ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da Neverin
Riassunto: In due anni sono tante le cose che succedono. Le persone cambiano. E' davvero possibile lasciarsi il passato alle spalle? E' possibile ricominciare? E come lo è? Sydney ritorna dopo due anni di oblio…

Data di composizione: dal 7 al 13 settembre 2003
Adatto: a tutti
Svolgimento: Inizio terza stagione. Contiene SPOILER!

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro. I personaggi nuovi sono di proprietà dell'autrice.

Nota dell'autrice: I personaggi del racconto sono creati da JJ Abrams: spero di non averli “traditi”.
Questo è quello che la mai fantasia, aiutata dagli spoiler, ha creato come ipotetico primo episodio. Avrei voluto essere più ottimista, ma dopotutto Alias non è di mia proprietà … se lo fosse …le cose sarebbero un tantino diverse. Niente di personale JJ…

Il risveglio

“Siamo gocce di un passato che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te
Quello che non abbiamo”

- “There lies more peril in thine eye, than twenty of their swords”. Allora ragazzi, da dove ho preso questa citazione? –
- E' Shakespeare –
- Davvero notevole Julie. Ma come voi saprete, o almeno, dovreste sapere, William Shakespeare ha scritto almeno una quarantina di opere teatrali. Nessuno di voi sa dirmi da quale di queste ho tratto la citazione? Ne sarei molto contento e almeno la smetterei di pensare di aver parlato per tutto il semestre con il ritratto di Jane Austen appeso sulla parete in fondo. -
- Jane Austen troverebbe le sue lezioni molto interessanti, professor Vaughn -
- Grazie di cuore Mike, ne sono onorato, ma mi piacerebbe davvero che anche voi trovaste interessanti le mie lezioni. Allora, qualcuno di voi riesce a dirmi in quale opera è detto “C'è pericolo maggiore nel tuo sguardo che in venti delle loro spade”?-
- “Romeo e Giulietta”, atto secondo, scena seconda. E' la scena del balcone. Romeo ha scalato le mura del palazzo dei Capuleti per incontrare Giulietta, ma in questo modo corre un grave pericolo, perché se gli uomini dei Capuleti lo vedono, lo uccidono. Infatti Giulietta gli ha appena detto “Se ti vedono ti uccideranno”…prof.?...si sente bene?..-

“se ci vedono insieme…ci uccidono”

- ..Sì..sì..cosa?-
- Si è assentato per un momento…tutto bene?-
- No è che...mi è venuta in mente una cosa…di tanto tempo fa…una vita fa…bene…tutto bene…molto bene Sarah, brava -

DRIIIIIN

- Bene ragazzi, riguardatevi Shakespeare e Marlowe perché vorrei chiudere con il teatro elisabettiano e passare oltre. Ci vediamo domani, arrivederci -
- Arrivederci -
L'aula si svuotò rapidamente
- Arrivederci prof. …professore è sicuro di star bene?-
- Cosa? …Sì Sarah, sto bene… è che delle volte la poesia ci ricorda emozioni che avevamo dimenticato…-
- Lei vive troppo nel suo mondo, nei suoi libri…non dovrei essere io a dirglielo, ma fuori di qui c'è un mondo pieno di cose da fare, di avventure da vivere… lasci un po' i suoi libri a casa e vada a fare un bel viaggio. Scommetto che non è mai uscito dalla California…-
- Già...ci farò un pensierino Sarah, grazie per il consiglio. Arrivederci –
“Un mondo pieno di avventure”… se solo avesse saputo…a 32 anni aveva già sperimentato abbastanza e aveva già vissuto abbastanza avventure. Quello che voleva era solo una vita normale, con un lavoro normale, una famiglia normale, essere una persona normale…

“gente normale che va al suo lavoro normale”
“non posso credere che te lo ricordi ancora!”

… quella voce dal passato…a chi mentiva?, per quanto ancora sarebbe riuscito a portare avanti quella farsa?...no basta! Doveva scacciare quei pensieri dalla mente…quelle emozioni…quelle immagini…quello sguardo… quello sguardo che aveva travolto la sua vita, che l'aveva messa in pericolo tante volte, ma che gli aveva fatto conoscere la felicità…gli mancava quello…

- E' permesso? –
- Weiss, che ci fai qui? –
- Bell'accoglienza! Fa sempre piacere sapere di essere i benvenuti. –
- Dai, non fare come tuo solito. Sai che sei sempre il benvenuto. E' solo che non eri mai venuto fino a qui. Ti manco così tanto? –
Weiss abbozzò un sorriso che non servì però a far scomparire la sua espressione preoccupata.
- Ehi, è successo qualcosa? Perché hai quella faccia?-
Weiss esitò.
- E' successo qualcosa? Lauren sta bene? –
- Sì, sì stai tranquillo. Non si tratta di tua moglie. –
- E allora che cosa c'è? Di che si tratta?...Vuoi parlare?-
- Ecco…l'Agenzia vorrebbe…che tu andassi ad Hong Kong…-
- L'Agenzia vuole che io vada ad Hong Kong? Si sono persi le mie dimissioni?... Per essere la CIA siete un po' disinformati…il mio lavoro è un altro adesso! Ne sono fuori, ho chiuso con quella vita. E' finita! –
- E' importante…-
- E' importante… Questa non me la voglio perdere...Cosa c'è di così importante per l'Agenzia per mandarti fino a qui a chiedermi di andare ad…Hong Kong!...Te lo chiedo per l'ultima volta. Di cosa si tratta? Voglio una risposta semplice!-
- Si tratta di Syd.-
Se gli avessero sparato, avrebbe sentito meno dolore. Quel nome era stato bandito dalla sua mente tanto tempo prima. Sentirlo ora era un dolore lancinante. Riapriva una ferita che sanguinava ancora…nonostante tutto…nonostante ci avesse provato a dimenticare…dimenticare…e ora …
Non riuscì a sembrare calmo mentre diceva:
- Cosa c'entra la morte di Syd con Hong Kong? Hanno trovato i responsabili?-
- No, no. Stammi a sentire. E' difficile dirlo così ma… ok… due ore fa abbiamo ricevuto una chiamata al Centro Operativo. Una donna si è identificata come agente numero 2300844 -
- Cosa?! –
- …E il codice di conferma che ci ha fornito è corretto –
- Come è possibile?...il codice…ha detto qualcosa? -
- Ha detto di non ricordare come fosse arrivata lì e nemmeno da quanto tempo fosse li. Kendall le ha detto di raggiungere il rifugio. Quando è arrivata, il nostro agente sul posto ci ha dato la conferma visiva. …E' lei…è…è viva.-
“E' viva”
- E' viva... ma non può essere…noi…io…-

****** flash back ****************************************************************
Le fiamme erano talmente alte che si vedevano già a quattro isolati di distanza. Premette il piede sull'acceleratore. Non servì a molto. La macchina andava comunque troppo piano. O almeno così gli sembrava. Non faceva altro che ripetersi che c'erano molte case in quella zona. Ma non serviva a nulla, il presentimento che qualcosa di catastrofico fosse successo persisteva. Svoltò talmente in fretta da far fischiare i pneumatici. E inchiodò.
Le fiamme avevano divorato ormai quasi tutta la casa. C'erano la polizia e i vigili del fuoco, i paramedici. Il presentimento si era rivelato fondato. Avrebbe voluto scagliarsi fuori dalla macchina, entrare in quella casa semi-carbonizzata, invece prese il telefono e compose un numero. L'FBI doveva arrivare più in fretta che poteva, tra poco la polizia avrebbe iniziato a fare domande. E l'unica risposta che avrebbe dovuto avere era che in quella casa abitavano tre ragazzi molto gentili, delle brave persone, che lavoravano e che ogni tanto avevano amici per casa, come tutti i ragazzi dopotutto. Lui invece avrebbe voluto altre risposte.
Chiuse la chiamata e corse fuori. Si avvicinò alle transenne.
- Sono un amico… cosa è successo? Stanno tutti bene?-
- Signore adesso non possiamo dirle nulla.-
- Lei non capisce, devo sapere. Ci sono dei feriti?-
- Lei è un parente?-
- Un parente?...Io…veramente…la mia ragazza vive lì -
L'agente lo guardò con aria costernata.
- Passi. Parli con il tenete. E' quello con la giacca nera vicino al furgone.-
Il furgone…nella fretta non ci aveva fatto caso. Era il furgone del coroner. Si avvicinò in fretta all'uomo che gli era stato indicato dall'agente.
- Cosa è successo? Ci sono feriti?-
- Lei chi è, scusi? –
- Sono un amico. La mia ragazza vive qui. Sta bene? Dov'è?-
- Signore, per il momento abbiamo trovato solo due persone. Un ragazzo con una grave ferita da arma da taglio. E' stato portato d'urgenza in ospedale. E una donna afroamericana con diversi colpi di arma da fuoco. E' in fin di vita. Anche lei è già in ospedale…-
- Signore! Signore! Abbiamo trovato il terzo… è …-
I due paramedici si avvicinarono. Reggevano una barella sulla quale era disteso un corpo coperto da un telo. Il poliziotto alzò il telo. Tutti videro un corpo carbonizzato e irriconoscibile. Il tenente fece cenno di coprirlo e di portarlo via. Non voleva che quell'uomo vedesse quel corpo.
- Mi dispiace. Temo che non ci sia più nulla da fare. Ascolti, lei conosceva bene le persone che abitavano qui. Voglio dire, oltre alla sua ragazza? –
- Si certo. Ma di chi era quel corpo…era di una donna? Ditemi qualcosa? Devo sapere se è viva, se sta bene? Mi descriva le due persone portate in ospedale...potrebbero non essere i miei amici -
- Ha motivo di credere che potessero essere altre persone? –
- Ma cosa sta facendo? Mi interroga? E'lei che deve rispondere, non io. Dove è ?-
- Senta, capisco che è sconvolto, ma in questa casa sono successi dei fatti fuori dall'ordinario questa notte, e per ora lei è l'unica persona che forse può dirmi qualcosa.-
- Senta io…- non riusciva a pensare...non capiva. Cercava con lo sguardo qualsiasi indizio che gli dicesse che quel corpo non era di Sydney. Cercava tra la folla il suo volto…
- Tenente Salinger? Sono Paul Sutton, FBI. Questo è l'ordine. Il caso da adesso passa a noi.-
- Cosa? Ma si tratta di omicidio…non ci vedo niente di federale in un omicidio.-
- Niente domande e niente questioni. Mi consegni appunti, registrazioni, fotografie. Devo avere tutto immediatamente. Ho già mandato due squadre all'ospedale a sostituire i suoi agenti. Inoltre le devo chiedere di non far parola con nessuno di quanto ha visto stasera. –
- Sta scherzando vero? –
- Non scherzo mai quando si tratta di sicurezza nazionale. – Si girò, e solo allora vide che di fianco al tenente c'era un uomo con un'espressione atterrita dipinta sul volto. – Agente Vaughn, tutto bene?-
Non ottenne risposta. – Porteremo il corpo ritrovato al centro, per le dovute analisi. Faremo un test del DNA. Prima di allora non si disperi.-

********************************************************************************
Ricordava ancora esattamente il medico venirgli incontro. Camminava lentamente, trascinando i passi, come se quasi non volesse raggiungerlo. Il suo volto portava stampata la risposta che più temeva. Non sentì nemmeno la voce che gli diceva che purtroppo il test del DNA era positivo e che quel corpo apparteneva all'agente Bristow….Ricordava che aveva sentito il vuoto dentro di sé. E ora lo sentiva di nuovo. Due anni per tentare di riempire il vuoto che la morte di Sydney gli aveva creato attorno e dentro, due anni nei quali si era inventato una vita, mentendo molte volte a se stesso e a chi gli stava intorno. E ora era come due anni fa. Ora gli stavano dicendo quello che avrebbe voluto sentirsi dire due anni fa. Ora disse quello che avrebbe voluto dire due anni fa:
- Voglio vederla. E' già pronto l'aereo?-



Mai le dodici ore che separavano Los Angeles da Hong Kong gli erano sembrate tanto interminabili e mai quell'oceano gli era sembrato tanto vasto e nero. I voli militari non erano certo i più comodi, ma sicuramente erano i più veloci. A ben pensarci era quasi un anno e mezzo che non saliva su uno di quegli aerei da cargo, che non sentiva il freddo che si sente a quella quota, che non provava quel misto di paura e adrenalina. Lasciare la CIA non era stata una decisione facile. L'Agenzia aveva fatto parte della sua vita da sempre. Credeva nel suo lavoro, come ci aveva creduto suo padre. Era quello il lavoro che aveva sempre desiderato fare, nonostante tutto, nonostante a causa di quello stesso lavoro suo padre fosse morto così prematuramente e in maniera così atroce, nonostante molte volte avesse dovuto assistere a manovre non troppo oneste, a inganni e a intrighi giustificati in nome della ragion di stato, nonostante avesse rischiato la vita tante e tante volte...lui continuava a credere nel suo lavoro... ma il suo lavoro aveva fallito. Lui aveva fallito. Lui non era riuscito a proteggere ciò che più amava, non era riuscito a salvare la persona che amava. Non c'era e avrebbe dovuto esserci. Lui, il suo angelo custode, era dietro una scrivania a scrivere uno stupido rapporto, con la mente che già pensava al fantastico week-end che stava per iniziare...mentre lei stava lottando per sopravvivere, mentre lei veniva uccisa. E ora sentiva di aver fallito ancora. Non avrebbe dovuto arrendersi, avrebbe dovuto cercarla, avrebbe potuto trovarla se solo non avesse scelto di dimenticare, di ricominciare da capo. Aveva fatto la scelta sbagliata. Aveva sistemato tutto e poi aveva chiuso.

*********flash back **************************************************************
- E' permesso? –
Non era felice di trovarsi ancora nei corridoi di un ospedale. Ma qualcuno doveva essere lì e quel qualcuno era lui. Will si era appena svegliato, quattro giorni dopo un' operazione durata più di otto ore che gli aveva salvato la vita. Toccava a lui dirgli che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. Programma Federale per la Protezione dei Testimoni; in altre parole una nuova identità, un nuovo lavoro, una nuova vita lontano da tutto e da tutti. A pensarci bene le loro sorti si assomigliavano, anche lui stava per rinunciare a tutto ciò che amava....perché l'unica cosa che amava veramente gli era stata portata via...
- Entra, entra – disse una voce flebile
- Come ti senti ? –
- Come uno che è stato accoltellato dal clone della sua ragazza e che si è risvegliato in una casa in fiamme... Mio Dio!... Riesco perfino a fare dell'ironia... sapete niente di Francie ?-
- Non è stato ritrovato nessun corpo, se è questo che intendi. Will, mi dispiace veramente. Doveva essere una persona fantastica. –
- Già, ti sarebbe piaciuta. Era così solare, piena di vita. L'ammiravo molto, sai? Era fantastica... –
Will pensava all'inganno di cui era stato vittima e non riusciva a capire come avesse fatto a non accorgersi della enorme differenza che c'era tra la sua amica, tra la sua ragazza, e quella donna ... eppure...era tutto annebbiato, ma gli sembrava di ricordare delle lacrime sul suo volto...mentre affondava la lama...forse non aveva finto del tutto... ma cosa importava? Aveva ucciso una delle persone più importanti della sua vita e aveva tentato di uccidere lui...forse aveva tentato di fare del male anche a Sydney ... Sydney ..non ci aveva ancora pensato. Perché non era lì? Perché non era venuta a vedere come stava? Forse era stata ferita..
- Dov'è Syd ? – decise di chiedere.
- Will, Syd ... –
Perché Michael aveva quel volto ? Era come se...
- Sta bene, non è vero? – chiese sempre più preoccupato.
- Mi dispiace dovertelo dire così, adesso... Syd. ... non... lei è ... –
Will vide gli occhi di quell'uomo che sembrava sempre tanto sicuro di sé velarsi di lacrime, la sua fronte farsi fitta di rughe. Non era difficile capire quello che era successo. Sentì una stretta fortissima al cuore. L'aveva persa....per sempre. E davanti a sé vedeva un uomo che condivideva il suo stesso dolore. Entrambi amavano quella donna più di tutto...lui era però il suo migliore amico. Non aveva potuto essere di più e aveva imparato a farsene una ragione, aveva imparato a essere felice nel vederla felice con un'altro uomo. Con l'uomo che era davanti a lui ora. Per molto tempo non aveva nemmeno saputo della sua esistenza. E quando ne era venuto a conoscenza aveva provato fastidio. Fastidio e gelosia nei confronti di quell'uomo che sapeva così tanto della sua vita, che aveva un rapporto così forte con la sua Sydney; lei gli aveva detto che per molto tempo Michael era stata l'unica persona di cui potesse fidarsi, con cui potesse essere totalmente sincera. Era stato ancora più geloso quando lo aveva conosciuto di persona e si era reso conto che era molto diverso da come l'aveva immaginato. Una volta aveva persino pensato che anche Michael fosse geloso di lui, anche se non l'aveva mai dato a vedere, al contrario, aveva fatto di tutto per aiutarlo. Aveva molta stima di quell'uomo, ed era felice che Syd avesse trovato una persona così.
- Tu come stai ?- disse cercando di trattenere le lacrime.
- ...Andrà meglio prima o poi... – si scosse e cambiò espressione – Purtroppo ho un'altra notizia da darti –
A parlare ora non era più l'uomo che aveva appena perso l'amore della sua vita, ma era un giovane agente CIA perfettamente addestrato a compartimentare ogni emozione negativa.
- I miei superiori ritengono che tu non sia al sicuro. Vorrebbero che tu accettassi la custodia protettiva. –
- Custodia protettiva? Non capisco..-
- Cambierai identità, città, vita. Inizierai da capo, da un'altra parte. Pensaci. Lo so che è difficile, ma è per la tua sicurezza. Fossi in te accetterei, è la cosa migliore. –
- Non potrò più vedere la mia famiglia, i miei amici –
- Esatto. Non ti dico che sarà facile, non lo sarà affatto. Ma è una possibilità che non devi scartare a priori. Hai il tempo della convalescenza per pensarci.-
- Sarà per sempre?-
- Fin tanto che non troveremo i responsabili di tutto questo.-

********************************************************************************

E due anni dopo, i responsabili non erano ancora stati trovati. Su quell'aereo pensava che forse le cose erano ancora più complicate di quanto non avessero immaginato. Solo una persona poteva far luce sugli eventi di quella notte, sugli eventi di quei due anni. Doveva arrivare ad Hong Kong. Doveva vederla. Aveva così tante cose da chiedere, così tante cose da spiegare. Forse era vero, lei non ricordava più nulla. Continuava a guardare attraverso il finestrino l'oceano sempre più nero. Due anni di oblio. Anche per lui era stato lo stesso, da quel giorno in cui le aveva detto addio.

******** flashback ***************************************************************
Il funerale era stato straziante. Dixon aveva parlato a lungo delle qualità di Sydney: della sua forza, della sua dolcezza, della sua fragilità e della sua onestà. Ogni parola era un'immagine di lei nella sua mente, e faceva male. Non aveva nemmeno potuto dirle addio. E ora gli amici e i colleghi non potevano far altro che piangere su un'urna in granito e ricordare una persona straordinaria. Jack era distrutto, ma non mostrava nessun segno del suo dolore. Dopo la funzione gli si era avvicinato, l'aveva guardato negli occhi e gli aveva detto qualcosa sul fatto che l'aveva sempre rispettato e sul fatto che sapeva quanto fosse dolorosa anche per lui la perdita di una persona che entrambi amavano infinitamente. Lui non aveva risposto. Molte volte non aveva condiviso i metodi di quell'uomo, e a volte nemmeno le sue idee, eppure sapeva che aveva molto da imparare da un uomo così, e da un'agente così. In quel momento era stupito del suo contegno. Aveva appena perso la figlia ma non si lasciava soprafare dal dolore. Forse aveva in mente qualcosa, forse sapeva qualcosa che lui non sapeva. Ma in quel momento non ci voleva pensare. Prese l'urna che Jack gli consegnò, lo guardò e salì in macchina.

Il Molo di Santa Monica era deserto all'alba... ed era bellissimo. L'Oceano era vasto e pacifico. Sydney amava quel posto più di ogni altro. Era lì che avrebbe voluto riposare per sempre. Lasciò cadere le ceneri nel mare, poi si sedette sulla panchina vicino al parapetto.
“Quando ti senti veramente giù o sei triste...sai che puoi sempre...lo sai, hai il mio numero”
E' così che era iniziata. Pensava a ogni singolo istante in cui era stato con lei, in cui aveva temuto di perderla, in cui l'aveva sentita vicina e poi spaventosamente lontana. Pensava a quanto il destino fosse stato crudele con loro. In che modo avesse giocato con le loro vite, con il loro amore. E quando tutti gli ostacoli sembravano essere stati abbattuti, quando avevano trovato un modo per accettare i problemi che rimanevano tra loro, proprio nel momento in cui erano più felici, di nuovo la mano del destino era arrivata a distruggere tutto. Questa volta per sempre.


*******************************************************************************

- Siamo arrivati signor Vaughn . Un'agente l'accompagnerà al rifugio. L'aereo riparte tra cinque ore. –
Seguì l'agente fino alla macchina. Salì. Stava per rivederla... non riusciva ancora a crederci. Era felice che fosse viva, immensamente felice, eppure sentiva una stretta al cuore. Era ancora sconvolto. Che cosa le avrebbe detto? Come avrebbe fatto a spiegarle che... che l'aveva dimenticata? O almeno, che aveva fatto di tutto per dimenticarla...di tutto, compreso lasciare il suo lavoro e innamorarsi di un'altra donna al punto di prometterle di amarla per sempre, al punto di sposarla.
Per la prima volta pensò a Lauren. Weiss l'aveva sicuramente avvertita della sua partenza, anche se molto probabilmente non le aveva rivelato la vera motivazione di quel viaggio improvviso. Pensò a Lauren e si sentì ancora più confuso. Sapeva di amare quella donna anche se era consapevole del fatto che non avrebbe mai potuto amarla come aveva amato Sydney. Syd ... di nuovo si chiese come avrebbe fatto a dirle che la sua vita ora era davvero distrutta. Che la loro vita ora era davvero distrutta. Poi d'improvviso un dubbio :
- Siete davvero sicuri che sia l'agente Bristow ? –
- Ovviamente no, dovremmo procedere all'esame del DNA e alla scansione oculare, come di routine per questi casi. Ma ci sono ottime probabilità che sia davvero lei. Non abbiamo nessuna informazione che ci porti a sospettare della presenza di un altro duplicato. Ad ogni modo stia attento. E se le riesce, cerchi di capire quanto sa. Se non è lei, potrebbe tradirsi. –
- Farò attenzione. –
Scese dalla vettura. Prese un ampio respiro ed entrò nell'edificio. Un agente locale lo attendeva in un androne. Gli andò in contro.
- Buona sera, la stavo aspettando. Lei è l'agente Vaughn ?-
- Signor Vaughn, veramente.-
- L'Agenzia ha mandato un civile per il recupero? –
- Evidentemente. L'aereo parte tra quattro ore. Devo riportare l'agente Bristow, o chiunque quella donna sia a Los Angeles. Non ho tempo per giustificarmi o spiegarle più di quanto non sia nel suo interesse sapere. Dove sono le chiavi?- cercò di sembrare il più professionale possibile.
- Lo sapevo...l'Agenzia non avrebbe mai mandato un civile per il recupero. Ecco le sue chiavi agente. Buona fortuna.-
Gli strappò le chiavi di mano. Non aveva tempo per le spiegazioni. Non voleva stare un attimo di più in quell'atrio. Solo una rampa di scale lo divideva dalla verità, e lui doveva sapere. Arrivò davanti alla porta. Era il momento. Qualsiasi persona si fosse trovato davanti in quella stanza, la sua vita sarebbe cambiata di nuovo. Girò la chiave nella serratura. Respirò. Aprì la porta.


*********** flashback ************************************************************

Aprì la porta dopo aver bussato.
Una giovane donna era seduta alla sua scrivania china su delle carte. Senza nemmeno sollevare lo sguardo gli fece cenno di entrare e di accomodarsi. Terminò di leggere l'incartamento che aveva davanti, poi lo richiuse, si sistemò dietro l'orecchio una ciocca di capelli biondi che le era caduta davanti agli occhi, e solo allora guardò l'uomo che aveva davanti.
Era indubbiamente affascinante e da quanto aveva appena letto, risultava essere uno degli agenti più brillanti della CIA. Sinceramente in quel momento non vedeva altro che un uomo distrutto dal dolore davanti a sé. Decise che doveva fare molta attenzione nel porre le sue domande.
- Lei è l'agente Vaughn ?-
L'uomo annuì.
- Molto piacere. Mi chiamo Lauren Reed, sono del Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Siamo interessati ad approfondire le circostanze della tragica scomparsa dell'agente Bristow –
- Vorrà dire della sua morte..-
Non si aspettava quella brusca interruzione. Continuò quello che capiva essere un lavoro tutt'altro che facile.
- Comprendo bene la sua situazione, ma abbiamo qualche domanda da porle. Spero che anche lei comprenda l'importanza e l'urgenza di tutto questo.-
- Certamente. –
Non capiva come comportarsi. In quell'uomo c'era qualcosa che sembrava irrimediabilmente spento, c'era sofferenza e gelo. Decise di prendere l'argomento alla larga.
- Lei conosceva molto bene l'agente scomparsa..-
- Non è possibile saltare le domande banali e retoriche e arrivare al dunque?! Cosa vuol sapere dell'agente Bristow che non può trovare su quei dettagliatissimi dossier che ha davanti?-
- Agente Vaughn, capisco bene, le ripeto, la sua situazione. Perdere un collega è sempre molto doloroso, ma è necessario che lei risponda alle mie domande. La prego. Allora...l'agente Bristow l'ha mai messa a conoscenza di sue personali preoccupazioni riguardo la propria vita?-
- Ma lei li ha letti quei dossier?! Mi ascolti bene: sono stato il contatto dell'agente Bristow per quasi due anni. Grazie alla sua attività di agente doppiogiochista è riuscita a distruggere una delle più importanti organizzazioni terroristiche su scala mondiale...e lei mi viene a chiedere se qualcuno poteva volerla morta?!! Quando mi hanno detto che l'NSC voleva farmi delle domande pensavo si trattasse di qualcosa di serio, non di una perdita di tempo. Pensavo che foste seriamente interessati a trovare i responsabili della morte di Sydney!-
Sydney...ora capiva... c'era qualcosa di importante che mancava in quei dossier. L'uomo che aveva davanti non aveva perso solo un collega. Si sentiva ridicola ora a fare quelle domande. Le sembrava di prendere in giro il dolore più totalizzante che potesse esistere.
- Mi scusi... non ne avevo idea...-
- Di cosa? Dell'inutilità di questo lavoro ?-
- No... del fatto che lei fosse legato all'agente Bristow ... – prese fiato, e disse – Capisco il dolore, la frustrazione che sta provando... solo un consiglio... non sia troppo duro con se stesso...-
- Bene... ora passiamo dalle domande ai consigli!.... Mi scusi...lei non c'entra niente in tutto questo... Non può sapere, non può nemmeno immaginare quanto Syd fosse importante nella mia vita. Avevamo così tante cose da fare... non ha mai avuto nessuno di cui potersi fidare veramente, che fosse davvero onesto con lei, che vegliasse su di lei... avrei potuto essere io quella persona... ma ho fallito, non c'ero quando lei è stata davvero in pericolo. Voleva solo una vita normale... la voleva più di ogni altra cosa... avrei dovuto... . Mi scusi. Ha altre domande?-
Non aveva il coraggio di aprire bocca. Era troppo il dolore che affliggeva quell'uomo, eppure sentiva di poterlo capire. L'agente Bristow doveva essere stata una donna straordinaria. Aveva letto il suo fascicolo e ne era rimasta ammirata. La forza che aveva avuto nell'affrontare una doppia vita, il coraggio nel ricostruirsi un'esistenza dopo che tutto ciò in cui credeva e che amava le era stato tolto. Si chiedeva che ruolo quell'uomo che le sedeva davanti avesse avuto in tutto quello... certamente doveva averla aiutata a trovarsi una nuova ragione di vita, doveva essere stato il suo appoggio, l'alleato che mai aveva avuto. Doveva averla amata come mai nessun altro. Sì... anche a lei, Lauren Reed , sarebbe piaciuto essere amata come lo doveva essere stata Sydney Bristow.
- Forse è meglio se rimandiamo le domande a un'altro momento. Mi dispiace di averle ricordato momenti così dolorosi. – fece una pausa – troveremo i responsabili, stia tranquillo. –
- Mi scusi ancora per.. mi scusi. Arrivederci allora. –
- Arrivederci-
Mentre lo guardava uscire, si sentì egoista nel pensare che avrebbe voluto davvero rivedere quell'uomo.

********************************************************************************

Aprì la porta. Non l'aveva mai vista così tanto bella. E quando lei gli si gettò tra le braccia la strinse forte... erano quasi due anni che non provava quella sensazione...
La guardò...non sapeva cosa dire

- Il duplicato era Francie!-
- Lo so..-
- Cosa è successo a Will? E a Francie, sono morti?-
-Will sta bene-
- Cosa..? Come è...?-
- Tu....-
Non sapeva niente... doveva dirle tutto...come avrebbe fatto senza sconvolgerla più di quanto già non lo fosse?

- Siediti –
La guardava fisso negli occhi. Ancora non riusciva a credere che fosse viva... non capiva quello che provava in quell'istante...era felice, angosciato...terribilmente confuso, e non riusciva a dire nulla

- Vaughn ?-

Sentirla pronunciare il suo nome lo riportò alla realtà.... era tutto vero... lei era viva ed era seduta davanti a lui... e doveva avere una spiegazione.

- Pensavamo che fossi morta. ... Mi hanno chiesto di tornare per ... per spiegarti....-
- Tornare da cosa?... Di che cosa stai parlando?-

******** flashback ***************************************************************

- Lascio!-
-Cosa?! Stai scherzando vero?!-
- Mai stato più serio.-
- Non puoi farlo!-
- No, forse non mi sono spiegato bene. L'ho già fatto. Ho rassegato le mie dimissioni a Kendall dieci minuti fa. .-
- Ma sei impazzito?! Non te ne puoi andare proprio adesso!-
- Non me ne posso andare?! E sentiamo invece perché dovrei restare qui un solo minuto di più?-
- Perché questo è il tuo lavoro Mike, no, anzi, è la tua vita. Hai sempre voluto fare questo... ne conoscevi i rischi e li hai sempre affrontati. Non puoi mollare ora!-
- Posso mollare e l'ho appena fatto. Weiss, ... tutto questo... non ha più senso per me. Sai perché credevo in questo lavoro? Lo sai?! Perché noi combattiamo i cattivi, noi troviamo le informazioni che permettono di rendere il nostro Paese sicuro. Rischiamo le nostre vite per permettere alla gente di vivere in tranquillità le loro! Ma che cosa ne è di noi? Un'agente torna a casa e viene ucciso da una terrorista con cui viveva da più di due mesi! E nessuno ne sapeva niente, neanche il minimo sospetto! Dov'era l'Agenzia allora? Dov'eravamo quando Syd moriva?!! -
- Parli così perché sei sconvolto... ed è normale, sono sconvolto anche io...-
- No, io non sono sconvolto... Sono arrabbiato...sono deluso! Tutto quello che Sydney ha fatto per la CIA... ecco il risultato!!!-
- Senti... manca anche a me... e ci sto male... ma lei non vorrebbe vederti così. Devo essere io a ricordarti in quale circostanza vi siete conosciuti?-
- Era diverso. Lei aveva qualcosa in cui credere, aveva uno scopo... doveva consegnare Sloane alla giustizia..-
- E tu devi trovare chi le ha fatto tutto ciò...chi vi ha fatto tutto questo è là fuori e il tuo compito è restare qui e trovarlo. Nasconderti, dimenticare non ti farà soffrire di meno. Non puoi dimenticarla e lo sai benissimo... ma devi trovare chi te l'ha tolta! Senti, prenditi un po' di tempo, ok? Pensaci... non puoi andartene.-
-Ascolta.... forse hai ragione, forse non è la strada più giusta, ma non posso stare qui... Non posso tornare ogni mattina in questo posto... c'è troppo... troppo di... più di quanto possa sopportare. C'era una cosa che io e Syd avremmo voluto più di tutto: una vita normale. E' quello che farò ora. Vivrò una vita normale, lontano da questo mondo che si è preso tutto ciò che avevo... e che non mi ha lasciato niente. La CIA non ha bisogno di me.-
- Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non sei tu a parlare, non posso crederlo. Dove è finito Michael Vaughn ?-
- E' morto forse... chi può dirlo?... Devo andare, è stato bello lavorare con te. Se avete bisogno...per delle domande...sai dove trovarmi. Ci vediamo.-
-Ci puoi contare. So che tornerai-
- Non ci sperare-
Non avrebbe messo mai più piede in quel posto. Ora voleva solo una cosa: dimenticare il più in fretta possibile gli ultimi due anni della sua vita ... gli unici anni veramente felici che avesse mai vissuto... doveva dimenticare, doveva andare avanti.

********************************************************************************

E ce l'aveva fatta a dimenticare, a ricominciare da zero... come se quel giorno di una vita fa, nel suo ufficio, non fosse mai entrata quella ragazza con quei folli capelli rossi...con quello sguardo spaurito... terribilmente fragile, eppure talmente forte... quella ragazza che aveva perso tutto, tutto ...eppure aveva trovato la forza di combattere e nel suo ufficio lo pregava con gli occhi di non mentirle... Non le aveva mai mentito... invece aveva mentito a se stesso quando si era detto che avrebbe potuto dimenticarla.... perché ora lei era lì, davanti a lui e aveva di nuovo quello sguardo spaurito, di nuovo aveva perso tutto e di nuovo lo supplicava di non mentirle... ma questa volta era diverso... Per la prima volta sentì di avere tradito la sua fiducia...

- Vaughn.... perché porti quell'anello?-


********* flashback **************************************************************

L'NSC l'aveva contattato ancora diverse volte e aveva dovuto a rispondere a molte domande che continuavano a riaprire quella ferita che con ogni forza tentava di richiudere.

Un giorno poi, aveva incontrato per caso l'agente Reed, e avevano iniziato a parlare della sua nuova vita lontano dall'Agenzia. Era facile parlare con lei. In molte cose le ricordava Sydney: anche lei era molto dolce e molto forte allo stesso tempo, era determinata, in gamba... Gli piaceva trascorrere del tempo con lei. Più la frequentava più sentiva che il tormento che aveva dentro si calmava, ed era quasi certo che anche lei stesse bene in sua compagnia. Lei sapeva ormai tutto di Sydney, e non diceva mai nulla di banale per cercare di alleviare la sua sofferenza. Le era immensamente grato per questo. Presto la gratitudine si trasformò in rispetto, il rispetto in amicizia, l'amicizia in affetto e l'affetto divenne qualcosa di più. Si accorse che lei era innamorata e anche lui sentiva qualcosa , qualcosa che andava oltre l'amicizia... Sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticare Sydney o amare un'altra donna come aveva amato lei... ma Syd non c'era più, non sarebbe più tornata e ora nella sua vita c'era Lauren... e lui aveva bisogno di lei, del suo sostegno, del suo amore, della sua forza. E forse era anche per questo che dopo circa un anno le aveva chiesto di sposarlo. Ed era felice con lei, con la sua vita normale, il suo lavoro normale, la sua famiglia normale. Questa volta non avrebbe permesso a niente e nessuno di interferire con la tranquillità che si era a fatica conquistato.... A nessuno.

********************************************************************************

Ma non aveva fatto i conti con l'impossibile. E ora l'impossibile era davanti ai suoi occhi. Sydney lo fissava con lo sguardo disorientato e impaurito... era incredula...lei non sapeva nulla! Per lei erano passate forse dodici ore da quando lui l'aveva baciata e le aveva detto che sarebbe tornato a prenderla dopo aver fatto rapporto... Come avrebbe voluto anche lui che fossero passate solo dodici ore...

- Syd... da quella notte che sei scomparsa... sono passati... sei stata via per quasi due anni...-

Due anni? Erano passati due anni?! Non era possibile. Cosa stava succedendo? Erano tutti impazziti? E perché erano tutti così strani? Prima Kendall al telefono, ora Vaughn ... cosa era successo?! La testa iniziò a girarle vorticosamente e sentì che stava per svenire. Tentò di concentrare le sue forze per non perdere i sensi. Aveva paura e non capiva. Non poteva essere vero non potevano essere passati due anni da quella notte. Ricordava la scoperta del duplicato, la lotta con quella donna ... il corpo di Will esanime nella vasca ... aveva sparato a quella donna e poi si era lasciata andare, esausta: sapeva che presto qualcuno sarebbe venuto a soccorrerla. Invece quando aveva riaperto gli occhi si era trovata da sola a migliaia di chilometri di distanza da casa sua ... e ora le dicevano che erano passati due anni da quella dannata notte, ventiquattro mesi di cui non aveva nessun ricordo! A fatica riusciva a rimettere insieme le parole che aveva appena sentito: Will stava bene... Vaughn...quella fede...non poteva essere vero ... si sentì sola, terribilmente sola, per la prima volta.
Ricordava quel giorno in cui aveva deciso di distruggere l'SD-6 ... anche allora si sentiva sola: aveva perso tutto, aveva perso l'uomo che amava. E anche alla CIA l'avevano trattata con diffidenza ... tutti tranne quell'agente. Lui era gentile e premuroso, non l'aveva guardata con circospezione o con pietà, invece era stato sincero e lei aveva sentito che avrebbe potuto fidarsi di lui. Per questo era stata felice quando aveva saputo che sarebbe stato lui il suo contatto. Pian piano aveva permesso a quell'estraneo di entrare a far parte della sua vita, di diventare l'appoggio di cui aveva bisogno per sopravivere. Poi aveva scoperto che erano molte le cose che li legavano e che ciò che li univa veramente era molto più forte di ciò che li divideva. All'inizio lui era solo l'unico con cui potesse essere sincera, l'unico che conoscesse e potesse capire la sua vita e le sue difficoltà... lentamente era diventato più di un amico... era diventato insostituibile, tutto quello che avevano passato insieme, i rischi che avevano corso... si era innamorata di quel ragazzo così onesto, sincero, brillante, che riusciva a farla ridere anche nei momenti più drammatici.... ed era bellissimo sentirsi amata allo stesso modo... sentire di non essere sola ... Ma adesso lo era... e questa volta per davvero.
Aveva capito che era successo qualcosa di strano, ma quando Vaughn era entrato da quella porta si era sentita sollevata. Lui era lì, non aveva nemmeno sperato di poterlo vedere così presto... ma ora, quelle parole ... la stavano divorando, la stavano annullando velocemente... Di nuovo si sentì svenire e fu tentata di lasciarsi andare. Forse se si fosse addormentata, al suo risveglio si sarebbe trovata a casa sua, invece che a Hong Kong ... chiuse gli occhi e si lasciò cadere. Si svegliò qualche istante dopo. Era stesa su una branda, Vaughn la guardava negli occhi ... sentì che anche lui stava soffrendo. Come avrebbero fatto adesso? Raccolse le forze e parlò:
- Due anni. Come è possibile?-
- Non lo so ... non lo sanno ... io credevo che potessi dirmi qualcosa. –
Si mise a sedere sul letto.
- Io non ricordo nulla! – urlò disperata. Cosa le era capitato in quei due anni? Come poteva essere che nessuno lo sapesse? Perché?
- Mi stai dicendo che la CIA non sa niente? Mi avete creduta morta, seppellita.. e poi basta?! Vi siete dimenticati di me? Non posso crederci... come sono morta, eh?! Come! –
- Non lo so, non lo so! ... Ho visto il tuo corpo carbonizzato, il DNA combaciava...ti ho dovuta seppellire!! Ho dovuto rispondere a un centinaio di domande che non hanno portato a niente ... non l'hanno mai capito ..-
- Sei qui per spiegarmi... ma non sai niente. Hai lasciato la CIA, vero? –
- Sì -
- Perché tu? Perché hanno mandato proprio te? –
- Non volevano che fosse un estraneo a dirti ...-
- A dirmi cosa? Che la mia vita è distrutta? Che l'indirizzo attuale di Sydney Bristow è il cimitero militare? Che tutti mi hanno creduta morta e nessuno si è sprecato a cercare i responsabili? A dirmi che... che l'uomo che amo si è sposato con un'altra?! ... a conti fatti mi sembri la persona meno indicata da mandare qui. Dove è mio padre?-
- E' in custodia federale –
Scoppiò in lacrime. Suo padre era in un carcere federale, Vaughn si era rifatto una nuova vita ... che ne sarebbe stato di lei? Su chi avrebbe potuto contare ora?
Vaughn fece per avvicinarsi, ma lei si tirò indietro con uno scatto ... cosa era successo alla sua vita? Chi era l'uomo che aveva davanti? ... i suoi occhi erano così diversi ... si sentì confusa, stordita. La realtà intorno a lei si stava alterando. Credette di stare per svenire, invece era ben sveglia, ma non era più in quel rifugio fatiscente ad Hong Kong... era in una stanza lussuosamente ammobiliata, anche i suoi capelli e i suoi vestiti erano diversi ... alzò gli occhi appena in tempo per schivare il pugno che stava per colpirla. Reagì e la lotta si fece più violenta. Un uomo di cui non poteva vedere il volto voleva ucciderla e lei doveva sopravvivere. Vide una corda appesa al tendone, l'afferrò e si scaglio contro quel killer ... riuscì ad avvolgergliela attorno al collo ... e strinse.

- Sydney!-

Mollò la presa e indietreggiò. Cosa le era successo? Era nuovamente ad Hong Kong ... aveva avuto un'allucinazione. Vaughn era inginocchiato sul pavimento, la corda ancora avvolta intorno al collo. L'aveva quasi ucciso. Cosa era diventata? Cosa le avevano fatto? Aveva perso il controllo della sua mente. Cosa aveva fatto? Aveva quasi ucciso ... Non poteva stare lì un secondo di più. Corse verso la porta, l'aprì e corse lungo il corridoio, giù per le scale e poi per il vicolo...

-Sydney, aspetta! –

Era Vaughn. Si fermò e si voltò ancora in lacrime.

-Cosa mi è successo? Cosa farò adesso? –
- Io ...-

Non disse altro. Andò verso di lei e la strinse come mai aveva fatto prima. Non sapeva come rispondere alla sua domanda. Non sapeva cosa sarebbe stato di lei... di lui... Mai come in quel momento, in un vicolo deserto in una città lontana, con la donna più importante della sua vita stretta tra le braccia, mai si era sentito così disperato. Sarebbe stato difficile trovare una soluzione... ma dopotutto mai le cose per loro erano state facili. Decise che ci avrebbe pensato in un altro momento. Affondò il volto nei suoi capelli e tentò invano di trattenere le lacrime.. Syd era viva, era tornata. Nient'altro importava.




Aveva passato la notte insonne, girandosi e rigirandosi in quel letto nuovo. Le immagini delle ore trascorse in ospedale le davano il tormento. Gli esami, le domande. Cosa volevano da lei? Lei non sapeva niente. Era lei ad avere migliaia di domande alle quali nessuno sapeva rispondere.
Si alzò e decise di andare in cucina a prepararsi qualcosa di caldo. Ci mise un po' a trovare l'interruttore della luce: non aveva ancora avuto modo di conoscere la casa. ... Si sedette al tavolo davanti a una tazza di tè bollente e rimase a fissare il vuoto che aveva dentro.
- Non riesci a dormire? Il letto è scomodo? –
- No, no... non è quello. Anzi, non ho ancora avuto modo di dirtelo, ma sei stato molto gentile a permettermi di stare qui. –
- Puoi restare qui fin che vuoi. Mi fa piacere, davvero. –
Weiss era proprio un caro amico. Era così premuroso nei suoi confronti.
- Grazie. Ma sei sicuro di volere in casa un tormento come me? –
- Non potrei essere più felice. – fece una pausa – So come ti senti. E' strano per tutti noi. –
- Mi sembra di vivere in un brutto sogno. Me ne sto qui e mi aspetto di svegliarmi da un momento all'altro. Ma più il tempo passa, più mi rendo conto che questo non è un incubo, ma è la realtà ... che tutto questo mi sta succedendo per davvero. E non so cosa fare. –
- Andrà tutto bene, stai tranquilla. In qualche modo ne verremo fuori.-
Era strano sentire quelle parole pronunciate da Weiss .
- Confessa. La prima volta che mi hai vista, non ti fidavi di me –
- E questo chi te l'ha detto? Come l'hai capito? ... Ah, dimenticavo che adesso ho in casa una delle migliori spie d'America ... Insomma, avanti... avevi quella ridicoli capelli rossi! –
- Non un granché come travestimento, vero? –
Risero. Era la prima volta che rideva da quando era ritornata alla sua vita. Ma smise subito. Il cuore le si fermò. Aveva davanti agli occhi l'immagine di quel giovane agente che le sorrideva e che cercava di metterla a suo agio, di tranquillizzarla. L'unico che l'avesse mai veramente capita, l'unico vero alleato, l'unico vero amore ...
- E' passato molto tempo ...- sospirò.
- Quattro anni. –
- E ora devo ricominciare tutto dall'inizio. –
- Ce la farai. Sei forte, te la sei sempre cavata –
- Ma prima era diverso. Ora sono sola.-
- Non lo sei. –
- Hai ragione ... devo reagire –
- Sì ... allora, sei davvero pronta per tornare al lavoro? –
- Credo che sia la cosa migliore. E poi ho bisogno di stare in un posto familiare ... lì ci sarete voi. -
- Marshall non sta più nella pelle. Spero soltanto che non ti sommerga con il racconto della sua vita.-
- Speriamo che non pianga !-
Risero nuovamente. Era una fortuna avere Weiss come amico. Riusciva a sdrammatizzare anche i momenti più tristi. Non si sentiva più così sola.
- Piangerà, stai tranquilla -
- Sì, piangerà ...-
- Che cosa ti preoccupa?-
- Pensavo a mio padre ...e a Will.-
- Non so dove sia Will, ma forse è meglio così. Correva un pericolo troppo grande a stare qui.-
- Non sa nemmeno che sono viva.-
- Quando scopriremo dove sei stata, cosa ti hanno fatto ...Quando troveremo i responsabili della tua scomparsa ... Will potrà tornare. –
- Ci vorrà molto ... Ho paura di quello che potrei scoprire. –
- Non devi. Non è tua la colpa di quello che ti è successo. –
- Sei l'unico a pensarla così. Non si fidano di me. Pensano che me ne sia andata volontariamente, che sia io la responsabile della mia scomparsa. –
- Non è vero .. è solo che ... non sanno cosa possa essere successo, non capiscono –
- Ed è per questo che mi danno un supervisore dell'NSC? –
- L'NSC ha condotto le indagini sulla tua ... morte... Ora, è naturale che vogliano conoscere le ragioni della tua scomparsa, e del tuo ritorno. Vogliono sapere cosa ti è successo ... e la chiave è nei tuoi ricordi... e poi potresti anche essere in pericolo –
- Devo essere una bella spina del fianco ... Almeno ora avranno capito perché non hanno mai trovato i responsabili della mia morte. Devono essere dei geni ...-
- Ehm... già. Comunque non ti preoccupare, io lavorerò con te, e ci saranno anche Marshall e Dixon, è lui il grande capo ora. –
- Sai già chi mi supervisionerà? –
- Sì ... è .... un' agente molto in gamba. –
- Speriamo bene. –
- Già, speriamo bene. –



- Hai intenzione di accettare l'incarico ?-
- Non mi è stata data scelta. E comunque credo di essere la persona più indicata. Conosco bene il caso, meglio di chiunque altro. –
Desiderò ardentemente di non aver pronunciato quelle ultime parole. Eppure era vero. Aveva passato gli ultimi due anni su quei dossier. Molte delle informazioni contenute in quegli incartamenti erano il frutto diretto del suo lavoro, delle sue osservazioni e delle sue indagini.
- Non metto in dubbio la tua conoscenza dei fatti. ... Sto parlando dell'aspetto ... emotivo.-
- Posso gestirlo. E' il mio lavoro e lo so fare bene. –
Aveva pronunciato quest'ultima frase con un tono irritato. E lo era: da una parte sentiva che finalmente, dopo due anni di indagini, avrebbe potuto scoprire la verità, ma dall'altra era cosciente del fatto che l'unica persona che potesse aiutarla era Sydney Bristow. E forse era questo che la irritava di più: non sapeva se sarebbe riuscita a gestire una collaborazione con la donna che suo marito aveva amato. E ancora di più la irritava il fatto che fosse proprio lui a farglielo notare.
- Lauren, so che sai fare bene il tuo lavoro. So quanto ci tieni ... solo che non è facile. Insomma, tutto questo è così assurdo! Sydney che torna dopo due anni, tu che ricevi l'incarico di supervisionare il suo lavoro. Insomma, sei un ottimo agente, ma credo che sia meglio lasciare quell'incarico ad un altro. –
Aveva paura ... paura che tutto ciò che era riuscito a mettere a tacere tornasse a farsi sentire. Rivedere Sydney dopo tutto quel tempo, scoprire che era viva .. quello che aveva provato quella notte ad Hong Kong ... Da quella sera continuava a pensare a lei, a dove era stata ... avrebbe voluto saperlo anche lui. Dopotutto anche lui si sentiva una vittima, come lo era Sydney. Solo che mentre lei non aveva memoria di quei due anni, lui aveva alle spalle moltissimi ricordi dolorosi che voleva cancellare. Erano entrambi vittime del gioco malvagio di un qualcuno che adesso lui voleva trovare. Dovevano trovare le persone che li avevano fatti soffrire così tanto ... loro ... lui e Syd ... Si rese conto di quanto i suoi sentimenti fossero ancora vivi ... e si sentì in colpa. Ora la sua vita era un'altra e nella sua nuova vita c'era posto solo per Lauren. Ed era per questo che non voleva che sua moglie si occupasse del caso. Doveva mantenere la distanza da Sydney... prima che fosse troppo tardi, prima di venire travolto di nuovo ...
- Io non lo credo. –
Quella frase interruppe il corso dei suoi pensieri e lo riportò alla realtà.
- So cosa c'era tra te e l'agente Bristow... so cosa hai passato. Ma se credi che sia meglio per noi due che io stia lontano dal caso, ti sbagli. Dobbiamo sapere la verità ... devi conoscerla se vuoi chiudere definitivamente con il passato. –
Si morse di nuovo le labbra. Era davvero sicura che suo marito volesse chiudere definitivamente con il passato? In quei due anni l'aveva visto lottare strenuamente per dimenticare Sydney e per superare il dolore che la sua morte gli aveva causato, ma adesso che lei era tornata ... forse lui non era più così sicuro di volerla dimenticare, forse ... No. No, doveva scacciare quei pensieri dalla sua mente. Michael aveva chiuso con il passato e non si sarebbe lasciato coinvolgere dai problemi di quella donna. Avrebbe lottato per la sua famiglia, e la sua famiglia era lei, sua moglie ... la persona che gli era stata vicina quando lui più ne aveva bisogno, la donna di cui si era innamorato e che aveva scelto di sposare. Era lei la donna che Michael aveva scelto di amare per sempre.
- Michael, voglio solo concludere il mio lavoro. Cerca di capire ... è la cosa migliore. –
Era l'unico modo di chiudere con il fantasma del passato. Michael non poteva non rendersene conto. E poi lei voleva sapere dove fosse stata Sydney Bristow per tutto quel tempo. Chi era stata. Davvero non riusciva a ricordare nulla?




Tornare al centro operativo era stato come tornare a casa. Non avrebbe mai pensato che quel luogo potesse mancarle, ed in effetti non si sarebbe mai sentita così due anni prima, ma ora quegli uffici e le persone che ci lavoravano rappresentavano il suo unico legame con il passato, con ciò che era stata e con ciò che voleva tornare ad essere.
E poi tutti erano stati eccezionali. Dixon era quasi commosso mentre l'accompagnava alla scrivania. E Marshall...come Weiss aveva previsto Marshall l'aveva travolta con il racconto della sua vita, del suo matrimonio, del bimbo in arrivo... e aveva pianto! Erano molte le cose che erano cambiate anche lì, però si sentiva bene... finalmente un posto familiare, con volti familiari ... mancava solo suo padre. Non aveva ancora potuto riabbracciarlo, ma aveva intenzione di chiedere il permesso di vederlo. Non sapeva ancora come, ma doveva trovare un modo per farlo tornare in libertà. Aveva bisogno di lui, era l'unico che poteva aiutarla a scoprire la verità. Era l'unica persona che le era rimasta.
Era con questi pensieri in testa che si era avvicinata a Dixon.
- Dixon, ho una richiesta da farti. Nessuno mi ha ancora detto perché mio padre è in custodia federale, non so dov'è ... voglio vederlo, devo parlare con lui.-
- Syd, non so se sarà possibile. Vedi, quando ti ha creduta ...morta... lui ... le indagini non producevano risultati... e così lui ha iniziato a collaborare con tua madre ... è per questo che è stato arrestato. –
- Complicità con una terrorista! Certo... Ma almeno ha cercato altre vie per scoprire cosa mi era successo. Devo vederlo, devo parlare con lui ... sappiamo benissimo che è l'unico che può davvero aiutarmi. –
- Cercherò di farti avere il permesso. Ma non ti prometto niente. –
- Grazie. E poi ho un'altra cosa da chiederti ... Voglio vedere i fascicoli sulle indagini.-
- Eccoli, te li avevo già preparati...questo è quello che sappiamo, speriamo che tu possa dirci di più. Solo tu hai la chiave. –
- Vorrei ricordare qualcosa. –
Prese i fascicoli e si sedette alla scrivania per analizzarli. Per la prima volta vide le foto di quel corpo carbonizzato, lesse i risultati dell'autopsia, del test del DNA. Si soffermò sui risultati dell'inchiesta e degli interrogatori: suo padre, Will, Vaughn, Sark, Allison, Sloane.... Nulla, non c'era nulla che potesse aiutarla, che le facesse venire in mente anche un solo dettaglio... e poi quell'indagine era stata condotta male, superficialmente ed ingenuamente. Avrebbe dovuto ricominciare da capo... parlare con...

- Agente Bristow? Scusi se la disturbo. Sono Lauren Reed dell'NSC. –
- NSC? Allora lei deve essere il mio nuovo supervisore. Molto piacere. –
Strinse la mano di quella giovane donna. Strano, sembrava a disagio nell'incontrarla.
- Bhè, veramente non credo che abbia bisogno della mia supervisione. Mi veda più come un collegamento. Ho partecipato alle indagini... e ora vorrei sapere cosa le è successo. –
- Già, pare che interessi a molti sapere cosa mi è successo ... ora che sono tornata. A proposito delle indagini, alcuni interrogatori sono carenti. E poi ho visto che avete la testimonianza di Arvin Sloane ... l'avete preso? ...voglio vederlo. –
- Non è possibile...vede il signor Sloane si è consegnato spontaneamente poco dopo la sua ... scomparsa ... ma ora non è più in nostra custodia... è libero. –
- Cosa?! – Non riusciva a crederci: la CIA aveva liberato Arvin Sloane!
- Ha collaborato e in cambio ha ottenuto l'immunità. –
- Non posso credere che mio padre sia in carcere per aver collaborato con mia madre al fine di trovare i responsabili della mia scomparsa... e che invece l'unico vero responsabile di quello che mi è successo è libero... Avete dato l'immunità ad Arvin Sloane... avete creduto a tutte le storie che vi ha raccontato e l'avete lasciato andare ??!! –
- E' quello che abbiamo fatto. Avevamo bisogno di informazioni. –
- Informazioni che sono false... chi ha concesso quell'accordo? –
- Sono stata io. –
- Ma lei ha letto quei dossier... non posso credere che si è lasciata raggirare da quell'uomo e che gli abbia dato la possibilità di continuare i suoi traffici con la benedizione del Governo Americano!!!–
- Syd, c'è qualche problema? –
- Sì Weiss...pare che il mio nuovo supervisore dell'NSC abbia lasciato libero l'unico responsabile di quello che mi è successo... non posso credere che l'abbiate lasciata libera di fare...-
- Non potevamo fare altro Syd.... non avevamo scelta... –
- Già... siete stati tutti molto facili ad arrendervi! –
- Agente Bristow, parla così perché è sconvolta.... so che ha mille ragioni personali per voler vedere Sloane dietro le sbarre, ma lui non ha niente a che fare con la sua scomparsa. –
- Questo è quello che le ha detto? –
- Sta mettendo in discussione il mio operato agente? –
- Non ce n'è bisogno. Direi che si mette già in discussione da solo. –
- Adesso basta. Syd, sei sconvolta, lo capisco... ma nessuno si è arreso, nessuno. Abbiamo fatto tutti quello che potevamo fare date le circostanze... Lauren, Sydney conosce Arvin Sloane meglio di chiunque altro qui, se crede che sia il caso di ricontrollare, allora ti consiglio di farlo. Non risolveremo mai niente se continuerete a discutere così. –
- Hai ragione. Mi dispiace. Ok... a questo punto credo che sia il caso di vedere Sloane... sapete dov'è?-
- E' in Svizzera. L'accordo prevedeva che fosse sempre a disposizione in caso avessimo domande per lui. Organizzerò un'incontro per domani. –
- Bene agente Reed. E invece che ne è di mia madre?-
- Irina Derevko? Non sappiamo dove sia. Crede che possa esserci d'aiuto?-
- Sicuramente è l'unica che ha i contatti giusti per avere le informazioni che ci servono. Forse Sark sa dove si trova. Possiamo parlargli? –
- Certo, ho chiesto il suo trasferimento qui questa mattina. Potremo vederlo tra un paio d'ore. Ma in questi anni è sempre stato in nostra custodia... non credo che possa aiutarci. –
- Sark sa sempre più di quello che ci vuol far credere... e poi gli farà piacere rivedermi dopo tutto questo tempo. Lui ha lavorato per mia madre... come Allison Doren... dovremo controllare anche lei. –
- Mi sto già accordando con i federali...lei è in loro custodia ora.... –
- Perfetto. Non c' è fretta dopotutto. Credo che lavoreremo bene insieme...mi dispiace per la mia reazione di prima... –
- So cosa ha passato ...-
- Puoi darmi del tu.... lavoreremo insieme per molto tempo. Quello che mi è successo … è importante per me scoprire la verità....-
- E difficile dover ricominciare tutto da capo. –
- Già.... i dossier non dicono come ci si sente.... quando ci si rende conto di essere soli, di aver perso tutto. Sto diventando un'esperta in questo...ce l'ho fatta una volta...ce la farò di nuovo. Ma mi sembri più preoccupata tu di me. –
- Sydney...c'è una cosa che devi sapere. Non è il momento giusto, ma tanto credo che non ci sarà mai un momento giusto...e quindi credo che prima te lo dico meglio è.... non so come dire... so molte cose di te... molte di più di quelle che ci sono su quei dossier... –
- Non capisco ...-
- C'è una persona.... che mi ha raccontato molto di te... una persona che ...-
- Lauren, di chi stai parlando?-
- Di Michael ... io sono ... sono sua moglie. –
Dovette sforzarsi per restare in piedi. Sua moglie.... non poteva essere...così era quella la donna che Vaughn aveva sposato. Avrebbe dovuto vederla ogni giorno, lavorare con lei.... vederla felice con l'uomo che lei amava...vederla vivere la vita che lei avrebbe dovuto vivere. Perché era stato dato a lei il caso? E perché aveva accettato?
Non mostrò stupore, né dolore.... indossò la maschera che avrebbe dovuto portare per molto tempo, quella della donna matura e forte... non disse niente, soltanto:
- Andiamo da Sark... credo che sia arrivato. –
Weiss guardò le due donne allontanarsi. Questa volta sarebbe stata dura per Syd superare quella prova.


- Agente Bristow?! –
- Sark non ti disturbare a fingerti sorpreso. Sapevi benissimo che ero viva, e forse sai anche dove sono stata. –
- Non so di cosa stai parlando. Mi è stato detto che eri morta, mi hanno fatto un sacco di domande...quello che sapevo l'ho detto all'inchiesta.... Ricordi Stoccolma? E' stata l'ultima volta che ho visto la luce del giorno. –
- Già...non ho ancora avuto modo di dirtelo, ma mi dispiace per il tuo naso...-
- Non c'è problema....Allora, cosa vuoi Syd...non sei venuta qui solo per scusarti per il tuo... collega... –
- In effetti potremmo parlare anche di Allison.... ma in un'altro momento. Sai cosa voglio sapere. Voglio sapere di mia madre, del progetto Helix.... del mio esame del DNA. –
- Ti ripeto che non so niente.-
- Senti, basto già io a corto di memoria... ok, non sai dove sono stata, chi mi ha fatto sparire... ma sai di elica, dei duplicati.... dimmi qualcosa...ti conviene parlare, la mia vita è già abbastanza difficile e non sono sicura di essere troppo stabile mentalmente... fossi in te cercherei di sforzarmi.-
- Va bene... ma parlarne è complicato... datemi carta e penna e vi scriverò tutto ciò che so di quello che è rimasto del progetto elica... ma i mie dati sono vecchi di due anni...e non so nulla del tuo DNA. Quello che so l'ho gia detto all'agente Reed...a proposito agente...è sempre un piacere rivederla, parlare con lei mi fa sentire a casa.-
- La Gran Bretagna non è così orgogliosa di averti ospitato ...-
- Proprio una vera britannica... più gelida del ghiaccio...-
- Sark adesso basta.... ti porteremo da scrivere...cerca di darci una mano... e non fare scherzi-
- Avanti Syd...abbiamo lavorato insieme, dovresti sapere che sono serio sul lavoro .-
- L'unica cosa che so di te è che di te non mi devo fidare. Arrivederci.-
- Ciao Syd...Ci vediamo agente Reed...a proposito...a chi delle due devo porgere i mie saluti per il mio vecchio amico Michael Vaughn? –



Era con la confusione e il dolore provocatole da quei due incontri che era tornata a casa.
Gettò la giacca su una sedia e si lasciò cadere sul divano. Non riusciva a non pensarci... Quella era la donna che Vaughn aveva sposato... era lei che... Doveva impedire a se stessa di torturarsi a quella maniera. Dopotutto lui aveva il diritto di rifarsi una vita...lei era scomparsa...morta...lui aveva fatto bene ad andare avanti...l'aveva fatto anche lei dopo la morte di Danny... lei amava Danny, ma era andata avanti dopo la sua morte....aveva incontrato Michael, si era innamorata...non aveva smesso di pensare a Danny, ma amava Michael...più di qualsiasi altra cosa.... e anche lui aveva fatto la stessa cosa.: era andato avanti con la sua vita...eppure lei sentiva che... se fosse stata al suo posto, non si sarebbe arresa...avrebbe cercato i responsabili di quella tragedia...non l'avrebbe superata così in fretta...Non aveva mai amato nessuno come Michael...l'avrebbe aspettato...anche per sempre...Basta! basta! Quello era torturarsi...doveva accettare la realtà delle cose, e la realtà era che lui si era rifatto una vita con quella donna e che ora toccava anche a lei andare avanti...dimenticare. Non doveva lasciare che la sofferenza la opprimesse e che opprimesse le persone che amava. ...
I suoi pensieri vennero interrotti dal suono del campanello. Andò ad aprire.
- Ciao, cosa ci fai qui? .. Voglio dire, Weiss non c'è. –
- Lo so... mi ha detto che starai qui per un po'. Devo dirti una cosa. –
- Senti...per un po' preferisco non vederti ... e non parlarti. –
- Capisco ... ma è una cosa importante ...-
- ...Va bene...accomodati allora. –
- Ecco...ci ho pensato continuamente... ogni istante, da quando siamo tornati da Hong Kong...-
- Vaughn per favore. Dimmi quello che devi dirmi.-
- Torno alla CIA –
- E sentivi il bisogno di dirmelo?-
- Mi sembra giusto che tu lo sappia...e volevo sapere se... insomma, dovremo lavorare insieme. –
- Non mi pare che abbiamo mai avuto problemi a lavorare insieme. –
- Non è di questo che sto parlando. –
- So benissimo dove vuoi arrivare...ma non ho voglia di parlarne. Non voglio parlarne...non voglio pensarci. Se vuoi tornare per te stesso, per le tue ragioni...mi va benissimo...sono contenta per te. Ma non tornare per me. Non mi devi niente. –
- E invece sì... e lo devo anche a me. –
- Sei un po' in ritardo per fare qualcosa, non credi? Adesso non ti far prendere dai sensi di colpa. Il DNA combaciava, ricordi? Io ero morta. Quello che hai scelto di fare dopo...avevi le tue ragioni.... non ti rimprovero nulla, va bene? Non mi devi niente. E tanto meno devi qualcosa a te stesso. –
- Syd, non ti intestardire, io voglio sapere chi e cosa c'è dietro a tutto questo. –
- C'è già tua moglie ad occuparsene...è molto brava nel suo lavoro!-
- Non volevo che accettasse. –
- E perché? Si può sapere perché sei così tanto convinto di poter disporre della mia esistenza? Di sapere cosa è meglio per me? Tu non sai più niente di me! Io non so più niente di me! Quindi ti ripeto quello che ti ho già detto una volta: smettila di tentare di rendere la mia vita più facile...non è questo il tuo compito...specialmente adesso...così rendi tutto più difficile...un inferno!!!-
- Scusa ma non posso farne a meno. Quello che ti è successo riguarda anche me!-
- No Vaughn, non ti riguarda più! Sono io che ho un vuoto di due anni nella mia memoria. C'è il mio di nome su quella stramaledetta lapide in quel cimitero! Sono io che mi ritrovo la vita distrutta. Tu...la tua nuova vita.... siete perfetti così. Quindi non venirmi a dire che i miei problemi riguardano anche te...non te lo permetto! Non sei più il mio contatto, non sei più il mio...non sei più niente ... io non sono più un tuo problema!-
Pronunciò quelle ultime parole urlando... e poi scoppiò in lacrime.
Non poteva vederla così. Le si avvicinò e le scostò la ciocca di capelli che le era finita davanti agli occhi. - Mi dispiace-
- No, dispiace a me. Non avrei dovuto dire quelle cose. ... Sai? So cosa si prova a perdere qualcuno... so cosa hai passato. E comprendo la tua scelta di ricominciare a vivere...l'ho fatto anche io – fece una pausa. I suoi occhi fissavano quelli di lui...entrambi sapevano di cosa stesse parlando.- e ora devi continuare per la tua strada. Anche se io sono tornata ... tu devi continuare la tua vita. –
- Sai che non posso. Non posso fare finta che tu non sia qui. –
- Ma è quello che devi fare. E io so che è quello che farai....-
- Lo so... Ma devo anche tornare al mio lavoro. Devo sapere la verità. E tu lo sai. –
- Lo so – Gli sorrise anche se dentro si sentiva totalmente distrutta. Lo amava disperatamente, ed era per questo, solo per questo che non gli avrebbe permesso di lasciarsi travolgere dal passato.
- Allora ... che fiori mi portavi la domenica mattina? –
- Beh... veramente, ecco... io non ho ancora avuto modo di dirtelo...sembrava ti piacesse così tanto l'idea, ma... non esiste nessuna lapide... ho disperso le tue ceneri in mare. –
Risero tutti e due. E per un istante sembrò loro che niente fosse cambiato... che tutto fosse come due anni prima. Loro due, insieme, capaci di sorridere nonostante tutto, capaci di amarsi nonostante tutto. Si guardarono negli occhi per un istante infinito e si dissero senza parole quanto ancora provassero l'uno per l'altra.... vissero nuovamente ogni momento che avevano passato insieme, quelli difficili, quelli indimenticabili...Ancora una volta la vita li aveva allontanati... ma non c'era niente che potesse spezzare l'incantesimo che c'era tra loro... niente poteva impedirgli di provare quello che sentivano... E lo sguardo divertito di un attimo prima, ritornò ad essere quello sguardo intenso, carico di amore, di speranza, di rassegnazione di una vita prima. Sentirono le loro labbra sfiorarsi.... un bacio...l'ultimo...era un addio. Da quel momento in poi ognuno di loro avrebbe continuato per la propria strada: avrebbero lavorato insieme, avrebbero lottato insieme per scoprire la verità, ma nessuno dei due avrebbe interferito nella vita dell'altro. E avrebbero lasciato che il destino decidesse per loro...ancora una volta.
- Devo andare. –
- Devi ...-
- Allora ci vediamo.-
- Ciao ... -
- Ciao ... -
Quando la porta si richiuse, tornò sul divano, si stese, e pianse... aveva dovuto lasciarlo andare...



- Già a casa? –
- Sono uscita prima. Tutto bene? –
- Sì, sì, tutto bene. –
Lauren lo stava aspettando seduta sul divano. Stava sfogliando un giornale nervosamente ... Si avvicinò e la baciò. Lei era la sua famiglia, eppure sentiva di avere lasciato il suo cuore altrove.
- Oggi ho conosciuto Sydney. E' straordinaria. –
Non gli andava di parlare di Syd con Lauren... Cercò di tagliare corto.
- Già... è un agente straordinario. –
- Non solo come agente. E' il suo spirito che mi ha colpita. E' così forte, determinata ...-
- Lauren, non mi va di parlare di questo ...-
- Volevo solo farti capire ... che sono felice di lavorare con lei, che sto bene. Che non devi preoccuparti per me. Non è facile per me, ma non lo è soprattutto per te ... e per lei... quindi ... volevo solo dirti che è di lei che ti devi preoccupare ...- Sorrise
Lauren era una donna molto intelligente e comprensiva.... e la forza e la maturità che dimostrava in ogni situazione lo stupivano sempre ... Anche lei era una donna eccezionale. L'abbracciò.
- Sydney è una delle persone più forti che conosco, e so che se la caverà... oggi l'ho vista. –
- Sei andato da lei? –
- Avevo bisogno di parlarle ... c'erano delle cose che dovevamo ...sistemare -
- Immagino ... e come è andata, voglio dire, è tutto a posto ora? –
- Sì...credo di sì. – ripensò a quel pomeriggio a casa di Sydney... al loro bacio, al loro addio ... Sapeva che lei lo amava ancora, e anche lui sentiva lo stesso per lei ... ma la vita li aveva cambiati ...non erano più le due persone incoscienti che pur di passare un'ora insieme avevano rischiato di farsi uccidere dall'Alleanza ... erano cresciuti, avevano delle responsabilità ... o almeno questo era quello che dovevano credere ...
- Mike, cosa altro c'è ? –
- Sono andato da Syd anche perché volevo parlarle di una decisione che ho preso. Volevo sapere se era d'accordo ... e voglio sapere se anche tu lo sei. –
- Vuoi tornare alla CIA, non è vero? –
- Sì ... Non posso aspettare che siano altri a dirmi cosa è successo davvero. Non avrei nemmeno dovuto andarmene ... ma ora che Syd è tornata, devo conoscere la verità. So che sarà complicato...-
- Sinceramente ... non so se sarà un bene per voi lavorare insieme ... e non credo che sarà facile per me vedervi insieme ... –
- E' per questo che volevo parlarne con te prima di parlare con Dixon...-
- Credi che riuscirai a lavorare con lei ...-
- Sì ... e poi non posso continuare a evitarla. Io e lei eravamo ottimi amici ... e ottimi colleghi. –
- Già .. i due giovani agenti che hanno distrutto l'Alleanza ... eravate un mito a Langley! –
- Ma è stato tanto tempo fa ... Posso lavorare con lei, e lei con me... e tu non ti devi preoccupare. –
Sapeva che Michael e Sydney erano una grande squadra insieme, sapeva che erano molto affiatati ...ma tutto quello che avevano ottenuto, come l'avevano ottenuto, era inscindibile da quello che provavano l'uno per l'altra. Ed era di questo che lei aveva paura ... di perdere suo marito, ma non avrebbe lasciato che altre preoccupazioni opprimessero l'uomo che amava ...Doveva fidarsi di Michael, non c'era altra scelta.
Si strinse a suo marito ...
- Mi fido di te. –
Lauren era davvero una donna fantastica ... le voleva bene, la stimava...ma tra loro non ci sarebbe mai stato quello che c'era tra lui e Sydney ... si sentì enormemente confuso e colpevole nei confronti di quella donna così dolce e comprensiva ...ma d'altra parte non era colpa sua ... non poteva controllare i suoi sentimenti ...



- Professor Vaughn? –
La voce era quanto mai familiare, ma non era quella di uno dei suoi studenti.
- Mi hanno detto che è qui che lavori .-
- Ancora per poco. Oggi è il mio ultimo giorno. Da domani ritorno in servizio. –
- Lo so ...-
- E allora perché sei qui?-
- Non potevo resistere ... volevo vederti gestire una classe di ragazzi annoiati ..!-
- Credi che non sia in grado di fare questo lavoro? –
- No ...Ma non volevo perdermi lo spettacolo ...Weiss me l'ha raccomandato. –
- Ti fa male vivere con lui ...-
- Forse – rise – Hai tempo per un caffè? –
- Ho lezione tra venti minuti. –
- Di solito bastano...-
Era strano trovarsi con Sydney, parlare normalmente con lei ... sapeva che anche lei si stava sforzando di apparire normale...
- Come l'ha preso Lauren il tuo rientro in servizio operativo? –
- Meglio di te ... Scherzo... E' una donna molta comprensiva.-
- E' eccezionale .-
- Lei ha detto la stessa cosa di te –
Tra loro scese il silenzio ... Era veramente difficile fingersi normali, parlare di quei due anni e di Lauren come se la cosa non li toccasse...
- Volevo solo dirti che ... se dobbiamo lavorare insieme, vederci tutti i giorni ..forse ci sono delle cose di cui dovremmo parlare...-
- Syd ... non è difficile solo per te...ci sono tante cose di cui dovremmo parlare ... ma non so se questo è il momento.-
- Non ci sarà mai un momento giusto...-
- No, non ci sarà.-
- E allora credi che sia meglio fare finta di niente?-
- Non lo so cosa è meglio fare. Sinceramente in questo momento sono stupito persino del fatto che riusciamo a parlarci in questo modo!-
- Non è mai facile... non è vero?-
- Vorrei essere capace di dirti come ..come mi sono sentito quando ti ho persa... è strano, perché non ti ho nemmeno mai detto come mi sentivo ogni volta che ti vedevo...ogni singola volta che ti avevo davanti, dal primo giorno che sei entrata nel mio ufficio... –
- Forse un giorno...- disse trattenendo le lacrime.
- Sì ... –
- Vaughn, non voglio vivere di rimpianti! – questa volta non riuscì a trattenere le lacrime che le scendevano lungo le guance. Lui le si avvicinò con un sorriso rassicurante...e con lo sguardo di sempre.
- Vorrei non averne nemmeno io Syd ... ma ne ho ... e tanti. Da dove inizio? Vorrei non averti lasciato sola quella sera ... vorrei averti detto in macchina quello che ho pensato sarebbe sembrato più romantico se te l'avessi detto in riva al mare ... e cioè che ti amavo ... e anche ora... vorrei dirti che non ho mai smesso di pensare a te un solo istante da quando sei scomparsa, ed è per questo che me ne sono andato… perché ho creduto che non avrebbe fatto differenza arrestare chi ti aveva uccisa…perché nulla ti avrebbe riportata da me ... e invece, se avessi indagato per trovare i responsabili della tua morte, forse avrei scoperto che eri viva.... E adesso sei qui davanti a me...e vorrei dirti che mi sei mancata...che ti amo... che vorrei non aver fatto quello che ho fatto ... Ma non posso tornare indietro...non posso! –
- Mi dispiace... non sarei dovuta venire qui.- Cercò di allontanarsi, e solo allora si accorse che le sue mani erano strette in quelle di lui. – Non voglio rovinare la tua vita..più di quanto non abbia già fatto.-
- Aspetta Syd... tu non hai rovinato la mia vita. Non pensarlo.-
- E tu non pensare di avere rovinato la mia, allora. Credi di poterlo fare?-
- Credo di sì ... – Si guardarono ancora a lungo.
- Non hai risposto alla mia domanda.-
- Pensavo che l'avessi intuito. ... La risposta è sì.-
Ci sarebbe stato un giorno ...in cui tutto si sarebbe risolto, in cui finalmente tutte le complicazioni nelle loro vite sarebbero sparite... in cui sarebbero stati semplicemente liberi. Dovevano aspettare soltanto che quel giorno arrivasse da solo...

- Buongiorno ragazzi, oggi sarà il mio ultimo giorno qui con voi –
- Prof, ha deciso di accettare il mio consiglio e di prendersi una bella vacanza? –
- Non proprio Sarah. Ho ricevuto una proposta di lavoro che non posso rifiutare. Si tratta di una ricerca molto importante, che significa molto per me. –
- Non avranno trovato qualche nuovo manoscritto di Shakespeare ?-
- No, no... anche se non è escluso che mi imbatterò in qualche manoscritto... comunque, torniamo a noi e al nostro teatro elisabettiano. Dove eravamo rimasti? –
- Eravamo al “Romeo e Giulietta”, atto secondo, scena seconda. Giulietta chiede a Romeo come ha fatto a scalare le alte mura del palazzo e perché ha deciso di correre quel rischio. Lui risponde “And what love can do, that dares love attempt”. –
- ...già... “Ciò che amore può, amore tenta” -

POSTFAZIONE DELL'AUTRICE

Ce l'ho fatta. Sono arrivata in fondo al mio primo racconto. Spero che ci siate anche voi!!!!
Le dediche.
Prima, doverosa, a JJ: senza di lui non vivrei questa piacevole ossessione che è Alias.
A Leo: tesoro grazie per aver letto le bozze …Sei un'amica.
A Giù, Very, Lavy, Sky, Paola, Cindy, Monci, Grifo, Sarkolina, Marty … e a tutta la famiglia del forum … Siete grandi!!E purtroppo anche tanti...non posso nominarvi tutti…sigh!
Alla mia sorellina: ti voglio bene piccola.


Alias © 2001/03 Bad Robot - Touchstone Television
Alias Italia - Il dossier Sydney Bristow © 2003 Antonio Genna
Tutti i marchi citati in queste pagine sono dei rispettivi proprietari, tutti i diritti riservati
Tutto il materiale presente nel sito "Alias Italia"  non è riproducibile senza autorizzazione!

Torna all'indice delle Fanfiction

Torna alla home page