Il mondo dei doppiatori - Zona Cinema

"Matrimoni & pregiudizi"

Manifesto italiano del film


PERSONAGGI

INTERPRETI

DOPPIATORI

LALITA BAKSHI Aishwarya Rai LAURA LATINI
WILL DARCY Martin Henderson MAURO GRAVINA
SIG. WICKHAM Daniel Gillies  
BALRAJ BINGLEY Naveen Andrews GAETANO VARCASIA
JAYA BAKSHI Namrata Shirodkar FEDERICA DE BORTOLI
KIRAN BINGLEY Indira Varma  
SIG.RA BAKSHI Nadira Babbar LORENZA BIELLA
SIG. BAKSHI Anupam Kher SERGIO ROMANO'
MAYA BAKSHI Meghna Kothari  
LUCKY BAKSHI Peeya Rai Chowdhary PERLA LIBERATORI
SIG. KHOLI Nitin Chandra Ganatra FABRIZIO VIDALE
CHANDA Sonali Kulkarni  

COMMENTO DELLA REGISTA

Al Festival di Cannes 2001, prima di iniziare a girare Sognando Beckham, il mio amico Cameron McCracken della Pathe Films mi chiese se volevo fare un musical. Nel 1997 avevo già tentato di realizzare una fantasia anglo-indiana che unisse il mio amore per Bollywood a quello per i musical americani. Ma dopo soltanto un mese, i soldi dei produttori indiani si erano completamente esauriti e il film non fu mai ultimato. Posso dire che si tratta dell’unica esperienza negativa che abbia mai avuto nel campo del cinema.
Mi chiesi se non fosse il caso di tentate un nuovo approccio con questo mondo molto glamour, con star capricciose che si cambiano continuamente d’abito e si esibiscono in esagerate sequenze musicali, con centinaia di danzatori e fontane che diventano il simbolo di un erotismo proibito… Certamente, mi risposi. Una settimana dopo ebbi una illuminazione e mi resi conto di sapere esattamente cosa volevo fare. Nella mia adolescenza, Orgoglio e Pregiudizio era stato il mio libro preferito. Ho deciso che, come nel caso di David Beckham, anche Jane Austen, un’altra deliziosa icona inglese, fosse ormai pronta per una conversione. Ho preso la sua famosa eroina Elizabeth Bennet e l’ho trasformata in Lalita Bakshi, una ragazza fiera e coraggiosa dalla personalità esplosiva, che nella vita vuole molto più di quanto normalmente non si aspetti una ragazza indiana.
Laddove la Austen esplorava le divisioni di classe del 18° secolo, io ero più interessata a osservare i contrasti culturali del nostro mondo, in cui le distanze si accorciano sempre di più. Così è nato Matrimoni & pregiudizi. I Bennet sono diventati i Bakshi, provenienti da Amritsar in India, anziché da Hicksville. Darcy è stato trasformato in un ricco albergatore di Los Angeles e il suo migliore amico Bingley, in un anglo indiano. Al posto di sfarzose sale da ballo, i personaggi si incontrano nel corso di vari matrimoni che vengono celebrati fra tre diversi continenti.
Al centro della mia vita (e del mio lavoro) c’è sempre stata la celebrazione della diaspora indiana, il fluido spostamento di genti dall’Inghilterra all’India e dall’India agli Stati Uniti. Se oggigiorno tante persone si spostano felicemente in ogni angolo della terra, perché non fare lo stesso con i personaggi e le culture del mio film? La mia idea iniziale era portare il cinema inglese verso nuovi orizzonti.
Quando ho iniziato l’adattamento del romanzo, mi sono convinta che in un’altra vita Jane Austen doveva essere stata indiana! Infatti, i suoi personaggi si adattavano naturalmente alla nuova ambientazione e i temi calzavano perfettamente quelli dell’India contemporanea. Una madre isterica alle prese con 4 figlie da sposare: non è difficile immedesimarsi con lei!
Dato che sono cresciuta guardando i film di Bollywood nello stesso cinema dove venivano proiettati anche Tutti insieme appassionatamente e West Side Story, ho sempre nutrito un grande affetto per il giocoso caos dei film indiani Come l’India stessa, il cinema bollywoodiano è ricco di vibranti contraddizioni che a dispetto di tutto, alla fine, funzionano. Qualsiasi cinema che combini emozioni sfrenate con un pudore innocente -“no kissing, we’re Indian!” - risate sonore, finte scazzottate e almeno sette sequenze musicali spettacolari, è per me fantastico.
Sono sempre riuscita a vedere al di là del kitsch (adorabile in tutta la sua artificiale esuberanza) e a comprendere l’abilità dei tecnici dietro la superficie colorata. Volevo riunire le leggende di Bollywood davanti e dietro la cinepresa con un cast e una troupe internazionali e produrre un risultato mai visto prima.
Scegliere i miei collaboratori è stato molto bello. Anu Malik è un grande compositore di Bollywood, famoso per le sue contagiose melodie pop. Saroj Khan è la madrina della danza indiana e ha coreografato centinaia di canzoni sin dall’età di 13 anni. Santosh Sivan (anche lui regista di tutto rispetto, avendo diretto The Terrorist e Asoka) è un esperto direttore della fotografia che ha vinto un numero spropositato di National Awards (l’equivalente indiano dell’Oscar).
Per la mia Lizzie Bennet, ho scelto Aishwarya Rai (Devdas), un’attrice incantevole, definita da Julia Roberts in persona, ‘la più bella donna del mondo’. Per Darcy, ho scritturato Martin Henderson (The Ring), un Cary Grant neozelandese che perde facilmente la bussola nelle questioni di cuore.
A quel punto dovevo solo rinnovare il passaporto e iniziare le riprese in giro per il mondo. Dopo 80 giorni di rocambolesche riprese a Londra, Amritsar, Goa, Bombay, Sedona, Beverly Hillls, Santa Monica e Downtown LA, avevo in mano un film che faceva onore a Bollywood perché copriva l’intera gamma delle emozioni umane. E - come sempre succede - in qualche modo riflette tutti i lati diversi della mia persona e di come la gente come me vede il mondo. I suoi ingredienti sono: risate, lacrime, romanticismo, grandi artifizi, in una inaspettata trasposizione dal testo originale.

NOTE SU BOLLYWOOD
tratte dal comunicato stampa del film

Bollywood rappresenta la tradizione del cinema in lingua Hindi, la cui sede è a Bombay.
Bollywood è l’equivalente di Hollywood con il quale condivide una serie di sorprendenti affinità:

Ogni film di Bollywood è caratterizzato da una serie di elaborate scene di canto e danza.

I film di Bollywood seguono sempre la stessa formula narrativa, caratterizzata da melodramma ed emozioni.

Niente sesso, prego, siamo a Bollywood. Siamo spiacenti, ma a Bollywood semplicemente non ci si bacia perché né la censura né il pubblico indiano lo consentono. I numeri musicali vengono perciò usati come sostitutivi del contatto sessuale, le danze diventano simbolo di erotismo e la cinepresa indugia sulle zone erogene delle star femminili (è d’uso inquadrare l’ombelico lasciato in bella mostra dal tradizionale sari). Al momento opportuno gli abiti degli attori si bagnano, incollandosi al loro corpo in modo sensuale e provocante.

"Matrimoni & pregiudizi" si adegua alla formula di Bollywood in tutto tranne che nei seguenti aspetti:

Recenti tentativi di esportare il fascino del mercato di Bollywood comprendono:

Bollywood incontra Hollywood: al cinema questo connubio è stato già preannunciato da film come East is East, The Guru e Sognando Beckham.
Curiosità: La giornata di riprese, sui set di Bollywood, inizia sempre con una preghiera rivolta alla cinepresa, considerata un semi-dio. Gurinder ha deciso di mantenere questa insolita tradizione.



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