamente una massa di letame apparve dal nulla e li travolse fino a farli cadere in terra sommersi.
<< Giuro che appena lo trovo lo cucino e lo mangio a cena!>> urlò Lyle.
Sidney e Broots scoppiarono a ridere e tornarono velocemente al Centro. Broots continuava a giocare con i pupazzetti e Sidney pensava al loro significato.
<< Perché mai sono mano nella mano?>> chiese a Broots.
<< Non lo so…ma penso che qui sia accaduto qualcosa di nuovo, Sidney!>>
<< Ne sono sicuro…>> sorrise lui.






IL GIORNO PRIMA

ore 9.00 a.m., ora Americana
IL CENTRO

<< Sidney, ho scoperto dove è andata Miss Parker! Sono corso a casa sua e ho trovato le valige fatte e gli armadi in disordine. Poi ho trovato un biglietto sulla sua scrivania e credo che sia indirizzato a te!>> disse Broots entrando nell’ufficio di Sidney.
<< Ginnasio…cosa ti fa presumere che sia per me?>>
<< Beh, nel senso che io non ho capito cosa voglia dire!>>
<< Intende dire che è andata a Roma, dove ha studiato al Ginnasio…ma a fare cosa?>>
<< Questi non sono affari che vi riguardano! – urlò il signor Raines entrando dalla porta insieme a Lyle – Comunque grazie per averci riferito dove trovare i due fuggiaschi!>>
<< Cosa intende dire con fuggiaschi?>> chiese Broots.
<< Intendo dire che Miss Parker è fuggita con la nostra preda…sono andati insieme a Roma, e noi sappiamo a cercare cosa…abbiamo un volo da prendere!>> rispose Lyle.
<< Cosa avete intenzione di fare?>> chiese Sidney preoccupato.
<< Di riprendere ciò che è nostro…>>concluse Raines uscendo dalla camera.
Non appena i due furono usciti, Broots fece una smorfia e, diretto a Sidney, disse
<< Non mi sembra più così strano che sia suo padre! E’ tale e quale a lui!>>
<< Dobbiamo avvisare Jarod!>>


1.00 a.m., ora Italiana
ROMA

L’hotel era deserto a quell’ora di notte e comunque la città sembrava essere affollatissima: ovunque circolavano turisti e automobili che invadevano le strade della capitale italiana. Miss Parker non ci metteva piede dal Ginnasio, quando aveva studiato in Italia, ma ricordava ancora bene l’italiano.
Entrarono in fretta nell’albergo e si diressero verso la receptionniste: stava osservando un registro con annotati diversi nomi e lei la interruppe mostrandole la foto di sua madre con la madre di Jarod.
<< Salve! Vorremmo sapere se per caso ha visto queste donne di recente…sappiamo che qualche mese fa erano qui…>>
<< Ma certo! La signora Parker e la sua amica!>>
<< Amica?>> chiese Jarod comprendendo quella parola.
<< Certo! Sono state qui da noi fino a qualche giorno fa, poi sono andate via di corsa ringraziandoci e dicendo che presto sarebbero tornate a trovarci…due donne deliziose!>>
<< Non hanno lasciato nulla…o detto qualcosa?>> chiese Miss Parker.
<< Beh, hanno lasciato un messaggio ai propri figli…>>
<< Aspetti un attimo…lei è sicura che ci fosse anche questa donna, con i capelli scuri?>> chiese Miss Parker cercando conferma.
<< Sicurissima…presumo sia sua madre, lei le assomiglia moltissimo!>>
<< E che cosa hanno detto di riferire a noi?>>
<< Hanno lasciato un biglietto e poi sono corse via di gran carriera…non so dove siano andate, mi dispiace!>>
<< Lei è stata davvero un tesoro, grazie di tutto…>>
Presero la busta che conteneva il bigliettino e uscirono dall’hotel.
<< Che ha detto?>> domandò Jarod curioso.
<< Mia madre…è viva Jarod! Ed è un’amica della tua! Sono state qui fino a pochi giorni fa e poi sono scappate lasciando questo per noi!>>
<< Non ci posso credere…>>
<< Nemmeno io…>> sussurrò lei piangendo e abbracciando forte Jarod.

1.20 p.m., ora Italiana
ROMA

<< Jarod…leggiamo subito, che dici?>>
<< D’accordo!>> rispose lui aspettando che lei iniziasse. Ma non riusciva ad aprire la busta, le sue mani tremavano e i suoi occhi brillavano dall’emozione.
<< Puoi farlo tu?>> chiese lei sussurrando.
<< Ma certo…>> sorrise lui prendendo in mano la situazione. Aprì l’involucro e prelevò il foglio di carta con delicatezza e lo piegò. Subito dopo iniziò a leggere
<< C’è scritto un indirizzo e un nome, non so che significhi…>>
<< Padre Roberto… - lesse Miss Parker – Presumo si riferisca ad un convento…>>
<< Dobbiamo andare immediatamente, rischiamo di perdere le loro tracce!>>
<< D’accordo…>>


11.00 a.m., ora Americana
IL CENTRO

<< Sid, sono molto preoccupato perché temo che possano essere in pericolo: se il signor Raines sa veramente dove trovare lei e Jarod, vuol dire che sanno qualcosa che loro non sanno!>>
<< Già, ma noi sappiamo a chi chiedere di cosa si tratta!>>
<< Angelo!>> urlò Broots correndo insieme a Sidney verso la cella del sensitivo.
Una volta giunti da lui, gli spiegarono la situazione e gli diedero in mano il foglietto lasciato da Miss Parker a casa sua.
<< Miss Parker è in pericolo…Jarod è in pericolo! Stanno cercando la loro famiglia, ma loro stanno per cadere in una trappola! E anche la mamma di Miss Parker…>>
<< Catherine? Cosa vuoi dire Angelo?>>
<< Lei è viva…>>
<< Non ci posso credere…Sidney, dobbiamo andare subito a Roma anche noi, anche se temo che ormai sia troppo tardi!>>
<< Muoviamoci Broots!>>

7.00 p.m. Ora italiana
ROMA, CONVENTO DI CLAUSURA

<< Salve padre Roberto, stiamo cercando due donne di nome Catherine e Margareth, non sa se sono qui?>> chiese Miss Parker.
<< Oh, la cara Catherine! Sì, sono venute proprio qualche giorno fa, ma ora se ne sono andate! Dicevano che stavano cercando di rintracciare i propri figli, ma non so dove siano…>>
<< E’ molto importante che lei ricordi anche un piccolo segno, una frase…non le viene in mente nulla?>>
<< Beh no, ma forse hanno parlato con Madre Teresa, è una cara amica di Catherine…>>
<< Grazie!>>
Non appena ebbero rintracciato la suora, la portarono in un posto un po’ isolato e le domandarono se sapesse qualcosa delle loro madri. Lei rispose con molto garbo, sorridendo e pensando alle due amiche che aveva appena rivisto.
<< Loro venivano spesso qui quando erano piccole! Sono passate a trovarmi e poi mi hanno riferito che erano dirette in una loro vecchia casa in campagna e che avrebbero aspettato l’arrivo dei loro figli…>>
<< Dove si trova questa casa?>> chiese Miss Parker speranzosa.
<< Non è nel Lazio, è in Umbria vicino ad Orvieto… ci si va in macchina da qui saranno un paio d’ore…>>
<< Grazie madre Teresa, anche a nome del mio amico…>>
<< Di niente…Morgan!>>
Sentito il suo nome, anche Jarod trasalì perché comprese che la donna sapeva chi fossero in realtà loro due.
<< Allora aveva capito che siamo noi…>> sorrise lei.
<< Certamente…sua madre è una vera amica e mi sono presa l’incarico di dirvi dove trovarla!>>
<< Beh, allora grazie ancora di tutto!>>
<< Spero che le cose si mettano bene per voi…>>

12.00 p.m.
ROMA

<< Allora Broots, hai trovato qualcosa?>> chiese Sidney
<< A dire la verità sì…ho fatto una ricerca sulle proprietà acquistate dai Parker e indovina un po’! Avevano una casa in Italia, ci andavano Catherine e il signor Parker prima che nascesse Miss Parker!>>
<< Allora è là che dobbiamo andare, spero solo che faremo in tempo!>>
<< Temo che stiamo combattendo una battaglia persa in partenza!>>

Nel frattempo Jarod e Miss Parker erano arrivati alla dimora dove madre Teresa gli aveva indicato di andare, ma notavano che sembrava essere fin troppo silenziosa.
Le luci erano tutte spente e sembrava più una casa abbandonata che un luogo di villeggiatura…comunque si fecero coraggio e scesero dalla macchina.
<< Jarod, tu credi che loro siano davvero qui?>>
<< C’è solo un modo per scoprirlo…>> sorrise lui facendo per avviarsi verso la casa.
<< Aspetta… >> lo bloccò lei. Poi lo baciò e gli prese la mano tenendola stretta. Lui, con il suo solito fare dolce e tranquillo, la abbracciò e così s’incamminarono incontro alla casa.
Arrivati davanti alla porta, Jarod allungò la mano e bussò. La porta si aprì cigolando e i due, iniziando a temere il peggio, entrarono e vennero avvolti dal buio.
<< La corrente è staccata…>> disse Miss Parker provando ad accendere l’interruttore.
<< Anche il telefono: è isolato…>> rispose Jarod.
<< Ci hanno preceduto…qui è tutto in disordine, temo che il Centro sapesse di questo posto!>> continuò poi.
<< O mio dio, Jarod guarda là in terra…è una nostra foto!>>
<< Ma quando è stata scattata?>> io non ne sapevo nulla…
<< E’ di ieri Jarod: io sorrido e tu anche…stavamo uscendo dal convento, se eravamo così felici!>>
<< Ma chi è stato?>>
<< Fermi!>> urlò una voce alle loro spalle.
<< Chi è?>> chiese Jarod.
<< No, chi siete voi? Prima quel gruppo di matti che ha portato via le donne, ora voi due!>>
<< Siamo i figli di quelle donne, non sa dove le hanno portate?>> chiese Miss Parker implorando l’uomo che teneva in mano la pistola.
<< Ho sentito che parlavano di aeroporto…presumo si riferissero a Fiumicino, è il più vicino!>>
<< Grazie!>> sorrise Miss Parker.
Scapparono fuori dalla casa in tempo per vedere arrivare una macchina dalla via. Si nascosero dietro a dei cespugli temendo di vedere scendere qualche “amico” del Centro, ma quando si resero conto che non erano altro che Broots e Sidney, uscirono allo scoperto chiamandoli.
<< Miss Parker! Stai bene, grazie al cielo non vi è successo nulla…>>
<< A noi no, ma a mia madre sì!>> urlò lei.
<< E anche alla mia! Temo le abbiano rapite…>> disse Jarod nervoso.
In quel momento suonò il cellulare di Sidney e egli, dopo aver risposto, passò l’apparecchio a Jarod.
<< Chi è?>>
<< Lyle…>>
<< Dove sono loro?>>
<< Sono qui con noi e sai bene cosa faremo a queste due traditrici se non ti presenti domani mattina all’aeroporto…>>
<< Brutto bastardo, cosa vuoi?>>
<< Te in cambio delle due donne…vive>> rispose Lyle chiudendo la chiamata.
Jarod riferì ciò che aveva detto Lyle a Miss Parker e lei rimase sconvolta.
<< Non posso credere che lui ordinerebbe mai l’uccisione di sua madre! E’ veramente un sadico pazzo che non ama nessuno tranne sé stesso!>> urlò Miss Parker.
<< Voi due ora vorrete spiegarci cosa è successo! Non è vero?>> chiese Broots interrompendoli.
<< Strada facendo…dobbiamo andare verso Roma e organizzare un piano alla svelta…>>
<< D’accordo!>>


DUE ORE PRIMA

AEROPORTO DI FIUMICINO
Lyle si trovava di fronte ad una macchina insieme a Raines. Stavano aspettando impazientemente l’arrivo di Jarod e Miss Parker per portare a termine il loro squallido piano: ovviamente non avrebbero mai riconsegnato le due donne alla libertà ed avrebbero preso due piccioni con una fava.
Dopo un’ora di estenuante attesa, una macchina arrivò dall’entrata dell’aeroporto e subito Lyle notò davanti Jarod e Sidney. Tutti e quattro scesero dalla vettura e Jarod si tolse gli occhiali da sole mostrando tutta la sua rabbia.
<< Dove sono loro?>> chiese.
<< In macchina…>>
<< Prima liberale, poi verrò verso di te!>>
<< Sidney, Broots, Parker, venite verso di me e salite in macchina!>>
Sidney e Broots, come stabilito, fecero ciò che Lyle ordinava, ma Miss Parker non si mosse di un centimetro.
<< Cosa fai, sorellina?>>
<< Voglio che tu lasci andare la mamma, ora. Davanti ai miei occhi!>>
<< D’accordo!>> sorrise lui.
Raines aprì la portiera e scesero le due donne che s’incamminarono di fianco a Lyle che reggeva una pistola e la puntava contro di loro.
<< Mamma!>> urlò Miss Parker correndo verso di lei. Lei sorrise e le rispose << Ti amo tesoro mio!>>
<< Bene, ora basta…Jarod, avanti vieni verso di me>>.
Anche Jarod aveva in mano una pistola e, improvvisamente, la puntò verso Lyle.
<< No Lyle…loro vengono verso di me e tu invece vai avanti verso l’aereo con Raines…>>
<< Andiamo, sei da solo contro di noi!>>
<< Ti sbagli Lyle…- urlò Miss Parker puntando la sua gelida canna contro la nuca del fratello – Io sono con lui>>. Poi diede uno sguardo d’intesa a Jarod che le sorrise e le fece capire quanto l’amasse.
<< D’accordo, cosa volete che faccia?>> chiese lasciando cadere la pistola.

Fu un attimo. Raines scese dall’auto con una pistola in mano e fece partire un colpo diretto a Jarod. Probabilmente non l’avrebbe ucciso, l’avrebbe ferito. Ma il colpo non finì contro Jarod, né contro Lyle che era proprio vicino a lui.
Miss Parker si lanciò davanti a lui per proteggerlo e, quasi come vivendo un déjà-vu, beccò la pallottola destinata a Jarod proprio nel torace.
<< Noooooo!>> urlò Jarod.
Le donne, nella confusione che si era creata, scapparono sulla macchina di Jarod mentre lui vedeva sparire l’ultima speranza di conoscere sua madre. Ma al momento gli importava solo della salute di Miss Parker.
Raines sembrava pietrificato, non riusciva a credere di aver sparato a sua figlia. Così Sidney prese la sua arma e fece salire Lyle sull’aereo insieme a Raines e intimò a Jarod di portare Miss Parker in ospedale. Lui, senza farselo ripetere due volte, salì sulla macchina di Lyle e corse velocemente in città.
<< Resisti Morgan, resisti…ti prego, ti prego!>> continuava a ripetere premendo l’acceleratore.
<< Ja-Jarod…sento freddo…molto freddo…>>
<< Andrà tutto bene, ci siamo quasi!>>
Una volta all’ospedale, chiamò a gran voce una barella e dei medici portarono Miss Parker in sala operatoria a gran velocità. A quel punto Jarod si trovò solo in sala d’aspetto.
Passarono le ore, ma la tensione cominciava a farsi sentire e la solitudine invadeva sempre più i pensieri di Jarod: ripensava agli ultimi tre giorni, tre mesi, tre anni, trent’anni…tutta la sua vita, la sua intera esistenza era legata a quella donna, ed ora non poteva perderla. Non ora che finalmente si erano trovati.
Era ormai sera quando il dottore giunse fuori dalla stanza e diede notizie a Jarod.
<< Non è ancora fuori pericolo…purtroppo è in coma, non possiamo fare molto per lei ora, dovrà lottare con tutte le sue forze…>>
<< Posso vederla?>>
<< Certo. Entri e stia pure quanto vuole…>>
Prima di entrare, però, Jarod fu colto alla sprovvista da una mano che lo toccava sulla spalla. Si voltò e con sua grande sorpresa vide Sidney di fronte a sé.
<< Come sta?>> chiese lui.
<< In coma…>> rispose Jarod. E poi, in preda al panico, abbracciò quell’uomo che era stato come un padre per lui. Subito dopo insieme entrarono nella stanza di Miss Parker, dove Jarod si sedette al suo fianco prendendo fra le sua mani quella sinistra di Miss Parker, fredda e inanime.

Due ore dopo Jarod aprì gli occhi rendendosi conto di essersi addormentato; Sidney non c’era, ma aveva lasciato la sua giacca sulla sedia, probabilmente era uscito a prendere un caffè.
Jarod si stiracchiò e poi voltò lo sguardo verso Miss Parker: era sveglia.
<< O mi odio! Perché non mi hai chiamato? Aspetta, chiamo il dottore!>> urlò sorridendo e alzandosi in piedi felice come non mai.
<< J-Jarod… stai con me…>> sussurrò lei.
<< Ma certo Morgan, lasciami solo chiamare il dottore…anche Sidney è qui, non lo sai?>>
<< Sì, lui mi ha…vista sveglia…non vo-volevo svegliarti perché dormivi così…be-beatamente…>>
<< Non affaticarti, devi riposare adesso!>> bisbigliò lui. Poi le diede un bacio e corse a chiamare Sidney, fuori alla macchinetta del caffè.
Quando rientrarono, l’infermiera visitava la donna e notava che le analisi si stavano stabilizzando.
<< Non dovete affaticarla, però…>>
<< D’accordo, grazie!>> rispose Sidney.
<< Jarod, e le nostre madri?>>
<< Sono fuggite e…penso che sarà difficile ritrovarle…>>
<< Oh, Jarod…ho incontrato tua madre e Catherine venendo qui: hanno lasciato una lettera per voi, io mi sono incaricato di portarvela!>>
Jarod prese la busta ed iniziò a leggere ad alta voce, di modo che anche Miss Parker sentisse.
<< Cari ragazzi, so che per voi è difficile capire tutto questo, ma dovrete farlo. Per prima cosa, Morgan, devi sapere che il tuo vero padre è il signor Raines e penso che voi tutti sappiate come mai. Non ho mai amato altri che tuo padre, bambina mia, ma per averti avrei fatto questo ed altro.
Margareth ed io eravamo grandi amiche sin da piccole, ma ci eravamo perse dopo la scuola. Il Centro ha scoperto di questa mia amica che era una bravissima professoressa di Scienze e di suo marito, un maggiore dell’aeronautica. Capendo sin da subito che i figli sarebbero stati dei geni, furono rapiti Jarod e Kyle. Io non potevo fare nulla perché non sarei mai potuta scappare senza l’aiuto di qualcuno, ma tanto ci hanno pensato loro stessi a fuggire. Ed ora sapere che voi due siete insieme e vi creerete un futuro, ci rende veramente felici.
Forse un giorno ci rivedremo…
Catherine e Margareth>>.
Miss Parker piangeva, non riusciva ancora a capacitarsi di tutto quello che aveva dovuto passare sua madre. E la stessa cosa pensava anche Jarod.
<< Parker, tu e Jarod dovete andarvene. Se volete davvero scappare dovete farlo al più presto…>>
<< Ma tu Sidney? Quando scopriranno ciò che hai fatto per noi sarai in pericolo, sei un…traditore…>> replicò Jarod.
<< Broots ed io ci inventeremo qualcosa! Ma voi dovete fuggire, avete finalmente qualcosa di bello e non dovete sprecarlo…>>
<< No Sidney…>> disse miss Parker
<< Lei ha ragione…ora basta fuggire…>> sorrise Jarod stringendole la mano che era tornata calda e viva.
<< Deve finire tutto. E finché ci saranno mio padre, Lyle e Raines…non potrà mai esservi una fine! E se noi ci mettiamo tutti insieme forse possiamo farcela…>>
<< Miss Parker…io ti appoggerò al cento per cento…ma questo vuol dire che tu e Jarod dovrete rinunciare a stare insieme e…ancora per molto tempo!>>
Jarod guardò gli immensi occhi azzurri di Miss Parker e poi ripensò a tutte le sofferenze patite, alle torture, alla sua famiglia perduta…non poteva lasciare continuare tutto ciò.
<< Sopporteremo…e poi non vorrei mai che i nostri figli debbano scappare per tutta la loro vita dal Centro!>>
Miss Parker sorrise pensando a che uomo fantastico Jarod fosse, poi lo tirò a sé e lo baciò sulla fronte.
<< Io me ne vado allora…ci sentiremo e prepareremo un piano e poi…sapete che se voglio posso anche entrare nel Centro senza che voi lo scopriate, no?>>
Sidney sorrise ed uscì: << Vado a chiamare una squadra del Centro!>>
<< Grazie Sidney, di tutto…>> lo abbracciò Jarod.
Poi tornò per un’ultima volta da Miss Parker e le mise una mano fra i capelli osservandola dritto negli occhi.
<< Non so se ce la farò senza di te…>> disse lei.
<< Sei forte…so che sopravvivrai – sorrise lui – e poi io mi farò vivo, non temere…ora che tu non devi più darmi la caccia, almeno apparentemente…potrò sempre venire a trovarti!>>
<< Promettimelo…>>
<< Se tu mi dici una cosa: quando hai capito ciò che provi davvero per me?>>
<< Quando ho visto la spilla di mia madre…>>
<< Io invece…lo sai quando?>>
<< No…>>
<< Quando quel pazzo di Alex mi ha detto che ti avrebbe uccisa…mi ha detto Miss Parker conta molto per il tuo mondo, peccato che dopo oggi tu non potrai mai scoprirlo veramente…>> sorrise lui ripensando alla scena.
<< Ti sei arrabbiato?>>
<< Come un matto, infatti sono corso subito da te e ho lasciato perdere il resto…però sai una cosa? In realtà io l’ho sempre saputo…>>
<< Jarod, non lasciarmi, ti prego…>>
<< E’ necessario, Morgan…>>. Poi si avvicinò ancor di più e le sussurrò: << Ti amo…>>.
Lei rispose dandogli un bacio e poi disse: << Anch’io…>>. Una lacrima scese dai suoi occhi chiari e poi lui, dopo averle dato un ultimo bacio, scomparve dalla porta e, così come era entrato nella sua vita tre giorni prima, ora ne era uscito.

Ma ci sarà mai un destino per noi? Continuava a chiedersi non potendo smettere di pensare a lui. In quel momento squillò un cellulare lasciato sul comodino, probabilmente da Sidney. Era appena arrivato un messaggio e c’era scritto: “Sì…perché il nostro amore resisterà, te lo giuro!”. Il mittente era Jarod. Miss Parker sorrise e si sdraiò chiudendo gli occhi.
Nello stesso tempo Jarod era in macchina, sorrideva ascoltando una canzone dei Beatles alla radio e pensava a lei più che ad ogni altra cosa.
La strada davanti a lui era libera, ma guidava lentamente per non lasciare andar un singolo secondo di quel momento incantato, uno dei più belli della sua vita…
Ce la faremo, Miss Parker.
Lo so.

(scritto da Beerok23)


Torna all'indice della Fan Fiction

Torna a Jarod il Camaleonte Italia