"Fuga per la vittoria"

• TITOLO ITALIANO: "Fuga per la vittoria"

• TITOLO ORIGINALE: "Victory"

• REGIA: John Huston

• SOGGETTO: Evan Jones, Jeff Maguire, Djordje Milicevic e Yabo Yablonsky

• SCENEGGIATURA: Yabo Yablonsky

• MUSICHE: Bill Conti

• PRODUZIONE: USA 1981

• DURATA: 110 minuti

• ALTRE VOCI: MAURO GRAVINA, VITTORIO STAGNI, MARCELLO TURILLI
• DOPPIAGGIO ITALIANO: C.D.

ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Alessandro

• Per la realizzazione di questo film il regista John Huston si avvalse della partecipazione di alcuni storici campioni del calcio del passato come il tre volte campione del mondo Pelè (1958, 1962, 1970), Osvaldo Ardiles (campione del mondo con la maglia dell'Argentina nel 1978), il britannico Bobby Moore (campione del mondo con l'Inghilterra nel 1966) e lo scozzese John Wark (vincitore di una storica coppa d'Inghilterra e una coppa Uefa con l'Ipswich Town); oltre ai protagonisti Michael Caine, Max Von Sydow e Sylvester Stallone. Quest'ultimo nei panni di un prigioniero di guerra scelto dai compagni di detenzione come contatto con un gruppo di ribelli al regime nazista allo scopo di liberare i prigionieri organizzandone la fuga.
• Nonostante la fantasmagorica trama, l'elasticità del comandante del campo tedesco del terzo Reich, interpretato da Max Von Sidow, e soprattutto la semplicità con la quale si svolgono i fatti in un'epoca di terrore e oscurantismo portati dalla follia nazista, risulta un film molto bello dal progetto ambizioso ma ottimamente riuscito divenuto un cult movie in breve tempo. A dare effetto eroico e allegro e il motivo musicale portante della colonna sonora di Bill Conti autore di musiche meravigliose (basti citare "Rocky", "Karate Kid", "Dentro la notizia" oltre a celeberrime serie degli anni '80 come "Dynasty").
• La vicenda si svolge appunto prevalentemente in un campo di lavoro dei nazisti, nel quale poco credibilmente non v'è violenza o crudeltà estrema, come invece nella realtà avvenne, nei confronti dei prigionieri. Si evince un trattamento speciale basato sulla fiducia reciproca da parte degli aguzzini e dei detenuti, questi ultimi reclutati per la partita della vita, da Colby (Michael Caine) autorizzato dal comandante del campo per giocarsi la libertà in una partita di calcio contro la nazionale tedesca. Fino a qui niente di strano o nuovo specie per chi ha visto il film; va purtroppo però aggiunto che la trama è ispirata ad un fatto realmente accaduto dove i fatti si svolsero ahimè con esito opposto: nel film infatti in caso di vittoria gli alleati avrebbero guadagnato la libertà. Ovviamente in entrambi i casi a vantaggio della propaganda del Reich. Nella realtà la promessa di libertà non venne mantenuta e gli alleati nonostante la vittoria furono fucilati.
• Per ovviare ogni dubbio o stravolgimento storico, gli sceneggiatori optarono per un pareggio sul campo grazie ad un rigore parato a tempo scaduto e conseguente sfondamento delle barriere tra campo e spettatori da parte del pubblico che invadendo il campo di gioco, travolge i soldati favorendo la fuga dei giocatori alleati.
• Per il ruolo di portiere Stallone fu allenato dallo storico portiere inglese Gordon Banks (campione del mondo nel 1966) e nelle scene senza controfigura l'attore si ruppe un dito e lussò una spalla. Mentre i calciatori che nelle riprese giocate sostituirono Stallone e Caine erano rispettivamente Paul Cooper e Kevin Beattie.
• Del doppiaggio, come si evince dalla scheda, ci sono tra i nomi più di spessore degli ultimi quarant'anni, tutti pregevolmente ben associati al personaggio e il suo interprete. Infatti la flemma composta del maggiore Von Steiner interpretato da Max Von Sidow ben si sposa ai toni di Sergio Rossi; il carattere umano e lo spirito di corpo del capitano Colby sono in perfetta sintonia con l'intensità di Cesare Barbetti; Stallone in un insolito ruolo da personaggio sgraziato ma di alto valore umano, è inevitabilmente ben associato all'indimenticabile Ferruccio Amendola, qui a mio avviso, in uno dei suoi migliori doppiaggi di Stallone. Ma più di tutti è significativa la scelta di Piero Tiberi voce di Pelè il quale nonostante il naturale timbro grave indusse Tiberi a doppiarlo con voce bassa e rasposa. Come è intuibile il risultato fu eccellente e in grado di aumentare la godibilità del film al pubblico italiano. Ma in realtà è un ottimo prodotto, ben interpretato, ben diretto e magistralmente montato, apprezzabile anche in lingua originale.

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