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Realizzazione Antonio Genna |
"L'odio colpisce due volte"
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TITOLO ITALIANO: "L'odio colpisce due volte"
TITOLO ORIGINALE: "Lightning Strikes Twice"
REGIA: King Vidor
SCENEGGIATURA: Lenore Coffee
BASATO SUL ROMANZO "A Man Without Friends" di Margaret Echard
MUSICHE: Max Steiner
PRODUZIONE: USA 1950
DURATA: 91 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI |
DOPPIATORI |
RICHARD TREVELYAN |
Richard Todd |
STEFANO SIBALDI |
SHELLEY CARNES |
Ruth Roman |
ROSETTA CALAVETTA |
LIZA McSTRINGER |
Mercedes McCambridge |
DHIA CRISTIANI |
HARVEY FORTESCUE TURNER |
Zachary Scott |
AUGUSTO MARCACCI |
STRING McSTRINGER |
Darryl Hickman |
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J.D. NOLAN |
Frank Conroy |
LUIGI PAVESE |
MYRA NOLAN |
Kathryn Givney |
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PADRE PAUL |
Rhys Williams |
GIORGIO CAPECCHI |
PEDRO |
Nacho Galindo |
CARLO ROMANO |
EDITORE GIORNALE |
Leo Cleary |
AMILCARE PETTINELLI |
DIRETTORE PRIGIONE |
Gordon Nelson |
CESARE POLACCO |
HUMMEL, portiere hotel |
Byron Foulger |
BRUNO PERSA |
GIUDICE DI PACE |
Henry Sharp |
MARIO CORTE |
DOPPIAGGIO ITALIANO: C.D.C.
ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Piero Fiorili
Mystery-thriller imperniato su una ragazza di New York che si trova in vacanza nel Texas, e viene coinvolta nei torbidi rapporti tra gli abitanti del luogo. Si innamora di un uomo accusato di uxoricidio, poi prosciolto per insufficienza di prove, ed è talmente certa della sua innocenza che lo sposa. Ma da quel momento l’assalgono tremendi dubbi...
Il veterano King Vidor, in passato autore di eccellenti pellicole, era già avviato al declino artistico, ma soprattutto era ormai stato accantonato dalle Majors e intorno al 1950 lavorava poco. Questo spiega il motivo per cui accettò di dirigere un film nel quale non credeva: « Un’insalata di cose senza interesse... Un brutto soggetto», ebbe a dire del film.
Forse nemmeno la Warner era convinta del risultato finale, poiché il film fu girato nel 1950, ma distribuito solo nell’aprile 1951. Molte colpe sono da attribuire al produttore Henry Blanke, indeciso se farne un B-movie di poche pretese, o una produzione mainstream: il suo problema era la scarsa popolarità degli attori, tutti poco più che esordienti, ma fattisi notare l’anno precedente (1949) in ruoli marginali, in film di notevole successo.
Ruth Roman, dopo un decennio di anonime comparsate, si era fatta finalmente notare a fianco di Kirk Douglas in Il grande campione; Richard Todd, dopo essere apparso in un paio di film in Inghilterra, era approdato a Hollywood e si era visto in Paura sul palcoscenico di Hitchcock; Mercedes McCambridge aveva addirittura ricevuto l’Oscar come migliore attrice non protagonista al suo debutto in Tutti gli uomini del Re. Ma nessuno di questi aveva mai affrontato, fino a quel momento, ruoli da protagonista.
Tutti gli altri attori erano i soliti caratteristi della Warner, bravi mestieranti ma anonimi, ad eccezione di un Zachary Scott ormai “bollito”, rifiutato dal pubblico a dispetto degli sforzi degli Studios, che qualche anno prima intendevano farne un divo. Con un cast così aleatorio (sia per l’incerta popolarità degli attori principali, sia per i loro limiti interpretativi) il produttore Blanke scommise su una produzione di serie A e affidò la regia a King Vidor, che avrebbe dovuto in teoria “garantire” la qualità del film. Ma Vidor non credeva alla sceneggiatura, come si è visto, e Blanke perse la scommessa: il film fu fatto a pezzi dalla critica e fallì anche al botteghino.
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