ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

SPECIALE MILO RAMBALDI

Questo speciale di ALIAS ITALIA è interamente dedicato a Milo Rambaldi, il futurologo italiano del Cinquecento su cui sono basate le ricerche ossessive di Arvin Sloane durante le prime due stagioni di ALIAS. Il materiale qui presente è in parte tratto e tradotto dai siti Alias-Online.Net e Followers of Rambaldi.

Tutti i disegni attribuiti a Milo Rambaldi (alcuni dei quali presenti in questa pagina) sono stati realizzati dall'artista Andrea Dietrich.

MILO GIACOMO RAMBALDI (* 1444   + 1496)

Nato a Parma nel 1444, Milo Rambaldi è stato educato dai monaci dell'ordine dei Vespertini, e fino all'età di 12 anni era utilizzato come scultore, pittore e studente d'arte.
Presentato al Cardinale Alessandro della Chiesa Cattolica romana, durante uno dei suoi viaggi a Roma all'età di 18 anni, Rambaldi venne poi utilizzato privatamente come architetto, consulente e profeta quando Alessandro divenne Papa Alessandro VI nel 1492.
Nonostante i desideri del suo benefattore, che voleva vedere il giovane prosperare, durante la sua vita Rambaldi e le sue opere non ebbero grande visibilità a causa delle obiezioni dell'arcidiacono Claudio Vespertini, che temeva le possibili implicazioni rivoluzionarie delle tecnologie definite nel sistema di Rambaldi, e per questo motivo cercava di contenere ed eliminare in ogni modo le opere di Rambaldi. Vespertini lottava con Alessandro VI in merito a Rambaldi: il problema era cruciale al momento della morte del Papa nel 1503.
Vespertini ordinò così che il nome di Rambaldi venisse "cancellato" da tutti i monumenti e dagli edifici costruiti nel periodo tra il 1470 e il 1496, ordinando anche che l'ingegnere del Papa venisse scomunicato per eresia, che i suoi lavori a Roma venissero distrutti e che l'uomo venisse condannato a morte al rogo, soprattutto dopo la dichiarazione di Rambaldi che la scienza un giorno avrebbe permesso agli uomini di conoscere Dio.
Milo Rambaldi morì in solitudine nell'inverno del 1496, non lasciando una moglie o altri eredi.
Poco dopo la morte di Rambaldi, venne scoperto un suo laboratorio segreto a San Lazzaro, che fu immediatamente sequestrato dagli agenti del Vaticano. Allo scopo di screditare le opere e l'influenza di Rambaldi, gli scritti e i disegni dell'uomo vennero venduti e scambiati per quasi niente durante un'asta privata.
Dal 15° secolo, tracce dell'enigmatico lavoro di Rambaldi sono affiorate in varie località in Italia, Francia, parti dell'Europa dell'Est e dell'ex-Unione Sovietica, e fu ritrovato anche un museo-magazzino a Waterbury, nel Connecticut, nel 1921. La direttiva di progettazione per molti di questi disegni è ancora oggi sconosciuta, ed ha anche ispirato numerosi falsi ben realizzati.
Si dice che Rambaldi abbia preceduto l'era dell'informazione digitale con l'aiuto di un linguaggio illustrato del tipo "codice macchina" risalente almeno al 1489, tramite l'introduzione di criptici algoritmi (ad es. la compressione) con l'utilizzo dei valori pre-binari "1" e "0".
Molti dei suoi disegni e della sua documentazione sono scritti in diverse lingue che vanno dall'italiano a strani miscugli di simboli.
Rambaldi ha creato sui suoi scritti la più antica filigrana mai realizzata, nota come "occhio" di Rambaldi, che è visibile ad occhio nudo soltanto quando è tenuta al buio. Le sue filigrane sono state realizzate interamente a mano e con un'unica fibra di polimero (simile alla buccia di una cipolla), e possedevano una consistenza che è sopravvissuta benissimo alla sua epoca, spesso in condizioni di conservazione avverse.
L'occhio (<o>) è l'unica prova di controllo che distingue le opere di Rambaldi da eventuali falsificazioni, che sono anche aumentate nell'era revisionista, arrivando a numerosi esempi della prima pirateria digitale. Fino ad oggi si conoscono 102 falsi su un totale di 22 disegni noti e documentati.
Documenti che interpretavano i disegni e gli insegnamenti di Rambaldi sono stati a lungo cercati durante l'epoca del Terzo Reich, grazie alla paranoica caccia di Adolf Hitler per l'occulto e la conoscenza teoretica. Durante questo periodo, l'epiteto "Nostravinci" divenne parte del lessico privato del Fuhrer, una personale scrittura del nome Rambaldi nei circoli delle aste, dove il desiderio per le opere del veggente era ancora competitivo.
Le opere di Rambaldi sono ancora oggi formalmente non pubblicate, a causa di una consistente censura internazionale del nome Rambaldi e della sua mancanza di visibilità.
Nel 1988, uno schema rudimentale è stato scoperto in una collezione privata in Brasile, indicando sul retro un diagramma per un comunicatore vocale trasportabile che mostrava il design e i progetti delle tecnologie di telefonia cellulare contemporanee.
A partire da marzo 2001, Olgi C. Krystovnich (nato nel 1964, storica e criptologista russo, direttrice delle classificazioni del Direttorio K) si è imbattuta in uno dei primi disegni di Rambaldi, risalente circa al 1460, situato in una collezione personale a Madrid. In questo disegno, la donna ha identificato un prototipo che rifletteva le proprietà e la composizione del design di un transistor del 20° secolo.
Le rimanenti opere di Rambaldi sono a tutt'oggi sconosciute, e molte di esse sono rimaste distrutte, lasciando molta incertezza su quanti blocchi per appunti abbia riempito l'uomo durante i suoi cinquantaquattro anni di vita.

LA VERITA'

Ci sono frammenti di verità nella leggenda di Rambaldi, tra cui la reale esistenza di Papa Alessandro VI e la ricerca ossessiva di Adolf Hitler per oggetti dal potere occulto (il Reich organizzò delle spedizioni naziste nelle aree più remote del mistico Tibet).
In realtà Milo Rambaldi è una totale invenzione di J.J. Abrams e degli sceneggiatori della serie. Il cognome è stato ispirato dall'italiano Carlo Rambaldi, l'artista degli effetti speciali che ha progettato l'alieno E.T. protagonista del film "E.T. l'extraterrestre" (1982). "Nostravinci" non era l'appellativo usato da Hitler per indicare il profeta, ma una semplice composizione dei nomi di Nostradamus e Leonardo da Vinci.
Nella vicenda di Alias il mistero Rambaldi è un tassello fondamentale nelle vicende dei protagonisti: non va dimenticata la misteriosa "Pagina 47" che identifica Sydney come l'Eletta che dovrà in qualche modo seguire la parola di Rambaldi, evitando il pericoloso Arvin Sloane che ha ossessivamente impiegato molti anni della sua vita per assemblare tutti i manufatti possibili realizzati da Rambaldi o relativi all'uomo.

Pagina 47


Alias © 2001/04 Bad Robot - Touchstone Television
Alias Italia - Il dossier Sydney Bristow © 2003/04 Antonio Genna
Tutti i marchi citati in queste pagine sono dei rispettivi proprietari, tutti i diritti riservati
Tutto il materiale presente nel sito "Alias Italia"  non è riproducibile senza autorizzazione!

Torna alla home page