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Realizzazione Antonio Genna |
"Il piccolo campo"
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TITOLO ITALIANO: "Il piccolo campo"
TITOLO ORIGINALE: "God's Little Acre"
REGIA: Anthony Mann
SCENEGGIATURA: Philip Yordan e Ben Maddow
BASATO SUL ROMANZO DI Erskine Caldwell
MUSICHE: Elmer Bernstein
PRODUZIONE: USA 1958
DURATA: 110 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI |
DOPPIATORI |
TY TY WALDEN |
Robert Ryan |
EMILIO CIGOLI |
WILL THOMPSON |
Aldo Ray |
GIULIO PANICALI |
GRISELDA WALDEN |
Tina Louise |
ROSETTA CALAVETTA |
PLUTO SWINT |
Buddy Hackett |
PINO LOCCHI |
BUCK WALDEN |
Jack Lord |
GIUSEPPE RINALDI |
DARLIN' JILL WALDEN |
Fay Spain |
MARIA PIA DI MEO |
SHAW WALDEN |
Vic Morrow |
GLAUCO ONORATO |
ROSAMUND THOMPSON |
Helen Westcott |
DHIA CRISTIANI |
JIM LESLIE |
Lance Fuller |
NANDO GAZZOLO |
ZIO FELIX |
Rex Ingram |
CESARE POLACCO |
DAVE DAWSON |
Michael Landon |
MASSIMO TURCI |
GUARDIANO |
Russell Collins |
BRUNO PERSA |
DOPPIAGGIO ITALIANO: C.D.C.
ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Piero Fiorili
Un maturo agricoltore, piccolo possidente della Georgia rurale, è fissato che suo nonno avesse sepolto nei campi un tesoro, ai tempi della guerra civile. Invece di coltivare la terra, da anni scava buche inutilmente, andando in rovina economicamente, però non desiste. Intanto la sua famiglia (tre figli maschi e due femmine) è lacerata da conflitti, gelosie, torbide passioni extraconiugali, ma il patriarca, animato da un sentimento religioso abbastanza bizzarro, prende tutto ciò come prove che Dio gli impone, ed è sicuro di essere poi ricompensato col ritrovamento del tesoro sepolto.
L’idea che ci fossero tesori nascosti sottoterra dai tempi della Guerra Civile non era poi così peregrina, perché quando i Nordisti infine vinsero, gente della peggior risma si dedicò al saccheggio sistematico nelle città e nelle campagne del Sud. Per non farsi rapinare dai “carpetbaggers” (così venivano chiamati i saccheggiatori), molti sudisti seppellirono davvero le loro ricchezze, in attesa di tempi migliori.
Erskine Caldwell pubblicò questo controverso romanzo nel 1933, e suscitò uno scandalo nazionale. I libri vennero sequestrati, e l’autore fu perfino arrestato e processato (ma fu poi assolto). Il motivo dello scandalo era la crudezza con la quale il georgiano Caldwell (come altri autori suoi conterranei) descriveva l’esasperata sessualità della gente del Sud, gente povera e ignorante, per certi versi bigotta, ma schiava delle proprie pulsioni erotiche. Il cinema non poté, per molto tempo,.affrontare simili tematiche, ma l’allentamento del codice Hays di autocensura, negli anni ’50, permise almeno di realizzare questa versione, sia pure purgata degli aspetti più espliciti e “immorali” dell’opera letteraria.
La pubblicità di lancio del film insistette comunque molto su quegli aspetti pruriginosi (“Questa storia esplosiva e lussuriosa... Nessuno aveva osato filmarla, fino ad ora”), e la prosperosa debuttante Tina Louise divenne immediatamente un sex symbol nonostante la castigatezza delle immagini (col metro odierno, addirittura innocenti!). Tutto questo battage sull’aspetto erotico, finì per far passare in secondo piano (e a volte a nascondere del tutto) il reale significato dell’opera, che voleva essere un’impietosa fotografia della degradazione culturale e morale dell’ambiente rurale del Sud.
La sceneggiatura del film fu firmata da Philip Yordan, abituale collaboratore del regista Anthony Mann (allora all’apice della sua carriera, e considerato uno dei “grandi” di Hollywood), ma in realtà era scritta da Ben Maddow, finito sulla lista nera maccartista e perciò impossibilitato a lavorare per il cinema americano. Negli anni ’50 l’uso di un “prestanome” era un trucco ben conosciuto e molto utilizzato, ma quasi tutti facevano finta di non saperlo e ciò permetteva di campare agli scrittori vittime dell’ottuso ostracismo di quella “caccia alle streghe”.
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