ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da Articiòch
Riassunto: Una delle prime missioni operative di Sydney all'SD-6, in Italia. Viene anche narrata la nascita dell’SD-6.

Data di composizione: 15/24 agosto 2004.
Periodo di svolgimento: prima dell’episodio 1.1 di "Alias".
Adatto a: adulti.

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – Il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
Il racconto non vuole esser d’offesa ad alcun componente dell’organizzazione Gladio, del SID o della P2, eventuali riferimenti ad avvenimenti e personaggi reali sono puramente casuali.

L'SD-11

È meglio avere un nemico conosciuto che un amico nascosto.
Napoleone Bonaparte

CAPITOLO 1
LOS ANGELES
La sala delle riunioni dell’SD-6 era vuota tranne che per due persone: il direttore, Arvin Sloane, ed una sua giovane agente, Sydney Bristow, giovane figlia del suo vecchio amico e collaboratore Jack Bristow. Per Syd, quella che gli stava per venir ordinata da Sloane sarebbe stata la prima missione da agente operativo di un certo peso; prima infatti le missioni in Paraguay ed Olanda erano state poco piú che semplici esercitazioni, con una minima percentuale di rischio ma anche un minimo peso all’interno dell’agenzia.
«Sydney, questa missione è di primaria importanza per me e dovrai agire da sola. Non avrai che due contatti ma uno di essi non potrai andarlo a cercare, sarà lui che deciderà quando e dove contattarti.» Sloane era sempre stato paternalistico con lei, molto di piú del suo padre vero, Jack.
«Signor Sloane, io me la sento.»
«Sei molto giovane; fatti questa domanda: “sono in grado di svolgere una missione delicata o voglio solo farmi notare, uscire dal limbo dentro cui sono stata tenuta, rischiando però di mandare a monte l’operazione e di perdere la vita?”»
«Sono in grado di svolgere una missione delicata.»
«Hai risposto troppo in fretta.»
«Sapevo già la risposta; questa domanda me la sono fatta prima di entrare qui, quando ho capito cosa mi avrebbe chiesto.»
Sloane sorrise, compiaciuto. «Molto bene. Allora, la tua missione è questa:
dovrai volare fino a Milano ed incontrarti con Laura Lenghi (NdR: omaggio dell'autore alla doppiatrice italiana di Sydney!), che lavora nell’Impero, un’organizzazione legata all’Alleanza; questa donna è passata dalla nostra parte da quasi un anno, è giovane, anche se un po’ piú vecchia di te e dovrai cercare di stabilire un rapporto empatico con lei, perché te ne dovrai fidare. La Lenghi ti darà alcune informazioni di scarsa importanza sull’Impero e, soprattutto, ti farà sapere come impadronirti un manufatto di Milo Rambaldi, una scatola intarsiata.»
«Rambaldi! Non è la prima volta che ne sento parlare.»
«Si tratta di una specie di stregone-ingegnere del Rinascimento che lavorò per il cardinale e poi papa Rodrigo Borgia e per suo figlio Cesare.»
«I famigerati Alessandro VI ed il duca Valentino [1]!»
«Esatto. Fino alla morte Rambaldi costruì marchingegni che lo mettessero in contatto col futuro ed elaborando in profezie le informazioni che aveva raccolto.»
«Fa’ collezione di questa roba, signor Sloane?»
«Questa roba, come la chiami tu, è di estremo interesse per l’Alleanza ed anche per… altri, e tu sai che bisogna sottrarre al nemico tutto ciò che lui vuole avere perché tutto ciò che lui vuole avere lo userà a tuo danno.»
«Quando parto?»
«Fra tre ore. Passa sotto da Flinkman, ti raggiungo lì.»
Dopo che Sydney uscì, entrò Jack, che si avvicinò a Sloane.
«Senti, Arvin, Sydney non ti sembra un po’ carente di esperienza per una missione ad alto rischio?»
«Un agente esperto od uno inesperto in quest’operazione hanno piú o meno la stessa probabilità di fallire, allora tanto vale mandare una inesperta a farsi le ossa piuttosto che un esperto che potremmo rimpiangere.»
«Ma non è un po’ rischioso mandare un’agente che non sa chi siamo… ad investigare su un’altra agenzia dell’Alleanza?» In verità, l’SD-6 non era una divisione della CIA che si occupava di faccende "sporche" ma un’organizzazione che lavora per destabilizzare il governo americano.
«Laura Lenghi non sa la verità su di noi e non può comunicarla a Sydney; se lei dovesse scoprirla, però, spero non ti dispiacerà se io risolva il problema.»
Jack rabbrividì. «No, assolutamente.»
«Sappi che Syd è un’agente molto dotato e che se dovrò liquidarla, per me sarà un grande dispiacere.»
«Non c’è dubbio.» Porco bastardo, pensò Jack, se io dovessi liquidare te sarebbe invece un grande piacere. Jack era entrato nell’SD-6 non per amicizia nei confronti di Sloane ma come infiltrato per conto della CIA…

Sydney non aveva mai visto Marshall Flinkman, il supervisore informatico di Sloane, che era l’inventore di armi ed altri oggetti impiegati durante le missioni degli agenti dell’SD-6. Era un piccoletto bruttino; da come si muoveva impacciato nel corridoio doveva essere uno dotato di grande timidezza, perché si scostava da tutte le persone che gli passavano vicino. Inoltre si teneva nervosamente le mani in tasca.
«Tu devi essere Flinkman; buonasera, Sydney Bristow.» disse Syd tendendogli la mano.
«Ciao… ciao…» Flinkman non tese la sua mano di rimando.
«Dovevi farmi vedere qualcosa?»
«Sì, ecco io… ho un paio di cosette per la tua missione, sono qui…» Entrò nel suo laboratorio. Lei lo seguì. «Ah vedo che mi hai seguita—perché io non te l’ho detto –scusami- ma volevo che lo facessi anche se non te l’ho detto… Bene, questo: è un trapano LASER, fra dieci-venti anni sostituirà quello che usano adesso i dentisti… vzzzz… addio agli “ahi ahi che male!”… ehm, può essere usato un po’ per tutto, tagliare le cose, sfondare serrature, aprire buchi nelle casseforti… il bello è che… è che ha dimensioni ridotte grazie alle batterie al litio, anche se pesa assai, lo abbiamo nascosto dentro un asciugacapelli oppure dentro un telescopio portatile che funzionano perfettamente come se fossero veri –e lo sono—c’è anche questo, a forma di televisorino, ma non prende i canali—tu quale preferisci prendere?»
Syd stava esaminando il finto asciugacapelli quando Flinkman si voltò di scatto. «Oh, buongiorno signor Sloane, cioè, buonasera.»
«Ciao Marshall, ciao Syd. Ti ha mostrato il nostro nuovo giocattolo?»
«Sì, sì certo.» Scattò subito Marshall per marcare la sua efficienza al cospetto del principale.
«Penso che prenderò il telescopio, sarà piú facile ingannare le perquisizioni aeroportuali.»
«Bene. Syd, vai a prepararti per la partenza.»
Sydney, sovrappensiero, porse nuovamente la mano a Flinkman mentre gli diceva: «buonasera.»
«Non si da’ la mano, Marshall?» Sloane sembrava il padre offeso del piccolo tecnico.
«No, ecco, è che io non posso…»
«Perché?»
Vinto dall’imbarazzo, Flinkman tese la mano… ma era sporca di roba scura molliccia.
«È che, uh, mi si è sciolta in mano la tavoletta di Mars… avevo fame e allora—vado a prenderla al distributore, no? Me la metto in tasca, no? Ma io quando cammino in tasca metto anche le mani e sono calde e, eh, uh…»

La sua prima vera missione! Uao! Mentre guidava verso l’aeroporto di Los Angeles, Syd non stava piú nella pelle per l’emozione e non riuscì a trattenersi dal chiamare Danny.
«Pronto, Danny? Sono Syd! Devo partire per l’Italia! È la mia prima commissione importnate e mi sento andare ai mille all’ora!<
«Vedi di non andare fuoristrada, allora. Quando torni?<
«Non lo so, sarà una faccenda lunga… la filiale di Milano han fatto un grosso casino e mi mandano lì a turare qualche falla.<
«Peccato, questo fine settimana pensavo di portarti a visitare gli studios di Hollywood.<
«Gli studios non scappano… ti chiamo quando arrivo.<
«Buon viaggio tesoro.<
Santi del paradiso! La sua prima missione seria! Syd tagliò una curva cieca e schiacciò piú volte sul clacson per esternare al mondo la sua felicità, poi pensò bene di ricomporsi per evitare guai cogli sbirri.

MILANO
L’alias di Sidney sarebbe stato Hannah Bibb (NdR: personaggio interpretato da Jennifer Garner nella prima serie ideata da J.J. Abrams, "Felicity"), studentessa britannica in viaggio di studio. Il piano prevedeva che Sidney/Hannah, dopo atterrata, prendesse la stanza 30 all’Albergo Colombo di Milano, dove avrebbe trovato una pistola e varie apparecchiature per lo spionaggio tecnico; il giorno dopo avrebbe incontrato Laura in un caffé lì vicino, “Da Ambrogio”, dove le avrebbe spiegato il suo piano che in linea di massima prevedeva una incursione nell’appartamento del suo principale, Ruggero Flamma, dove era custodito il marchingegno.
Laura Lenghi era sui ventisette-ventott’anni ed aveva un volto duro addolcito da un’espressione simpatica; per certi versi assomigliava a Sydney: aveva anche gli stessi capelli castano scuro e gli occhî color nocciola; anche il tono della voce era simile. Si sedette al tavolino di Sydney fingendo di conoscerla e parlandole in inglese. Nessuno le fece caso.
«Hannah, come va? Quanto tempo, da quell’Erasmus in Inghilterra!» Gli italiani chiamavo “Inghilterra” tutto il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord, includendo nel termine anche Scozia, Galles, Ulster e le isole minori [2], cosa che avrebbe fatto storcere il naso a qualsiasi britannico ma che era giustificata dal fatto che il governo e la lingua sono inequivocabilmente inglesi.
«Già, ne è passata di acqua sotto i ponti! Tu come stai?»
Dopo un po’ di convenevoli di questo tipo Laura andò al sodo, dettagliando l’organigramma dell’Impero: era nato come organizzazione fascistoide che si proponeva di restaurare l’Impero Romano ma era poi diventato un’organizzazione criminale volta ad accaparrarsi soldi e potere.
Syd non riuscì a trattenere una battuta: «Vogliono invadere di nuovo l’Abissinia?»
«Sì, ma stavolta sono capaci di perdere. [3
Capo dell’organizzazione ed aspirante Secondo Duce era Ruggero Flamma, un intrallazzatore che, non essendo riuscito ad iscriversi alla P2 –per sua fortuna- decise di mettersi in proprio. All’interno dell’organizzazione Flamma aveva come nome in codice “Imperatore” e controllava direttamente anche le sezioni spionaggio interno ed operazioni speciali. Alle altre sezioni (Contabilità, Comunicazioni, Spionaggio esterno, ecc.) erano preposti degli uomini di fiducia col romaneggiante titolo di “Edili” [4]: per esempio, il capo di Laura era il prof. Claudio Messala, Edile dello Spionaggio esterno.
Gli Edili, Flamma ed i suoi due vice formavano il Comitato Centrale dell’Impero. Quest’organizzazione disponeva di agganci con gli ambienti politici romani (di destra, di sinistra, di centro, eversivi, sovversivi… Flamma era di bocca buona nel trovarsi sostenitori), col controspionaggio italiano, colle Forze Armate, con imprenditori di vario calibro, colla mafia e con le nuove BR. All’inizio l’ufficio di Flamma ed il C.C. stavano a Roma, ma si trasferirono a Milano durante il ’91, quando il caso Gladio [5] fece sì che lavorare nella capitale diventasse fin troppo visibile e desse preoccupazioni ai politici che c’erano dietro Flamma.
Ruggero Flamma era il piú importante trafficante di reperti di Rambaldi, li comprava oppure li trovava, li analizzava per conto suo e poi li rivendeva fingendo di non averli mai aperti. Il suo appartamento di 180 m² in via Montenapoleone era dotato di tutte le piú moderne apparecchiature di sicurezza escogitate dalla sezione Ricerca e Sviluppo: sensori infrarossi, di peso e di movimento, analisi dell’umidità dell’aria, scannerizzatori di retina, impronte digitali e voce piú un simpatico dispositivo di esalazione di gas nervino in caso di violazione della cassaforte.
Laura lavorava alla sezione Spionaggio Esterno ma era riuscita due giorni prima ad ottenere quelle informazioni intrufolandosi nell’archivio informatico dell’Impero grazie ad un programma fornitole dall’SD-6.
«Sì, mi hanno detto che il nostro programmatore capo è un genio… io l’ho trovato un tipo abbastanza originale.»
«Mi piacerebbe conoscerlo, le sue trovate sono…»
«Geniali?»
«Sì, ecco. Bene, come intendi agire?»
«Anzitutto, non mi hai detto quante guardie sono appostate nell’appartamento di Flamma.»
«Che io sappia, nessuno sta lì quando non c’è Flamma, si fida troppo del suo sistema automatico; lui ha con sé un gorilla ed un autista e spesso c’è anche qualcun altro.»
«È sposato?»
«Lo è stato. Se stai pensando di sedurlo, è troppo furbo per cascarci e poi ha una garçonniere… del resto, è ovvio: metti che una ragazza per sbaglio vada a finire nella stanza della cassaforte, sai che guaio…. Insomma, tieni questa idea come estrema risorsa.»
«Com’è, come tipo?»
«Io l’ho visto solo un paio di volte, non so di persona come sia; il mio diretto superiore, Coltorti, dice che è uno avido ed esperto; il nostro caposezione, Messala, ogni tanto fa delle battute sul suo passato di golpista.»
Era una buona notizia sapere che Flamma fosse navigato ma avido; perché non si poteva fregare uno navigato ed idealista ma uno navigato ma avido aveva sempre un tallone d’Achille nella sua sete di soldi. Per fortuna, quelli navigati ed idealisti erano rari da trovare.
«Potrei entrare in casa sua con un’offerta per il suo pezzo.»
«Saresti guardata a vista da almeno tre scagnozzi, non avresti il tempo di fare granché. Quello che io ti consiglio, è di trovare qualcosa di compromettente su uno dei capisezione, ricattarlo ed usarlo per arrivare al manufatto.»
«Tu con chi mi consiglieresti di provare?»
«Penso che il commendatore Marco Agrate, Edile della sezione contabilità sarebbe un ottimo inizio: si vocifera che si sia fregato qualche miliardo dalle casse dell’Impero ma pare Flamma non sospetti niente.»

Finito l’incontro Sydney telefonò a Los Angeles riferendo la situazione; Sloane disse che avrebbe fatto indagare sui conti segreti di Agrate e che lei intanto avrebbe dovuto seguire i suoi movimenti, quindi si sarebbe dovuta trasferire in un residence dove avrebbe potuto godere di maggior riservatezza che in un albergo. Syd si trovò un appartamento in una traversa di via Imbonati.

LOS ANGELES
Jack Bristow si incontrava col suo contatto alla CIA, Nigel Sutherland, in un magazzino abbandonato del porto; quella sera assieme a Sutherland c’era un altro, un tipo giovane dall’aria sveglia cogli occhî verdi ed il naso aquilino.
«Jack, ti presento il tuo nuovo contatto, l’ag. Michael Vaughn.»
«È per caso il figlio di William?»
«Proprio lui; si è rivelato un ottimo agente ed è stato scelto per sostituirmi.»
«Tu vai in pensione?»
«No, a Langley. Ma non ti abbandonerò Jack… quando potrai, vieni a farmi visita!»
«Beh, sarà dura venire, ma non ti deluderò.»
Jack si rivolse a Michael. «Sai, conoscevo tuo padre, era una persona eccezionale e di saldi principî; la sua morte è stata un duro colpo perché eravamo amici. Sappi che chi l’ha ucciso la pagherà cara.»
Eccome, se l’avrebbe pagata, pensò tra sé Jack. Quella puttana sifilidica di Irina Derėvko, quella lurida porca del KGB che aveva tradito lui e gli Stati Uniti ed ucciso 20 suoi colleghi della CIA, che lo aveva lasciato solo con una bambina di sei anni, se gli fosse capitata fra le mani le avrebbe fatto pentire di esser nata…
«Non sono qui per parlare di questo.» Jack, guardandolo negli occhî, si chiese se Michael sapesse chi fosse stato a renderlo orfano e se l’avrebbe mai potuto aiutare nella sua missione personale.
«Quindi lei è aggiornato sulla situazione dell’SD-6?»
«Sì, ma mi farebbe piacere sentirmelo ripetere da lei.»
«Dunque, l’SD-6 nasce nel 1982 colla sigla SOD, Special Ops Directorate, ed è una divisione occulta della CIA preposta alle faccende "sporche" con sede a San Francisco; il suo capo è un vecchio agente dell’Agenzia esperto in questo campo, Arvin Sloane, che chiama a sé i suoi vecchî compagni d’arme coi quali eseguire omicidî politici, eliminare elementi corrotti del governo ed altre amenità che nessuna agenzia governativa ufficiale potrebbe fare senza rischiare un’interrogazione parlamentare. Nella fine del 1985 va’ al potere Gorbačëv, fra USA ed URSS la distensione impera e l’SOD diventa meno necessaria e viene messa in disarmo da Langley, che inizia anche a preoccuparsi dell’ossessione di Sloane per Rambaldi.
Il problema è che Sloane ed i suoi collaboratori capiscono tutto e decidono di staccare l’SOD dalla CIA facendone un’agenzia che opera per conto suo; nel 1990 Sloane si trasferisce a Los Angeles e l’anno dopo fonda assieme ad altri personaggi del suo stampo l’Alleanza; la SOD diventa l’SD-6, un’agenzia che lavora contro la CIA ed attenta alla sicurezza degli Stati Uniti.
Quando Sloane mi mise a parte del suo piano, io gli dissi di sì per non farlo sospettare di niente ma andai subito alla CIA a denunciare la cosa; l’allora vicedirettore Davidson mi diede l’incarico di rimanere accanto a Sloane come infiltrato e da allora ho lavorato per lui senza che s’accorgesse minimamente che facevo il doppio gioco per la CIA.»
«Mi dica di sua figlia.»
«È entrata nell’SD-6 tre anni fa e non sa niente: come la maggior parte del personale dell’agenzia, crede di lavorare per una divisone della CIA, insomma, per quello che era la vecchia SOD. Solo i dirigenti sanno la verità.»

CAPITOLO 2
L’indagine di Syd su Agrate non aveva portato a nulla ma erano state piú interessanti le conclusioni tratte da Marshall spulciando i conti di Agrate alle Cayman, in Svizzera ed in Lussemburgo: qualcuno aperto in maggio un conto a nome del commendatore presso l’Union des Banques Suisses e poco dopo vi aveva versato sette miliardi di lire. Tuttavia l’SD-6 aveva scoperto che questo versamento proveniva da un altro conto bancario, sempre svizzero, che non apparteneva ad Agrate, quindi pareva proprio che il sospettato non avesse fregato una lira all’Impero ma il vero autore del furto avesse trasferito una parte del suo bottino su di un conto attribuibile all‘Edile per far credere che fosse stato lui. Fin qui doveva esserci arrivato anche Flamma ma mentre lui non aveva ancora trovare chi fosse stato a sgraffignare la grana ed a far ricadere la colpa sul capo della sezione contabilità, invece l‘SD-6 era riuscita a scoprirlo: dopo aver razzolato fra accrediti, finti nominativi e prestanomi, Flinkman era finalmente risalito all‘identità dell‘interessato donatore: Claudio Messala.

MILANO
«Così è stato il mio capo a far incolpare Agrate?»
«A Los Angeles ne sono sicuri.»
«Non so fino a che punto Messala possa aiutarci, non ha libero accesso alla cassaforte di Flamma.»
«Come è arrivato ai conti segreti, così arriverà ai codici che disattivano l’impianto di sicurezza automatico dell’Imperatore Flamma.»
«Ma anche fatto ciò, rimane da aprire la cassaforte.»
«Di questo ho già pensato io.»
«Io mi guarderei bene di Messala, il mio Edile per non farsi ricattare potrebbe scappare oppure tentare di eliminare chi lo ricatta.»
«Sicuro, ma siccome il brav’uomo non può distruggere da solo l’intera SD-6 al massimo tenterà di eliminare Flamma e di prenderne il posto perché sarebbe l’unico modo per avere certezza di non essere ricattato rimuovendo chi lo potrebbe punire per la sua piccola appropriazione indebita.»
«Se lo dici tu…»
«L’importante è intervenire quando Flamma sarà da qualche altra parte.»
«Spesso è in viaggio, conviene appostarti ed aspettare che se ne vada dopo esserti fatta dare il codice da Messala. Se non torna dopo tre ore, torna il giorno dopo.»

«Pronto, Messala.»
«Signor Messala, può parlare liberamente?»
«Chi è?»
«Un amico od un nemico, dipende da lei.»
«Mi richiami fra mezz’ora.»
«Subito, o farò sapere al suo capo chi gli ha fregato trenta miliardi.»
Messala si volse a Marco Agrate, che era assieme a lui nell’ufficio. «Ho una telefonata urgente da un contatto segreto… le spiacerebbe, commendatore, continuare la nostra discussione piú tardi?»
«Assolutamente no- disse il commendatore uscendo. -Tanto è roba di normale amministrazione.» Certo che le tue amanti potrebbero esser piú discrete quando vanno in calore, pensò Agrate chiudendo la porta.
«Allora, cosa sono queste insinuazioni? Io sono pulito.»
«Un ex-SID [6], ex-gladiatore, ex-P2, ex-Scorpione [7] non è mai pulito.»
Ahia, sapevano parecchio su di lui. «Come avete fatto a scoprire…?»
«Questo sarà l’ultimo dei suoi problemi, professore. Visto che lei è stato tanto bravo ad entrare nei conti segreti dell’Impero, vorrei che desse anche un’occhiata ai codici di Flamma, quelli per entrare in casa sua.»
«È pazza? I suoi codici li tiene solo per sé.»
«Tutti i progettisti di sistemi di sicurezza creano un proprio accesso riservato, un po’ come firma, un po’ nel caso l’utente dimentichi il suo, un po’ per casi come questi.»
«Le posso garantire che NON è stato fatto per l’impianto di casa di Flamma.»
«Le conviene che invece sia stato fatto oppure Flamma scoprirà che lei è colpevole appena lei prenoterà un viaggio aereo all’estero.»
«Tenterò però ho bisogno di una settimana.»
«Fra quattro giorni la richiamerò.»
Maronn’, pensò Messala, in che razza di casino sono andato a cacciarmi per appena 23 miliardi… tanto valeva rubarne il doppio.

Stare di guardia di fronte all’appartamento di Flamma si rivelò per Syd molto meno peggio di quanto s’aspettasse perché in strada c’erano un negozio di scarpe ed uno di vestiti, entrambi con grande vetrina dalla quale sorvegliare l’uscio dell’”Imperatore” mentre si faceva shopping selvaggio.
Flamma uscì alle 7 di sera; alle 10 Sydney entrò nel suo appartamento aprendo la porta corazzata col trapano LASER nascosto nella canna di un telescopio, che lei aveva tenuto nella macchina noleggiata nel periodo dell’osservazione della casa dell’”Imperatore” e che ora portava in una borsa da ginnastica, ed entrò nell’appartamento.
I colori predominanti dell’arredamento erano il porpora –il colore dei re e degli imperatori dell’antichità- tenue delle pareti, assieme all’amaranto della tappezzeria, al rosso scuro delle poltrone Luigi XVI ed al giallo delle dorature degli infissi. Sulle porte era raffigurato lo stemma di Flamma, manco a dirlo una fiamma rossa in campo oro.
L’appartamento era costituito da 6 camere: l’ingresso, la cucina, la camera da letto (con un trittico Mussolini-Franco-Hitler), il bagno, il salone (con busto in bronzo di Mussolini) e la stanza della cassaforte, che era quella che a lei interessava. Syd digitò i due codici d’accesso datigli da Messala ed esaminò i vari quadri –crostacce infami- appesi nella stanza ma dietro a nessuno c’era lo sportello della cassaforte. Sydney esaminò il pavimento. Piastrelle di terracotta perfettamente attaccate le une alle altre, niente da schiacciare o da sollevare. Il soffitto aveva solo delle lampade.
Syd decise di spostare il vaso di ficus nell’angolo e lo prese per l’affusto che reggeva la pianta; subito la parete al suo fianco si spostò rivelando uno sportello nascosto dietro di sé.
«Bel nascondiglio.» Dapprima Syd provò ad aprire la serratura col LASER, poi, non riuscendoci, decise di tagliare direttamente lo sportello con una distanza di qualche centimetro dai margini, operazione molto lunga: alle tre di notte Syd fece una pausa perché le si stavano anchilosando le braccia a star lì con quel coso, fece due passi per la casa, entrò nella camera da letto e ruppe il trittico dei tre dittatori: così quello s*****o di Flamma imparava a farle fare tutta quella fatica.
Erano le 5 del mattino quando finì il lavoro. Aveva un sonno pazzesco ed era stanca morta. Adesso Syd cominciava ad esser preoccupata; Flamma sarebbe potuto tornare da un momento all’altro. Buttò per terra lo sportello aperto e prese ciò che c’era nella cassaforte: una pistola e dei soldi, che scartò, ma si tenne dei fascicoli di documenti e la scatolina intarsiata che era evidentemente quella appartenuta a Rambaldi.

Mise tutto nella borsa da ginnastica ed uscì ma nella tromba delle scale incontrò Messala.
Lui non la poteva conoscere di viso… Syd decise di ignorarlo… fece per tirare dritto quando…
Messala le puntò contro una pistola. «Signorina Bibb, si fermi. O devo dire Sydney Bristow?»
«Come fa a sapere…?»
«Già sentita questa frase, no? Volevo vedere chi era che mi ricattava, una spia dell’SD-6.»
«Cosa vuole fare adesso?» Se la consegnava a Flamma, lei avrebbe vuotato il sacco quindi adesso l’Edile poteva soltanto ammazzarla.
«Sa, pensavo di ucciderla, ma ho pensato che se le dirò la verità lei potrebbe passare dalla mia parte.»
«Che verità?»
«Lo sa lei per chi lavora veramente? Lo sa qual è il nome in codice dell’Impero? SD-undi—»
Messala improvvisamente si accasciò. Un fiorellino rosso era apparso sul suo petto, in corrispondenza del cuore.
Da dietro di lui spuntò Laura con una Beretta silenziata.
«Mi stava per dire una cosa importante!»
«Ti stava per sparare. Ma c***o, io ti salvo la vita e tu rogni?»
«Scappiamo, qui fra poco ci sarà Flamma o la polizia!»

Mentre guidava verso l’aeroporto Syd era stracontenta di aver realizzato la sua prima missione operativa ma le dispiaceva un po’ lasciare un paese dove si mangiava così bene…

Sul volo Milano-New York Sydney si fece una bella dormita, ma sull’aereo per Los Angeles la ragazza era abbastanza sveglia per ricordarsi della frase di Claudio Messala. Cosa voleva dire che lei non sapeva per chi lavora veramente? E la sigla in codice dell’Impero, che era evidentemente SD-11, perché era così simile a quella della sua organizzazione? O era solo una coincidenza? Syd iniziò a sfogliare i documenti presi nella cassaforte di Flamma ma non trovò niente che la riguardasse, solo informazioni compromettenti su uomini politici ed industriali.
Alla fine Syd concluse che Messala la voleva semplicemente imbrogliare e si riaddormentò placidamente.
 

NOTE
1- Nota un po’ superflua: Cesare Lenzuoli e Borgia, figlio bastardo di Alessandro VI, era detto "Valentino" perché il re di Francia l’aveva creato duca di Valentinois.
2- Man, le isole del Canale.
3- Non si sa mai…
4- Nell’antica Roma gli edili erano magistrati addetti all’ordine pubblico, agli approvvigionamenti della città ed al controllo della costruzione degli edifici pubblici.
5- Gladio era un’organizzazione paramilitare messa su dai nostri servizî segreti negli anni ’50 che avrebbe dovuto darsi alla guerriglia in caso di invasione sovietica; nel 1973 fu privata di quasi tutte le sue armi e sciolta nel 1990; la loggia massonica P2, della quale era Gran Maestro Licio Gelli, riuniva parecchî personaggi di un certo rilievo delle Forze Armate, della politica e della finanza ma si dubita fortemente sul fatto che abbia mai costituito un’effettiva minaccia per la libera vita politica in Italia.
6- Servizio Informazioni Difesa, nel 1974 venne scorporato in SISMi e SISDe.
7- "Scorpione" sarebbe il nome di una cellula di Gladio a Trapani: ho letto quest’informazione su un sito e non sono sicuro della sua vera esistenza. Comunque lo metto perché fa atmosfera.


Alias © 2001/04 Bad Robot - Touchstone Television
Alias Italia - Il dossier Sydney Bristow © 2003/04 Antonio Genna
Tutti i marchi citati in queste pagine sono dei rispettivi proprietari, tutti i diritti riservati
Tutto il materiale presente nel sito "Alias Italia"  non è riproducibile senza autorizzazione!

Torna all'indice delle Fanfiction

Torna alla home page