ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da 1bix8-Giudy
Riassunto: Quello che non abbiamo mai visto, il matrimonio di Vaughn.

Data di composizione: 27 febbraio 2004
Periodo di svolgimento: durante il blackout di due anni di Sydney (fine 2a stagione)
Adatto a: tutti

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

NOTA DELL'AUTRICE: Il solito enorme grazie a Simo. Per esistere. Per esserci. Sempre.

Il matrimonio

Era affacciato alla finestra e stava aspettando che lei rincasasse. Era un anno che la aspettava. E, dopo tutto quello che era accaduto, lui la aspettava ancora.
Anche il giorno del funerale, lui aveva preparato il caffé e si era messo dinnanzi alla finestra con due tazze fumanti in mano. I caffè pian piano si erano intiepiditi, poi erano diventati gelidi, ma lui non si era mai mosso. Guardava la strada ma non la vedeva neppure. Era rimasto fino all’alba in quella posizione di attesa con le due tazze in mano, poi, senza neppure la forza di andare sul loro letto, si era abbandonato sul divano di pelle nera. L’ultima cosa che aveva visto era la fotografia sul camino da dove lei gli sorrideva perpetuamente. Poi le lacrime avevano invaso i suoi occhi.

Da quel giorno erano passati mesi, ora usciva con un’altra persona ma immancabilmente tutte le sere si metteva alla finestra ed aspettava. Passavano dinnanzi a lui cani al guinzaglio, bambini per mano, innamorati abbracciati ma lei mai. Lei non passava mai dinnanzi al suo vialetto. Una volta si ricordò di avere scorto una ragazza coi capelli bruni raccolti che faceva jogging. Era passata velocemente e lui altrettanto velocemente aveva appoggiato le tazze di caffè a mezz’aria e si era gettato al suo inseguimento. Era uscito di casa lasciando spalancata la porta e i cocci ancora sul pavimento. Alla fine l’aveva vista, era lei: era tornata! L’aveva seguita per qualche metro con il sorriso sulle labbra, poi le aveva afferrato un braccio ma girandosi si era accorto che non era lei. Dopo le scuse alla sconosciuta, era poi tornato in casa con una domanda fissa: dov’era allora lei? Non poteva credere che fosse sei piedi sotto terra e che non l’avrebbe più rivista. Non ci aveva mai creduto. Neppure quando gli avevano presentato le prove del dna eseguite sul cadavere ritrovato. Non ci avrebbe mai creduto, eppure… eppure si stava ricostruendo una nuova vita con una nuova ragazza. L’altra sera lei aveva tirato in ballo il matrimonio e lui… lui aveva detto sì. Si mise a ridere: da quando le donne facevano le proposte all’uomo?!? I tempi erano davvero cambiati… Era strano trovarsi fidanzato da un giorno all’altro e non con la donna che aveva sempre pensato sarebbe diventata sua moglie… Con lei tutto sarebbe stato diverso, immaginava di organizzare una cenetta a casa sua dove avrebbe cucinato lui mostrando le sue doti culinarie. Nei suoi sogni era un provetto chef quindi non sarebbe ricorso alla rosticceria all’angolo come suo solito… Dopo cena sarebbero andati nella sala e davanti al caminetto lui si sarebbe inginocchiato e le avrebbe donato l’anello di fidanzamento più bello che c’era. Ah i sogni! Molto probabilmente tutto sarebbe invece accaduto nel bel mezzo di una missione, lei avrebbe dovuto urlare il suo “sì” sopra la raffica di pallottole che sfrecciavano accanto ai loro corpi e non ci sarebbe stato nessun anello in quel momento. E neppure molto romanticismo… Ancora sorrise fra sé… quello era un futuro che non ci sarebbe mai stato. Perché lei era… lei era… niente, ancora non riusciva a dire quella parola… Lei non c’era più. Quando gli chiedevano dove fosse lei, lui rispondeva solamente “non c’è più”. Andata a fare la spesa? Uscita un attimo? Morta?

Prese il telefono e compose il primo numero che gli venne in mente. All’altro capo del filo rispose una voce assonnata. Guardò l’ora ma quando si accorse che erano le 4.30 del mattino era ormai troppo tardi.
- Weiss? Sono Michael. Mi sono appena fidanzato e voglio che tu mi faccia da testimone.

***

- Michael! Michael! Ehi fermati!
Weiss lo rincorse per tutto il corridoio gridando il suo nome.
- Weiss, calmati! Riprendi fiato! Che c’è?
- Che c’è?!? Mi chiedi che c’è?!?
- Sì. Allora? Che c’è?
- Forse non ricordi la tua telefonata notturna? O meglio, mattutina?!?
- Sì, la ricordo.
- E allora??? Spiegami! Con chi ti saresti fidanzato?
- Lauren.
- Lauren?
- Sì, Lauren, l’hai vista anche tu un paio di volte.
- Appunto, tu forse l’hai vista un paio di volte più di me… e vedo che sono state fatali…
- Weiss… Devo andare avanti… me lo continui a ripetere anche tu…
- Sì ma andare avanti non significa sposare una sconosciuta dopo neppure un anno che Sydney è… lo sai anche tu… morta.
Gli occhi di Michael si rabbuiarono al solo sentire pronunciare quel nome. Il sogno si era spezzato, la realtà di nuovo si riaffacciava alla sua mente. Sydney è morta. L’unico amore della sua vita defunto. Il sole si è spento. La notte aveva invaso la sua vita improvvisamente. Lauren era solo una fiammella tremolante in quel buio. Meglio di niente.
- Già… Weiss senti, abbiamo già deciso. L’unica decisione che tu possa prendere è quella se vuoi o non vuoi essere il mio testimone.
- Michael… lo sai che non ti abbandonerei mai.
- Questo è un sì?
- Sì. Sì. Lo voglio.
- È stato più difficile con te che con Lauren! – disse ridendo. Effettivamente era stato proprio così.

***

Era tornata. Da dove non sapeva. Come non lo ricordava. Sapeva solo il perché. E il perché era Michael. Era stato il suo unico pensiero da quando si erano separati ed ora era li, davanti a casa sua per vederlo e per dirgli che era tornata dal regno dei morti. Era tornata per lui.
Era li sulla macchina ad aspettarlo da ore. Chissà dov’era… Le 11 p.m. passate e di lui non c’era traccia nella casa buia.
Mentre lo aspettava, disegnava nella testa il suo ritratto. Ricordava ancora i suoi occhi verdi come l’acqua della baia di Santa Barbara e il suo odore che ancora la cullava ogni notte grazie ad una camicia rubata dal suo cassetto. Ma immaginava ora di poterlo abbracciare davvero, guardare ancora in quegli occhi, respirare ancora il suo buon profumo. Ripensando a lui sorrideva come una bambina, finalmente tutto poteva tornare com’era, finalmente sarebbero stati di nuovo insieme. Di nuovo felici.

Era arrivato sulla sua macchina. Era sceso proprio nel vialetto di casa e l’aveva visto. Era un anno che attendeva quel momento e si stava precipitando giù dalla sua scassatissima Ford grigia per correre ad abbracciarlo. Ma qualcosa la trattenne. Vide che qualcun altro scendeva dalla macchina di lui. Una donna. Bionda. La abbracciava. Ridevano. La baciava. Lacrime amare le percorsero il viso. Ogni suo sogno era stato infranto. Il suo cuore era per terra calpestato e martoriato.
Li vide per un attimo entrare abbracciati nella casa di lui. E non poté che provare odio. E invidia. E collera nei confronti di se stessa che se n’era andata e l’aveva abbandonato. E nei confronti di lui che l’aveva così prontamente sostituita. Ma forse erano solo amici. Forse non c’era nulla tra loro. Solo questo pensiero la confortava mentre riaccendeva il motore e si dirigeva lontano da quella casa ancora infestata dai fantasmi di loro due felici.
***

- Allora domani è il gran giorno eh?!
- Già… Weiss, mi raccomando, alle 11 a.m. in chiesa ok?
- Non ti preoccupare. Mi sono comprato lo smoking… sto troppo bene! Vedi mai che incontro qualche bella fanciulla…
Rise allentando la tensione che lo attanagliava. Era da un paio di settimane che vedeva Sydney dappertutto, in ogni donna che incontrava, in ogni sguardo che volgeva. Sentiva i suoi occhi bruni osservarlo. Lui si guardava attorno ma non riusciva a scorgerla. L’altra sera l’aveva anche chiamata. Poi aveva guardato la sua foto incorniciata sul caminetto e per la prima volta l’aveva ammesso. Era Morta. Sydney era morta. Non sarebbe tornata mai più.
Da quando l’aveva capito si sentiva meglio, meno in colpa nei confronti di una persona che non avrebbe più potuto baciare, toccare, guardare, sposare…

***

Lauren. Si chiamava Lauren quella strega bionda. Sydney l’aveva scoperto velocemente e così rapidamente aveva anche scoperto che i due si stavano per sposare. Da quando un informatore gliel’aveva rivelato per lei il mondo era crollato. Guardava il cielo e vi scorgeva solo nuvoloni neri carichi di pioggia. Il sole era scomparso. La sua vita sarebbe continuata in una perenne oscurità. Pensò ad uno scherzo, poi capì che era il destino che si stava prendendo gioco di lei, di loro. Non usciva più dall’albergo dove aveva ormai fissato la sua dimora. Non aveva ancora contattato né suo padre, né sua madre e neppure Will da quando era tornata. Stava tutto il giorno e tutta la notte sdraiata su quello scomodo letto con le molle a guardare il soffitto mentre abbracciava la camicia di Michael. Ormai anche quel pezzo di stoffa stava perdendo il suo profumo. Ormai non le rimaneva più nulla di lui.

Aveva cominciato a seguirlo, voleva vedere cosa faceva, come viveva. Era come una cacciatrice affamata d’amore che inseguiva la sua preda. Ed ogni volta che posava lo sguardo su di lui, il suo cuore nel petto batteva ritmi selvaggi e si spezzava in milioni di piccoli pezzettini.
Un giorno addirittura lui aveva urlato il suo nome sotto il portico di casa. Il suo nome. Da quanto non la chiamavano più Sydney… Da quanto non sentiva più pronunciare il suo nome da Michael… Avrebbe voluto uscire dal suo nascondiglio e gettarglisi al collo e soffocarlo di baci. Ma era rimasta nell’ombra. A piangere da sola con in mano un fax sbiadito con le pubblicazioni del matrimonio. Tutto ormai era perduto. Niente si sarebbe riaggiustato. Michael ora le apparteneva solo nel mondo dei sogni perché nella realtà lui era di un’altra.

***

Era giunto il giorno del matrimonio. L’aria era tiepida e una leggera brezza accarezzava gli alberi. Michael si stava guardando allo specchio nel suo abito matrimoniale. Fissò la sua immagine per un istante. All’improvviso si diresse verso il suo cassettone. Aprì il primo cassetto e lì ritrovò una familiare scatolina di velluto blu che spiccava tra calzini e boxer. La aprì. Ecco l’anello di Sydney. Ecco l’anello con cui Sydney sarebbe diventata sua moglie. In un universo parallelo.
Aveva comprato quell’anello poco tempo dopo che lui e Sydney si erano messi insieme, l’aveva gelosamente custodito anche dopo la sua morte ma ora che c’era Lauren doveva sbarazzarsene altrimenti non sarebbe mai stato libero.
Quando Lauren e lui avevano deciso di sposarsi sapeva che non le avrebbe dato quell’anello. Quello era di Sydney. Era andato in una gioielleria e aveva cercato qualcosa il più possibile diverso da quella semplice fedina con diamante.
Ora quell’anello era nelle sue mani. Lo guardava e pensava a Sydney.

Prese l’auto e si mise al volante con la scatolina al suo fianco. Approdò al molo di Santa Barbara. Santa Barbara… Lui e Sydney avrebbero dovuto passarci un week-end secoli fa… Prese la scatolina che aveva portato e tirò fuori l’anello. Le diede l’ultimo addio gettando l’anello nell’acqua del molo. Prima di arrivare a toccare l’acqua scintillò alla luce del sole per l’ultima volta. “Addio” ripeté nuovamente, questa volta ad alta voce.
Un venditore ambulante di palloncini vide lo sguardo perso e triste di quel giovane ragazzo al parapetto, tolse un palloncino rosso dal colorato mazzo e glielo donò.
- Per il suo amore.
Michael tese la mano per afferrarlo ma il palloncino, come animato da vita propria, si librò nel cielo azzurro. Dopo pochi istanti non era più visibile.
- Il suo amore è volato… mi spiace ragazzo…
- Anche a me… il mio amore è volato… e io sto sposando la donna sbagliata…

***

Era tornato a casa sconvolto dopo aver dato l’ultimo saluto a Sydney e aveva deciso di andare da Lauren. Doveva vederla. Doveva capire…

La novella sposina si stava dando l’ultima passata di mascara sulle lunga ciglia castane. Si guardava e non faceva che sorridere. Si stava sposando. Con un uomo fantastico. E lei non era mai stata così felice né così bella. L’abito bianco le lasciava scoperte le spalle e l’elaborato chignon le metteva in mostra il viso perfettamente truccato. Ancora poco e sarebbe stata ora di andare. Sorrise di nuovo.
Mentre si stava scolpendo gli zigomi con il blush, si accorse che nello specchio c’era un’altra persona che la stava fissando.
- Michael?!? Che ci fai qui?!?
- Volevo vederti.
- Michael! Porta sfortuna! L’avevi promesso!
- Lo so Lauren. Ma dovevo…
- Michael… che c’è? – la sua voce non mascherava una punta di agitazione
- Nulla. Nulla. – la baciò sulla fronte – Sei bellissima.
- Promettimi che fra due ore sarai all’altare.
- Te lo prometto.

Lauren si era rasserenata, il volto si era rilassato e la contrattura ai lati della bocca era sparita. Le aveva promesso che ci sarebbe stato. E Michael manteneva sempre le promesse. Poteva finire di prepararsi. “Al diavolo le sciocche superstizioni” pensò tirandosi il velo sul volto. Lei si sarebbe sposata.

Michael si era voltato e se n’era andato. Un velo di tristezza aveva invaso i suoi occhi limpidi come il cielo di primavera. Le aveva promesso che ci sarebbe stato. E lui manteneva sempre le promesse. Ora poteva andare in chiesa ad aspettarla sull’altare. Lui l’avrebbe sposata.

Sydney aveva assistito all’intera scena. All’inizio aveva sperato che lui fosse venuto per dire addio a Lauren. Ma non l’aveva fatto. Non era da Michael tirarsi indietro. Lui aveva promesso a Lauren che ci sarebbe stato. E Michael manteneva sempre le promesse. Loro si sarebbero sposati. Allora voleva bene a quella biondina… allora l’amava… Sydney era piena di dubbi. Come avrebbe dovuto comportarsi ora? Sarebbe dovuta uscire allo scoperto? Oppure avrebbe dovuto rimanere ancora nell’ombra?

***

Lauren si alzò dalla sedia per ammirarsi nel grande specchio della camera. Mentre si rimirava si accorse che nello specchio c’era un’altra persona che la stava fissando.
- Sydney Bristow?!?
- Vedo che mi conosci.
- Io… io ho lavorato sul tuo caso. Tu sei morta. L’abbiamo accertato.
- Bhè, devi imparare che a questo mondo non ci sono certezze.
- E ora? Cosa hai intenzione di fare?
- Tu che ne dici?
- Vuoi venire allo scoperto? Oggi??? Oggi io e Michael… noi ci sposiamo.
- L’avevo intuito… - disse con un ghigno ironico
- Lui mi ama.
- Lui ha amato anche me.
- Ma tu eri morta! Lui si sta rifacendo una vita… con me! Lui ora è felice! – le lacrime le stavano sbavando il trucco perfetto. La bambola stava perdendo la sua perfezione.
- Lauren, ho capito. Io… io rimarrò in disparte.
- Cosa??? – aveva smesso per un attimo di piangere.
- Io… io gli ho fatto molto male… io non lo merito… e ora lui sembra felice. L’ho amato, lo amo tuttora ma lui… lui mi ha dimenticata. Ora ci sei tu. Ti chiedo solo un favore: non mentirgli mai, non farlo soffrire. Ha già subito abbastanza ingiustizie…
- Te lo prometto Sydney. Io lo amo.
- Già… anch’io – aggiunse sottovoce.
Sydney si avviò verso la porta.
- Noi oggi non ci siamo mai incontrate. Ma ritornerò, prima o poi…
Lauren si era avvicinata a lei e l’aveva abbracciata con le lacrime al volto. Sapeva che si stava sacrificando per la sua felicità.
- Sydney… grazie…

Se ne andò com’era venuta: silenziosamente. Lauren pensò che forse era stata una sua allucinazione. Poi si girò e vide sullo specchio una scritta fatta con il suo rossetto. “Congratulazioni”. Quando l’aveva fatto? Non l’avrebbe mai saputo. Quello che però intuiva è che Sydney era una ragazza davvero speciale. E ora capiva come Michael si fosse innamorato di lei. “Non lo farò mai soffrire” promise a se stessa e a quella donna che aveva offerto la propria felicità per la sua.

***

Michael l’aspettava impaziente all’altare. L’organo suonò e una donna col velo iniziò a camminare a piccoli passetti verso di lui. Il suo voltò si illuminò per un attimo quando vide Sydney avanzare con uno splendido vestito bianco che le scopriva le spalle. Sbatté le palpebre e questo bastò perché la scena cambiasse e davanti a lui avanzasse lentamente Lauren. La donna che sarebbe diventata sua moglie.
Quando lei lo raggiunse si guardarono. Michael tirò un sospiro. È fatta. Non si torna indietro. Weiss gli toccò la spalla.
- Sei davvero sicuro di ciò che fai? – gli disse bisbigliandogli nell’orecchio – Sei ancora in tempo.

***

Erano usciti dalla chiesa sotto una pioggia di chicchi di riso e si erano baciati davanti a tutti gli amici che erano venuti a festeggiarli. Lauren era radiosa, non era mai stata così felice. Michael la abbracciava e la baciava e sorrideva a tutti. Ad un certo punto aveva guardato oltre la folla e aveva visto una ragazza bruna. Stava piangendo. Era lontana ma… era sicuro che fosse Sydney. Si guardarono per una frazione di secondo poi la figura scomparve. Lauren l’aveva girato verso di lui e lo stava baciando con un coro di applausi in sottofondo. Tentò di trovarla con gli occhi tra la folla ma di lei non c’era più traccia. Si divincolò dalla presa di sua moglie e si gettò verso il punto dove l’aveva vista. Si guardò intorno con lo sguardo disperato. Non c’era più. Se n’era andata. Quando tornò da Lauren lei preoccupata gli aveva domandato che cosa fosse successo e lui le aveva risposto che era solo una vecchia amica venuta a salutarlo. Lauren non gli aveva detto nulla, si era limitata ad abbracciarlo e a mormorargli sottovoce “Ti farò felice”.

***

Non aveva resistito all’impulso di vederlo un’ultima volta. Si era diretta verso la chiesa e si era fermata nella piazza di fronte. Ancora sperava che succedesse qualcosa che impedisse le nozze. Qualsiasi cosa. E invece dopo qualche istante li aveva visti uscire. Sotto una pioggia di riso si erano baciati. Sembravano così felici. Le lacrime le avevano rigato il viso. Ad un certo puntò lui aveva volto gli occhi su di lei, si erano guardati per un istante infinito. Lei si sarebbe ricordata di quello sguardo per sempre. Poi Lauren l’aveva di nuovo tratto a sé e lei se n’era andata. Doveva scomparire. Rifarsi una nuova vita. Era ancora troppo presto per tornare ad essere Sydney Bristow. Accarezzò nella tasca la sua carta di identità. La tirò fuori per presentarla all’imbarco aereo. Bentornata Julia.

FINE?


Alias © 2001/04 Bad Robot - Touchstone Television
Alias Italia - Il dossier Sydney Bristow © 2003/04 Antonio Genna
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