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Realizzazione Antonio Genna |
"La casa del corvo"
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TITOLO ITALIANO: "La casa del corvo"
TITOLO ORIGINALE: "The Man with a Cloak"
REGIA: Fletcher Markle
SCENEGGIATURA: Frank Fenton
BASATO SUL RACCONTO "The Gentleman from Paris" di John Dickson Carr
MUSICHE: David Raksin
PRODUZIONE: USA 1951
DURATA: 81 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI |
DOPPIATORI |
DUPIN / EDGAR ALLAN POE |
Joseph Cotten |
SANDRO RUFFINI |
LORNA BOUNTY |
Barbara Stanwyck |
LYDIA SIMONESCHI |
THEVENET |
Louis Calhern |
GIORGIO CAPECCHI |
MADELINE MINOT |
Leslie Caron |
FIORELLA BETTI |
MARTIN, il maggiordomo |
Joe De Santis |
BRUNO PERSA |
FLAHERTY, il barista |
Jim Backus |
CARLO ROMANO |
MRS. FLYNN |
Margaret Wycherly |
GIOVANNA SCOTTO |
DURAND |
Richard Hale |
AUGUSTO MARCACCI |
DOTT. ROLAND |
Nicholas Joy |
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POLIZIOTTO |
Roy Roberts |
ACHILLE MAJERONI |
CAMERIERE DEL BAR |
Mitchell Lewis |
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ALCUNE NOTE SUL
FILM
Il vecchio e ricchissimo Thevenet,
esule a New York dopo il crollo del suo adorato Impero napoleonico, vive in
una lussuosa casa dall'aspetto sinistro, e il suo solo amico sembra essere
un corvo gracchiante e liberamente svolazzante. Una sera riceve la visita
della graziosa francesina Madeline, recatasi apposta in America per chiedere
al bizzarro e dissoluto vecchio di devolvere la sua ingente eredità a favore
della causa repubblicana, in nome della quale combatte il di lui nipote,
nonché di lei fidanzato.
Divertito da tanta audacia, il nostalgico di Napoleone prende a benvolere la
fanciulla, ma l'eredità fa gola anche alla governante Lorna e al maggiordomo
Martin, sicché i due domestici tramano di sbarazzarsi del vecchio prima che
faccia testamento a favore della nuova arrivata. Thevenet infatti muore, ma
il veleno a lui destinato farà occasionalmente altre vittime.
A dipanare la matassa sarà uno strano uomo col mantello, squattrinato e
curiosissimo, che si fa chiamare Dupin, e che applicherà metodi di indagine
scientifici, insoliti per l'epoca, ma straordinariamente efficaci. Risolto
brillantemente il mistero degli omicidi, l'uomo col mantello riprenderà il
suo inquieto vagabondare senza meta apparente. Solo dall'ultima inquadratura
lo spettatore apprenderà che si tratta di un ancora sconosciuto Edgar Allan
Poe.
Lo scrittore americano, maestro della letteratura "gotica", è anche
considerato il fondatore della detective story, essendo il creatore
dell'investigatore dilettante Auguste Dupin (protagonista dei racconti I
delitti della Rue Morgue, Il mistero di Marie Roget, La lettera rubata)
dotato di grande acume analitico. Sherlock Holmes è molto chiaramente
ispirato a questa figura archetipica (che viene anche citata nel primo
romanzo di Conan Doyle, Uno studio in rosso), ma ha poi finito per
surclassare il suo precursore per numero di apparizioni e per popolarità.
Tuttavia ogni cultore della mystery story riconosce volentieri che
all'origine di quella letteratura stanno Dupin e il suo creatore, Edgar
Allan Poe.
Non è un caso, perciò, che nella finzione del film il giovane Poe scelga di
nascondersi sotto il nome di Dupin. L'assunto del romanzo del celebre
giallista John Dickson Carr, da cui è tratto il film, è che Poe, prima di
divenire famoso, abbia vagabondato in cerca di ispirazione, annotando tutte
le stranezze con le quali si imbatteva. Avendo avuto personale esperienza di
risoluzione analitica di un apparente mistero, avrebbe poi creato un
personaggio (suo alter ego) con lo stesso nome, Dupin, col quale si faceva
chiamare all'epoca.
Benché Edgar Allan Poe sia uno dei
pilastri della letteratura americana, e come tale rispettato e venerato, il
pubblico mostrò di non gradire questo film, che mescola i due componenti
principali dell'opera del grande scrittore: il racconto gotico (la casa
inquietante e sinistra, il corvo che svolazza) e quello poliziesco (omicidi
apparentemente inspiegabili).
Pur considerandolo un omaggio sincero al grande letterato americano, il
gioco delle citazioni appare fin troppo raffinato e intellettualistico:
insistiti gli accenni a poeti francesi (come Villon, che è anche il nome che
Thevenet ha dato al corvo), e così la MGM, delusa da risultato commerciale,
licenziò senza indugio il regista Fletcher Markle, che da lì in poi riuscì a
lavorare solo per la televisione.
L'insuccesso fu invece ininfluente sulla carriera della ventenne francese Leslie Caron, qui al suo secondo film, ma primo girato a Hollywood (il primo in assoluto, Un americano a Parigi, era stato girato appunto nella capitale francese). Due anni dopo fu infatti scelta come protagonista della commedia Lili, che la consacrò come nuova reginetta del musical.
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