ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da Eczy89
Riassunto: E se il giorno della battaglia col duplicato Syd fosse stata rapita da sua madre che le ha reinventato la vita dal giorno in cui è nata?Ma basterà questo a tenerla lontana dal suo vero passato, dalla CIA, da suo padre e da...Vaughn?

Data di composizione: agosto 2004
Periodo di svolgimento: universo parallelo, durante la 3^ stagione
Adatto a: tutti

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – Il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

Un'altra vita...

Anya aprì lentamente i suoi grandi occhi castani appena un secondo prima che la sveglia cominciasse a trillare, preceduta solo da quel sonoro "crak" che innescava il meccanismo d'allarme, ma non fece in tempo a spegnerla
- tititi tititi titititi - poggiò stancamente il palmo della mano della mano sul pulsante di spegnimento e il rumore cessò all'istante
- Mannaggia alle sveglie e a chi le ha inventate - biascicò sorridendo, in fondo non le dispiaceva così tanto andare al lavoro, essere la segretaria del direttore in una delle banche più prestigiose del mondo, non era poi così noioso - Credo che quel poveretto si rivolterebbe nella tomba se sapesse quanti guai portano quei congegni infernali...io sono dell'opinione che una bel secchio d'acqua gelata sortirebbe effetti migliori - sorrise Irina alla figlia spalancando le finestre - adoro Mosca di prima mattina, c'è ancora quel sapore di dormiveglia tra la gente che passeggia o che va al lavoro, hai come la sensazione di camminare davvero con loro e non tra loro... e solo per qualche minuto tutti sono accomunati da un obiettivo comune...invece per il resto della loro vita non fanno altro che combattersi per ottenere ciò che ha l'altro...- osservando la madre fantasticare, notò come, tra le sue parole, ci fosse uno strano senso di amarezza, di rimpianto e francamente non riusciva a capirne la ragione
- già... svegliarsi, il contrario di quello che vorrei fare io... - sdrammatizzò Anya, alzandosi lentamente. La donna l'osservò con divertito rimprovero - è inutile tentare di essere saggia con te la mattina presto....come durante tutta la giornata, del resto - di tutta risposta, la figlia le scaraventò addosso un cuscino, che lei, prontamente schivò - sai mamma, non si direbbe che sei una prof. di letteratura al Liceo più prestigioso di Mosca, sai? Hai dei riflessi impressionanti...per l'età che hai...- sorrise sibillina, adorava prendere in giro la madre, o almeno per quanto potesse ricordare...nei due anni appena trascorsi Irina si era preoccupata di raccontarle nei minimi particolari tutta la sua vita fino al giorno in cui si era risvegliata in un ospedale di Mosca, senza avere la più pallida idea di cosa le era successo fino a quel momento...Da quel giorno aveva scoperto di chiamarsi Anya Derevko e di essere l'assistente personale di Vladimir Kracovskj, il direttore della più importante banca di Mosca. Era andata a vivere con la madre, come aveva sempre fatto secondo quest'ultima, e le era sempre stata accanto, come negli anni passati con lei, sopratutto dopo l'abbandono di suo padre, avvenuto circa vent'anni prima, di cui lei, purtroppo, non ricordava nulla.
- Se non fosse perchè ritengo le tue accuse infondate, mi riterrei offesa...- sorrise Irina per mascherare, un'altra volta la verità a sua figlia. A mentire era sempre stata brava, aveva imparato con Jack, anche se durante la maggior parte del tempo il suo amore era stato vero e l'illusione del suo matrimonio reale, finché non gli aveva definitivamente detto addio, lasciandolo solo e con una figlia piccola da crescere...Lei era tornata in Russia, dove aveva continuato a lavorare per il KGB e poi per il Direttorio K, fino a che la CIA non aveva sconfitto anche quello... da allora collaborava segretamente con Sark...questa volta però Sydney...Anya non sarebbe stata coinvolta. Aveva fatto in modo che non fosse d'impiccio a Sark, riuscendo a farla abitare con lei, e nel frattempo non fosse nemmeno in pericolo...purtroppo sapeva che la Convenzione sarebbe presto venuta a cercarla per quel maledetto "figlio" di Rambaldi...coraggio Irina, sii ottimista, tua figlia è al sicuro finché Sark tiene la bocca chiusa...
- Mamma?! Sei su questo pianeta? Io vado a fare colazione e poi al lavoro e mi risulta che debba farlo anche tu! - la figlia le agitò la mano a pochi centimetri dal viso per farla tornare in se. Irina si ridestò e annuì
- hai ragione, pensieri nostalgici - poi la baciò sulla fronte e, guardandola uscire dalla stanza felice, non poté non pensare a quanto l'aveva fatta soffrire quando ancora era Sydney, la coraggiosa Agente della CIA, alleata di suo padre Jack, che debellava ogni pericolo per il suo Paese, disposta anche a combattere contro la sua stessa madre per proteggere la sua vita e quelle delle persone a lei care
- già - pensò soddisfatta - Anca è diventata la donna che non sono riuscita ad essere io...- eppure l'aveva portata via da quella vita, per permetterle di vivere quella sua tanto agoniata esistenza normale, lontana da CIA, Convenzione e da qualunque altra cosa legata a Sydney Bristow. Ora sua figlia era Anya Derevko una perfetta segretaria di banca con una vita perfettamente normale, quella che aveva desiderato a lungo... eppure non riusciva a convincersi nemmeno dopo due lunghi anni di aver fatto la cosa giusta...La voce della figlia la richiamò nuovamente alla realtà - mamma vado, ci vediamo questa sera, ti voglio bene! -
- anch'io tesoro, ciao - Irina sorrise e si portò una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio, in quell'istante Olga fece lo stesso con i suoi, ora rossi.

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- Questo è Vladimir Krakovskj, un noto direttore di banca, in Russia, - spiegò Dixon agli agenti alla Rotonda, quella mattina - recentemente ci ha fatto pervenire delle informazioni interessanti sulla possibile locazione di un manufatto di Rambaldi - poi sghignazzò - anzi ha fatto di più, lo ha "comprato" sotto il naso della Convenzione e l'ha messo al sicuro - gli piaceva essere un passo avanti rispetto ai suoi avversari, da quando era diventato il nuovo direttore, aveva ottenuto qualche successo ma erano state più frequenti le volte in cui non era riuscito a fregare il nemico....non da quando Sydney era morta e Vaughn se ne era andato... poveretto sapeva fin troppo bene come ci si sente quando uccidono la donna che si ama più di tutto al mondo, ma Michael era giovane e si era rifatto una nuova vita, lontano da quel mondo che voleva abbandonare assieme a Sydney, dopo la sconfitta della Convenzione e che invece era stato costretto a lasciare da solo e sull'orlo del crollo emotivo...lo guardò studiare attentamente l'immagine sullo schermo e voltarsi si tanto in tanto verso la moglie e sorriderle...doveva essere grato a Lauren Reed e a Weiss, in fondo erano loro ad averlo convinto a tornare alla CIA
- Purtroppo, essendo avido e bramoso di denaro, ha indetto un'asta per la vendita del manufatto a cui parteciperemo noi e la Convenzione. Il vostro compito, questa volta sarà relativamente semplice, dovrete andare a Mosca, prendere il manufatto e riportarlo qui... se per caso il nemico avesse la stessa idea, basterà soffiarlo a loro - poi si voltò dinuovo, ma questa volta verso Jack Bristow...lo ammirava molto, aveva perso tutto, eppure stava seduto lì, sempre attivo e pronto all'azione, come se sua moglie non lo avesse mai ingannato e sua figlia non fosse mai morta... ma tenersi tutto dentro, prima o poi, lo avrebbe fatto diventare pazzo...
- Beh, certo, direi che è proprio facile soffiare qualcosa alla Convenzione, così facile che credo che farò testamento... - dopo quelle parole Weiss si voltò istintivamente verso l'amico che chiuse lentamente gli occhi...non poteva nemmeno lontanamente capire cosa si provasse a perdere improvvisamente la persona più importante al mondo, ma immaginava che si dovesse sentire un dolore così lacerante da desiderare la morte...Intanto Dixon continuava a illustrare gli aspetti tecnici del piano, supportato da Marshall, il genio dell'Agenzia.
- allora, come potete vedere queste sono due cravatte, sapete quelle che si indossano nelle occasioni speciali, anche se non credo di aver azzeccato il colore che va' di moda quest'anno - poi, accorgendosi dell'occhiatacia di Dico, proseguì - ma, premendo qui dietro, sparano un bel sonnifero potente che stenderà i vostri avversari... - poi mostrò loro una penna stilografica - e questa è una penna che contiene una microcamera che vi permetterà di filmare il manufatto, inviarmelo e permettermi così di crearne una copia... - ma Vaughn lo bloccò
- Come non ci avete detto che saremmo dovuti tornare qui e poi tornare dinuovo a Mosca per sostituirlo... -
- Infatti non sarà necessario se sarà la Convenzione a prenderlo per prima....ma in quel caso dovreste combattere... l'asta si terrà tra una settimana, voi partirete tra un'ora, filmerete le attività all'interno della banca, il manufatto, lo invierete a Marshall, tornerete qui e, la notte prima dell'asta, sostituirete il manoscritto vero con quello made in CIA e all'asta offrirete una miseria...rispetto alla Convenzione... tutto chiaro? - gli agenti annuirono e si diressero verso i rispettivi uffici
- Tesoro, tutto bene? - chiese Lauren al marito, mentre uscivano dalla sala riunioni
- certo, perchè? - rispose Vaughn quasi seccato, non aveva voglia di trovarsi faccia a faccia con Sark, probabilmente uno dei principali responsabili della morte di Syd, già, gli sembrava strano riuscire a non pensare a lei per qualche minuto...nonostante tutto era sempre lì, nella sua mente e nel suo cuore distrutto...e stare di nuovo seduto a quel tavolo non poté che aumentare la sua nostalgia dei bei momenti passati a discutere delle missioni che sapeva avrebbe svolto con lei, fianco a fianco, come sempre...poi, improvvisamente, gli balenò il ricordo del suo funerale e dell'oblio che ne era seguito... maledetto il giorno in cui aveva deciso di tornare alla CIA
- niente è che mi sei sembrato un po' restio ad accettare gli ordini di Dixon - come al solito i suoi occhi l'avevano tradito, Lauren aveva intuito qualcosa, ma decise di mentire - No, va tutto bene è che non ho voglia di stare tanto lontano da te... - in fondo, almeno in quello, un po' di verità c'era...Lauren era stata l'unica che l'avesse davvero aiutato a dimenticare Syd, a ricominciare una nuova vita e a riprendere il suo vecchio lavoro " forse combattere contro gli assassini dell'Agente Bristow ti aiuterà a sentirti meglio" ricordava perfettamente quella frase innocente che lo aveva convinto...per non parlare delle prediche di Weiss...sorrise
- Mi sentirò tanto sola senza di te - la moglie lo baciò - sbrighiamoci, ti devi preparare per la missione - decise di seguirla senza protestare, un litigio con sua moglie era giusto quello che mancava per coronare la sua già orribile esistenza.

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Anya entrò di corsa nell'ufficio del direttore, un po' trafelata
- Mi scusi direttore, c'è un traffico infernale - disse tutto d' un fiato senza nemmeno guardare l'anziano signore dall'espressione bonaria che le stava di fronte e il suo giovane interlocutore
- Anya, aspetti venga le devo far conoscere un il figlio di un mio vecchio amico - la bloccò l'uomo indicando il ragazzo biondo accanto a lui - Anya, lui è Julian Sark - poi, rivolto a lui - Julian, lei è Anya, la mia segretaria personale -
- Piacere sig. Sark -
- Il piacere è mio signorina... -
- Derevko, Anya Derevko - chiarì, senza poter fare a meno di notare l'espressione divertita del suo interlocutore... che avesse infilato i bottoni nelle asole sbagliate? D'istinto si osservò nello specchio senza però notare nessun difetto d' abbigliamento... poi quell' immagine: una donna che le assomigliava terribilmente, vestita con il suo stesso tailleur blu, ma con i capelli castani e leggermente più lunghi dei suoi...in un istante l'immagine scomparve, lasciando spazio solo alla sua immagine riflessa con un'espressione decisamente stupita
- Che c'è Anya, posso chiamarla Anya vero? Forse si stupisce anche lei della sua bellezza? - la richiamò alla realtà lo sconosciuto
Olga si limitò a balbettare che aveva molto da fare e a congedarsi, scusandosi
- E' davvero bellissima la sua segretaria sig. Krakovskj, anche se è un po' bizzarra - sorrise Sark ripensando alla sua spina nel fianco come una premurosa segretaria
- Mi chiami pure Vladimir sig. Sark, in fondo dovremo fare affari insieme, giusto? - in quel momento la docile espressione del direttore si tramutò in un ghigno sadico
- E' proprio di questo che vorrei parlarle Vlad - detto questo si avviarono nell'ufficio del direttore e Sark, finalmente, distolse lo sguardo da Anya, intenta a scrivere al computer chissà cosa - è davvero incredibile - pensò il giovane - e meraviglioso...pensare che Irina mi aveva avvertito di quanto fosse cambiata, non finirà mai di stupirmi - e sul suo viso comparve il solito ghigno beffardo
Intanto Anya tentava disperatamente di ricordare il viso della donna che aveva visto...in fondo era passato solo un istante, a lei era semrato che le assomigliasse, ma non ne era più così sicura
- non fare l'idiota Anya - si disse ad un certo punto - potrebbe essere stata solo un'allucinazione dovuta alla stanchezza, rilassati! - dopodichè riprese a controllare i documenti del sig. Marc Stephard ripromettendosi di non ripensare alla "donna dello specchio"

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- Questa è la foto dell' atrio della banca - disse Weiss al collega, sull'aereo che li avrebbe condotti a Mosca, mostrandogli una foto in bianco e nero, sicuramente un pezzo del filmato di una telecamera girevole - e questo è il direttore Vladimir Krakovskj - concluse mostrandogli invece una foto colorata del calvo direttore della banca... in quell'istante i suoi occhi si posarono sullo specchio posto a fianco dell'uomo e tutta la sua concentrazione venne catturata dal riflesso della donna che stava scattando la foto: l'immagine era leggermente sfuocata ma poteva vedere chiaramente la massa di capelli rosso fuoco che le ricadevano morbidamente sulle spalle e per un attimo gli tornò alla mente il suo primo incontro con Syd, alla sua espressione quando era entrata per la prima volta nel suo ufficio, spaventata e fragile, ma allo stesso tempo decisa, determinata e...quei folli capelli rossi
- Non può essere lei - mormorò incredulo, non era Sydney la donna di quella foto, si disse, la donna che aveva amato con tutto se stesso era morta, dopo un combattimento contro quel duplicato, avevano trovato il suo corpo, il dna combaciava e... lui aveva sparso le sue ceneri nella baia di Santa Monica...eppure, contro ogni logica o razionalità il suo cuore cominciò a battere più in fretta....

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- Tolstoj, senza dubbio uno dei più famosi scrittori russi dell'età contemporanea - spiegò Irina alla sua classe di giovani sedicenni distratti - chi sa dirmi il titolo della più famosa opera di Tolstoj - una pallida biondina alzò debolmente la mano - dimmi Svetlana - la ragazza mormorò - Guerra e Pace? - Irina sorrise - esatto, Guerra e Pace, il dramma della nostra vita...chi di voi non ha mai pensato di fare la guerra, di farla pagare a qualcuno, per un gesto che ci ha ferito o solamente perchè è giusto così...vendetta, mi direte giustamente, ma in fondo che c'è di tanto diverso?! La vendetta il più delle volte è causa di guerra... ma la verità e che si combatte soprattutto per avidità, bramosia di avere ciò che possiede qualcunaltro, qualcosa che non è ancora nostro...anche il KGB faceva così - azzardò Irina e due dozzine di teste si voltarono attentissime - lo spionaggio è questo, avere qualcosa prima dell'avversario... -
- del nemico - la corresse un corrucciato ragazzino bruno. Irina venne colpita nel vivo e non riuscì a trattenersi
- Non sempre, il più delle volte siamo noi i nostri stessi nemici Kaplov, poiché non sappiamo quando è il momento di abbandonare l'obiettivo e tornare ad essere solo uomini invece che soldati...imparate questo ragazzi, potrete uccidere tutti quelli che vorrete con la scusa che siano dei nemici, ma non riuscirete mai a dimenticare il ruolo che hanno avuto nella vostra vita, poichè, nel bene e nel male, il vostro gesto avrà una conseguenza, che a sua volta ne avrà un'altra e un'altra ancora, finché non arriverete al punto di non ricordare quando avete cominciato a fare del male - fece una breve pausa, rivivendo la notte in cui aveva detto definitivamente addio all'uomo che aveva usato, tradito, abbandonato e amato più di ogni altra cosa al mondo e per un istante gli occhi le si riempirono di lacrime - oppure avrete la condanna di ricordare per l'eternità l'esatto istante in cui avete smesso di essere uomini ed avete cominciato ad essere soldati, solo uno strumento nelle mani di qualcosa di più grande di voi che vi ha spinto a desiderare di avere di più del vostro "nemico", e per conquistarlo si perde, il più delle volte la cosa più importante....se stessi....ricordate queste parole quando vi porranno di fronte alla scelta di avere o di essere - pronunciate quelle parole prestò attenzione alla classe: i ragazzi, prima distratti e annoiati, la stavano fissando incantati, come ipnotizzati da quelle parole così profonde e sentite, frutto di anni di dolorose esperienze e scelte difficili - la maggior parte delle persone che incontrerete nel corso della vostra vita hanno già scelto, voi riflettete bene prima di farlo, perchè ogni cosa ha una conseguenza, starà a voi decidere se è meglio affrontarla da uomini o da soldati - il suono della campanella di fine lezioni risvegliò la classe - per la prossima volta studiate sul libro la parte dedicata all'argomento di oggi - gli studenti s'incamminarono verso l'uscita ancora scossi per quell'appassionato discorso. Irina cominciò a sistemare il materiale di lavoro nella sua valigetta quando sentì dei passi avvicinarsi
- Che cos'hai dimenticato? - chiese senza voltarsi. Ma la voce richiamò la sua attenzione all'istante
- Niente, solo quanto puoi essere saggia Irina - ironizzò - la tua lezione è stata davvero...come definirla...emozionante, si vede che sai di cosa parli -
- Che diavolo vuoi Sark, il nostro incontro è fissato per 'sta sera, o te ne sei dimenticato? Comunque io qui mi chiamo Olga e non Irina, ci manca solo che mi scrivo in fronte "ricercata dalla CIA" e poi mi potrei direttamente consegnare.... è già un grande rischio essere tornata a lavorare per lo Stato, senza che tu mi venga a trovare in pieno giorno... fortunatamente il vecchio preside ha tirato le quoia, questo è giovane, non sa neanche chi sia Irina Derevko...ammesso che lo sappia io - mormorò tra se
- Oggi sono andato alla banca dove lavora Sydney...pardon, Anya, giusto? Beh, devo ammettere che non l'avrei riconosciuta se non mi avesse quasi spaccato la faccia contro un tavolino - poi si grattò il mento, fingendo di essere confuso - no mi sbaglio, quello era il simpatico ex di tua figlia, l'Agente Vaughn...a dire il vero io gli avevo appena sparato ma... fa lo stesso -
- Vuoi stare un po' zitto! Non ti sembra che il solo essere venuto qui sia un passo falso? Non dimenticare che siamo i due terroristi più ricercati d'America! - lo rimproverò Irina - e non solo dalla CIA, la Convenzione rivuole i suoi soldi... - a quelle parole Sark sghignazzò
- Vuoi dire i MIEI soldi cara, la bella eredità del paparino in cerca di perdono. Comunque non preoccuparti, finché la Convenzione MI crede prigioniero della CIA e VI crede morte, siamo a cavallo -
- Già - Irina si appoggiò alla cattedra con le braccia conserte - ma se tu vieni "gentilmente" a trovarmi sul lavoro pericoloso che svolgo attualmente e ti metti a sbandierare alcuni nomi inopportuni, non ci metteranno molto a trovarci e linciarci entrambi...per non parlare di lei, non voglio nemmeno immaginare i loro trattamenti per estrarre da mia figlia ciò che gli serve - Irina rabbrividì al pensiero di ciò che Anya avrebbe dovuto subire se l'avessero trovata - e comunque - urlò per attirare l'attenzione del suo giovane "collega", intento a sbirciare nei suoi registri - sono state le terribili esperienze che ha vissuto a temprare mia figlia, se non le ricorda non possono avere influenza su di lei, e poi non si comporta sempre come faceva con te Sark, al mondo non sono tutti terroristi assassini come -
- Noi - concluse l'altro con un sorrisetto ironico
- Sì, noi - confermò la donna tristemente, non era certo fiera delle due azioni passate, ma almeno aveva cercato di redimersi, salvando Sydney dalla Convenzione
- Ah, comunque non ti ho detto la ragione per cui sono qui, il datore di lavoro di Anya, il sig. Vladimir Krakovskj, ha organizzato un'asta per un manufatto di Rambaldi, tra la Convenzione e la CIA, quindi mi devo occupare del piano per giocarle tutte e due, fingendo di lavorare per la Convenzione fregherò la CIA, ma per la seconda non so come fare...se quelli mi vedono, come minimo mi squartano vivo...nel vero senso della parola - si lamentò
- La CIA e la Convenzione nella banca dove lavora Anya? - sobbalzò preoccupata la donna - devo fare qualcosa, impedire che vada al lavoro, almeno per questa settimana, ma come? - cominciò a misurare a grandi passi la stanza - ora vattene Sark, con te intorno non riuscirò mai a combinare niente - sbottò dopo qualche minuto
- Calmati! Fa' pure come vuoi, ma secondo me è ridicolo tentare di vivere una vita normale quando si è dei ricercati come te e lei...Irina ascolta, non potrai tenerla nascosta per sempre, nemmeno tu...- sentenziò Sark uscendo
- Ti sbagli, troverò il modo invece, nessuno ci troverà Julian - ma avrebbe scoperto presto quanto si sbagliasse...

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Vaughn e Weiss erano appena entrati nella hall dell'hotel dove avrebbero alloggiato, quando una giovane donna dai corti capelli neri andò a sbattere contro il corpulento agente, ricadendo a terra con un tonfo
- Oh, mi dispiace, si è fatta male? - chiese Weiss, aiutandola ad alzarsi
- No, è stata colpa mia - arrossì lei allontanandosi velocemente
- Ehi amico hai fatto colpo - lo incoraggiò Vaughn ridendo
- Sì certo, il colpo l'ha preso lei e pure forte, devo mettermi a dieta... -
- I vostri nomi prego -
- Io sono Dimitri Drakov e questo è il mio amico Ivan Kasinskj, abbiamo prenotato per una notte - dichiarò Vaughn alla reception
- Oh certo, eccovi qui, stanza 47, primo piano - rispose l'uomo dopo aver controllato sulla lista - buona permanenza signori -
- Grazie, anche a lei - rispose Weiss distrattamente
- Grazie anche a lei? Ma che sei diventato scemo? Quello ci lavora qui, altro che permanenza - lo canzonò Vaughn - facciamo quello che dobbiamo -

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Anya aveva quasi finito di compilare i conti dei nuovi clienti della banca quando squillò il telefono
- Anya sono io -
- Mamma che succede? Di solito non mi chiami mai sul lavoro, è successo qualcosa? - chiese preoccupata
- No è che devi venire a casa subito, si è rotto il tubo della lavatrice e si sta allagando la casa, ho chiamato il tecnico ma non può venire prima di un'ora, mi devi aiutare -
- Va bene mamma, sta' calma, avverto il direttore e arrivo -
- Grazie tesoro, sei unica - ed era la pura verità, ma purtroppo questa sua caratteristica le avrebbe causato non pochi problemi da quel momento in poi. Senza esitare Irina diede un calcio deciso al tubo della lavatrice che cominciò a spruzzare acqua dappertutto...il fine giustifica i mezzi, si disse impugnando lo straccio e iniziando ad asciugare quel disastro
- Scusi direttore ma ho dei problemi a casa, potrei uscire prima oggi? - chiese Anya al suo capo
- Va bene ma è qualcosa di grave? -
- No, solo la lavatrice che fa i capricci -
Era ormai arrivata nell'atrio della banca e schivando un paio di signore anziane con i loro illustri nipoti e alcuni bambini che si rincorrevano, riuscì a raggiungere l'uscita, ma all'improvviso venne pervasa da una strana sensazione di protezione e sicurezza e un profumo familiare le riempì le narici...si voltò e si perse negli occhi più belli che avesse mai visto, di un verde intenso, sicuri e decisi, protettivi e comprensivi, talvolta severi, in quell'istante sbalorditi...
No, non era possibile, non poteva essere lei, stava sognando, quella non poteva essere Syd, lei era morta più di due anni prima...eppure era identica a lei, in ogni singolo particolare, aprì e richiuse gli occhi più volte, ma lei era ancora lì e lo stava osservando stupita per quel suo strano comportamento, con i suoi lucenti occhi castani, i morbidi capelli, le labbra che l'avevano baciato teneramente, con passione, con amore... in quel momento capì che la donna che aveva amato più di tutto al mondo e che si era accorto di amare più di prima, una donna che avrebbe dovuto essere morta, si trovava solo a qualche metro da lui...
Tutto del suo viso gli era familiare: le labbra sottili, il naso particolare, la fossetta sul mento ma soprattutto quegli occhi meravigliosi, profondi come il mare...come l'amore, un sentimento che doveva aver provato e che ora stava crescendo dentro di lei, in un istante ebbe di nuovo una visione, ma questa volta si trovava su un aereo, uno di quelli da cargo, e provava una strana sensazione, simile a quella che aveva provato nel sentire quel profumo, lo stesso che sentiva in quel momento accanto ad un uomo che le sorrideva gentilmente... e poi provò quell'irrefrenabile impulso di abbracciarlo e il suo cuore prese a battere più forte... Anya si ritrovò nell'atrio della banca a fissare quel giovane che la guardava come se non la vedesse da tempo...come se la conoscesse...
- Strano - pensò - la mamma non mi aveva mai parlato di lui... già la mamma...mi sono dimenticata della lavatrice - tentò di riprendere a camminare ma i suoi piedi non ne volevano sapere di muoversi...
Vaughn osservò ancora per qualche istante quella donna che somigliava così tanto alla sua Syd e poi decise, doveva parlarle, almeno sentire il suono della sua voce... si avvicinò cautamente...
Anya lo guardò avvicinarsi lentamente e, senza saperne la ragione, desiderò corrergli incontro e abbracciarlo, invece restò ferma e attese immobile che il suo destino si compisse fino a quando lui non parlò
- Syd, sei tu - l'atmosfera idilliaca s'interruppe, l'aveva confusa per un'altra... ma la sua voce, bassa e suadente le risvegliò sensazioni che credeva di non aver mai provato... sentiva che loro in qualche modo si erano conosciuti e...amati, che pensiero assurdo...tentò di rispondere ma un'esplosione la scaraventò a terra, no, era stato lui, le aveva fatto da scudo col suo corpo... non sapeva chi fosse questa Syd, ma di sicuro doveva volerle molto bene per rischiare senza batter ciglio la vita per lei...era molto fortunata...
Ormai le urla della gente sovrastavano qualunque rumore, tranne quello del suo cuore che aveva cominciato a battere all'impazzata, sentire il calore del corpo di quello sconosciuto sul suo l'aveva come risvegliata da una specie di trance...Syd, si certo aveva già sentito questo nome...forse questa Syd era un'amica comune che li aveva fatti incontrare, sua madre non l'avrebbe certo potuta conoscere...ma allora perchè quella strana euforia? Lo sentì allontanarsi improvvisamente
- Maledetto Sark - si voltò dinuovo verso di lei e sorrise...quel caldo sorriso rassicurante che tanto amava...amava? Ma cosa le stava accadendo, era solo uno sconosciuto...o forse no...
- Ma chi l'avrebbe mai detto che sareste arrivati cosi presto? - ironizzò Sark rivolto a Vaughn e Weiss - sembra quasi che voleste precedermi... non fate mosse false o sparo all'impazzata chiaro? - sembrava deciso a mantenere la parola
- Piantala Sark, lasciali andare, è una storia tra noi, loro non c'entrano -
- Lo sai agente Vaughn? Non ho più nulla da perdere, ormai la Convenzione ha scoperto che non sono vostro prigioniero, colpa di una soffiata del caro direttore - mugugnò Sark... Vaughn, Michael Vaughn, era quello il suo nome lo aveva pronunciato migliaia di volte e, senza rendersene nemmeno conto lo aveva marcato a fuoco nella sua mente, nel suo cuore....improvvisamente Sark l'afferrò dal suo nascondiglio, rannicchiata dietro di lui e le aveva puntato la fredda canna della pistola alla tempia
- Adesso, tu andrai nell'ufficio del direttore e prenderai per me il manufatto, o le faccio saltare le cervella - lo minacciò Sark...vide il terrore negli occhi di Vaughn, poi fu lei ad avere paura...Sark aveva puntato la pistola su di lui...non poteva perderlo, non proprio adesso che la sua vita cominciava ad avere un senso...poi un lampo le attraversò la mente, lei sapeva cosa fare, rifilò una gomitata a Sark e gli rubò la pistola puntandola a sua volta verso di lui
- Come la mettiamo se invece adesso la smetti di fare l'idiota e ti giri così l'agente Vaughn ti blocca quelle luride manacce con due belle manette, mentre Weiss va a prendere il manufatto di Rambaldi - Weiss, Rambaldi...chi li aveva mai sentiti nominare? Eppure sapeva esattamente chi erano
- Non lo faresti mai, non sei più capace Sydney, il lavoretto di tua madre è stato provvidenziale... - Anya si sentiva sempre più confusa, anche Sark l'aveva chiamata Sydney e che lavoretto poteva averle fatto sua madre? Sark approfittò del suo istante di distrazione per afferrare la pistola, ma Vaughn gli si lanciò addosso e la pistola volò lontano vicino alle mani di Sark
- Nooo - urlò Anya mentre si udiva un sparo...Ma non era stato Sark a sparare, bensì sua madre, che apparve improvvisamente con un'espressione gelida e pentita
- Non doveva finire così Sark, non avresti dovuto tradirmi... - ma Sark non poteva più sentirla... Anya non sapeva più cosa fare o dire, sua madre aveva sparato a quel terrorista senza batter ciglio e per giunta lo conosceva, lavoravano insieme...
- Irina Derevko, sapevi che c'entravi tu in qualche modo - biascicò Vaughn scrollandosi di dosso il corpo esanime di Sark
- Sono lieta di rivederti Michael, mi mancavano i tuoi sguardi carichi d'odio, quanto è che non ci vediamo, due anni? All'incirca da quando vi sono sfuggita da sotto il naso alla CIA - Sua madre conosceva quel ragazzo, che la odiava? E cosa c'entrava la CIA? La sua mente si riempì di ricordi confusi di sua madre che si lanciava da un palazzo, Vaughn con lei su una macchina, una stanza piena di facce conosciute...svenne.

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Anya si svegliò con la voce di Vaughn - Si, pronto sono l'agente Vaughn, vorrei parlare immediatamente con Jack Bristow...è urgente, si tratta di Sydney... pronto agente Bristow, sono Vaughn, ho una notizia per lei, Sydney è viva, lo so che sembrerà impossibile ma è vissuta in questi due anni a Mosca con...Irina Derevko, credo che l'abbia salvata dalla Convenzione dopo la lotta con il duplicato...sì, torneremo presto, vedrò cosa posso fare - appena attaccato il telefono si avvicinò a lei e le si sedette accanto - Tua madre è di là, ma ti ha lasciato in buone mani, promesso - Anya aprì gli occhi e sorrise debolmente a Vaughn che le stava accarezzando delicatamente i capelli
- Oddio Vaughn, sono così confusa! Tutto quello che avete detto, mi sembrava di capirlo, di saperlo ma c'è qualcosa che mi blocca.... - le prese una mano e la strinse forte tra le sue - andrà tutto bene adesso ci sono qua io... questa volta non ti lascerò più... -
- Questa volta? - lo guardò, osservò attentamente ogni centimetro del suo viso ed ebbe una voglia irrefrenabile di baciarlo, si voltò
- Questa, ti ricorda qualcosa? - chiese mostrandole una foto dov'erano raffigurati lui e la donna che aveva visto allo specchio
Improvvisamente quella spiaggia così familiare, con lui....
- Vaughn, o mio Dio! - aveva ricordato quando l'avevano scattata, poco dopo la sconfitta dell'SD6...
- Non volevi farla, continuavi a dire che avremmo dovuto farla ad Arvin Sloane in cella... - sorrise Vaughn con gli occhi lucidi...doveva aver sofferto molto - non avrei mai immaginato che neanche un mese dopo ho creduto di averti persa per sempre...si coprì gli occhi con la mano - è come se fossi morto con te... - non voleva sentire altro, solo il calore dei suoi baci
- Baciami Vaughn e rinasceremo insieme - lui alzò gli occhi e se la trovò a pochi centimetri dal viso... Dio, aveva faticato tanto per averla, per confessarle ciò che provava realmente per lei, anche se non le aveva mai detto che l'amava, l'aveva persa ed ora dinuovo ritrovata e baciarla era stato il suo più grande desiderio dal primo istante in cui l'aveva vista alla banca...
Le sue labbra si posarono delicatamente e su quelle di lei e man mano che il bacio diventava più intenso sentiva il suo respiro aumentare e le lacrime scorrerle lungo le guance...
Quei baci erano stati la sua ancora di salvezza durante la lotta contro Sloane e la Convenzione... lentamente i ricordi tornarono a galla nella sua mente e ciò che rivide le scatenò un'emozione fortissima: eccola da piccola con suo padre e sua madre, poi lei che spariva, morta in un incidente d'auto, la fanciullezza con suo padre sempre lontano, Will, Francie, Danny, Sloane, L'SD6, Dixon, Marshall, la morte di Danny ucciso da chi credeva essere la CIA, Tai Pei, l'arrivo alla vera CIA, suo padre doppiogiochista e poi lui, Vaughn che l'aveva aiutata a sopravvivere durante tutto quell'inferno di menzogne, che l'aveva amata...Khasinau, Anna Espinoza, Weiss, Carrie, Devlin, Kendall, la sconfitta dell'SD6, l'hokey e poi Sark, il duplicato di Francie, Allison Doren e infine sua madre Irina Derevko, la donna che aveva creduto morta per tutti quegli anni e che aveva ucciso il padre di Michael...la notte in cui era sparita, la vacanza a Santa Barbara e ancora la lotta con Allison, il viso di sua madre e l'operazione per farle dimenticare tutto...Quando i ricordi terminarono per Anya fu come risvegliarsi da un lungo sonno, durato due anni e guardò Vaughn negli occhi, come se lo rivedesse per la prima volta dopo tanto tempo
- Vaughn, Allison era il duplicato, Will come sta? - il volto dell'uomo si rilassò
- Will sta bene ma Francie... - lesse la verità nei suoi occhi, come sempre, e lo abbracciò come non aveva mai fatto, per ricordare cosa si provasse ad essere dinuovo totalmente felice...
- Ti amo Sydney Bristow come non ho mai amato e non amerò mai nessuna donna al mondo, era un pezzo che volevo dirtelo, ma non ne ho mai avuto il coraggio... -
- Anch'io ti amo Michael Vaughn e non ti permetterò di abbandonarmi di nuovo - sorrise mentre gli mostrava la fede d'oro che aveva all'anulare sinistro - l'ho notata subito, appena ti ho visto. - Lui non rispose ma abbassò lo sguardo
- Credevi che non me ne sarei accorta? O lo speravi? - non sembrava arrabbiata
- Syd, quando tu sei morta io sono morto con te...non hai idea di cos'ho passato, quando ho visto quel cadavere carbonizzato, mi hanno detto che era il tuo, ho lasciato la CIA, ho cominciato a bere e a...parlarti, prima da solo ma poi hai addirittura cominciato a rispondermi, Syd io stavo impazzendo e....- lei, che lo osservava attentamente parlare lo zittì posandogli un dito sulle labbra -
- Va bene, lo so, quando ho ricordato tutto, poco fa, mi sono passati davanti trent'anni della mia vita e nei momenti più felici c'era la tua presenza costante...anch'io credevo che dopo la morte di Danny non sarei riuscita a sopravvivere eppure il destino a voluto che mi innamorassi di te e fossi davvero felice, forse per la prima volta in vita mia da quando credevo mia madre fosse morta...so quanto è grande il tuo amore e non permetterò ad un errore di compromettere tutto un'altra volta...il destino ci ha già ostacolati abbastanza, ora voglio ricominciare una nuova vita... con te - Vaughn non poteva credere alle sue orecchie, gliela faceva passare liscia così? Forse vedere la loro vita tutta in un minuto le aveva davvero fatto cambiare prospettiva!!!
Si baciarono e parlarono a lungo prima che Syd chiedesse - E mia madre? -
- Non lo so, dovrebbe essere con Weiss...oh no -
Appena furono in cucina videro il loro amico a terra, privo di sensi e un biglietto con degli orecchini accanto

Il vostro collega è stato molto gentile, è un peccato doverlo " addormentare"...Syd sapevo che l'unico modo per farti ritornare la memoria era provocarti una grande emozione...inutile dire che oggi ne hai vissute parecchie...non mi posso trattenere oltre, sapete, sono una ricercata, ma ti lascio questo piccolo ricordo di me...d'ora in avanti sarà l'unico modo che avremo per comunicare...ah dimenticavo! Siate felici e salutatemi Jack! Dasvidania piccioncini....

Irina

- Credo che alla fine le cose si siano aggiustate per il meglio - sentenziò Syd dopo aver letto il biglietto
- No, manca ancora una cosa - rispose Vaughn sorridendo e lanciò la fede giù dalla finestra della casa di Syd...non gli sarebbe più servita... - sei pronta a tornare a casa?-
- Non proprio - lo baciò - ora lo sono -
Nonostante il destino li avesse sempre ostacolati, quei due ragazzi avevano saputo esattamente cosa fare nel momento in cui i loro sguardi si erano incontrati di nuovo.... ci sarebbero voluti ben più di Sark, una fede o la morte per separare quelle due anime che erano ormai diventate una sola....

 

POSTFAZIONE DELL'AUTRICE: eccomi arrivata alla fine del mio secondo racconto... che dire? E più lungo e un po'... alternativo... ma in fondo il messaggio sembra ben chiaro: non ne possiamo più della "cozza", in questo racconto appariva solo per rompere, come sempre e Syd e Vaughn sono la coppia perfetta che niente e nessuno potrà mai dividere...! - CHIARO? Un ciao speciale alla mia migliore amica Milena perchè mi sopporta quando parlo di Alias senza batter ciglio...o quasi... e un saluto a tutta la famiglia di Alias Italia... CIAO GUAGLIO'


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